COSTRUIRE PROSSIMITÀ: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI NELLA PREVENZIONE DEI NIMBY

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COSTRUIRE PROSSIMITÀ: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI NELLA PREVENZIONE DEI NIMBY
MARZO 2020

                    Costruire Prossimità:
                    il ruolo delle istituzioni
ISTITUZIONI N°145

                    locali nella prevenzione dei
                    NIMBY

                    Laboratorio SPL Collana Ambiente

                    Abstract
                    L’avversione dei cittadini ad ogni nuovo impianto è all’origine delle tante sindromi da NIMBY. Ogni NIMBY è sintomo di
                    una frattura fra cittadini e istituzioni: dove c’è NIMBY è mancata prossimità da parte delle istituzioni locali. Occorre che le
                    istituzioni locali tornino a mediare le istanze e a promuovere percorsi di sviluppo condivisi e accettati.

                    Citizens’ aversion toward new plants is at the origins of the many NIMBY syndromes. Any NIMBY is the display of an existing
                    fracture between citizens and local institutions: where we observe a NIMBY, there is a lack of proximity. There is the need for
                    local institutions to mediate the instances and to promote development paths shared and accepted.

                    Gruppo di lavoro: Donato Berardi, Michele Tettamanzi

                    REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it)

                    Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Utilitalia-Utilitatis, SMAT, IREN, Siram, Acquedotto Pugliese, HERA,
                    MM, Cassa Depositi e Prestiti, Viveracqua, Romagna Acque, Water Alliance, CIIP, Abbanoa, CAFC, GAIA, FCC Aqualia Italia, Veritas, A2A
                    Ambiente, Confservizi Lombardia, FISE Assoambiente, A2A Ciclo Idrico, AIMAG, CSEA, DECO
COSTRUIRE PROSSIMITÀ: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI NELLA PREVENZIONE DEI NIMBY
MARZO 2020

                                          Gli ultimi contributi
ISTITUZIONI N°145

                                          n. 144 - Acqua - Sviluppo del Sud: partiamo dall'acqua, febbraio 2020
                                          n. 143 - Rifiuti - Gestione dei rifiuti: per le imprese costi in aumento, febbraio 2020
                                          n. 142 - Rifiuti - Rifiuti e responsabilità estesa del produttore: imparando dall'Europa, febbraio 2020
                                          n. 141 - Clima - Green deal: cose da fare nell’acqua e nei rifiuti, gennaio 2020
                                          n. 140 - Rifiuti - La responsabilità delle scelte: i fabbisogni impiantistici e il ruolo delle regioni, gennaio 2020
                                          n. 139 - Acqua - Concorrenza per il mercato nel servizio idrico: a Rimini la prima vera gara dall’avvento di
                                          ARERA, gennaio 2020
                                          n. 138 - Rifiuti - Metodo Tariffario Rifiuti: un "salto di qualità" per il futuro settore, dicembre 2019
                                          n. 137 - Rifiuti - La responsabilità estesa del produttore (EPR): una riforma per favorire prevenzione e riciclo,
                                          dicembre 2019
                                          n. 136 - Acqua - Dialogo e informazione: gli ingredienti della partecipazione, dicembre 2019
                                          n. 135 - Rifiuti - Decarbonizzazione a “costo zero”: il caso del combustibile da rifiuti, novembre 2019

                                          Tutti i contenuti sono liberamente scaricabili previa registrazione dal sito REF Ricerche

                                          La missione
                                          Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è una iniziativa di analisi e discussione che intende riunire selezionati
                                          rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul
                                          futuro dei Servizi Pubblici Locali.
                                          Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche
                                          nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto delle
                                          famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente.
                                          Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia per
                                          condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo in relazione
                                          con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese.

                    ISSN 2531-3215                                Editore:
                                                                  REF Ricerche srl                                   laboratorio@refricerche.it
                    Donato Berardi                                Via Saffi 12 - 20123 Milano                         @LaboratorioSPL
                    Direttore                                     tel. 0287078150
                       dberardi@refricerche.it                    www.refricerche.it                                  Laboratorio REF Ricerche
COSTRUIRE PROSSIMITÀ: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI NELLA PREVENZIONE DEI NIMBY
istituzioni N°145 MARZO 2020
                                                                                                                Costruire Prossimità:
                                                                     il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                      1. UNA NUOVA PERCEZIONE DI PROSSIMITÀ
  L’evolversi della   La percezione delle distanze e dello spazio è cambiata enormemente nell’ultimo secolo. Nel 1915 un
          distanza    viaggio da Roma a Londra richiedeva in media 5 giorni, 10 giorni erano necessari per raggiungere
                      la costa est degli Uniti, 20 per raggiungere la California. Addirittura era necessario mettere in conto
                      oltre 40 giorni per raggiungere l’Australia.

                      Al giorno d’oggi, a prezzi ragionevolmente accessibili e con un minimo dispendio burocratico, pos-
                      siamo raggiungere l’angolo opposto del globo in circa 20 ore … circa cinquanta volte più veloce-
                      mente!
                      È cambiata la percezione di ciò che è vicino o lontano.
                      La possibilità di viaggiare rapidamente ed a un costo accessibile, permette di ridefinire il concetto
                      di vicinanza. Località ben collegate e servite da compagnie aeree low-cost sono percepite più rag-
                      giungibili rispetto a territori assai più vicini in contesti logisticamente svantaggiati (i.e. le valli alpine
                      o ancora le piccole isole del mediterraneo non dotate di aeroporti).
Un mondo sempre       La percezione di “vicinanza”, che ha avuto una accelerazione esponenziale negli ultimi anni, grazie al
     più “vicino”     ruolo dei media che ci informano quotidianamente di ciò che avviene a tutte le latitudini, all’avvento
                      di internet e all’ampliamento dell’offerta televisiva (si pensi alla diffusione delle antenne satellitari),
                      ai progressi nella conoscenza delle lingue, sino alla multiculturalità portata dall’integrazione delle
                      etnie a seguito delle migrazioni, sino alla accresciuta mobilità facilitata dalla riduzione dei prezzi
                      dei voli aerei e all’aumento della loro offerta: una prossimità che si misura oggigiorno anche con
                      l’empatia provata verso alcuni fenomeni. Si pensi all’indignazione collettiva suscitata dalle emergen-

                                                                                                                          Pagina 3
COSTRUIRE PROSSIMITÀ: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI NELLA PREVENZIONE DEI NIMBY
istituzioni N°145 MARZO 2020
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                                                                                il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                        ze ambientali, quali la recente vicenda degli incendi in Australia, o ancora alla preoccupazione per
                        l’epidemia sanitaria da coronavirus in Cina1 .
                        E’ evidente che il termine vicinanza può essere inteso anche in senso metaforico, come sinonimo
                        della capacità di intendersi, di complicità tra persone, seppur localizzate geograficamente distanti,
                        appartengono alla propria cerchia di amici e famigliari o alla stesso network lavorativo ad esempio,
                        o ancora con riferimento alle istituzioni o alle aziende, quando si dimostrano capaci di ascolto, di
                        aprirsi alla partecipazione dei cittadini alle decisioni, o ancora quando sono attente alle ricadute
                        della propria attività, nei tanti ambiti della responsabilità sociale e d’impresa.

                        2. QUALE RUOLO PER LE ISTITUZIONI LOCALI?
                        UNA SCELTA DI CAMPO
Una visione sempre      Da qualche lustro è maturata e si avverte una maggior consapevolezza della dimensione “globale”
      più globale…      dei fenomeni, e ciò insegna, quanto sia necessario mettere da parte spiriti nazionalistici e patriottici
                        per abbracciare una visione più ampia tesa alla salubrità, alla cura e alla tutela del Pianeta. Con il
                        passare del tempo siamo in sostanza tutti un po’ più consapevoli del fatto che la terra è un unico
                        grande ecosistema, dove ogni sconvolgimento degli equilibri naturali genera ricadute e ripercussioni
                        anche a distanza di migliaia di chilometri2 .
                        Lo sviluppo sostenibile, orizzonte al quale la società oggi è chiamata a concorrere, richiede dunque
                        che le sfide globali, siano affrontate e declinate in obiettivi locali, dove la risposta collettiva magnifica
                        e consolida le risposte che vanno trovate in ciascun territorio.
 … ma la sindrome       Si osserva talvolta un cortocircuito: nonostante siamo tutti più vicini, la mancanza di altruismo
  NIMBY persiste!       o senso civico ci induce a tenerci il più possibile lontano dai cambiamenti, in particolare quando
                        ciò implica la necessità di intervenire sui piccoli e grandi gesti della quotidianità. Insomma, un
                        allargamento dei confini e delle percezioni, si scontra con la necessità di ridefinire il nostro concetto
                        di “cortile”: vorremmo allora che il cambiamento avvenisse altrove. La sindrome NIMBY è ancora
                        ben lungi dal potersi dire eradicata3 .
                        In questi percorsi, centrale è il ruolo delle istituzioni locali.
   Il dilemma delle     Due sono gli atteggiamenti che le istituzioni locali4 possono assumere:
   istituzioni locali
                             • possono farsi carico dell’ascolto delle comunità, catalizzando le istanze e i malumori per veico-
                               larli nelle sedi deputate a prendere le decisioni, secondo un classico ruolo di rappresentanza;
                             • più raramente all’ascolto e alla rappresentanza si affianca l’approfondimento e la riflessione,
                               così da costruire insieme ai cittadini e alle comunità coinvolte proposte e soluzioni alle questio-
                               ni: un ruolo più evoluto di “mediazione” tra le diverse istanze per uscire dalla contrapposizione
                               e trovare un punto di ricaduta.

                        1   L’epidemia di peste nera del XIV secolo che flagellò l’Europa ci mise circa 15 anni a migrare dalla Cina orientale all’Europa;
                            la recente epidemia di corona-virus ha percorso lo stesso tragitto in poche settimane.
                        2   In questo senso, ad esempio, il mancato accordo dei Paesi partecipanti alla COP25 può essere vissuto come un fallimento
                            mentre la risposta del Green Deal europeo può di buon grado essere considerata come un successo.
                        3   Per quanto concerne i progetti di impianti ed infrastrutture il NIMBY Forum ha censito 317 casi di contestazione aperte
                            (link). È anche disponibile una mappa del territorio italiano con i casi di NIMBY segnalati.
                        4   Si noti che il concetto di locale qui espresso è variabile: esso può infatti indicare il livello comunale, così come quello
                            nazionale o addirittura il comitato di quartiere. La dimensione locale deriva dal confronto con l’istituzione del livello
                            superiore, e cioè facente riferimento ad una quota di popolazione maggior e maggiormente diffusa.

                                                                                                                                              Pagina 4
COSTRUIRE PROSSIMITÀ: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI NELLA PREVENZIONE DEI NIMBY
istituzioni N°145 MARZO 2020
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                                                                             il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                      Una questione centrale soprattutto nelle traiettorie di sviluppo, allorquando vi è la chiara consape-
                      volezza che ogni forma di ecologia non può prescindere da una strategia industriale, che ponga al
                      centro le tecnologie e gli impianti, avendo il coraggio di ridefinire, ove necessario, nuovi paradigmi
                      di produzione e di consumo.
                      In un momento nel quale ci si interroga sulle grandi questioni che attanagliano lo sviluppo globale
                      e i modelli di produzione alle istituzioni è richiesto un “salto di qualità”: non limitarsi a legittimare
                      con la propria presenza i dissensi e le tante sindromi da NIMBY, piuttosto abbracciare approcci di
                      paternalismo libertario5 , nei quali farsi portavoce di nuovi modelli di sviluppo sostenibile e soluzioni
                      in grado di generare benessere anche per i territori che ospitano gli impianti.
      Un’alleanza     Tale ruolo non si esaurisce nella dialettica tra cittadini ed istituzioni, ma, essendo questa profon-
necessaria con gli    damente radicata sul territorio, chiama in causa tutti gli stakeholder che vi insistono. È interessante
  stakeholder e i
          territori
                      allora rileggere il ruolo delle istituzioni come intermediari della relazione tra i tanti portatori di
                      interessi e quindi il come esse riescano a costruire prossimità e coesione tra i vari soggetti.
                      In questo contributo si presenterà il concetto di prossimità, riferendosi anche a casi studio. Un con-
                      cetto che sarà utilizzato per proporre un rinnovato ruolo delle istituzioni locali come soggetti in
                      grado di costruire intermediazioni, di progettare e proporre percorsi di sviluppo sostenibile.

                      5   Contributo 128 “Economia comportamentale e servizi pubblici locali: la spinta gentile degli ”architetti delle scelte” ”

                                                                                                                                          Pagina 5
istituzioni N°145 MARZO 2020
                                                                                                              Costruire Prossimità:
                                                                   il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                      3. GESTIONE DEI RIFIUTI: MODELLI A CONFRONTO

   La gestione dei    È noto che in materia di gestione dei rifiuti urbani in Italia esistono alcuni modelli regionali, che
rifiuti: esperienze   pur presentando caratteristiche diverse, possono essere indicate come esperienze di successo. Tali
      di successo a
          confronto
                      differenti sistemi saranno ripresi e riletti alla luce di un diversa accezione di prossimità, che diverrà
                      chiara nel corso dell’esposizione. Ciascun modello, infatti, può infatti considerarsi emblematico
                      perché incarna una diversa declinazione di prossimità delle istituzioni al territorio.
                      3.1 La Lombardia:la creazione di un mercato aperto
Un’extra-capacità     Il modello di gestione e trattamento dei rifiuti della Regione Lombardia si fonda sulle emergenze de-
 di trattamento e     gli anni novanta e sugli impianti successivamente realizzati, che sono l’eredità di quelle esperienze.
      smaltimento
                      In Lombardia supponendo che gli impianti lavorino a pieno regime, possono essere gestiti un volu-
                      me di rifiuti urbani superiore del 40% a quelli prodotti nella regione stessa: la capacità impiantistica
                      è dunque in grado di assicurare l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi,
                      riducendo al minimo i conferimenti in discarica. Il ricorso alla discarica come destinazione finale dei
                      rifiuti di origine urbana riguarda meno del 10% dei rifiuti prodotti. Il concetto di discarica zero è
                      dunque realtà, al pari delle migliori esperienze europee.
   Un modello in      Contenendo l’interventismo nelle politiche di gestione del rifiuto, in termini di regolazione dei flussi
grado di generare     e di tariffe “al cancello”, il modello di sviluppo lombardo fa ampio affidamento sulla mano invisibile
     sussidiarietà
                      del mercato. La Regione ha adottato una impostazione alternativa a quella degli ambiti territoriali, si
                      limita ad assicurare che l’offerta impiantistica sia adeguata a soddisfare i fabbisogni “ovvero che ai fini

                                                                                                                        Pagina 6
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                                                                              il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                       dello smaltimento e del recupero dei rifiuti urbani indifferenziati vi sia adeguata offerta impiantistica
                       all’interno del perimetro regionale e che gli impianti di destinazione siano il più possibile vicini al
                       luogo della raccolta”6 . L’extra-capacità impiantistica, sostenuta dalle iniziative nate nel territorio,
                       assicura il funzionamento del mercato e viene messa a disposizione anche dei territori deficitari.
                       3.2 Emilia Romagna: pianificazione e equilibrio territoriale
                       In Emilia Romagna si rinviene un equilibrio parimenti virtuoso.
 La centralità delle   L’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per il Servizio Idrico e i Rifiuti (ATERSIR) è responsabile
agenzie territoriali   della regolazione di secondo livello del servizio rifiuti nell’unico ambito territoriale ottimale regionale
                       (ATO). Tale gestione “top-down” avviene tramite la pianificazione d’ambito: ATERSIR definisce le
                       tariffe “al cancello” degli impianti e disciplina i flussi all’interno della regione7 .
 L’autosufficienza è   L’autosufficienza regionale nello smaltimento è pianificata, tramite la definizione puntuale della de-
frutto di un’attenta   stinazione, sia per quello che concerne impianti di termovalorizzazione che di smaltimento. Anche
      pianificazione
                       il recupero è in parte affidato al mercato e in parte gestito nel perimetro degli affidamenti: può es-
                       sere collocata a mercato l’intera frazione organica e almeno il 30% delle raccolte differenziate degli
                       imballaggi. Solo i rifiuti speciali di origine urbana di provenienza extra-regionale sono lasciati alla
                       libera contrattazione fra le parti, purché nell’ambito della capacità di trattamento autorizzata.
                       Un equilibrio pensato per rispondere ai fabbisogni del territorio e una pianificazione improntata
                       ad assicurare l’autosufficienza regionale, dove la capacità di smaltimento e recupero energetico è
                       calibrata sulla produzione regionale. L’Emilia-Romagna è già oggi sotto il 10% di conferimento in
                       discarica degli urbani, dunque aderente agli obiettivi al 2035 delle direttive UE.
                       3.3 Veneto: impegno dei cittadini e scommessa sul riciclo
        Un modello     Il modello Veneto si caratterizza in due modi: per una elevata percentuale di raccolta differenzia-
      orientato alla   ta, per una buona dotazione di impianti per il riciclo e al contempo per la carenza di capacità di
            raccolta
       differenziata
                       destinazione finale del rifiuto urbano residuo. La strategia regionale mira il più possibile alla va-
                       lorizzazione delle frazioni differenziate, mutuando dalle regioni limitrofe o dal mercato estero la
                       capacità di smaltire o di avviare recupero energetico il flusso in uscita dal trattamento in impianti di
                       trattamento meccanico biologico del rifiuto urbano residuo.
          È tuttavia   Da una parte un tale modello prevede che altre regioni, il più possibile limitrofe, o il mercato siano
    necessario uno     disposti a farsi carico di tali flussi: ciò ovviamente non dipende tanto dalla benevolenza, ma dalla
           “sbocco”
    extra-regionale
                       possibilità che un tale flusso sia nelle capacità impiantistiche oltre che sostenibile da un punto di
                       vista economico. Dall’altra, è necessario che i cittadini del territorio siano “alleati”, impegnandosi in
                       una raccolta differenziata di qualità: è soprattutto tramite la loro azione, infatti, che è possibile mas-
                       simizzare il riciclaggio. I gestori si impegnano a costruire sistemi di raccolta e tariffe che incentivino
                       un comportamento virtuoso, ma il comportamento sarà “agito” dai cittadini.
    Il dialogo come    La garanzia di successo di un tale sistema, in conclusione, viene a dipendere dalla capacità delle
driver del successo    istituzioni di dialogare con i cittadini e con le altre regioni, ovvero dalla capacità di assorbimento del
del modello veneto
                       mercato. Un modello che fa ampio affidamento su supporto esterno al sistema stesso, e che è di
                       conseguenza più esposto a shock.

                       6   Contributo n. 115 “Rifiuti urbani e regolazione economica: il ruolo delle regioni” del Laboratorio REF Ricerche, marzo 2019.
                       7   L.R. 5 ottobre 2015, n.6, art. 3, comma 8, modificata dall’art. 31 L.R. 18 luglio 2017, n. 16

                                                                                                                                           Pagina 7
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                                                             il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                 4. PROSSIMITÀ: UNA DEFINIZIONE ESTESA
                 Siamo soliti identificare con il termine prossimità un concetto puramente spaziale: vicino, contiguo
                 o limitrofo. Tale prospettiva è senza dubbio centrale nei SPL, trattandosi di servizi orientati al sod-
                 disfacimento dei bisogni di un territorio e/o di una comunità locale; tale concetto custodisce poi
                 ulteriore ricchezza data dalla possibilità di ridefinirne la portata in modo plastico, così da potervi
                 includere prospettive economiche e sociali8 .
Cosa significa   Ci viene in soccorso in questo senso il dizionario dei sinonimi che ci consente di affiancare alla
  prossimità?    “prossimità” spaziale anche una serie di possibili ulteriori accezioni del termine che puntano nella
                 direzione dell’affinità, della somiglianza, dell’analogia. La prossimità finisce dunque per declinarsi in
                 una vicinanza anche culturale, sociale: qualcuno con cui si condividono identità e valori.

                 8   A. Torre e F. Wallet (2014)

                                                                                                                  Pagina 8
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                                                               il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                     prossimità (ant. prossimitade) s. f. [dal lat. proximĭtas -atis, der. di proxĭmus ”prossimo”].
                     1. a. [condizione di ciò che è prossimo nello spazio: il clima del paese è mite per la p. del
                     mare] ≈ adiacenza, attiguità, contiguità, (lett.) propinquità, vicinanza. ↔ distanza, lontanan-
                     za. b. [condizione di ciò che è prossimo nel tempo: la p. di una scadenza] ≈ vicinanza. ↑
                     imminenza. ↔ distanza, lontananza. ▲ Perifr. prep.: in (o nella) prossimità di [nello spazio
                     prossimo a: abita in una villetta in p. del lago] ≈ (fam.) a due passi da, nei dintorni di, nei
                     pressi di, nelle vicinanze di, vicino a. ↔ distante da, lontano da. 2. (fig., non com.) [condi-
                     zione di ciò che è affine: p. di gusti, d’idee] ≈ affinità, analogia, somiglianza, vicinanza. ↔
                     differenza, difformità, distanza, diversità.

                     Fonte: dizionario Treccani

                  Cosa significa, dunque, “essere vicini”? Quali implicazioni ha la prossimità spaziale nelle relazioni
                  socio-economiche? Quali altre declinazioni della prossimità sono importanti nelle relazioni socio-
                  economiche?
La prossimità :   Imprese situate l’una in prossimità dell’altra possono condividere una strategia o un comune obiet-
  vantaggio o     tivo, volto a creare le condizioni per migliorare la propria efficienza e efficacia, come è per il caso dei
  svantaggio?
                  distretti industriali, o mettere a fattore comune competenze e conoscenze, o ancora relazioni com-
                  merciali, per raggiungere una scala dimensionale efficiente o rispondere alle richieste del mercato,
                  come è per il caso dei consorzi, dei raggruppamenti temporanei o delle reti di impresa.
                  Imprese vicine possono però anche essere in competizione, e quindi rifiutare qualsiasi tipo di coo-
                  perazione. Esattamente come due vicini di casa possono godere della propria vicinanza in termini
                  di “buon vicinato”, oppure possono essere “ai ferri corti” come Paperino e Anacleto Mitraglia.

     Costruire    Il tema della prossimità è spesso studiato associato a processi di innovazione: perché può essere
prossimità per    visto come uno degli elementi che facilita i processi di cambiamento o di realizzazione di idee.
     generare
  innovazione
                  Come sovente si verifica nelle scienze sociali, non esiste tuttavia una rigorosa formulazione per cui

                                                                                                                    Pagina 9
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                                                                             il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                       al raggiungimento di un certo grado di prossimità, allora si è certi che si sarà innescata l’innovazione.
                       Specularmente non esiste uno schema fisso e predefinito che lega le singole dimensioni in relazioni
                       ben definite le une con le altre. È solo nel generare prossimità, nel riconoscerla e nel promuoverla,
                       allora, che possono essere facilitati i processi di innovazione che conducono al cambiamento.
                       È evidente che nel contesto dei SPL l’innovazione è da intendersi in senso più ampio: è innovazione
                       ad esempio la costruzione di una nuova infrastruttura (un grande invaso, l’estensione della rete
                       idrica, un bio-digestore, eccetera), un nuovo modello gestionale oppure la proposta di un nuovo
                       piano tariffario, che modifichi non solo gli importi, ma anche la struttura del piano stesso.
                       Analizzando la relazione tra istituzioni locali, cittadini e operatori del SPL tramite questo framework
                       è possibile interpretare punti di forza che sono alla base del successo di alcuni modelli gestionali, e
                       parimenti le lacune che devono essere colmate nei casi di fallimento.

                       5. LE TANTE PROSSIMITÀ E LE LORO DECLINAZIONI
     La prossimità     Nel loro lavoro seminale di studio critico della letteratura, Knoeben e Oerlemans (2006) propongono
 spaziale: come la     uno schema di analisi che permette di leggere il concetto di prossimità con lenti accurate, per
distanza facilita la
    costruzione di
                       cogliere con precisione i meccanismi che favoriscono o rendono possibile l’instaurarsi di rapporti o
percorsi condivisi     relazioni a cui è sotteso un senso di “vicinanza”.
                       Prossimità spaziale
                       La prima prospettiva da analizzare fa riferimento alla dimensione spaziale, e cioè alla distanza che
                       separa i soggetti coinvolti nella relazione; nonostante essa possa essere misurata in modo oggettivo
                       e presenti infinite possibili misurazioni, la percezione associata si riduce a una valutazione dicotomica
                       “troppo vicino” e “troppo lontano”. Da un punto di vista spaziale, infatti, la questione centrale non
                       è tanto la distanza in sé (i.e. quanti kilometri si è lontani piuttosto che quanti metri si è vicini), ma
                       se questa distanza è considerata “superabile”.
                       La percezione della distanza, secondo Torre e Rallet (2005), può essere influenzata da fattori ogget-
                       tivi e fattori soggettivi. Tra i fattori oggettivi si evidenziano la distanza, i tempi di percorrenza ed
                       il costo associato allo spostamento9 ; tra quelli soggettivi, invece, sono da considerarsi ad esempio
                       l’età, la disponibilità economica, eventuali barriere culturali (i.e. la non conoscenza della lingua).
                       Anche il grado di importanza che ciascuno attribuisce all’attività può modificare la percezione della
                       “distanza” o della “prossimità”: più una questione è rilevante, maggiore sarà la distanza che ciascuno
                       è disposto a percorrere .
      La prossimità    È sulla “prossimità spaziale” che si innesta tradizionalmente la sindrome NIMBY: la definizione dei
     spaziale come     confini che disegnano il “cortile” di ciascuno, infatti, dipende da una valutazione circa la distanza (i.e.
    emblema della
 sindrome NIMBY
                       i chilometri che separano la residenza di un cittadino da un potenziale sito produttivo), ma anche
                       dall’avversione di ciascuno rispetto all’attività oggetto d’insediamento. Tanto maggiore è l’avversio-
                       ne, maggiore è la distanza che si vorrà porre. Una distanza che potrà persino essere maggiore di
                       quella prevista per quel tipo di attività dalle leggi.
                       È innegabile che la produzione di alcuni servizi, piuttosto che il raggiungimento di talune sinergie
                       o economie di scopo si basa su un concetto di prossimità spaziale: se da una parte la prossimità è
                       necessaria per permettere agli utenti di usufruire del servizio stesso, dall’altra può essere funzionale a

                       9   Si sottolinea come la distanza, differentemente dai tempi di percorrenza e dal costo di spostamento, non varia nel tempo.

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                                                                                 il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                        garantire una maggiore efficienza: ad esempio, sono evidenti i vantaggi derivanti dal porre impianti
                        di trattamento e di smaltimento in prossimità dei luoghi in cui i rifiuti sono prodotti, riducendo così
                        la necessità della loro movimentazione.
    Smaltimento dei     Così ad esempio, nel modello organizzativo-gestionale che sta alla base dello smaltimento dei ri-
 rifiuti e prossimità   fiuti codificato nel testo unico dell’Ambiente, il principio di prossimità spaziale è uno dei cardini. In
        spaziale: una
relazione promossa
                        ossequio a tale principio le amministrazioni regionali, dialogando con gli enti locali, devono prov-
     deal regolatore    vedere a pianificare gli impianti in grado di assicurare l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti
                        urbani non pericolosi negli ambiti territoriali ottimali (d.lgs. 152/06, art. 182bis) e a sostenere le
                        realizzazione degli impianti in grado di assicurare che anche lo smaltimento e il recupero dei rifiuti
                        speciali, prodotti dalle attività produttive, possa avvenire in “prossimità” del luogo di produzione
                        (d.lgs. 152/06, art. 199).
                        Con riferimento ai rifiuti, per ragioni storiche, la prossimità è dunque divenuta un principio indero-
                        gabile che si lega a doppio filo con la responsabilità dei territori sulla gestione dei rifiuti urbani, ma
                        non solo, ivi prodotti. E’ questo un principio che impegna le istituzioni dei territori e individuare le
                        soluzioni impiantistiche coerenti con i fabbisogni10 .
                        Nel modello di gestione dei rifiuti urbani in Emilia-Romagna la “prossimità spaziale” è un punto
                        cardine. Grazie ad un attento e pervasivo lavoro del regolatore, in continuo dialogo con enti locali
                        e gestori, si è sviluppato un sistema in cui ciascuna area è in grado di provvedere allo smaltimento
                        dei rifiuti prodotti localmente, minimizzando così i trasporti, con costi ed inquinamenti annessi. Una
                        attenta e periodica ricognizione dei fabbisogni da parte degli uffici regionali preposti consente di
                        mantenere l’equilibrio nel tempo, raccordandosi con la pianificazione. Il successo del modello ha
                        permesso anche un elevato grado di accettazione da parte dei cittadini: la fiducia dei cittadini e
                        il riconoscimento del presidio delle istituzioni hanno rappresentato la migliore prevenzione delle
                        sindromi da NIMBY.
                        Prossimità organizzativa

       La prossimità    Allontanandoci dalla prospettiva spaziale ed avvicinandoci ad una più relazionale, è possibile decli-
     organizzativa e    nare la prossimità in “prossimità organizzativa”, definita come la capacità di un ente, un’istituzione
 l’importanza delle
      persone e dei
                        o un organizzazione di facilitare e permettere l’interazione e il dialogo tra i suoi soggetti di riferi-
            contesti    mento. Facendo riferimento a Bourdin (2019) due sono le motivazioni che permettono l’emergere
                        di una tale prospettiva: il senso di appartenenza (belonging nell’articolo originale) e la somiglianza
                        (similarity) tra i soggetti coinvolti. Vi sono poi quattro diverse sottodimensioni che contribuiscono a
                        far sì che gli attori coinvolti si sentano appartenenti allo “stesso spazio di relazione”11 la dimensione
                        sociale, la dimensione cognitiva, quella istituzionale e quella culturale.

                        10   Assai di sovente tuttavia tale principio è disatteso. In numerose regioni italiane, infatti, l’autosufficienza nello smaltimento
                             dei rifiuti urbani non pericolosi non è assicurata: i rifiuti urbani, sottoposti anche a blandi trattamenti, cambiano natura,
                             acquisendo il codice di rifiuti speciali (CER191212), la cui disciplina consente una gestione a mercato, ergo possono circolare
                             liberamente per raggiungere un impianto di destinazione finale, a smaltimento o recupero energetico, dunque in piena
                             violazione dei principi di autosufficienza e quindi prossimità. Per un approfondimento si rimanda al Contributo n. 140 “La
                             Responsabilità delle scelte: i fabbisogni impiantistici e il ruolo delle regioni” del Laboratorio REF Ricerche, gennaio 2020.
                        11   Knoeben e Oerlemans (2006)

                                                                                                                                                Pagina 11
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                                                                     il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

       La prossimità    La prossimità sociale deriva dalla condivisione di alcune caratteristiche, dall’interazione personale
sociale: la ricchezza   e dal senso di familiarità. Si ha prossimità sociale quando le relazioni fra i vari soggetti coinvolti si
     della relazione
                        fondano su amicizia, parentela o intesa12 ovvero quando ci riconosciamo come simili. Questa pro-
                        spettiva è da intendersi solamente a livello “micro”, e cioè fra i singoli attori. Ad esempio, due sog-
                        getti che, pur facendo parte di organizzazioni differenti, si trovano ad interfacciarsi frequentemente
                        l’uno con l’altro costruiranno un codice comportamentale che li farà successivamente interagire in
                        modo più efficace, facilitando la relazione e lo scambio di competenze.
                        Questa definizione di prossimità è sicuramente alla base del successo del modello veneto presentato
                        in precedenza: gli operatori (in maggior parte espressione del modello in house providing) sono
                        infatti vicini tra loro e ai cittadini. La prossimità sociale con i cittadini è necessaria per garantire un
                        elevato impegno nella raccolta differenziata: ciò è possibile tramite un modello di raccolta flessibile
                        e in grado di soddisfare le esigenze dei vari soggetti, e in numerosi casi di un sistema di tariffazione
                        (PAYT) che favorisce i cittadini più virtuosi.
 La condivisione di     La prossimità culturale, invece, deriva dal condividere pensiero, modi di agire, simboli e aspirazioni
         linguaggi,     che danno un significato alle azioni e ai comportamenti. Un esempio che può aiutare a cogliere la
  comportamenti e
     modi agire: le
                        prossimità culturale, può essere osservata in alcune consuetudini circa la buona educazione: lasciare
      premesse per      del cibo nel piatto alla fine dei pasti in Cina è considerato un atto di buona educazione, mentre non
         prossimità     lo è nella tradizione occidentale. La prossimità culturale può essere allora vista come quell’insieme
           culturale    di “regole non scritte”, seppur radicate, che permette di riconoscersi all’interno (o al di fuori) di un
                        gruppo di individui. La costruzione di una cultura condivisa permette l’emergere di modi di fare e
                        linguaggi comuni che nuovamente facilitano l’innovazione.
       La prossimità    Una vicinanza nei vincoli (formali e informali) che definiscono le strutture politiche ed economiche
    istituzionale: la   e le interazioni sociali, è alla base della cosiddetta prossimità istituzionale. L’esistenza di un gestore
    similitudine dei
           sistemi di
                        industriale per sua natura, presuppone l’esistenza di gerarchie lavorative, di governance, procedure
         governance     di lavoro e processi di accountabilty che saranno evidentemente diversi da quelle della pubblica
                        amministrazione. Maggiore è il grado di similitudine tra tali prassi, spesso codificate all’interno di
                        regolamenti, più facile sarà comunicare e quindi, nuovamente, favorire l’innovazione. La prossimità
                        12   Boschma, R. (2005)

                                                                                                                          Pagina 12
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                                                                              il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                      istituzionale, e cioè il riconoscersi regioni “simili”, con la vicina Lombardia ha spesso permesso al
                      Veneto di usufruire della capacità in esubero disponibile in quest’ultima per gestire il rifiuto urbano
                      residuo che non può essere gestito in regione.
  Informazione ed     Infine possiamo definire la prossimità cognitiva, e cioè la rassomiglianza nel modo in cui i singoli
elaborazione: una     membri delle organizzazioni percepiscono, interpretano, capiscono e valutano le situazioni. Pur
       conoscenza
 condivisa genera
                      apprendo come banale, la prossimità cognitiva si costruisce attraverso l’adozione di una precisa unità
        prossimità    di misura. Nel 1999 la NASA, l’agenzia spaziale americana, subì lo schianto di un satellite del valore di
                      125 milioni di dollari poiché il partner del progetto, la Lockheed Martin, utilizzò il sistema imperiale
                      britannico differentemente dalla NASA, la quale invece utilizzò il sistema metrico decimale13 . La
                      prossimità cognitiva, richiede allora un corpus di conoscenze comuni, la cui veridicità non è messa
                      in discussione, che è compresa e accettata da tutti. Una tale prossimità è quindi necessaria perché
                      vengano prese decisioni rilevanti o addirittura perché venga ridefinito un paradigma.
                      È all’interno della prossimità organizzativa nelle sue varie sfaccettature che è possibile identifica-
                      re le cause del successo del modello di gestione dei rifiuti urbani in Lombardia. Sicuramente la
                      vicinanza istituzionale e culturale tra grandi comuni, cittadini e operatori industriali della regione,
                      hanno facilitato la nascita di un mercato per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. È infatti alla
                      vocazione imprenditoriale, all’efficienza dei lavoratori e alla fiducia nelle istituzioni locali, oltre alla
                      distribuzione tra i portatori di interessi dei benefici, che si deve con ogni probabilità un percorso di
                      infrastrutturazione che ha condotto questo territorio a qualificarsi come polo industriale.
                      Prossimità tecnologica

   L’utilizzo delle   Infine, è possibile anche definire un concetto di prossimità che si articola attorno all’idea di tecnolo-
stesse tecnologie     gia: e cioè a quanto gli strumenti, le tecniche e le conoscenze sono comuni fra due o più soggetti.
   come fonte di
       prossimità
                      La possibilità, ad esempio, di utilizzare lo stesso sistema operativo facilita la condivisione di files.
                      Una maggior condivisione delle tecnologie, e cioè ciò che permette di creare un output dato un
                      certo input, permette non solo un apprendimento più rapido di ciò che invece non è noto, ma
                      anche una maggior capacità di generare innovazione14 .

                      13   http://edition.cnn.com/TECH/space/9909/30/mars.metric.02/
                      14   Per una migliore comprensione di questo concetto può essere utile ricordare lo stato delle ferrovie europee durante la
                           seconda guerra mondiale: lo standard russo prevedeva uno scartamento dei binari maggiore da quello adottato nel resto
                           del continente. Per questo motivo, i convogli nazisti, carichi di truppe e vettovaglie, non erano in grado di addentrarsi nel
                           territorio sovietico, ponendo così le basi per la sconfitta tedesca nella campagna di Russia.

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                                                                    il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                        6. NIMBY E PROSSIMITÀ: UNA NUOVA CHIAVE DI LETTURA?
 Il NIMBY riguarda      Crediamo che la lettura integrata tra la nozione di prossimità in senso esteso e le sindromi da NIMBY
  solo la prossimità    permetta un’interessante interpretazione della genesi di questi ultime: se infatti, tradizionalmente,
           spaziale?
                        con il termine “cortile” si fa riferimento alla prossimità spaziale, è ora possibile estendere le “dimen-
                        sioni” a cui far riferimento, per identificare nella causa delle sindromi da NIMBY la mancanza di una
                        prossimità di qualche natura.
NIMBY e prossimità      Una prima estensione permette di leggere il NIMBY da una prospettiva culturale, tipica del contesto
         culturale:     nazionale: la mancanza di un sentire comune tra istituzioni, operatori e cittadini, è sovente alla radice
     pregiudizio e
        malafede?
                        della mancata realizzazione delle infrastrutture e/o delle opere di interesse nazionale. Una evidenza
                        che può esser emessa in relazione con l’incapacità di comunicare tra i vari soggetti, ovvero talvolta
                        con il “pregiudizio”, “malafede” o l’interesse con la quale i diversi soggetti coinvolti leggono l’agire
                        degli altri interlocutori. Da un punto di vista culturale si può affermare che il “cortile” di ciascuno
                        è particolarmente esteso, come forma di difesa o prevenzione, una distanza culturale che nega “a-
                        priori” la possibilità di ogni dialogo e frena la realizzazione di progetti, pur meritevoli, su tutto il
                        territorio nazionale.
      La prossimità     Tale considerazione può essere estesa alla prossimità sociale. Così ad esempio si è istintivamente
 sociale e i NIMBY:     portati ad avversare la realizzazione di un porto in una località di mare frequentata da bambini,
       uno sguardo
     orientato agli
                        seppur in un passato molto lontano, oppure si farà di tutto per evitare un lavoro degradante ma
              affetti   necessario ad una persona amica o familiare.

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                                                                               il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

   La tensione fra      Si potrebbe utilizzare le proteste che hanno preceduto il passaggio alla “televisione digitale terrestre”
      status-quo e      per approcciare il tema dei NIMBY in chiave tecnologica. Con la legge 3 maggio 2004 n. 112 (cd.
aggiornamenti: un
           NIMBY
                        “Gasparri”), veniva tracciato il percorso che portava allo spegnimento della tecnologia “analogica
     tecnologico?       terrestre” in favore di quella “digitale”, identificando come termine ultimo, il 2012. Un tale percorso,
                        di fatto, rompeva la prossimità tecnologica, imponendo ai cittadini l’acquisto di una tecnologia de-
                        dicata. Anche in quella occasione le proteste furono accese15 , nonostante i vantaggi prospettati. A
                        distanza di anni, con ogni probabilità oggi sono tutti disponibili a riconoscere la bontà e l’utilità di
                        quella scelta.
 Nimby cognitivi e      Infine, una rilettura della polemica che ruota attorno al tema dei vaccini, può essere interpretata
        ideologia       come un NIMBY cognitivo: le stesse informazioni disponibili, interpretate in due prospettive diame-
                        tralmente opposte, conducono i cittadini ad adottare posizioni diverse, che spesso si cristallizzano in
                        ideologie, la cui messa in discussione è sovente impossibile. Si arriva addirittura a rifiutare evidenze
                        scientifiche, in favore di teorie oscurantiste, complotti e sub-culture, negando addirittura fatti ed
                        evidenze storiche16 .
                        Questa reinterpretazione dei NIMBY, rileggendo in vari modi la prossimità ad essi sottesa, fornisce
                        uno strumento utile alle istituzioni nel momento in cui si trovano a dover valutare nuovi progetti e
                        dialogare con i cittadini e le comunità locali. Deve essere infatti cura e premura di queste ultime ana-
                        lizzare le varie sfaccettature tramite le quali può emergere un NIMBY, assicurandosi di volta in volta
                        di dimensionare correttamente la prossimità così che le decisioni spettanti ai cittadini siano dettate
                        non tanto dai sentimenti, quanto da processi decisionali razionali costruiti su dati ed affermazioni
                        vere ed oggettive.
             NIMBY:     In ultima analisi, quindi, riteniamo che l’emergere delle sindromi NIMBY possa essere interpretata
l’interruzione della    come l’interruzione della prossimità tra i cittadini e le istituzioni, intese come l’espressione della po-
      prossimità tra
          cittadini e
                        litica: cioè che i primi non sentano più che le seconde siano vicine alle loro necessità – espressione
          istituzioni   dei territori, interrompendo così anche la relazione di fiducia che deve necessariamente sussistere
                        in un sistema democratico basato sulla rappresentanza. Questa percezione di distanza risulta allora
                        in movimenti spontanei e manifestazioni di piazza che collettano paure e disagi della popolazio-
                        ne, la quale, non sentendosi più rappresentata e quindi tutelata dalla politica, si auto-organizza in
                        movimenti orientati alla tutela del proprio “cortile”, mossa idealmente dall’auto-realizzazione della
                        propria giustizia. Una politica capace di costruire e mantenere un dialogo costante e attivo con i
                        cittadini, è quindi in grado di anticipare e prevenire le sindromi NIMBY, restituendo una dimensione
                        di “cortile” ampia e condivisa, orientata alla sostenibilità.

                        7. GENERARE PROSSIMITÀ TRAMITE LA FIDUCIA:
                        IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
 Costruire percorsi     Quale ruolo allora per le istituzioni? Le istituzioni sono chiamate ad essere “costruttori di prossimità”.
      condivisi per     Devono quindi incoraggiare processi che avvicinano tutti gli attori coinvolti, che, nel caso dei SPL,
  costruire fiducia
                        sono primariamente i cittadini/utenti, i territori, le comunità e gli operatori. Tale lavoro di interme-
                        diazione deve primariamente essere svolto attraverso un maggior grado di coinvolgimento degli

                        15   Si veda, ad esempio, https://codacons.it/digitale-terrestre-codacons-costera-24-mld-agli-italiani/
                        16   Ad esempio, Andrew Jeremy Wakefield falsificò i dati di alcuni esperimenti per far emergere correlazione tra il vaccino
                             trivalente MPR e l’autismo. Nonostante tale studio sia stato ritirato e smentito, la falsa correlazione emergente è ancora
                             ritenuta esistente, https://www.theguardian.com/society/2013/apr/06/what-happened-man-mmr-panic

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istituzioni N°145 MARZO 2020
                                                                                                                      Costruire Prossimità:
                                                                           il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                       attori, tramite un processo che porta i partecipanti alla discussione ad essere attenti alle esigenze e
                       alle necessità, ma anche alle conoscenze17 in seno agli altri.
                       Alle istituzioni è chiesto di essere promotori di un tale processo.
                       È evidente che in un tale processo le istituzioni, che agiscono in nome e per conto dei cittadini,
                       devono raccogliere le istanze dal basso facendosi collettori delle voci e dei bisogni dei cittadini;
                       ma è altrettanto evidente che esse, forti di competenze e mandati, devono anche promuovere una
                       cultura dall’alto che permetta una lettura del mondo “vasto” (i.e. oltre il proprio cortile): è quindi
                       richiesta un’ottica paternalistica, ma con una chiara visione e conoscenza di chi sono i proprio “figli”.
                       Un tale dialettica bidirezionale deve essere coltivata con costanza, e deve garantire a tutti i soggetti
                       di essere coinvolti. È necessario quindi un dialogo informato, nel quale ciascuno si sente libero di
                       parlare sapendo di essere ascoltato e di essere tutelato nelle proprie posizioni. Alle istituzioni locali
                       spetta quindi il duplice compito di essere promotori del dialogo, ma anche garanti dello stesso.
                       Si tratta di proporre occasioni in cui costruire prossimità.
      Prossimità e
fiducia: due facce     I casi sino a qua presentati presentano evidentemente delle peculiarità, ma è tuttavia possibile risalire
       della stessa    ad una radice comune al successo del paradigma gestionale utilizzato: la fiducia nelle istituzioni
        medaglia?      locali.
                       Come è possibile osservare dalla tabella, costruita a partire dell’indagine ISTAT “Multiscopo sulle
                       famiglie: aspetti della vita quotidiana” (2016), le tre regioni prese in esame si distinguono per una
                       maggiore fiducia nelle istituzioni locali18 . La prossimità osservata, che come si è visto è il tratto
                       peculiare dei modelli organizzativi e gestionali regionali oggetto di analisi, è quindi legata al livello di
                       fiducia dei cittadini nei confronti delle amministrazioni locali. Da una parte ciò può essere spiegato
                       con il sentire tali istituzioni vicine alle proprie istanze, e quindi in grado di tenerne conto in fase
                       di pianificazione e localizzazione degli impianti. Dall’altra tale relazione può essere rinforzata dal
                       fatto che i cittadini vivono gli operatori incaricati della gestione dei rifiuti urbani come una diretta
                       emanazione delle stesse istituzioni locali.
                       È interessante riflettere però sulla direzionalità che lega prossimità e fiducia: è l’una la determinante
                       dell’altra?
                       Crediamo di poter affermare che le due si trovano in un circolo virtuoso. Ovvero che solo attra-
                       verso una maggior fiducia si riesce a creare maggiore prossimità, soprattutto organizzativa; ma è
                       altrettanto vero che un sentimento di maggior prossimità genera fiducia.
                       La ricerca e la realizzazione dell’una permette di realizzare anche la seconda.
 La responsabilità     Di converso, istituzioni che non ricercano la relazione con i cittadini difficilmente saranno vissute
   della prossimità    come prossime alle necessità dei cittadini. In mancanza di fiducia reciproca, è infatti assai impro-
alle istituzioni, ma
 anche ai cittadini
                       babile che avvenga un incontro. Specularmente, anche ai cittadini è richiesto di collaborare con le
                       istituzioni, onde generare quel sentimento di vicinanza; e anche a questi ultimi è richiesto di meri-
                       tare la fiducia delle istituzioni, segnalandosi come “buoni cittadini” attenti e rispettosi delle regole
                       del buon vivere.

                       17   Se corroborate dalla scienza, e quindi meritevoli di essere accettate e condivise
                       18   Il confronto è condotto utilizzando come benchmark la fiducia nel Parlamento, in qualità di istituzione nazionale.
                            Nell’allegato la procedura di stima

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                                                                il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

                    La duplice direzionalità della relazione, allora, vale non solo tra la prossimità e la fiducia, ma anche
                    tra i cittadini e le istituzioni.
                    È rilevante anche il ruolo cruciale dei media, ai quali spetta un ruolo centrale nei processi di costru-
                    zione di prossimità e fiducia. I media sono spesso la principale fonte di informazione che i cittadini
                    consultano anche per orientarsi e valutare l’operato delle istituzioni; la stampa locale è sovente an-
                    che il canale ove trovare notizie riguardanti gli operatori dei servizi pubblici locali, soprattutto in
                    caso di disservizi.
Quale ruolo per i   I media sono quindi chiamati ad un ruolo di responsabilità: ad essi è richiesto di essere fonte di
         media?     informazione informata. Sono dunque loro stessi in primis a doversi curare dell’affidabilità e della
                    neutralità delle notizie diffuse; come notato da Bourdin (2019), i giornali locali possono essere faci-
                    litatori od oppositori della realizzazione dei progetti, venendo meno al compito prioritario che essi
                    hanno di essere innanzitutto “educatori” imparziali.

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                                           il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

Il ruolo delle istituzioni locali come facilitatori: il caso bio-digestori
nel Nord-Ovest della Francia

Bourdin (2020) analizza il ruolo delle istituzioni locali nel processo di installazione di bio-
digestori nel Nord Ovest della Francia (Loira, Normandia e Bretagna). Nelle tre regioni in
esame, le istituzioni locali hanno accompagnato il percorso di costruzione degli impianti
tramite consultazioni, supportato i progetti sia in modo intangibile (consultazione, analisi,
eccetera) sia tramite finanziamenti di varia natura. Lo studio utilizza 49 interviste rivolte a
stakeholder di 9 digestori anaerobici, scelti per caratteristiche specifiche. I temi oggetto di
indagine sono
   1. gli ostacoli e le difficoltà riscontrate nell’avvio di nuovi bio-digestori;
   2. le prossimità rilevate nel territorio;
   3. il ruolo degli amministratori locali.
La ricerca evidenzia come sia cruciale al successo del progetto il ruolo da intermediatore ri-
coperto dalle istituzioni locali. In particolare queste permettono il realizzarsi della prossimità
spaziale e la diffusione di un sentimento di fiducia tra tutti gli attori coinvolti, realizzando così
anche la prossimità organizzativa. È infatti centrale, soprattutto in fase di avvio e di valuta-
zione, che tutti gli stakeholder abbiano come riferimento un soggetto in grado di meritare
la fiducia di tutti, così che esso possa mediare eventuali mancanze degli altri; per far ciò è
necessario che le istituzioni locali abbiano conoscenze tecniche e scientifiche, unite a solide
relazioni sociali con tutti gli attori coinvolti. In conclusione, alle istituzioni locali viene chiesto
di bilanciare attentamente fra un compito di “supervisione” ed uno di “supporto”, sfruttando
il carico di fiducia che esse hanno accumulato.

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                        8. LE PROSSIMITÀ NEL DIBATTITO SUI SERVIZI PUBBLICI
                        LOCALI
                        I concetti sino ad ora presentati godono di vasta applicabilità, poiché la ricchezza di riflessione che
                        permettono può essere riportata in diversi campi, tra i quali il dibattito sul futuro dei servizi pubblici
                        locali.
     La prossimità      Ad esempio il tema della prossimità spaziale è particolarmente rilevante rispetto alla gestione dei
 spaziale: risorsa o    rifiuti urbani: la costruzione di impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti è frequentemente al
         minaccia?
                        centro di occasioni in cui i cittadini, talvolta accompagnati dalle istituzioni locali, manifestano pla-
                        tealmente il loro dissenso19 . È evidente che una pianificazione territoriale è necessaria, non solo
                        perché così è previsto dalle norme di legge, ma anche nell’ottica della costruzione di un modello
                        resiliente in grado di assicurare la sostenibilità, minimizzando l’impatto antropico sull’ambiente.
                        Da un lato quindi la prossimità spaziale è un fenomeno che deve essere superato grazie all’attivarsi di
                        altre tipologie di prossimità; dall’altro, invece, essa può essere intesa come il pilastro su cui costruire
                        anche altre tipi di prossimità.
    L’alleanza con i    Nel caso dei rifiuti, è necessario che siano le istituzioni locali in primis, anche accompagnate dai
           cittadini:   media20 , ad adoperarsi affinché emerga una prossimità organizzativa, e cioè si costruisca un corpus
          prossimità
      organizzativa
                        di conoscenze condivise e diffuse circa impatti e benefici degli impianti sulla qualità della vita delle
                        persone (i.e. prossimità cognitiva). Ciò non può prescindere dalla costruzione di relazioni tra gli
                        stakeholder, la cui frequentazione contribuisce a costruire rapporti di fiducia, in cui ci si sente liberi
                        di esprimere i propri pareri sapendo di essere ascoltati e accolti, prevenendo le risposte di pancia,
                        realizzando così la prossimità sociale. Ciò rappresenta una sfida particolarmente accentuata se si
                        considera la centralità dei cittadini nella raccolta dei rifiuti: è soprattutto tramite essi infatti che si
                        realizza una “buona” raccolta differenziata, sia in termini di qualità che di quantità, anche nel corretto
                        conferimento del rifiuto21 .
      La prossimità     Un tale percorso di costruzione di prossimità non può quindi prescindere anche dalla costruzione di
culturale: allargare    modi di pensare e di agire condivisi (i.e. prossimità culturale) nei quali, soprattutto tramite lo sguar-
       gli orizzonti
                        do delle istituzioni locali e degli operatori, la priorità non è la tutela del proprio “cortile”, quanto uno
                        sguardo responsabile su tutta la collettività.

                        19   Si pensi ad esempio al recente caso di Roma e della discarica di Monte Carnevale, riportata ad esem-
                             pio in https://www.iltempo.it/roma-capitale/2020/01/28/news/roma-discarica-monte-carnevale-regione-lazio-virginia-
                             raggi-comitato-valle-galeria-1272741/
                        20   Si veda Bourdin (2020)
                        21   Viceversa, è nelle possibilità dei cittadini, onde esprimere dissenso verso l’operato del gestore, conferire volutamente le
                             frazioni differenziate in modo errato

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                                                         il ruolo delle istituzioni locali nella prevenzione dei NIMBY

9. CONCLUSIONI
Le istituzioni locali hanno oggi più che mai un ruolo centrale in queste sfide future al quale siamo,
come esseri umani, chiamati. Sono infatti il primo contatto che i cittadini hanno con lo Stato, ed
è spesso tramite di esse che è possibile costruire le direzioni dello sviluppo sostenibile. Inoltre le
istituzioni locali sono anche il soggetto privilegiato con cui si interfacciano gli operatori dei servizi
pubblici locali. Hanno quindi un ruolo primario nell’orientare le azioni della società mediando fra
richieste possibilmente diverse: ad esempio, la scelta di localizzazione di un impianto di riciclo, deve
mediare fra le necessità del territorio e il gradimento dei cittadini.
Le istituzioni sono allora chiamate oggi a costruire prossimità, identificando e realizzando le possibili
sinergie, facilitando la realizzazione e il successo dei processi22 .
È solo tramite la prossimità, e quindi la fiducia, che si possonostakeholder superare le sindromi da
NIMBY. Non è infatti chiudendo il cortile che si risolvono i problemi, piuttosto imparando insieme a
ridisegnarne i confini e, soprattutto, a progettare soluzioni cooperative con benefici per tutti.

22   ”We think that a local authority is the most likely able to facilitate the use of these proximities in a given region, identify
     and reveal the potential synergies between different entities in order to facilitate the success of projects” (Bourdin 2020)

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