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Aroma mediterraneo È la sabbia fine e dorata delle spiagge a dare il nome a questa terra bagnata dal Mar Mediterraneo, che si estende a sud e a nord di Tarragona, lungo il litorale compreso fra le località marinare di Cunit e L’Hospitalet de l’Infant, e fino al massiccio di Prades nell’entroterra.
Costa Daurada, aroma mediterraneo www.costadaurada.info Se amate il mare e le attività nella natura, non avrete che l’imbarazzo della scelta, fra lunghe spiagge e falesie a strapiombo sull’acqua, tra cui si snodano percorsi e sentieri. Potrete arrampicarvi su per le montagne costiere o raggiungere il massiccio del Montsant e i monti di Prades, per inoltrarvi poi nell’interno lungo il Cammino di Santiago. Se invece siete appassionati di feste e sagre, sarete felici di scoprire le tradizioni locali: concorsi di castells (torri umane), danze di diavoli e cercaviles, tradizionali cortei di maschere che annunciano l’apertura dei festeggiamenti e in cui sfilano “nani” e “giganti”. Ma potrete conoscere il territorio anche da un’altra angolazione, per esempio attraverso la sua gastronomia: pesce e frutti di mare freschi, ortaggi, selvaggina, calçots (cipolle novelle) e xató (insalata a base di baccalà, tonno, acciughe, scarola, olive e salsa romesco), il tutto innaffiato dai vini rossi del Priorat, della Conca de Barberà, di Tarragona e del Montsant, o con i più pregiati bianchi del Penedès. La città di Tarragona, capoluogo di queste terre, fu nel Medioevo un centro importante. Oggi la città è famosa soprattutto per il suo passato romano: conserva ancora, infatti, vestigia con duemila anni di storia, tanto importanti da meritare la classificazione di Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Nella Costa Daurada si trovano
ancora molti altri luoghi in cui la storia ha il suo peso: il paese di Montblanc e i monasteri che disegnano la Strada dei Cistercensi - Poblet, anch’esso dichiarato Patrimonio dell’Umanità, e Santes Creus - rappresentano gli esempi più significativi del patrimonio medievale catalano. Inoltre, molti di questi paesi conservano il ricordo di artisti di fama internazionale: il violoncellista Pau Casals, il drammaturgo Àngel Guimerà, il pittore Joan Miró e l’architetto modernista Antoni Gaudí vi hanno lasciato un’impronta indelebile. L’essenza del Modernismo è ben presente nelle cantine sparse fra i vigneti, come pure nelle città, soprattutto a Reus. Gli edifici di questa località, importante centro di commerci nell’Ottocento, figurano fra le opere più rappresentative dello stile modernista, legato all’Art Nouveau europeo ma con specificità tutte catalane. Le spiagge, gli scenari naturali, le feste tradizionali, la gastronomia e il patrimonio architettonico fanno della Costa Daurada una delle aree più straordinarie del Mar Mediterraneo.
Sommario 11 Taragona 21 Reus, 29 Montblanc città romana splendore medievale modernista 35 Fonti d’ispirazione 45 Il Camino 49 La Strada di grandi artisti di Santiago dei Cistercensi 55 Cucina 65 Cultura 71 Grandi spiagge, dal cuore populare piccole cale mediterraneo 79 Sport e 90 Mappa 92 Informazioni natura L’Hospitalet de l’Infant Punta de la Móra, Altafulla
Tarragona, città romana Tarragona, città romana Tarragona Tel. [+34] 977 250 795 www.tarragonaturisme.cat www.tarracoviva.com www.museutgn.com www.mnat.cat www.arquebisbattarragona.cat Le vestigia romane rappresentano l’essenza della città di Tarragona, nonché il simbolo di quella Tarraco che duemila anni fa giunse a governare oltre la metà della penisola iberica come capoluogo della vasta provincia dell’Hispania Citerior. Nel I secolo a.C. la città aveva assunto una tale importanza da indurre l’imperatore Augusto a risiedervi fra il 27 e il 24 a.C. Particolarmente degni di nota sono le mura e l’anfiteatro romano, il quale, di forma ellittica e situato vicino al mare, conserva buona parte degli spalti, capaci in origine di contenere fino a 14.000 spettatori. Ancora oggi, con un piccolo sforzo, possiamo immaginare le lotte dei gladiatori e delle belve che si svolgevano nell’arena. Passeggiando per la città, scoprirete altre splendide vestigia: il circo romano - uno dei meglio conservati d’Occidente -, il pretorio, i resti del teatro e i Fori. Nei dintorni, meritano assolutamente il viaggio l’acquedotto del Ponte del Diavolo e, sul tracciato dell’antica Via Augusta, il sepolcro della Torre degli Scipioni e l’Arco di Berà. Per tutto quel che offre, l’area archeologica dell’antica Tarraco è una delle più complete della Hispania romana, come riconosce anche l’Unesco, che nel 2000 l’ha dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Una volta all’anno, Tarragona compie un balzo indietro nel tempo per far rinascere la vita quotidiana in epoca romana. Il festival Tarraco Viva mostra come vivevano gli Tarragona. Anfiteatro romano 11
Ponte del Diavolo Passeig de l’Escullera
Tarragona, città romana abitanti di Tarragona duemila anni fa attraverso varie attività, fra cui visite guidate, laboratori per bambini, riproduzioni di lotte di gladiatori e degustazioni gastronomiche. Oltre a questo, però, i musei della città permettono di comprendere appieno la complessità e la magnificenza della Tarraco romana. Il Museu Nacional Arqueològic (MNAT) espone ceramiche, monete, strumenti, sculture e mosaici che consentono di ricostruire la vita di tutti i giorni in quel tempo. Il Museu d’Història de la Ciutat espone pezzi archeologici ed etnografici che appartengono non solo all’epoca romana, ma anche a quelle medievale e moderna. L’esempio più caratteristico della Tarragona medievale è la cattedrale, costruita a partire dal XII secolo sui resti del foro romano. Situata nella parte più alta della città e in cima a una lunga scalinata, la facciata della sede arcipretale, in stile gotico, costituisce un importante simbolo di potere. È possibile visitare la navata centrale, il chiostro e il Museu Diocesà, che vanta una collezione di circa seimila opere risalenti a varie epoche, da quella romana al XIX secolo. Fu proprio nell’Ottocento che iniziarono i lavori di costruzione dei quartieri dell’Eixample, che avrebbero unito il centro antico al porto. Con questo obiettivo venne tracciata la Rambla Nova, che conduce verso il mare. Costeggiata da mirabili edifici modernisti, la Rambla porta al Balcone del Mediterraneo, una splendida torre di guardia rivolta verso il mare, le spiagge e il quartiere dei pescatori del Serrallo. 13
Mosaico con pesci (MNAT) Piatto di xató Tarragona. Provinciale Foro Romano
Costa Daurada Tarragona 16
Tarragona, città romana 17
Monuenti romani di Tarragona Ruta de patrimoni 35 km IN AUTO O MOTO Difficoltà: bassa, con una buona carta Itinerario: Arco di Berà – Villa romana di stradale. Els Munts (Altafulla) – Cava di pietra di Come si arriva: Arc de Berà (Roda de El Mèdol - Torre degli Scipioni – Berà). Tarragona romana – Necropoli paleocristiana – Mausoleo di Centcelles (Costantino) – Acquedotto delle Ferreres o Ponte del Diavolo. Informazioni — Consigli regionali Tarragonès — Patronat de Turisme de la Diputació de Tarragona — Itinerari Palau Robert — Ufficio per il turismo: www.catalunya.com — Vedere pagina 92-93
Roda de Berà
Reus, splendore modernista Reus, splendore modernista Reus Tel. [+34] 977 010 670 www.reusturisme.cat www.gaudiallgaudi.com Reus visse il suo apogeo nel XVIII e XIX secolo, quando assurse a seconda città della Catalogna. La borghesia locale volle immortalare questo momento con nuove costruzioni rappresentative del suo potere di acquisizione, e così oggi la città ospita alcuni fra i migliori esempi del Modernismo catalano. Per farvi apprezzare la sua caratteristica architettura, Reus ha creato la Strada del Modernismo, un itinerario segnalato che, attraverso il centro storico, vi mostra i maggiori capolavori dell’Art Nouveau catalano. Anche se non è attestato che vi nacque, a Reus per certo abitò invece da bambino una delle figure chiave del Modernismo: Antoni Gaudí. Sebbene il suo lascito artistico alla città non sia di vaste proporzioni, nel 2007 è stato inaugurato il Gaudí Centre, un moderno centro di interpretazione sulla vita e l’opera dell’architetto catalano più famoso a livello mondiale, autore del Park Güell e della Sagrada Família di Barcellona. L’altro artista rappresentativo di questo periodo è l’architetto Lluís Domènech i Montaner, che progettò l’Istituto Psichiatrico Pere Mata, un centro di igiene mentale per la cura dei malati psichiatrici, pionieristico per i tempi. Domènech i Montaner si Teatre Fortuny 21
Institut Pere Mata Gaudi Centre
Reus, splendore modernista distinse anche per la costruzione di residenze private, sparse in tutta la città: la Casa Rull e la Casa Gasull, tutte e due situate al Carrer de Sant Joan, e la Casa Navàs, in Plaça del Mercadal. Il fiorente momento economico che visse Reus cento anni fa si rifletté anche nella vita culturale e portò infatti alla realizzazione di due dei teatri più importanti della Catalogna: il Teatro Fortuny (1882) e il Teatro Bartrina (1918). Il primo si trova in Plaça de Prim, il centro nevralgico della Reus di ieri e di oggi, dove si eleva la statua equestre del generale Prim, figlio della città. Tutto il fervore di un tempo è ben visibile ancora oggi. Reus è una città vivace, in cui il commercio e la cultura continuano a rappresentare le attrattive principali. Passeggiando per il centro urbano, troverete un’ampia offerta commerciale e negozi di moda che si distinguono per la qualità dei servizi e la professionalità dei loro proprietari. 23
Casa Navàs
Reus, l’esplendor modernista Reus
Da Reus a Escornalbou, alla scoperta del pel Baix Camp Patrimonio e sentiero natura 52 km, 3 h In auto Difficoltà: bassa. Itinerario: Reus – Riudoms – Montbrió del Come si arriva: Reus. Camp – lago artificiale di Riudecanyes – Riudecanyes – castello di Escornalbou – L’Argentera – Duesaigües – passo della Teixeta – Riudecols – Reus. Informazioni — Consigli regionali Baix Camp — Patronat de Turisme de la Diputació de Tarragona — Itinerari Palau Robert — Ufficio per il turismo: www.catalunya.com — Vedere pagina 92-93
Vilanova d’Escornalbou Castell d’Escornalbou
Montblanc medievale Montblanc medievale Montblanc Tel. [+34] 977 861 733 www.montblancmedieval.cat Setmana Medieval www.setmanamedieval.org Fra il XII e il XIV secolo Montblanc, capitale della regione della Conca de Barberà, visse la sua epoca di maggior splendore. Il paese ricevette diversi privilegi reali e ben presto consolidò il suo peso politico fino al punto di ospitare, in quattro occasioni, le Corts generals catalanes, il parlamento del medievale Principato della Catalogna. Di quell’epoca rimangono, fra le testimonianze più importanti, la chiesa di Sant Miquel, il Palazzo Reale, il ghetto e il convento di Sant Francesc. Oggi, tutti questi edifici costituiscono le principali vestigia architettoniche di quella che fu una delle maggiori città della Catalogna nel corso del Medioevo. Ma più di ogni altro elemento, a contraddistinguere Montblanc è la sua cinta muraria, lunga 1.500 metri e scandita da 31 torri e 5 porte. Fu proprio davanti a una delle porte rivolte verso i monti di Prades che il cavaliere Giorgio, San Giorgio (Sant Jordi), patrono della Catalogna, uccise il drago che teneva prigioniera la principessa: questo naturalmente secondo quanto narra la leggenda raccolta dal folclorista catalano Joan Amades… Ogni anno, intorno al 23 aprile, festa di Sant Jordi, Montblanc ospita la Settimana Medievale. Per le strade, nelle piazze e sulle torri della cinta muraria del paese sventolano le bandiere e gli stendardi nobiliari, mentre una serie di eventi porta i presenti indietro nel tempo, all’Età di Mezzo. Chi partecipa a questa festa, che si svolge per due fine settimana, potrà ripercorrere scene della vita dell’epoca mentre curiosa per le bancarelle del mercatino medievale o ammira la rappresentazione della leggenda di San Giorgio e la drammatizzazione delle Corts generals catalanes. Per la sua fedeltà e il suo rigore storici, per la varietà degli eventi e la sua notorietà al di fuori dei confini del territorio d’origine, la Settimana Medievale di Montblanc è stata dichiarata Festa di Interesse Turistico Nazionale in Catalogna e in tutta la Spagna. Mura 29
Settimana Medievale Ghetto Il Portalet del Foradot
Da Montblanc a Rojals lungo la gola di La Vall Patrimonio e sentiero natura 12,6 km, 3 h 10 m A pied Difficoltà: alta, 610 m di dislivellol. Itinerario: dall’eremo di Sant Josep, Come si arriva: prendere la strada da nei pressi di Montblanc, si segue un Montblanc all’eremo di Sant Josep. sentiero che coincide in parte con il GR-171 e si addentra nel rigoglioso versante orientale dei monti di Prades. Informazioni — Consigli regionali Conca de Barberà — Patronat de Turisme de la Diputació de Tarragona — Itinerari Palau Robert — Ufficio per il turismo: www.catalunya.com — Vedere pagina 92-93
Fonti d’ispirazione di grandi artisti Costa Daurada, Fonti d’ispirazione di grandi artisti www.centremiro.com www.paucasals.org www.elvendrellturistic.com www.elpaisatgedelsgenis.cat Passeggiando per i centri della Costa Daurada, è possibile seguire le orme di artisti di fama internazionale. A El Vendrell, ad esempio, spicca la figura di Pau Casals, celebre sia come violoncellista e compositore di musiche per il suo strumento, che come intellettuale impegnato nella pace. A Mont-roig del Camp, invece, è vivo il ricordo del pittore avanguardista Joan Miró, che fin da piccolo veniva a passare le vacanze in questo villaggio rurale della regione del Baix Camp. Joan Miró e Mont-roig del Camp La fattoria Miró fu il rifugio del pittore Joan Miró (1893-1983) durante i suoi soggiorni estivi a Mont-roig del Camp. I contrasti dei paesaggi intorno alla località - coronati dallo straordinario belvedere naturale dell’eremo della Mare de Déu de la Roca, che fu immortalato nel dipinto Mont-roig, Sant Ramon - affascinarono uno degli artisti più famosi del XX secolo. Miró mise per la prima volta piede a Mont-Roig nel 1911 per curare una febbre tifoidea, e da quel momento il paese divenne per l’artista il paradiso in cui recuperare la salute e godere della libertà di fare ciò che più gli piaceva: dipingere. Con il passare degli anni, il legame fra il pittore e la località si fecero via via più stretti, tanto che negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, il pittore alternava i soggiorni parigini con le vacanze estive in questa tranquilla località della Mont-roig del Camp. Centre Miró 35
El Vendrell. Monumento a Pau Casals Sant Salvador, el Vendrell. Villa Museu Pau Casals El Vendrell. Chiesa Sant Salvador
Costa Daurada Costa Daurada. A Mont-roig più di una volta andarono a trovare il pittore amici come Ernest Hemingway, Alexander Calder e Josep Lluís Sert. Il Centro Miró, situato nella chiesa vecchia del paese, offre ai visitatori la possibilità di ammirare riproduzioni di quadri dell’artista ispirati a paesaggi del comune. Nel Centro viene illustrato il ruolo che ebbero nell’opera di Miró la natura, il lavoro, gli oggetti, i paesaggi e il rapporto del pittore con i contadini. Ne costituiscono un esempio dipinti come La fattoria e Mont-roig: la chiesa e il paese, o l’impressionante arazzo La lucertola dalle piume d’oro. Le tracce del pittore nella località si possono seguire attraverso l’itinerario Miró, un percorso che passa per alcuni dei punti che ispirarono l’artista nelle sue creazioni. In tutto sono nove i luoghi emblematici dai quali il pittore trasse ispirazione per realizzare alcuni dei suoi quadri più famosi. L’itinerario Miró vi permetterà di scoprire “gli originali degli originali”, partendo dalla spiaggia del municipio, che Miró rappresentò nel dipinto intitolato Spiaggia di Mont-roig, passando per la fattoria dell’artista, per il centro del paese e i campi coltivati, per poi concludersi all’eremo della Mare de Déu de la Roca: la cappella situata in cima fu immortalata nel quadro Mont-roig, Sant Ramon. La strada delle baracche di pietra a secco vi farà scoprire l’origine dell’amore dell’artista verso questa terra rurale e autentica. Pau Casals ed El Vendrell El Vendrell e Pau Casals (1876-1973) sono due nomi strettamente legati fra loro. Fu in questa località, capoluogo della regione del Baix Penedès, che nacque uno dei violoncellisti più importanti del secolo scorso. La Guerra Civile e l’esilio forzato nel 1939, purtroppo, lo tennero però lontano dalla sua terra negli ultimi 34 anni della sua vita. Uomo animato da grandi principi democratici, tornò solo un volta a El Vendrell e morì a Puerto Rico nel 1973, due anni prima della fine del franchismo. Nonostante il lungo esilio, l’impronta del musicista è ben presente nel paese. La sua casa natale è aperta ai visitatori, che vi possono scoprire come potesse essere la vita di una famiglia umile alla fine dell’Ottocento. Ma il grosso del lascito dell’artista si trova nella Villa Museo Pau Casals, la casa che Casals si fece costruire nel quartiere marinaro di Sant Salvador, vicino alla spiaggia, e che è inoltre sede della Fundació Pau Casals, una fondazione che opera al fine di promuovere la musica come strumento per creare un mondo migliore in cui regni la pace: gli stessi ideali che hanno animato Casals per tutta la sua vita. Nella villa si può ammirare un’importante eredità artistica: 38
Mont-roig del Camp Mont-roig del Camp. Santuario Mare de Déu de la Roca
Fonti d’ispirazione di grandi artisti oltre a vari oggetti personali, il museo espone infatti un’ampia collezione di sculture. Nelle strette adiacenze è stato inoltre costruito l’Auditorium Pau Casals, che propone una ricca programmazione musicale e pedagogica, composta da concerti non solo di musica classica, ma anche di musica tradizionale, canzoni popolari e jazz. El Vendrell offre diversi itinerari per scoprire e apprezzare appieno l’eredità del grande maestro. Oltre a Pau Casals, la città vanta altri figli illustri, fra cui il drammaturgo e poeta Àngel Guimerà, autore di opere come Mar i cel (Mare e cielo) e Terra baixa (Terra bassa). A El Vendrell vale inoltre la visita la chiesa di Sant Salvador, del XVIII secolo, in cui sono particolarmente degni di nota lo slanciato campanile e l’organo che Pau Casals suonava da piccolo seguendo le orme del padre, anche lui musicista. E per concludere in bellezza la visita a El Vendrell, nulla di meglio che gustare in uno dei ristoranti del paese la cucina locale, con specialità quali il xató, uno dei piatti più succulenti della regione, preparato con baccalà, tonno, acciughe, scarola, olive e salsa romesco. La Strada dei Geni unisce tre grandi artisti di fama universale ai paesaggi delle località della Costa Daurada in cui trascorsero lunghi periodi: Antoni Gaudí a Reus, Joan Miró a Mont-roig del Camp, Pau Casals a El Vendrell. Nei centri di interpretazione dedicati a ciascuno di essi, i visitatori potranno inoltre scoprire l’essenza del territorio, i paesi e le città, la natura e la gastronomia. El Vendrell. Casa natale di Àngel Guimerà 41
Miró a Mont-roig del Camp Miró a Mont-roig del Camp Ruta de natura i patrimoni 8 km, 2-3 h Patrimonio A peu e sentiero natura 8 km, 2-3 h A piedi Dificultat: baixa Difficoltà: bassa, portare scarpe comode. Itinerari: senyalitzat, comença a la platja de la Pixerota Itinerario: i finalitza aInizia segnalato. l’ermita de la la presso Accés: perarrivare: carretera,dalla desdeN-340 Montblanc a l’ermi- Mare de Déu dePixerota la Roca. Als 10 puntsall’eremo de Come fra Cambrils spiaggia della e termina ta de Sant Josep de l’Infant (AP-7, uscita 37) l’itinerari hi ha sengles bancs situats en e L’Hospitalet della Mare de Déu de la Roca. In 10 siti del la posició que va adoptar Joan Miró per seguire la direzione per la spiaggia della percorso, una panchina indica il punto in Pixerota. cui Joan Miró dipinse il quadro. Informació Informazioni — Patronat de Turisme Costa Daurada — — Centre Miró Patronat de Turisme de la Diputació de — Tarragona Fundació Pau Casals — El paisatge Itinerari del Robert Palau genis — Oficines de ilturisme: Ufficio per turismo:www.catalunya.com www.catalunya.com — Vegeu Vederepàgina paginaXXXXXXXXXX 92-93
Il Camino di Santiago Il Camino di Santiago, natura e patrimonio www.camisantjaume.cat Natura e patrimonio: il binomio tra escursionismo e cultura è una delle attrattive del Cammino di Santiago, un percorso originariamente religioso che unisce diversi punti d’Europa alla cattedrale di San Giacomo di Compostela, dove si venerano le reliquie dell’apostolo Giacomo. Una delle ramificazioni del celebre Cammino, che richiama schiere di fedeli, ma anche non fedeli attratti dalla storia e dalla bellezza del tragitto, nasce a Tarragona. Il tratto che collega questa città con Lleida è stato realizzato e segnalato di recente, nel quadro dell’iniziativa di recuperare i vari percorsi di questo pellegrinaggio e, allo stesso tempo, di potenziare il turismo nelle regioni interne della Catalogna. Il percorso è stato progettato a partire dal tracciato storico utilizzato dai pellegrini che partivano da Tarragona per seguire il Cammino di Santiago, forse approfittando del tratto di via romana che collegava la città con Lleida, dove l’itinerario si congiungeva con quello proveniente dal monastero medievale di Sant Pere di Rodes, nella regione dell’Empordà. I poco più di 150 km del tratto del Cammino di Santiago che collega Tarragona e Lleida si possono percorrere a piedi, in bicicletta e a cavallo. L’itinerario è stato studiato per permettere a pellegrini e a non pellegrini di incontrare ogni 10 chilometri agglomerati urbani o infrastrutture di accoglienza in cui potersi riposare. Il Cammino vi porterà per le località di El Catllar, Renau, Vilabella, Bràfim, Vila-rodona, Aiguamúrcia e Santes Creus, El Pla de Santa Maria, Cabra del Camp, Barberà de la Conca, Montblanc, L’Espluga de Francolí, Senan e Vimbodí. Questo percorso è concepito per essere coperto in cinque o sei tappe fino a Lleida. Il tratto più lungo, pari a 33 chilometri, separa la cattedrale di Tarragona dal monastero di Santes Creus. Lungo il tracciato incontrerete i principali monasteri della Strada dei Cistercensi, quali quelli di Santes Creus, Poblet - dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco - e, già nella regione di Urgell, Vallbona de les Monges. Indicazioni 45
Indicazioni Castell de Sant Ferran
La Strada dei Cistercensi La Strada dei Cistercensi: Poblet, Santes Creus e Vallbona de les Monges www.larutadelcister.info www.poblet.cat www.monestirvallbona.cat Poblet, Santes Creus e Vallbona de les Monges sono i tre monasteri catalani che articolano la Strada dei Cistercensi. Dalla loro fondazione non hanno mai cessato, tranne che per intervalli relativamente brevi, di essere attivi, e le comunità monastiche ivi stanziate seguono ancora oggi nel quotidiano la Regola di San Benedetto, il quale propugnava un ritorno alle origini e la volontà di vivere in modo austero, lontano dal mondo. Il monastero di Santa Maria de Poblet Il monastero di Santa Maria de Poblet sorge sul versante settentrionale dei monti di Prades, nella Conca de Barberà, esattamente al centro del bosco di Poblet, dichiarato Scenario Naturale di Interesse Nazionale. Fondato nel 1150 da Raimondo Berengario IV in terre conquistate ai saraceni, il monastero venne soppresso dalle leggi di stato nel 1835, fin quando non venne rifondato nel 1940 da un gruppo di monaci benedettini provenienti dall’Italia. Il complesso fu edificato tra il XII e il XVIII secolo e costituisce uno dei monumenti monastici più importanti d’Europa. L’edificio è formato da tre recinti preceduti da un grande cortile cinto da mura. La chiesa monastica, del XII secolo, si compone di tre navate con transetto e di un coro particolarmente elaborato. Del complesso, sono particolarmente degni di nota il grande portale barocco, aperto nelle mura, l’altare rinascimentale di Damià Forment e il chiostro maggiore con le costruzioni annesse. Monastero di Poblet 49
Costa Daurada Poblet divenne un sacrario reale. Alfonso il Casto, figlio del fondatore del monastero, fu il primo monarca ad esservi sepolto. Nel 1340, con il re Pietro il Cerimonioso Poblet assurse a pantheon ufficiale della Casa d’Aragona. Nel monastero riposano quindi, fra le altre, le spoglie mortali dei re Giacomo I il Conquistatore, Alfonso il Magnanimo e Martino l’Umano. Oggi la comunità monastica di Poblet, oltre ad occuparsi del monastero, ha trasformato questo complesso monumentale in un dinamico centro religioso e culturale dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il monastero di Santes Creus Il monastero di Santes Creus si trova nel comune di Aiguamúrcia, in una valle isolata nei pressi delle rive del Gaià. È uno dei complessi monastici cistercensi più grandi e meglio conservati ad essere oggi aperti al pubblico. Fondato nel 1168, poté sempre contare sulla protezione della monarchia e della nobiltà, grazie alla quale divenne un importante centro spirituale, di studi e di colonizzazione del territorio. La chiesa ospita le tombe del re Pietro il Grande, del re Giacomo II e della sua consorte Bianca d’Angiò, e del grande ammiraglio Ruggiero di Lauria. Esempio di imponente sobrietà, la costruzione si distingue per la pianta a croce latina con tre robuste navate, il portale romanico e un impressionante rosone gotico sulla facciata di ponente. Il monastero venne fortificato nel XIV e XV secolo. Del complesso sono particolarmente degni di nota lo scriptorium, la sala capitolare, l’immenso dormitorio dei monaci, impreziosito da archi diaframmatici, e il magnifico chiostro gotico che, attribuito al maestro inglese Reinart des Fonoll, è caratterizzato da un’eccezionale ricchezza scultorea. La Strada dei Cistercensi prosegue fino al monastero femminile di Santa Maria de Vallbona, nella regione di Lleida, situato all’estremo sud della regione dell’Urgell, vicino alla Segarra e alla Conca de Barberà. 50
Monastero di Santes Creus Monastero di Vallbona de les Monges
Circuito per il bosco di Poblet Percorso naturalistico 20 km, 1 h 35 m In mountain bike Difficoltà: alta, per ciclisti esperti e in buo- na forma fisica, 540 m di dislivello. Itinerario: percorso nel bosco di Poblet e nel sito di interesse naturalistico dei monti Come arrivare: da Poblet (T-700). di Prades, passando per Castellfollit e La Pena, due antiche masserie del monastero. Informazioni — Consigli regionali Conca de Barberà — Patronat de Turisme de la Diputació de Tarragona — Itinerari Palau Robert — Ufficio per il turismo: www.catalunya.com — Vedere pagina 92-93
Cucina dal cuore mediterraneo Cucina del cuore mediterraneo www.rutadelxato.cat www.dopriorat.org www.domontsant.com www.dotarragona.cat www.doconcadebarcera.com www.dopenedes.cat La dieta mediterranea, dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco, è uno dei valori più apprezzati dai turisti che visitano la Costa Daurada. Il pesce, la frutta, le verdure, i legumi e l’olio d’oliva caratterizzano questa cucina in cui sono in primo piano i prodotti locali e di stagione. Queste peculiarità danno vita a una gastronomia variegata e innovativa, ma dalla base tradizionale, in cui la fanno da padrone verdure come i calçots (cipolle novelle) e specialità quali il xató (a base di baccalà, scarola, olive e salsa romesco). Il pesce e i frutti di mare Cambrils e Tarragona sono due fra le maggiori località marinare catalane a disporre di un porto di pesca. Il pescato, rigorosamente fresco, nelle sue numerose varietà - dal pesce azzurro ai frutti di mare - riesce a soddisfare i palati più esigenti. Così, i ristoranti di Tarragona e di Cambrils, quest’ultima famosa per le sue Giornate Gastronomiche della Conocchia, figurano fra le mete più gettonate della Costa Daurada in cui assaporare questa peculiare gastronomia mediterranea, che combina i prodotti del mare con gli alimenti provenienti da zone di coltivazione asciutta e di montagna. Vendemmia 55
Costa Daurada Dal xató al calçot Oltre al pesce e ai frutti di mare, sono i calçots e il xató i prodotti di punta della cucina locale delle regioni tarragonesi. Paesi come El Vendrell, Cunit e Calafell fanno parte della Strada del Xató, un itinerario gastronomico che collega vari comuni della costa catalana e lungo il quale è possibile gustare questo piatto di pesce preparato con scarola, acciughe, baccalà e tonno, il tutto condito con una salsa alle mandorle. Se desiderate provare questa ricetta, che varia sensibilmente da una località all’altra, non perdete le giornate gastronomiche che si tengono dalla fine dell’inverno a primavera inoltrata in buona parte di questi paesi del litorale catalano. Accompagnate il piatto con uno dei vini bianchi e dei cava locali (molte le cantine) e rimarrete incantati. Come il xató, anche i calçots vengono serviti con una salsa alle mandorle chiamata romesco. Ma cos’è il calçot? È una varietà di cipolla novella - che in queste terre si fregia della Denominazione di Origine di Qualità (DOQ) - coltivata nella zona e talmente apprezzata dai contadini di Valls che con il tempo la sua coltura si è diffusa in tutto il Camp de Tarragona e anche oltre. È conosciuta per il suo sapore caratteristico, con una punta di dolce. Agli inizi del XX secolo, fra le famiglie di Valls si sparse la moda di organizzare calçotades, degustazioni sociali di calçots che oggi sono diventate molto popolari. A riprova di ciò, infatti, dalla fine di gennaio a metà aprile, i ristoranti della zona si riempiono di avventori convenuti appositamente per degustare una delle prelibatezze più singolari della cucina catalana, accompagnata in genere da carne alla brace. Valls è assurta ormai a vessillo di questa tradizione culinaria e per questo, alla fine di gennaio, organizza la Grande Festa della Calçotada, che inaugura la stagione gastronomica dedicata ai calçots. Durante la Festa della Calçotada, le strade e le piazze di Valls si riempiono di visitatori e buongustai, accolti da un ricco programma di eventi che comprende ogni sorta di esibizioni e di concorsi legati a questo gustoso ortaggio: cercaviles (pittoreschi cortei mascherati per la città) dimostrazioni culinarie e perfino un grande concorso di mangiatori di calçots! Terra di vini I territori romani che formavano la Catalogna attuale erano già noti per la qualità dei loro vini, specificità giunta inalterata fino ai giorni nostri. La Costa Daurada vanta 4 delle denominazioni di origine dei vini catalani e buona parte del suo territorio è incluso nella DO Cava. La DO Tarragona, la DO Conca de Barberà, la DO Penedès, 56
L’Espluga de Francolí. Cantina cooperativa Valls. Gran Festa della Calçotada
Costa Daurada la DO Montsant e, in special modo, la DOQ Priorat vantano fra i migliori vini che si possano gustare in Europa. Aromi del Priorat e del massiccio del Montsant I vini del Priorat fanno parte dell’unica denominazione di origine a vantare la massima qualità in Catalogna, la DOQ, ossia Denominazione di Origine di Qualità. La tradizione di produrre vino in questa regione risale al XII secolo, quando venne introdotta dai monaci della certosa di Escaladei, originari della Provenza. Oggi quel che resta di questa certosa, la prima ad essere costruita nella penisola iberica e ubicata ai piedi della catena montuosa del Montsant, vale come meta imperdibile per chi sia curioso di scoprire le radici della regione del Priorat. Nel Priorat, le aree in cui si coltiva la vigna sono singolari per il loro terreno, un sostrato compatto di lavagna conosciuto con il nome di ardesia. L’aspra geografia di questa regione, caratterizzata da pendenze molto pronunciate, rende a volte difficile la raccolta dell’uva, fatto che ha dato luogo alla coltivazione della vigna su terrazze realizzate sulle pendici stesse delle montagne. Da questo terreno vengono fuori vini forti, brillanti e ad alta gradazione. Nella produzione vinicola del Priorat, in cui rappresentano il 90%, i rossi sono i sovrani incontrastati. Il carignano N., il cabernet, il grenache nero, il merlot e il sirah sono le varietà di uva con cui si realizzano vini particolarmente adatti ad accompagnare piatti di cacciagione. Invece, i vitigni grenache bianco, pedro ximénez, chenin, viognier e macabeu vengono utilizzati nella produzione di vini bianchi. Nella stessa regione del Priorat si trova la DO Montsant. I vini di moderato invecchiamento con un’elevata gradazione alcolica sono quelli che predominano in questa zona, in cui il 70% della produzione vinicola è destinato all’esportazione, su mercati quali Germania, Stati Uniti, Francia, Svizzera e Regno Unito. Nonostante la giovane età della DO Montsant, che ha appena compiuto dieci anni, gli esperti di enologia ne hanno già individuato il grande potenziale e lodato l’eccezionalità dei prodotti. In questa denominazione di origine, è particolarmente degna di nota la cantina di Capçanes, uno dei pochi centri a livello europeo a produrre vino kosher. La cantina segue un processo di vinificazione molto rigoroso, in conformità con i canoni della legge ebraica, e fornisce le principali comunità ebraiche di tutto il mondo. 58
Cambrils Mar i muntanya
Cucina dal cuore mediterraneo Tarragona, Conca de Barberà e Penedès La DO Tarragona comprende i vini prodotti dalle vigne del Camp de Tarragona e in buona parte della Ribera d’Ebre (nelle Terre dell’Ebro). Preparati con uvaggi quali ull de llebre (tempranillo), merlot e sirah, i vini rossi di questa denominazione di origine sono aromatici, mentre i rosé sono freschi e con tonalità ciliegia. Il macabeu, la parellada e il xarel·lo sono alcuni dei vitigni da cui si producono i veri protagonisti di questa zona, i bianchi, con cui si suole accompagnare i piatti di pesce e i frutti di mare tipici di questa area del Mediterraneo. Nell’estremo nord delle regioni tarragonesi troviamo anche una parte della DO Penedès, la più estesa della Catalogna per quanto riguarda la superficie in ettari. Fra le diverse varietà di uvaggi bianchi e rossi che vi si coltivano, la più caratteristica del Penedès è il xarel·lo, che dà apprezzati vini bianchi, freschi e fruttati, e si utilizza anche per dare corpo al cava. Ma la tradizione vinicola della Costa Daurada non finisce qui. Degna di nota è la DO Conca de Barberà, legata alla storia del monastero di Poblet. Furono infatti i monaci di questo convento cistercense a dare impulso alla coltivazione della vigna nella regione. La sua varietà peculiare è il trepat, da cui si produce un vino rosé aromatico e leggero, dalle grandi qualità rinfrescanti. Le cattedrali del vino La produzione di vino ovviamente procede di pari passo con la costruzione delle cantine, la maggior parte delle quali, in Catalogna, sono in stile modernista. Definite “cattedrali del vino” dal drammaturgo Àngel Guimerà, a L’Espluga de Francolí si trova uno degli esempi più antichi di questo tipo di edifici, costruito nel 1913 su progetto dall’architetto Lluís Domènech i Montaner e del figlio Pere Domènech i Roura. Autori anche di altre cantine, come quelle di Pira, Barberà de la Conca, Sarral e Rocafort de Queralt, i due architetti combinano modernità e funzionalità con elementi caratteristici dell’arte gotica. Artefice di cantine e cooperative agricole fu anche il discepolo di Antoni Gaudí, Cèsar Martinell, che realizzò veri gioielli di architettura modernista. Sono opera di Martinell le cantine cooperative di Aiguamúrcia, Santes Creus e Nulles. Merita una menzione a parte la cantina cooperativa di Eremi del Montsant La Morera de Montsant. Certosa di Escaladei 61
Eremi del Montsant Patrimonio e sentiero natura 16,6 km, 4 h 30 m (a piedi) A piedi o in mountain Bike 2 h 15 m (in mountain bike) Itinerario: segnalato, nella parte del Montsant Difficoltà: alta, sia a piedi che in bicicletta, coperta di vegetazione. Ulldemolins – eremo di 390 m di dislivello. Santa Magdalena (xvi sec.) – eremo di Sant Come arrivare: raggiungere Ulldemolins Antoni i Santa Bàrbara (xv sec.) – eremo di con la C-242. Sant Bartomeu de Fraguerau (xiv sec.) Informazioni — Consigli regionali Conca de Barberà — Itinerari Palau Robert — Ufficio per il turismo: www.catalunya.com — Vedere pagina 92-93
Cultura populare Cultura populare: Castells, feste patronali, tradizioni religiose... www.collavella.cat www.collajoves.cat www.castellersdevilafranca.cat www.festesreus.cat www.balldelsantcrist.cat La cultura popolare è uno dei tratti distintivi più importanti di qualsiasi territorio. Esprime il senso di appartenenza e di condivisione, scandisce il calendario e funge da raccordo tra presente e passato. La Costa Daurada pullula di eventi popolari, tra cui feste dedicate ai castells (torri umane), correfocs (corse con fuochi pirotecnici), rappresentazioni teatrali, celebrazioni religiose e giornate gastronomiche. I castells, una tradizione unica La tradizione dei castells o torri umane è una delle manifestazioni culturali più autentiche e uniche della Catalogna, con una storia di oltre due secoli. Alla realizzazione di questi “castelli” partecipano decine di persone che si raggruppano per erigere diversi tipi di torri umane - fra cui alcune perfino di dieci piani - senza alcun tipo di supporto meccanico. Questa tradizione, che unisce la cultura della prova di forza fisica, l’emozione e la solidarietà, è stata dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco. Anche se è nata a Valls e dintorni, a cavallo fra il XVIII e XIX secolo, la tradizione si è poi via via estesa nel Camp de Tarragona e nel Penedès, per raggiungere nel corso del Novecento il resto della Catalogna e le isole Baleari, dove si è consolidata negli ultimi trenta anni. Ai nostri giorni, dalla primavera all’autunno, si svolgono in diverse località gare di castells, tra cui le più frequentate sono quelle di Vilafranca del Penedès (per il giorno di San Felice, il 30 agosto), a Tarragona (per Santa Tecla, il 23 settembre) e a Valls (per Santa Ursula, il 21 ottobre). Inoltre, dal 1980, nell’arena di Tarragona, che oggi non ospita più corride e si chiama Tarraco Arena Plaça, si tiene Valls. Castellers per Santa Úrsula 65
Reus. Ballo delle gitane Tarragona. Castellers
Cultura populare un concorso biennale di castells che mette alla prova l’abilità delle principali squadre di tutta la Catalogna. Feste patronali e tradizioni religiose Oltre alla singolare tradizione dei castells, ogni località della Costa Daurada mette in campo le sue peculiarità culturali in determinati momenti dell’anno, sia in occasione della festa patronale che nel corso delle festività - in prevalenza religiose - che occupano l’intero calendario annuale e si succedono da gennaio a dicembre, dal giorno di Sant’Antonio a quello di Natale. Negli ultimi anni, le istituzioni pubbliche hanno riservato una particolare attenzione alla conservazione del patrimonio culturale e per questo alcune di queste celebrazioni sono state dichiarate Feste di Interesse Nazionale dal Governo catalano. Uno dei migliori esempi è costituito dalla Festa patronale (Festa Major) di Tarragona, in onore di Santa Tecla. Si svolge intorno al 23 settembre e le sue origini risalgono al Medioevo. Il suo corteo popolare è uno dei più ricchi dei Paesi Catalani e vede un susseguirsi di balli tradizionali, elementi del bestiario popolare - giganti, nani, ecc. -, intermezzi teatrali, balli parlati, rappresentazioni allegoriche ed esibizioni di interpreti di musica tradizionale. Il culmine della festa è il 24 settembre, quando le squadre di castellers locali realizzano davanti alla cattedrale una colonna umana che scende le scale del sagrato per raggiungere la piazza del Comune. Nella maggior parte di queste feste patronali non può mancare la danza dei diavoli. La sua origine è incerta, ma pare derivi dalle danze e dalle rappresentazioni teatrali che si svolgevano in strada in epoca medievale. Animati da personaggi diabolici che mettono in scena lo scontro fra il bene e il male, con gli anni questi balli si sono arricchiti della presenza del fuoco e di giochi pirotecnici. Questa tradizione si è mantenuta viva soprattutto nella località di L’Arboç. La sua festa patronale, che si svolge la quarta domenica di agosto in onore di San Giuliano e dei Santi Martiri, è conosciuta per il suo importante corteo che, conservatosi pressoché inalterato da oltre cento anni, è composto, fra le altre espressioni della cultura popolare, dalla danza dei diavoli e dalla presenza di nani, giganti e del drago Badalot. La ricchezza culturale di queste terre non finisce qui. Il programma della festa patronale della Madonna della Misericordia di Reus comprende eventi analoghi. Indubbiamente, una delle celebrazioni più attese del Camp de Tarragona avviene a Valls, al momento delle “Festes de la Candela”, che si tengono una volta ogni 67
Salomó. Danza del Crocefisso Tarragona. Processione del Venerdì Santo Mar i muntanya
Cultura populare dieci anni. Questa ricorrenza affonda le sue radici nel XIV secolo, in un’epidemia di peste che aveva provocato migliaia di morti. Gli abitanti di Valls avevano chiesto alla Madonna della Candela la grazia di far cessare la pestilenza, che effettivamente ebbe fine. Da quell’evento, ancora oggi si celebra una festa in onore della Vergine. Lo spirito di queste feste scandisce la vita di Valls, come conferma anche il detto popolare: “A Valls, si conta di dieci in dieci”. Il fervore religioso Secoli e secoli di tradizione cristiana determinano la presenza della religione, in modo più o meno esplicito, in larga parte delle manifestazioni culturali di questo territorio. La cosa si fa manifesta negli eventi che si svolgono durante la Settimana Santa. Tarragona, ad esempio, ricorda le tradizioni medievali con la processione al Santo Sepolcro, documentata fin dal 1550. Si tiene il Venerdì Santo e vede la partecipazione di diciannove passos (passi, sculture raffiguranti gli ultimi momenti della vita di Gesù), nella maggioranza dei casi portati a spalla dai parrocchiani. Reus, dal canto suo, non fa eccezione. La sua festa dedicata al patrono, San Pietro, si tiene da almeno 400 anni e conserva buona parte dei rituali originali, soprattutto per quel che riguarda le funzioni religiose e le processioni. Ma è soprattutto durante la Settimana Santa che il fervore dei credenti giunge al culmine. Gli eventi che si celebrano in quei giorni riuniscono una ventina di confraternite. Particolarmente degna di nota è la Processione delle Tre Grazie, riconosciuta dal Governo catalano come festa e patrimonio di interesse nazionale. Questa processione di massa inizia a mezzogiorno del Venerdì Santo e porta il crocifisso fino alla sua chiesa attraverso una serie di rituali. Durante gli stessi giorni, diverse località del Camp de Tarragona mettono in scena la passione e la morte di Gesù. Una delle rappresentazioni più famose è quella di La Selva del Camp, fortemente radicata e sentita nella cittadina. Il Venerdì Santo è stato dichiarato Festa Tradizionale di Interesse Nazionale. Il suo culmine è costituito dalla Via Crucis verso il Calvario, di grande forza e impatto emotivo, che si svolge all’alba. Il tutto è accompagnato dalla musica dei cortei e da una danza macabra, recuperata di recente dal folclore medievale. La celebrazione successiva alla Settimana Santa si tiene nel mese di maggio a Salomó - fra Tarragona, Valls ed El Vendrell - e vede una caratteristica danza del crocifisso, uno spettacolo di origine medievale che fonde insieme teatro e danza. 69
Grandi spiagge, piccole cale Grandi spiagge piccole cale Spas www.balnecat.com www.portaventura.cat Da Cunit fino a L’Hospitalet de l’Infant, le spiagge della Costa Daurada sono, indubbiamente, fra le principali attrattive turistiche di questo territorio. Se ne contano in totale circa sessanta, in buona parte insignite di bandiera blu, che si estendono per un tratto di quasi novantadue chilometri. La spiaggia di Calafell, ad esempio, offre - caso eccezionale! - 5 chilometri lineari di spiaggia ininterrotta. Ma le spiagge di Coma-ruga, con le acque terapeutiche della fonte dell’Estany i el Riuet, o quelle di Miami Platja e di L’Hospitalet de l’Infant si alternano con cale tranquille e falesie, con pini marittimi vicini all’acqua. Più a nord, anche il Cap de Salou - un promontorio roccioso che sporge di due chilometri dalla linea della costa, non lontano da Tarragona -nasconde angoli incantevoli come Cala Morisca, Cala de la Vinya, Cala de la Font, Cala de la Penya Tallada e Cala Crancs. Per gli amanti del mare e dell’avventura, la maggior parte delle località del litorale tarragonese propongono ogni sorta di attività acquatica. L’Estació Nàutica Costa Daurada - sotto la cui insegna si riuniscono le località di Salou, Cambrils, L’Hospitalet de l’Infant-Vandellòs e Mont-roig del Camp-Miami Platja - coordina i servizi delle aziende locali per promuovere, fra le altre attività, lezioni introduttive alla navigazione con vela leggera, itinerari in kayak e corsi di immersione. Negli ultimi anni è diventato sport di punta il kitesurf, un tipo di surf che permette di effettuare salti spettacolari sull’acqua con l’ausilio di grandi aquiloni. Altafulla. Castello di Tamarit 71
Costa Daurada Per chi invece non desidera mettere alla prova il fisico, una buona alternativa è rappresentata dalla possibilità di noleggiare un’imbarcazione per costeggiare il litorale e gustarsi il fascino del territorio visto dal mare. Si tratta di un’attività rivolta, in particolar modo, al pubblico familiare. Una segnalazione importante: Calafell, Salou, Cambrils e la spiaggia di La Pineda (Vila-seca) si fregiano della certificazione di Destinazione per il Turismo Familiare, un marchio di qualità assegnato dal Governo catalano alle località che offrono ottimi servizi alle famiglie. Località marinare Ma oltre al blu del Mediterraneo, la Costa Daurada vanta altri tipi di attrattive: la storia è ben presente sul litorale, fino in riva al mare. Valga per tutti il complesso capitanato dal castello di Tamarit, alle foci del fiume Gaià. Questo edificio dell’XI secolo, insieme alla sua chiesa romanica, è stato restaurato negli ultimi anni e ospita oggi numerosi eventi. Nelle sue strette vicinanze si erge il borgo di Altafulla, dominato da un castello medievale e dalla cupola della chiesa settecentesca dedicata a San Martino (Sant Martí). Poco più a nord, Torredembarra vanta un magnifico castello rinascimentale, costruito alla fine del XVI secolo, che campeggia sul paese; Creixell ne possiede invece uno di origine romanica, anche se oggi quello che si vede è quasi tutto posteriore al Cinquecento. Senza allontanarci troppo, a Calafell troviamo il castello e la chiesa romanica della Santa Creu, dell’XI secolo, e l’antica cittadella iberica dei secoli VI-II a.C. Infine, non si può non menzionare il principale nucleo storico della Costa Daurada, le vestigia romane di Tarragona, larga parte delle quali in riva al mare, a riprova dello stretto rapporto che legava questa grande capitale romana con il Mediterraneo. Il giro del mondo con PortAventura A completare l’offerta turistica di sole e spiaggia, soprattutto per quanto riguarda le località marinare, la Costa Daurada vanta uno dei centri per il tempo libero più importanti del sud dell’Europa: il parco di attrazioni PortAventura. Pensato per richiamare il turismo familiare, offre un itinerario tematico attraverso la Polinesia, il Messico, la Cina, l’Ovest americano e il Mediterraneo con attrazioni, spettacoli di strada, rappresentazioni teatrali di grande formato, ristoranti e negozi. Le montagne russe del Dragon Khan, fra le più lunghe d’Europa, costituiscono l’attrazione preferita dei visitatori. Situata fra Salou e Vila-seca, la struttura ospita anche un parco di attrazioni riservato ai più piccoli, un parco acquatico e un complesso turistico 72
Salou. PortAventura Salou. Lungomare
Montbrió del Camp. Terme Montbrió Salou. Cala Crans Mar i muntanya
Grans platges, petites cales completo di centro congressi, campi da golf, alberghi, piscine e accesso diretto alla spiaggia. Inaugurato nel 1995, il centro si è consolidato come un grande polo di attrazione turistica e registra ogni giorno oltre 3 milioni di visitatori. Un momento per il relax Il turismo legato al benessere e alla salute si è fortemente diffuso negli ultimi anni. In questo ambito, la Costa Daurada ha saputo combinare la tradizione con la modernità. Da anni, le acque termali rendono celebre la località di Vallfogona de Riucorb, situata nell’estrema parte nord-occidentale delle regioni tarragonesi, al confine con quelle di Segarra e Urgell. È della fine del XIX secolo uno dei centri termali più frequentati del territorio, in cui sgorgano acque le cui proprietà sono ideali per il trattamento di malattie come reuma, artrite o asma, come pure per terapie antistress. Più di recente, l’aumento della domanda di questo tipo di servizi ha incentivato la creazione di centri che rispondono al concetto di benessere integrale o wellness. A Montbrió del Camp e a La Pineda, ad esempio, sono nate strutture che offrono trattamenti con acque capaci di favorire il relax, nonché di alleviare reumatismi cronici e malattie dermatologiche e respiratorie. 75
Chiese e castelli della valle del Corb Patrimonio e sentiero natura 18,6 km, 1 h 40 m In mountain bike Difficoltà: bassa, 275 m di dislivello. Itinerario: parzialmente segnalato. Albió- Come arrivare: da Montblanc raggiungere Savallà del Comtat- Segura-Vallfogona Albió con la C-241. de Riucorb. Informazioni — Patronat de Turisme de la Diputació de Tarragona — Itinerari Palau Robert — Ufficio per il turismo: www.catalunya.com — Vedere pagina 92-93
Sport e natura Sport e natura Federació d’Entitats Excursionistes de Catalunya www.feec.cat Oltre che dai paesaggi marittimi, il visitatore della Costa Daurada non potrà che rimanere incantato dalle montagne dell’entroterra, non lontane dal litorale. I massicci della Llaberia e del Montsant, la valle del Gaià e i monti di Prades - con lo scenario naturale di Poblet - sono solcati da percorsi che, coperti a piedi, a cavallo o in bicicletta, favoriscono il contatto con la natura e la scoperta dei piccoli villaggi sparsi nelle valli. Dal Montsant a Prades Il massiccio del Montsant e i monti di Prades si elevano all’interno delle regioni tarragonesi. I comuni di Cornudella de Montsant e Ulldemolins fanno da raccordo fra le due catene montuose, unite sia orograficamente che storicamente. Come indica il suo nome, il Montsant è una piccola catena montuosa piena di misticismo e spiritualità. Molti sono gli eremi - tra cui Sant Salvador nel comune di Margalef de Montsant, Santa Magdalena a Ulldemolins e Sant Roc a Cabacés - che si celano in questo massiccio incorniciato da dirupi e da rocce sedimentarie. Il più antico è quello di Sant Bartomeu, a Ulldemolins, risalente al XII secolo, ma le vestigia religiose più rappresentative sono indubbiamente quelle dell’antica certosa di Escaladei. Questo monastero, fondato nel XII secolo, fu per circa sette secoli un centro molto attivo. I primi monaci che lo abitarono diedero impulso alla costruzione di mulini alle pendici del Montsant e diffusero la coltivazione delle vigne su tutto il territorio. In seguito alle secolarizzazioni dell’Ottocento, quando lo Stato espropriò e vendette Scalata 79
Costa Daurada buona parte delle proprietà della Chiesa, la comunità di religiosi abbandonò il monastero. Sottoposti al saccheggio dei contadini del posto, in soli due anni i chiostri, le celle, la chiesa e la foresteria della certosa divennero un mucchio di rovine. Oggi una parte dello spazio è stata recuperata ed è possibile visitare l’esterno dei 3 chiostri, la chiesa e il refettorio, come pure una cella ricostruita nel dettaglio. Nel Montsant, il valore del patrimonio storico convive con quello naturale. Con quasi 90 km2 di superficie, questa catena montuosa si erge isolata, distante dai flussi urbani e dai grandi agglomerati. Questo ha contribuito a preservare il paesaggio, la fauna e la flora del territorio, che vanta una ricca biodiversità, rimasta inalterata grazie alle influenze marittime e continentali. Il Monsant costituisce l’habitat naturale di diverse specie, fra cui il tasso, la volpe, l’aquila fasciata, lo sparviero e il falcone. Per le sue caratteristiche, la zona è stata dichiarata Parco Naturale dal Governo catalano. Non lontano dal Montsant, i monti di Prades disegnano un blocco elevato sulle piane del Camp de Tarragona e sulla Conca de Barberà. Su questi rilievi si trovano le sorgenti di diversi fiumi come il Francolí, il Brugent e il Siurana, che attraversano grandi aree boscose con lecci, pini d’Aleppo (nelle fasce più basse) e pini silvestri (nelle fasce più alte). Sono caratteristici della zona anche i rovereti, che si estendono intorno al Tossal de la Baltasana, il punto più elevato della Costa Daurada, a un’altezza di poco più di mille metri. Segno inequivocabile che queste montagne erano già abitate in epoca preistorica sono le diverse pitture rupestri in loco, dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Vale la pena visitare, inoltre, il complesso geologico e preistorico di L’Espluga de Francolí, accanto alla sorgente del fiume Francolí, nella grotta nota con il nome di Cova de la Font Major. Questa cavità fa parte di un sistema sotterraneo eroso dall’acqua e rappresenta una delle grotte di roccia sedimentaria più lunghe del mondo, con i suoi oltre 3 chilometri e mezzo di gallerie. L’area, situata letteralmente sotto il paese di L’Espluga de Francolí, è stata convertita in museo e permette al visitatore di immergersi nella vita e nelle abitudini degli uomini primitivi, di conoscere gli strumenti usati per la caccia, nonché, attraverso un percorso didattico, di vedere da vicino questo particolare tipo di formazione geologica. Anche se è possibile visitare solo il tratto iniziale della grotta, i più audaci potranno, con l’aiuto di una guida, addentrarsi negli angoli più nascosti, purché si siano equipaggiati in modo adeguato per attraversare le zone inondate dalle acque 80
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