CONSUMO DI SUOLO e SERVIZI ECOSISTEMICI - nella Regione Veneto - Edizione 2021
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ARPAV Progetto e realizzazione Unità Organizzativa Qualità del Suolo Lorena Franz (Responsabile dell’U.O.) Leonardo Basso, Andrea Dalla Rosa, Antea De Monte, Adriano Garlato, Silvia Obber, Antonio Pegoraro, Francesca Pocaterra, Francesca Ragazzi, Ialina Vinci, Paola Zamarchi (fotointerpretazione) Ialina Vinci, Andrea Dalla Rosa, Leonardo Basso (Autori) ISPRA Servizio per il sistema informativo nazionale ambientale Michele Munafò (coordinatore della rete SNPA e responsabile del monitoraggio a livello nazionale) È consentita la riproduzione di testi, tabelle, grafici ed in genere del contenuto del presente rapporto esclusivamente con la citazione della fonte. Ottobre, 2021
INDICE 1. I DATI DEL CONSUMO DI SUOLO 2020 NEL VENETO ............................................................ 2 1.1 Il consumo nella Regione ..................................................................................... 3 1.2 Il consumo di suolo nelle province del Veneto ....................................................... 8 1.3 Il consumo di suolo nei comuni del Veneto ......................................................... 10 1.4 Il consumo di suolo legato a centri logistici per attività industriali e commerciali in Veneto tra il 2012 e il 2020...................................................................................... 16 2. IL CONSUMO DI SUOLO COME PERDITA DI SERVIZI ECOSISTEMICI ............................ 20 2.1 Capacità d’uso dei suoli ..................................................................................... 22 2.2 Permeabilità dei suoli......................................................................................... 24 2.3 Riserva idrica dei suoli ....................................................................................... 26 3. ESEMPI DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI CONSUMO 2020 ................................................... 29 3.1 Costruzione di infrastrutture ............................................................................... 29 3.2 Edifici Residenziali e Strutture Turistiche ............................................................. 33 3.3 Supermercati e centri commerciali ...................................................................... 34 3.4 Aree industriali .................................................................................................. 35 3.5 Attività estrattive ............................................................................................... 39 3.6 Recuperi di suolo............................................................................................... 40 4. APPENDICE - METODOLOGIA ................................................................................................... 42 4.1 Strumenti per la fotointerpretazione ................................................................... 43 4.2 Legenda e risultati operativi ............................................................................... 45 ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 1
1. I DATI DEL CONSUMO DI SUOLO 2020 NEL VENETO A luglio 2021 è stato pubblicato l’8a edizione del rapporto nazionale sul consumo di suolo, (Munafò, M. - 2021. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021. Report SNPA 22/21). che ha aggiornato il quadro delle trasformazioni territoriali che continuano a causare la perdita spesso irreversibile di una risorsa fondamentale, il suolo, con le sue numerose funzioni e i relativi servizi eco sistemici. Il suolo, insieme ad acqua ed aria, garantisce la vita e la sopravvivenza degli ecosistemi e della biodiversità, svolgendo un ruolo fondamentale come habitat e pool genetico. Nel suolo viene filtrata l’acqua, vengono stoccate e trasformate molte sostanze, gli elementi nutritivi e soprattutto il carbonio che nel suolo trova il suo deposito naturale. Ci fornisce cibo, biomassa, materie prime, è la piattaforma per lo svolgimento delle attività umane, oltre che rappresentare un elemento centrale del paesaggio e del patrimonio culturale. Nel 2020, nonostante i mesi di lockdown abbiano bloccato gran parte delle attività, il consumo di suolo, (ovvero il suolo che ha subito una copertura artificiale perdendo gran parte delle proprie funzioni) non ha subito rallentamenti, mantenendo un ritmo a livello nazionale di quasi 2 metri quadrati di suolo consumato al secondo. Il Veneto ha ceduto il primato del consumo di suolo, che deteneva da alcuni anni, alla Lombardia ed è passato al secondo posto. Se pur il consumo totale rilevato è elevato va detto che dal 2017 si registra una progressiva diminuzione, anche per effetto dell’applicazione della Legge Regionale 14/2017 sul contenimento del consumo di suolo. Questa legge, voluta dalla Regione Veneto, ha posto l’attenzione sul problema determinando un’inversione di tendenza quantomeno in fase di pianificazione. Questa nuova positiva tendenza andrebbe rafforzata con un adeguamento normativo teso a riconsiderare le deroghe previste all’art. 12, soprattutto quelle relative agli interventi di edilizia produttiva, in un contesto di sostenibilità e nel contempo incentivare fortemente i ripristini e il riutilizzo di edifici abbandonati. Quest’ultimo punto è particolarmente importante perché rientra nel quadro generale delle priorità definite dal GREEN DEAL europeo e dalla normativa dell’economia circolare che indica la riduzione del consumo di risorse quale presupposto per lo sviluppo sostenibile del territorio, così come approvato dalla stessa Regione Veneto nella Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (Veneto 2030) con provvedimento 20 luglio 2020 DCR 80. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 2
1.1 Il consumo nella Regione Nell’anno 2019-2020 nel Veneto sono stati registrati 830 ha di nuovo suolo consumato, cui vanno sottratti 148 ha di suolo ripristinato. Il bilancio netto risulta essere pertanto di 682 ha (figura 1.1) ponendo il Veneto al secondo posto dopo la Lombardia (765 ha), seguita da Puglia (493 ha), Piemonte (439 ha), Lazio (431 ha) ed Emilia Romagna (425 ha). Le altre regioni hanno un consumo inferiore ai 400 ha. In termini assoluti (percentuale di suolo consumato sulla superficie totale) la Lombardia nel 2020 rimane al primo posto (12,1%), e il Veneto la segue con 11,9%, uniche regioni insieme alla Campania, ad aver superato la soglia del 10%. Se non consideriamo la superficie coperta dalle acque (laghi, fiumi, lagune e barene), la percentuale di suolo consumato in Veneto sale al 12,5%. 1200 Anno Consumo 2013-2015 1298 1000 2016 521 Superficie consumata (ha) 2017 1139 800 2018 851 2019 762 600 2020 683 400 200 0 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Fig. 1.1: Consumo di suolo annuale netto (ha) nella Regione Veneto negli anni 2013-2020. 1200 1000 Superficie consumata (ha) 800 irreversibile 600 reversibile ripristino 400 consumo netto da rev a irr 200 0 2017 2018 2019 2020 -200 Fig. 1.2: Consumo di suolo annuale (ha) nella Regione Veneto negli anni 2017-2020, suddiviso in consumo irreversibile e reversibile; sottraendo i ripristini dalla somma tra consumo irreversibile e reversibile, si ottiene il consumo netto annuale. Per completezza dell’informazione sono stati riportati anche gli ettari di consumo reversibile che durante l’anno sono diventati consumo irreversibile, cioè cantieri che si sono trasformati in edifici, strade o piazzali, cementati o asfaltati (ultima colonna in viola). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 3
Se pur in calo rispetto agli anni precedenti, anche quest’anno il Veneto presenta il valore più elevato di densità del consumo di suolo con 3,72 m2 di suolo consumato per ettaro di superficie, seguito dalla Lombardia con 3,21; le altre regioni hanno valori inferiori a 3. Il consumo di suolo 2019-2020 per abitante è pari a 1,4 m2/ab, al di sopra della media nazionale di 0,87 m2/ab ma in calo rispetto agli anni passati. Il rapporto tra il tasso di consumo di suolo e il tasso di crescita della popolazione, anche quest’anno registra, in Veneto, il valore negativo più basso a livello nazionale, pari a -2,81 dove il valore negativo indica situazioni di significativo sbilanciamento in quanto il consumo di suolo è avvenuto a fronte di una diminuzione della popolazione (Report SNPA 22/21). Analizzando il consumo di suolo marginale, indicatore dato dal rapporto tra il consumo di suolo netto 2019-2020 e i nuovi residenti, risulta che per ogni abitante in meno in Veneto si sia consumato suolo per 1250 m2 (292 m2 a livello nazionale). Si evidenzia che l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile prevede tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2030, quello di ‘assicurare che il consumo di suolo non superi la crescita demografica’. Le carte del consumo di suolo 2020 e degli anni precedenti riferite al Veneto (2012, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019) sono consultabili e scaricabili anche sul geoportale ARPAV (http://geomap.arpa.veneto.it/maps/356/view). Degli 830 ha di consumo totale nell’anno 2019-2020 la maggior parte, 600 ha, sono dovuti a cantieri. I restanti 230 ha sono suddivisi nelle seguenti categorie (figura 1.3): 20 ha per strade, 92 ha per edifici residenziali, 4 ha per aeroporti, 19 ha per aree impermeabili non edificate (parcheggi, piazzali, ecc), 51 ha per nuove cave o ampliamento delle esistenti, 28 ha per la costruzione di edifici industriali e 14 ha per i relativi parcheggi e aree di movimentazione. Tale distribuzione tra le varie tipologie di consumo evidenzia come si tratti di un fenomeno molto dinamico, che risente notevolmente dei cantieri che vengono aperti per grandi opere i quali solo in parte a fine lavori risulteranno effettivamente consumati. 14 20 strade 28 edifici aeroporti parcheggi 51 92 cave industrie parcheggi industriali 19 4 Fig. 1.3: Suddivisione per tipologia del consumo di suolo dell’anno 2019-2020, esclusi i cantieri che da soli sono circa 600ha (nelle frazioni sono riportati i valori in ettari). I 600 ha dovuti ai cantieri, se pur comportano un pesante impatto per una risorsa delicata come il suolo, potrebbero essere negli anni futuri in gran parte ripristinati e in questo senso è molto importante verificare che il ripristino sia attento a riportare il suolo alle funzioni ecosistemiche che lo caratterizzano e che lo rendono una risorsa non rinnovabile. Per quanto riguarda il resto sicuramente spiccano i 92 ha di consumi per edilizia residenziale a fronte di un calo della popolazione, le nuove cave a fronte di 5.000.000 di t di rifiuti inerti da destinare al recupero, e le superfici destinate alla grande distribuzione (GDO), ricomprese nella classe “industrie”. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 4
Tra i singoli interventi che hanno determinato consumi importanti nell’anno sono stati rilevati 31,6 ha per i cantieri nella base militare Dal Molin a Vicenza (fig. 1.4), 41 ha per l’alta velocità tra Verona e Vicenza (fig. 1.5) e 35 ha per l’ampliamento di un campus a Roncade (fig. 1.6). Fig. 1.4: 31,6 ha di consumo di suolo per i cantieri alla base militare Dal Molin a Vicenza (immagine 2018 a sinistra e 2020 a destra). Fig. 1.5: Consumo di suolo per i cantieri dell’alta velocità tra Verona e Vicenza (immagine 2018 sopra e 2020 sotto). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 5
Fig. 1.6: Realizzazione di un nuovo campus a Roncade (Treviso) su un'area di cantiere di 35 ettari, ex area agricola., di cui 5,2 ha destinati a nuova viabilità, 2 ha a parcheggio e più di 3 ha destinati a costruzioni con cubatura recuperata da una ex area militare limitrofa di 2,27 ha (in alto a destra). Immagine 2018 in alto, 2020 in basso. Diversi sono stati i consumi dovuti a insediamenti industriali e logistici, ma per questi si rimanda all’approfondimento nel paragrafo 3.4, e per la costruzione di nuovi supermercati, come nell’esempio riportato in fig. 1.7, anche in prossimità di altre analoghe strutture. Fig. 1.7: Consumo di suolo per la realizzazione di due supermercati (in giallo) a 300 metri di distanza sulla ss 516 a Piove di Sacco (Padova) per un'area complessiva di cantiere di 14.800 m2, di cui 4.600 occupati da edifici; solo in un caso si tratta di parziale recupero di cubatura di edifici preesistenti. A 600 m di distanza era già presente un grande centro commerciale (in viola). Immagine 2018 a sinistra, 2020 a destra. Per tutta la regione è stato mappato il suolo consumato da cave attive, dai laghi di cava, dai campi fotovoltaici a terra e dalle discariche. Il totale delle superfici occupate da queste tipologie di consumo ha raggiunto i 6.518 ha (tabella 1.1). Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, va registrato un nuovo recente impulso alla loro realizzazione, dopo un decennio di sostanziale stabilità, dovuto al notevole abbassamento dei costi di produzione dei pannelli, dal guadagno garantito dalla vendita dell’energia ma soprattutto dalle politiche energetiche e ambientali europee e nazionali fortemente orientate alla decarbonizzazione della produzione di energia (Green Deal, PNIEC- Piano Nazionale Integrato per ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 6
l’Energia e il Clima 2030 e PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Solo nell’ultimo anno le richieste di valutazione pervenute riguardano una superficie totale di oltre 200 ettari, per la maggior parte su suolo agricolo. Appare contraddittorio che il raggiungimento di un obiettivo di sostenibilità ambientale debba avvenire a danno di una risorsa non rinnovabile e già fortemente intaccata. Uno studio condotto in collaborazione con Confartigianato Vicenza, per un approfondimento del quale si rimanda a quanto riportato all’interno del rapporto nazionale sul consumo di suolo (“Fotovoltaico: c’e’ un’alternativa al consumo di suolo” in Report SNPA 22/21, pagg. 306-310), evidenzia come lo sfruttamento delle superfici già impermeabilizzate di una certa dimensione per l’installazione degli impianti fotovoltaici permetterebbe il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC senza il ricorso all’ulteriore occupazione di suolo. E’ indubbio che sarebbero necessarie adeguate forme di incentivazione per sopperire ai maggiori costi di installazione, ma tali costi sarebbero ampiamente compensati dalla mancata perdita di servizi ecosistemici che i suoli risparmiati continuerebbero a fornire. Tab. 1.1: Suolo consumato da alcune tipologie nella regione Veneto all’anno 2020. Tipologia Suolo consumato al 2020 (ha) Cave in falda 2.500 Discariche 1.430 Aree estrattive non rinaturalizzate 1.800 Campi fotovoltaici a terra 788 Totale 6.518 Fig. 1.8: Nell’area tra Montecchio Precalcino e Breganze (VI) oltre all’ampliamento di alcune cave già esistenti, (contornate in giallo nelle immagini) è evidente l’impatto sul territorio del consumo dovuto alle cave attive (in giallo), laghi di cava (in blu) e alle discariche (in viola); immagine 2018 a sinistra e 2020 a destra. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 7
1.2 Il consumo di suolo nelle province del Veneto Complessivamente nel Veneto il consumo ammonta a 217.811 ha, pari al 12,55% della superficie totale regionale, escluse le superfici occupate da acque (quasi il doppio rispetto alla media nazionale - 7,11% - e circa il triplo della media UE - 4,2%). Nel grafico in figura 1.9 e nella tabella 1.2 si può vedere come si distribuisce il consumo di suolo complessivo al 2020 nelle varie province. Le province con la maggiore percentuale di suolo consumato sono Padova, con il 18,94% del territorio provinciale e Venezia, con il 18,21%. 15334 41199 39914 Verona Vicenza Belluno Treviso 10126 Venezia 34332 Padova 35454 Rovigo 41385 Fig. 1.9: Superficie in ettari delle province del Veneto al 2020. Nel grafico in fig. 1.10 si può vedere l’andamento del consumo negli ultimi 8 anni, da quando il monitoraggio è attivo (il dato aggregato del 2013-2015 è stato suddiviso equamente tra i tre anni, per renderlo confrontabile con i monitoraggi seguenti a cadenza annuale). Fig. 1.10: Consumo di suolo nelle province del Veneto negli anni 2013-2020. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 8
Dopo il picco raggiunto nel 2017, si evidenzia una tendenziale diminuzione del consumo per quasi tutte le provincie. In controtendenza sono la provincia di Vicenza, di Padova e Belluno dove in quest’ultimo anno si è assistito ad una ripresa del consumo. Si segnala che il dato particolarmente basso in provincia di Rovigo del 2017 è dovuto ad un intervento di ripristino di un grosso cantiere (di circa 50 ha) a seguito della posa di un metanodotto, l’attività di scavo del quale aveva contribuito al picco del 2016. Tra tutte le province in Italia la crescita percentuale maggiore di consumo nell’ultimo anno si è registrata a Vicenza (+0,51%). In termini assoluti di ettari consumati 3 provincie venete entrano nella classifica delle prime 6 in Italia: il record nazionale in termini di ettari consumati è di Roma con 271 ettari di nuovo suolo artificiale, seguita da Brescia (+214), Vicenza (+172), Verona (+166), Torino (+162) e Padova (+135). In tab. 1.3 e in fig. 1.11 è possibile vedere come si distribuisce il nuovo consumo avvenuto tra il 2019 e il 2020 nelle varie province e suddiviso in consumo irreversibile (11), consumo reversibile (12) e ripristino (R = suolo consumato che è tornato utilizzabile, ad esempio nel caso di cantieri). In aggiunta a queste classi che vanno a costituire il consumo di suolo netto dell’anno (consumo irreversibile + consumo reversibile – ripristini) sono riportati anche gli ettari di suolo che sono passati nel corso dell’anno da consumo reversibile a irreversibile (12_11), che non vanno nel computo del consumo dell’anno. Tab. 1.2: Consumo di suolo in Veneto al 2020, suddiviso per provincia, in ettari e in percentuale. Suolo consumato Superficie totale Suolo consumato Provincia (ha) senza acque(ha) (%) VR 41.187 291.350 14,14 VI 34.328 272.100 12,62 BL 10.133 359.258 2,82 TV 41.399 247.764 16,71 VE 35.481 194.874 18,21 PD 39.952 210.892 18,94 RO 15.331 158.899 9,65 Regione 217.811 1.735.137 12,55 Tab. 1.3: Consumo di suolo in Veneto tra il 2019 e il 2020, suddiviso per provincia, in ettari. consumo consumo da reversibile a ripristini Provincia irreversibile reversibile irreversibile tot netto R 11 12 12_11 VI 15 163 31 6 173 VR 40 164 73 38 166 PD 35 112 43 13 134 TV 28 101 40 25 104 VE 24 76 43 50 51 BL 17 26 3 5 38 RO 12 17 28 12 16 TOT 171 659 261 148 682 ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 9
200,0 150,0 100,0 50,0 0,0 11 12 12_11 R 11 12 12_11 R 11 12 12_11 R 11 12 12_11 R 11 12 12_11 R 11 12 12_11 R 11 12 12_11 R VR VI BL TV VE PD RO -50,0 Fig. 1.11: Consumo di suolo in ettari tra il 2019 e il 2020 nelle varie province, suddiviso nelle classi: irreversibile (11), reversibile (12) e ripristino (R). Il grafico riporta anche gli ettari di suolo passati da consumo reversibile a irreversibile (12_11). 1.3 Il consumo di suolo nei comuni del Veneto In tab. 1.4 sono riportati i 20 comuni per i quali nel 2020 è stato rilevato il maggior consumo di suolo, con una sintetica descrizione del tipo di interventi che lo hanno determinato (individuati sulla base di quanto è stato possibile identificare con le informazioni a disposizione). Tab. 1.4: I 20 Comuni in Veneto con maggior consumo di suolo nel 2020; in neretto i comuni che rientravano anche l’anno scorso nei primi 20 ed evidenziati in colore quelli che sono stati tra i primi 20 per gli ultimi quattro anni, dal 2017 al 2020. Consumo di COMUNE PROVINCIA Principali destinazioni d’uso del suolo consumato suolo (ha) Vicenza VI 36,93 32 ha per i cantieri della base militare Dal Molin Roncade TV 29,38 33 ha per la realizzazione di un nuovo campus Sona VR 25,72 23 ha per cantieri alta velocità Sommacampagna VR 21,65 21 ha per cantieri alta velocità Scorzè VE 18,63 15 ha cantieri di recupero base militare di Peseggia Nogarole Rocca VR 13,97 13,7 ha cantiere per la costruzione di un complesso industriale Portogruaro VE 13,10 5,7 ha cantieri A4 e 6,6 ha per nuovo complesso industriale Padova PD 11,15 interventi di vario tipo: industriale residenziale ed altro Malo VI 10,79 9,2 ha cantieri pedemontana Zevio VR 10,17 7,2 ha di cantieri in aree industriali e 2 ha in aree residenziali Legnago VR 10,00 3,4 ha parcheggio industriale, altri 5 ha di cantieri in aree industriali Verona VR 9,13 interventi di vario tipo: industriale residenziale ed altro Casale sul Sile TV 9,13 8,9 ha cantieri per stazione di servizio A27 Montecchio Maggiore VI 8,74 6 ha di ampliamento di una cava e 1 ha di cantieri stradali 1,8 ha sistemazioni idrauliche, 1,8 ha cantieri in aree industriali e altri Arzignano VI 7,95 interventi Albignasego PD 7,80 5,2 ha cantieri in aree residenziali per edifici e opere di urbanizzazione Jesolo VE 7,23 maggior parte cantieri in aree residenziali Treviso TV 7,10 Interventi vari; 3,5 ha di parcheggi per i trasporti pubblici Isola Vicentina VI 6,97 interventi di vario tipo Vigonza PD 6,89 interventi di vario tipo: industriale residenziale ed altro TOTALE 272,4 Il consumo in questi 20 comuni ammonta complessivamente a 272 ha (pari al 40% di tutto il nuovo consumo di suolo regionale tra il 2019 e il 2020), distribuiti tra vari tipi di interventi: costruzione di strade, ampliamento di aree industriali, aree residenziali e cave (con riferimento a quest’ultime si evidenzia come, per obbligo di legge, l’area di cava a fine coltivazione debba essere completamente ripristinata). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 10
Nella carta di figura 1.12 è rappresentato il consumo di suolo totale al 2020 a livello comunale: primeggiano la maggior parte dei capoluoghi di provincia, parecchi con consumi superiori al 30% della superficie comunale. In figura 1.13 invece viene riportata la densità di consumo in m2/ha relativa all’ultimo anno (2019-2020) in cui risaltano, oltre a buona parte dei comuni riportati in tabella 1.4, anche altri comuni che in proporzione alle loro dimensioni hanno comunque subito interventi significativamente impattanti, come quelli di Spinea, Montecchio Precalcino e Costa di Rovigo che presentano tassi di consumo superiori ai 25mq/ha. La figura 1.13 mette in evidenza anche la presenza di numerosi comuni (71) che evidenziano un tasso di consumo negativo. Questo fenomeno è legato alle situazioni di ripristino in particolare delle aree di cantiere la cui evoluzione è stata oggetto di attenzione nella fotointerpretazione di quest’anno. Va detto che in alcuni casi il ripristino, anche se in parte riferibile agli anni precedenti, è stato cumulato tutto nell’ultimo anno. Si segnalano comunque i casi di Concordia Sagittaria e Resana che presentano un tasso di ripristino superiore ai 10 mq/ha dovuti alla sistemazione delle aree di cantiere a seguito della conclusione di opere di realizzazione rispettivamente di canali (vedi paragrafo 3.6 fig. 3.18) e strade. Si evidenzia in ogni caso che per tali ripristini non è possibile valutare l’effettivo recupero qualitativo dei suoli, che richiederebbe monitoraggi specifici per verificare il ripristino della fertilità. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 11
Fig. 1.12: Consumo di suolo nei comuni del Veneto, totale calcolato al 2020, in percentuale del territorio comunale, esclusi i corpi idrici. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 12
Fig. 1.13: Consumo di suolo tra il 2019 e il 2020 a livello comunale (densità dei cambiamenti; m2/ettaro); i valori in negativo sono dovuti a ripristini. Nelle tabelle seguenti (da tab. 1.5 a tab 1.8) viene riportata un’analisi del consumo negli ultimi 5 anni (dal 2015 al 2020) per classe demografica (suddividendo i comuni veneti in 4 classi di abitanti: 0-5.000, 5.000-10.000, 10.000-40.000 e maggiori di 40.000) al fine di evidenziare le situazioni positive. Nella classe fino a 5.000 abitanti (tab. 1.5), che conta 289 su 563 comuni veneti, sono 24 (dei quali i primi 10 riportati in tabella) i comuni per i quali nel periodo considerato si è assistito ad un consumo netto pari a zero o addirittura al recupero di superfici. A questi si sommano i 6 nella categoria 5.000/10.000 abitanti (tab. 1.6) e altri 3 nella categoria 10.000/40.000 (tab. 1.7). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 13
Tab. 1.5: Consumo di suolo nei comuni con meno di 5.000 abitanti. Classifica dei comuni che hanno registrato il consumo netto minore tra il 2015 e il 2020. N. Comune Consumo tot Abitanti Consumo Consumo Consumo per (ha) 15-20 (ha) 19-20 (ha) abit. (ha/ab) 1 Lusiana Conco 315,53 4683 -17,12 3,69 0,067 2 Sospirolo 184,3 3104 -8,35 1,46 0,059 3 Albettone 232,09 2010 -7,87 0,24 0,115 4 Marano di Valpolicella 177,04 3149 -5,20 -0,24 0,056 5 Concamarise 106,94 1085 -4,88 0,53 0,098 6 Pedemonte 39,95 728 -4,37 1,05 0,055 7 Salizzole 321,22 3819 -3,82 0,03 0,084 8 Lastebasse 30,53 192 -3,13 -0,10 0,159 9 Monfumo 68,4 1320 -2,86 0,18 0,052 10 Posina 74,92 557 -1,25 0 0,135 Tot comuni (289) 49.306,9 726.112 681 144 40.000 ab (13,0%) (22,7%) (11,3%) (10,0%) 0,026 Veneto 217.743,9 4.879.133 3953 682 0,045 ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 14
Nessuno dei comuni con più di 40.000 abitanti (tab. 1.8) ha registrato un consumo netto inferiore o uguale a 0 tra il 2015 e il 2020: per comuni di tali dimensioni l’incidenza degli isolati casi di recupero di suolo è ampiamente compensata dalla numerosità degli interventi di nuovo consumo. Tuttavia anche per alcuni di questi comuni (Venezia e S. Donà di Piave) nell’ultimo anno si è registrato un consumo netto di suolo inferiore a 0 dovuto in particolare al ripristino di alcuni grandi cantieri. Limitandosi al solo ultimo anno sono in totale 119 i comuni che hanno registrato questo fenomeno. L’analisi dei dati su base demografica evidenzia come il consumo di suolo si stia concentrando sempre più nei comuni medio piccoli. Il consumo medio per abitante, che a livello regionale è pari a 0,045 ha/ab, passa dai 0,026 ha/ab dei comuni più popolosi ai 0,068 ha/ab per quelli con popolazione inferiore alle 5.000 unità. Tale dato tiene conto del consumo totale avvenuto fino ad oggi, ma viene confermato dall’andamento degli ultimi anni dove il contributo relativo al consumo rispetto alla percentuale di popolazione è sempre maggiore nei comuni meno abitati rispetto a quelli più popolosi. Ad esempio il totale dei comuni inferiori ai 5.000 abitanti, che rappresentano il 14,9% della popolazione veneta, contribuisce per il 22,6% al consumo totale regionale e per il 21,1% al consumo dell’ultimo anno; al contrario il totale dei comuni della fascia più popolosa, pari al 22,7 della popolazione, presenta un contributo regionale a tutti gli indicatori di consumo di poco superiore al 10%. Una possibile spiegazione di tale fenomeno è la saturazione delle superfici consumabili nei grandi centri urbani che, in mancanza di spinte alla riconversione dell’esistente, riversano sul resto del territorio la domanda di nuove infrastrutture (vedi ad esempio il successivo paragrafo 1.4), dove i costi sono minori e la disponibilità di spazi è maggiore. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 15
1.4 Il consumo di suolo legato a centri logistici per attività industriali e commerciali in Veneto tra il 2012 e il 2020 Nell’ultimo rapporto di ISPRA sul consumo di suolo (Rapporto 2021: Munafò, M. - 2021. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021; pag 112-117) è riportato un approfondimento relativo al consumo di suolo dovuto alla logistica. Attraverso la fotointerpretazione di dettaglio delle immagini satellitari e delle ortofoto aeree utilizzate per la produzione della carta nazionale del consumo di suolo è stato possibile ottenere una stima della superficie consumata collegata alla logistica e alla grande distribuzione organizzata: fabbricati, piazzali e strade di accesso ai grandi poli, nonché i cambiamenti dovuti alla loro espansione o adeguamento. Nella tabella 1.9, ripresa da quella pubblicata da ISPRA nell’ultimo report (Rapporto 2021; pag 113), è possibile vedere i dati relativi al consumo di suolo causato dalla costruzione di centri logistici divisi per regione e ripartiti per area geografica. Se è vero che emerge il Nord-Ovest come percentuale del totale consumato tra il 2012 e il 2019 (3,53% dell’intero consumo di suolo, pari a 202 ha), è il Nord-Est che ha il primato come totale in ettari, con 320 ettari. Tra le regioni la prima risulta il Veneto con 180 ha, seguita da Lombardia con 131, Emilia Romagna con 119 e Piemonte con 69. Si tratta di una vera e propria trasformazione del territorio dovuta anche alla conquista, da parte dell’ e-commerce, di quote sempre più grandi di mercato. Tab.1.9: Consumo di suolo legato ad attività di logistica. Fonte: Rapporto ISPRA 2021. Consumo Consumo Consumo Consumo Consumo Consumo Consumo di suolo di suolo di suolo di suolo di suolo di suolo di suolo 2012-2015 2015-2016 2016-2017 2017-2018 2018-2019 2012-2019 2012-2019 Regione (ha) (ha) (ha) (ha) (ha) (ha) (%) Piemonte 3.79 6.33 53.55 5.42 0.09 69.18 3.54 Valle d'Aosta - - - - - 0 - Lombardia 12.37 19.7 33.46 43.01 22.6 131.14 3.85 Liguria - - 0.16 1.11 0.44 1.71 0.57 Nord-Ovest 16.15 26.03 87.17 49.54 23.13 202.02 3.53 Friuli-Venezia Giulia - 0.17 17.34 0.53 0.21 18.25 1.5 Trentino-Alto Adige 0.19 - 0.3 0.23 1.05 1.77 0.2 Emilia-Romagna 9.73 19.34 9.56 48.4 32.4 119.43 4.02 Veneto 2.54 7.9 43.84 83.28 43.07 180.63 3.98 Nord-Est 12.46 27.41 71.04 132.44 76.73 320.08 3.31 Umbria 4.12 0.33 2.13 0.31 1.14 8.03 1.89 Marche 0.73 2.92 - 8.8 4.32 16.77 1.64 Toscana 1.28 7.63 0.42 3 6.17 18.5 1.5 Lazio 13.11 8.87 15.81 1.97 9.75 49.51 2.88 Centro 19.24 19.75 18.36 14.08 21.38 92.81 2.19 Basilicata 0.52 - - 0.64 1.18 2.34 0.41 Molise - - - - - 0 - Abruzzo 0.2 - 0.6 2.2 1.52 4.52 0.43 Calabria 0.27 - 0.39 - 0.32 0.98 0.1 Puglia 1.02 0.55 5.22 3.46 1.24 11.49 0.37 Campania 2.05 2.43 4.02 0.53 7.74 16.77 0.92 Sud 4.06 2.98 10.23 6.83 12 36.1 0.46 Sardegna 0.08 1.75 0.43 1.44 - 3.7 0.28 Sicilia 3.23 0.23 2.33 3.75 21.3 30.84 1.08 Isole 3.31 1.98 2.76 5.19 21.3 34.54 0.85 ITALIA 55.22 78.15 189.56 208.08 154.54 685.55 2.12 ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 16
I dati di ISPRA, calcolati fino al 2019, sono stati integrati da quelli riferiti al 2020 (calcolati da ARPAV sulla base della fotointerpretazione eseguita quest’anno sul consumo 2019-2020). Dal grafico in figura 1.14 si può vedere come l’andamento del consumo di suolo legato ad attività industriali, commerciali e centri logistici dal 2016 ha registrato un aumento progressivo fino al 2018, con una successiva diminuzione delle nuove superfici occupate nel corso del 2019 e del 2020. Nelle pagine seguenti viene riportato uno studio di dettaglio fatto sulle singole opere distinguendo le aree edificate, le superfici impermeabilizzate (comprensive anche dei parcheggi, piazzali e viabilità accessoria) e il totale dell’area di cantiere. 100 Superficie consumata (ha) 75 50 Fonte Anno Consumo (ha) 2012-2015 2,54 2016 7,9 25 Dati 2017 43,84 ISPRA 2018 83,28 2019 43,07 0 Dati 2020 45,8 ARPAV Totale (ha) 226,43 Fig.1.14: Grafico raffigurante, anno per anno, la superficie di suolo in ettari occupata nel territorio Veneto da strutture di grandi dimensioni per attività industriali, commerciali e centri logistici. Nella tabella a destra sono riportati i valori in ettari di superficie consumata per anno e la fonte del dato. Per definire l’incidenza delle diverse tipologie di strutture realizzate nell’intervallo di tempo considerato sono state distinte tre grandi categorie a cui ricollegare i vari consumi di suolo riscontrati dal 2012 al 2020. Le tre categorie sono: 1. Grande Distribuzione: in cui sono stati inseriti tutti i nuovi centri della grande distribuzione di generi alimentari ed agroalimentari. 2. Industriale/Logistico: che raccoglie tutte le nuove strutture destinate ad attività produttive industriali e ad attività logistiche per la gestione e il trasporto delle merci e dei prodotti. 3. E-commerce: grandi centri logistici destinati all’e-commerce. Nella figura 1.15 sono riportati il grafico e la tabella in cui viene rappresentata la ripartizione delle strutture nelle tre categorie, mentre nella fig. 1.16 troviamo la localizzazione nel territorio regionale e nella tabella 1.10 il computo delle superfici interessate. Come risulta dai rapporti statistici (2019 - 2020) della Regione Veneto gli esercizi commerciali tradizionali in sede fissa, che in genere occupano i centri storici, sono in calo nel 2019 dell’1,5% rispetto al 2018, contrazione più accentuata rispetto all’andamento nazionale, mentre segnali di forte espansione vengono da tutte le forme di GDO. In questo il Veneto è la regione del nord con la crescita più accentuata (+6% nel 2019 ), per l’evidenza di un offerta che ha modificato il commercio con la progressiva eliminazione delle piccole realtà familiari. Nel 2018 la GDO in Veneto conta oltre 2 mila esercizi per oltre 2,6 milioni di metri quadrati di superficie di vendita (esclusi i parcheggi). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 17
e-commerce Grande 23% distribuzione 36% Classe: Consumo (ha): % Grande Distribuzione 85,97 36,4 Industriale/Logistico 95,90 40,6 Industriale E-commerce 54,15 22,9 41% Fig.1.15: Grafico raffigurante la ripartizione della superficie totale di suolo consumata nel territorio Veneto dal 2012 al 2020 da centri logistici di grandi dimensioni per attività industriali e commerciali. Nel grafico a sinistra percentuale della superficie di suolo consumata per le varie categorie di attività; a destra tabella con i valori in ettari (ha) e in percentuale. Tab.1.10: Riepilogo dei principali interventi che hanno causato consumo di suolo nella regione, suddivisi per tipologia con la superficie totale occupata. Anni Comune Edifici (m²) Impermeabilizzato Cantiere (m²) Categoria N. fig. 2018-2019 Nogarole Rocca (VR) 150.600 310.332 335.100 E-commerce 1 2018-2019 Castelguglielmo (RO) 53.200 176.500 230.000 E-commerce 2 2017-2021 Vigonza (PD) 15.900 54.700 54.700 E-commerce 32 2012-2015 Cerea (VR) 39.500 106.500 106.500 Grande Distribuzione 21 2016-2019 Oppeano (VR) 199.700 313.000 430.000 Grande Distribuzione 3 2017-2018 Arcole (VR) 48.600 100.000 112.800 Grande Distribuzione 4 2018-2019 Monselice (PD) 49.500 143.300 250.000 Grande Distribuzione 5 2018-2019 Vigasio (VR) 13.800 82.700 115.000 Grande Distribuzione 6 2018-2019 Mogliano Veneto (TV) 45.000 94.000 121.500 Grande Distribuzione 7 2019-2020 Padova 11.200 20.200 20.200 Grande Distribuzione 22 2015-2016 Nogara (VR) 25.000 36.300 36.300 Industriale/Logistico 30 2015-2016 Nogara (VR) 14.700 24.700 24.700 Industriale/Logistico 31 2015-2018 Montebelluna (TV) 3.300 13.900 13.900 Industriale/Logistico 29 2017 Padova - 43.400 43.400 Industriale/Logistico 28 2017-2018 Fossalta di Portogruaro (VE) 38.000 93.500 108.800 Industriale/Logistico 8 2017-2018 Mazzantica (VR) 20.500 32.500 32.500 Industriale/Logistico 27 2017-2020 Isola Rizza (VR) 30.600 56.600 59.000 Industriale/Logistico 9 2017-2020 Nogarole Rocca (VR) 33.000 44.500 53.600 Industriale/Logistico 24 2018-2019 Marostica (VI) 50.000 104.300 107.300 Industriale/Logistico 10 2018-2019 Mansuè-Portobuffolè (TV) 31.700 60.000 132.000 Industriale/Logistico 11 2018-2019 Pojana Maggiore (VI) 20.800 40.800 55.400 Industriale/Logistico 12 2018-2019 Vazzola (TV) 10.900 15.900 19.300 Industriale/Logistico 14 2018-2019 Vigasio (VR) 24.800 95.200 100.600 Industriale/Logistico 6 2018-2020 Ponzano (TV) 8.400 18.600 18.600 Industriale/Logistico 23 2018-2020 Nogarole Rocca (VR) 12.000 28.000 28.000 Industriale/Logistico 25 2018-2021 Castelfranco Veneto (TV) 39.100 57.600 83.600 Industriale/Logistico 13 2019 Schio (VI) 6.200 14.900 14.900 Industriale/Logistico 33 2019-2020 Agordo (BL) 5.900 10.200 15.800 Industriale/Logistico 15 2019-2020 Cimadolmo (TV) 10.600 22.700 38.300 Industriale/Logistico 16 2019-2020 Caerano S. Marco (TV) 21.100 32.600 49.600 Industriale/Logistico 17 2019-2020 San Bonifacio (VR) 17.600 17.600 26.100 Industriale/Logistico 18 2019-2020 Vescovana (PD) 37.300 53.400 53.400 Industriale/Logistico 19 2019-2020 Legnago (VR) - 32.100 36.000 Industriale/Logistico 20 2020-2021 Nervesa della Battaglia (TV) 3.500 9.700 9.700 Industriale/Logistico 34 TOTALE 1.092.000 2.360.232 2.936.600 ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 18
Fig.1.16: Localizzazione nel territorio regionale dei centri logistici elencati nella tabella 2.6, suddivisi per tipologia. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 19
2. IL CONSUMO DI SUOLO COME PERDITA DI SERVIZI ECOSISTEMICI Gli ecosistemi, attraverso le loro naturali funzioni, forniscono un’ampia gamma di beni e servizi, fondamentali per il benessere dell’uomo, che sono definiti “servizi ecosistemici”. Il concetto di servizio ecosistemico è stato proposto e sviluppato allo scopo di incorporare il valore degli ecosistemi per la società nei processi decisionali e ora è sempre più diffuso e utilizzato come strumento per perseguire la sostenibilità e quantificare il valore delle risorse. Insieme ad aria e acqua, il suolo è essenziale per l’esistenza delle specie presenti sul nostro pianeta: svolge la funzione di filtro e reagente consentendo la trasformazione dei soluti che lo attraversano e regolando i cicli nutrizionali indispensabili per la vegetazione, è coinvolto nel ciclo dell’acqua, funge da piattaforma e da supporto per i processi e gli elementi naturali e artificiali, contribuisce alla resilienza dei sistemi socio-ecologici, fornisce importanti materie prime e svolge un’importante funzione culturale e storica. In tabella 2.1 sono elencati i servizi ecosistemici che, a seguito del consumo, i suoli non sono più in grado di fornire, avendo perso la loro multifunzionalità. La valutazione qualitativa approfondita risulta fondamentale anche in vista di un possibile e auspicabile recupero dei suoli consumati che, per definirsi tale, deve garantire il ripristino di un livello sufficiente dei servizi ecosistemici forniti da suoli rinaturalizzati. I dati raccolti per l’elaborazione delle carte dei suoli nel corso di 25 anni di rilevamento (carte pedologiche in scala 1:50.000 e 1:250.000; fig. 2.2), gestiti dalla struttura di ARPAV oggi denominata QUALITA’ del SUOLO (già Centro Veneto Suolo e Bonifiche) attraverso una banca dati regionale e un sistema informativo geografico (GIS), permettono di derivare informazioni sui suoli, a diversi livelli di dettaglio e riguardanti aspetti diversi, con estrema flessibilità, in funzione dell’obiettivo previsto. Di seguito vengono riportati alcuni esempi di estrazione di indicatori relativi a specifici servizi ecosistemici (riportati in neretto nella tabella 2.1) per comprendere le conseguenze negative dell’impermeabilizzazione del suolo. Fig. 2.1: La banca dati dei suoli ARPAV che gestisce i dati di circa Fig. 2.2: La carta dei suoli del Veneto in scala 1:250.000. 40.000 osservazioni (di cui 4.800 sono profili) e quasi 20.000 analisi relative agli orizzonti superficiali e profondi. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 20
Tab 2.1: Categorie, servizi ecosistemici e indicatori. Categorie Servizi Indicatori Habitat per gli organismi del suolo Ciclo dei nutrienti Supporto Servizi di Produzione primaria Mantenimento della vita di specie migratrici Conservazione di diversità genetica Supporto alle attività umane Regolazione dei gas Regolazione del (micro)clima Riserva idrica (AWC) Servizi con funzione di Regolazione Prevenzione delle perturbazioni Regolazione dell'acqua Permeabilità; Gruppo idrologico Regolazione del ciclo del carbonio Contenuto di carbonio organico Approvvigionamento idrico Protezione del suolo Formazione del suolo Regolazione dei nutrienti Trattamento dei rifiuti Impollinazione Controllo biologico Regolazione della qualità dell'acqua Capacità protettiva Regolazione della qualità dell'aria Prevenzione dell'erosione Rischio di erosione Mantenimento delle proprietà del suolo Cibo Capacità d’uso (LCC) Servizi con funzione Materie prime di Produzione Risorse genetiche Risorse medicinali Risorse ornamentali Acqua dolce Legno e fieno Carburante Estetica Informazione Ricreazione culturali Servizi Culturale e artistico Spirituale e storico Scienza ed educazione ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 21
2.1 Capacità d’uso dei suoli Il Servizio Ecosistemico “Produzione di cibo” si basa sull’indicatore “capacità d’uso dei suoli a fini agro-forestali” (Land Capability Classification – LCC; elaborata dal servizio dei suoli statunitense Soil Conservation Service - USDA), intesa come la potenzialità del suolo a ospitare e favorire l’accrescimento di piante coltivate e spontanee. I suoli vengono classificati in otto classi (indicate con i numeri romani da I a VIII) che presentano limitazioni via via crescenti in funzione delle diverse utilizzazioni. Nella pianura e collina veneta sono presenti quasi esclusivamente suoli delle prime 4 classi. La classe I si attribuisce a suoli che presentano poche o deboli limitazioni nei riguardi dei principali utilizzi. Per maggiori dettagli sulla metodologia utilizzata si rimanda al rapporto 2019 (https://www.arpa.veneto.it/temi- ambientali/suolo/file-e-allegati/documenti/consumo-di-suolo/consumo.pdf). La carta della capacità d’uso dei suoli del Veneto in scala 1:250.000 e la carta in scala 1:50.000 (quest’ultima con un maggior livello di dettaglio delle informazioni ma con copertura ancora non completa) sono disponibili sul geoportale ARPAV al link: http://geomap.arpa.veneto.it/maps/321. Fig. 2.3: Distribuzione delle classi di capacità d’uso dei suoli della Fig. 2.4: Distribuzione del consumo di suolo totale nelle classi di Regione Veneto. capacità d’uso dei suoli (esterno) rispetto alla distribuzione del consumo riferito al solo ultimo anno nelle stesse classi (interno). Il conteggio delle superfici di suolo consumato ricadenti nelle diverse classi di capacità d’uso ha tenuto conto della somma dei consumi irreversibili (dovuti ad opere con sigillatura permanente del suolo) e di quelli reversibili (principalmente dovuta a nuovi cantieri), a cui sono state sottratte le superfici ripristinate. Dalla figure 2.3, 2.4, 2.5 e dalla tabella 2.2 risulta evidente come il consumo di suolo, sia pregresso che dell’ultimo anno, è andato a incidere maggiormente sui suoli più produttivi, in particolare nel 2020 su quelli di II classe (294 ha di suolo consumato al netto dei ripristini) e di III (269 ha). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 22
Fig. 2.5: Suolo consumato/non consumato al 2020 (migliaia di ettari) suddiviso per classe di capacità d’uso. Tab 2.2: Distribuzione dei suoli nelle varie classi di Capacità d’uso dei suoli (LCC): a sinistra la distribuzione di tutti i suoli della regione, in centro il suolo consumato fino al 2020e a destra il consumo di suolo dell’ultimo anno. Consumo al 2020 Consum0 2019-2020 LCC Totale suolo (ha) (ha) (ha) I 12225 2941 19 II 455143 92258 294 III 643054 96947 269 IV 59821 6859 8 VI 305291 12136 37 VII 259299 3710 13 TOT 1734834 214851 642 Rispetto alla media regionale di consumo nell’ultimo anno pari allo 0,39‰, le classi più produttive registrano un consumo assolutamente più marcato: 1,59‰ per i suoli in classe I, 0,65‰ per quelli in classe II, 0,41‰ per la classe III a fronte dei 0,14 e 0,12 per le classe IV e VI. I circa 580 ha di consumo in corrispondenza delle prime 3 classi sono stati calcolati al netto di circa 165 ha di ripristino. L’attribuzione dei suoli ripristinati alle stesse classi originali, ricavate dalle carte dei suoli, presupporrebbe un’integrale ricostituzione delle caratteristiche originarie che spesso nella realtà è ben lontana dal realizzarsi. E’ chiaro che le trasformazioni subite potrebbero far scivolare in classi più basse la reale classificazione con attribuzione alla III o addirittura IV classe nel caso di mantenimento delle condizioni di coltivabilità, oppure in VI se non ciò non fosse più possibile. L’effettiva qualificazione di queste aree ripristinate necessiterebbe di indagini specifiche, ma è indubbio che la riattribuzione della classe originaria al suolo ripristinato è una sicura sovrastima delle qualità reali di questi suoli. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 23
Fig. 2.6: Esempio di ripristino di alcune aree di cava (la più vasta nella parte sinistra delle immagini); immagini pre (in alto) e post (in basso) intervento di ripristino; a destra suolo tipico della zona. 2.2 Permeabilità dei suoli Il suolo influenza la frazione delle precipitazioni che si infiltrano, regolando così il ruscellamento, il trasporto di nutrienti, inquinanti e sedimenti e contribuendo alla ricarica delle acque sotterranee. La permeabilità (o conducibilità idraulica satura) è una proprietà del suolo che esprime la capacità di essere attraversato dall'acqua e può essere preso come indicatore del Servizio Ecosistemico relativo alla “Regolazione del ciclo dell’acqua”. La permeabilità, infatti, rappresenta il principale fattore di regolazione dei flussi idrici: suoli molto permeabili sono attraversati rapidamente dall’acqua di percolazione e da eventuali soluti (nutrienti e inquinanti) che possono così raggiungere facilmente le acque di falda, viceversa suoli poco permeabili sono soggetti a fenomeni di scorrimento superficiale e favoriscono il trasferimento dei soluti nelle acque superficiali. In base alla velocità del flusso dell'acqua attraverso il suolo saturo (Ksat), vengono distinte 6 classi di permeabilità (Soil Survey Division Staff USDA, 1993), da molto bassa (classe 1) a molto alta (classe 6). Maggiori informazioni sulla metodologia utilizzata per predisporre la carta della permeabilità sono contenute nel documento disponibile in rete all’indirizzo: https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/suolo/file-e-allegati/documenti/minacce-di- degradazione/Relazione_permeabilita_Gruppo_Idrologico_giu2011_def.pdf. La carta della permeabilità dei suoli del Veneto in scala 1:250.000 e la carta in scala 1:50.000 (quest’ultima con un maggior livello di dettaglio delle informazioni ma con copertura ancora non completa) sono disponibili sul geoportale ARPAV al link: http://geomap.arpa.veneto.it/maps/131. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 24
Analizzando come si distribuisce il suolo consumato nelle varie classi di permeabilità dei suoli (fig. 2.7, 2.8 e 2.9), risulta che complessivamente fino al 2020 le classi maggiormente consumate risultano quelle a permeabilità “moderatamente bassa” e “moderatamente alta”. Nel 2020 il consumo si è ancora una volta concentrato in queste due classi (236 ha e 318 ha rispettivamente) con altri 90 ha distribuiti tra le classi “bassa” (46 ha), “alta” (45 ha); la classe “molto alta” presenta addirittura un bilancio negativo (-6 ha) in quanto a fronte di 10 ha di nuovi consumi vi sono stati 16 ha di ripristini. Considerando il solo consumo irreversibile, dove l’impermeabilizzazione è totale, le perdite nelle 3 principali classi si riducono a 170 ha, 159 ha e 37 ha rispettivamente di suoli a permeabilità moderatamente bassa, moderatamente alta e alta. Più complessa è la valutazione per le aree di consumo reversibile, dove effetti di parziale impermeabilizzazione dovuti ad esempio alla compattazione si combinano con altri che determinano un aumento della permeabilità per l’asportazione di orizzonti meno permeabili. Fig. 2.7: Suolo consumato/non consumato al 2020 (in ettari) suddiviso per classi di permeabilità. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 25
Fig. 2.8: Distribuzione delle classi di permeabilità dei suoli della Fig. 2.9: Distribuzione del consumo di suolo totale nelle classi di Regione Veneto. permeabilità dei suoli (esterno) rispetto alla distribuzione del consumo riferito al solo ultimo anno nelle stesse classi (interno). Tab 2.3: Distribuzione dei suoli nelle varie classi di permeabilità dei suoli; a sinistra la distribuzione di tutti i suoli della regione, in centro il suolo consumato fino al 2020 e a destra il consumo di suolo dell’ultimo anno. Ettari consumati al Ettari consumati Permeabilità Totale suolo (ha) 2020 tra il 2019 e il 2020 2 66624 8780 45 3 596896 84476 236 4 676547 103219 317 5 372255 13239 44 6 18799 4767 -5 TOT 1731121 214480 639 2.3 Riserva idrica dei suoli La riserva idrica dei suoli o capacità d’acqua disponibile (AWC dall’inglese Available Water Capacity) è un importante parametro che interessa molteplici servizi ecosistemici quali la regolazione del ciclo dell’acqua e del microclima o la produzione di cibo. L’AWC rappresenta il quantitativo d’acqua presente all’interno del suolo, utilizzabile dalle piante e si determina come differenza tra la quantità d’acqua presente alla capacità di campo e quella al punto di appassimento permanente. La prima è la massima quantità d’acqua che può essere trattenuta una volta che sia stata eliminata l’acqua gravitazionale e corrisponde al termine della fase di drenaggio rapido, dopo che il suolo è stato saturato. La seconda corrisponde alla quantità d’acqua che rimane nel suolo nella situazione in cui le piante non riescono più ad assorbirla, appassendo quindi in modo irreversibile. L’AWC dipende dalle caratteristiche fisiche e chimiche del suolo e viene calcolata per l’intera profondità del suolo sommando i valori determinati nei singoli orizzonti (o strati). Fino all’anno scorso l’AWC veniva calcolata su una sezione di riferimento di 150 cm, o pari alla profondità della roccia, se inferiore; da quest’anno verrà calcolata su una sezione di 100 cm per uniformità con le regioni confinanti. Per soddisfare la richiesta di una carta dell’AWC uniforme per la pianura padana è stato eseguito un lavoro di correlazione dei dati e delle pedofunzioni di trasferimento (PTF) utilizzate per calcolare la densità apparente e il contenuto idrico a diversi valori di tensione, a cui hanno partecipato IPLA per la regione Piemonte, ERSAF per la Lombardia, ERSA-FVG per il Friuli Venezia Giulia, il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna e il CREA (fig. 2.10; per la descrizione della metodologia vedi nel rapporto nazionale sul consumo di suolo “Il consumo di suolo e la capacità di acqua disponibile dei suoli della pianura padano-veneta” in Munafò, M. - 2021. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021. Report SNPA 22/21, pagg. 233-236). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 26
Fig. 2.10: Capacità di acqua disponibile (AWC) nei suoli della pianura padano-veneta, calcolata su una sezione di 100cm; in rosso il consumo di suolo irreversibile 2020 (codici 1 e 11; da ISPRA, 2021). Il grafico di figura 2.11 rappresenta la capacità di immagazzinare acqua dei suoli del Veneto al 2020 e la capacità persa a causa del consumo di suolo, suddivisa per provincia; la perdita totale al 2020 è pari a 252 milioni di m3 di acqua (su una sezione di 100 cm). Considerando il solo consumo irreversibile dell’ultimo anno, la capacità di immagazzinare acqua piovana è stata ridotta per un valore stimato di quasi 500 mila m3 (vedi tabella 2.4); lo scorso anno (2018-2019) la riduzione calcolata era di 565mila m3, superiore ma solo perché era stata calcolata su una sezione di 150cm, mentre nell’anno precedente (2017-2018) era addirittura inferiore (sempre su una sezione di 150 cm), pari a 382 mila m3; questo nonostante il consumo irreversibile sia diminuito nel corso degli anni, perché è aumentata la quota di consumo che è passato da reversibile a irreversibile (vedi fig. 1.2). Non bisogna poi dimenticare che anche il consumo reversibile causa una riduzione della capacità dei suoli di immagazzinare acqua, che però risulta difficilmente quantificabile, pertanto non è stata considerata in questa stima. Le carte della riserva idrica dei suoli del Veneto in scala 1:250.000 e la carta in scala 1:50.000 (quest’ultima con un maggior livello di dettaglio delle informazioni ma che copre solo per la parte di regione rilevata a questa scala) sono disponibili sul geoportale ARPAV al link: http://geomap.arpa.veneto.it/. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 27
Tab. 2.4: Riserva idrica dei suoli. Volumi di acqua immagazzinabile persi a causa del consumo irreversibile tra il 2019 e il 2020. AWC persa Provincia 2019-2020 (m3) VR 120.344 VI 54.670 BL 19.145 TV 75.475 VE 61.784 PD 107.977 RO 57.062 Regione 496.457 Fig. 2.11: Riserva idrica dei suoli (AWC - milioni di m3), disponibile e persa per il consumo di suolo al 2020, suddivisa per provincia. ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 28
3. ESEMPI DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI CONSUMO 2020 La maggior parte del consumo 2020, come si era già verificato negli anni precedenti, è imputabile al cosiddetto consumo reversibile (figura 1.2), in particolare alla voce codificata come 122 “cantieri e altre aree in terra battuta”, che comprende anche piazzali, parcheggi, cortili, campi sportivi, depositi permanenti di materiali, ecc., purché non pavimentati; c’è da dire che questi diventeranno poi, nel corso degli anni successivi, consumo permanente per buona parte (solo nel corso di quest’anno 160 ha di consumo reversibile degli anni precedenti sono diventati consumo irreversibile, fig. 1.2). Le altre voci di consumo più importanti sono invece relative al consumo permanente (figura 1.3), in particolare edifici, residenziali, industriali e per servizi (codice 111; per un totale di 92+28=120 ha), parcheggi pavimentati (codice 116 “altre aree impermeabili/pavimentate non edificate: piazzali, parcheggi, cortili, campi sportivi, piscine, ecc. per un totale di 19+14=33 ha) e strade asfaltate (codice 112; 20 ha). Quest’anno spicca il consumo dovuto a nuove cave o ad ampliamenti di cave esistenti (codice 123), per un totale di 51 ha. Di seguito sono riportati alcuni tra gli esempi più significativi. 3.1 Costruzione di infrastrutture Fig. 3.1: Esempio di consumo di suolo per la costruzione di aree di servizio dell’A27 a Casale sul Sile in provincia di Treviso tra il 2019 e il 2020; l’area di cantiere è di circa 11 ha, di cui circa 2.100 m2 occupati da edifici (immagine 2018 a sinistra, 2020 a destra). ARPAV – Consumo di suolo e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Pag. 29
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