Consiglio Nazionale dei Geologi - 10- 11- 12 novembre 2018

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Consiglio Nazionale dei Geologi

     10-11-12 novembre 2018
Consiglio Nazionale dei Geologi - 10- 11- 12 novembre 2018
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                                          Foglio:1/1
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO BASILICATA Edizione
                                       del:12/11/18
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12/11/2018
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L'ESPERTO RISPONDE
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La Terra vista da un professionista: a
scuola con il Geologo
Appuntamento venerdì 16 novembre 2018 alle ore 10.30 al Liceo Classico Eugenio
Montale (Via di Bravetta, 545)
Redazione
12 novembre 2018 12:43

Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici dell’Italia centrale degli ultimi due anni e
la presenza di più vulcani attivi evidenziano come l’Italia sia un Paese fragile dal punto di vista del rischio sismico,
idrogeologico e vulcanico. È inaccettabile che si continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti. Un dato è
significativo: ancora oggi tra il 20 e 50% delle vittime è dovuto a comportamenti errati durante un sisma. Alla luce delle
recenti emergenze (e non solo) che hanno interessato l’intera penisola, i geologi rimarcano l’importanza e l’urgente
necessità di divulgare la cultura geologica e dei georischi nonché di adottare corretti comportamenti in caso di calamità
naturali.

A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli Ordini regionali, organizza il 16
novembre 2018 la II edizione della giornata dedicata all’informazione e alla prevenzione nelle scuole denominata
“La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo”. Nel corso della mattinata, in oltre 500 scuole primarie
e secondarie di tutte le regioni italiane, i geologi affronteranno le seguenti tematiche: la pericolosità e i rischi naturali, il
sistema della protezione civile e i corretti comportamenti da assumere in caso di emergenza. Nell’ambito della
manifestazione, la mattina del 16 novembre, alle ore 10.30, il Consiglio Nazionale dei Geologi organizza, in
collaborazione con l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l’egida della Protezione Civile, una conferenza stampa
presso il Liceo Classico Eugenio Montale (Via di Bravetta, 545) di Roma. Saranno presenti: Angelo Borrelli, Capo
Dipartimento della Protezione Civile, Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Adriana
Cavaglià, consigliere CNG con delega alla Protezione Civile, Marina Fabbri, coordinatrice della Commissione di
Protezione Civile dell’Ordine dei Geologi del Lazio.

L'iniziativa, che si rivolge agli studenti, è finalizzata alla diffusione della cultura geologica quale elemento necessario per
la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, alla divulgazione scientifica per una maggiore consapevolezza dei rischi
naturali, all'informazione sui corretti comportamenti per una popolazione consapevole e resiliente e alla divulgazione del
sistema di protezione civile all’interno del quale convergono anche i cittadini.
Invito conferenza stampa – La Terra vista
da un professionista: A scuola con il
Geologo – Venerdì 16 novembre ore 10.30
– Liceo Classico Eugenio Montale –
ROMA
by Redazione Redazione10 novembre 2018

(AGENPARL) – sab 10 novembre 2018

Invito alla conferenza stampa
La Terra vista da un professionista: A scuola con il Geologo – II edizione
Venerdì 16 novembre 2018 ore 10.30 – Liceo Classico Eugenio Montale (Via di Bravetta, 545)
Roma
Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici dell’Italia centrale
degli ultimi due anni e la presenza di più vulcani attivi evidenziano come l’Italia sia un Paese
fragile dal punto di vista del rischio sismico, idrogeologico e vulcanico. È inaccettabile che si
continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti. Un dato è significativo: ancora oggi tra
il 20 e 50% delle vittime è dovuto a comportamenti errati durante un sisma. Alla luce delle
recenti emergenze (e non solo) che hanno interessato l’intera penisola, i geologi rimarcano
l’importanza e l’urgente necessità di divulgare la cultura geologica e dei georischi nonché di
adottare corretti comportamenti in caso di calamità naturali.
A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli Ordini
regionali, organizza il 16 novembre 2018la II edizione della giornata dedicata all’informazione
e alla prevenzione nelle scuole denominata “La Terra vista da un professionista: a scuola con
il Geologo”. Nel corso della mattinata, in oltre 500 scuole primarie e secondarie di tutte le
regioni italiane, i geologi affronteranno le seguenti tematiche: la pericolosità e i rischi naturali, il
sistema della protezione civile e i corretti comportamenti da assumere in caso di emergenza.
Nell’ambito della manifestazione, la mattina del 16 novembre, alle ore 10.30, il Consiglio
Nazionale dei Geologi organizza, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto
l’egida della Protezione Civile, una conferenza stampa presso il Liceo Classico Eugenio
Montale (Via di Bravetta, 545) di Roma. Saranno presenti: Angelo Borrelli, Capo Dipartimento
della Protezione Civile, Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi,
Adriana Cavaglià, consigliere CNG con delega alla Protezione Civile, Marina Fabbri,
coordinatrice della Commissione di Protezione Civile dell’Ordine dei Geologi del Lazio.
L’iniziativa, che si rivolge agli studenti, è finalizzata alla diffusione della cultura geologica quale
elemento necessario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, alla divulgazione
scientifica per una maggiore consapevolezza dei rischi naturali, all’informazione sui corretti
comportamenti per una popolazione consapevole e resiliente e alla divulgazione del sistema di
protezione civile all’interno del quale convergono anche i cittadini.
Visualizza qui la mappa delle scuole di tutta Italia che aderiranno all’iniziativa

Roma, 10 novembre 2018
Stampato da Ottopagine.it

Rischio sismico, idrogeologico e
vulcanico in Italia
È inaccettabile che si continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti

Articolo pubblicato sabato 10 novembre 2018 alle 12.18

I geologi rimarcano l’importanza e l’urgente necessità di divulgare la cultura
geologica e dei georischi nonché di adottare corretti comportamenti in caso
di calamità naturali...

Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici
dell’Italia centrale degli ultimi due anni e la presenza di più vulcani attivi
evidenziano come l’Italia sia un Paese fragile dal punto di vista del rischio sismico,
idrogeologico e vulcanico da nord a sud.

                                                                                         1/2
È inaccettabile che si continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti.
Un dato è significativo: ancora oggi tra il 20 e 50% delle vittime è dovuto a
comportamenti errati durante un sisma. Alla luce delle recenti emergenze (e
non solo) che hanno interessato l’intera penisola, i geologi rimarcano
l’importanza e l’urgente necessità di divulgare la cultura geologica e dei
georischi nonché di adottare corretti comportamenti in caso di calamità
naturali.

A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli
Ordini regionali, organizza il 16 novembre 2018 la II edizione della giornata
dedicata all’informazione e alla prevenzione nelle scuole denominata “La Terra
vista da un professionista: a scuola con il Geologo”. Nel corso della mattinata, in
oltre 500 scuole primarie e secondarie di tutte le regioni italiane tra cui la
Campania, i geologi affronteranno le seguenti tematiche: la pericolosità e i rischi
naturali, il sistema della protezione civile e i corretti comportamenti da assumere in
caso di emergenza. Nell’ambito della manifestazione, la mattina del 16 novembre,
alle ore 10.30, il Consiglio Nazionale dei Geologi organizza, in collaborazione con
l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l’egida della Protezione Civile, una
conferenza stampa presso il Liceo Classico Eugenio Montale (Via di Bravetta, 545)
di Roma. Saranno presenti: Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione
Civile, Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Adriana
Cavaglià, consigliere CNG con delega alla Protezione Civile, Marina Fabbri,
coordinatrice della Commissione di Protezione Civile dell’Ordine dei Geologi del
Lazio.

L'iniziativa, che si rivolge agli studenti, è finalizzata alla diffusione della
cultura geologica quale elemento necessario per la salvaguardia del territorio
e dell’ambiente, alla divulgazione scientifica per una maggiore
consapevolezza dei rischi naturali, all'informazione sui corretti
comportamenti per una popolazione consapevole e resiliente e alla
divulgazione del sistema di protezione civile all’interno del quale convergono
anche i cittadini.
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A scuola con il geologo, seconda edizione
dell’evento organizzato dal CNG
Redazione 10 Novembre 2018

      La Terra vista da un professionista: A scuola con il Geologo – II edizione

   Venerdì 16 novembre 2018 ore 10.30 – Liceo Classico Eugenio Montale (Via di
                             Bravetta, 545) Roma

Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici dell’Italia
centrale degli ultimi due anni e la presenza di più vulcani attivi evidenziano come l’Italia sia
un Paese fragile dal punto di vista del rischio sismico, idrogeologico e vulcanico. È
inaccettabile che si continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti. Un dato è
significativo: ancora oggi tra il 20 e 50% delle vittime è dovuto a comportamenti errati
durante un sisma. Alla luce delle recenti emergenze (e non solo) che hanno interessato
l’intera penisola, i geologi rimarcano l’importanza e l’urgente necessità di divulgare la
cultura geologica e dei georischi nonché di adottare corretti comportamenti in caso di
calamità naturali.
A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli Ordini
regionali, organizza il 16 novembre 2018 la II edizione della giornata dedicata
all’informazione e alla prevenzione nelle scuole denominata “La Terra vista da un
professionista: a scuola con il Geologo”. Nel corso della mattinata, in oltre 500 scuole
primarie e secondarie di tutte le regioni italiane, i geologi affronteranno le seguenti
tematiche: la pericolosità e i rischi naturali, il sistema della protezione civile e i corretti
comportamenti da assumere in caso di emergenza. Nell’ambito della manifestazione, la
mattina del 16 novembre, alle ore 10.30, il Consiglio Nazionale dei Geologi organizza,
in collaborazione con l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l’egida della Protezione
Civile, una conferenza stampa presso il Liceo Classico Eugenio Montale (Via di
Bravetta, 545) di Roma. Saranno presenti: Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della
Protezione Civile, Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi,
Adriana Cavaglià, consigliere CNG con delega alla Protezione Civile, Marina Fabbri,
coordinatrice della Commissione di Protezione Civile dell’Ordine dei Geologi del Lazio.
L’iniziativa, che si rivolge agli studenti, è finalizzata alla diffusione della cultura geologica
quale elemento necessario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, alla
divulgazione scientifica per una maggiore consapevolezza dei rischi naturali,
all’informazione sui corretti comportamenti per una popolazione consapevole e resiliente e
alla divulgazione del sistema di protezione civile all’interno del quale convergono anche i
cittadini.

FONTE: COMUNICATO CNG
La Terra vista da un professionista: a scuola con il
Geologo
II edizione della giornata dedicata all’informazione e alla prevenzione nelle scuole
denominata “La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo”
A cura di Monia Sangermano

10 novembre 2018 - 15:52
Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici dell’Italia centrale degli ultimi due
anni e la presenza di più vulcani attivi evidenziano come l’Italia sia un Paese fragile dal punto di vista del rischio
sismico, idrogeologico e vulcanico. È inaccettabile che si continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti.
Un dato è significativo: ancora oggi tra il 20 e 50% delle vittime è dovuto a comportamenti errati durante un
sisma. Alla luce delle recenti emergenze (e non solo) che hanno interessato l’intera penisola, i geologi rimarcano
l’importanza e l’urgente necessità di divulgare la cultura geologica e dei georischi nonché di adottare corretti
comportamenti in caso di calamità naturali.

A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli Ordini regionali, organizza il
16 novembre 2018 la II edizione della giornata dedicata all’informazione e alla prevenzione nelle scuole
denominata “La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo”. Nel corso della mattinata, in oltre
500 scuole primarie e secondarie di tutte le regioni italiane, i geologi affronteranno le seguenti tematiche: la
pericolosità e i rischi naturali, il sistema della protezione civile e i corretti comportamenti da assumere in caso di
emergenza. Nell’ambito della manifestazione, la mattina del 16 novembre, alle ore 10.30, il Consiglio Nazionale
dei Geologi organizza, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l’egida della Protezione
Civile, una conferenza stampa presso il Liceo Classico Eugenio Montale (Via di Bravetta, 545) di Roma.
Saranno presenti: Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, Francesco Peduto, Presidente del
Consiglio Nazionale dei Geologi, Adriana Cavaglià, consigliere CNG con delega alla Protezione Civile, Marina
Fabbri, coordinatrice della Commissione di Protezione Civile dell’Ordine dei Geologi del Lazio.

L’iniziativa, che si rivolge agli studenti, è finalizzata alla diffusione della cultura geologica quale elemento
necessario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, alla divulgazione scientifica per una maggiore
consapevolezza dei rischi naturali, all’informazione sui corretti comportamenti per una popolazione consapevole e
resiliente e alla divulgazione del sistema di protezione civile all’interno del quale convergono anche i cittadini.

A cura di Monia Sangermano
News dai Comuni

La Terra vista da un professionista: A scuola con il
Geologo – II edizione

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Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici dell’Italia centrale
degli ultimi due anni e la presenza di più vulcani attivi evidenziano come l’Italia sia un Paese
fragile dal punto di vista del rischio sismico, idrogeologico e vulcanico. È inaccettabile che si
continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti. Un dato è signi cativo: ancora oggi tra il
20 e 50% delle vittime è dovuto a comportamenti errati durante un sisma. Alla luce delle
recenti emergenze (e non solo) che hanno interessato l’intera penisola, i geologi rimarcano
l’importanza e l’urgente necessità di divulgare la cultura geologica e dei georischi nonché di
adottare corretti comportamenti in caso di calamità naturali.

A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli Ordini
regionali, organizza il 16 novembre 2018 la II edizione della giornata dedicata all’informazione
e alla prevenzione nelle scuole denominata “La Terra vista da un professionista: a scuola con il
Geologo”. Nel corso della mattinata, in oltre 500 scuole primarie e secondarie di tutte le regioni

https://www.etnalife.it/la-terra-vista-da-un-professionista-a-scuola-con-il-geologo-ii-edizione/
12/11/2018                         La Terra vista da un professionista: A scuola con il Geologo – II edizione - etnalife

italiane, i geologi affronteranno le seguenti tematiche: la pericolosità e i rischi naturali, il
sistema della protezione civile e i corretti comportamenti da assumere in caso di emergenza.

L’iniziativa, che si rivolge agli studenti, è nalizzata alla diffusione della cultura geologica quale
elemento necessario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, alla divulgazione
scienti ca per una maggiore consapevolezza dei rischi naturali, all’informazione sui corretti
comportamenti per una popolazione consapevole e resiliente e alla divulgazione del sistema di
protezione civile all’interno del quale convergono anche i cittadini.
Appuntamento il 16 novembre

A scuola con il geologo: giornata dedicata alla
prevenzione
Coinvolte centinaia di scuole in tutta Italia
 REDAZIONE    12/11/2018 - 06:45

Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici dell’Italia
centrale degli ultimi due anni e la presenza di più vulcani attivi evidenziano come l’Italia sia un
Paese fragile dal punto di vista del rischio sismico, idrogeologico e vulcanico. È inaccettabile che si
continui a morire a causa di frane, alluvioni e terremoti.

   A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli Ordini
regionali, organizza il 16 novembre la II edizione della giornata dedicata all’informazione e alla
prevenzione nelle scuole denominata “La Terra vista da un professionista: a scuola con il
Geologo”. Nel corso della mattinata, in oltre 500 scuole primarie e secondarie di tutte le regioni
italiane, i geologi affronteranno le seguenti tematiche: la pericolosità e i rischi naturali, il sistema
della protezione civile e i corretti comportamenti da assumere in caso di emergenza. Nell’ambito
della manifestazione, la mattina del 16 novembre, alle ore 10.30, il Consiglio Nazionale dei
Geologi organizza, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l’egida della
Protezione Civile, una conferenza stampa presso il Liceo Classico Eugenio Montale (Via di
Bravetta, 545) di Roma.

    Saranno presenti: Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, Francesco
Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Adriana Cavaglià, consigliere CNG con
delega alla Protezione Civile, Marina Fabbri, coordinatrice della Commissione di Protezione Civile
dell’Ordine dei Geologi del Lazio. L'iniziativa, che si rivolge agli studenti, è finalizzata alla
diffusione della cultura geologica quale elemento necessario per la salvaguardia del territorio e
dell’ambiente, alla divulgazione scientifica per una maggiore consapevolezza dei rischi naturali,
all'informazione sui corretti comportamenti per una popolazione consapevole e resiliente e alla
divulgazione del sistema di protezione civile all’interno del quale convergono anche i cittadini.
Home / Cultura / Ambiente / La Terra vista da un professionista: A scuola con il
Geologo – II edizione Venerdì 16 novembre 2018 ore 10.30 – Liceo Classico Eugenio
Montale (Via di Bravetta, 545) Roma

La Terra vista da un professionista: A
scuola con il Geologo – II edizione
Venerdì 16 novembre 2018 ore 10.30 –
Liceo Classico Eugenio Montale (Via di
Bravetta, 545) Roma
Posted on 10 novembre 2018 by Ennapress in Ambiente

La Terra vista da un professionista: A scuola con il Geologo – II
edizione

Venerdì 16 novembre 2018 ore 10.30 – Liceo Classico Eugenio
Montale (Via di Bravetta, 545) Roma

Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli
eventi sismici dell’Italia centrale degli ultimi due anni e la presenza
di più vulcani attivi evidenziano come l’Italia sia un Paese fragile dal
punto di vista del rischio sismico, idrogeologico e vulcanico. È
inaccettabile che si continui a morire a causa di frane, alluvioni e
terremoti. Un dato è signi cativo: ancora oggi tra il 20 e 50% delle
vittime è dovuto a comportamenti errati durante un sisma. Alla luce
delle recenti emergenze (e non solo) che hanno interessato l’intera
penisola, i geologi rimarcano l’importanza e l’urgente necessità di
divulgare la cultura geologica e dei georischi nonché di adottare
corretti comportamenti in caso di calamità naturali.

A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la
collaborazione di tutti gli Ordini regionali, organizza il 16 novembre
2018 la II edizione della giornata dedicata all’informazione e alla
prevenzione nelle scuole denominata “La Terra vista da un
professionista: a scuola con il Geologo”. Nel corso della mattinata, in
oltre 500 scuole primarie e secondarie di tutte le regioni italiane, i
geologi a ronteranno le seguenti tematiche: la pericolosità e i rischi
naturali, il sistema della protezione civile e i corretti comportamenti
da assumere in caso di emergenza. Nell’ambito della
manifestazione, la mattina del 16 novembre, alle ore 10.30, il
Consiglio Nazionale dei Geologi organizza, in collaborazione con
l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l’egida della Protezione Civile,
una conferenza stampa presso il Liceo Classico Eugenio Montale
(Via di Bravetta, 545) di Roma. Saranno presenti: Angelo Borrelli,
Capo Dipartimento della Protezione Civile, Francesco Peduto,
Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Adriana Cavaglià,
consigliere CNG con delega alla Protezione Civile, Marina Fabbri,
coordinatrice della Commissione di Protezione Civile dell’Ordine dei
Geologi del Lazio.

L’iniziativa, che si rivolge agli studenti, è nalizzata alla di usione
della cultura geologica quale elemento necessario per la
salvaguardia del territorio e dell’ambiente, alla divulgazione
scienti ca per una maggiore consapevolezza dei rischi naturali,
all’informazione sui corretti comportamenti per una popolazione
consapevole e resiliente e alla divulgazione del sistema di
protezione civile all’interno del quale convergono anche i cittadini.

Visualizza qui la mappa delle scuole di tutta Italia che aderiranno
all’iniziativa
La Terra vista da un professionista: A scuola con il Geologo – II
edizione
LUNEDÌ 12 NOVEMBRE 2018 11:28 REDAZIONE* VISITE: 14

Venerdì 16 novembre 2018 ore 10.30 – Liceo Classico Eugenio
Montale (Via di Bravetta, 545) Roma

Roma, 12 novembre 2018. - Redazione*

Le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio nazionale, gli eventi sismici
dell'Italia centrale degli ultimi due anni e la presenza di più vulcani attivi
evidenziano come l'Italia sia un Paese fragile dal punto di vista del rischio
sismico, idrogeologico e vulcanico. È inaccettabile che si continui a morire a
causa di frane, alluvioni e terremoti. Un dato è significativo: ancora oggi tra il
20 e 50% delle vittime è dovuto a comportamenti errati durante un sisma. Alla
luce delle recenti emergenze (e non solo) che hanno interessato l'intera
penisola, i geologi rimarcano l'importanza e l'urgente necessità di divulgare la
cultura geologica e dei georischi nonché di adottare corretti comportamenti in caso di calamità naturali.

A tal proposito, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione di tutti gli Ordini regionali, organizza il 16
novembre 2018 la II edizione della giornata dedicata all'informazione e alla prevenzione nelle scuole denominata
"La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo". Nel corso della mattinata, in oltre 500 scuole
primarie e secondarie di tutte le regioni italiane, i geologi affronteranno le seguenti tematiche: la pericolosità e i
rischi naturali, il sistema della protezione civile e i corretti comportamenti da assumere in caso di emergenza.
Nell'ambito della manifestazione, la mattina del 16 novembre, alle ore 10.30, il Consiglio Nazionale dei Geologi
organizza, in collaborazione con l'Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l'egida della Protezione Civile, una
conferenza stampa presso il Liceo Classico Eugenio Montale (Via di Bravetta, 545) di Roma. Saranno presenti:
Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale
dei Geologi, Adriana Cavaglià, consigliere CNG con delega alla Protezione Civile, Marina Fabbri, coordinatrice
della Commissione di Protezione Civile dell'Ordine dei Geologi del Lazio.

L'iniziativa, che si rivolge agli studenti, è finalizzata alla diffusione della cultura geologica quale elemento
necessario per la salvaguardia del territorio e dell'ambiente, alla divulgazione scientifica per una maggiore
consapevolezza dei rischi naturali, all'informazione sui corretti comportamenti per una popolazione consapevole e
resiliente e alla divulgazione del sistema di protezione civile all'interno del quale convergono anche i cittadini.

Visualizza qui la mappa delle scuole di tutta Italia che aderiranno all'iniziativa

*comunicato
Trent’anni di inerzia: l’eterna                                                      incompiuta                      del
censimento sugli abusi edilizi
12 novembre 2018 - Valeria Uva

Dal 1985 a oggi, ogni riapertura dei condoni è sempre stata accompagnata
dall’impegno a realizzare un monitoraggio delle costruzioni fuorilegge, poi
puntualmente disatteso

                                               Trentatré anni non sono bastati per far partire l’osservatorio
                                               sull’abusivismo edilizio. Risale al 1985, infatti, in abbinata con il primo
                                               maxi-condono edilizio, l’originario tentativo di creare una mappa delle
                                               costruzioni abusive sul nostro territorio. Lo Stato, da una parte, chiudeva
                                               un occhio sulle costruzioni illegali realizzate fino a quel momento e,
                                               dall’altra, prendeva il solenne impegno di voltare pagina. E di cominciare
                                               a monitorare il fenomeno. Conoscere per demolire, insomma.

                                              Trentatré anni e tre condoni dopo (l’ultimo pronto a partire per Ischia e
                                              le aree terremotate del Centro Italia) l’Osservatorio è rimasto sulla carta.
                                              Tanto che per conoscere l’andamento del fenomeno le uniche stime
                                              ritenute credibili sono quelli di istituti di ricerca privati, come il Cresme
                                              che calcola una media di 20mila nuovi abusi ogni anno.
                                              Paradossalmente un censimento dell’abusivismo si deve al Fisco. In
                                              particolare all’operazione «Case fantasma», realizzata tra il 2007 e il
                                              2009. Sovrapponendo alle mappe catastali le fotografie aeree, sono
                                              venute fuori anomalie in oltre la metà delle particelle (si veda l’articolo in
basso). Una fotografia sfocata, perché non tutte le anomalie possono essere ricondotte ad abusi veri e propri, ma certo
è l’unica realizzata da una pubblica amministrazione.

Eppure non c’è dubbio che una banca dati completa e aggiornata degli abusi sarebbe stata certamente utile. Per
esempio per evitare tragedie come quelle siciliana di Casteldaccia, dove nove persone hanno perso la vita travolte
dall’esondazione del fiume Milicia in una villetta risultata completamente abusiva perché si trovava in una zona di
inedificabilità assoluta .

Quei buoni propositi del 2003
Certo ogni tanto i buoni propositi di monitorare il fenomeno ritornano. Ad esempio nel 2003. Anche allora – guarda
caso - era in rampa di lancio un altro condono edilizio (il terzo). Il governo Berlusconi, dopo aver riaperto le sanatorie
precedenti, era tornato a promettere un futuro pugno duro contro i nuovi abusi. Come? Ma con un censimento,
naturalmente. La norma che modificava il Testo unico dell’edilizia (articolo 41) recitava: «Entro il mese di dicembre di
ogni anno il dirigente o il responsabile del servizio trasmette al prefetto l’elenco delle opere non sanabili» .
L’obiettivo in questo caso era di attivare l’organo di Governo per la demolizione. Ma è finita male: stavolta per “colpa”
della Corte costituzionale che ha bocciato la norma.
Da allora, complice anche il riordino delle competenze urbanistiche tra Stato e Regioni, il monitoraggio centralizzato è
rimasto affidato alle segnalazioni che i segretari comunali dovrebbero compilare mensilmente sugli abusi censiti dalla
polizia giudiziaria. In teoria una massa enorme di dati: 12 rapporti l’anno per ognuno degli 8mila Comuni. Ma – anche
ammettendo che tutti adempiano davvero - si tratta di un’arma spuntata in partenza: nell’epoca degli open data il
ministero delle Infrastrutture ha chiesto l’invio in formato Pdf, «in assenza dell’operatività dell’Osservatorio» come
spiega l’ultimo “Conto annuale” dove peraltro si sottolinea che i Comuni continuano a trasmettere «in maniera
disordinatissima».

La legge di bilancio 2018
Ci riprova la legge di Bilancio di quest’anno. Con una nuova «banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio, di cui si
avvalgono le amministrazioni statali, regionali e comunali nonché gli uffici giudiziari competenti». Ma quasi un anno
dopo manca il decreto attuativo - il titolare è oggi il ministro Danilo Toninelli - ed è ancora tutto fermo. Forse anche
perché la legge si è dimenticata di fare in modo che i pochi fondi assegnati (500mila euro) fossero disponibili già da
quest’anno, posticipandoli invece al 2019.
Viaggia velocissima, invece, l’ennesima sanatoria. Sul carro del decreto legge per Genova ha trovato posto un ulteriore
condono sia per gli abusi edilizi di Ischia che per quelli compiuti nei Comuni terremotati del Centro Italia. Salvo
improbabili sorprese, il condono sarà a breve disponibile. A massimo entro il 27 novembre, data entro la quale il Dl
109 dovrà essere convertito in legge.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
12 Nov 2018

Lavori dei piccoli comuni a rischio caos con
il nuovo obbligo di affidare le gare alle
Province
Laura Savelli

Centrali di committenza nel mirino del disegno di legge di bilancio. Nell'articolo 16, comma 4,
del Ddl, è infatti contenuta una modifica dell'articolo 37, comma 5, del Codice dei contratti il
quale, una volta approvata la manovra, introdurrà da un lato la circoscrizione dell'ambito
territoriale di riferimento delle centrali di committenza al territorio provinciale o metropolitano,
e dall’altro lato la specifica previsione secondo cui - solamente per gli appalti di lavori pubblici -
i comuni non capoluogo di provincia dovranno ricorrere alla stazione unica appaltante costituita
presso le province e le città metropolitane: tutto ciò, fino a quando non verrà messo a punto il
sistema di qualificazione introdotto dall'articolo 38 del Dlgs. n. 50/2016.
Questa disposizione prenderà dunque il posto dell'attuale versione del comma 5, che rimanda
invece all'adozione di un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri l'individuazione
degli ambiti territoriali di riferimento delle centrali di committenza in forma di aggregazioni di
comuni non capoluogo di provincia: Dpcm che avrebbe dovuto essere adottato entro sei mesi
dall'entrata in vigore del Codice e che, come altri provvedimenti di attuazione, non è mai giunto
al suo varo definitivo.
Ma,il testo della modifica, attualmente all'esame del Parlamento, già sembra prestare il fianco ad
alcuni dubbi interpretativi, con particolare riferimento al raccordo di tale previsione con le altre
norme che riguardano, in particolar modo, la centralizzazione della committenza per i comuni
non capoluogo di provincia.
Le regole vigenti
Ad oggi, l'articolo 37, comma 1, del d.lgs. n. 50/2016 riconosce in via generale alle stazioni
appaltanti la possibilità di affidare lavori di importo inferiore a 150 mila euro (nonché servizi e
forniture al di sotto dei 40 mila euro), a prescindere dal fatto di possedere o no una
qualificazione, necessariamente richiesta invece per tutti gli affidamenti di valore superiore a
queste soglie. In questi ultimi casi, dunque, le Pa. non qualificate hanno soltanto due alternative
per la gestione delle gare: rivolgersi ad una centrale di committenza o aggregarsi ad una o più
stazioni appaltanti qualificate.
A questa regola, fanno parzialmente eccezione i lavori di manutenzione ordinaria di importo
compreso tra 150 mila e 1 milione di euro (unitamente ai servizi e alle forniture stimate tra 40
mila euro e la soglia Ue). Per queste ipotesi, il comma 2 dell'articolo 37 chiede comunque alle
amministrazioni qualificate di utilizzare - seppur autonomamente - gli strumenti telematici di
negoziazione messi a disposizione dalle centrali di committenza (che debbono essere sempre
qualificate) e, solo in caso di indisponibilità di tali strumenti, si consente alle stazioni appaltanti

                                                                                                     1/3
di procedere con lo svolgimento di una procedura di gara oppure di operare con una centrale di
committenza o mediante aggregazione ad una o più Pa qualificate.
Naturalmente, questo impianto regge, per il momento, sulla base di una disposizione
transitoria, vale a dire l'articolo 216, comma 10, del Codice, il quale ha stabilito che, fino alla data
di entrata in vigore del sistema di qualificazione di cui all'articolo 38, i requisiti qualificanti di
una Pa sono soddisfatti mediante l'iscrizione all'anagrafe unica delle stazioni appaltanti (Ausa)
istituita presso l'Anac (dall'articolo 33-ter del Dl 179/2012); e quindi, tutte le Pa che risultano
iscritte negli elenchi dell'Autorità, si presumono qualificate fino a quando non entrerà a regime
il definitivo sistema di qualificazione.
I comuni non capoluogo di provincia
Queste regole generali sono state estese - come specifica poi il comma 4 dell'articolo 37 - anche
ai comuni non capoluogo di provincia. Quindi, allo stesso modo, per tali soggetti è contemplata
sia la possibilità di agire in maniera autonoma per i lavori di importo fino a 150 mila euro (oltre
che per i servizi e le forniture fino a 40 mila euro), sia la contestuale possibilità di utilizzare gli
strumenti telematici di negoziazione messi a disposizione dalle centrali di committenza per
evitare gli obblighi di centralizzazione per i lavori di manutenzione ordinaria ricompresi tra 150
mila euro e 1 milione di euro (nonché per i servizi e le forniture tra i 40 mila euro e la soglia Ue).
Sono queste infatti le norme che, fino ad oggi, hanno permesso soprattutto agli enti locali
minori di provvedere più agevolmente alla gestione della maggior parte dei contratti pubblici,
ricorrendo ad esempio al Mercato Elettronico della Pa (Mepa).
Per tutte le altre ipotesi di affidamento, questi soggetti hanno tre alternative: 1) ricorrere ad una
centrale di committenza o a soggetti aggregatori qualificati; 2) utilizzare lo strumento unioni,
associazioni o consorzi di comuni, che assolvano al ruolo di centrale di committenza; 3)
avvalersi della stazione unica appaltante costituita presso le varie province, città metropolitane
o gli enti di area vasta.
Gli effetti delle modifiche del ddl di bilancio
In questo contesto, la modifica introdotta con la manovra finanziaria sembra avere un impatto
proprio sull'attività dei comuni non capoluogo di provincia.
Dalla lettura della disposizione, si riconosce infatti a tali soggetti la sola possibilità di far ricorso
alle stazioni uniche appaltanti costituite presso le province e le città metropolitane che, ad oggi,
rappresenta invece una delle alternative presenti nella terna fornita dal comma 4 dell'articolo 37
del Codice.
Pertanto, da questo punto di vista, la futura previsione pone innanzi tutto l'interrogativo se
l'utilizzo della stazione unica appaltante costituirà l'unico strumento a disposizione dei comuni
non capoluogo di provincia per l'affidamento dei lavori pubblici di importo superiore a 150 mila
euro.
Se così fosse, infatti, la modifica rappresenterebbe una deroga alle altre soluzioni rappresentate
dalla costituzione di un’unione di comuni o dal ricorso ad altre centrali di committenza
piuttosto che ad altri soggetti aggregatori, che avrebbe tuttavia un'efficacia limitata al periodo di
«attesa della qualificazione delle stazioni appaltanti di cui all'articolo 38».
Ma, a questo dubbio, si aggiunge soprattutto quello relativo all'ambito di applicazione della
modifica, che viene circoscritta genericamente all'affidamento dei lavori pubblici, a prescindere
dalla loro base d’asta. Da quest'ultimo punto di vista, infatti, la norma non sembra considerare
né che il comma 1 dell'articolo 37 ha fissato una regola generale, che impone ai comuni non
capoluogo di provincia di affidare la gara a soggetti centralizzati solo se l'opera da realizzare
vale oltre 150 mila euro; né che il comma 2 dell'articolo 37 prevede, per i lavori di manutenzione
ordinaria di valore stimato tra 150 mila e 1 milione di euro, l'obbligo di utilizzare

                                                                                                       2/3
autonomamente gli strumenti telematici di negoziazione messi a disposizione dalle centrali di
committenza.
In altri termini, se l'interpretazione fosse corretta, dall'entrata in vigore della legge di bilancio, i
comuni non capoluogo di provincia dovrebbero sempre ed in ogni caso - per i lavori pubblici -
far ricorso alle stazioni uniche appaltanti istituite presso le province e le città metropolitane,
senza considerare quanto già stabilito dai restanti commi dell'articolo 37; mentre, per i servizi e
le forniture, resterebbe tutto invariato, dal momento che la norma interessa solo il comparto dei
lavori.
Resta il fatto che si tratta di una modifica limitata, in quanto strettamente legata alla messa a
punto del sistema di qualificazione, ma i rallentamenti che stanno accompagnando la sua
attuazione richiedono probabilmente una norma che, essendo destinata ad essere applicata fino
ad una data ancora incerta, non crei difficoltà operative alle stazioni appaltanti a causa dei suoi
contenuti a tratti contrastanti con le disposizioni vigenti.

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MONDO
Oltre 30 morti negli incendi che soffocano la California.
Trump: “Distruzione catastrofica”
Oltre 200 i dispersi. In fuga anche molti vip di Hollywood

AFP

PUBBLICATO IL 11/11/2018
ULTIMA MODIFICA IL 12/11/2018 ALLE ORE 08:43

Continua ad aggravarsi il bilancio degli incendi in California: sono 31 le persone che hanno perso la vita e i numeri
sembrano destinati a crescere visto che sono 228 le persone che risultano disperse. I soccorritori hanno recuperato 29
corpi nella zona della città distrutta di Paradise, e altri due cadaveri sono stati ritrovati vicino Los Angeles.

Camp Fire, l’incendio più potente che sta devastando il nord della California, è cresciuto a 111 mila acri ed è stato
contenuto solo per il 25%. Oltre 50 mila persone sono ancora costrette fuori casa, di cui 1.300 in rifugi. Nessun nuovo
ordine di evacuazione è stato dato da sabato a oggi ma le autorità hanno avvertito di restare in allerta a causa delle
condizioni meteo avverse, con forti venti e bassa umidità

Una coltre di fumo e cenere che avvelena l’aria, anche sulla baia di San Francisco. «È il peggior incendio della storia
della California», affermano i soccorritori, parlando di un inferno mai visto nel Golden State, eppure abituato negli
ultimi anni a roghi sempre più devastanti. Questo - spiegano gli esperti - soprattutto per colpa di una siccità senza
precedenti, a dispetto del Presidente Trump che non crede agli effetti dei cambiamenti climatici. E continua nelle ultime
ore a puntare il dito sulla cattiva gestione delle foreste come causa dei disastri, tanto da minacciare via Twitter il taglio
dei fondi federali.

Ma per chi sul posto è impegnato in una drammatica corsa contro il tempo la polemica politica in questo momento non
conta assolutamente nulla. Le immagini dei media locali danno l’esatta dimensione del dramma, con il fuoco che ha
letteralmente divorato ogni cosa: boschi, foreste, case, capannoni industriali, strade. E un mare di automobili,
intrappolate, investite dal muro di fuoco e ridotte a un cumulo di cenere e ferraglia. Quelle auto dentro cui è stata trovata
la maggior parte delle vittime. Le abitazioni distrutte sono oltre 7 mila e la cittadina di Paradise, 27 mila abitanti a nord
della capitale Sacramento, dove si registra il maggior numero di morti e dispersi, è stata praticamente cancellata dal
rogo.

Tre i fronti che vigili del fuoco, protezione civile e volontari devono affrontare, da nord a sud dello stato. Le fiamme
sono arrivate ad assediare anche alcune aree di Los Angeles, immediatamente evacuate, compreso lo zoo. Mentre si
lotta disperatamente per fermare il fuoco alle porte della rinomata località di Malibù, affacciata sull’Oceano Pacifico,
dove si trovano le ville di vip come la star dei reality Kim Kardashian, gli attori Martin Sheen e Orlando Bloom, le
popstar Cher e Lady Gaga. Tutti in queste ore twittano e postano le drammatiche immagini attorno alle loro residenze.

L’abitazione di Caitlyn Jenner sarebbe stata rasa al suolo e il regista messicano Guillermo del Toro ha dovuto
abbandonare la sua Bleak House, che ospita una vasta collezione di manga e oggetti legati all’immaginario giapponese.

Tante le persone rimaste isolate nelle zone più interne ancora non raggiunte dai soccorsi che stanno incontrando enormi
difficoltà, con le strade bloccate dal fuoco e da auto e mezzi abbandonati. Mentre interi paradisi naturalistici sono oramai
ridotti in cenere.I danni sono enormi e rischiano di incidere sull’economia dello stato che ha già dovuto scontare i costi
dei tanti incendi che negli ultimi anni hanno preceduto il maxi rogo di questi giorni.
Ischia e Centro Italia, in cosa
consiste il condono edilizio
di Alessandra Marra
Il decreto Genova consente nell'isola di valutare le domande con le regole del 1985, nel
cratere del sisma di sanare abusi commessi fino al 2016

Fonte: Sito del Dipartimento della Protezione Civile - Presidenza del Consiglio dei Ministri

12/11/2018 – Nel cratere del sisma del Centro Italia sarà possibile sanare le
difformità edilizie effettuate fino ad agosto 2016 e gli abusi che rientrano nel tetto
del 20% extra di cubatura per gli edifici colpiti dal sisma 2016; a Ischia sarà
possibile concludere i procedimenti ancora pendenti per gli immobili danneggiati
dal sisma del 2017 facendo riferimento alle disposizioni ‘più elastiche’ del primo
condono.

A prevederlo la bozza di conversione in legge del DL Genova, in discussione al
Senato.

Condono Centro Italia: cosa prevede il decreto Genova
L’articolo 39-ter del DL Genova permette nelle regioni del Centro Italia colpite
dal sisma 2016 di sanare gli abusi recenti eseguiti nei successivi 13 anni dal
condono del 2003 (ovvero dal 2003 al 2016). La norma riguarda gli interventi
realizzati sugli edifici privati danneggiati.

La SCIA in sanatoria potrà essere presentata dal proprietario dell'immobile
“anche contestualmente alla domanda di contributo” per la
riparazione/ricostruzione dell’immobile danneggiato.

C’è, però, una condizione da rispettare: i progetti di riparazione e/o ricostruzione
dell'immobile danneggiato devono essere compatibili con la “disciplina
vigente al momento della presentazione del progetto”. Inoltre, l’acquisizione
dell'autorizzazione sismica rilasciata dal competente ufficio tecnico della Regione
deve avvenire prima della domanda di presentazione della SCIA in deroga.

Per sanare la situazione il provvedimento prevede il pagamento di una
sanzione di importo compreso tra 516 e 5.164 euro, in misura determinata dal
responsabile del procedimento comunale in relazione all'aumento di valore
dell'immobile.

Il provvedimento permette di sanare non solo ‘piccoli abusi’ ma anche gli
interventi edilizi di manutenzione straordinaria riguardanti le parti strutturali
dell'edificio, gli interventi di restauro e di risanamento conservativo e gli
interventi di ristrutturazione edilizia. Ciò significa che sarà possibile condonare
anche lo spostamento di un muro portante o la realizzazione di nuove aperture.

In più, la norma consente di sanare un aumento di volumetria fino al
20%, utilizzando le norme del Piano Casa. In questo caso sarà possibile condonare
la realizzazione di una veranda sul balcone o addirittura una piccola
sopraelevazione. Il contributo, però, non spetta per la parte relativa
all'incremento di volume.

Infine, la disposizione prevede che si possa andare in deroga all’art. 34 del DPR
380/2001, aumentando la tolleranza dal 2 al 5% di volumetria per cui
una difformità edilizia non viene considerata tale.
Per poter applicare queste disposizioni è necessario che le costruzioni non siano
state interessate da interventi edilizi totalmente abusivi per i quali sono stati
emessi i relativi ordini di demolizione.

Condono Ischia: cosa prevede il decreto Genova
Il DL Genova cerca di accelerare le richieste di condono pendenti per gli
immobili distrutti o danneggiati dal sisma di agosto 2017, e di concludere i
procedimenti entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di
conversione.

L’art. 25 prevede che vengano definite le istanze pendenti relative agli immobili
distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017, presentate ai sensi dei tre
condoni (Legge 47/1985, Legge 724/1994 e Legge 326/2003); tali istanze, però,
andranno riesaminate seconde le regole della Legge 47/1985 (primo condono).
Tra le disposizioni ‘più generose’ contenute nel primo condono ci sono quelle che
permettono di presentare istanza di sanatoria per: opere senza concessione
edilizia o in difformità, opere insistenti su aree vincolate (a determinate
condizioni), opere in contrasto con alcune norme urbanistiche, opere in contrasto
con la disciplina delle distanze minime (se non costituiscano minaccia alla
sicurezza del traffico).

Per il via libera alle pratiche sarà necessario il rilascio del parere dell’autorità
preposta alla tutela del vincolo paesaggistico.

Saranno escluse della sanatoria le opere eseguite da soggetti condannaticon
sentenza definitiva, per alcuni delitti (tra cui quello di associazione mafiosa). Il
contributo non sarà concesso per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume
oggetto del condono.

Condoni edilizi: le accuse al Governo
Legambiente, dopo l'approvazione alla Camera del DL Genova, ha chiesto ai
senatori, di “modificare il Decreto togliendo ogni riferimento al condono Craxi,
e prevedendo per i tre comuni dell’isola di Ischia anche risorse adeguate per
costituire temporaneamente un gruppo di tecnici che avrà l’esclusivo compito di
chiudere le pratiche di condono ancora aperte facendolo attraverso le tre leggi di
riferimento, del 1985, del 1994 e del 2003”.

Per la parte riguardante gli interventi nelle aree del centro Italia Legambiente
chiede di “eliminare la possibilità di sanare difformità fino ad agosto 2016,
mantenendo i termini del condono del 2003 come data massima, e che si elimini
quella deroga che fa aumentare la tolleranza dal 2 al 5 per cento di incremento di
volumetria per cui una difformità edilizia non viene considerata tale, con la
conseguenza che non si pagheranno multe e si potrà ricevere il contributo pubblico
anche per quell’aumento di volumetria”.
Anche i Sindacati edili sono contrari alle disposizioni sul condono; i segretari
generali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil ,infatti, hanno dichiarato:
“E’inaccettabile riaprire vecchi condoni in aree colpite dalle emergenze, come
pensare a nuovi condoni, una beffa per i cittadini che hanno rispettato le leggi. In
questo modo, inoltre, si corrono parecchi rischi: compromettere la ricostruzione,
che deve essere basata sulla qualità e la sostenibilità ambientale; allungare i tempi
della ricostruzione; ingenerare confusione normativa, che si andrebbe ad
aggiungere alla già difficile situazione della gestione della ricostruzione. Non si
possono affrontare le emergenze ricostruttive attraverso il condono delle
irregolarità passate”.

Durante il Question Time dello scorso 7 novembre, l’ex Ministro delle
Infrastrutture, Graziano Delrio, ha accusato il Governo di aver istituito un nuovo
condono e perciò ha chiesto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di
smantellarlo.
Condono edilizio: come si difende il Governo
Con riguardo alla questione di Ischia, Il Presidente Conte ha dichiarato: “risultano
28 mila domande di condono, che risalgono a oltre vent'anni fa. Per il ristoro dei
danni provocati dal terremoto ai privati, il Governo ha deciso, per 1.100 case
danneggiate, di esaminare le istanze avviate molti lustri orsono. Il relativo decreto
ha semplicemente, quindi, disposto la definizione delle istanze di condono già
presentate anni orsono”.

Infine, Conte ha precisato: “Laddove gli immobili siano stati costruiti in aree
sottoposte a vincoli idrogeologici o altri vincoli, la regolarizzazione
evidentemente non andrà in alcun modo concessa”.
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Decreto Legge 28/09/2018 n.109
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sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze (Dl Emergenze)
Antisismica, dal 15 dicembre le gare
per adeguare 721 immobili dello
Stato
di Alessandra Marra
L’Agenzia del Demanio investirà 1,1 miliardi di euro in 10 anni per la riqualificazione
sismica ed energetica

Riccardo Carpino Fonte foto: Camera dei Deputati

12/11/2018 – L’Agenzia del Demanio bandirà, entro il 15 dicembre, gare per
riqualificare 721 immobili pubblici nelle aree a maggior rischio sismico.

Ad anticiparlo il direttore dell’Agenzia del Demanio, Riccardo Carpino, durante
l’audizione alla commissione Finanze della Camera dei Deputati.

Riqualificazione sismica ed energetica: le azioni dell’Agenzia
Le gare per la riqualificazione di 721 immobili fanno parte delle linee
programmatiche dell’Agenzia del Demanio che mirano a razionalizzare gli spazi
utilizzati dalle pubbliche amministrazioni rendendoli efficienti dal punto di vista
sismico ed energetico.

In particolare, la riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico prevede un
ampio capitolo dedicato all’efficientamento energetico e alla prevenzione del
rischio sismico con uno stanziamento decennale di circa 1,1 miliardi di euro, di
cui 950 milioni di euro da dedicare a piani di riqualificazione sismica.

Si partirà con gare per riqualificare 721 immobili nelle aree a rischio sismico 1 e 2
e nel 2019 si aggiungeranno nuove azioni verso le zone a rischio sismico 3. Per
abbreviare i tempi l’Agenzia ha pensato ad un nuovo approccio che permetterà
l’affidamento contestuale di audit e dei progetti di fattibilità tecnico economica.

Razionalizzazione degli immobili pubblici
L’Agenzia del Demanio, inoltre, è al lavoro per attuare nuove soluzioni allocative
che permetteranno di ridurre gli attuali 810 milioni di euro pagati per gli affitti
passivi, conseguendo un risparmio stimato in 69 milioni al 2023 a cui si
aggiungono ulteriori 62 milioni di euro previsti per il 2025.

Durante l’audizione il direttore ha anche rappresentato il quadro complessivo in
merito a vendite e valorizzazioni degli immobili pubblici: nel quadriennio 2015-
2018, l'Agenzia ha attivato mediamente ogni anno procedure per la cessione di
circa 1.000 immobili, finalizzandone circa il 30% per un incasso medio annuo di
oltre 20 milioni.

Per quanto attiene alle vendite straordinarie, nel periodo 2013-2017 sono stati
dismessi 86 beni per un valore di circa 800 milioni di euro, di cui 58 di proprietà
dello Stato venduti per un introito pari a circa 460 milioni.

Sul fronte delle valorizzazioni con la procedura del federalismo demaniale
culturale 142 immobili di pregio storico-artistico, per un valore di circa 600
milioni di euro, sono stati trasferiti a titolo gratuito a Comuni, Province, Regioni e
Città Metropolitane sulla base di un progetto di recupero che ne garantisce la
tutela, la salvaguardia, l’utilizzo e la conservazione. Mentre con il federalismo
ordinario i trasferimenti hanno coinvolto quasi 5.000 immobili di cui il 45% ha
mantenuto una destinazione d’uso pubblica mentre il 25% è stato destinato alla
messa a reddito.
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