CONGRESSO NAZIONALE SIUST - Verona, 18-20 Ottobre 2018 Società Italiana Ustioni - SIUST Verona 2018

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CONGRESSO NAZIONALE SIUST - Verona, 18-20 Ottobre 2018 Società Italiana Ustioni - SIUST Verona 2018
Società Italiana Ustioni

CONGRESSO NAZIONALE SIUST
      Verona, 18-20 Ottobre 2018
           Camera di Commercio di Verona
     Auditorium Domus Mercatorum · Corso Porta Nuova, 96

    ABSTRACT
    BOOK
CONGRESSO NAZIONALE SIUST - Verona, 18-20 Ottobre 2018 Società Italiana Ustioni - SIUST Verona 2018
Società Italiana Ustioni

                                                               CONGRESSO NAZIONALE SIUST
                                             Verona, 18-20 Ottobre 2018                Auditorium Domus Mercatorum · Camera di Commercio di Verona

                                                             CON IL PATROCINIO DI

INDICE

Patrocini.......................................................................................................................................pag. 2
Benvenuto....................................................................................................................................pag. 3
Comitati & Segreterie....................................................................................................................pag. 4
Indice degli Abstract.....................................................................................................................pag. 5
Elenco Abstract.............................................................................................................................pag. 7
Indice dei video...........................................................................................................................pag. 40
Elenco dei video..........................................................................................................................pag. 41
Indice degli Autori.......................................................................................................................pag. 51
Sponsor......................................................................................................................................pag. 52

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BENVENUTO

Cari Colleghi
con orgoglio e con piacere Verona, la nostra città, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Uman-
ità, ospita il 23° Congresso della Società Italiana Ustioni.
La sua storia, le sue piazze ed i suoi monumenti fanno da splendida cornice ad un evento che
è per tutti noi un’occasione per confrontarci in amicizia, ma con professionalità ed entusiasmo,
sulle quotidiane problematiche di questa branca della chirurgia ricostruttiva che così tanto ci
sta a cuore.
Sono presenti importanti Ospiti stranieri che, insieme a tutti i Colleghi Italiani, metteranno a
fuoco lo stato dell’arte sulla malattia da ustione nel terzo millennio.
Ci aspettano tre giorni di intenso e proficuo lavoro, ma confido che riusciremo a ritagliare qual-
che scampolo di tempo per godere della bellezza e delle peculiarità della città che, ospitale, Vi
attende.

Benvenuti a Verona!

                                                                                        Maurizio Governa

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COMITATI & SEGRETERIE

PRESIDENTE DEL CONGRESSO
Maurizio Governa
Direttore U.O.C. di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona
Presidente Uscente Società Italiana Ustioni

PRESIDENTE ONORARIO
Dino Barisoni

SEGRETERIA SCIENTIFICA
Jasminka Minić
Enrico Vigato

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA & PROVIDER
COGEST M. & C. srl
Vicolo San Silvestro 6, 37122 Verona (Italy)
Tel: +39 045-597940 - Fax: +39 045-597265
cogest@cogest.info - www.cogest.info

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INDICE DEGLI ABSTRACT

CO01   Il trattamento ambulatoriale del paziente ustionato pediatrico
       G. Persano - F. Incerti - S. Pancani - E. Pinzauti.................................................................... 8
CO02   L’uso di una medicazione composta da un copolimero nel trattamento delle ustioni di
       2°grado e 2°grado profondo in età pediatrica
       A. Merone - G. Mennella - G. Garofalo - G. Esposito............................................................. 9
CO03   La colla di fibrina nella fissazione degli innesti autologhi: nostra esperienza in età
       pediatrica
       G. Mennella - A. Merone - G. Garofalo - G. Esposito........................................................... 11
CO04   Escarolisi Enzimatica nei pazienti pediatrici – nostra esperienza
       G. Delli Santi - M. Tridico - F. Calabretti.............................................................................. 13
CO05   Il bambino ustionato in ospedale: gestione del rapporto infermiere/famiglia
       A. Lodi - E. Pinzauti - S. Pancani - F. Flavio - P. Giorgio..................................................... 14
CO07   Case-report: pocket-flap-graft per una presso-ustione della mano
       A. Pensa - D. Risso - M. Stella................................................................................................ 15
CO08   L’utilizzo del debridement enzimatico nel trattamento delle mani
       J. Minić - E.Vigato - F. Guerrazzi - M. Governa .................................................................... 16
CO09   Recupero delle abilità manuali negli ustionati trattati con escarolisi enzimatica. Serie di
       casi a confronto
       D. Dalla Costa - P. Sgabussi - V. Morello - A. Citterio - A. De Angelis................................ 17
CO10   Il dolore neuropatico complica il decorso dei pazienti con cicatrici da ustione della mano:
       studi clinici e dati di casistica
       A. Pensa - F. Cuccuru - G. Isoardo - M. Romeo - M. Stella.................................................. 18
CO11   I principi di Janžekovic adottati dalla ricerca e dalla scienza
       A. Stritar - O.P. Grilc - V. Malavasio - L. Emersic................................................................. 19
CO12   Bari Burn Prognostic Index (BBPI): un nuovo, semplice ed altamente predittivo indice
       prognostico
       G. Giudice - M. Carrieri - C. Torrisi - G. Fatigato - G. Maggio........................................... 20
CO13   Folgorazione: Epidemiologia, Trattamento, Prognosi. La Nostra Esperienza
       A. Di Castri, E. Caleffi, F. Mori, L. Quarta........................................................................... 21
CO14   L’uso della Sulfadiazina argentica micronizzata nella prevenzione delle infezioni del
       “donor site”
       L.S. D’Ambra - G. D’Alò - C. Catalano.................................................................................. 22
CO15   Uso del sostituto dermico nelle ustioni del volto
       A. De Angelis - A. Scotti - D. Ioppolo - M. Famiglietti.......................................................... 23
CO16   Escarectomia precoce nel grande ustionato
       J. Minić.................................................................................................................................... 24
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CO17   Dal trattamento chirurgico al debridement enzimatico: verso un cambiamento di
       paradigma?
       I. Mataro - E. Pagnozzi - A. Coppola - D. d’Angelo - R. d’Alessio......................................... 25
CO18   Escarolisi enzimatica con NexoBrid: Esperienza del Centro Ustioni di Pisa
       A. Di Lonardo - M. De Rosa - A. Graziano - C. Pascone - S. Ciappi................................... 26
CO19   Sovrastima clinica della profondità di ustione: Comparazione tra la diagnosi clinica e la
       diagnosi visiva diretta con debridement enzimatico
       D. D’Angelo - I. Mataro - M. Vestita - G. Giudice - R. d’Alessio........................................... 27
CO20   Il ruolo dell'infermiere nella gestione del paziente ustionato trattato con NXB: esperienza
       del CU di Verona
       E. Romani - T. De Biasi.......................................................................................................... 29
CO21   Escarectomia enzimatica precoce vs standard of care: Studio comparativo a breve e lungo
       termine
       A. Scotti - C. Paratico - A. De Angelis................................................................................... 30
CO22   Escarectomia enzimatica nelle ustioni profonde: dall’applicazione al follow-up, nostra
       esperienza
       M. Romeo - A. Pensa - M. Stella............................................................................................ 31
CO23   NEXOBRID sta a resilienza come linfa sta a rinascita
       M. Stangoni - M. Schenone - S. De Carlo.............................................................................. 32
CO24   Ammissione diretta presso centro di riferimento vs. trasferimento: differenze nella
       rianimazione volemica
       G. Fior - G. Monti - R. Pinciroli - M. Guarneri - R. Di Fenza - E. Previtali - F. Bettini - C.
       Ferrari - S. Checchi - R. Giudici - G. Bassi - A. De Angelis - R. Fumagalli.......................... 34
CO25   Balneazione nel paziente ustionato: rischio infettivo versus abbattimento della carica
       batterica
       S. Filippini - T. De Biasi.......................................................................................................... 35
CO26   Burn Trigger Tool (BTT) Un nuovo strumento per prevenire gli eventi avversi e migliorare la
       sopravvivenza dei pazienti ustionati
       M. Carrieri - G. Maggio - V. Ronghi - P.C. Marannino - E. Tedone Clemente - G. Giudice... 36
CO27   Utilizzo topico della Vitamina E nelle ustioni
       S. Ciappi - A. Di Lonardo - M. De Rosa - A. Graziano - C. Pascone................................... 37
CO28   Nuovo approccio al trattamento del paziente ustionato con radiofrequenza fissa a 448 kHz
       M. Orlando - R. Armenise - A. Manzari - M. Bellacicco - G. Maggio................................. 38
CO29   Il sistema LPG nel trattamento fisioterapico degli esiti cicatriziali in ambito pediatrico:
       studio trasversale
       E. Pratesi - M. Cerboneschi - M. Cervo................................................................................. 39

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ELENCO ABSTRACTS

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CO01
Il trattamento ambulatoriale del paziente ustionato pediatrico
G. Persano - F. Incerti - S. Pancani - E. Pinzauti
S.O.S.A. Centro Ustioni Pediatrico, A.O.U. Meyer, Firenze, Italia

Contenuti
Al livello internazionale, le ustioni in età pediatrica sono una causa rilevante di sovraccarico di
lavoro per il personale sanitario1 e di spesa sanitaria2. Allo scopo di ridurre il numero di ricoveri non
necessari, presso il nostro Centro Ustioni, negli ultimi tre anni è stato implementato un protocollo
di gestione ambulatoriale delle ustioni meno gravi (estensione < 5% TBSA, non coinvolgenti il
viso o i genitali, non circonferenziali, in assenza di lesioni da inalazione e/o lesioni sospette per
incuria o abuso). I pazienti meno gravi che accedono in Pronto Soccorso vengono rivalutati presso
un ambulatorio specializzato, attivo 3 giorni alla settimana, entro 48 ore dall’evento.

Metodi
Sono stati analizzati retrospettivamente i dati di tutti i pazienti ambulatoriali e di tutti i pazienti
ricoverati presi in carico presso il nostro Centro Ustioni Pediatrico dal 1° gennaio 2015 al 31
dicembre 2017.

Finalità
Nel periodo esaminato, sono stati trattati 1184 pazienti. Di questi, 117 (9,9%) sono stati ricoverati
subito dopo la prima valutazione e 1067 (90,1%) sono stati trattati conservativamente in regime
ambulatoriale. Di questi ultimi pazienti, solo 19 (1,8%) sono stati successivamente ricoverati per
essere sottoposti a trattamento chirurgico.

Conclusioni
In pazienti selezionati, il trattamento conservativo in regime ambulatoriale è una pratica efficace e
a basso rischio di complicanze3, 4. La nostra esperienza conferma i dati di letteratura e incoraggia
lo sviluppo di protocolli di trattamento ambulatoriale per i pazienti ustionati pediatrici.

Bibliografia
G Perin et al., Burns, 42(8): 1699-1703 (2016)
T. Zens et al., J Burn Care Res, 39(3):353-362 (2018)
M. Brown et al., J Burn Care Res, 35: 388-94 (2014)
M. Elmasry et al., Burns, 43: 1111-19 (2017)

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CO02
L’uso di una medicazione composta da un copolimero nel trattamento
delle ustioni di 2°grado e 2°grado profondo in età pediatrica
A. Merone - G. Mennella - G. Garofalo - G. Esposito
S.S. Terapia Plastica e Ustioni- Osp Santobono- Napoli

Contenuti
Lo scopo di questo lavoro è di presentare una medicazione composta da un copolimero che uti-
lizzata sulle ustioni di 2°grado e 2° grado profonde permette una completa epitelizzazione della
lesione riducendo i tempi di guarigione e le sofferenze dei piccoli pazienti.
Questa Medicazione è assorbibile, microporosa, composta da un copolimero brevettato di polilat-
tide, carbonato trimetilene e E-caprolattone (latto-capromer). Essa presenta una elevata perme-
abilità all’ossigeno e al vapore fornendo così una condizione ambientale favorevole per il tratta-
mento di ferite superficiali con esposizione del derma, siti donatori di innesto pelle, ustioni di 2°
grado e di 2° grado profondo.
I prodotti di degradazione di tale medicazione stimolano il processo di guarigione sostenendo
l’angiogenesi e la ricostruzione del derma. L’acidificazione della ferita ha un effetto battericida
aggiuntivo, inoltre una riduzione del livello di pH accelera il processo di guarigione.

Metodi
Si applica una sola volta sulla lesione precedentemente pulita e disinfettata, vi rimane
fino a quando la ferita è completamente guarita. La membrana, dopo che è sta-
ta applicata, diventa trasparente e rende possibile. Il controllo del processo di guarigione
Può essere facilmente rimossa dalle aree epitelizzate senza causare alcun dolore al paziente e ciò
funziona come indicatore per una completa guarigione.

Quali vantaggi si ottengono usando tale medicazione:
- Minore somministrazione di farmaci antidolorifici
- Minore numero di cambi di medicazione
- Facile applicazione
- Applicazione una volta sola
- Può essere regolato per tutte le forme del corpo
- Trasparente dopo l’applicazione
- Bassi costi di trattamento
- Ottimi risultati estetici

Gli Autori hanno utilizzato tale membrana, negli ultimi cinque anni, in 72 casi di bambini di età
compresa fra dieci mesi e dieci anni. Nel 70% dei casi erano ustioni di 2°grado mentre il restante
dei casi avevano ustioni di 2°grado profondo con una estensione dal 10% al 20% della superfice

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corporea. Noi prima di applicare tale medicazione preferiamo dermoabradare la superfice ustion-
ata, in narcosi, successivamente coprire la stessa con la su detta medicazione e garze grasse.

Conclusioni
Dalla nostra esperienza possiamo affermare che l’utilizzo di tale medicazione ha permesso di
ridurre i tempi di guarigione, i tempi di degenza, di praticare i controlli ogni 4-5 giorni senza il
pianto dei piccoli pazienti e lo stress dei genitori e degli operatori.
Gli Autori presentano alcuni casi della loro casistica.

Bibliografia
Eva Matoušková1 and Ondrej Mestak2: The effect of different biologic and biosynthetic wound covers on keratinocyte growth,
stratification and differentiation in vitro. J Tissue Eng. Oct. 2014;
Everett M.1, Massand S.2, Davis W.1, Burkey B.1, Glat P.M.: Use of a copolymer dressing on superficial and partial-thickness
burns in a paediatric population. J Wound Care. 2015 Jul;24(7): S4-8
Sigrid Blome Eberwein, Hamed Amani, Patrik Pagella, Deborah Boorse: Second-Degree Burn Care with a Lactic Acid Based
Biodegradable Skin Sostitute in 2229 Paediatric and Adult Patients. Lehigh Valley Health Network Allentown- Pensylvania

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CO03
La colla di fibrina nella fissazione degli innesti autologhi: nostra
esperienza in età pediatrica
G. Mennella - A. Merone - G. Garofalo - G. Esposito
S.S Chirurgia Plastica e Ustioni – Ospedale Santobono- Napoli

Contenuti
Principio Attivo: Aprotinina/Fibrinogeno Umano/Trombina Umana/Calcio Cloruro
La Fibrina è una proteina presente nel sangue. La sua formazione avviene durante la coagulazione
quando la trombina agisce sul fibrinogeno, trasformandolo in fibrina solubile. La trasformazione
del fibrinogeno in fibrina avviene mediante la scissione del fibrinogeno in monomeri di fibrina
e fibrino peptidi. L’aggregazione dei monomeri di fibrina forma un coagulo di fibrina. Gli ioni
calcio sono indispensabili per la trasformazione del fibrinogeno e la formazione dei legami
incrociati con la fibrina. Con il progredire della rimarginazione della lesione,la plasmina induce
un aumento dell’attività fibrinolitica e inizia la decomposizione della fibrina nei suoi prodotti di
degradazione. Tale processo è inibito da sostanze antifibrinolitiche quali l’aprotinina. Artiss non è
indicato per l’emostasi mentre è indicato per favorire l’adesione /sigillatura di tessuti sub cutanei,
come coadiuvante o in aggiunta a suture o punti metallici. Una confezione di Artiss da 2ml (1ml
di proteine sigillanti e 1ml di trombina) sarà sufficiente per un area di almeno 10 cm2 Può dare
manifestazioni allergiche. Tale soluzione risulta utile specie nelle ustioni pediatriche perché
permette di non utilizzare punti di sutura evitando di doverli togliere (in anestesia o con notevole
stress del paziente e del personale).

Metodi
Lo studio ha avuto una durata di tre dal Novembre 2014 a Giugno 2017. Sono stati presi in
esame settanta due casi di ustioni di 2°grado prof. 3°grado a cui inizialmente è stata praticata,
in 2°-3°giornata dalla lesione, dermoabrasione e trattamento con medicazioni avanzate
Successivamente le superficie ustionate sono state coperte con innesti cutanei autologhi. Nei primi
casi abbiamo preferito usare la soluzione di fibrina e trombina in associazione a un ridotto numero
di punti di sutura. Negli altri casi abbiamo usato soltanto la soluzione fibrina e trombina.
Confezione: una siringa a doppia camera di cui una contiene una soluzione di proteine sigillanti
mentre l’altra contiene una soluzione di trombina. La confezione va conservata ad una temperatura
di meno 20°C e una volta scongelata può essere conservata per un massimo di 7gg.
La soluzione viene applicata sulla superficie da innestare sotto forma di spray e per uno strato
sottile. Successivamente vengono innestai i lembi cutanei prelevati in un tempo non superiore a
3minuti. Le aree innestate vengono sottoposte a pressione costante con garza per tre minuti e poi
coperte con garza grassa e garze sterili.
Abbiamo fatto un controllo delle are innestate dopo 3 giorni - 8 giorni e 15 giorni.

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Risultati
1. migliore fissazione dell’innesto
2. riduzione dei tempi operatori e quindi anestesiologici
3. minor costo per il mancato uso dei punti di sutura e di una successiva anestesia per la rimozione
   dei punti di sutura

Gli autori presentano alcuni casi

Bibliografia
Artiss Sealant®: An Alternative to Stapling Skin Grafts on the Dorsal Side of the Hand and Fingers.
Boccara D1, De Runz A, Bekara F, Chaouat M, Mimoun M.
J. Burn Care Res. 2017 Sep/Oct;38(5):283-289

Fixation of split-thickness skin graft using fast-clotting fibrin glue containing undiluted high-concentration thrombin or sutures:
a comparison study.
Han HH1, Jun D2, Moon SH2, Kang IS3, Kim MC
Springerplus. 2016 Nov 2;5(1):1902. eCollection 2016

Cost-benefit analysis of outcomes from the use of fibrin sealant for fixation of skin grafts in small-size burns compared to staples
as historical controls: a retrospective review.
Butts CC1, Sahawneh J, Duffy A, Curtis R, Mishra N, Frotan MA, Hodge J, Luterman A, Gulati S.
Ann Plast Surg. 2015 Feb;74(2):173-5

The use of fibrin sealant in burn operations.
Foster K1.
Surgery. 2007 Oct;142(4 Suppl):S50-4

A simple technique for fibrin glue application in skin grafting.
Kubo T, Hosokawa K, Haramoto U, Takagi S, Nakai K.
Plast Reconstr Surg. 2000 Apr;105(5):1906-7

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CO04
Escarolisi Enzimatica nei pazienti pediatrici – nostra esperienza
G. Delli Santi(1) - M. Tridico(2) - F. Calabretti(2)
UOC Centro grandi Ustionati e Chirurgia Plastica, Ospedale Sant’Eugenio ASL Roma 2(1) - Asso.b.Us Onlus, Associazione
Bambini Ustionati(2)

Contenuti
L’autore illustra alcuni casi di pazienti pediatrici con ustioni differenti per sede, estensione e
profondità trattati con l’escarolisi enzimatica. Alcuni pazienti hanno quindi effettuato innesti
omologhi, altri autologhi altri trattamenti conservativi. Si illustrano le strategie ed i risultati a
distanza.

Metodi
L’applicazione del farmaco a base di Bromelina appare off label nel paziente ustionato pediatrico.
Sono stati utilizzati consensi e protocolli condivisi a livello europeo.

Finalità
È stato valutata l’escarolisi enzimatica versus altre metodiche “classiche” quali la dermoabrasione.
Sono stati valutati i risultati a distanza del trattamento conservativo anche in aree difficili.

Conclusioni
L’esperienza personale, in linea con quella internazionale, permette di concludere che l’uso del
farmaco è sicuro ed efficace, non inferiore allo standard of care.,

Bibliografia
Studio CIDS

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CO05
Il bambino ustionato in ospedale: gestione del rapporto infermiere/
famiglia
A. Lodi - E. Pinzauti - S. Pancani - F. Flavio - P. Giorgio

AOU Meyer, SOSA Centro Ustioni, Firenze, Italia

Contenuti
L’ustione grave in un bambino e la necessità del conseguente ricovero in ospedale causano
inevitabilmente nei genitori stati d’animo differenti e complessi quali angoscia, senso di colpa,
rabbia, sensazione di inadeguatezza, incertezza sul futuro.

Finalità
Di fronte a situazioni estremamente gravi che sconvolgono all’improvviso la vita quotidiana
l’infermiere è sempre il primo interlocutore dei familiari, essendo colui che assiste costantemente
il paziente riuscendo allo stesso tempo a rispondere al loro bisogno complessivo di rassicurazione
e comprensione.

Conclusioni
Gli Autori presentano l’esperienza del Centro Ustioni dell’AOU “Meyer” di Firenze nella gestione
del delicatissimo rapporto tra infermiere e famiglia del piccolo ricoverato.

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CO07
Case-report: pocket-flap-graft per una presso-ustione della mano
A. Pensa - D. Risso - M. Stella
SC Grandi Ustioni e Banca della Cute, A.O.U.Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio C.T.O., Torino, Italia

Contenuti
Una donna di 47 anni senza co-morbidità viene ricoverata per una presso-ustione di III grado alle dita della
mano destra, riportata in ambiente lavorativo, in data 19 febbraio 2018. Dopo 8 giorni si procede ad intervento
esplorativo: rimozione del tessuto necrotico a livello di P1 del II-III-IV-V dito, repertando perdita totale dei
tendini estensori del II-III, mancanza parziale del IV. Si procede quindi ad allestimento di un lembo bi-
peduncolato in regione addominale destra al di sotto del quale si intasca la mano. Dopo 43 giorni si procede
a distacco della mano intascata e a rimodellamento del lembo in sindattilia. In un terzo tempo, dopo altri
48 giorni, si apre il III spazio interdigitale. Infine, a circa 4 mesi dall’infortunio, si completa l’apertura delle
sindattilie separando le dita al II e al IV spazio interdigitale. I lembi appaiono vitali e con buon aspetto estetico
permettendo una ripresa graduale della motilità flessoria grazie uno specifico programma riabilitativo.

Metodi
Case-report.

Finalità
La scelta del pocket-flap-graft è stata valutata con la paziente anche in considerazione dell’ invasività delle
soluzioni chirurgiche alternative (lembi liberi o locoregionali).

Conclusioni
L’intascamento della mano e la separazione delle dita in più tempi, per il trattamento di un’ustione grave della
mano, è risultato essere un buono e sicuro approccio chirurgico, permettendo un’ottima copertura cutanea
senza complicazioni e la ripresa della motilità con l’aiuto di un adeguato programma fisioterapico.

Bibliografia
JF. Pradier et al., Journal of Burns and Wounds, 6:1-32 (2006).

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CO08
L’utilizzo del debridement enzimatico nel trattamento delle mani
J. Minić(1) - E. Vigato(1) - F. Guerrazzi(2) - M. Governa(1)
Reparto di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona (1) - Reparto di Recupero e
Rieducazione funzionale, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona (2)

Contenuti
Le ustioni del viso e delle mani rappresentano sempre una grande sfida per i chirurghi.
Sin dagli anni ’60 il gold standard del trattamento delle ustioni è l’ escarectomia precoce seguita dagli innesti
cutanei. L’ intervento nelle prime giornate può prevenire complicanze (es. la sindrome compartimentale,
ectropion) e ridurre l’incidenza di cicatrici invalidanti.
Il debridement enzimatico come nuovo approccio permette la rimozione dell’escara rispet tando le strutture
vitali rimanenti, specialmente il derma, fondamentale per una guarigione corretta.

Metodi
Dal febbraio 2017, presso il Centro Ustioni di Verona, sono stati sottoposti al trattamento 26 pazienti, di cui 6
pazienti con ustioni al volto. Sono stati presi in considerazione 10 pazienti con delle ustioni sulle mani trattati
con debridement enzimatico, confrontati con gruppo di controllo (10 pazienti) trattati con il metodo standard.
Abbiamo analizzato la velocità e qualità di recupero funzionale dei due gruppi.

Risultati
Per tutti i pazienti è stato applicato il protocollo stabilito. Il trattamento enzimatico è stato effettuato in media
entro 36 ore dal ricovero (0 - 72 ore). Omoinnesti sono stati applicati successivamente.
Tra i pazienti con ustioni al volto, la maggior parte ha raggiunto la riepitelizzazione spontanea entro 14-21
gg. Due casi hanno avuto la necessità di ulteriori interventi chirurgici per i motivi di infezione o per iniziale
profondità di ustione. I risultati dei pazienti con delle ustione delle mani sono comparabili. L’estensione del
movimento è stata significativamente migliore i tempi di ricovero significativamente più bassi nel gruppo
trattato con debribement enzimatico.

Conclusioni
Queste esperienze preliminari incoraggiano l’utilizzo del debridement enzi- matico come procedura
tempestiva, permettendo la conservazione delle strutture vitali, e riducendo sequelae funzionali e cosmetiche.
ll ruolo della riabilitazione della mano è essenziale nel paziente ustionato. Grazie allo sviluppo tecnologico
attuale, l’obbiettivo dell’approccio chirurgico e non chirurgico nel trattamento delle ustioni, deve essere il
ristabili re la migliore funzionalità con i migliori risultati estetici.

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CO09
Recupero delle abilità manuali negli ustionati trattati con escarolisi
enzimatica. Serie di casi a confronto
D. Dalla Costa(1) - P. Sgabussi(1) - V. Morello(1) - A. Citterio(2) - A. De Angelis(3)
Medicina Riabilitativa, Ospedale Niguarda, Milano(1) - Centro Grandi Ustionati, Ospedale Niguarda, Milano(2) - Centro Grandi
Ustioni, Ospedale Niguarda, Milano(3)

Obiettivi
Confronto dell’efficacia della escarolisi enzimatica (EE) con il trattamento considerato standard
(ST) su recupero funzionale, qualità della vita e caratteristiche della cicatrice della mano ustionata.

Metodi
Il campione è di 27 pazienti ricoverati presso il Centro Ustioni dell’Ospedale Niguarda di Milano,
nell’anno 2016.
Per uniformità si sono considerate area di estensione di lesione (TBSA) e profondità di lesione
(II - II profondo).
Sono state confrontate 4 mani per gruppo (8 casi).
Sono state applicate scale di valutazione per:
recupero funzionale (Burn Specific Health Scale-Brief version (BSHS-B) e Fugl-Meyer);
valutazione cicatrice (Vancouver Scar Scale (VSS) e POSAS);
qualità della vita (BSHS-B e Michigan Hand Outome Questionnaire (MHQ)).
Le valutazioni sono state eseguite prima del trattamento, alle dimissioni, a 3 e 6 mesi.
Lo stesso protocollo riabilitativo è applicato ai casi in confronto.

Risultati
Il tempo medio di degenza è stato di 20 (EE) e 35 (ST) giorni.
La media dei punteggi ha mostrato un vantaggio a favore di EE.
Alla BSHS-B: 6 punti/36 alle dimissioni ed a 3 mesi.
Alla Fugl-Meyer, nelle prese manuali: dimissioni 6 punti/14, 3 mesi 5,5 punti, 6 mesi 3 punti;
nell’articolarità della mano un vantaggio di 2 punti/24 a tutti i controlli.
Alla MHQ: dimissioni ∆=20 punti/100, 3 mesi 55 punti, 6 mesi e 40 punti.
Alla VSS 4 punti di vantaggio alle dimissioni e a 3 mesi, 2,5 punti a 6 mesi.

Conclusioni
EE favorisce una guarigione più rapida consentendo il trattamento riabilitativo precocemente.
Occorre una coorte più numerosa al fine di irrobustire questi risultati.

Bibliografia
1) Esselman PC. Burn rehabilitation: an overview. APMR.2007;88(12 Suppl 2):S3-.‐6.

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CO10
Il dolore neuropatico complica il decorso dei pazienti con cicatrici da
ustione della mano: studi clinici e dati di casistica
A. Pensa(1) - F. Cuccuru(1) - G. Isoardo(2) - M. Romeo(1) - M. Stella(1)
S.C. Grandi Ustioni, CTO, Città della Salute di Torino(1) - S.C. Terapia del dolore, Città della Salute di Torino (2)

In un’elevata percentuale ( oltre il 75%) dei casi di ustioni estese le cicatrici patologiche possono
complicare la fase di guarigione. Tra i vari tipi cicatriziali le cicatrici ipertrofiche rappresentano
l’aspetto più frequente. I sintomi che caratterizzano le cicatrici ipertrofiche comprendono il dolore
che può essere lieve, moderato o anche grave e che si caratterizza per essere di origine neuropatica.
Inoltre nei pazienti con cicatrici da ustioni sono frequenti le neuropatie canalicolari.
In uno studio clinico furono arruolati 13 pazienti con cicatrici ipertrofiche dolorose della mano
che furono sottoposti all’esame clinico, a studi di conduzione sul nervo mediano,ulnare e radiale,
a valutazione sulla soglia dolorifica indotta dal calore (QST), e allo studio del periodo silente
cutaneo testando l’adduttore breve del pollice. I dati furono controllati ed evidenziarono la natura
neuropatica del dolore associata con anomalie psicofisiche e neuropsicologiche correlabili con un
danno delle piccole fibre.
Dopo la pubblicazione dello studio sperimentale avvenuta nel 2012 i pazienti con cicatrici
ipertrofiche dolorose della mano sono stati trattati con buoni risultati con farmaci attivi sul
dolore neuropatico secondo le indicazioni correnti. I pazienti con neuropatie canalicolari sono
stati operati se possibile al termine della fase di attività della cicatrice ipertrofica. Le indicazioni
chirurgiche sull’ operabilità delle cicatrici patologiche della mano non si modificano alla luce del
trattamento del dolore neuropatico.

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CO11
I principi di Janžekovic adottati dalla ricerca e dalla scienza
A. Stritar(1) - O.P. Grilc(1) - V. Malavasio(2) - L. Emersic(1)
Ospedale di Università di Ljubljana(1) -   b
                                               UOC Chirurgia Plastica e Ricostruttiva.Grandi Ustionati, ASO CTO- M.Adelaide,
Torino (1)

Obiettivi
La scuola mondiale di chirurgia delle ustioni si basa sui principi chirurgici di trattamento
delle ustioni della Prof.ssa Zora Janžekovič. L’escissione (asportazione) primaria nel periodo di
infezione latente è ben determinata, il protocollo è ben definito, così come l’escissione da ustione
secondaria dopo il periodo in cui si manifesta l’infezione.

Metodi e Risultati
L’escissione primaria, seguita da immediato trapianto di pelle (innesto cutaneo), è un caposaldo
nel trattamento delle ustioni profonde e demarcate. Il periodo ottimale per l‘escissione è il 3°-
4° giorno dopo l‘infortunio, quando i cambiamenti primari nei vasi sanguigni sono diminuiti
e l’infezione nei dotti degli annessi è ancora latente. La pelle è edematosa, quindi è più facile
eseguire l’escissione. Di conseguenza, trasformiamo una lesione potenzialmente settica in una
lesione asettica e preveniamo una patologia dell’ustione. La necrectomia secondaria viene
eseguita quando l’infezione si riduce sensibilmente, di solito nel 19°-20° gionro dopo l’infortunio.
La distruzione termica deglistrati superficiali della pelle mette a rischio la sopravvivenza dei
rimanenti strati più profondi. La rapida rimozione chirurgica dello strato necrotico e l‘immediata
applicazione di autoinnesti previene l’infezione del derma e la complicazione dovuta a trombosi;
pertanto vengono preservate tutte le proprietà biologiche della pelle. Si può facilmente instaurare
una rigenerazione morfologica pressoché completa

Conclusioni
L’aspetto e la funzione fisiologica della pelle dopo la guarigione spontanea di una lesione dovuta
a ustione che ha interessato la zona dermale della pelle sembrano essere peggiori se messi a
confronto con i risultati raggiunti da una rapida necrectomia e un’imediato intervento di innesto
nelle ustioni da calore. Le ragioni cliniche e teoriche che portano a sostenere questa tesi sono
ovvie: la necrosi - dovuta ad infezione e trombosi - avanza verso gli strati profondi del derma, e si
manifestano forti dolori, febbre e un grave deterioramento delle condizioni generali. La guarigione
è più lenta e un’ustione dermatica può anche trasformarsi in un’ustione che interessa tutti gli strati
della pelle. La cicatrice dopo la guarigione spontanea di un’ustione dermatica è deturpante, con
possibile formazione di cheloidi e contratture cicatriziali.

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CO12
Bari Burn Prognostic Index (BBPI) : un nuovo, semplice ed altamente
predittivo indice prognostico
G. Giudice - M. Carrieri - C. Torrisi - G. Fatigato - G. Maggio
Università degli Studi di Bari, Policlinico di Bari, Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva, Bari, Italia

Contenuti
Le ustioni severe costituiscono una rilevante causa di morbidità e mortalità. Nonostante gli
importanti progressi nel trattamento clinico e nel management chirurgico, la prognosi di taluni
pazienti rimane infausta. L’ausilio di un metodo affidabile e preciso nella valutazione della
sopravvivenza potrebbe guidare le scelte del team circa il tipo di trattamento da applicare e il
percorso da intraprendere. L’obiettivo del nostro studio è di valutare la predittività del nostro
indice prognostico, Bari Burn Prognostic Index (BBPI) e di confrontarla con uno degli indici
prognostici universalmente accettati e validati, l’ABSI.

Metodi
Sono stati arruolati allo studio 354 pazienti (Gennaio 2015 e Novembre 2017) con ustioni termiche
con TBSA superiore al 20%. I dati raccolti per calcolare il BBPI sono stati i seguenti: età, genere,
superficie corporea ustionata, superficie corporea interessata da ustioni profonde, ricovero dopo
24 ore dal trauma (SI/NO), inalazione di gas/cenere (SI/NO), comorbidità (SI/NO), durata della
degenza, exitus (SI/NO). Sugli stessi pazienti è stato calcolato l’ABSI.

Finalità
Il BBPI ha una specificità di 98% mentre l’ABSI ha una specificità di 90,7. Si osserva una correlazione
statisticamente significativa tra valori di BBPI e ABSI (rho:0.7; p
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CO13
Folgorazione: Epidemiologia, Trattamento, Prognosi.
La Nostra Esperienza
A. Di Castri - E. Caleffi - F. Mori - L. Quarta
Chirurgia Plastica e Centro Ustioni, AOU di Parma, Parma, Italia

Contenuti
La folgorazione è l’insieme delle lesioni causate dal passaggio della corrente elettrica attraverso
il corpo umano. Negli adulti le lesioni avvengono frequentemente in ambiente di lavoro; in età
pediatrica sono frequenti gli incidenti domestici. Lo spettro delle manifestazioni cliniche della
folgorazione è molto ampio, da piccole ferite al coinvolgimento multiorgano fino alla morte.

Metodi
Analisi dei dati demografici, clinici, dell’iter terapeutico-ricostruttivo e della prognosi di tutti i
pazienti ricoverati per folgorazione negli ultimi 5 anni.

Finalità
Analizzare l’epidemiologia, le complicanze, il trattamento e la prognosi della folgorazione.

Conclusioni
La folgorazione è diversa dalle ustioni termiche e deve essere trattata di consequenza. È
caratterizzata da ustioni profonde, spesso associate a traumi estesi, complicanze sistemiche e
prolungata morbidità. Il loro trattamento richiede un’attenta valutazione ed un approccio sia
clinico che chirurgico rigoroso e scrupoloso per minimizzare i deficit funzionali e le complicanze
sistemiche.

Bibliografia
Lee RC. Injury by electrical forces: pathophysiology, manifestations, and therapy. Curr Probl Surg. 1997 Sep. 34(9):677-764.
Rabban J, Adler J, Rosen C, Blair J, Sheridan R. Electrical injury from subway third rails: serious injury associated with
intermediate voltage contact. Burns. 1997 Sep. 23(6):515-8.
Spies C, Trohman RG. Narrative review: Electrocution and life-threatening electrical injuries. Ann Intern Med. 2006 Oct 3.
145(7):531-7.
Koumbourlis AC. Electrical injuries. Crit Care Med. 2002 Nov. 30(11 Suppl):S424-30.
Price T, Cooper MA. Electrical and Lighting Injuries. Marx J, Hockberger R, Walls R. Rosen’s Emergency Medicine. 5th ed.
Mosby; 2002. Vol 3: 2010-2020.

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CO14
L’uso della Sulfadiazina argentica micronizzata nella prevenzione
delle infezioni del “donor site”
L.S. D’Ambra - G. D’Alò - C. Catalano
Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Bari, Università degli studi di Bari A. Moro, Bari, Italia

Contenuti
Studio osservazionale basato sull’applicazione della sulfadiazina argentica micronizzata
(SOFARGEN CREMA 1%) durante la fase intraoperatoria nella prevenzione delle infezioni del
DONOR SITE, su 15 pazienti con necessità di auto impianto cutaneo.

Metodi
Metodologia basata sulla medicazione del donor site a seguito di prelievo cutaneo autologo
mediante applicazione di un impacco di soluzione fisiologica ed adrenalina e successivamente
della sulfadiazina argentica (Sulfonamidi) in maniera sterile con apposizione di garza vasellinata
in fase intraoperatoria,

Finalità
Valutazione dell’efficacia batteriostatica della sulfadiazina argentica
Prevenzione delle infezioni da microrganismi saprofiti e riduzione del rischio relativo di sepsi che
spesso rappresenta una complicanza associata all’aumento della morbilità del paziente.
Deduzione di un metodo di prevenzione LOW-COST e facilmente eseguibile.

Conclusioni
Rilevazione della guarigione dell’area donatrice dal 10° al 14° giorno senza infezione.

Bibliografia
1. Giraldi E.,ZorziL. Razionale di impiego dell’argento sulfadiazina nelle lesioni cutanee croniche infette .Acta vulnologica
201;11(5):1-54
2. AHCPR Supported clinical Pratice Guidelines ,Managing Bacterial Colonization and infections
Available at: http://www.ncbinlm.nih.gov/bookshelf/br.fcgi?book=hsahcpr&part=A5439
3. European Wound Management Association(EWMA).Position Document:Management of Wound Infections.London: MEP
ltd,2006
4. WHO Model List of essential Medicines;19th list April 2015(Amended November2015);
http://www.who.it/medicines/pubblications/essentialmedicines/EML_2015_FINAL_amended_NOV2015.pdf
5. Tasinato R et al. Ulcere cutanee infette degli arti inferiori. Risultati di un trattamento combinato antimicrobico
sistemico/topico con Sulfadiazina Argentica 1% in 257 pazienti nel controllo della contaminazione micotica. Acta
vulnologica2008;6(3):149-55
6. Falanga V. Classification for Wound bed preparation and stimulation of chronic wounds. Wound repair and Regeneration
2000;8(5):347-352
7. Castellano JJ ET AL.Comparative evaluation of silver containing antimicrobical dressing and drugs international Wound
Journal 2007;vol.4 n°2:114-12
8. Archivio personale Prof.Elia Ricci (TO).

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CO15
Uso del sostituto dermico nelle ustioni del volto
A. De Angelis - A. Scotti - D. Ioppolo - M. Famiglietti
Reparto di Chirurgia Plastica, Ospedale Niguarda, Ospedale Niguarda, Milano, Italia

Contenuti
La modalità preferenziale di approccio alle ustioni del volto prevede un trattamento di tipo
conservativo, con esposizione dell’area lesionata, al fine di ottenere una detersione spontanea
dell’escara ed una successiva riepitelizzazione. In caso di estesa perdita di sostanza l’approccio
si basa sulla copertura della ferita con autoinnesti che difficilmente sono compatibili, in
termini di testura e sfumatura cromatica, con la cute circostante, esitando in inestetici risultati
cicatriziali. Inoltre, il lungo tempo di debridement aumenta il rischio di sviluppare le complicanze
caratteristiche della malattia da ustione (soprattutto l’infezione). L’utilizzo del sostituto dermico
non solo favorisce la riepitelizzazione spontanea della lesione, ma consente anche di intervenire
più rapidamente nella rimozione dell’eventuale residuo necrotico.

Metodi
In questi case-report viene riportato ed illustrato in maniera approfondita il percorso di cura
impiegato nel trattamento di più ustioni del volto, notevolmente agevolato dall’utilizzo del
sostituto dermico, che è stato applicato sulle aree di maggiore perdita di sostanza, consentendo
una più rapida riepitelizzazione tissutale

Finalità
La finalità del trattato è quella di stimolare una riflessione sui possibili utilizzi del sostituto dermico
come valida alternativa dell’innesto dermo-epidermico autologo al fine di ottenere un’adeguata
chiusura della ferita da ustione, in particolare in situazioni di carenza di siti donatori o per il
trattamento di aree particolarmente importanti da un punto di vista estetico (come è appunto il
volto).

Conclusioni
Come si evince dai casi mostrati, è stata riportata un’esperienza notevolmente positiva nell’utilizzo
del sostituto dermico come strumento di trattamento delle lesioni da ustione del volto,
caratterizzate da perdita di sostanza cutanea e/o sottocutanea estesa, consentendo di ottenere un
migliore risultato estetico e funzionale.

Bibliografia
S. Shahrokhi et al., Wound Repair Regen. 22(1) (2014);

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                                     Verona, 18-20 Ottobre 2018        Auditorium Domus Mercatorum · Camera di Commercio di Verona

CO16
Escarectomia precoce nel grande ustionato
J. Minić
Reparto di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona

Introduzione
L’era moderna del trattamento delle ustioni inizia, con l’approccio rivoluzionario dai primi anni
sessanta dell’ultimo secolo, con delle prime escarectomie chirurgiche seguite dagli autoinnesti
Da decenni è stato il trattamento gold standard. È considerato efficace, nonostante l’approccio
non selettivo in termini di conservazione dei tessuti vitali e limitata in termini dell’ estensione-
Ipotizziamo che questo debridement enzimatico potrebbe avere esiti positivi in termini di
controllo di guarigione della ferita e potrebbe diminuire la risposta infiammatoria sistemica.
Metodo: Da febbraio 2017 a febbraio 2018 nel nostro C.U., abbiamo trattato 26 casi di ustioni di
II e III grad. 18 di questi erano >15% TBSA (15 - 85%). La maggior parte dei pazienti (14 su 18)
sono stati trattati in C.U. o in Rianimazione, seguendo il nostro protocollo standardizzato. La
biopsia è stata eseguita prima e dopo il trattamento. Sono stati 3 casi di decesso a seguito di altre
complicazioni e comorbidità.

Risultati
I risultati indicano che abbiamo rispettato il gold standard in termini di escarectomia selettiva e
completa in 1,4 gg (0 - 5 gg). Nessuna trasfusione di sangue è stata necessaria dopo il debridement
enzimatico. I valori di PT e aPTT sono rimasti stabili dopo il trattamento. Per la maggior parte
dei pazienti (15 su 18) è stata sufficiente una sola procedura. Tredici su 18 pazienti hanno avuto
la necessità della SO per la definitiva guarigione. Per il completamento della guarigione di media
sono stati necessari 6,2% di innesti cutanei. la tempestività del debridement precoce, ha consentito
un buon controllo infetivologico. Sono stati registrati 3 casi di sepsi ed 1 caso di bacteremia.

Conclusioni
Un limitato numero di pazienti ed un solo anno di esperienza danno in ogni caso un risultato
incoraggiante. Il rapido debridement enzimatico, come strumento limitatamente invasivo,
permette di controllare l’ustione non solo al livello locale, ma sembra che abbia migliorato la
risposta antinfiammatoria in termini di controllo del SIRS.
Ulteriori analisi saranno necessarie per confermarlo.

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CO17
Dal trattamento chirurgico tradizionale al debridement enzimatico:
verso un cambiamento di paradigma?
I. Mataro - E. Pagnozzi - A. Coppola - D. d’Angelo - R. d’Alessio
UOC Chirurgia Plastica e Centro Ustioni, Ospedale A. Cardarelli, Napoli

Contenuti
Il debridement chirugico precoce del tessuto necrotico con immediata copertura con innesti
cutanei rappresenta ad oggi lo standard of care per il trattamento delle ustioni profonde: questo
approccio risulta altamente efficace ma comporta spesso la rimozione di ampie aree vitali ed è
associato a cospicue perdite ematiche e ipotermia. Spesso, inoltre, non è possibile ricorrere in
tempi rapidi al trattamento chirugico: le condizioni instabili del paziente, la disponibilità della sala
operatoria, la limitata disponibilità di aree di donazione di cute o di cute da donatore, la difficoltà
di una diagnosi accurata di profondità dell’ustione, sono tutti elementi che spesso costringono ad
una rimozione tardiva dell’escara. D’altra parte, le metodiche non chirurgiche disponibili per la
rimozione dell’escara sono spesso lente e inefficaci, con risultati esremamente variabili e rischio di
complicanze legate alla gestione dell’escara e della ferita.
Dal 18 dicembre 2012 è stato introdotto in commercio un nuovo farmaco per il debridement
enzimatico basato sulla bromelina che rappresenta il primo di una nuova classe di agenti non
chirurgici per l’efficace rimozione dell’escara nelle ustioni termiche.

Metodi
Presentiamo quindi uno studio monocentrico prospettico osservazionale sull’impiego del
debridement enzimatico per la rimozione dell’escara nelle ustioni termiche proponendo il nostro
attuale algoritmo di trattamento.
La valutazione clinica della profondità delle ustioni pre/post debridement, la misurazione dell’
HCT, dell’ INR e dell’ aPTT pre/post debridement, l’efficacia del debridement enzimatico,
le tecniche di profilassi del dolore, gli outcome del debridement enzimatico, il tempo medio di
guarigione (giorni) e i risultati estetici a 1, 3 e 6 mesi sono stati valutati.

Finalità
Il debridement e enzimatico si è dimostrato efficace per la rimozione completa dell’escara in
un’unica applicazione nel 95% dei casi trattati, mentre la valutazione della profondità di ustione
pre-debridement ha evidenziato una marcata sovrastima clinica rispetto al post-debridement.
Non sono state evidenziate significative perdite ematiche associate al trattamento, con una bassa
incidenza di numero di interventi chirurgici di escarectomia e innesto nei pazienti trattati. Il
tempo medio di guarigione è stato pari a 25 giorni. Non sono state riportati complicanze ed eventi
avversi. Gli esiti estetici e funzionali sono stati soddisfacenti.

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CO18
Escarolisi enzimatica con NexoBrid: Esperienza del Centro Ustioni di
Pisa
A. Di Lonardo - M. De Rosa - A. Graziano - C. Pascone - S. Ciappi
U.O.C. Centro Grandi Ustioni - A.O.U. Pisana - Direttore: Dott. Antonio Di Lonardo

L’escarolisi enzimatica rappresenta un innovativo metodo di cura non chirurgico per i grandi
ustionati in quanto rende possibile una precocissima rimozione atraumatica dei tessuti
necrotici anche quando le condizioni cliniche del paziente potrebbero ritardare la tradizionale
escarectomia chirurgica. Gli A.A, dopo i primi 4 anni di utilizzo della metodica, analizzano le
varie fasi del processo di apprendimento e documentano come, in base alle varie osservazioni
e valutazioni cliniche, sia stato possibile comprendere il meccanismo di azione del prodotto e
adeguare le strategie di trattamento. Per quanto riguarda l’efficacia di azione, è stato dimostrato,
con valutazioni istologiche, come l’escarolisi enzimatica, a differenza di quella chirurgica, agisca
in modo molto selettivo rimuovendo completamente la necrosi lasciando indenne il tessuto
parzialmente danneggiato dal calore. Nel caso di ustioni intermedio profonde, infatti, il derma più
profondo (non completamente danneggiato) è risparmiato dagli enzimi e, pertanto, può svolgere
la funzione di un vero e proprio scaffold. L’ottimale protezione di questa quota dermica rende
possibile una guarigione spontanea qualitativamente superiore a quanto ci si aspetterebbe con
le tradizionali metodiche di trattamento. Alla luce anche di tali informazioni, sono state variate
le metodologie applicative degli enzimi, rese più funzionali le medicazioni post debridement
e riconsiderate le modalità chirurgiche al fine di sfruttare al massimo tutte le potenzialità del
trattamento. Sono stati analizzati anche gli aspetti economici, non proprio favorevoli, che hanno
consigliato una particolare attenzione ai criteri di inclusione dei pazienti da trattare. Sono in fase
di elaborazione, infine, nuovi fronti di ricerca rivolti a decifrare i meccanismi biomolecolari più
fini con cui gli enzimi litici del NXB interagiscono con la matrice extracellulare dello scaffold
dermico al fine di spiegare il perché delle sorprendenti cicatrizzazioni frequentemente osservate.

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CO19
Sovrastima clinica della profondità di ustione: Comparazione tra
la diagnosi clinica e la diagnosi visiva diretta con debridement
enzimatico
D. D’Angelo(1) - I. Mataro(1) - M. Vestita(2) - G. Giudice(2) - R. d’Alessio(3)
Ospedale A. Cardarelli, UOC Chirurgia Plastica e centro Ustioni, Napoli, Italia(1) - Università di Bari, Unità di Chirurgia Plastica
e Ricostruttiva e Centro Ustioni, Bari, Italia(2) - Ospedale A. Cardarelli, Unità di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e Centro
Ustioni, Napoli, Italia(3)

Contenuti
La corretta diagnosi precoce della profondità di ustione rappresenta uno degli step più cruciali nella
management del paziente ustionato. Attualmente la diagnosi di profondità è, nella maggioranza
dei casi, basata sulla sola valutazione clinica. Tuttavia la diagnosi clinica è caratterizzata da una
bassa riproducibilità e risulta accurata solo nel 50-70% dei casi.
Da dicembre 2012 è stato introdotto un nuovo farmaco per il debridement enzimatico basato
sulla bromelina (BBD, bromelaine based enzymatic agent) che rappresenta il primo di una nuova
classe di agenti non chirurgici per la rimozione efficace dell’escara in caso di ustioni termiche.
Presentiamo uno studio retrospettivo sull’accuratezza della diagnosi clinica della profondità di
ustione nei pazienti sottoposti a debridement enzimatico, con particolare riferimento al contributo
del debridement enzimatico nella corretta pianificazione delle fasi terapeutiche e nella riduzione
della chirurgia non necessaria.

Metodi
Sono stati raccolti i dati relativi a 69 pazienti con ustioni termiche sottoposti a debridement
enzimatico, ricoverati presso il Centro Ustioni dell’Ospedale A. Cardarelli e dell’AOU Policlinico
di Bari nel periodo compreso tra 01/06/2016 al 01/01/2018.
Per ogni paziente sono state identificate ustioni target (target wound) di cui è stata valutata
clinicamente la profondità prima e dopo trattamento con BBD.
Mediante test K di agreement sono state valutate: la concordanza tra la diagnosi clinica pre e post
BBD e il trattamento effettivo, la sensibilità, la specificità, il valore predittivo positivo e negativo
della diagnosi clinica (pre e post trattamento).
Per tutti i test utilizzati è stato considerato significativo un valore di p
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La sensibilità della diagnosi clinica post BBD è stata dell’86,4%, la specificità del 100,0%, il valore
predittivo positivo del 100,0%

Conclusioni
Studi precedenti hanno già dimostrato l’efficacia del BBD come rapido, efficace e selettivo
strumento di debridement: il BBD fornisce inoltre una diagnosi visiva diretta del letto della lesione
permettendo un’accurata diagnosi precoce della profondità e l’assunzione di decisioni informate
sulle fasi terapeutiche in funzione delle esigenze specifiche del paziente.

Bibliografia
Assessment of burn depth and burn wound healing potential. Monstrey S, Hoeksema H, Verbelen J, Pirayesh A, Blondeel P.
Burns. 2008 Sep;34(6):761-9. doi: 10.1016/j.burns.2008.01.009. Epub 2008 Jun 3. Review.

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