La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini

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La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
Artemide

        La piccola guida
per l’imprenditrice senza confini
La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
© Giunta della Provincia autonoma di Trento 2014

Artemide

Quarta edizione aggiornata al 30 giugno 2014

Precedenti edizioni: 2003 – 2006 – 2012

Dirigente generale: Antonella Chiusole

Direttore: Michele Tessari

A cura di: Area Incentivi

Realizzazione del progetto editoriale

Agenzia del lavoro – Provincia autonoma di Trento

Via Guardini, 75

38121 Trento www.agenzialavoro.tn.it

Progetto grafico impaginazione:Agenzia del lavoro

Si ringrazia la Camera di Commercio I.A.A di Trento della collaborazione
nel capitolo“ Amate Carte”

Stampa a cura del Centro duplicazioni della Provincia autonoma di Trento

Questa pubblicazione è stata chiusa in tipografia nell’agosto 2014. Stampa
a cura del Centro duplicazioni della Provincia autonoma di Trento. Della
presente pubblicazione sono state redatte 100 copie

Sui contenuti della presente guida sono gradite osservazioni e specifiche da inviare
al seguente indirizzo email: rmaccani@agenzialavoro.tn.it

Artemide è nata nell’ambito di un progetto provinciale attivato nel 2003 specificatamente
rivolto alle donne. Precisiamo che ogni qualvolta, in questa pubblicazione, si utilizza la sola
forma femminile, non s’intende discriminare il genere maschile
La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
Artemide

                La piccola guida
        per l’imprenditrice senza confini

GIUNTA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 2014
La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
Artemide,

 uno strumento sintetico ad uso delle aspiranti
                 imprenditrici

 per le donne che non hanno mai lavorato fuori
  casa
 per quelle che hanno lavorato e che ora sono
  disoccupate
 per le studentesse
 per le lavoratrici dipendenti che desiderano
  avvivicinarsi al mondo dell’impresa

 per impostare un progetto
 per fornire soluzioni
 per favorire la creazione di nuovi modelli
 per promuovere stili vincenti nella conduzione
   delle imprese femminili

             Il viaggio continua…
La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
Indice

Le prime domande - Fare l’imprenditrice oggi ................................ 7

Donne e lavoro - Non solo dipendente! ............................................ 8

Mettersi in proprio – Cosa significa davvero ................................. 10

Il lavoro autonomo – Le regole ...................................................... 12

Fare impresa - Cosa serve per partire ............................................. 15

Prima di tutto - Conoscere se stesse ............................................... 16

Risorse professionali - Cosa sai fare? ............................................. 17

L’idea giusta per te – La fantasia in campo .................................... 18

Dall’idea al progetto - Il piano d’impresa ...................................... 19

Cosa vendere - Conoscere il mercato aiuta .................................... 21

A chi vendere - Definisci i tuoi clienti ........................................... 24

Come vendere - Facciamo marketing ............................................. 26

Come organizzarsi - I piani indispensabili ..................................... 30

Quanto serve - Capitale fisso e circolante ...................................... 34

Da sola o no – La forma giuridica .................................................. 36

Amate carte - Le autorizzazioni richieste ....................................... 46

Se i soldi mancano - Non rinunciare! ............................................. 49

Siti web e informazioni utili ........................................................... 60
La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
Le prime domande - Fare l’imprenditrice oggi
Le donne imprenditrici sono oggi in numero sempre
maggiore. Ma quale deve essere il profilo vincente di una
imprenditrice dei nostri giorni?
Quali le competenze tecniche, le motivazioni, le attitudini e gli
atteggiamenti che la distinguono?
In che modo può affrontare con tranquillità le difficoltà dei
primi anni di attività, quando è maggiore il rischio di
mortalità dell’impresa?
Se pensi di avviare un lavoro imprenditoriale, è utile che tu ti
ponga alcune domande riguardanti i requisiti di base,
professionali e personali.
   o Gli studi che ho fatto sono sufficienti? La formazione
     che ho acquisito nel settore in cui intendo
     intraprendere l’attività è tale da garantirmi una serenità
     nella fase di avvio, quando una moltitudine d’impegni
     gestionali assorbirà tutte le mie energie?
   o L’esperienza pratica che ho accumulato nel tempo mi
     permette una completa autonomia lavorativa o devo
     avvalermi della competenza di altri soggetti per
     esercitare la mia attività?
   o Ho sufficiente autostima e fiducia nelle mie capacità
     relazionali? Sono in grado di fronteggiare situazioni
     d’incertezza e di essere la “regista di me stessa?”.

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La piccola guida Artemide - per l'imprenditrice senza confini
Donne e lavoro - Non solo dipendente!
Il “fare impresa” ha ormai coinvolto pienamente l'universo
femminile. Le donne che oggi lavorano in proprio sono molto
più determinate che in passato, si occupano dei settori più
diversi, e sempre più spesso diventano imprenditrici assieme
ad altre donne.
Ma perché una donna decide di scegliere il lavoro in
proprio?
Negli ultimi anni, le donne che avviano un’attività tendono a
farlo più per scelta che per necessità. Le principali
motivazioni sono la ricerca di una maggiore autonomia, il
desiderio di un lavoro più gratificante, la necessità di
valorizzare la propria identità femminile e il bisogno di
conciliare i tempi di lavoro con i tempi di vita famigliare. La
dimensione preferita è quella della micro impresa.

                     Quale lavoro scegliere
                          I pro e i contro
Il lavoro subordinato comporta:
• un orario di lavoro da rispettare;
• uno stipendio fisso corrispondente alla qualifica;
• il diritto al riposo e alle ferie maturate;
• il versamento di contributi previdenziali e assistenziali che
  assicurano una pensione e "coprono" in caso di malattia.

                                8
Il lavoro autonomo prevede:
• un orario di lavoro non necessariamente rigido, ma questo
  non significa lavorare meno;

• un compenso contrattato dalle parti o garantito dalla propria
  attività;

• l’autonoma copertura previdenziale e una assistenza che
  varia a seconda della tipologia di lavoro autonomo nei vari
  modi previsti dalla legge;

• tenere la contabilità secondo determinate prescrizioni.
I vantaggi sono costituiti dalla grande indipendenza, dal senso
di libertà e dalla possibilità di realizzarsi a tutto tondo.

                               9
Mettersi in proprio – Cosa significa davvero
In modo sintetico, la prima risposta che possiamo dare è che
mettersi in proprio significa crearsi un lavoro, cioè una
fonte di reddito non dipendente. La definizione però appare
molto generica. Mettendoci in proprio, infatti, andiamo ad
esercitare un preciso ruolo nella società, che la legge si
preoccupa di disciplinare. La legge, a seconda delle norme di
natura civile o fiscale, divide il mondo del lavoro in proprio
in due grandi insiemi. Il primo insieme è costituito dal mondo
del lavoro autonomo; il secondo insieme è costituito dal
mondo dell’impresa. Per un approfondimento sul mettersi in
proprio in tempo di crisi consulta la guida edita dal Gruppo
24ore - il sole 24ore Managment: “Mettersi in proprio” a
cura di Cristiana Trovò.

              LAVORATRICE IN PROPRIO

 ATTIVITA’ DI LAVORO AUTONOMO           ATTIVITA’ D’IMPRESA

La lavoratrice autonoma (art. 2222 C.c.) è colei che, in cambio
di un compenso convenuto, si obbliga a compiere un'opera o
un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza
vincolo di subordinazione nei confronti del committente
(ovvero del cliente). L’imprenditrice, (o l’imprenditore), al
contrario, è colei che “esercita professionalmente un’attività
economica organizzata al fine della produzione o dello
scambio di beni o servizi” (art. 2082 C.c.). I criteri, quindi, per
distinguere l’imprenditrice dalla lavoratrice autonoma sono: la
prevalenza di una organizzazione dell’attività, l’esercizio di
una attività economica diretta alla produzione e allo scambio

                              10
di beni e servizi ed, infine, la professionalità. Tra la lavoratrice
autonoma e l’imprenditrice ci sono, inoltre, grosse differenze
che devono essere rispettate afferenti agli aspetti fiscali,
previdenziali e contabili. Per esempio: la lavoratrice autonoma
deve applicare la ritenuta d’acconto del 20% sui propri
compensi, mentre l’imprenditrice non deve applicare la
ritenuta d’acconto del 20% su quelli propri.

                                 11
Il lavoro autonomo – Le regole
Nell’ambito del lavoro autonomo devi poi fare attenzione al
tipo di lavoro autonomo che vuoi esercitare. Sempre il Codice
civile stabilisce “che la legge determina le professioni
intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione
in appositi albi od elenchi” (art. 2229 C.c.). Accanto a queste
ci sono delle arti o professioni che non prevedono una
iscrizione all’albo. Puoi quindi distinguere le seguenti
tipologie:
1. esercizio di arti e professioni protette: con l’obbligo di
   iscrizione ad un albo (ad esempio avvocata, notaia,
   commercialista, psicologa), il cui esercizio è consentito
   solo subordinatamente al possesso di qualifiche
   professionali o all’accertamento delle specifiche
   professionalità. L’attività è quindi disciplinata e vincolata a
   specifici requisiti quali: l’esame di stato, l’obbligo
   d’iscrizione agli albi professionali, un tirocinio ove previsto
   dai singoli ordinamenti, l’obbligo di assicurazione, la
   formazione continua e l’adesione a un codice deontologico;

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2. esercizio di attività che non prevedono l’iscrizione a un
   albo (es. chinesiologa, naturopata, osteopata ecc…). La
   legge nazionale del 14 gennaio 2013, n. 4 che ha
   disciplinato le professioni non organizzate in ordini e
   collegi, ha introdotto la possibilità che siano le
   associazioni professionali di categoria a rilasciare ai propri
   iscritti un’apposita attestazione. Puoi quindi esercitare
   professionalmente un’attività economica o eseguire una
   prestazione d’opera il cui compenso è incassato dietro
   l’emissione di fattura. In questo caso devi aprire e attivare
   la partita Iva. Se sei interessata a maggiori informazioni
   sulle opportunità offerte con il regime dei “nuovi minimi”
   e cioè sulla possibilità di usufruire di vantaggi legati ad
   agevolazioni fiscali puoi consultare il sito dell’Agenzia
   delle entrate e cioè: www.agenziaentrate.gov.it
   Negli ultimi anni, anche a seguito delle modifiche in
   materia lavorativa, alcune tipologie di lavoro qui di seguito
   sinteticamente tratteggiate, possono essere ricomprese nella
   forma del lavoro autonomo. Esse sono:
3. contratto “a progetto”. Con questa forma di lavoro
   l’attività deve essere svolta senza alcun vincolo di
   subordinazione nei riguardi del committente e si deve
   caratterizzare per l’autonomia del soggetto che la compie;
4. lavoro autonomo accessorio. Se, invece, il tuo reddito
   viene da altre fonti, ma ogni tanto svolgi un lavoro diverso
   dal tuo abituale, o se in questo periodo riesci a trovare solo
   occasioni di lavoro saltuario, allora la tua sarà una
   prestazione accessoria (massimo 30 giorni nel corso

                               13
dell’anno solare e con un compenso non superiore a 5.000
   euro).
Riepilogando:

Nell’insieme del lavoro autonomo possiamo distinguere:

   l’esercizio di arti e professioni con o senza albo;

   il lavoro a progetto;

   il lavoro autonomo occasionale.
Nell’insieme del mondo dell’impresa possiamo distinguere:

1. imprenditrice commerciale (in senso stretto);
2. la piccola imprenditrice         (per   attività   artigiane   e
   commerciali);
3. l’imprenditrice agricola.
1. L’imprenditrice commerciale è colei che esercita
   un’attività industriale, intermediaria, di trasporto, bancaria
   o assicurativa nonché altre attività ausiliari alle precedenti.
2. E’ considerata piccola imprenditrice colei che esercita
   un’attività professionale organizzata prevalentemente con il
   lavoro proprio e dei famigliari.
3. E’ imprenditrice agricola chi si dedica alla coltivazione
   del fondo, alla silvicoltura, allevamento del bestiame e altre
   attività connesse. L’imprenditrice agricola è esonerata dalla
   disciplina prevista per le imprese commerciali.

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Fare impresa - Cosa serve per partire
Per realizzare un’impresa non basta avere un’idea brillante o
la dotazione di un proprio capitale di autofinanziamento.
Essere imprenditrici significa in primo lugo conoscere se
stesse, essere consapevoli dei propri punti di forza e dei propri
punti di debolezza, essere in grado di modificare i tratti più
spigolosi del proprio carattere che non permettono uno
sviluppo armonioso di quelle qualità e attitudini proprie di una
imprenditrice di successo.

                    Ecco le parole chiave
                     dell’imprenditrice:

                   caratteristiche personali
                          motivazione
                           flessibilità
                            creatività
                       idea realizzabile
                    mission imprenditoriale
                          cosa vendere
                         a chi vendere
                         come vendere
                      come organizzarsi
                   da sola o in compagnia?
                 le autorizzazioni per partire
                        i soldi ci sono?
                            fare rete

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Prima di tutto - Conoscere se stesse
Gestire un’impresa non è solo un problema di numeri. Quello
che segue è il ritratto ideale di un’imprenditrice di successo:
forse tu non avrai tutti i punti di forza qui di seguito elencati, e
avrai delle debolezze. Importante però è che tu sia tesa a
mettere in luce i primi e a essere consapevole delle seconde.

• Una buona imprenditrice è innovatrice: ama e cerca il
  nuovo, è curiosa.

• Si aggiorna sulle strategie adottate dai concorrenti, sulle
  richieste e i bisogni dei potenziali clienti.

• Ama il rischio: sa sfidare se stessa, i pregiudizi, la sorte, il
  mercato e i concorrenti.

• Sa decidere anche a costo di sbagliare. Essa non fa di ogni
  errore una tragedia.

• Ama il proprio lavoro, che la realizza e la soddisfa, e vi si
  dedica con passione.

• Ha una notevole forza di volontà, fiducia nelle proprie
  capacità e ottimismo: è decisa, punta dritta ai suoi obiettivi,
  le rinunce e i sacrifici non la spaventano.

• E’ flessibile, si adatta a qualunque cambiamento, legge i
  mutamenti del mercato aggiustando la rotta alla propria
  attività.
 Attenzione: imprenditrice si nasce ma si può anche
 diventare!

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Risorse professionali - Cosa sai fare?
Per partire con il piede giusto l’improvvisazione non deve far
parte del tuo progetto di avvio.
Dopo aver considerato gli aspetti riguardanti il tuo carattere e
la tua personalità, valuta le risorse professionali di cui sei in
possesso. Considera come anche gli hobby possono essere
indicativi di capacità e competenze che spesso sottovalutiamo
e da dove invece si possono trarre spunti preziosi per eventuali
attività in proprio.
La competenza tecnica e professionale acquisita e
costantemente aggiornata con lo studio e l’esperienza è
fondamentale per dare credibilità alla tua ipotesi
imprenditoriale.
Non è sufficiente, infatti, una preparazione di tipo tecnico, ma
è necessaria anche una vera e propria competenza gestionale
che comprende conoscenze in campo commerciale,
amministrativo, contabile e finanziario. A questo proposito
puoi decidere di programmare un piano di formazione
individualizzato, leggere testi o pubblicazioni sull’argomento
e iscriverti online alle newsletter di tuo interesse.
Attenzione: è importante verificare quali percorsi formativi
finalizzati alla promozione o allo sviluppo di nuove imprese (carte
ILA)     sono     presenti   in    provincia.    Visita  il    sito:
http://www.fse.provincia.tn.it/opportunita/Carte_ILA_Nuova_imp
renditorialita

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L’idea giusta per te – La fantasia in campo
Chi è motivata ad avviare un’impresa e ritiene di avere le
capacità per farlo, può pensare di avere le carte in regola
per avviare una nuova iniziativa. Ma non è così semplice:
occorre innanzitutto un’idea chiara di quello che si vuole fare.
Di idee ce ne sono tante: basta guardarsi in giro. Si possono
avviare attività innovative o poco presenti sul territorio; altre,
già affermate sul mercato, possono essere modificate, o
ampliate; altre attività infine, pur essendo tradizionali, offrono
ancora possibilità di sviluppo soprattutto in nuovi settori.

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Dall’idea al progetto - Il piano d’impresa
Passare dall’idea al progetto significa mettere a punto la
definizione di un prodotto o di un servizio.
Una volta messa bene a fuoco l’idea occorre valutarne la
validità e le prospettive di applicazione: ovvero devi
considerare se quello che vuoi fare è capace di produrre
guadagni.
Per verificarlo è bene realizzare un dettagliato piano
d’impresa o business plan che è il documento che presenta il
progetto imprenditoriale nel suo complesso. Il piano
d’impresa è un vero e proprio strumento di lavoro e come tale
devi pensarlo. Esso deve essere concepito come un
“documento vivente”. Non è qualcosa che è stato stampato
una volta. Deve esssere lì sul vostro computer sempre. (Tim
Berry).
Il piano d’impresa ti servirà anche a verificare la fattibilità
della tua iniziativa, aiutandoti ad individuare gradualmente
con maggior chiarezza i punti di forza e di debolezza della tua
attività, per esempio come e a chi vendere, quantificare costi e
possibili ricavi.
Puoi rivolgerti alle Associazioni di categoria o a consulenti ma
ricorda che l’imprenditrice sei tu: valutazioni e decisioni
finali spettano a te ed è importante che arrivi a
padroneggiare con sicurezza ogni aspetto del tuo progetto.
Il piano d’impresa, inoltre, è il documento col quale presenti
all’esterno la tua idea imprenditoriale. Futuri partner,
investitori, banche, enti erogatori di finanziamenti e tutti i

                               19
soggetti con cui ti metterai in contatto per ottenere
finanziamenti lo esamineranno con grande attenzione, per
valutare un eventuale interesse nei riguardi della tua proposta.
Un buon piano d’impresa deve essere facilmente leggibile e
interpretabile: forma esteriore, chiarezza, coerenza e
previsione economico finanziaria basata su dati certi sono,
quindi, elementi che devi curare con grande attenzione.
In sintesi un buon progetto d’impresa deve rispondere a
domande semplici e fondamentali:

                      Sai cosa vendere?
                      Sai a chi vendere?
                Come ti proponi sul mercato?
                   Sai come organizzarti?
                   Quanti soldi ti servono?
Attenzione: nell’attuale scenario economico un “buon
business plan” ti può aiutare nel reperimento delle risorse
finanziarie per l’avvio della tua impresa.

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Cosa vendere - Conoscere il mercato aiuta
Il primo errore da evitare è quello di avere obiettivi incerti ed
essere poco concreta. Gli obiettivi devono essere definiti
subito, con precisione, per non rischiare di sprecare risorse: la
prima parte del piano d’impresa deve descrivere alla
perfezione i prodotti o i servizi da offrire.
E’ indispensabile che tu raccolga il maggior numero possibile
d’informazioni relative al settore in cui vuoi operare, alla zona
in cui intendi svolgere la tua attività, al modo di agire della
concorrenza, alle proposte dei fornitori, alle esigenze dei
possibili clienti.
Più in generale, devi conoscere a fondo il tuo mercato nella
sua complessità, il che comporta un’analisi dettagliata
dell’ambiente esterno all’impresa.
L’ambiente esterno è costituito da:

1. I clienti
È importante parlare con amici e conoscenti, vederli come
potenziali clienti, chiedendo loro quali pregi e difetti ha il tuo
prodotto o servizio; come vorrebbero fosse loro offerto;
quanto sarebbero disposti a pagare per esso e quali sono le
loro attese a riguardo.

2. I concorrenti
Sono sempre pronti a scoprire nuove strategie e tecniche di
produzione per accrescere le loro quote di mercato.

                                21
E’ indispensabile quindi osservare costantemente il loro modo
di agire e considerare:

• quali e quanti sono gli operatori che commercializzano
  prodotti o offrono servizi simili a quelli che tu vuoi
  proporre;

• dove sono collocate le attività;
• che cosa offrono e con quali modalità (le caratteristiche dei
  loro prodotti o servizi);

• quali prezzi applicano;
• quali sono le loro condizioni di vendita (sconti, modalità di
  consegna, tempi di pagamento...);

• quali sono i loro punti di forza e di debolezza;
• quali mezzi di distribuzione o strumenti promozionali
  utilizzano.

3. I Fornitori
Sono sempre esperti conoscitori del settore. Devi consultare
più fornitori per valutare l’eventuale possibilità di acquistare
fattori produttivi (ad esempio: materie prime, energia, forza
lavoro, servizi, capitale) a prezzi più bassi rispetto ai
concorrenti.

4. Fattori critici di successo
Occorre enucleare i punti di forza della tua iniziativa
imprenditoriale individuando cosa può rendere competitivo

                              22
il tuo prodotto o servizio, diversificandolo rispetto a
quanto proposto da altri.
Il cliente, infatti, è disponibile all’acquisto se, rispetto a quello
conosciuto, il tuo prodotto o servizio ha qualcosa di più o di
diverso che lo rende appetibile. Si può trattare di qualità, di
prezzo, di semplice “effetto novità” o della facile reperibilità.

5. Minacce e opportunità
Attenzione però: perché il nuovo valore aggiunto funzioni,
deve corrispondere ad una reale esigenza del cliente o al
soddisfacimento di un bisogno latente. Si tratta di cogliere
l'umore del consumatore e di "tastare il polso al mercato".
Tutto ciò ha a che fare con la capacità di previsione, che non è
una capacità innata: si costruisce con l'informazione e
l'esperienza.
Devi ricercare gli elementi che possono aumentare i rischi di
insuccesso della strategia o impedirla (minacce), e
contemporaneamente mettere in luce le condizioni che
presentano un valore attuale o potenziale per il vantaggio
competitivo della tua iniziativa imprenditoriale (opportunità).

6. Posizionamento e strategie di marketing (forme di
pubblicità).
Non basta essere irreprensibili amministratrici, esperte di
finanza, abilissime nella ricerca dei soci ma è necessario
saper individuare e analizzare il proprio cliente potenziale.
Affronteremo questi temi nei prossimi capitoli.

                                 23
A chi vendere - Definisci i tuoi clienti
Individuare e analizzare il tuo potenziale cliente significa
essere in grado di offrirgli ciò che vuole.
Una buona imprenditrice deve avere ben presente quante e
quali persone compongono il suo mercato. Deve conoscere il
loro livello culturale, la posizione sociale, l’ambiente in cui
vivono, i problemi cui devono fare fronte.
Se non si immedesimasse in loro potrebbe non raggiungere il
successo sperato.
Per questo, prima di avviare qualunque attività è importante:
a) calcolare le potenzialità del mercato, cioè prevedere
quante persone sono disposte a comprare quello che gli vuoi
vendere;
b) segmentare il mercato, cioè capire bene a chi vendere il
tuo prodotto/servizio.
Occorre, quindi, suddividere i potenziali consumatori in
categorie omogenee e raggrupparli per zona geografica, per
settore di attività, per sesso, per capacità di spesa, per età.
Dopo aver messo a fuoco il potenziale cliente e lo spazio di
mercato che puoi ritagliarti devi mettere alla prova la tua idea
per verificare se funziona.
Puoi svolgere qualche sondaggio direttamente mediante
interviste, questionari, telefonate.

                             24
Anche per una piccola attività è bene compiere questa
preliminare verifica: la sensazione che tu hai sul prodotto o
servizio che offri, potrebbe non essere condivisa da altri
consumatori.
Un settore che ha avuto fino ad oggi un trend positivo
potrebbe cominciare a mostrare segni di crisi. Il mercato è
sempre in movimento.
Non vanno trascurati altri elementi che, modificandosi, sono
in grado di influenzare l'andamento di un determinato settore e
quindi le tue scelte.
Riassumendo: nell’analisi dell’ambiente esterno

       Clienti…Concorrenti…Sondaggi
sono gli elementi fondamentali che devi considerare per avere
un quadro attendibile del mercato in cui decidi di operare.

                              25
Come vendere - Facciamo marketing
Non basta essere ineccepibili amministratrici, esperte di
finanza, abilissime nella ricerca dei soci, per condurre
un’attività con successo, occorre anche saper vendere: un
buon piano d’impresa deve anche includere un’analisi attenta
di come farlo.
Il marketing non è solo vendita, esso consiste in un insieme
di strategie e tecniche che hanno lo scopo di offrire al tuo
cliente potenziale il prodotto o il servizio giusto, al prezzo
giusto, nel posto giusto, con la promozione più adatta alle
sue esigenze, trasformando così il cliente potenziale in cliente
effettivo.
Dopo aver individuato le fasce di potenziali acquirenti, le
variabili da considerare sono le cosiddette 4 P del marketing:
a) il prodotto o servizio
b) il prezzo
c) il posizionamento (o la distribuzione)
d) la promozione
A seconda delle esigenze dei clienti individuati puoi
concentrare la tua attenzione su uno o più di questi elementi:
a) il prodotto o servizio: si tratta di ricercare e analizzare le
caratteristiche che favoriscono l’acquisto (colore, design,
confezione, contenuti) o l’utilizzo;

                             26
b) il prezzo: è un elemento al quale occorre fare particolare
attenzione. Entrano in gioco non solo i costi, che ovviamente
devi coprire, ma anche la valutazione del prezzo praticato
dalla concorrenza e l'immagine del prodotto o servizio che
vuoi offrire.
Ogni servizio in più che proponi costituisce un valore
aggiunto che può alzare la soglia del prezzo, per esempio
qualità elevata, forme di consulenza e assistenza particolari o
quanto altro saprai inventare.
Nei primi tempi invece puoi praticare prezzi inferiori oppure
offrire particolari sconti o forme agevolate di pagamento;
c) il posizionamento (o la distribuzione): in questo caso si
tratta di organizzare le modalità di distribuzione del prodotto o
di erogazione del servizio.
Accessibilità, visibilità, cura e caratterizzazione dell'ambiente,
attenzione all'accoglienza e alla relazione sono elementi che
agevolano l'avvicinamento e la fedeltà del cliente;
d) la promozione: è l'attività specifica che favorisce la
comunicazione tra l'impresa e il cliente e viceversa.
Puoi preparare materiale cartaceo pubblicitario da diffondere,
spot radiofonici, un sito internet nonché predisporre (o far
predisporre da qualche esperto) delle pagine dedicate alla tua
impresa e/o condividere dei servizi di social networking quali
per esempio facebook, linkelink e xing.
Anche organizzare o partecipare ad eventi quali inaugurazioni
e mostre potrebbe esserti utile, come anche ricorrere a

                                27
inserzioni su giornali oppure cercare il contatto immediato con
il cliente tramite lettera (mailing diretto).
La scelta dipende dalla tua disponibilità economica e
dall'obiettivo generale che hai, in equilibrio con gli altri fattori
del piano di marketing.
Un'attenzione particolare va riservata alla valorizzazione del
marchio, che definisce la visibilità dell'azienda e all'immagine,
coordinata attraverso la carta intestata, il biglietto da visita e
l'insegna.
La scelta di preferire un aspetto anziché un altro del marketing
può essere fatta solo sulla base della clientela di riferimento e
cambia da caso a caso.
Deve comunque esserci uno stretto collegamento tra un
elemento e l’altro del piano di marketing: tali elementi
contribuiscono a creare l'immagine della tua impresa e del
prodotto o servizio che offri.
C’è chi paragona il piano di marketing ad un tavolino a
quattro gambe in cui:

                       il prodotto,
                       il prezzo,
                       il posizionamento,
                       la promozione
rappresentano ciascuno una gamba del tavolo.

                                28
Perché il tavolo stia bene in piedi e non abbia problemi di
stabilità, occorre che le quattro gambe siano in equilibrio;
basta che una gamba sia sbilanciata e il tavolo non sta in piedi.
E così un’impresa.

                               29
Come organizzarsi - I piani indispensabili
Occorre ora definire le scelte produttive e organizzative.
Le domande che devi porti sono:

           1. quanto vendere e quanto produrre?
                     2. come produrre?
                       3. in che tempi?
1. Quanto vendere e quanto produrre?
Per conoscere quanto devi vendere e produrre è
fondamentale individuare il punto di equilibrio, cioè il
punto in cui l’azienda raggiunge l’equilibrio economico tra
ricavi e costi. Il calcolo del punto di pareggio ti consente di
sapere quale deve essere la quantità minima di prodotto da
vendere (o servizi da erogare) che devi realizzare per
pareggiare i costi con i ricavi e quindi non avere delle
perdite.
                  Ricavi totali = Costi totali
Per poter calcolare il punto di pareggio devi individuare i
costi (variabili, fissi e misti) che la tua impresa dovrà
sostenere e sapere quale deve essere il prezzo a cui devi
vendere il tuo prodotto (o servizio). La differenza tra il
prezzo e i costi variabili si chiama “margine di
contribuzione”. Quando la somma di tutti i margini di
contribuzione realizzati dalla vendita del prodotto (o del
servizio) sarà uguale alla somma di tutti i costi fissi avrai
realizzato la tua analisi del punto di pareggio cioè avrai
calcolato la quantità minima di prodotto (o di servizio) da

                               30
erogare per non andare in perdita. Nel punto di pareggio il
 margine di contribuzione totale è nullo, cioè i costi totali
 sono uguali ai ricavi totali. Se il margine di contribuzione
 totale è maggiore dei costi fissi avrai l’ utile.
 Per calcolare il punto di pareggio devi:
 1) definire il prezzo
 2) calcolare i costi variabili unitari
 3) calcolare i costi fissi

           e quindi applicare la seguente formula:
quantità di pareggio = costi fissi/(prezzo-costi variabili
unitari).

 Graficamente:

     i costi che prevedi di sostenere

     il prezzo di vendita del prodotto o servizio che offri

     la quantità di prodotto da vendere per ottenere il
       punto di equilibrio

                               31
Puoi predisporre analisi preventive parziali e l’esame
globale relativo all'attività aziendale nel suo complesso.
Per raggiungere il punto di pareggio, ossia il livello in cui i
ricavi totali sono uguali ai costi totali, dovrai agire sui tre
fattori indicati: potrà essere necessario incrementare la
quantità di prodotto venduto, aumentare il prezzo di
vendita o cercare di abbassare il livello dei costi.

2. Come produrre
Una volta definito il livello ottimale di produzione e di
vendita, puoi soffermarti sugli aspetti organizzativi
aziendali, cioè quale livello di organizzazione è necessario
per sostenere con profitto la tua attività.
Per mettere a punto l’organizzazione devi considerare vari
aspetti:
* con chi: se prevedi più soci, dovrete chiarire bene le
mansioni di ciascuno; se pensi di avere bisogno di lavorare
con altri, verifica le competenze e il tipo di collaborazione
da instaurare.
* dove e come: la scelta del locale deve soddisfare esigenze
di tipo diverso per esempio: l’ampiezza dei locali da
utilizzare, costo di affitto o acquisto dello spazio lavorativo,
accessibilità, immagine, funzionalità ecc.
Devi inoltre informarti di quali autorizzazioni e permessi hai
bisogno.
In fase di avvio è meglio prevedere una struttura
dimensionale flessibile, in grado cioè di essere adattata

                               32
tempestivamente alle esigenze che via via potrebbero
manifestarsi.
Attenzione! La struttura più semplice è la migliore per la
fase di avvio.

3. In che tempi
Per quanto riguarda i tempi occorre calcolare le fasi di avvio
dell'attività: al momento della pianificazione considera che
in genere sono necessari almeno due/tre anni prima di poter
ritenere l'impresa come consolidata.
Per iniziare a operare a pieno regime dovrai inoltre
intrecciare rapporti con gli operatori con cui entrerai
inevitabilmente in contatto: agenti di vendita, banche,
fornitori, altre imprese. Correttezza e competenza saranno i
requisiti fondamentali per costruire la tua credibilità e
affidabilità imprenditoriale.

                             33
Quanto serve - Capitale fisso e circolante
E’ importante calcolare quanto denaro serve non solo per
avviare l’attività, ma anche per condurla.
Mettere nero su bianco e verificare quanti soldi ci vogliono
per avviare l’attività è la fase cruciale che consente di
stabilire se dedicarsi o meno alla nuova iniziativa.
Per tradurre in cifre la propria idea di impresa non resta che
prendere la calcolatrice in mano per conteggiare
rigorosamente ogni minimo investimento: dalle
attrezzature agli arredi, dalle autorizzazioni ai permessi
informandosi di volta in volta e prevedendo anche i costi
meno evidenti.
Più difficile è stabilire quanti soldi saranno necessari per
condurre l’iniziativa una volta avviata. E’ qui che molto
spesso puoi incontrare qualche difficoltà: la differenza tra
entrate e uscite non è la sola voce da considerare per
decidere se si avranno le tasche piene o vuote. Chi fa
impresa e vuole rimanere sul mercato deve ricavare più di
quello che spende. Ma può trovarsi ugualmente in difficoltà.
Vi sono imprese che, pur avendo un'attività che funziona,
sono costrette ad abbandonare il mercato a causa della scarsa
attenzione e della poca capacità di controllo dell'andamento
delle entrate e delle uscite.
I clienti, infatti, nella migliore delle ipotesi, pagano
l’impresa sessanta/novanta giorni dopo avere acquistato i
suoi prodotti. L’impresa, invece, compra i materiali con cui
produrli e retribuisce il personale indipendentemente dalla
data in cui incassa il denaro.

                              34
Se, quindi, l’impresa non ha le spalle più che coperte,
s’indebita con le banche e, alla lunga, può trovarsi nei guai a
furia di pagare salati interessi.
Attenta dunque, e ricordati che devi considerare:

• il fabbisogno di capitale fisso, necessario per realizzare gli
  investimenti strutturali in attrezzature, automezzi,
  immobili ecc.;

• il fabbisogno di capitale circolante, ossia le disponibilità
  per le attività correnti (acquisto di beni, sostenimento delle
  spese di esercizio, pagamenti vari, obblighi fiscali...).
Soprattutto in fase di avvio, occorre disporre di una buona
liquidità. All'inizio i fornitori, che non ti conoscono, ti
chiederanno spesso il pagamento pronta cassa; tu, invece, al
fine di acquisire clienti, offrirai forme di pagamento
agevolato, concedendo dilazioni o sconti particolari, poiché
senza liquidità non potrai far fronte alle varie scadenze
finanziarie.

                              35
Da sola o no – La forma giuridica
S.n.c., s.r.l queste sigle misteriose rivelano le caratteristiche
di un'impresa e come può essere organizzata.
Scegliere la forma giuridica per la propria attività è un
compito delicato. La forma giuridica dell’impresa definisce
le responsabilità che i suoi titolari assumono, da un lato,
all’interno dell’impresa, e dall’altro nei confronti
dell’esterno cioè verso i fornitori, le banche, i dipendenti,
ecc.
La scelta della forma giuridica dipende da diversi elementi:

       le esigenze dell’imprenditrice;

       il numero dei soggetti che partecipano all'attività con il loro
       lavoro;

       l’ammontare del capitale investito;

       il grado di responsabilità che i soggetti intendono assumersi;

       gli obblighi fiscali e contabili diversi previsti dalla legge (tenuta
       di registri obbligatori, imposte dovute, bilanci);

       la possibilità di ricorrere a particolari forme di finanziamento.
La scelta della tipologia societaria varia quindi a seconda
delle variabili sopra riportate. Considera, comunque, che non
esiste una forma giuridica ideale per ogni fase di vita di
un’impresa. Qui di seguito sono illustrate in forma sintetica
le principali tipologie; per un’analisi più approfondita ti
consigliamo di rivolgerti ad un esperto o ad una esperta del
settore.

                                   36
L’attività da sola
Se si avvia un’attività senza l’aiuto di altri, si può costituire
un’ impresa individuale.
Questa è la forma giuridica più diffusa e meno onerosa. Tale
forma concentra su una sola persona fisica e sul suo
patrimonio tutte le responsabilità e le decisioni concernenti
l’attività. L’imprenditrice risponde con i propri beni di
eventuali mancanze dell’impresa. In questo caso non vi è
autonomia patrimoniale dell’impresa.
Una particolare forma d’impresa individuale è l’impresa
familiare. Sono considerate imprese familiari, le imprese
nelle quali collaborano il coniuge, i parenti fino al terzo
grado (genitori, fratelli, nonni, figli, nipoti, zii) e gli affini
fino al secondo grado (cioè i parenti del coniuge: suoceri,
cognati). Nel caso dell’impresa familiare al titolare spetta il
51% dell’utile.
Attenzione: non si può essere titolari di più imprese
individuali.

L’attività in compagnia
Se invece si avvia un’attività con altri, bisogna decidere se
fondare una società di persone, una società di capitali o una
cooperativa. Le società di persone sono:
1.   società semplice (s.s.);
2.   società in nome collettivo (s.n.c.);
3.   società in accomandita semplice (s.a.s.).

                                37
1. La società semplice (s.s.) può essere scelta se non si
esercita un’attività commerciale, come, per esempio, quella
agricola. Non è previsto un capitale minimo e ogni socio è
responsabile in modo illimitato con possibilità di patto
contrario a determinate condizioni previste dalla legge.
L’utile prodotto dall'impresa è ripartito tra i soci (o socie), in
proporzione alle quote di partecipazione alla società.
2. La società in nome collettivo (s.n.c) è la forma più
diffusa di società di persone. Essa può essere individuata per
le attività commerciali e può essere costituita da due o più
soci. Non è previsto un limite minimo di capitale sociale. La
responsabilità di ogni socio è illimitata e solidale. Ha il
vantaggio di realizzare una gestione d’impresa agile sotto il
profilo organizzativo e fiscale.
3. La società in accomandita semplice (s.a.s.) è una società
in cui sono presenti soci con responsabilità illimitata (soci
accomandatari la cui condizione giuridica è sostanzialmente
coincidente con quella dei soci di una s.n.c.) e soci con
responsabilità limitata (soci accomandanti che apportano
capitale e che non possono compiere atti di
amministrazione). Si preferisce questa forma di società
quando ci sono alcune persone che dispongono di capitali e
altre che sono in possesso di capacità imprenditoriali.
Per le s.s., s.n.c., ciascun socio è amministratore della
società. In caso di fallimento falliscono tutti i soci
illimitatamente responsabili. La quota non può essere
trasferita senza il consenso degli altri soci.
Per le s.a.s, possono essere amministratori solo i soci
accomandatari. In caso di fallimento della società che svolge

                                38
attività commerciale il fallimento coinvolge i soli soci
accomandatari e non tocca i soci accomandanti.

                          39
Le società di capitali
Le società di capitali si distinguono dalle società di persone
per la rilevanza data all’autonomia patrimoniale e il
riconoscimento della personalità giuridica: vi è quindi un
ente distinto dalle persone fisiche dei soci, titolare di propri
diritti e doveri. Questa forma giuridica è adatta soprattutto
per le medie e grandi imprese
Le società di capitali si distinguono in:
      1.    s.r.l. (società a responsabilità limitata), s.r.l. uni
            personale, s.r.l.s. (semplificata);
      2.    s.p.a. (società per azioni), s.a.p.a. (società in
            accomandita per azioni).
Le società di capitali sono indicate per chi desidera limitare
il rischio alla quota di capitale. Le quote rappresentano sia la
misura del conferimento del socio, sia il complesso dei diritti
e degli obblighi che la partecipazione alla società comporta.
I soci rispondono di eventuali debiti contratti dall'impresa
soltanto per la quota di capitale sociale conferita in società:
il patrimonio personale dei soci non è quindi intaccato. Le
società per azioni, infine, sono le uniche forme di società per
quelle imprese che vogliano quotarsi in Borsa.
Tutte le società di capitali si costituiscono con un atto
pubblico a pena di nullità redatto da un notaio.

La s.r.l.
Attualmente la s.r.l è la forma giuridica più diffusa e
utilizzata per lo svolgimento di un’attività commerciale. La
s.r.l ordinaria prevede, tra le varie condizioni, un capitale

                                 40
sociale minimo di 10.000 euro e un versamento presso una
banca di almeno il 25% dei conferimenti in denaro. I
rapporti contrattuali tra i soci sono tutti contemplati nell’atto
costitutivo. Tale atto rappresenta la pietra miliare attorno la
quale si sviluppa la società stessa. Con la riforma del 2004 è
stata prevista la possibilità di presentare una fideiussione o
un contratto di assicurazione in alternativa al versamento dei
decimi del capitale sociale. Tutti i documenti relativi a
questo tipo di società devono essere redatti nella forma
dell’atto pubblico a pena di nullità.

Srl unipersonale
Nel caso in cui la srl si costituisca con atto unilaterale e
quindi con la presenza di un unico socio, essa si chiamerà:
srl unipersonale. Con la srl unipersonale si limita il rischio
al patrimonio conferito alla società. E’ previsto il
versamento di un capitale minimo che deve essere
interamente versato fin dal momento della costituzione.

S.r.l.s. (semplificata)
La srl semplificata è un tipo di s.r.l che gode di una
facilitazione relativa all’ammontare del capitale sociale
necessario per la costituzione e dei costi da sostenere. La
s.r.l.s è stata introdotta nell’anno 2012 per agevolare i
giovani di età inferiore a 35 anni a trovare un’occasione di
lavoro sotto forma di autoimpiego. Attualmente la s.r.l
semplificata può essere costituita solo da persone fisiche con
contratto o atto unilaterale. Tale forma giuridica presenta
sostanziali differenze rispetto a una s.r.l ordinaria: i soci
possono essere solo persone fisiche, l’atto costitutivo deve
essere redatto secondo il modello standard nazionale. In

                              41
questa fattispecie sono previsti costi limitati di costituzione,
il capitale sociale deve essere compreso tra 1 e 9.999,99
euro. Il capitale, inoltre, deve essere interamente versato in
denaro al momento della costituzione. Le agevolazioni
prevedono l’esenzione dalle spese notarili, dall’imposta di
bollo e dai diritti camerali. Rimane, invece, il versamento
dell’imposta di registro e il diritto annuale della Camera di
commercio.
Qui di seguito, solo in pillole, sono tratteggiate le altre
società di capitali e cioè le società per azioni (s.p.a.) e le
s.a.p.a (società in accomandita per azioni). Tali forme
giuridiche sono consigliate per progetti imprenditoriali di
medio-grandi dimensioni. Sia per le società per azioni sia
per le società in accomandita per azioni (s.a.p.a.) le spese di
costituzione e il capitale minimo da versare sono sostanziosi:
esse si costituiscono con un atto pubblico a pena di nullità
redatto da un notaio.
Questa, però, non è la sola formalità necessaria. Per le s.p.a.
e le s.a.p.a, infatti, è previsto il versamento di un capitale
sociale minimo di 120.000 euro con quota di versamento
obbligatoria già in sede costitutiva (25 % dei conferimenti in
danaro), in un secondo momento verrà richiesto di versare il
rimanente denaro. Per le società per azioni, inoltre, in sede
di costituzione il notaio deve accertare che siano state
ottenute le autorizzazioni governative eventualmente
richieste da leggi speciali.
Rispetto alle società di persone, per gestire una società di
capitale bisogna far fronte a maggiori oneri fiscali, elevate
spese di costituzione e di gestione poiché gli aspetti

                               42
burocratici e fiscali (a parte l’eccezione della s.r.l.
unipersonale) sono complessi.

Le società cooperative
La cooperativa è un tipo speciale di impresa che ha scopo
mutualistico ed è finalizzata a:

       soddisfare i bisogni dei suoi soci;

       perseguire il “profitto” sotto forma di risparmio di
       spesa.
La disciplina di tale tipo sociale, fermi restando i propri
elementi di specificità, è plasmata sul tipo legale della
società per azioni, salva la possibilità dei soci cooperatori di
scegliere il modello delle società a responsabilità limitata in
presenza delle condizioni previste dalla legge: società con
meno di venti cooperatori ovvero con un attivo dello stato
patrimoniale non superiore a un milione di euro.
Per completezza si ricorda l’esistenza delle cosiddette
piccole cooperative.
La piccola cooperativa è costituita da un numero di soci che
può variare da tre a otto. Per creare una società cooperativa
pertanto bastano anche solo tre soci/e. Essi/e devono essere
tutte persone fisiche ed è inoltre necessario che la società
adotti le norme della società a responsabilità limitata. Alla
piccola società cooperativa si applicano le norme in materia
di collegio sindacale previste per la società a responsabilità
limitata, e per le obbligazioni sociali risponde soltanto la
società con il suo patrimonio. Le cooperative si
differenziano sulla base dell’attività svolta: cooperative

                              43
agricole, di consumo, sociali, edilizie, di credito, di servizi o
di altro tipo. Il capitale minimo da versare è molto
contenuto.
Nel corso dell’anno 2012, al fine di incoraggiare la
creazione di attività produttive è stata introdotta nel nostro
Paese con il D.L 18 ottobre 2012, n. 179 convertito nella
Legge n. 221/2012 e successive modificazioni, la tipologia
della start up innovativa; queste imprese devono possedere
specifici requisiti e iscriversi alla Sezione Speciale del
registro delle imprese. Per maggiori informazioni visita il
seguente        sito:      http://startup.registroimprese.it/.
Recentemente sono state varate delle agevolazioni fiscali in
favore delle start up innovative .1
Attenzione:
           la scelta della veste giuridica costituisce un elemento
    fondamentale per la messa a punto del business plan. Nel caso
    in cui non si abbiano specifiche competenze per riuscire a
    definirla è opportuno rivolgersi a dei professionisti come per es.
    commercialisti, consulenti del lavoro, personale appartenente
    alle associazioni di categoria;
           un errore nella scelta della forma giuridica può
    comportare notevoli difficoltà nella vita dell’azienda;
            la mancanza di ruoli specifici, l’assenza di
    responsabilità definite possono creare confusioni di ruoli,
    rivalità e conflitti interni, o quanto meno delle inefficienze o
    dispersioni di energia.

1
    Circolare n. 16/E di data 11 giugno 2014 dell’Agenzia delle Entrate

                                      44
Regime fiscale

Come è stato precedentemente accennato, gli obblighi fiscali
e contabili variano a seconda della forma giuridica scelta
dall’imprenditrice.
Tuttavia, indipendentemente dalla veste giuridica scelta o dal
settore di attività tu devi, necessariamente pagare le tasse.
A questo proposito, potrai sicuramente farti consigliare da
una persona di fiducia o da un consulente esperto del settore,
ma come imprenditrice dovresti comunque conoscere quali
tasse o imposte sono dovute e da versare. Per una prima
informazione puoi consultare il sito dell’Agenzia delle
Entrate:http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsi
lib/Nsi/Home/IlTuoProfiloFiscale/.

                                 45
Amate carte - Le autorizzazioni richieste
L’iter per avviare un’atttività imprenditoriale:
istruzioni per l’uso ed indirizzi utili.

Ogni impresa è soggetta ad adempimenti amministrativi
specifici quali per esempio le autorizzazioni sanitarie,
l’iscrizione ad albi, rilascio di licenze, ecc. Si va dalle
autorizzazioni dei Vigili del Fuoco a quelle, quando
necessarie, del Comune o all'approvazione dell’Azienda
Provinciale per i Servizi Sanitari. Orientarsi non è facile.

Adempimenti per l’avvio dell’attività
L’adempimento iniziale comune a ogni apertura di
un’attività è la Comunicazione unica per la nascita
dell’impresa.
La Comunicazione Unica è una procedura che permette
l’assolvimento di tutti gli adempimenti fiscali, civilistici e
previdenziali necessari per la nascita, la modificazione o la
cessazione dell’impresa.
Essa consiste in un insieme di file che permette l’invio (con
firma digitale) di tutta la pratica d’iscrizione in una sola
volta, tramite il servizio on-line ComunicaStarweb della
Camera di Commercio. Il servizio è disponibile all’indirizzo:
http://www.registroimprese.it/comunica#tab=cosa&unde
r-tab=corsi
All’avvio dell’attività di impresa, l’interessata/o presenterà
la Comunicazione unica per gli adempimenti all’Ufficio del
registro delle imprese presso la Camera di Commercio
Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, per via

                              46
telematica, tramite i soggetti incaricati dell’invio
(associazioni di categoria, commercialisti ecc…). E’
possibile, inoltre, se l’interessata è dotata di un dispositivo di
firma digitale, poter attivare la procedura in forma
semplificata attraverso il sito “registro imprese.it”
scegliendo “Impresa individuale (pratica semplice)”. Tale
procedimento permette una notevole semplificazione
amministrativa, poiché l’ufficio del registro delle imprese
spedisce automaticamente all’indirizzo di posta elettronica
certificata dell’impresa (pec) la ricevuta di protocollo e la
ricevuta della Comunicazione unica.
Se s’intende avviare una impresa artigiana è importante
sapere che l’Albo delle Imprese Artigiane è collocato presso
la Camera di Commercio su delega della Provincia di
Trento. Pertanto, dall’avvento della “Comunicazione unica”,
anche le imprese artigiane sono tenute all’iscrizione tramite
l’apposito modello “AA – COMUNICA”, in via telematica.
Alcune attività sono soggette ad abilitazioni o requisiti
professionali o morali, che sono verificati direttamente dagli
Enti competenti. Ad esempio, chi intende esercitare l’attività
di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (bar,
ristoranti, pizzerie, ecc.), deve rivolgersi direttamente al
comune competente per la valutazione dei requisiti
soggettivi ed oggettivi richiesti dalla legge. I corsi
professionali abilitanti per tali attività sono organizzati da
Accademia d’Impresa – Azienda Speciale della Camera di
Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento.
Maggiori informazioni possono essere recuperate sul sito
della Camera di Commercio I.A.A. di Trento all’indirizzo
www.tn.camcom.it/

                               47
Per informazioni in merito al rilascio delle autorizzazioni e
segnalazioni per attività commerciali SCIA(segnalazione
certificata d’inizio attività), pubblici esercizi e tassisti in
provincia di Trento, devi invece rivolgerti al Comune di
Trento ed in particolare allo Sportello Attività Produttive.
Le autorizzazioni, SCIA (segnalazione certificata d’inizio
attività), comunicazioni e indicazioni necessarie per iniziare
le varie attività sono riportate sulla Guida alle attività
pubblicata sul sito della Camera di Commercio di Trento
(Funzioni e competenze/Registroimprese/Download: elenco
attività regolamentate). Dal 1 marzo 2014 è attivo lo
“Sportello Unico Attività Produttive TELEMATICO”,
accessibile al seguente indirizzo
http://www.impresainungiorno.gov.it/web/trento/comune
/t/L378 in cui è possibile predisporre tutta la
documentazione necessaria solo per la richiesta prevista per
l’attività di "somministrazione temporanea di alimenti e
bevande" e contestualmente inoltrare la stessa, debitamente
compilata, agli Uffici interessati in modalità telematica.

Attenzione: ai fini dell’attribuzione della Partita Iva o per poter
dimostrare la costituzione dell’impresa individuale, può essere
presentata una pratica Comunica come “Costituzione nuova impresa
senza immediato avvio attività economica”. In questo caso l’impresa
stessa risulterà INATTIVA. La ditta verrà considerata ATTIVA, con la
presentazione della denuncia di variazione relativa all’inizio effettivo
dell’attività.

                                   48
Se i soldi mancano - Non rinunciare!
Hai l'idea giusta per metterti in proprio, ma ti mancano i
soldi? Ecco chi può aiutarti a superare anche questo
ostacolo.
Può capitare che fatte le somme, elencato quello che serve e
data un’occhiata al conto in banca, tu sia costretta a
rinunciare all’avvio dell’impresa.
Ma se sei davvero motivata e il piano d’impresa rivela una
buona fattibilità economica, prima di tirare i remi in barca
conviene tentare tutte le strade possibili.
Una prima possibilità potrebbe essere il coinvolgimento di
altre persone (probabili futuri soci), oppure chiedere un
prestito a parenti o amici.
Ma ci sono altre fonti privilegiate per il reperimento di
denaro e cioè il sistema bancario o sistema extrabancario.
Appartengono al sistema bancario: gli istituti di credito con
tutte le operazioni e le opportunità offerte dai vari tipi di
contratto tipici ed atipici (apertura di credito, anticipazione
bancaria, sconto bancario, mutuo) e al sistema
extrabancario: le società di leasing e le società di factoring.
Altri possibili fonti di finanziamento possono essere le
opportunità offerte dal sistema privato (venture capital e
business angels) o le agevolazioni pubbliche e/o le
cooperative di garanzia.

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