"CONDOTTA PER PASSARE SANTAMENTE LA QUARESIMA" PADRE AVRILLON - PARTE 21 - Meditazione di Padre Giorgio Maria Faré

Pagina creata da Anna Ventura
 
CONTINUA A LEGGERE
"CONDOTTA PER PASSARE SANTAMENTE LA QUARESIMA" PADRE AVRILLON - PARTE 21 - Meditazione di Padre Giorgio Maria Faré
Meditazione di Padre Giorgio Maria Faré
 “CONDOTTA PER PASSARE
SANTAMENTE LA QUARESIMA”
PADRE AVRILLON - PARTE 21
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

   !     Dal Vangelo secondo Luca [Lc 4,24-30]

   Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.

    In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In
verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in
verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando
il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto
il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a
Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta
Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
    All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si
alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del
monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli,
passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

                                        ☙

                            Veritatem Facientes in Caritate                   2
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

                 Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

   Eccoci giunti a lunedì 21 marzo 2022.
   Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal
capitolo IV di San Luca, versetti 24-30.
   Andiamo avanti con la nostra meditazione sul testo di Padre Avrillon:
   LUNEDÌ DOPO LA III DOMENICA - GIORNO DI DOLCEZZA
   “Subito svegliato, dimandate umilmente a Dio questa dolcezza
   cristiana…”
   Forse non abbiamo mai riflettuto abbastanza su questo tema.
    “…che procede dalla carità e dall’umiltà, che non s’inquieta di
   nulla, che soffre tutto e non molesta alcuno. Immaginatevi Gesù
   nel tempio dove si vomitavano contro di lui le più atroci ingiurie,
   e l’oltraggiavano con sì indegne maniere; rappresentatevi la
   bontà, la pazienza, la tranquillità e la sua dolcezza. Eccovi il
   divino modello che oggi dovete aver innanzi agli occhi in tutti i
   giorni del viver vostro, soprattutto quando cominciate a sentire
   nel vostro cuore un principio di collera. Vegliate dunque
   attentamente sulla vostra vivacità, sopra i primi moti, sulle
   parole, sulle dimande, sulle risposte, sui gesti, sugli sguardi ed
   anche sul tuono della voce. Parlate, rispondete, come potete
   immaginarvi che avrebbe parlato e risposto Gesù, e fate in
   maniera che in voi non vi sia alcuna amarezza od il minimo
   risentimento”.
   Quanto è difficile! Quanto è difficile riuscire a tenere davanti agli occhi
sempre la dolcezza di Gesù, questa dolcezza cristiana. Sì, perché forse
troppo spesso noi facciamo tante cose anche bellissime, eroiche, di

                            Veritatem Facientes in Caritate                  3
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

grandissimo impegno cristiano, umano, cose meravigliose, però è un po’
come quando sulle fragole ci metti un po’ troppo limone, non è che siano
cattive, ma ti danno quel gusto per cui uno dice: «Mamma mia, quanto
limone che hai messo! Se avessi messo un po’ più di zucchero, sarebbero
state migliori». Le fragole sono sempre quelle, ma quel di più di limone…
    Nella nostra vita, nel nostro modo di fare, forse, alle volte, c’è un po’
troppo limone.
    Ricordate quando San Carlo va dal suo Padre Spirituale, che era San
Filippo Neri, e mentre stavano parlando (insomma, San Carlo era San
Carlo…), San Filippo Neri, che era molto fantasioso e anche scherzoso,
lo conduce dentro a questa sorta di piccolo parco, di piccolo giardino e lo
porta davanti ad una fontana piena di pesci, tira fuori dalla tasca un po’ di
pane e comincia a buttare ai pesciolini le briciole di pane e tutti i pesciolini
si avvicinano, intanto San Carlo parla, parla e fa tutti i suoi discorsi
spirituali, teologici e ascetici… mi sembra di vederli!
    San Filippo Neri ascolta, ascolta, ascolta e intanto butta il pane ai
pesciolini, poi (mentre San Carlo continua a parlare tutto impegnato),
siccome aveva un bastone (insomma, aveva una certa età), quando tutti i
pesciolini erano lì vicini che mangiavano questi bocconi di pane, prende
il bastone e tira una bastonata potentissima dentro nell’acqua. San Carlo
dice: «Ma cosa fai? Padre, cosa stai facendo? Poverini! Erano lì tutti che
mangiavano il pane, erano venuti qua, gli avevi dato questo pane buono e
si erano tutti avvicinati, adesso gli tiri una bastonata nell’acqua? Poveri…
li fai scappare via tutti!»
    San Filippo Neri si gira e dice: «Carlo, tu fai così con le persone».
    Insomma, immaginatevi il buon San Carlo come si sarà sentito…
    Anche San Francesco di Sales, sapete, impiegò vent’anni per riuscire
ad acquisire questa dolcezza cristiana, perché San Francesco di Sales era

                            Veritatem Facientes in Caritate                    4
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

super irascibile, aveva un carattere tremendo, tremendissimo; ci impiegò
vent’anni per riuscire a cambiare, dominare, addolcire il suo carattere.
   Dobbiamo chiedere al Signore, appunto umilmente, come dice Padre
Avrillon, questa dolcezza, perché è importante, soprattutto quando
sentiamo che il sangue inizia a bollire, perché poi, sapete, ci sono anche
quelli che sono un po’ una prova, e solo a vederli ti cominciano già a
prudere le mani…
   Alle volte sembra di essere un po’ in mezzo alle scimmie e uno dice:
«No, non è possibile…», perché le scimmie sono dispettose e uno dice:
«No, no, non ce la posso fare con tutte queste scimmie che tirano, che
saltano, che fanno, che gridano, che ballano, che danzano, che urlano…»
   Ecco, è proprio mentre si è in mezzo alle scimmie, che bisogna
domandare a Dio questa grazia; quindi, non ci scoraggiamo e continuiamo
ad allenarci.
   Vediamo il Vangelo.
  MEDITAZIONE SULLA DOLCEZZA, TRATTA DAL VANGELO.
  “Tutti quelli della Sinagoga dei Nazareni avendo intesa la
  risposta di Gesù, andarono in collera. Di quale eccesso non
  siamo noi capaci quando non siamo vigilanti su noi stessi,
  quando ci lasciamo trasportare da una passione nascente, e non
  istiamo attenti a reprimerla sul bel principio!”
  Bisogna saper dire: «No, questa cosa no!».
  Questo vale anche per i genitori, quando viene loro il nervoso per i figli.
  “A qual segno ci lasciamo trasportare col nostro sdegno, subito
  che si presenta l’occasione, quando non abbiamo faticato per
  acquistare quella moderazione, quella dolcezza cristiana e
  quella umiltà di cuore, che Gesù ci raccomanda con tanta
  premura, di cui egli è l’esemplare, e alla quale unisce la pace

                           Veritatem Facientes in Caritate                  5
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

   dell’anima, quando dice: Imparate da me che son mite ed umile
   di cuore, e ritroverete la pace per le anime vostre. Questo
   adorabile Salvatore era stato ammirato predicando nella
   Sinagoga della sua patria. Dopo la sua predicazione i Nazareni
   gli chiesero di far miracoli, simili a quelli che avea fatto in
   Cafarnao; ma fecero questa inchiesta con un tuono imperioso, e
   come se fosse un diritto che avessero di esigerlo da lui, volendo
   così strappar dalle sue mani le grazie e i favori che non
   meritavano, e perciò Gesù ricusò di compiacerli. In un’istante
   passano da una estremità all’altra: dall’ammirazione alla
   collera…”
   A me qui viene in mente Padre Gemelli con Padre Pio eh… eh sì…
   “Dall’ammirazione, alla collera…”
   «Mi faccia vedere le stimmate!»
   E Padre Pio: «No! Ha il permesso da Roma?»
   «No, ma io sono…»
   «Allora fa niente, lei può essere chi vuole, io non faccio vedere niente
a nessuno!»
   E da lì in poi… il disastro.
   “…dal rispetto al disprezzo, dall’amore all’odio e dagli applausi
   agli oltraggi”.
   Sì, proprio, come Padre Pio.
   “Lo scacciano vergognosamente dalla loro città e lo conducono
   tumultuariamente sopra di un alto monte per precipitarlo al
   basso e farlo morire”.

                           Veritatem Facientes in Caritate                6
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

   Funziona così eh… quando tu deludi le pretese di alcuni, basta:
dall’amore all’odio. Quando tu deludi i capricci, gli egoismi di alcuni:
dall’amore all’odio. Terribile…
   La vita di Padre Pio fu costellata da queste cose, di queste donne che
avevano la loro illusione abbastanza paranoica di essere le figlie spirituali
e quindi si erano convinte di avere il diritto di prelazione su Padre Pio.
   Facevano la gara a chi era più figlia, chi era la prima, chi era la
prediletta, e quindi diventavano delle serpi, delle serpi proprio, come se
avessero il potere su Padre Pio, come se Padre Pio dovesse chiedere il
permesso a loro, di dire, di andare, di fare, di compiere, di parlare, di chi
incontrare… Per l’amor del Cielo, per l’amor del Cielo… bisogna stare
attenti eh…
   Su questo, mi permetto con tanta semplicità, se ci fosse qualche Prete
in ascolto, di dare proprio questo consiglio a noi Preti: «Stiamo attenti a
queste capricciose dello spirito e stiamo attenti a questi ricatti fatti di falsi
sensi del dovere, fatti di ricatti affettivi: “Tu devi…” “Noi siamo stati…”
“Ma io sono…”».
   No, no, no, ognuno al suo posto, per l’amor del Cielo!
   Stiamo attenti, perché se no poi, dal piedistallo ti portano sul ciglio del
monte per buttarti giù, perché non corrispondi più a quei capricci, a quelle
pretese, a quelle voglie.
   Gesù rimane libero, vedete… Gesù rimane libero di dire in faccia
quello che pensa.
   Eh… noi siamo permalosi, non tutti, ma non è raro trovare una
grandissima permalosità; guai a fare un rimprovero, guai a fare un
richiamo, guai a sgridare, guai a… Terribile… son tutti sintomi e segni di
superbia.
   “Voi siete tranquillo adesso che pregate; ma quante volte avete
   provato dei moti interni, se qualcuno vi ha molestato e non vi ha

                             Veritatem Facientes in Caritate                    7
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

  renduto ciò che credevate esservi dovuto, oppur negato ciò che
  v’immaginavate di meritare, o che vi abbia detto qualche parola
  disobbligante e posposto ad altri! Non avete voi allora risposto
  con risentimento?”
  Oh… figuriamoci!
  “Voi vi siete senza dubbio trovato qualche volta in simile
  occasione. Pensate come vi siete allora regolato, come vi siete
  risentito e adirato, e dimandate a voi stesso se siete dolce ed
  umile di cuore. Ma Gesù Cristo passò in mezzo di loro senza che
  se ne avvedessero, e si ritirò. Vede i Nazareni sdegnati contro di
  lui, ed invece di punirli come meritavano, non perde né la sua
  bontà, né la sua dolcezza, né il desiderio che avea di versare il
  suo sangue per loro amore. Siccome egli era onnipotente, poteva
  confonderli ed annientarli, e si sottrae dolcemente al loro furore.
  Fa ancora un miracolo per rendersi invisibile: si umilia sino a
  prender la fuga, egli che potea precipitarli all’inferno: cerca
  d’intenerirli con questo miracolo, affinché rientrassero in se
  stessi, e facessero penitenza di un sì ingiusto procedere”.
   Quindi, Gesù compie il miracolo con questi qui, cosa fa? Sparisce…
   Anche noi dobbiamo fare questo miracolo, imparare a sparire dalla vita
di certe persone. Quando ci troviamo di fronte a queste pretese, a questi
capricciosi… sparire.
   «Dammi… Fammi… Dammi… Fammi… Fammi… Dammi…»
   Ricordate le sanguisughe di cui parla la scrittura?
   «Dammi … Dammi… Fammi… Fammi… »
   Ecco, in questi casi, bisogna sparire, volatilizzarsi.

                           Veritatem Facientes in Caritate              8
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

    Ogni discussione, e-mail, messaggi, telefonate chilometriche,
polemiche, tutto inutile, tutto inutile: con le sanguisughe non si discute,
appena ne tocchi una, quella ti si attacca e ti succhia il sangue.
    Le sanguisughe spirituali sono le bestie peggiori che si possano
incontrare, bisogna fuggire a gambe levate, come fa Gesù, mai illudersi
di…
    Ve l’ho già detto, penso che vi ricordiate la mia esperienza da ragazzo
con le sanguisughe, credo che il Signore me l’abbia fatta fare per
prepararmi, parecchio tempo prima, al Sacerdozio, perché le sanguisughe,
quelle fisiche, non sono niente in confronto alle sanguisughe spirituali.
    Penso che ve lo ricordiate, comunque ve lo riracconto, perché è stata
una esperienza interessante.
    Eravamo all’oratorio feriale, d’estate, con i ragazzi. Quel giorno
avevamo deciso di fare una passeggiata con la bicicletta, io tenevo i
bambini di I, II e III elementare; bellissimi anni, stupendi, meravigliosi,
gli oratori feriali più belli della mia vita.
    Non li voleva nessuno, perché volevano i giovani, gli adolescenti,
mentre io, insieme ad altri tre o quattro educatori, avevamo sempre questi
bambini di I, II e III elementare; guardate, sembrava di essere con gli
Angeli, abbiamo fatto tanti di quei giochi, raccontavamo loro le dei Santi,
e poi andavamo nelle chiese a spiegare come erano, e questi bambini
crescevano nella fede, non giorno dopo giorno, ma minuto dopo minuto,
dovevate vedere… bellissimo.
    Allora, andiamo a fare questa bellissima passeggiata con le bici, con un
caldo che non vi dico; ad un certo punto, ci troviamo vicino a un canale di
irrigazione. Nostre zone di Milano e dei paesi della Brianza i campi sono
pieni di questi canali di irrigazione.

                            Veritatem Facientes in Caritate                9
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

    C’era un bellissimo posto sotto agli alberi, bello fresco, e il canale era
stracolmo di acqua, con quella bell’acqua fresca che ti vien voglia persino
di berla tanto, è bella, e allora noi cosa abbiamo fatto?
    Abbiamo tolto le scarpe e ci siamo messi a cavalcioni, seduti sulle rive
di queste rogge, con le gambe dentro nell’acqua fino al ginocchio… che
bello, non vi dico, sentire tutta questa bell’acqua fresca sulle gambe!
    Ci siamo messi lì a parlare, a chiacchierare, a rinfrescarci…
    Voi sapete che, se mettete i piedi nell’acqua bella fredda, poi fino al
ginocchio, si rinfresca tutto il corpo, quindi noi eravamo lì belli contenti,
tutti un po’ spaparanzati sotto le fresche frasche, con le gambe nel fresco.
    Ad un certo punto, tiriamo fuori le gambe per andare, e io vedo tutte
queste bestie schifose, viscide, marroni e nere, attaccate alle gambe, e
dico: «Ma cos’è sta roba?»
    Non le avevo mai viste in vita mia!
    Tutti i bambini spaventati… pieni di queste bestie sulle gambe, lunghe
tre o quattro centimetri, grosse, gonfie, nere!
    Io ho detto: «Oh mamma!!»
    Non vi dico che spavento che ci siamo presi, perché nessuno di noi le
aveva mai viste, ma poi si muovevano, erano tutte viscide, schifose.
    Io le guardo e dico: «Ragazzi sono le sanguisughe!»
    Ti immagini… i bambini di I, II e III elementare con le loro gambine
piene di queste bestie, non vi dico il panico che si è scatenato!
    Bisognava toglierle… non potevamo mica andare in giro con queste
bestie che erano appiccicate!
    O Cielo, lo schifo era veramente immenso!
    Allora noi educatori abbiamo preso dei bastoni e con questi rami, che
avevamo tirato via dagli alberi, abbiamo cominciato a staccarle; appena le
abbiamo staccate, perché hanno una sorta di bocca a ventosa, si vedeva il
sangue colare dalle gambe, non vi dico che scena… non vi dico che scena!

                            Veritatem Facientes in Caritate                 10
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

   Non ho mai più messo le gambe dentro nei canali di irrigazione, mai
più!
   Non vi dico la scena: tutte queste bestie gonfie del nostro sangue e tutte
le gambe che colavano di sangue… non vi dico che roba! Che roba! Che
roba! Così… in mezzo al campo, con le gambe bagnate, che colavano di
sangue, una scena veramente terribile!
   Le sanguisughe della roggia sono niente in confronto a quelle spirituali,
perché quelle spirituali ti succhiano fuori l’anima, ti succhiano fuori la
Grazia di Dio, ti succhiano l’intimità con Gesù, ti succhiano l’unicità del
tuo rapporto con Gesù, ti succhiano la verginità del cuore, sono una roba
tremenda!
   Altro che il bastone, lì bisogna prendere le fruste, mica i bastoni!
   Le sanguisughe… terribile…
   “Eccovi qual deve essere la vostra condotta se volete portar
   degnamente la qualità di cristiano: rispondere con dolcezza,
   soffrir con pazienza, ritirarsi e sottrarsi con prudenza, senza
   strepito, senza lamento, senza risentimento e senza mancare alla
   carità, pagando ancora le maledizioni colle benedizioni”.
   Quindi andandosene…. Uno dice: «Ciao, ciao!» e via… sparisce.
   “State però attenti a non isbagliare sulla dolcezza. Riflettete che
   vi è una dolcezza cristiana, che procede dalla grazia e dalla
   carità, e che vi è una falsa dolcezza, derivante dalla politica e
   dall’amor proprio, che non sa moderare, né reprimere le parole
   sdegnose ed offensive, se non con vendicarsi più astutamente, e
   con meno rumore”.
  Quindi stiamo attenti eh… perché ci sono persone che sono falsamente
docili.

                            Veritatem Facientes in Caritate                11
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

   “Vi sono nel mondo degli ipocriti di dolcezza, come quelli di
   divozione”.
   Padre Avrillon è geniale, è meraviglioso… state attenti che ve li
descrive.
   “Sanno farsi violenza circa i moti esterni, mentre il cuore è
   inquieto ed agitato dai pensieri di vendetta”.
   Quindi, esternamente sembrano tutti dolci, tutti caramellosi, ma dentro
sono delle pantere, che appena potranno… vedete voi…
   “I trasporti violenti di collera non sono oggigiorno che per la
   plebaglia, ma essi sanno spogliarsi delle maniere rozze e villane
   di questa passione. Taluno si astiene dal pronunziare villanie,
   affettando una modestia ed una esteriore moderazione, per
   meditare poi una maligna espressione; il tal altro prende tempo
   per dire una parola offensiva, ma si procura che vada unita ad
   una certa delicatezza, e questo genere di collera è infinitamente
   più pericoloso dell’altro. Studiate bene voi stesso, e state attenti
   a non urtare in questo scoglio sì opposto alla dolcezza evangelica
   che richiede lo spirito, il cuore, la voce, i gesti, in una parola che
   sia una perfetta immagine di quella che Gesù ha praticata e che
   ha insegnata…”
   Quindi stiamo attenti a non fare gli ipocriti, tutti “gni gni” e “gni gna”
e poi dopo, appena quello si gira, una bella coltellata nella schiena… la
lingua è peggio di un coltello eh… No, non funziona così…
   Se vuoi essere dolce, devi esserlo dalla “a” alla “z”, e devi esserlo
totalmente, costantemente, non che poi trasformi quella dolcezza in
vendetta.
   Quindi, adesso vediamo questa bella preghiera:

                            Veritatem Facientes in Caritate                 12
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

“Quale oracolo divino avete voi pronunziato, o Signore, e quali
ammirabili lezioni ci avete date della dolcezza cristiana, quando
avete detto: Imparate da me che sono mite ed umile di cuore, ed
inverrete il riposo delle anime vostre! Queste ammirabili parole
son piene di lumi e di unzione. Imparate da me! Ah! Signore da
chi potrei io meglio imparare se non da voi che siete la stessa
verità, che avete parole di vita eterna, e sono in voi tutti i tesori
della sapienza e della scienza, io che non sono se non tenebre ed
ignoranza? Qual bontà eccessiva di volervi prender la pena
d’istruirmi e dirigermi, d’aprir la vostra bocca adorabile per
insegnarmi ciò che devo sapere e farmi conoscere ciò che devo
fare! Ma qual’eccesso di amore, di voler voi stesso darvi per
modello e per esempio della dolcezza! L’istruzione m’illumina e
mi guida, ma l’esempio mi facilita e mi dà coraggio. Sì, o mio
Signore, voi avete possedute queste due grandi virtù, che
avevano origine dal vostro cuore pieno d’amore per me. Voi
avete praticata questa dolcezza nelle più atroci ingiurie e nei più
crudeli oltraggi, che avete sofferti dalle creature, senza lagnarvi
e senza vendicarvi; e l’avete mille volte praticata a mio riguardo,
perdonandomi i miei peccati, ed offrendomi la vostra grazia. Voi
vi siete umiliato benché siate un Dio; vi siete esposto ai disprezzi
ed agli obbrobri, e siete stato ubbidiente sino alla morte. Quale
istruzione e qual’esempio! Datemi dunque, o Signore, un gran
desiderio di questa virtù, concedetemi questa dolcezza
evangelica, che sia una perfetta immagine della vostra;
addolcite i miei sentimenti e le parole coll’infiammarmi del
vostro amore e coll’unzione della vostra grazia date la pace
all’anima mia”.
Bene. Domani, vedremo il “Giorno di carità”.

                        Veritatem Facientes in Caritate                 13
P. Giorgio Maria Faré - Meditazione del 21 marzo 2022

 Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
                                Amen.
               Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
              Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

                    p. Giorgio Maria del Volto Santo

                                     ☙
Link al sito nel quale trovare tutte le omelie:
https://www.veritatemincaritate.com/category/omelie/

Canale Telegram:
https://t.me/VeritatemfacientesinCaritate

                         Veritatem Facientes in Caritate                 14
Puoi anche leggere