COMUNICAZIONE PER L'UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI AMMENDANTI
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Studio Tecnico Dott.ssa D’ATTOLI MARIA GIUSEPPINA Sede: Via L. Ariosto, 4 - 71029 Troia (FG) Cell: 329-1372840 Email: pinadattoli@gmail.com PEC: m.dattoli@conafpec.it COMUNICAZIONE PER L’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI AMMENDANTI (D.M. n. 5046 del 25 febbraio 2016) RELAZIONE TECNICA Committente: Az. Agr. MARSEGLIA MARIA GRAZIA Sede operativa: COMUNE DI TROIA (FG) Fogli di mappa n.27-28-30 Troia (FG), 19 settembre 2019 IL TECNICO Dott.ssa D’ATTOLI MARIA GIUSEPPINA
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli Sommario 1. PREMESSA .............................................................................................................3 2. DATI AZIENDALI ......................................................................................................3 3. DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA AZIENDALE ...........................................................3 4. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’ PRODUTTIVA (LA QUERCIA) ........................................5 DESCRIZIONE E DOTAZIONI TECNICHE DELL’IMPIANTO .................................................................7 5. DESCRIZIONE ED UTILIZZO DEL DIGESTATO ............................................................ 10 QUADRO NORMATIVO ...................................................................................................... 10 PRODUZIONE, STOCCAGGIO E SPANDIMENTO DEGLI REFLUI ZOOTECNICI ......................................... 12 CALCOLO DEL PESO DEL DIGESTATO PRODOTTO E BILANCIO DI MASSA ............................................ 14 CALCOLO PREVISIONALE DEL CONTENUTO DI AZOTO NEL DIGESTATO ............................................. 15 LA CARATTERIZZAZIONE CHIMICA DEL DIGESTATO PRODOTTO ...................................................... 16 CALCOLO DELL’AZOTO AL CAMPO ........................................................................................ 18 6. PIANO DI UTILIZZAZIONE AGRONOMICA ................................................................ 20 7. BILANCIO DELL’AZOTO .......................................................................................... 21 8. CONCLUSIONI ...................................................................................................... 23 Pagina 2 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli 1. PREMESSA La sottoscritta Maria Giuseppina D’Attoli, nata a Foggia il 22.08.86, iscritta all’Albo dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Foggia con il numero d’ordine 605, con studio tecnico in via Ludovico Ariosto n.4 – Troia (FG), ha ricevuto mandato dalla ditta MARSEGLIA MARIA GRAZIA, azienda agricola operante nel comune di Troia (FG), per redigere la presente relazione esplicativa (Comunicazione) in riferimento all’utilizzazione agronomica del digestato prodotto dalla fermentazione anaerobica nell’impianto a biogas della società agricola LA QUERCIA Soc. Coop. Agr., come previsto dall'Allegato IV, parte A del Dm 5046/2016. 2. DATI AZIENDALI La ditta produttrice il digestato è la società agricola “LA QUERCIA Soc. Coop. Agr. a r.l.” con sede legale a Foggia (FG), via Matteotti 47, con partita IVA n.01800490714. Il rappresentante legale dell’azienda è il sig. Nicola Giovanni CAIONE, nato a Bari (BA) il 01/05/1959 e residente a Foggia in via Gramsci n. 18. Mentre, la ditta utilizzatrice di una parte del digestato prodotto è rappresentata dalla Sig.ra MARSEGLIA MARIA GRAZIA, nata a Bovino (FG) il 08/07/1950. 3. DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA AZIENDALE Il fine ultimo della società agricola in oggetto è quella di produrre energia elettrica pulita da immettere in rete mediante un impianto a biogas avente taglia pari a 999 MW. L’impianto è ubicato in agro di Foggia, in un comprensorio agricolo con un indirizzo produttivo prevalentemente di tipo cerealicolo con una giacitura in maggior parte pianeggiante. L’area in cui sorge la struttura è rappresentata in mappa al foglio 41 dalla particella n.82 al catasto del medesimo Comune per una superficie occupata di circa 2,7 ha. La scelta dell’ubicazione della centrale è stata il frutto di attente considerazioni inerenti sia l’ottimizzazione del processo produttivo sia la limitazione del rischio d’impatto ambientale; in particolare determinante è stata la vicinanza al centro Pagina 3 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli aziendale Masseria San Giuseppe, una delle sedi operative della stessa società, che dispone di una stalla per l’allevamento di bovini da latte i cui reflui zootecnici saranno valorizzati per la conversione energetica. Non di minore importanza è la stretta vicinanza dei terreni aziendali che forniranno le colture dedicate alla produzione energetica, per poi essere utilizzati successivamente per lo spandimento del digestato. La zona in questione è ben servita dalla viabilità ordinaria (in prossimità della SP 16 e SP 13) in modo da garantire un buon collegamento con i centri locali di trasformazione di prodotti ortofrutticoli per un eventuale approvvigionamento di matrici extra-aziendali, quali i sottoprodotti di origine vegetale, ottimali per l’alimentazione dell’impianto. Considerando che l’altitudine della zona è di circa 80 m s.l.m., il clima è quello tipico delle zone mediterranee con inverni miti ed estati calde. La piovosità media annua, è di circa 500-600 mm. ed è concentrata per 2/3 nel periodo autunno- vernino e per 1/3 nel periodo primaverile-estivo. La temperatura presenta notevoli ascensioni termiche stagionali con temperature medie di circa 8 °C tra gennaio-marzo e minimi termici vicini a 0 °C e, circa 25 °C nel periodo tra luglio-settembre, con massime stagionali vicine i 40 °C. Il capitale fondiario dell’azienda agricola (terreno, tare, risorse idriche, investimenti vari) è composto da terreni condotti in proprietà ed in affitto ubicati nel comune di Foggia (FG), mentre per l’utilizzazione agronomica del digestato detta azienda si avvale, tramite una convenzione, di terreni agricoli siti in agro di Foggia (FG) e di Troia (FG) per una superficie coltivata complessiva di circa 747 ha, così come di seguito riportato. La giacitura pianeggiante di questi ultimi fondi rustici, la buona profondità (circa 60-70 cm) del franco di coltivazione, la granulometria tendenzialmente argillosa del terreno, una scarsa presenza di scheletro, determinano un’ottima fertilità agronomica ed un buon livello produttivo degli stessi. In annate particolarmente piovose, vista la particolare tessitura del terreno, per non causare fenomeni di asfissia radicale l’imprenditore deve favorire lo sgrondo delle acque in eccesso mediante lavorazioni profonde. La ditta utilizzatrice (MARSEGLIA), ha un ordinamento colturale tipico del Pagina 4 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli comprensorio limitrofo e rispetta i principi della buona pratica agricola. Per l’annata in corso, la superficie agricola impiegata per l’utilizzazione agronomica avrà la seguente ripartizione: COLTURA SUPERFICIE ha Olivo 3,9 Frumento 7,0 Totale 10,9 Il capitale agrario o d’esercizio, che comprendente tutti i beni mobili (macchine, attrezzi, sementi ecc.), ha raggiunto un discreto livello e giustifica un adeguato grado di meccanizzazione, indispensabile per l’ordinaria gestione aziendale. Il fabbisogno di manodopera aziendale in base all’attuale piano di coltivazione, risulta soddisfatto dal lavoro diretto e indiretto svolto dal titolare e da manodopera specializzata. 4. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’ PRODUTTIVA (La Quercia) Col termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas (principalmente metano, anidride carbonica, idrocarburi saturi, tracce di acido solfidrico) prodotto dalla naturale fermentazione batterica in anaerobiosi (digestione anaerobica) di sostanza organica caratterizzata da un basso rapporto C/N (tra 15 e 30) e avente umidità elevata (superiore al 50%). Affinché il processo anaerobico abbia luogo è necessaria l’azione di diversi taxa di microrganismi che necessitano di particolari esigenze chimiche (reazione chimica, pH) e termiche. La percentuale di biogas ottenuta può variare a seconda del tipo della sostanza organica di partenza utilizzata e dalle condizioni del processo, da un minimo del 50% ad un massimo dell’80%. L’azienda agricola “LA QUERCIA Soc. Coop.”, con la realizzazione del presente impianto a biogas, si è proposta il nobile obiettivo di produrre energia “pulita” da fonti rinnovabili e nel contempo, chiudere il ciclo biologico producendo un ammendante, il digestato, in grado di migliorare le caratteristiche chimico-fisiche dei terreni aziendali. Punto di forza è stato, senza dubbio, l’ottimizzazione del processo di filiera corta in modo da poter garantire la mitigazione dell’impatto ambientale ed allo stesso Pagina 5 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli tempo di abbattere i costi di produzione, incrementando i margini di guadagno: questo è stato possibile grazie alla valorizzazione di quelle matrici prodotte in azienda e non (reflui zootecnici, residui vegetali di scarto della lavorazione degli ortaggi, etc..), considerate non più come “rifiuto”, ma bensì come preziosa “risorsa” in seguito ad un processo di recupero energetico. Inoltre, procede di pari passo la rivalutazione dei terreni aziendali adoperati per la produzione di colture dedicate alla conversione energetica, diversificando così le classiche produzioni agricole, sempre meno redditizie. La cogenerazione di energia da biogas prevede i seguenti processi: • Produzione di combustibile attraverso la fermentazione anaerobica delle biomasse; • Trattamento del biogas al fine della sua depurazione prima di essere immesso nel motore; • Combustione in un motore capace di sprigionare energia in modo da azionare un generatore di corrente. Dunque, la biomassa viene introdotta in un apposito biodigestore nel quale la flora batterica opera una fermentazione in assenza di ossigeno a carico della stessa, generando così il biogas, composto per il 50% da metano; è quest’ultimo che, liberato dalle impurità, costituisce il carburante per dei motori endotermici (cogeneratori) che producono elettricità e calore. Il ciclo produttivo del biogas è, invece, composto dalle seguenti fasi: 1. Produzione e stoccaggio delle biomasse: sono intese quelle biomasse palabili ottenute da cereali autunno-vernini quale triticale e leguminose, che vengono trinciate e stoccate, previo insilamento, in apposite trincee orizzontali parallele; 2. Processo di digestione anaerobica: introdotta nel biodigestore la biomassa comincia un processo di fermentazione anaerobica, permanendo nei bireattori per un periodo di circa 139 giorni (tempo di ritenzione idraulica). Il processo digestivo, distinto in quattro fasi biochimiche (idrolitica, acidogenesi, acetica e metanogenesi) consente di trasformare la sostanza organica secca (sos) in metano e gas secondari (anidride carbonica, vapore Pagina 6 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli acqueo, idrocarburi saturi, acido solfidrico). Queste fasi avvengono contemporaneamente e senza distinzione spaziale all’interno dei digestori, in una fase liquida caratterizzata da condizioni ambientali costanti di temperatura (38-55°), pressione (0,002 bar), pH (6,8-7,8) e sostanza secca (7-9%). In questo ambiente le matrici organiche vengono introdotte continuamente, 24 ore/24; 3. Trattamento del biogas: il biogas prodotto e raccolto nel digestore, prima di alimentare il cogeneratore deve essere migliorato qualitativamente. Tale processo consta di due fasi: desolforizzazione e deumificazione; 4. Cogenerazione di energia termica ed elettrica: l’alimentazione dell’impianto garantisce una produzione di circa 427 mc di biogas per ora e circa 3,74 milioni di mc di biogas all’anno. Il metano presente nel biogas, presenti in valori dell’ordine del 52-54 %, viene combusto dal cogeneratore della potenza nominale elettrica di circa 999 kW. Accanto alla produzione di energia elettrica vi è la produzione di energia termica, pari a circa 500 kW. Il calore prodotto contribuirà a mantenere i digestori in temperatura e ad alimentare le pompe di calore; 5. Utilizzo della biomassa digestata: a valle del processo vi è la formazione di un pregiato sottoprodotto, il digestato, ottimo ammendante organico. Descrizione e dotazioni tecniche dell’impianto L’impianto a biogas in oggetto, costruito con tecnologia Thöni, ha una potenza nominale di circa 999 kW, e dunque una capacità di produrre 8 milioni di kWh/anno considerando un funzionamento annuo di 8.000 ore. Tenendo conto che ogni cittadino consuma mediamente, nel nostro contesto economico, circa 2.800 kWh all’anno, l’impianto può soddisfare le esigenze elettriche di circa 2.800 utenti. Tutta l’energia elettrica prodotta, al netto degli autoconsumi, viene immessa in rete e ritirata dal gestore del servizio elettrico. La centrale a biomasse per la cogenerazione di energia comprende diverse strutture atte a svolgere le diverse fasi del ciclo produttivo del biogas. Tra queste si annoverano n. 2 trincee orizzontali parallele (80 x 60 x 6 m) in cemento armato per l’insilamento e lo stoccaggio delle biomasse palabili (insilati Pagina 7 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli di triticale e leguminose), riempite annualmente con la produzione ottenuta da terreni di proprietà dei soci, terreni in affitto e prodotti acquistati sul mercato locale. Infatti, per l’alimentazione dell’impianto, sono necessarie circa e 15.300 t all’anno di insilati di cereali (orzo, triticale) e leguminose che vanno immagazzinati e stivati per poter sopperire alle esigenze giornaliere durante il corso dell’anno. Lo spostamento del materiale avviene con mezzi aziendali, indispensabili per desilare e caricare la prevasca. L’impianto dispone di n. 2 prevasche, una per matrici solide e l’altra per matrici liquide. La prima vasca, munita di celle di carico, è dotata di un sistema di triturazione e trasporto a coclea automatizzato, sulla base di un programma di carico impostato sul software supervisore, per l’alimentazione del primo digestore; la seconda, dotata di elica miscelatrice, presenta un sistema di pompaggio capace di alimentare entrambi i digestori di sole matrici liquide. Il cuore della centrale è costituito da n. 2 digestori gemelli di forma cilindrica posizionati verticalmente realizzati in cemento armato, con pareti laterali esterne rivestite in lamiera trapezoidale. Ciascun digestore ha diametro di 26 metri ed altezza di 6 metri, con un volume complessivo di 3180 mc. Il riscaldamento degli stessi per consentire la fermentazione mesofila (40 °C) e termofila (50°C) avviene grazie alla collocazione, sulle pareti interne, di circuiti di tubazioni nei quali scorre un fluido vettore riscaldato con l’energia termica prodotta. Per consentire il controllo visivo all’interno del digestore, questo dispone di due finestre modello “oblò”. Ogni digestore presenta un sistema di miscelazione (miscelatori orizzontali ad aspo e verticali ad elica) atto a garantire la continua movimentazione della matrice organica onde evitare sedimentazioni o formazione di crosta superficiale. Entrambi i biodigestori sono coperti da teli gasometrici a doppia membrana (costruiti in tessuto in poliestere laccato in PVC) con funzione di isolare il gas prodotto dall’ambiente esterno. Tra le due membrane della cupola gasometrica si trova uno strato di aria mantenuta in pressione per mantenere costantemente in forma la cupola superiore. Il sistema di pompaggio è in grado di inviare, alternativamente, la matrice in fermentazione da un digestore all’altro oppure verso il sistema di separazione solido/liquido. Pagina 8 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli Il biogas prodotto da entrambi i biodigestori viene convogliato in un sistema di desolforizzazione che consente di allontanare l’acido solfidrico tramite colonna di lavaggio con funzionamento chimico/biologico. Il gas da depurare viene fatto salire in una torre in polietilene a contatto con aria atmosferica ed acqua atomizzata e messo a contatto con un filtro biologico, dove particolari microrganismi ossidano lo zolfo procurandone la precipitazione. Il gas, depurato dallo zolfo, viene successivamente raffreddato da un sistema frigorifero al fine di allontanare il vapore acqueo sotto forma di condensato (deumidificazione) ed inviato al modulo di cogenerazione. Il biogas così raffinato viene convertito in energia elettrica per mezzo di un cogeneratore. La struttura dispone di n. 1 gruppo motore cogeneratore a gas di tipo endotermico con potenza nominale elettrica di circa 999 kW, marca Jenbacher, collocato ed assemblato in un container (insonorizzato per ottemperare alla normativa vigente in materia) dove esplica la sua funzione. Le normative inerenti le emissioni dei gas di scarico (protossido di azoto e monossido di azoto) sono rispettate e garantite dalla casa produttrice. con annesso sistema di controllo delle emissioni. La cessione dell’energia elettrica prodotta alla rete Enel è possibile grazie ad una cabina elettrica, dotata di un trasformatore di media tensione. Nella sala macchine, situata tra i due digestori, sono allocati i quadri elettrici, i sistemi di pompaggio e la centrale di comando automatizzata dell’impianto. L’impianto è dotato di n. 1 torcia di sicurezza con funzione di bruciare il gas prodotto, evitandone l’immissione in atmosfera, qualora vi sia un prolungato mancato funzionamento del modulo di cogenerazione. Nell’ufficio in struttura metallica prefabbricata è stanziato il sistema di controllo che, mediante connessione remota costante, permette ai tecnici di monitorare di continuo le fasi del processo biologico al fine di cogliere tempestivamente eventuali malfunzionamenti e fornire assistenza. Tutti i parametri di funzionamento (tempi di funzionamento delle varie utenze, quantità di prodotti caricati, quantità e qualità del biogas prodotto, quantità di energia prodotta e Pagina 9 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli auto consumata) sono registrati dal software supervisore che consente di costruire un archivio storico dettagliato su base oraria, giornaliera o mensile. Il digestato prodotto (residuo liquido del processo di digestione anaerobica) viene convogliato ad un sistema di separazione solido-liquido a compressione elicoidale che permette di separare la frazione liquida da quella solida. Annessa vi è la vasca di stoccaggio, in cemento armato, con volume di 6.000 mc in modo da garantire il deposito dell’intero volume del digestato (separato liquido) come richiesto dalla normativa vigente. La frazione solida viene, invece, temporaneamente stoccata su una platea a tenuta stagna per poi essere successivamente impiegata in agricoltura. 5. DESCRIZIONE ED UTILIZZO DEL DIGESTATO Il sottoprodotto del processo di digestione anaerobica è il digestato, frutto di una serie molto complessa di reazioni a carico delle matrici organiche immesse nel digestore che fanno variare la quantità e la qualità della sostanza organica e degli elementi minerali. Il digestato viene poi sottoposto a separazione solido/liquida generando due frazioni, una chiarificata contenente buoni livelli di azoto in forma ammoniacale, compreso quello mineralizzatosi durante il processo digestivo, considerata quindi come un buon fertilizzante (cioè in grado di apportare elementi nutritivi alle piante) ed una frazione solida con un’elevata percentuale di sostanza organica parzialmente stabilizzata, avente le tipiche caratteristiche di un ammendante (capace di migliorare le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del terreno). Considerate tali caratteristiche, il sottoprodotto in questione viene valorizzato attraverso lo spandimento nei terreni agricoli aziendali e dei soci. Quadro normativo Attualmente, lo smaltimento dei reflui è regolamentato dal seguente apparato normativo: - Direttiva 91/271/CEE del Consiglio del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane; Pagina 10 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli - Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole; - Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996, relativa alla prevenzione ed alla riduzione integrata dell'inquinamento; - Decreto Legislativo del 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali"; - Decreto Ministeriale del 19 aprile 1999 che approva il codice di buona pratica agricola – Italia; - Decreto Legislativo del 11 maggio 1999, n. 152 "Testo aggiornato del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, recante: "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole"; - Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque; - Decreto Legislativo del 18 agosto 2000, n. 258 "Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, in materia di tutela delle acque dall'inquinamento"; - Decreto Legislativo del 18 febbraio 2005, n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento”. - Deliberazione della giunta regionale del 6 agosto 2005, n. 1191 “Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola”. - Decreto Legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale" - Decreto Ministeriale del 7 aprile 2006 che approva i criteri e le norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento; - Legge Regionale del 14 giugno 2007, n. 17 “Disposizioni in campo ambientale, anche in relazione al decentramento delle funzioni amministrative in materia ambientale”; Pagina 11 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli - Deliberazione della giunta regionale del 6 agosto 2005 n. 1191 “Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola – Attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole; - Deliberazione della giunta regionale del 30 dicembre 2005, n. 2036 “Designazione e perimetrazione delle zone vulnerabile da nitrati di origine agricola” - Attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole; - Deliberazione della giunta regionale del 23 gennaio 2007 n. 19 “Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati – Attuazione della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole - Deliberazione della giunta regionale del 3 giugno 2010, n. 1317 “Conferma designazione e perimetrazione Zone Vulnerabili ai Nitrati - Attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole. - D.M. 25 febbraio 2016 “Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l'utilizzazione agronomica del digestato”. La normativa vigente prevede lo smaltimento sul suolo del digestato a fini agronomici le cui caratteristiche chimico-fisico-biologiche rientrano in determinati valori e nel rispetto di determinate prescrizioni. Produzione, stoccaggio e spandimento degli reflui zootecnici Le caratteristiche chimiche di un digestato variano a seconda del tipo di biomassa in entrata e dalle proporzioni nella miscela tra le biomasse stesse. L’impianto in oggetto viene alimentato da biomasse così come definite dalla Direttiva 2001/77/CE, dal D.Lgs. 387/03 e dal D.M. 06/07/2012. L’ubicazione della presente centrale a biomasse è scaturita dalla possibilità di approvvigionamento, in modo rapido e continuo, sia di biomassa verde prodotta dalla coltivazione dei terreni aziendali con specie dedicate alla produzione di energia, sia di reflui Pagina 12 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli zootecnici provenienti dall’allevamento bovino della Masseria San Giuseppe, una delle sedi operative alla medesima società committente. Considerando che si dovrà coltivare la biomassa vegetale sui fondi aziendali, nessun tipo di modifica verrà apportato all’ordinamento colturale aziendale se non quello di ampliare le colture da insilare per destinarle, oltre che all’alimentazione zootecnica, alla produzione energetica. Per quanto concerne i reflui zootecnici, anche in questo caso l’azienda risulta essere autosufficiente in quanto dotata di un proprio allevamento di vacche da latte, destinando giornalmente il letame ed il liquame prodotto per la gestione dell’impianto. A completare l’apporto di biomassa l’azienda, che opera anche nel campo della selezione sementi, destinerà gli scarti di lavorazione molitoria rappresentati da granaglie, sfarinati e tritello. A titolo riepilogativo ed entrando nel dettaglio, l’alimentazione giornaliera dell’impianto a biogas in oggetto sarà la seguente: Biomasse in ingresso Tipo di materia Quantità t/gg Insilato di triticale e leguminose Materia prima 25 Sansa Sottoprodotto 5 Tritello di cereali Sottoprodotto 2 Sangue bovino Sottoprodotto 4 Liquame bovino Sottoprodotto 25 Letame bovino Sottoprodotto 15 Quindi, annualmente, si dovrà disporre di circa 9.125 t di insilato di triticale e leguminose, 1.825 t di sansa, 730 t di tritello di cereali, 1.460 t di sangue bovino, 9.125 mc di liquame bovino e 5.475 t di letame bovino, per un totale di biomasse in ingresso pari a circa 27.740 t/anno. La sostanza organica in ingresso, durante il processo fermentativo anaerobico, viene demolita e stabilizzata. Si assiste ad un decremento della quantità delle molecole carboniose labili (metano e anidride carbonica) e ad una variazione della qualità chimica inerente una maggiore concentrazione degli elementi fertilizzanti ed una variazione della forma chimica dei nutrienti (aumento dell’azoto ammoniacale). Il digestato così ottenuto sarà costituito da sostanza organica altamente stabilizzata, con ottime proprietà Pagina 13 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli ammendanti, a causa della concentrazione di molecole recalcitranti ed humus- precursori, e fertilizzanti, per la concentrazione di elementi nutritivi quali azoto, fosforo e potassio. Rispetto alle biomasse di partenza, il digestato si presenta omogeneo, con un tenore di umidità più elevato in quanto parte della sostanza secca è stata degradata biologicamente. Calcolo del peso del digestato prodotto e bilancio di massa Per risalire analiticamente alla quantità di digestato prodotta occorre sottrarre il volume di biogas prodotto dal peso della biomassa in ingresso. Empiricamente, il digestato prodotto è pari a circa il 90% del peso delle biomasse utilizzate per alimentare l’impianto. Pdigestato = Pmatrici – Vbiogas x Dbiogas [t] dove: Pdigestato: peso del digestato Pmatrici: peso delle matrici caricate al digestore (inclusi effluenti zootecnici) Vbiogas: volume di biogas prodotto, misurato oppure derivabile dall'energia prodotta tenuto conto della resa di cogenerazione Dbiogas: densità del biogas calcolabile a partire dalla sua composizione e considerate le densità dei due maggiori gas che lo compongono (0,718 per il metano; 1,98 per l'anidride carbonica) Ai fini del calcolo dei volumi di stoccaggio necessari si considera il volume del digestato non sottoposto a separazione solido/liquido assimilabile al suo peso (1 t = 1 m3), in ragione delle comuni densità dei digestati. Produzione Resa Biogas Densità CH4 Densità CO2 Peso Biomassa % CH4 % CO2 t/anno mc/t Kg/mc Kg/mc Biogas t Insilato di triticale e 9.125 214 54 44 0,718 1,98 2.458 leguminose Sansa 1.825 306 54 44 0,718 1,98 703 Tritello di cereali 730 300 54 44 0,718 1,98 276 Sangue bovino 1.460 650 60 44 0,718 1,98 1.195 Liquame bovino 9.125 17,4 54 44 0,718 1,98 200 Letame bovino 5.475 33 54 44 0,718 1,98 227 TOTALE 27.740 5.059 Dunque, sottraendo al peso complessivo della biomassa annua in entrata, pari a circa 27.700 t, il peso del biogas annualmente prodotto pari a circa 5.000 t, si ottiene una quantità di digestato annua che ammonta a circa 22.700 t. Pagina 14 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli Calcolo previsionale del contenuto di azoto nel digestato La stima del contenuto di azoto del digestato è stata effettuata in maniera analitica scindendo, naturalmente, la frazione di azoto di origine zootecnica, in natura decisamente minore, e la frazione di azoto derivante dalla matrice vegetale. Per determinare l’azoto presente, teoricamente, nella massa digestata, si è tenuto in considerazione il fatto che la quantità di azoto presente nelle matrici organiche in ingresso è sostanzialmente similare ai quantitativi di azoto totale del digestato, frutto finale del processo di digestione anaerobica. Per il calcolo analitico dell’azoto presente nelle diverse matrici in entrata, si è proceduto moltiplicando il quantitativo annuo utilizzato, espresso in tonnellate, di ogni singola biomassa in entrata per il contenuto di azoto della stessa (Kg/t). La valutazione del contenuto di azoto delle biomasse è stata eseguita facendo riferimento ad analisi effettuate al loro ingresso in impianto o a dati di letteratura. Nella dieta di alimentazione dell’impianto, l’azienda in oggetto utilizza 1.460 t di sangue bovino, 9.125 mc di liquame bovino e 5.475 t di letame bovino, provenienti dagli allevamenti aziendali (bufalino e bovino). BIOMASSA QUANTITA' (t) N kg/mc Kg N tot liquame bovino 9.125 3,9 35.168 letame bovino 5.475 5,3 29.018 sangue bovino 1.460 1,5 2.190 TOTALE 66.375 Per quanto attiene alle biomasse di origine vegetale ed ai relativi quantitativi di azoto, in tabella vengono riportati i valori di azoto apportati dalle matrici vegetali in ingresso. BIOMASSA QUANTITA' N kg/mc Kg N tot Insilato di triticale e leguminose 3.600 6 21.600 Tritello di cereali 730 2 1.460 Sansa 1.150 2,6 2.990 TOTALE 26.050 In linea del tutto previsionale, l’azoto di origine vegetale prodotto annualmente ammonterebbe a circa 26.000 Kg. Pagina 15 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli Pertanto, alla luce di quanto detto, dai calcoli eseguiti in maniera analitica, risulta che il quantitativo ipotetico di azoto presente nel digestato prodotto nell’arco di un anno è pari a 92.425 Kg. La caratterizzazione chimica del digestato prodotto La digestione anaerobica determina una riduzione della sostanza organica meno stabile senza intaccare la dotazione di azoto, fosforo e potassio della biomassa caricata nel digestore. Durante il processo fermentativo le forme di azoto organico vengono demolite per produrre biogas, mentre il gruppo amminico viene liberato in soluzione sotto forma di azoto minerale (ammoniacale). Le quote di azoto organico ed ammoniacale dipendono comunque dalla dieta utilizzata per alimentare il digestore. Le perdite di azoto durante il processo di digestione anaerobica sono dovute, sostanzialmente, alla volatilizzazione dell’ammoniaca. Il digestato finale viene sottoposto a separazione solido/liquida generando una frazione chiarificata che contiene buoni livelli di azoto ammoniacale, ed una frazione solida con un’elevata percentuale di sostanza organica parzialmente stabilizzata. I motivi di tale scelta sono diversi, tra cui la possibilità di poter reimpiegare la frazione liquida, l’assenza di formazione di crosta superficiale negli stoccaggi, una migliore gestione delle due frazioni in fase di utilizzo agronomico. La frazione chiarificata può considerarsi un buon sostitutivo del concime chimico di sintesi (fertilizzante), con un’alta percentuale di azoto ammoniacale prontamente disponibile per le colture, mentre la frazione solida è più adatto per un uso ammendante a causa dell’alta percentuale di azoto organico a lenta mineralizzazione. Per avere un’idea delle caratteristiche chimiche della sostanza organica fermentata, si è proceduto ad effettuare l’analisi di laboratorio di un campione di digestato tal quale. Dalla caratterizzazione chimico-fisica dello stesso è risultato la seguente situazione: Pagina 16 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli Generalmente, in seguito alla separazione, la frazione chiarificata è pari a circa l’85% del digestato tal quale, caratterizzata da un tenore di sostanza secca compreso tra l’1,5% e l’8%. In essa si concentrano i composti solubili, tra cui l’azoto presente in forma ammoniacale, pari a circa il 90 % di quello totale. Pertanto, per l’impianto in questione, la frazione chiarificata del digestato in seguito a separazione ammonta a circa 19.279 t/anno (22.681 t*0.85). Gli apporti Pagina 17 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli di tale sottoprodotto al terreno corrispondono a circa 71.332 kg di azoto da destinare all’uso agronomico. Per il trasporto, il rimescolamento e lo spargimento della frazione liquida, l’azienda dispone di un carro spandiliquame trainato dotato di organi assolcatori in grado di iniettare ed interrare direttamente nel terreno il fertilizzante organico, riducendo l’emissione di odori fastidiosi e la perdita dei composti azotati. La frazione palabile, invece, costituisce il restante 15% del digestato tal quale, ed è caratterizzata dal fatto di avere una maggiore dotazione di sostanza organica o solidi volatili ed una maggiore dotazione di azoto sotto forma organica. La frazione palabile annualmente prodotta è pari a circa 3.402 t/anno (22.681 t*0.15), corrispondenti a circa 21.092 kg di azoto apportabile al terreno previo spandimento con carro spandiletame. L’impiego del digestato sui terreni ai fini fertilizzanti rappresenta la chiusura naturale di un ciclo che, partendo dagli organismi vegetali, passa attraverso o meno l’allevamento animale e l’impianto di biogas, per sfruttare il più possibile il contenuto nutritivo ed energetico delle biomasse. Come ampiamente dimostrato in tanti studi, il digestato assicura un valido effetto fertilizzante sulle principali colture agrarie garantendo una concimazione completa anche senza integrazione di concimi minerali. Calcolo dell’azoto al campo Alla luce dei calcoli svolti, la produzione annua di digestato ammonta a circa 22.681 tonnellate; in seguito a separazione solido/liquida, la produzione totale di azoto è ripartita in 71.332 kg nella frazione chiarificata e circa 21.092 kg nella frazione palabile; il quantitativo di azoto totale prodotto è pari a circa 92.425 kg. A questo punto bisogna determinare le perdite di azoto volatile rispetto al totale. La volatizzazione dell’azoto è un processo nel quale l’azoto ammoniacale viene trasferito nell’atmosfera sotto forma di ammoniaca. Per quanto riguarda l’azoto presente nel digestato ottenuto da fermentazione anaerobica, si possono considerare tre livelli di perdita dell’azoto volatile rispetto al totale: Pagina 18 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli a) Perdita durante il processo di digestione anaerobica (circa il 3% dell’N totale); b) Perdita durante la fase di stoccaggio (28%) c) Perdita nella fase di distribuzione (circa 20% dell’N totale) Durante il processo di digestione la perdita di azoto ammoniacale attestata varia dal 5% al 15%. Pertanto, si ritiene poter fissare le suddette perdite di azoto volatile nella misura del 3% dell’azoto totale. Per quanto attiene alle perdite di stoccaggio bisogna tener in considerazione diversi fattori tecnico-ambientali quali: ü rapporto tra superficie di stoccaggio e volume dello stesso ü temperatura media dell’ambiente di stoccaggio ü caratteristiche chimico-fisiche del digestato il digestato, presentando caratteristiche chimico-fisiche similari al liquame, può essere assimilato al medesimo effluente zootecnico per quanto concerne le perdite di azoto dovute allo stoccaggio. L’azienda dispone di un sistema di separazione solido-liquido; per questa procedura si registrano perdite di azoto volatile, rispetto all’azoto totale, in misura variabile dal 28 al 38%. La determinazione delle perdite di distribuzione, invece, è determinata da diversi fattori, tra i quali: - caratteristiche chimico-fisiche del digestato - temperatura del digestato al momento della distribuzione - mezzi meccanici/pratiche agronomiche utilizzate per lo spandimento - colture/residui colturali presenti al momento dello spandimento - tempo che intercorre dallo spandimento all’eventuale interramento Per il trasporto, il rimescolamento e lo spargimento della frazione liquida, l’azienda dispone di un carro spandiliquami. Considerando la situazione climatica, tecnica e colturale dell’azienda, nonché le caratteristiche chimico-fisiche del digestato in oggetto, le perdite di azoto dovute alla distribuzione si stimano pari al 20% dell’azoto totale. Pertanto, le perdite di azoto volatile a carico del digestato ammonterebbero a circa il 40% dell’azoto totale. Pagina 19 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli Considerando, però, che i campioni sono stati prelevati dalla vasca di stoccaggio poco prima dello spandimento, non si considerano le perdite di azoto citate ai punti a) e b) ma solo quelle inerenti la successiva distribuzione (20%). Quindi: Ncampo_digestato = Nzootecnico + Naltre matrici x 0,80 (Kg) AZOTO AL CAMPO= 66.375+26.050 *0,80= 73.940 Kg/N anno 6. PIANO DI UTILIZZAZIONE AGRONOMICA Considerato la quantità complessiva di azoto al campo prodotta annualmente dall’impianto cogenerativo a biogas (73.940 kg superiore ai 6.000 kg), si è redatto un piano di utilizzazione agronomica (PUA) completo già trasmesso. Per l’impiego del digestato ad uso agronomico nel suolo, la ditta utilizzatrice (MARSEGLIA) intende utilizzare parte dei terreni agricoli di proprietà, riportati di seguito: FOGLIO DI PARTICELLE COMUNE SUPERFICIE mq COLTURA MAPPA CATASTALI 117 7.900 Olivo 144 5.048 Olivo 27 146 3.270 Olivo 151 5.241 Olivo 148 14.175 Olivo TROIA 6 1.344 Olivo 28 109 2.220 Olivo 60 169 Frumento 371 32.224 Frumento 30 140 37.753 Frumento Totale 109.344 Attraverso il metodo del bilancio dell’azoto, di seguito riportato, è stato possibile quantificare, in via approssimativa, i valori equilibrati della frazione solida e liquida da utilizzare nei terreni agricoli della ditta MARSEGLIA. A tal riguardo, si precisa che, per quanto attiene alla frazione palabile avremo una efficienza media della distribuzione e quindi un coefficiente di efficienza pari a 0,41. Pagina 20 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli L’efficienza dell’azoto contenuto nel liquame, invece, è tanto minore quanto maggiore è il tempo che intercorre tra distribuzione e periodo di massimo assorbimento delle colture: dunque essa è più bassa con spargimenti estivi o autunnali. Per lo spandimento della frazione liquida del digestato, l’azienda in oggetto effettua lo spandimento in tali epoche e quindi si precisa che, in questo caso, si avrà una efficienza media della distribuzione; quindi, il coefficiente di efficienza adottato sarà, pari a 0,41. Coefficienti di efficienza dell’azoto da digestati diversi Livello di Da liquami Da liquami Da pollina + Da frazioni Da sole efficienza bovini + suini frazione chiarificate di biomasse biomasse chiarificata digestati vegetali vegetali % % % % % Alta 55 65 75 65 55 Media 41 48 55 48 41 Bassa 26 31 38 31 26 7. BILANCIO DELL’AZOTOBILANCIO DELL'AZOTO QUANTITA' AZOTO FOSFORO POTASSIO SIMBOLI DESCRIZIONE q/ha kg/ha kg/ha kg/ha APPORTI ALLA COLTURA FRUMENTO DURO NC Disponibilità di N derivante da precessioni colturali 30 0 0 NF Disponibilità di N derivante da fertilizzazioni organiche pregresse 15 0 0 AN Apporti naturali 10 0 0 FC Quantità di N apportata con concimazioni chimiche o minerali 0 0 0 KC Coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime chimico 100% FO Quantità di N apportata con concimazioni organiche (frazione palabile) 60,00 0,59% 0,96% 0,32% KO Coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime organico (digestato) 41% 14,51 23,62 7,87 FO Quantità di N apportata con concimazioni organiche (frazione chiarificata) 90,00 0,33% 0,24% 0,32% KO Coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime organico (digestato) 41% 12,18 8,86 11,81 Totale 69,51 23,62 7,87 ASPORTAZIONI DELLA COLTURA FRUMENTO DURO b Coefficiente unitario di asportazione 3,11 0,44 2,11 Y Produzione ottenibile 55,00 171,05 24,20 116,05 FABBISOGNO CALCOLATO A BILANCIO 101,54 0,58 108,18 ha Superficie agricola utilizzata 7,00 455,70 554,40 336,00 q Quantità di frazione palabile utilizzabile 420,00 q Quantità di frazione chiarificta utilizzabile 630,00 Pagina 21 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli QUANTITA' AZOTO FOSFORO POTASSIO SIMBOLI DESCRIZIONE q/ha kg/ha kg/ha kg/ha APPORTI ALLA COLTURA OLIVE DA OLIO NC Disponibilità di N derivante da precessioni colturali 30 0 0 NF Disponibilità di N derivante da fertilizzazioni organiche pregresse 15 0 0 AN Apporti naturali 10 0 0 FC Quantità di N apportata con concimazioni chimiche o minerali 0 0 60 KC Coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime chimico 100% FO Quantità di N apportata con concimazioni organiche (frazione palabile) 30,00 0,59% 0,96% 0,32% KO Coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime organico (digestato) 41% 7,26 11,81 3,94 FO Quantità di N apportata con concimazioni organiche (frazione chiarificata) 50,00 0,47% 0,35% 0,41% KO Coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime organico (digestato) 41% 9,64 7,18 8,41 Totale 62,26 11,81 63,94 ASPORTAZIONI DELLA COLTURA OLIVE DA OLIO b Coefficiente unitario di asportazione 0,90 0,20 1,00 Y Produzione ottenibile 70,00 63,00 14,00 70,00 FABBISOGNO CALCOLATO A BILANCIO 0,74 2,19 6,06 ha Superficie agricola utilizzata 3,90 160,68 180,57 117,39 q Quantità di frazione palabile utilizzabile 117,00 q 195,00 Quantità di frazione chiarificta utilizzabile kg FABBISOGNI COMPLESSIVI DI ELEMENTI NUTRITIVI 616,38 734,97 453,39 q TOTALE FRAZIONE SOLIDA UTILIZZABILE IN AZIENDA PER USO AGRONOMICO 537,00 q TOTALE FRAZIONE CHIARIFICATA UTILIZZABILE IN AZIENDA PER USO AGRONOMICO 825,00 Riepilogando, per soddisfare il fabbisogno annuale delle colture praticate normalmente in azienda per i prossimi 3 anni, verranno utilizzati i seguenti quantitativi di digestato: Descrizione Azoto (N) Fosforo (P) Potassio (K) Superficie Agricola Utilizzata (ha) 10,9 Fabbisogni complessivi di elementi nutritivi dall’utilizzo del digestato (kg) 616,38 734,97 453,39 Quantità di fraz. palabile utilizzabile per uso agronomico in azienda (q) 537,00 Quantità di fraz. chiarificata utilizzabili per uso agronomico in azienda (q) 825,00 In questo modo sarà garantita l’applicazione al suolo di un quantitativo di sostanza secca pari a 10 t/ha in tre anni. Considerando che la s.s. nel digesato solido è pari al 40,5% e in quello liquido è pari al 18%, annualmente avrò una quantità di s.s. applicata al campo pari a 217,4 q.li (537q/100*40,5) per il digestato solido e 148,5 q.li (825q/100*18) per il liquido. Sommando i due valori si avrà una quantità annua di sostanza secca pari a 365,9 q.li che in 3 anni garantiranno un totale di 1.097,7 q.li di s.s., ovvero 100 q.li di s.s. per ogni ettaro (1.097,7q/10,9ha). Pagina 22 di 23
Relazione agronomica redatta dalla dott.ssa for. Maria Giuseppina D’Attoli 8. CONCLUSIONI La quantità media di digestato solido da distribuire annualmente per ettaro corrisponde quindi a circa 4.926 kg (537 q/ 10,9 ha), mentre la quantità media di digestato liquido sarà di 7.568 kg (825 q/ 10,9 ha). La quantità di azoto contenuta nel digestato solido sarà pari a circa 30,5 kg/anno (2,8 kg/ha) mentre nel digestato liquido l’azoto sarà pari a 28 Kg (2,5 kg/ha). Per cui, annualmente sarà distribuita una quantità totale di azoto pari a 58,5 kg su tutta la superficie interessata, valore nettamente inferiore a quello massimo consentito in questi siti agricoli (340 kg di azoto/anno). Sulla base dell’attuale ordinamento colturale e quindi della rotazione applicata in azienda, la distribuzione del digestato verrà effettuata ogni anno ad integrazione di una eventuale concimazione azotata chimica o minerale. In particolare la presente comunicazione si ritiene valida per lo spandimento da effettuarsi nel periodo ottobre 2019 – ottobre 2020, considerando i periodi di divieto. In conclusione, visto le condizioni pedo-climatiche del comprensorio agricolo in cui è ubicata la ditta, le capacità imprenditoriali del titolare, i fattori produttivi, i mezzi tecnici impiegati, l’ordinamento colturale adottato e l’estensione dei terreni da utilizzare, si ritiene che questa azienda abbia previsto un utilizzo agronomico di tale sottoprodotto al disotto dei valori-limiti fissati dalla normativa vigente, e pertanto, tale situazione non pregiudica le attuali caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del terreno e quindi l’attività delle specie vegetali coltivate sugli stessi. Rimanendo a disposizione, si ringrazia il Committente per la fiducia accordata. Allegati: • Fascicolo aziendale • Inquadramento aziendale • C.I. proprietario dei terreni destinati allo spandimento Troia (FG), lì 19/09/2019 Il Tecnico Pagina 23 di 23
AGEA - FASCICOLO AZIENDALE ATTO DI ISCRIZIONE / ATTO DI AGGIORNAMENTO 90374792241 VALIDAZIONE DATI (D.M. 12 gennaio 2015 "Semplificazione") Protocollo : AGEA.CAA2089.2019.0001123 Mandato : CAA COLDIRETTI - FOGGIA - 012 Data sottoscrizione del mandato : 03/10/2005 DATI ANAGRAFICI E AZIENDALI CUAA : MRSMGR50L48B104L Partita IVA : 01185200712 Attività (codici ATECO): 01-11-6 COLTIVAZIONI MISTE DI CEREALI E ALTRI SEMINATIVI Denominazione : MARSEGLIA MARIA GRAZIA Forma giuridica: DITTA INDIVIDUALE Titolare o Rappresentante legale: MRSMGR50L48B104L - MARSEGLIA MARIA GRAZIA Data di nascita : 08/07/1950 Comune di nascita : BOVINO Prov : FG RECAPITO (efficace per tutti i procedimenti amministrativi con l'AGEA): Indirizzo : VIALE LUIGI PINTO 243 B 71122 FOGGIA (FG) PEC: mariagrazia.marseglia1950@pec.agritel.it Mail: Telefono: 0881970141 Numero Registro (RI) : Data iscrizione registro: 04/12/1996 Sezione (ordinaria e speciale) e qualifica: Numero REA FG 189329 Attività agricola (codice e descrizione): 01-11-6 COLTIVAZIONI MISTE DI CEREALI E ALTRI SEMINATIVI Data inizio 02/02/1996 Matricola INPS : Data iscrizione INPS: 90374792241 - CUAA: MRSMGR50L48B104L Data Stampa: 15/04/2019 pag. 1
Orientamento Tecnico - Economico - OTE OTE: 616 - ALTRE AZIENDE CON POLICOLTURA Dimensione 42283.15000000001 € Coltura/Specie Dimensione u.m. Produzione standard tot. € SUPERFICIE BOSCATA 0.38 Ha 0.0 PASCOLI MAGRI 0.04 Ha 4.23 OLIVETI PER LA PRODUZIONE DI OLIVE DA OLIO 1.72 Ha 3575.25 ALTRE SUPERFICI (AREE OCCUPATE DA FABBRICATI, GIARDINI ORNAMENTALI, CORTILI, STRADE PODERALI, STAGNI, CAVE, 0.01 Ha 0.0 TERRE STERILI, ECC.) 0.02 Ha 0.0 PASCOLI MAGRI 0.14 Ha 16.17 VIVAI 0.34 Ha 18755.72 OLIVETI PER LA PRODUZIONE DI OLIVE DA OLIO 2.34 Ha 4881.01 FIORI E PIANTE ORNAMENTALI (ESCLUSI I VIVAI), ALL'APERTO O SOTTO RIPARO A PIATTO SUL TERRENO 0.15 Ha 7097.8 TERRENI A RIPOSO SENZA AIUTI FINANZIARI 5.29 Ha 0.0 SUPERFICIE BOSCATA 0.02 Ha 0.0 PASCOLI MAGRI 0 Ha 0.05 FRUMENTO DURO 9.37 Ha 7889.32 TERRENI A RIPOSO SENZA AIUTI FINANZIARI 0.24 Ha 0.0 SEMENTI E PIANTINE PER SEMINATIVI 0.01 Ha 63.6 RIEPILOGO DELLA COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO AZIENDALE (art. 3, comma 2 DM 12 gennaio 2015, n. 162) COMPOSIZIONE TERRITORIALE Elenco delle particelle catastali Data Data Sup. Sup. Sup. Cond. Iniz. Fine catastale grafica condotta Forma di conduzione e n. protocollo Proprietario Cond. Cond. (Ha,Aa,Ca) (Ha,Aa,Ca) (Ha,Aa,Ca) COMUNE SEZ FOG PART SUB Parz. 1 ) TROIA 27 00117 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 28/03/2017 00,85,51 00,91,56 00,91,56 2 ) TROIA 27 00144 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 28/03/2017 00,52,44 00,56,62 00,56,62 3 ) TROIA 27 00146 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 00,35,76 00,32,70 00,32,70 4 ) TROIA 27 00148 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 28/03/2017 01,52,54 01,52,49 01,52,49 90374792241 - CUAA: MRSMGR50L48B104L Data Stampa: 15/04/2019 pag. 2
Elenco delle particelle catastali Data Data Sup. Sup. Sup. Cond. Iniz. Fine catastale grafica condotta Forma di conduzione e n. protocollo Proprietario Cond. Cond. (Ha,Aa,Ca) (Ha,Aa,Ca) (Ha,Aa,Ca) COMUNE SEZ FOG PART SUB Parz. 5 ) TROIA 27 00151 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 00,54,49 00,52,42 00,52,42 6 ) TROIA 28 00006 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 00,14,74 00,14,42 00,14,42 7 ) TROIA 28 00060 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 02,62,70 02,72,94 02,72,94 8 ) TROIA 28 00109 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 00,21,69 00,22,21 00,22,21 9 ) TROIA 28 00111 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 02/11/2017 30/10/2027 00,82,59 00,76,17 00,73,97 10 ) TROIA 30 00126 COMODATO CIAMPONE GIUSEPPE SI 01/01/2015 31/12/2025 00,18,34 00,20,38 00,20,38 AGEA.CAA2089.2015.0001034 11 ) TROIA 30 00127 COMODATO CIAMPONE GIUSEPPE SI 01/01/2015 31/12/2025 01,04,00 00,99,07 00,99,07 AGEA.CAA2089.2015.0001034 12 ) TROIA 30 00130 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 11/11/2016 00,32,76 00,33,17 00,33,15 13 ) TROIA 30 00140 COMODATO CIAMPONE GIUSEPPE SI 01/01/2015 31/12/2025 04,24,30 04,28,28 04,28,28 AGEA.CAA2089.2015.0001034 14 ) TROIA 30 00258 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 00,14,70 00,15,29 00,15,29 15 ) TROIA 30 00327 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 00,46,17 00,49,41 00,49,41 16 ) TROIA 30 00328 COMODATO CIAMPONE GIUSEPPE SI 01/01/2015 31/12/2025 02,20,44 02,20,67 02,20,67 AGEA.CAA2089.2015.0001034 17 ) TROIA 30 00329 COMODATO SI 11/11/2017 31/12/2025 00,59,75 00,59,48 00,59,46 AGEA.CAA2089.2015.0001034 18 ) TROIA 30 00369 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 00,01,69 00,01,66 00,01,66 19 ) TROIA 30 00371 PROPRIETA' MARSEGLIA MARIA GRAZIA SI 03,27,51 03,22,26 03,22,26 SEGNALAZIONI SUI TERRENI VINCOLI AMMINISTRATIVI E AGRONOMICI CUI E' SOTTOPOSTA LA SUPERFICIE Vincolo su uso Zonizzazione Zone Terreno del suolo SIC PSR, Svantaggiate Data Data Tematismi Colt. Produzione percorso Terreno Origine Comune Sez. Fog. Part. Sub. (occupazione, ZPS specifiche e Inizio Fine Regionali Biol. integrata da confisc. (atto amministrativo o normativo) destinazione ZVN regionali Zone Vincolo Vincolo incendi e varietà) (aree A-B-C-D) Montane TROIA 27 00117 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 27 00144 B ASSENZA ZVN: NO 90374792241 - CUAA: MRSMGR50L48B104L Data Stampa: 15/04/2019 pag. 3
Vincolo su uso Zonizzazione Zone Terreno del suolo SIC PSR, Svantaggiate Data Data Tematismi Colt. Produzione percorso Terreno Origine Comune Sez. Fog. Part. Sub. (occupazione, ZPS specifiche e Inizio Fine Regionali Biol. integrata da confisc. (atto amministrativo o normativo) destinazione ZVN regionali Zone Vincolo Vincolo incendi e varietà) (aree A-B-C-D) Montane TROIA 27 00146 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 27 00148 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 27 00151 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 28 00006 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 28 00060 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 28 00109 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 28 00111 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00126 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00127 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00130 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00140 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00258 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00327 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00328 B ASSENZA ZVN: NO 90374792241 - CUAA: MRSMGR50L48B104L Data Stampa: 15/04/2019 pag. 4
Vincolo su uso Zonizzazione Zone Terreno del suolo SIC PSR, Svantaggiate Data Data Tematismi Colt. Produzione percorso Terreno Origine Comune Sez. Fog. Part. Sub. (occupazione, ZPS specifiche e Inizio Fine Regionali Biol. integrata da confisc. (atto amministrativo o normativo) destinazione ZVN regionali Zone Vincolo Vincolo incendi e varietà) (aree A-B-C-D) Montane TROIA 30 00329 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00369 B ASSENZA ZVN: NO TROIA 30 00371 B ASSENZA ZVN: NO COMPOSIZIONE ZOOTECNICA FABBRICATI Sup. Sup. Riferimenti catastali Sup. Vol. N° Conduzione Data inizio Data fine Coperta Scoperta Utilizzatori (mq) (mc) Posti COMUNE SEZ FOG PART SUB (mq) (mq) 1) TROIA 27 00117 PROPRIETA' 28/03/2017 133 2) TROIA 27 00144 PROPRIETA' 28/03/2017 502 3) TROIA 28 00111 PROPRIETA' 02/11/2017 30/10/2027 69 4) TROIA 30 00127 COMODATO 01/01/2015 31/12/2025 376 5) TROIA 30 00140 COMODATO 01/01/2015 31/12/2025 296 MEZZI DI PRODUZIONE MANODOPERA VINCOLI AZIENDALI TITOLI ALL'AIUTO I titoli definitivi vengono determinati entro il 1 aprile 2016, ai sensi dellarticolo 18 del Reg. (UE) n. 639/2014 LEGAMI ASSOCIATIVI Organismo collettivo di adesione Data di inizio Codice Fiscale Denominazione Tipologia di Organismo di adesione Attività dell'Organismo collettivo validità 1) 80002140715 CONSORZIO DI DIFESA DELLE PRODUZIONI INTENSIVE DELLA P.DI F ASSOCIAZIONE 2) 01497070415 SUOLO E SALUTE S.R.L. ORGANISMO CONTROLLO BIOLOGICO CONTROLLO DI QUALITA' E CERTIFICAZIONE DI PRODOTTI, PROCESSI E SISTEMI 28/10/1999 ISCRIZIONE AD ALBI E REGISTRI DOCUMENTI PRESENTI NEL FASCICOLO CARTACEO Data Data Data Sezione dati Tipologia documento N. Protocollo sottoscrizione decorrenza scadenza 90374792241 - CUAA: MRSMGR50L48B104L Data Stampa: 15/04/2019 pag. 5
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