COMUNE DI NISCEMI - Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale ai sensi dell'art. 243 bis del D.lgs. 267/00 Periodo dal 2019 al 2028
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COMUNE DI NISCEMI Provincia di Caltanissetta Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale ai sensi dell'art. 243 bis del D.lgs. 267/00 Periodo dal 2019 al 2028 1
COMUNE DI NISCEMI(CL) PIANO DI RIEQUILIBRIO FINANZIARIO PLURIENNALE 2018/2032 SENZA ACCESSO AL FONDO DI ROTAZIONE Premesse metodologiche Il piano, nel suo insieme, è stato predisposto secondo lo schema istruttorio allegato alla delibera n. 5/SEZ/AUT/2018/INPR della Corte dei Conti Sezione delle Autonomie, con la quale si rielaborano e si approvano le “Linee guida per l’esame del piano di riequilibrio finanziario pluriennale e per la valutazione della sua congruenza e il relativo schema istruttorio”. A tal riguardo, si evidenzia che i dati contabili riportati nella Sezione prima del piano riferiti all’esercizio n sono quelli dell’anno 2018 (anno base) in quanto, alla data di redazione del presente piano, l’ultimo documento contabile approvato dall’Ente, risulta essere il rendiconto dell’esercizio finanziario 2018. Profili finanziari del piano A seguito di una circostanziata attività di ricognizione, effettuata coinvolgendo tutti i Responsabili di P.O, sono emerse ulteriori debiti fuori bilancio da riconoscere per cui, alla data odierna, tenuto conto delle diverse transazioni sottoscritte con i creditori, il totale complessivo di detti debiti ammonta ad euro 1.335.303,00, mentre i debiti potenziali sono stati quantificati in €.706.000,00, di cui € 406.000,00 trovano copertura nel fondo contenzioso accantonato nel rendiconto esercizio 2018. L’art. 243-bis, comma 5 bis, del D.Lgs. 267/2000 stabilisce la durata massima del piano sulla base del rapporto tra le passività da ripianare e l’ammontare degli impegni di spesa corrente rilevati al rendiconto dell’anno precedente a quello di ricorso alla procedura di riequilibrio o dell’ultimo rendiconto approvato. La durata massima del presente piano di riequilibrio, in relazione ai seguenti dati, sarebbe di venti anni: a) Passività da ripianare € 6.715.966,62 di cui: - Disavanzo al 31/12/2018 € 5.080.663,62 - DFB da riconoscere € 1.335.303,00 - Debiti potenziali € 300.000,00 b) Impegni di spesa corrente da rendiconto 2018 € 11.111.744,56 (Approvato Delibera del Consiglio Comunale n. 47 del 30/09/2019) c) Rapporto a/b = 60,44%, che consente di predisporre il piano in 15 anni; Si determina di predisporre il piano di riequilibrio pluriennale finanziario per una durata di anni 10 (dal 2019 al 2028), senza accesso al fondo di rotazione. Si è ritenuto quindi di dover ricorrere alla procedura del piano di riequilibrio finanziario pluriennale già a decorrere dall’esercizio 2019 che, pertanto, costituisce il primo anno di decorrenza del piano (cfr Sezione Seconda- risanamento-). 2
CARATTERISTICHE DELL’ENTE Cenni Storici Il Comune di Niscemi conta 26.627 abitanti (residenti al 31/12/2018), sorge a 332 metri sul livello del mare, il territorio si estende su un altopiano, che va dall'inizio dei Monti Iblei ad est ed alle estreme propaggini dei Monti Erei a nord-ovest. su una superficie di 9.653 ettari ed occupa un piccolo lembo di terra nell’estrema propaggine sud-orientale della provincia di Caltanissetta; confina a est ed a nord-est con il Comune di Caltagirone, appartenente alla provincia di Catania, a sud e ad ovest con quello di Gela mentre a nord-ovest col territorio comunale di Mazzarino. L’ambiente è collinare, presenta un paesaggio con colture a prevalenza arboricola, mista a seminativo, ed una vasta area boschiva di querce, mista a lecceta, estesa per circa il 30 % del territorio comunale; tale area rappresenta uno degli ultimi relitti delle maestose foreste che anticamente ricoprivano l’intera Sicilia, la più importante esistente nella Sicilia centrale. Il centro storico risale alla seconda metà del XVII secolo. La piazza Vittorio Emanuele ha forma rettangolare; su di essa si affacciano la Chiesa Madre, quella dell'Addolorata e il Palazzo del Municipio; esso venne costruito tra il 1870 e il 1882, in stile neoclassico. Da visitare: la Chiesa Madre intitolata a Santa Maria d'Itria.e la settecentesca chiesa intitolata all'Addolorata. Nella zona sottostante tra il belvedere e il quartiere Sante Croci vi è situata una piccola sede per appassionati di parapendio. La sede è stata dedicata all'aviatore italiano Angelo D'Arrigo scomparso nel 2006. 3
La presenza di insediamenti umani nel territorio di Niscemi, risale all'epoca neolitica, in particolare tra il III ed il II millennio a.C., come testimoniato dalla presenza di numerose tombe a forno scavate nella roccia. Tracce attribuibili alla cultura sicana risalgono, invece, ad un periodo risalente alla prima età dei metalli. Si trattava, principalmente, di piccoli villaggi che vivevano di caccia e agricoltura e che vivevano in capanne di paglia. Durante questo periodo erano diffuse l'industria litica, della ceramica e quella relativa alla produzione di utensili di uso quotidiano. Successive testimonianze di insediamenti nel territorio di Niscemi si possono ricostruire grazie alla presenza delle necropoli caratterizzate da tombe a tholos e a forno nel periodo castellucciano, risalenti al XIII secolo a.C. realizzate durante la tarda età del bronzo. A conferma di ciò, un passo del secondo volume del Dizionario Topografico della Sicilia, redatto da Vito Amico, riporta: «sia nei fianchi che nelle falde del colle occorrono sepolcri anche per corpi giganteschi, monete di ogni metallo, vasi, lucerne, ampolle, e più di un pavimento saccheggiato coll'epigrafe Alba si è rinvenuto». Durante questo secolo i villaggi castellucciani si trasformarono progressivamente in insediamenti fortificati, probabilmente a causa dell'avvento dei siculi, che costrinsero gran parte delle popolazioni più pacifiche a spostarsi verso territori più tranquilli. A partire dal VII secolo a.C., successivamente all'insediamento dei coloni rodio-cretesi nel territorio di Gela, le campagne del territorio niscemese furono occupate per poter essere coltivate intensamente: sorsero numerose fattorie, i terreni furono lottizzati e le risorse naturali sfruttate al massimo. Tuttavia, a partire dal V secolo a.C., in seguito alla seconda invasione cartaginese, la relativa tranquillità degli insediamenti nel territorio di Niscemi fu sconvolta e molti abitanti furono costretti a fuggire e ad abbandonare le loro fattorie. Nel III secolo d.C. la vasta plaga, situata circa ad un chilometro ad occidente del centro abitato odierno, compresa tra il fiume Achates ed il fiume Gela, fu assegnata al patrizio Calvisio e prese il nome di Plaga Calvisiana. Sorse un fiorente villaggio che sopravvisse fino al IX secolo d.C., quando gli arabi lo distrussero definitivamente. Successivamente gli arabi costruirono un borgo fortificato sulla collina dove sorge l'attuale centro abitato e vi diedero il nome Fata-nascim traducibile come passo dell'olmo, accorciato in un successivo momento in Nasciam. Durante l'occupazione araba il regime della proprietà fondiaria ed i sistemi di coltivazione della terra cambiarono radicalmente: i vasti latifondi furono suddivisi in piccoli lotti, eccetto per le proprietà demaniali. Inoltre la coltivazione dei cereali e la pastorizia furono ristrette solo ai terreni adatti, si provvedette alla ripopolazione del manto boschivo, si intensificò la produzione di olio e si introdussero le coltivazioni di carrubbo, gelso, pistacchio e nocciolo. Nella metà del XIII secolo, tuttavia, a causa delle lotte interne tra musulmani e normanni, la cittadina fu completamente distrutta e i suoi abitanti furono costretti a fuggire in cerca di un luogo più sicuro dove vivere. Fondazione e periodo normanno A seguito della conquista normanna, il nome della città divenne, con diploma del 1143, Nixenum. Diventato un feudo rustico il territorio subì radicali mutamenti fin quando, nel 1324, un ramo della famiglia Branciforte, si trasferì da Piacenza in Sicilia (nel XIII secolo) e comprò la terra di Nixenum. Secondo la tradizione popolare, la fondazione di Niscemi risalirebbe al ritrovamento di un quadro della Madonna ad opera di un pastore niscemese di nome Andrea Armao. Il pastore, il 16 maggio del 1599, pascolando il proprio gregge ai limiti di un bosco in contrada Castellana, si addentrò tra la fitta vegetazione nell'intento di ritrovare il proprio bue favorito, di nome Portagioia, sfuggitogli due giorni prima. Lì vi scorse l'animale, inginocchiato e immobile di fronte ad una raffigurazione della Madonna con a destra Gesù bambino benedicente, recante sulla sinistra un globo sormontato da una croce. In prossimità del luogo del ritrovamento era presente una fonte naturale di acqua. Il pastore informò immediatamente la popolazione e gli abitanti raggiunsero il luogo del ritrovamento: stupefatti dallo straordinario evento raccolsero l'icona e la portarono in processione per le vie del borgo fino alla chiesetta di Maria SS. della Grazia. Con il passare del tempo si 4
diffusero nel circondario voci secondo cui l'acqua della fonte, nei pressi del luogo di ritrovamento del quadro, fosse miracolosa: molti devoti decisero quindi di trasferirsi nel borgo, dove fu necessario costruire un santuario in onore della Madonna, che divenne così la patrona della città Nel 1624, la nobildonna Giovanna Branciforte, vedova di Giovanni Branciforte Barrese, principe di Butera, a nome del figlio Giuseppe (1619-1675), prese possesso della baronia di Niscemi. Due anni dopo, per far conferire i titoli nobiliari al figlio, chiese ed ottenne dal cardinale Giovanni Doria la licentia populandi del feudo di Niscemi. La neonata baronia di Niscemi era costituita da quattro feudi, anche se taluna documentazione ne riporta l'esistenza di quattordici[10]. Il centro del borgo fu scelto vicino al bosco di Castellana, ove la leggenda narrava del ritrovamento del quadro della Madonna[10]. Le strutture preesistenti, a causa delle precarie condizioni economiche, non furono distrutte, ma riutilizzate. Non fu costruito un castello, ma si scelse di adoperare, come avamposto di difesa, una torretta sita in contrada Castellana. Il Principe Branciforte, per privilegio dato dal re Filippo IV di Spagna il 25 marzo 1627, esecutoriato il 18 maggio dell'anno medesimo, ottenne il titolo di I Principe di Niscemi.[21] Nel 1640, lo stesso feudatario decise di dare un nuovo assetto urbanistico al borgo, disegnando una nuova planimetria secondo le pratiche urbanistiche del tempo, che prevedevano la presenza di una piazza centrale in cui emergeva la Chiesa Madre.[10] Il Principato di Niscemi durò fino al 1661, quando il Branciforte vendette il relativo titolo a Vitale Valguarnera Lanza, duca dell'Arenella, e perciò venne ridotto a rango di semplice terra baronale. Nel 1693 il terremoto del Val di Noto, che distrusse buona parte della Sicilia orientale, danneggiò buona parte del borgo di Niscemi, pur non provocando vittime[22]. Si rese necessaria la ricostruzione di gran parte dell'abitato, tuttavia la planimetria non mutò e le principali chiese furono ricostruite nel luogo originale di edificazione. Età contemporanea Il 19 marzo 1790 le terre a sud del centro abitato furono sconvolte da un rivolgimento tellurico di proporzioni paurose, caratterizzato da aperture della terra e dall'emissione di calore ed emissioni nauseabonde. Sorse, inoltre, un piccolo cono vulcanico che emetteva vapore e calore. Lo sconvolgimento, tra lo spavento della popolazione, durò per otto giorni consecutivi. Planimetria di Niscemi nel XVIII secolo Il 10 ottobre 1838 Re Ferdinando II, con tutto il suo seguito, passò da Niscemi, lamentandosi con l'amministrazione della città per il pessimo stato delle strade. Il 12 gennaio 1848 la città prese parte all'insurrezione popolare contro il governatore borbonico: in quest'occasione Salvatore Masaracchio fu insignito del ruolo di comandante della Guardia nazionale. Il 24 maggio 1860 la città aderì alla rivoluzione garibaldina. La sera del 26 luglio 1860 i soldati garibaldini furono ospitati presso la Chiesa di Sant'Antonio da Padova e, nella stessa chiesa, si votò, il 21 ottobre dello stesso anno il plebiscito che sancì l'annessione della Sicilia all'Italia. Nel 1891 un gruppo di giovani intellettuali niscemesi fondò il Fascio dei Lavoratori, secondo in tutta la Sicilia dopo quello di Catania. Di ispirazione socialista, consentì ai contadini di ottenere nel 1897 la lottizzazione e l'assegnamento delle terre demaniali ex feudali. Piazza Vittorio Emanuale III in una cartolina d'epoca risalente agli inizi del XX secolo 5
ARCHITETTURE RELIGIOSE Chiesa Santa Maria D'Itria, sorge in piazza Vittorio Emanuele. Ricostruita dopo il terremoto del 1693 a partire dal 1742 con il contributo della popolazione e sotto la direzione dell'architetto messinese Giuseppe La Rosa, è una chiesa a croce latina con tiburio centrale, presenta quattro nicchie laterali con le statue degli evangelisti Giovanni e Marco e gli apostoli Pietro e Paolo. La facciata è incompleta nel fastigio terminale. Gli interni furono decorati tra il 1863 e il 1864. Chiesa dell'Addolorata, fondata nel 1753, sul sito di una rusticana aedicula, ad opera dell'architetto calatino Silvestro Gugliara. La sua architettura si sviluppa intorno ad uno spazio centrale a forma di ottagono allungata a navata unica con portale ad arco. All'esterno esibisce un raffinato prospetti settecentesco della Sicilia barocca. La facciata presenta una convessità rimarcata dalle quattro lesene, concluso dal profilo ondulato del coronamento della cella campanaria raccordata alla fabbrica da eleganti volute. Una mostra in pietra incornicia il portale d’ingresso e la finestra sovrastante. Sotto il livello del pavimento si apre una cripta con un altare, gli essiccatori, ossai e sepolture riservati in passato ai confrati e alle consorelle del SS. Crocifisso. Chiesa di Sant'Antonio da Padova, ricostruita anch'essa dopo il terremoto, a partire dal 1746, fu restaurata nel XX secolo. È una chiesa a navata unica, a pianta rettangolare, con campanile a torre (posto insolitamente nel lato posteriore dell'edificio) e sagrestia addossata. La facciata è in intonaco liscio, con fastigio terminale in forma di piccolo frontone triangolare. Il portale in conci di pietra è decorato a bassorilievo. Un imponente organo fu installato nel 1810 su un soppalco costruito sopra il portone di ingresso. Chiesa Maria SS. della Grazia, edificata nel 1773, sorge ad ovest di piazza Vittorio Emanuele e fu salvata dall'abbandono nel 1947. Fu edificata sui resti di una primitiva chiesetta rustica della Niscemi feudale per volontà del barone Iacona con il consenso del principe Ercole Michele Branciforte. La facciata fu completata nel XIX secolo ed è ripartita in tre ordini, di cui l'ultimo accoglie la cella campanaria ed il secondo un'edicola con la statua di San Gaetano. L'interno è ad un'unica navata, con volte a botte e ricca decorazione a fresco tipicamente barocca. Ci si riferisce ad essa, pur in appropriatamente, come Chiesa di Santa Lucia. Santuario Maria SS. del Bosco, sorge su resti di una piccola cappella distrutta dal terremoto. Fu edificato tra il 1749 ed il 1758 sotto la direzione del capomastro e architetto Silvestro Gugliara. La chiesa è ad una sola navata con pianta ellittica allungata, la facciata è in stile barocco e presenta un'equilibrata compostezza e sobrietà nelle decorazioni. La chiesa conserva in una piccola nicchia le pietre costituite da due candelieri e dalla base che sosteneva la croce, rinvenute, secondo la tradizione, nel 1599 in occasione del rinvenimento del quadro della Madonna. L'altare maggiore raffigura angeli che, guidati dalla mano di Dio, reggono il sacro dipinto della Madonna nel gesto di portarlo verso la fonte del ritrovamento. Dietro la pala, una nicchia custodisce una copia del quadro, opera di un monaco di Caltagirone, perché l'opera originale si perse in occasione di un incendio verificatosi nel 1769 mentre si trovava presso la chiesa Santa Maria d'Itria. I due altari laterali sono dedicati a San Benedetto e San Giovanni Nepomuceno. La cripta sottostante conserva il pozzetto con la vena d'acqua in cui, si narra, 6
venne trovato il sacro velo con l'immagine della Madonna: indicata come Cappella dell'acqua Santa[, dal 1998 è anche battistero. Chiesa di San Giuseppe, costruita grazie alla contribuzione volontaria di tutta la popolazione, con pietra e calce ricavate dalle cave locali. La facciata è semplice, ad un solo ordine e presenta una eleganza sobria. La pianta è rettangolare ad una sola navata. Rimasta a lungo trascurata, nel 1986 don Giuseppe Giugno, con la contribuzione volontaria di numerosi cittadini ne avviò i lavori di ristrutturazione. Chiesa Anime del Purgatorio, realizzata tramite una cospicua donazione da parte della signora Gaetana Cona, presenta una pianta a forma di grossa tartaruga disposta in direzione ovest-nord- ovest. Il tetto poggia su archi a pieno sesto sorretti da otto colonne singole in stile toscano con basamento e plinto posti a perfetto cerchio all'interno dell'unica navata circolare. Chiesa Sante Croci, edificata sul luogo in cui sorgeva in precedenza una piccola cappella senza altare, fu dotata di un piccolo cimitero. Restò lesionata dallo sconvolgimento tellurico che colpì Niscemi nel 1790. La frana dell'ottobre del 1997 lesionò gravemente l'immobile in maniera tale da richiederne la demolizione, avvenuta pochi anni dopo. L'altare maggiore dedicato al Crocifisso ed era realizzato in marmo bianco con disegni a rilievo in stile barocco e intarsi in marmi colorati. Gli altri due altari erano rispettivamente dedicati a Sant’Alfonso dei Liquori ed a Santa Rita da Cascia. Chiesetta Madonna dello Spasimo, situata all'entrata meridionale del paese venne fondata con il contributo generoso e l'impegno attivo di diverse persone. La facciata delle chiesetta è molto semplice, ma armoniosa e movimentata, racchiusa dalle paraste laterali che contengono il portale centrale in pietra locale ben lavorata con arco a tutto sesto. Chiesa San Francesco, costruita tra il 1732 ed il 1739, è caratterizzata da un'unica aula con volta a botte ed un presbiterio a crociera. Chiesa San Giuseppe d'Atanasio, realizzata nel 1915, in contrada Pilacane, è caratterizzata da un severo stile neoclassico in cotto[4]. Si trova a circa due chilometri dal centro abitato di Niscemi. Convento di San Francesco, conserva il chiostro originale a pianta quadrilatera, un pozzo centrale ed è caratterizzato dalla presenza di una successione di arcate sorrette da colonne di ordine ionico. ARCHITETTURE CIVILI Palazzo di Città, costruito su di un precedente fabbricato adibito a Cancelleria comunale, fu progettato dall'architetto Rosario Crescimone e realizzato dai fratelli Barbagallo. Si presenta come un blocco compatto e ben definito, sobrio ed equilibrato è dotato di un portico a tre arcate. Tutte le decorazioni del prospetto sono state realizzate in pietra di Pilacane. Palazzo Branciforte, costruito nel 1824 è il più antico edificio civile sopravvissuto. Fu fatto realizzare da Margherita Branciforte, duchessa di Mondragone, giunta a Niscemi nel 1821[33]. È ben definito, caratterizzato da paraste angolari ed a muri perimetrali lisci in pietrame informe. Palazzo Masaracchio, edificato nel 1840, sito nell'attuale via Regina Margherita, un tempo via Sante Croci. È caratterizzato da una facciata scandita da un ordine unico di paraste su alti plinti, balconi sorretti da mensoloni con decorazione fitomorfa e un fregio sul portone di ingresso[28]. Palazzo Malerba, sito nella stessa via di Palazzo Masaracchio ed edificato pochi anni prima, nel 1835. Oggi è presente solo la facciata settentrionale, in quanto la parte dell'edificio che sporgeva su Via Regina Margherita, fu demolita nel 1966 per realizzare un parcheggio. 7
Il Belvedere (anticamente Tunnu) è una terrazza panoramica che offre una magnifica vista sulla piana di Gela e sulla vallata del fiume Maroglio. È uno dei più bei panorami della Sicilia. Fu costruito in stile barocco, all'inizio del XIX secolo, ed è a forma rotondeggiante contornata da ringhiera e panche in ferro battuto. Rappresenta la meta finale della passeggiata nel centro storico. Fu ricostruito nel 1921 a seguito delle lesioni riportate nel corso di uno smottamento. Sono presenti altri edifici storici di rilevanza culturale. Palazzo Iacona-Giardini Palazzo Romano Palazzo Camiolo Palazzo Iacona-Castronovo Palazzo Iacona-Gallo Palazzo Saita (via Garibaldi) Palazzo della Pretura Palazzo Preti Palazzo Runza Palazzo Malerba (via IV novembre) Palazzo Vacirca Palazzo Saita (piazza Vittorio Emanuele) Palazzo Samperi Palazzo Masaracchio (piazza Vittorio Emanuele ) Palazzo Gagliano (piazza Vittorio Emanuele ) Palazzo Le Moli (via Le Moli) Palazzo Gagliano (via Gagliano) Palazzo Cavalieri Palazzo Tinnirello Villa Vacirca Villa Camiolo Villa Iacona-Gallo Palazzo Conti Casa Guariglia Palazzo Preti - Buscemi (via Regina Margherita) Palazzo Malerba (via Buonarroti) Palazzo La Rosa Palazzo Spinello Palazzo Polizzi (via Samperi) Palazzo Costa Palazzo Buscemi (via XX settembre) Palazzo Polizzi (via XX settembre) Palazzo Fragale (via XX settembre) Palazzo Fragale (via Rossini) Palazzo Crescimone (via Umberto I) Palazzo Galasso Palazzo Buscemi (via Popolo) Palazzo Crescimone (via Umberto) Villa Samperi Casina Samperi Villa Gualato Palazzo Disca Casa Iacona Casa Stizza Casa Malerba 8
Casa Masaracchio Casa Romano Villa Gioconda Villa Fragale Fontana Madonna SS. del Bosco Siti archeologici In contrada Pitrusa, alle pendici di Niscemi, si trova un sito archeologico di epoca tardo antica. Sono stati ritrovati i bolli su anfora dei Praedia Galbana , poderi che appartenevano allo stato e che al loro interno erano stanziati magazzini annonari. Rimangono odiernamente i resti di una Mansio, ovvero una stazione di sosta (età imperiale), gestita dallo Stato per i viaggiatori. Accanto alla mansio sorgeva una stazione per il cambio dei cavalli. Si pensa esistesse un'antica strada, che portava alla contrada Piano Camera, altra zona archeologica. I recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce un complesso termale, sempre in contrada Petrusa. Secondo gli archeologi sono ben visibili e riconoscibili il calidarium (parte delle terme destinate ai bagni caldi o ai bagni di vapore) con il forno di combustione, un vasto vano di tepidarium (parte delle terme destinate ai bagni tiepidi) e le suspensura (pilastri a base quadrata che fungevano da sostegno al pavimento) che spargeva il calore sotto il pavimento, potendo riscaldare così l'acqua. Sono presenti anche siti archeologici risalenti all'epoca arcaico-classica, tra l'ottavo ed il quinto secolo a.C., nelle contrade Castellana, Arcia e Iacolano, dove sono state rinvenute ceramiche che lasciano intuire la presenza di insediamenti umani dediti allo sfruttamento agricolo del territorio, reso possibile anche dalla presenza del vicino fiume Maroglio. Testimonianze di arcaiche forme di culto religioso sono state, invece, riscontrate a Pisciotto e Valle Madoni, oltre che nella stessa contrada Arcia, dove sono stati rinvenuti resti di antiche necropoli. Secondo molti studiosi, questi ultimi ritrovamenti fanno pensare che il territorio di Niscemi avesse raggiunto un buon livello di organizzazione urbanistica, caratterizzata sia dalla presenza di aree urbane che di aree extraurbane. Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi A Niscemi è presente un'area naturale protetta della Regione Siciliana denominata Sughereta e riconosciuta di interesse comunitario dall'Unione europea. La Riserva sorge a 330 m s.l.m., nella parte meridionale dell'altopiano su cui si colloca il centro abitato e costituisce e, assieme al Bosco di Santo Pietro di Caltagirone, il residuo di quella che un tempo era la più grande sughereta della Sicilia centro-meridionale. Di seguito alcuni dati: Provincia Caltanissetta (CL) Regione Sicilia Popolazione 26.627 abitanti(residenti al 31/12/2018) Superficie 96,82 km² Densità 289,48 ab./km² Codice Istat 085013 Codice catastale F899 Prefisso 0933 CAP 93015 9
Colori Rosso e Verde Descrizione Araldica dello Di verde, all'aquila di nero, con la testa in banda, allumata e linguata di Stemma rosso, coronata con corona all'antica di cinque punte visibili, d'oro, l'aquila attraversata sul petto dallo scudetto di rosso, caricato dalla torre d'oro, murata di nero, e afferrante con gli artigli la lista bifida d'argento, caricata dalle lettere maiuscole V e N, puntate, di nero. Ornamenti esteriori da Comune. (D.P.R. del 24 aprile 2000) Blasonatura del Gonfalone Drappo di rosso, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dallo stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto rosso con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento Statistiche Demografiche Popolazione Niscemi 2001-2018 Andamento demografico della popolazione residente nel comune di Niscemi dal 2001 al 2018. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno. La tabella in basso riporta il dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno. Vengono riportate ulteriori due righe con i dati rilevati il giorno dell'ultimo censimento della popolazione e quelli registrati in anagrafe il giorno precedente. Media Popolazione Variazione Variazione Numero Anno Data rilevamento componenti residente assoluta percentuale Famiglie per famiglia 2001 31 dicembre 27.585 - - - - 2002 31 dicembre 27.337 -248 -0,90% - - 2003 31 dicembre 27.306 -31 -0,11% 9.966 2,74 2004 31 dicembre 26.911 -395 -1,45% 10.037 2,68 10
2005 31 dicembre 26.737 -174 -0,65% 10.089 2,65 2006 31 dicembre 26.492 -245 -0,92% 10.148 2,61 2007 31 dicembre 26.488 -4 -0,02% 10.292 2,57 2008 31 dicembre 26.523 +35 +0,13% 10.378 2,55 2009 31 dicembre 26.402 -121 -0,46% 10.484 2,52 2010 31 dicembre 26.496 +94 +0,36% 10.603 2,50 2011 (¹) 8 ottobre 26.483 -13 -0,05% 10.703 2,47 2011 (²) 9 ottobre 27.975 +1.492 +5,63% - - 2011 (³) 31 dicembre 27.959 +1.463 +5,52% 10.703 2,61 2012 31 dicembre 27.936 -23 -0,08% 10.762 2,59 2013 31 dicembre 28.152 +216 +0,77% 10.825 2,60 2014 31 dicembre 28.027 -125 -0,44% 10.909 2,57 2015 31 dicembre 27.558 -469 -1,67% 10.536 2,61 2016 31 dicembre 27.277 -281 -1,02% 10.720 2,54 2017 31 dicembre 26.946 -331 -1,21% 10.658 2,52 2018 31 dicembre 26.627 -319 -1,18% 10.487 2,53 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011. (³) la variazione assoluta e percentuale si riferiscono al confronto con i dati del 31 dicembre 2010. La popolazione residente a Niscemi al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 27.975 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 26.483. Si è, dunque, verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 1.492 unità (+5,63%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle di questa pagina riportano i dati effettivamente registrati in Anagrafe. Variazione percentuale della popolazione Le variazioni annuali della popolazione di Niscemi espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione del libero consorzio comunale di Caltanissetta e della regione Sicilia. 11
Flusso migratorio della popolazione Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Niscemi negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative). La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2018. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione. Iscritti Cancellati Saldo Saldo Anno per altri per altri Migratorio Migratorio 1 gen-31 dic DA DA PER PER motivi motivi con l'estero totale altri comuni estero altri comuni estero (*) (*) 2002 141 50 0 359 197 0 -147 -365 2003 244 87 1 293 198 0 -111 -159 2004 226 109 2 459 420 0 -311 -542 2005 243 149 1 502 224 2 -75 -335 12
2006 255 122 6 478 258 0 -136 -353 2007 267 211 5 476 115 1 +96 -109 2008 279 163 2 422 74 1 +89 -53 2009 258 94 5 428 77 13 +17 -161 2010 287 126 13 310 59 20 +67 +37 2011 (¹) 228 73 4 228 78 16 -5 -17 2011 (²) 22 20 51 117 4 1 +16 -29 2011 (³) 250 93 55 345 82 17 +11 -46 2012 277 89 13 374 39 2 +50 -36 2013 256 83 324 347 75 24 +8 +217 2014 234 67 8 331 85 44 -18 -151 2015 210 96 14 347 368 55 -272 -450 2016 172 87 24 348 164 73 -77 -302 2017 204 112 27 462 127 47 -15 -293 2018 216 94 21 437 170 40 -76 -316 (*) sono le iscrizioni/cancellazioni in Anagrafe dovute a rettifiche amministrative. (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti. Movimento naturale della popolazione Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. Le due linee del grafico in basso riportano l'andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni. L'andamento del saldo naturale è visualizzato dall'area compresa fra le due linee. 13
La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2018. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione. Saldo Anno Bilancio demografico Nascite Variaz. Decessi Variaz. Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 321 - 204 - +117 2003 1 gennaio-31 dicembre 346 +25 218 +14 +128 2004 1 gennaio-31 dicembre 384 +38 237 +19 +147 2005 1 gennaio-31 dicembre 394 +10 233 -4 +161 2006 1 gennaio-31 dicembre 358 -36 250 +17 +108 2007 1 gennaio-31 dicembre 318 -40 213 -37 +105 2008 1 gennaio-31 dicembre 326 +8 238 +25 +88 2009 1 gennaio-31 dicembre 284 -42 244 +6 +40 2010 1 gennaio-31 dicembre 294 +10 237 -7 +57 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 209 -85 205 -32 +4 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 67 -142 54 -151 +13 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 276 -18 259 +22 +17 2012 1 gennaio-31 dicembre 284 +8 271 +12 +13 2013 1 gennaio-31 dicembre 243 -41 244 -27 -1 2014 1 gennaio-31 dicembre 265 +22 239 -5 +26 2015 1 gennaio-31 dicembre 252 -13 271 +32 -19 2016 1 gennaio-31 dicembre 272 +20 251 -20 +21 2017 1 gennaio-31 dicembre 230 -42 268 +17 -38 2018 1 gennaio-31 dicembre 245 +15 248 -20 -3 (¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti. 14
SEZIONE PRIMA - FATTORI E CAUSE DELLO SQUILIBRIO 1. Pronunce della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti e misure correttive adottate dall'ente locale: VISTA la deliberazione di Giunta comunale n. 156 del 18/12/2018 “Adozione misure correttive su criticità rilevate con deliberazione della Corte dei Conti n. 194/2018/PRSP; Modifiche e integrazioni alla deliberazione n 127 del 25/10/2016 “Approvazione Rendiconto 2015” e alla deliberazione n. 61 del 20/11/2017 “Approvazione del Rendiconto 2016” Approvazione rideterminazione composizione risultato di amministrazione anno 2015 e 2016” VISTA la relazione predisposta dalla Ripartizione Contabile, sulla base della documentazione agli atti d’ufficio, e trasmessa al Sindaco, Al Segretario generale e al Collegio dei Revisori con nota prot. n. 28391 del 13/12/2018, in merito ai rilievi della Corte dei Conti, che qui si richiama per la parte relativa ai rilievi relativi ai rendiconti 2015 e 2016, come meglio di seguito specificata: Punto n. 1 Con riferimento al ritardo nell’approvazione degli strumenti finanziari dell’Ente, rispetto ai termini fissati per legge, si evidenzia che questa Amministrazione sta cercando di invertire la prassi della tardiva approvazione degli strumenti finanziari. Già nel corrente esercizio finanziario il rendiconto consuntivo è stato approvato in data 16/10/2018 con deliberazione di C.C. n. 55 (in anticipo di due mesi rispetto all’anno precedente) e il bilancio di previsione 2018-2020 è stato approvato con deliberazione di C.C. n. 58 del 09/11/2018 (in anticipo di un mese e mezzo rispetto all’esercizio precedente). L’Amministrazione si sta impegnando affinchè gli strumenti finanziari nell’esercizio 2019, siano approvati nel rispetto dei termini stabiliti dalle norme e comunque entro il primo trimestre per quanto concerne il Bilancio di previsione. Punto n. 2 Per quanto concerne la lettera a) si prende atto dei rilievi della Corte. Per quanto concerne la lettera b) del punto n. 2, si rileva che nel 2014 il bilancio di previsione è stato approvato in data 30/12/2014, con delibera n. 154, e non si è potuto procedere al riconoscimento dei debiti fuori bilancio in consiglio comunale entro il 31/12/2014. Le relative somme sono state comunque impegnate nell’esercizio 2014, in ossequio al principio di veridicità del bilancio, con determinazione dirigenziale n. 1261 del 30/12/2014. Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, per un totale di € 519.947,28, da parte del consiglio comunale è avvenuto nell’esercizio 2015, con le seguenti deliberazioni: - Nn.8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22 e 23 del 04/02/2015; - N. 56 del 14/05/2015. Ne deriva che nel 2014 non si è provveduto al riconoscimento di alcun debito fuori bilancio, contrariamente a quanto indicato nella relazione sul rendiconto 2015 dell’Organo di Revisione (pag. 36). Lo stesso è avvenuto per l’esercizio 2015, in quanto il bilancio è stato approvato con deliberazione n. 179 del 29/12/2015. Le relative somme sono state comunque impegnate nell’esercizio 2015, in ossequio al principio di veridicità del bilancio, con determinazione dirigenziale n. 1322 del 30/12/2015. Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, per un totale di € 581.658,14, è avvenuto nell’esercizio 2016 con le seguenti deliberazioni: - Nn. 36, 37, 38, 39, 40 e 41 del 31/03/2016. Alla luce di quanto sopra, si ritiene che, per l’esercizio 2015, il parametro deficitario n. 8, non sia superato (come si evince dal prospetto di cui all’allegato 1), in quanto l’indice si considera negativo ove la soglia, pari all’ 1% rispetto ai valori di accertamento delle entrate correnti, venga superata in tutti gli ultimi tre esercizi finanziari: 15
- nel 2015 i d.f.b riconosciuti dal consiglio comunale, pari ad € 519.947,28 sono maggiori dell’1 % delle Entrate correnti, pari ad € 135.867,33, e pertanto il parametro è superato per il 2015 - nel 2014 i d.f.b. riconosciuti, pari a zero, inferiori all’1 % delle Entrate correnti, pari ad € 138.387,57, e pertanto il parametro non è superato per il 2015 - nel 2013 i d.f.b. riconosciuti, pari ad € 522.713,78 sono maggiori dell’1 % delle Entrate correnti, pari ad € 144.577,24, e pertanto il parametro è superato per il 2013 Punto n. 3 Dal questionario “Debiti fuori bilancio e disavanzi” esercizio 2015, trasmesso alla Corte dei Conti, si rileva un riconoscimento pari ad €. 519.947,48 (e non € 534.358,18) come risulta dalle delibere di consiglio comunale richiamate nel punto precedente. I debiti in attesa di riconoscimento alla data del 31/12/2015, precedentemente indicati in € 315.382,50, conseguenti alle comunicazioni dei responsabili di settore, vanno rideterminati in quanto con successiva comunicazione del Responsabile della Ripartizione Bilancio e Finanze del 20/10/2016, si dà atto che non sussistono d.f.b. da riconoscere per tale Ripartizione e, pertanto, i debiti da riconoscere a quella data ammontano ad € 103.849,00. Per quanto riguarda il motivo di doglianza della Corte relativo ai mancati “accantonamenti per contenzioso, fondo rischi, perdite società partecipate, ecc.”, si è provveduto alla rideterminazione soltanto della composizione dei risultati di amministrazione degli anni 2015, 2016 e 2017, inserendo tali fondi vincolati, come si specificherà meglio al successivo punto n. 5. Punto n. 4 Per quanto riguarda la necessità di potenziare le “attività di riscossione per far conseguire liquidità alle casse comunali”, l’Amministrazione, nel corso dell’esercizio 2018, ha provveduto a porre in essere attività dirette all’aumento della percentuale di recupero dei tributi locali. In particolare, con determinazione dirigenziale n. 165 del 07/06/2018, è stato affidato l’incarico per “le attività di contrasto e recupero all’evasione dei tributi locali: IMU e TASI”. Sulla base dei primi dati informali comunicati dalla società affidataria del servizio, sono stati individuati per l’anno 2013 circa 250 evasori totali e c.ca 1.900 utenti con versamenti “difformi” da quelli previsti. Tali dati, una volta definitivi, andranno incrociati con la banca dati TARI, ai fini della riscossione TARI. Inoltre, al fine di incrementare l’attività di riscossione, con determinazione a contrarre n. 882 del 04/12/2018, è stata approvata la procedura di gara per l’affidamento in concessione per anni tre del servizio di riscossione coattiva delle entrate comunali non riscosse, mediante ingiunzione di pagamento. Tale modalità di riscossione dovrebbe garantire un gettito maggiore rispetto alla procedura attualmente gestita da Equitalia. Punto n. 5 Sulla base delle indicazioni della Corte, fermo restando il risultato di amministrazione relativo a ciascun esercizio di riferimento, si è proceduto al ricalcolo dei prospetti della composizione del risultato di amministrazione relativo ai Rendiconti 2015, 2016 e 2017, inserendo le voci relative agli accantonamenti e ai vincoli che non erano state previste. Si provvede, pertanto, alla riapprovazione della composizione del risultato di amministrazione 2015, correggendo anche la parte relativa al FCDE accantonato € 4.548.010,98 anziché € 730.800,00. Inoltre, vista la nota n. 28214 in data 11/12/2018, allegata alla presente quale parte integrante e sostanziale, con la quale il Capo della Ripartizione Amministrativa, ha comunicato l’ammontare del fondo passività potenziali per contenzioso relativo agli anni 2015, 2016 e 2017, si è provveduto ad effettuare agli altri accantonamenti precedentemente non previsti. 16
Dalla nuova composizione dei risultati di amministrazione relativi agli anni 2015, 2016 e 2017, è emerso un maggiore disavanzo di amministrazione che incide sul bilancio di previsione 2018, da ricoprire come meglio specificato successivamente. In particolare: 1) Relativamente al RENDICONTO 2015, fermo restando il risultato di amministrazione relativo al rendiconto 2015, pari ad € 733.171,12 sono state inserite le seguenti somme per accantonamenti (precedentemente non contemplate): - Fondo passività potenziali anno 2015: € 125.000,00; - Indennità fine mandato sindaco: € 10.000,00; - Perdite società partecipate: € 5.353,00. - Il mutuo per anticipazione liquidità, pari ad € 1.371.718,00, non è stato inserito tra le voci relative ai vincoli, poiché risultava quale residuo passivo per l’intero importo. Per il 2016 vedi punto successivo. In seguito al corretto inserimento di tali vincoli, l’avanzo libero del rendiconto 2015, è stato ricalcolato in € 106.937,06 (si allega prospetto calcolo composizione del risultato di amministrazione anno 2015) che viene approvato con la presente deliberazione di consiglio. 2) Relativamente al RENDICONTO 2016, fermo restando il risultato di amministrazione relativo al rendiconto 2015, pari ad € 762.524,59, sono state inserite le seguenti somme per accantonamenti (precedentemente non previste): - Fondo passività potenziali: sulla base della comunicazione dell’Ufficio Legale sopra richiamata, è stata prevista una perdita potenziale per contenziosi relativi all’anno 2016, pari ad € 195.000,00. Questa cifra è stata spalmata in tre esercizi successivi, e la prima annualità pari ad € 65.500,00 è stata accantonata in aggiunta alla somma già accantonata per l’anno precedente pari ad € 125.000,00, per un totale complessivo di € 190.500,00. - Indennità fine mandato sindaco: € 12.000,00; - Perdite società partecipate: alla cifra accantonata l’anno precedente per perdite potenziali 2014 (€ 5.353,00), è stata aggiunta la somma di € 28.943,00 relativa al 2015. Il totale accantonato, pertanto, risulta € 34.296,00. - Il mutuo per anticipazione liquidità, pari ad € 1.325.430,40, risultava quale residuo passivo per l’importo di € 615.430,40. La restante somma del muto, pari ad € 710.000,00, non risulta né tra i residui passivi né nel fondo mutui anticipazioni liquidità. Con la presente deliberazione si è provveduto a vincolare, oltre le altre somme sopra indicate, anche la somma di € 710.000,00 per anticipazione di liquidità. Per la differenza pari ad € 615.430,40, si è provveduto alla cancellazione del residuo passivo nel 2017 ed alla costituzione del relativo vincolo nel risultato di amministrazione. In seguito all’inserimento dei vincoli sopra riportati, l’avanzo libero relativo al rendiconto 2016, di € 1.602,63 (come da rendiconto consuntivo 2016 approvato) è stato rideterminato in un disavanzo di € 945.193,37 (si allega prospetto calcolo composizione del risultato di amministrazione anno 2016) ed è riapprovato con la presente deliberazione di consiglio. Pertanto, a differenza di quanto risultante dal rendiconto 2016 approvato, il consuntivo 2016 si chiude con un disavanzo di € 945.193,37. Tale disavanzo potrà essere ripianato negli esercizi rimanenti della consiliatura, quindi in 5 annualità per l’importo di € 189.038,67 ciascuna. Punto n. 6 Si prende atto dei rilievi della Corte e si precisa che, gli oneri di urbanizzazione sono stati utilizzati per la manutenzione delle strade e del patrimonio comunale, anche se allocati al Titolo I in misura superiore al 75%. Nel bilancio di previsione 2018 tutti gli oneri di urbanizzazione sono stati correttamente allocati al Titolo II. Punto n. 7 17
Si rinvia a quanto già evidenziato al punto n. 4 Punto n. 8 Con nota Prot. 28068 del 10/12/2018, si è provveduto a richiedere alle società partecipate il prospetto di cui all’art. 1, comma 6, lett. j del D.Lgs. 118/2011 relativo alla conciliazione dei rapporti creditori e debitori. 2. Saldo di finanza pubblica Il pareggio di bilancio per gli anni 2016, 2017 e 2018 è stato rispettato, così come si evince dalle allegate certificazioni trasmesse telematicamente al MEF-RGS (all., all.). 3. Andamenti di cassa 3.1 Analisi sull’utilizzo dell'anticipazione di tesoreria Rendiconto esercizio Rendiconto esercizio Rendiconto esercizio 2016 2017 2018 Entità anticipazioni complessivamente € € € corrisposte accertato al 10.312.515,97 9.679.457,03 9.717.389,54 Tit. VII) Entità anticipazioni complessivamente € € € restituite *(impegnato 8.023.757,36 5.906.984.67 9.279.905,05 al Tit.V) Entità anticipazioni non € € € restituite al 31.12 3.519.056,67 1.888.666,42 4.812.594,68 limite anticipazione € € € concedibile ai sensi 5.807.815,28 5.661.138,78 5.250.079,17 dell’art.222. TUEL Entità delle somme € € € maturate per interessi 120.536,81 113.360,69 110.000,00 passivi Entità massima delle entrate a specifica destinazione utilizzata in termini di cassa ex € € € art. 195 TUEL con - - - corrispondente vincolo sull'anticipazione di tesoreria concedibile Esposizione massima di 3.545.897,20 4651.285,00 4.850.321,62 tesoreria Giorni di utilizzo delle 365 365 365 anticipazioni 3.2/6 L’Ente espone l’andamento nel triennio, evidenziando le principali ragioni dello squilibrio. Il ricorso alle anticipazioni di tesoreria è motivato principalmente dai ritardi dei trasferimenti finanziari da parte della regione, dalla tardiva approvazione di rendiconti e bilanci che non hanno consentito di presentare al Ministero dell’Interno le relative certificazioni e, conseguentemente, ha comportato il ritardo dei trasferimenti statali, nonché dalla bassa capacità di riscossione negli anni pregressi delle entrate tributarie locali. 18
L'utilizzo delle entrate a specifica destinazione di cui all’art. 195 TUEL nell’ultimo triennio è avvenuto in maniera pressoché costante e tendente al limite massimo concedibile in quanto l'Ente versa in una condizione strutturale di carenza di liquidità che ha origine già di diversi anni. L’Ente con determina dirigenziale n. 165 del 17/03/2017 ha determinato la giacenza di cassa vincolata alla data del 01/01/2016. Si rileva che è in corso di determinazione la giacenza di cassa vincolata per gli anni successivi. Nella annualità 2017 l’Ente ha fatto ricorso all’elevazione a 5/12 dell’anticipazione di tesoreria. 4. Analisi sugli equilibri di bilancio di parte corrente e di parte capitale 4.1 Equilibrio di parte corrente e di parte capitale: RENDICONTO 2016 EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO (ACCERTAMENTI E IMPEGNI) A) Fondo pluriennale vincolato per spese correnti iscritto in (+) entrata € 80.199,31 AA ) Recupero disavanzo di amministrazione esercizio precedente (-) € 140.073,00 B) Entrate Titoli 1.00 - 2.00 - 3.00 (+) € 12.600.190,01 di cui per estinzione anticipata di prestiti € - C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti direttamente destinati al rimborso dei prestiti da amministrazioni (+) pubbliche € - D) Spese Titolo 1.00 - Spese correnti (-) € 12.743.247,87 DD) Fondo pluriennale vincolato di parte corrente (di spesa) (-) € 58.215,34 E) Spese Titolo 2.04 - Altri trasferimenti in conto capitale (-) € - F) Spese Titolo 4.00 - Quote di capitale amm.to dei mutui e (-) prestiti obbligazionari € 365.483,61 di cui per estinzione anticipata di prestiti € - di cui Fondo anticipazioni di liquidità (d.l. n. 35/2013) € - G) Somma finale (G=A-AA+B+C-D-DD-E-F) -€ 626.630,50 H) Utilizzo avanzo di amministrazione per spese correnti (+) € 2.371,00 di cui per estinzione anticipata di prestiti € - I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a (+) specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - di cui per estinzione anticipata di prestiti € - L) Entrate di parte corrente destinate a spese di investimento in (-) base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - M) Entrate da accensione di prestiti destinate a estinzione (+) anticipata dei prestiti € - EQUILIBRIO DI PARTE CORRENTE (*) O=G+H+I-L+M -€ 624.259,50 P) Utilizzo avanzo di amministrazione per spese di investimento (+) € - Q) FPV per spese in conto capitale iscritto in entrata (+) € 226.564,00 R) Entrate Titoli 4.00-5.00-6.00 (+) € 1.426.493,64 C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti destinati al (-) rimborso prestiti € - I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a (-) specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - S1) Entrate Titolo 5.02 per Riscossione crediti di breve termine (-) € - 19
S2) Entrate Titolo 5.03 per Riscossione crediti di medio-lungo (-) termine € - T) Entrate Titolo 5.04 relative a Altre entrate per riduzione di (-) attività finanziarie € - L) Entrate di parte corrente destinate a spese di investimento in (+) base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - M) Entrate da accensione prestiti destinati a estinzione anticipata (-) dei prestiti € - U) Spese Titolo 2.00 - Spese in conto capitale (-) € 1.217.686,00 UU) Fondo pluriennale vincolato in c/capitale (di spesa) (-) € 52.083,60 V) Spese Titolo 3.01 per Acquisizioni di attività finanziarie (-) € - E) Spese Titolo 2.04 - Altri trasferimenti in conto capitale (+) € - EQUILIBRIO DI PARTE CAPITALE Z = P+Q+R-C-I-S1- S2-T+L-M-U-UU-V+E € 383.288,04 S1) Entrate Titolo 5.02 per Riscossione crediti di breve termine (+) € - 2S) Entrate Titolo 5.03 per Riscossione crediti di medio-lungo (+) termine € - T) Entrate Titolo 5.04 relative a Altre entrate per riduzioni di (+) attività finanziarie € - X1) Spese Titolo 3.02 per Concessione crediti di breve termine (-) € - X2) Spese Titolo 3.03 per Concessione crediti di medio-lungo (-) termine € - Y) Spese Titolo 3.04 per Altre spese per incremento di attività (-) finanziarie € - EQUILIBRIO FINALE W = O+Z+S1+S2+T-X1-X2-Y -€ 240.971,46 Saldo corrente ai fini della copertura degli investimenti pluriennali: Equilibrio di parte corrente (O) -€ 624.259,50 Utilizzo risultato di amministrazione per il finanziamento di spese (-) correnti (H) € 2.371,00 Entrate non ricorrenti che non hanno dato copertura a impegni (-) € - Equilibrio di parte corrente ai fini della copertura degli -€ 626.630,50 investimenti pluriennali note A) Indicare l'importo iscritto in entrata del conto del bilancio alla corrispondente voce riguardante il fondo pluriennale vincolato. C) Si tratta delle entrate in conto capitale relative ai soli contributi agli investimenti destinati al rimborso prestiti corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica E.4.02.06.00.000. DD) Indicare l'importo complessivo delle voci relative al corrispondente fondo pluriennale vincolato risultante in spesa del conto del bilancio E) Si tratta delle spese del titolo 2 per trasferimenti in conto capitale corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica U.2.04.00.00.000. Q) Indicare l'importo iscritto in entrata del conto del bilancio alla corrispondente voce riguardante il fondo pluriennale vincolato. S1) Si tratta delle entrate del titolo 5 limitatamente alle riscossioni crediti di breve termine corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica E.5.02.00.00.000. S2) Si tratta delle entrate del titolo 5 limitatamente alle riscossioni crediti di medio-lungo termine corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica E.5.03.00.00.000. T) Si tratta delle entrate del titolo 5 limitatamente alle altre entrate per riduzione di attività finanziarie corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica E.5.04.00.00.000. UU) Indicare l'importo complessivo delle voci relative al corrispondente fondo pluriennale vincolato risultante in spesa del conto del bilancio X1) Si tratta delle spese del titolo 3 limitatamente alle concessioni crediti di breve termine corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica U.3.02.00.00.000. X2) Si tratta delle spese del titolo 3 limitatamente alle concessioni crediti di medio-lungo termine corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica U.3.03.00.00.000. Y) Si tratta delle spese del titolo 3 limitatamente alle altre spese per incremento di attività finanziarie corrispondenti alla voce del piano dei conti finanziario con codifica U.3.04.00.00.000. (*) La somma algebrica finale non può essere inferiore a zero per il rispetto della disposizione di cui all’articolo 162 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. 20
RENDICONTO 2017 EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO (ACCERTAMENTI E IMPEGNI) A) Fondo pluriennale vincolato per spese correnti iscritto in (+) entrata € 58.215,34 AA ) Recupero disavanzo di amministrazione esercizio precedente (-) € 140.073,00 B) Entrate Titoli 1.00 - 2.00 - 3.00 (+) € 12.948.116,75 di cui per estinzione anticipata di prestiti € - C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti direttamente destinati al rimborso dei prestiti da amministrazioni (+) pubbliche € - D) Spese Titolo 1.00 - Spese correnti (-) € 12.578.902,92 DD) Fondo pluriennale vincolato di parte corrente (di spesa) (-) € 18.008,40 E) Spese Titolo 2.04 - Altri trasferimenti in conto capitale (-) € - F) Spese Titolo 4.00 - Quote di capitale amm.to dei mutui e (-) prestiti obbligazionari € 383.823,75 di cui per estinzione anticipata di prestiti € - di cui Fondo anticipazioni di liquidità (d.l. n. 35/2013) € - G) Somma finale (G=A-AA+B+C-D-DD-E-F) -€ 114.475,98 H) Utilizzo avanzo di amministrazione per spese correnti (+) € - di cui per estinzione anticipata di prestiti € - I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a (+) specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - di cui per estinzione anticipata di prestiti € - L) Entrate di parte corrente destinate a spese di investimento in (-) base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - M) Entrate da accensione di prestiti destinate a estinzione (+) anticipata dei prestiti € - EQUILIBRIO DI PARTE CORRENTE (*) O=G+H+I-L+M -€ 114.475,98 P) Utilizzo avanzo di amministrazione per spese di investimento (+) € - Q) FPV per spese in conto capitale iscritto in entrata (+) € 52.083,60 R) Entrate Titoli 4.00-5.00-6.00 (+) € 1.310.153,15 C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti destinati al (-) rimborso prestiti € - I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a (-) specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - S1) Entrate Titolo 5.02 per Riscossione crediti di breve termine (-) € - S2) Entrate Titolo 5.03 per Riscossione crediti di medio-lungo (-) termine € - T) Entrate Titolo 5.04 relative a Altre entrate per riduzione di (-) attività finanziarie € - L) Entrate di parte corrente destinate a spese di investimento in (+) base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili € - M) Entrate da accensione prestiti destinati a estinzione anticipata (-) dei prestiti € - U) Spese Titolo 2.00 - Spese in conto capitale (-) € 361.961,48 UU) Fondo pluriennale vincolato in c/capitale (di spesa) (-) € 657.033,57 21
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