COMUNE DI GENZANO DI ROMA - Città Metropolitana di Roma Capitale - Finanze
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Allegato n. 1 COMUNE DI GENZANO DI ROMA Città Metropolitana di Roma Capitale PROSPETTO ECONOMICO FINANZIARIO 2019 PER LA DETERMINAZIONE DELLA TASSA SUI RIFIUTI – TARI – (Art. 1, commi 651 e 654, della Legge n. 147/2013 e ss.mm.ii.) Approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. ____ del ______________
INDICE Introduzione 1. Descrizione del modello gestionale ed organizzativo 1.1 – Obiettivi di gestione del ciclo della raccolta differenziata 2019-2021 2. Individuazione dei costi del servizio 2.1 - Costi operativi di gestione (CG) 2.2 - I costi comuni (CC) 2.3 - Riduzioni ed Agevolazioni 2.4 - Ripartizione fra Costi Fissi e Costi Variabili 3. Le Tariffe 3.1 - Ripartizione dei costi tra le Utenze Domestiche e NON Domestiche 3.2 - Copertura costi-gettito 3.3 - La determinazione dei “coefficienti K” 3.4 - Le tariffe per le Utenze Domestiche (UD) 3.5 - Le tariffe per le Utenze NON Domestiche (UND) 3.6 - Approvazione delle tariffe e adempimenti formali Allegato “A” – Coeff. di produzione per le Utenze Domestiche DPR n. 158/1999 Allegato “B” – Coeff. di produzione per le Utenze NON Domestiche DPR n. 158/1999 2
INTRODUZIONE Con l’art. 14 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successivamente modificato dall’art. 1, comma 387, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità per il 2013), è stato istituito il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), destinato a trovare applicazione dal 1° gennaio 2013 (comma 1) e a prendere il posto di “tutti i vigenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l'addizionale per l'integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza” (comma 46). Con la Legge n. 147/2013 (Legge di Stabilità per il 2014) la TARES è stata convertita in TARI (Tassa sui Rifiuti), quale componente tributaria della nuova Imposta Unica Comunale – IUC, finalizzata anch’essa a coprire interamente il costo della gestione dei rifiuti. I commi 651 e 654 dell’Art 1 della Legge n. 147/2013 prevedono che il nuovo tributo sia corrisposto anche in base a tariffa riferita all’anno solare e commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base dei criteri determinati dal D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158, recante le “norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani”. Come è noto, il D.P.R. n. 158 del 1999 venne emanato in attuazione del quinto comma dell’art. 49 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (c.d. decreto “Ronchi”), recante la disciplina della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani (la c.d. TIA1), norma in forza della quale “Il Ministro dell'ambiente di concerto con il Ministro dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano elabora un metodo normalizzato per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa di riferimento, prevedendo disposizioni transitorie per garantire la graduale applicazione del metodo normalizzato e della tariffa ed il graduale raggiungimento dell'integrale copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani da parte dei comuni”. Il D.P.R. n. 158 del 1999, invero, avrebbe già dovuto essere soppiantato da un nuovo atto regolamentare, giacché il sesto comma dell’art. 238 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (T.U. dell’Ambiente), recante la disciplina della c.d. TIA2, già prevedeva che “Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle attività produttive, sentiti la Conferenza Stato regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, le rappresentanze qualificate degli interessi economici e sociali presenti nel Consiglio economico e sociale per le politiche ambientali (CESPA) e i soggetti interessati, disciplina, con apposito regolamento da emanarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della parte quarta del presente decreto e nel rispetto delle disposizioni di cui al presente articolo, i criteri generali sulla base dei quali vengono definite le componenti dei costi e viene determinata la tariffa, anche con riferimento alle agevolazioni di cui al comma 7, garantendo comunque l'assenza di oneri per le autorità interessate”. Aggiungeva, peraltro, il comma 11 del predetto art. 238 che “Sino alla emanazione del regolamento di cui al comma 6 e fino al compimento degli adempimenti per l'applicazione della tariffa continuano ad applicarsi le discipline regolamentari vigenti”, costituite in particolare dal 3
già citato D.P.R. n. 158 del 1999, che pertanto è destinato a “transitare” dalla TIA alla TARES, ed ora in TARI. Anche nell’originaria versione del comma 9 dell’art. 14 del D.L. 201 del 2011, il D.P.R. n. 158 del 1999 era previsto come riferimento provvisorio, in attesa dell’elaborazione di un nuovo regolamento governativo che avrebbe dovuto vedere la luce entro il 31 ottobre 2011. Con la legge n. 228 del 2012 il comma 9 è stato però riscritto, sancendo lo stabile riferimento alla metodologia contenuta nel citato D.P.R. n. 158 del 1999. Il richiamo del D.P.R. n. 158 del 1999 all’interno della disciplina della TARI presuppone che il nuovo tributo risulti compatibile, almeno in linea di massima, con la metodologia contenuta in tale decreto. Questo presupposto appare, peraltro, assicurato dal fatto che le disposizioni contenute nell’art. 14 del D.L. n. 201 del 2011, ed ora nella Legge n. 147/2013 si pongono in netta sintonia, per quanto riguarda gli aspetti tariffari, con le linee portanti della TIA1 (e della TIA2). Si può, infatti, rimarcare come nella TARI: a) il comune nella commisurazione della tariffa tiene conto dei criteri determinati con il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158 (comma 651, Art. 1, Legge n. 147/2013); b) il comune, in alternativa ai criteri di cui al comma 651 e nel rispetto del principio “chi inquina paga”, sancito dall'articolo 14 della direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, può commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte, nonché al costo del servizio sui rifiuti; c) le tariffe per ogni categoria o sottocategoria omogenea sono determinate dal comune moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l'anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti (comma 652, Art. 1, Legge n. 147/2013); d) la tariffa sia composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti, riferite in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio, compresi i costi di smaltimento (comma 4 dell’art. 49 del D.Lgs. n. 22 del 1997 (TIA1) e il comma 4 dell’art. 238 del D.Lgs. n. 152 del 2006 (TIA2)); e) siano assicurate riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche (comma 658, Art. 1, Legge n. 147/2013), previsione già contenuta agli artt. 4, comma 1, e 7, comma 1, del D.P.R. n. 158 del 1999; f) sia applicato un coefficiente di riduzione proporzionale alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero (comma 661, Art. 1, Legge n. 147/2013), norma già contenuta all’art. 49, comma 14, del D.Lgs. n. 22 del 1997 e all’art. 238, comma 10, del D.Lgs. n. 152 del 2006. La piena compatibilità del D.P.R. n. 158 del 1999 con le disposizioni recate dalla Legge n. 147/2013 fa sì che l’analisi degli aspetti tariffari del tributo possa esser svolta direttamente 4
sulla base dello stesso D.P.R. n. 158 del 1999, limitando i richiami delle norme della TARI a un ruolo, almeno di regola, confermativo di quanto prescritto dal vigente metodo normalizzato. La tariffa di riferimento rappresenta, come specificato dall’art. 2 del D.P.R. n. 158 del 1999, “l’insieme dei criteri e delle condizioni che devono essere rispettati per la determinazione della tariffa da parte degli enti locali” (comma 1), in modo da “coprire tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti urbani” (comma 2). Il metodo, pertanto, è costituito da un complesso di regole, metodologie e prescrizioni per determinare, da un lato, i costi del servizio di gestione e, dall’altro, l’intera struttura tariffaria applicabile alle varie categorie di utenza (cfr. anche art. 3, comma 1, D.P.R. n. 158 del 1999), in maniera tale che il gettito che ne deriva copra tutti i costi del servizio. Inoltre, l’art. 3, comma 2, specifica che “La tariffa è composta da una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e ai relativi ammortamenti, e da una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione”. L’art. 4, comma 3, prescrive infine che “La tariffa, determinata ai sensi dell'art. 3, è articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica”. Dalle norme ora richiamate si trae quindi che la metodologia tariffaria si articola nelle seguenti fasi fondamentali: 1. individuazione e classificazione dei costi del servizio; 2. suddivisione dei costi tra fissi e variabili; 3. ripartizione dei costi fissi e variabili in quote imputabili alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche; 4. calcolo delle voci tariffarie, fisse e variabili, da attribuire alle singole categorie di utenza, in base alle formule e ai coefficienti indicati dal metodo. Il presente Piano Finanziario rappresenta, pertanto, l’indispensabile base di riferimento per la determinazione delle tariffe e per il loro adeguamento annuo (artt. 49, comma 8, del D.Lgs. n. 22 del 1997; art. 8 del D.P.R. n. 158 del 1999), ai sensi del quale “Il consiglio comunale deve approvare le tariffe del tributo entro il termine fissato da norme statali per l'approvazione del bilancio di previsione, in conformità al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani, redatto dal soggetto che svolge il servizio stesso ed approvato dall'autorità competente”. Ed è esclusivamente questo l’aspetto - specificamente attinente al Prospetto economico- finanziario (PEF) – che è oggetto della presente analisi. 5
1. DESCRIZIONE DEL MODELLO GESTIONALE ED ORGANIZZATIVO (Art. 8, c. 3° DPR 158/99) La gestione dei rifiuti solidi urbani è tipicamente definita come la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti sia in discarica che presso gli impianti di smaltimento. Il Comune di GENZANO DI ROMA conta 23.892 abitanti. Il numero delle utenze domestiche iscritte a ruolo è di 12.924 unità, mentre il numero di utenze non domestiche è di 1.536 unità. Il Comune di Genzano di Roma gestisce i servizi di Igiene Urbana attraverso vari contratti di servizio. Le aziende esterne alle quali sono affidati i vari servizi afferenti la gestione dell’Igiene Urbana e le attività da esse svolte sono riassunte nella seguente tabella: Tabella delle attività affidate all’esterno Durata del Azienda Attività Svolte Riferimenti contrattuali servizio Raccolta rifiuti, Contratto Rep. 1296 del AMBIENTE SPA spazzamento, gestione In proroga tecnica 23/09/2013 isola ecologica RIDA AMBIENTE Trattamento TMB Scrittura privata Rinnovo annuale Recupero rifiuti da Contratto Rep. 1347 del ECOSYSTEM SPA In proroga tecnica spazzamento stradale 15/12/2015 Recupero rifiuti Contratto Rep. 1359 del Fino al ECO-CONSUL provenienti da mense e 10/03/2016 26/08/2018 cucine Recupero rifiuti Contratto Rep. 1346 del REFECTA SRL provenienti dal Centro In proroga tecnica 15/12/2015 comunale di raccolta Recupero rifiuti S.E.P. provenienti da mense e Scrittura privata Rinnovo annuale cucine Raccolta e smaltimento DITTE VARIE Al bisogno amianto Al fine di fornire un quadro complessivo dei costi di gestione del servizio, nella tabella che segue riportiamo i dati relativi alla gestione amministrativa, per quanto riguarda il Personale utilizzato, il cui costo è stato calcolato in relazione al tempo dedicato al servizio suddetto. Per ciascuna risorsa è riportato il costo da imputare al ciclo di gestione dei Rifiuti Solidi Urbani. Tabella dei costi per la gestione Amministrativa 6
Percentuale Costo da Risorse Inquadramento Area d’appartenenza impiegata imputare 1 TECNICA 21.487,00 DIRIGENTE 25% 1 TECNICA 32.075,00 D3 80% 1 C1 TECNICA 25% 7.744,00 1 B5 TECNICA 25% 7.238,00 1 DIRIGENTE ECONOMICA FINANZIARIA 25% 21.487,00 1 C2 ECONOMICA FINANZIARIA 25% 7.781,00 1 ECONOMICA FINANZIARIA 70% 21.787,00 C2 1 ECONOMICA FINANZIARIA 40% 12.664,00 C3 1 ECONOMICA FINANZIARIA 8.215,00 C5 25% 1 ECONOMICA FINANZIARIA 14.075,00 B7 50% Totale 10 TOTALE 154.553,00 La tabella seguente riporta il dettaglio delle modalità e frequenza delle attività previste nella gestione del ciclo RSU. Tabella delle modalità e frequenze di raccolta Modalità di attuazione Modalità attuazione Flusso di raccolta Frequenza del servizio (Porta / porta cassonetto ecc.) Raccolta Gestione affidata a Secondo calendario Ritiro Porta a Porta con sacchi Indifferenziata terzi PAP delle utenze Gestione affidata a Toner Al bisogno Consegna Isola ecologica terzi Gestione affidata a Spazzamento stradale manuale e Residui pulizia strade Giornaliera terzi meccanizzato Pitture con solventi Gestione affidata a Al bisogno / app. con Consegna Isola ecologica pericolosi terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con Batterie al piombo Consegna Isola ecologica terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con App. fuori uso diverse Consegna Isola ecologica terzi gestore App. fuori uso Gestione affidata a Al bisogno / app. con Consegna Isola ecologica pericolose terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con App. e/e fuori uso Consegna Isola ecologica terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con Tubi fluorescenti Consegna Isola ecologica terzi gestore Frigo con Gestione affidata a Al bisogno / app. con Consegna Isola ecologica e/o clorofluorocarburi terzi gestore ritiro domiciliare Gestione affidata a Amianto Secondo necessità Procedura della normativa terzi Gestione affidata a Secondo calendario Ritiro Porta a Porta con Mastelli Carta Cartone terzi PAP delle utenze bidoni roller Gestione affidata a Secondo calendario Ritiro Porta a Porta con sacchi e Imballaggi di Plastica terzi PAP delle utenze bidoni 7
Gestione affidata a Secondo calendario Ritiro Porta a Porta con Mastelli Imballaggi di Vetro terzi PAP delle utenze bidoni Imballaggi di carta e Gestione affidata a Secondo calendario Ritiro Porta a Porta con Mastelli cartone terzi PAP delle utenze bidoni roller Imballaggi materiali Gestione affidata a Al bisogno Consegna Isola ecologica misti terzi Gestione affidata a Al bisogno / app. con Consegna Isola ecologica e/o Ingombranti terzi gestore ritiro domiciliare Gestione affidata a Farmaci Una volta a settimana Contenitori stradali terzi Gestione affidata a Medicinali diversi Una volta a settimana Contenitori stradali terzi Gestione affidata a Pile Una volta a settimana Contenitori stradali terzi Gestione affidata a Al bisogno / app. con Lampade al mercurio Consegna Isola ecologica terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con Imballaggi di metallo Consegna Isola ecologica terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con Legno Consegna Isola ecologica terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con Ferro e acciaio Consegna Isola ecologica terzi gestore Gestione affidata a Al bisogno / app. con Rifiuti da costruzione Consegna Isola ecologica terzi gestore Rifiuti biodegradabili Gestione affidata a Secondo calendario Ritiro Porta a Porta con Mastelli di cucine e mense terzi PAP delle utenze bidoni Apparecchiature Gestione affidata a Al bisogno / app. con Consegna Isola ecologica elettriche fuori uso terzi gestore Abiti usati Gestione affidata a Contenitore stradale in Al bisogno terzi convenzione Gestione affidata a Al bisogno / app. con Consegna Isola ecologica e/o Inerti terzi gestore ritiro domiciliare Gestione affidata a Al bisogno / app. con Consegna Isola ecologica e/o Rifiuti Biodegradabili terzi gestore ritiro domiciliare La tabella successiva riporta il dettaglio delle quantità stimate, come proiezione sulla base dei dati disponibili al primo semestre 2018 raccolte per ciascuna tipologia di rifiuti (differenziati e non). Tabella delle quantità di rifiuti raccolti Destinazione Personale utilizzato trattamento Flusso di raccolta Kg rifiuti trattati Interno / Esterno Impianto Rifiuti Urbani RIDA AMBIENTE 3.279.771 ESTERNO Indifferenziati Toner DITTE FILIERA 643 ESTERNO Imballaggi di carta e DITTE FILIERA CONAI 269.863 ESTERNO cartone Imballaggi di Plastica DITTE FILIERA COREPLA 4.191 ESTERNO Imballaggi materiali DITTE FILIERA CONAI 758.400 ESTERNO misti Imballaggi di Vetro CONSORZIO VETRO 775.303 ESTERNO Miscugli o scorie di REFECTA SRL 364.560 ESTERNO cemento, mattoni, 8
mattonelle, ceramica, provenienti solo da piccoli interventi di rimozione eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione Carta Cartone DITTE FILIERA CONAI 765.977 ESTERNO ECOCONSUL SRL Rifiuti biodegradabili di SEP 2.531.623 ESTERNO cucine e mense REFECTA Abiti usati DITTE VARIE 1.500 ESTERNO Lampade al mercurio CDC RAEE 1.474 ESTERNO Frigo con CDC RAEE 47.109 ESTERNO clorofluorocarburi Oli grassi commestibili CENTRO GRASSI 700 ESTERNO DITTE CONSORZIO Oli e grassi diversi 1.300 ESTERNO CONOU Vernici, inchiostri REFECTA SRL 19.047 ESTERNO Farmaci REFECTA SRL 3.686 ESTERNO Batterie REFECTA SRL 1.830 ESTERNO App. e/e fuori uso CDC RAEE 32.835 ESTERNO App. fuori uso diverse CDC RAEE 50.863 ESTERNO Legno REFECTA SRL 322.697 ESTERNO Metallo REFECTA SRL 76.800 ESTERNO Rifiuti Biodegradabili da manutenzione del ECOCONSUL SURL 480.257 ESTERNO verde pubblico Rifiuti Pulizia strade ECOSYSTEM 324.823 ESTERNO Ingombranti a recupero REFECTA SRL 221.109 ESTERNO Totale 10.336.361 Con il modello gestionale ed organizzativo sopra descritto il Comune di GENZANO DI ROMA è in grado di raccogliere in modo differenziato 7.056.590 Kg di rifiuti solidi urbani, pari al 68,27 % del totale dei rifiuti prodotti. La restante parte dei rifiuti solidi urbani prodotti pari 3.279.771 Kg è smaltita in modo indifferenziato. Di seguito riportiamo un’analisi dettagliata delle quantità stimate di rifiuti raccolti distinte per tipologia di materiali. Tabella di analisi delle Quantità di Rifiuti Prodotti stima anno 2018 Produzione Kg / Quantità in Kg Percentuale Produzione Kg / Flusso di raccolta anno(Per Abitante) stima 2018 sul totale giorno (Per Abitante) n. 23.892 Rifiuti Urbani 3.279.771 31,73% 137,27 0,38 Indifferenziati Toner 643 0,01% 0,03 0,00 Imballaggi di carta e 269.863 2,61% 11,30 0,03 cartone Imballaggi di Plastica 4.191 0,04% 0,18 0,00 Imballaggi materiali 758.400 7,34% 31,74 0,09 misti Imballaggi di Vetro 775.303 7,50% 32,45 0,09 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, 364.560 3,53% 15,26 0,04 mattonelle, ceramica, 9
provenienti solo da piccoli interventi di rimozione eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione Carta Cartone 765.977 7,41% 32,06 0,09 Rifiuti biodegradabili 2.531.623 24,49% 105,96 0,29 di cucine e mense Abiti usati 1.500 0,01% 0,06 0,00 Lampade al mercurio 1.474 0,01% 0,06 0,00 Frigo con 47.109 0,46% 1,97 0,01 clorofluorocarburi Oli grassi 700 0,01% 0,03 0,00 commestibili Oli e grassi diversi 1.300 0,01% 0,05 0,00 Vernici, inchiostri 19.047 0,18% 0,80 0,00 Farmaci 3.686 0,04% 0,15 0,00 Batterie 1.830 0,02% 0,08 0,00 App. e/e fuori uso 32.835 0,32% 1,37 0,00 App. fuori uso diverse 50.863 0,49% 2,13 0,01 Legno 322.697 3,12% 13,51 0,04 Metallo 76.800 0,74% 3,21 0,01 Rifiuti Biodegradabili da manutenzione del 480.257 4,65% 20,10 0,06 verde pubblico Rifiuti Pulizia strade 324.823 3,14% 13,60 0,04 Ingombranti a 221.109 2,14% 9,25 0,03 recupero TOTALE 10.336.361 100 432,63 1,19 1.1 OBIETTIVI DI GESTIONE DEL CICLO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA PER IL PERIODO 2019-2021 Al fine di una migliore pianificazione della gestione dei rifiuti urbani ed assimilati alla quale deve essere commisurata una tariffa socialmente sostenibile, nel presente paragrafo si vogliono riassumere obiettivi che il Comune di Genzano di Roma si prefigge nel triennio 2019/2021 per la gestione dei rifiuti urbani nel proprio territorio comunale. Per una migliore chiave di lettura si riporta di seguito un grafico illustrativo: 10.000.000 8.000.000 7.000.000 differenziata 5.000.000 indifferenziata 3.000.000 2.000.000 0 2019 2020 2021 10
Nella tabella seguente vengono riportati, in modo analitico per ciascuna tipologia di rifiuto raccolto (differenziato e non differenziato), gli obiettivi di raccolta differenziata che il Comune di Genzano di Roma vuole raggiungere nel triennio: Tabella degli Obiettivi di Raccolta Differenziata Stima Kg Anno Stima Kg Anno Stima Kg Anno Stima Kg Anno Tipologia Rifiuto 2018 2019 2020 2021 Rifiuti Urbani Indifferenziati 3.279.771 3.230.575 3.214.176 3.197.777 Toner 643 653 656 659 Imballaggi di carta e cartone 269.863 273.911 275.260 276.609 Imballaggi di Plastica 4.191 4.254 4.275 4.296 Imballaggi materiali misti 758.400 769.776 773.568 777.360 Imballaggi di Vetro 775.303 786.932 790.809 794.685 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle, ceramica, provenienti solo da piccoli 364.560 370.028 371.851 373.674 interventi di rimozione eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione Carta Cartone 765.977 777.467 781.297 785.127 Rifiuti biodegradabili di cucine e 2.531.623 2.569.597 2.582.255 2.594.913 mense Abiti usati 1.500 1.523 1.530 1.538 Lampade al mercurio 1.474 1.496 1.504 1.511 Frigo con clorofluorocarburi 47.109 47.815 48.051 48.286 Oli grassi commestibili 700 711 714 718 Oli grassi diversi 1.300 1.320 1.326 1.333 Vernici, inchiostri 19.047 19.333 19.428 19.524 Farmaci 3.686 3.741 3.759 3.778 Batterie 1.830 1.857 1.867 1.876 App. e/e fuori uso 32.835 33.328 33.492 33.656 App. fuori uso diverse 50.863 51.626 51.880 52.134 Legno 322.697 327.538 329.151 330.765 Metallo 76.800 77.952 78.336 78.720 Rifiuti Biodegradabili da 480.257 487.461 489.862 492.264 manutenzione del verde pubblico Rifiuti Pulizia strade 324.823 329.695 331.319 332.943 Ingombranti a recupero 221.109 224.425 225.531 226.636 TOTALE 10.336.361 10.393.014 10.411.898 10.430.782 Totale % raccolta differenziata 68,27% 68,92% 69,13% 69,34% 11
2 INDIVIDUAZIONE DEI COSTI DEL SERVIZIO L’art. 2, comma 2, del D.P.R. n. 158 del 1999 sancisce il principio di obbligatoria e integrale copertura di tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti tramite la tariffa, principio ribadito dal comma 654 dell’Art 1 della Legge n. 147/2013, che prevede la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. L’art. 3 del D.P.R. n. 158 del 1999 specifica poi che: il costo complessivo del servizio è determinato in base alle prescrizioni della tariffa di riferimento da dettagliare nel PEF (comma 1); le voci di costo sono determinate dal punto 3 dell’Allegato 1 al D.P.R. n. 158 del 1999 (commi 2 e 3). Nel PEF vanno dunque inserite tutte e sole le voci di costo indicate dal D.P.R. n. 158 del 1999, cosicché: nessun costo che non sia previsto dal metodo può rientrare nel PEF; nessun costo individuato come rilevante dal metodo può esserne escluso; le voci di costo entrano esattamente nella misura consentita dal medesimo D.P.R. n. 158 del 1999 e pertanto nessun costo può essere inserito nel PEF per un valore diverso - maggiore o minore - di quanto è previsto dal metodo. Il punto 2, Allegato 1, del D.P.R. n. 158 del 1999 individua i costi da inserire nel PEF, correlandoli alla loro natura - costi operativi di gestione, costi comuni e costi d’uso del capitale - con ulteriori articolazioni al loro interno, come meglio dettagliato nella tabella seguente: Costi operativi di gestione (CG) Costi comuni (CC) Costi d’uso capitale (CK) Costi di gestione RSU indifferenziati - costi amministrativi (CARC) - ammortamenti (Amm.) (CGIND): - costi generali di gestione (CGG) - accantonamenti (Acc.) - costi spazzamento e lavaggio - costi comuni diversi (CCD) - remunerazione del capitale investito (R) strade e piazze pubbliche (CSL) - costi di raccolta e trasporto RSU (CRT) - costi di trattamento e smaltimento RSU (CTS) - altri costi (AC) Costi di gestione raccolta differenziata (CGD): - costi di raccolta differenziata per materiale (CRD) - costi di trattamento e riciclo (CTR) 2.1 - Costi operativi di gestione (CG) I costi operativi di gestione sono generati dalle attività che compongono direttamente il servizio di gestione dei rifiuti urbani che, ai sensi dell’art. 184, comma 2, del D.Lgs. n. 152 del 2006 (T.U. dell’Ambiente), ricomprende: 1. la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti “interni” prodotti nei locali e nelle aree scoperte soggette al tributo, ossia dalle utenze domestiche e non domestiche; 12
2. la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade ed aree pubbliche; 3. la gestione dei rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico; 4. la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti prodotti dal “verde pubblico”, come giardini, parchi e aree cimiteriali; 5. la gestione dei rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni e da altre attività cimiteriali, diversi da quelli contemplati da altre disposizioni relative ai rifiuti urbani. Quindi i costi operativi di gestione sono dati dalle seguenti voci: CG = CGIND + CGD dove CGIND => Somma dei costi relativi al ciclo di gestione dei rifiuti indifferenziati CGD => Somma dei costi relativi al ciclo di gestione dei rifiuti differenziati 2.1.1 Costi relativi alla gestione dei rifiuti indifferenziati Sulla base dei dati previsionali di spesa forniti dall’Ufficio Tecnico del Comune, i Costi relativi alla categoria CGIND sono stati ricostruiti secondo il seguente schema: CGIND = CSL + CRT + CTS + AC e calcolati in riferimento al triennio 2019– 2021 ed avendo come riferimento i costi relativi all'anno 2018, nonché rimodulati secondo le indicazioni pervenute dall’Amministrazione in relazioni agli interventi aggiuntivi programmati, rispetto all’appalto di servizio di gestione dei RSU. Costi Gestione Servizi RSU Indifferenziati (CGIND) Piano finanziario ex art. 8 DPR 158/99 ANNO DI RIFERIMENTO 2019 2020 2021 A – Totale Costi Spazzamento e 337.188,75 839.300,00 839.300,00 Lavaggio strade ed aree pubbliche(CSL) B – Costi Raccolta e Trasporto RSU e 412.984,00 412.984,00 412.984,00 smaltimento (CRT) C – Costi Trattamento e Smaltimento RSU 490.000,00 483.316,00 480.850,00 (CTS) D – Altri Costi (AC)- Costo dir. E controllo esec. contratto, scarichi indir. isola ecol.,smalt. residui e pulizia caditoie, 782.249,14 728.241,14 728.241,14 interv. rimoz. rifiuti abbandonati, decreto ingiuntivo Pontina Ambiente, Automezzi, carburante…ecc… 2.022.421,89 2.463.841,14 2.461.375,14 TOTALE (CGIND) = A + B + C + D 13
2.1.2 Costi relativi alla gestione dei rifiuti differenziati Dopo aver esposto analiticamente i costi relativi alla raccolta indifferenziata valutiamo i costi afferenti la raccolta differenziata, riportando nella tabella seguente il dettaglio della categoria CGD, composta a sua volta dalle seguenti sottocategorie: CGD = CRD + CTR Anche in tal caso i costi previsti per gli anni 2020-2021 sono ottenuti dalle previsioni di bilancio del 2019. I costi relativi al ciclo di gestione dei rifiuti differenziati del comune di GENZANO DI ROMA sono riportati nella tabella che segue: Tabella dei Costi di Gestione dei Rifiuti Differenziati (CGD) Costi Gestione Servizi RSU Differenziati (CGD) Piano finanziario ex art. 8 DPR 158/99 ANNO DI RIFERIMENTO 2019 2020 2021 A – Costi di Raccolta Differenziata per 1.605.646,25 1.103.535,00 1.103.535,00 materiali (CRD) B – Costi TRATTAMENTO E RICICLO (CTR) 540.000,00 483.316,00 480.850,00 2.145.646,25 1.586.851,00 1.584.385,00 TOTALE (CGD) = A + B 2.2 - I costi comuni (CC) L’allegato 1, punto 2.2, del D.P.R. n. 158 del 1999 ricomprende nei costi comuni: o i costi amministrativi relativi allo svolgimento delle attività di accertamento, riscossione e contenzioso (CARC); vi rientrano in particolare, purché inerenti a tale attività i costi del personale, i compensi per consulenze legali e simili, l’acquisto di beni e servizi da terzi; o i costi generali di gestione (CGG), che ricomprendono in particolare i costi relativi al personale impiegato nella gestione dei rifiuti differenziati e indifferenziati, per la quota non imputabile ai costi operativi di gestione; o i costi comuni diversi (CCD), tra cui si ricordano i costi per studi e consulenze non inseribili nei costi operativi o nei costi amministrativi CARC, il fondo rischi crediti, i crediti inesigibili, gli interessi passivi. I costi in esame non erano in alcun modo computabili nella determinazione della TARSU, in quanto non diretti alla prestazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Essi devono invece essere inseriti nel presente PEF e rilevano quindi nel computo delle tariffe TARI applicandosi le disposizioni del D.P.R. n. 158 del 1999. Sulla base dei dati previsionali di spesa forniti dall’Ufficio Tecnico del Comune, i Costi operativi di Gestione, i quali si ripetono per tutte le annualità del triennio di riferimento 2019- 2021, sono stati ricostruiti secondo il seguente schema: 14
CC - COSTI COMUNI CARC - Costi Amm.vi accertamenti, riscossione e Importo Importo contenzioso Aggiornamento software € 5.000,00 Aggio riscossione coattivo € 15.000,00 Totale CARC 20.000,00 CGG - Costi Generali di Gestione Importo Importo Personale (50% dei costi del personale della ditta non € 78.508,86 direttamente Impiegato nell’attività operativa) Personale (Ente) € 154.553,00 Totale CGG 233.061,86 CCD - Costi Comuni Diversi Importo Importo Fondo svalutazione crediti o FCDE € 200.000,00 Crediti inesigibili al netto FSC € - Contributo MIUR (a dedurre) -€ 20.000,00 Recupero evasione (a dedurre) -€ 20.000,00 Totale CCD 160.000,00 Totale CC - Costi Comuni 413.061,86 2.3 – Riduzioni ed Agevolazioni Le riduzioni e le agevolazioni comportano in generale un minor introito da tariffa. Va peraltro operata una netta distinzione tra le prime e le seconde, perché diversa è l’incidenza sul presente PEF. 2.3.1 RIDUZIONI Rientrano tra le riduzioni in senso stretto quegli abbattimenti della misura tariffaria rispetto all’ammontare ordinario da applicare a talune fattispecie che presentano una minor attitudine a produrre rifiuti o comunque a fruire del pubblico servizio di gestione dei rifiuti. In questo insieme si collocano le ipotesi previste ai commi 649, 657, 658 e 659 dell’art. 1 della Legge n. 147 del 2013, ossia: Comma 649 Nella determinazione della superficie assoggettabile alla TARI non si tiene conto di quella parte di essa ove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori, a condizione che ne dimostrino l'avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente; Comma 657 Riduzione non superiore al 60% della tariffa per le zone in cui non è effettuata la raccolta, determinata, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita; Comma 658 Riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche; 15
Comma 659 Riduzioni tariffarie ed esenzioni nel caso di: a) abitazioni con unico occupante; b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo; c) locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente; d) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero; e) fabbricati rurali ad uso abitativo. Proprio perché esse presentano una minor attitudine a fruire del servizio pubblico, il minor gettito che ne deriva non deve essere controbilanciato da entrate diverse dai proventi del tributo, cosicché per assicurare l’integrale copertura dei costi, il minor gettito, suddiviso in quote fisse e variabili, deve essere inserito tra i costi del PEF. Sulla scorta dei dati riferiti all’esercizio 2018 attualmente presenti nell’anagrafe tributaria ai fini TARI, l’ammontare complessivo delle superfici oggetto delle riduzioni, comportano in termini di gettito previsionale da coprire, un ammontare pari ad € 38.993,00 . 2.3.2 AGEVOLAZIONI Del tutto diversa è invece la situazione concernente le ulteriori riduzioni ed esenzioni atipiche deliberate dal consiglio comunale ai sensi del comma 660 dell’art. 1 della Legge n. 147/2013. Per tali agevolazioni la relativa copertura è assicurata da risorse diverse dai proventi del tributo di competenza dell'esercizio al quale si riferisce l'iscrizione stessa. Le agevolazioni in esame possono essere inserite nel PEF, purché controbilanciate da un eguale contributo a carico del comune. La stima per l’esercizio 2018 delle agevolazioni deliberate sono, in termini di gettito previsionale, pari ad € 15.682,61 . 2.4 – Ripartizione fra Costi Fissi e Costi Variabili Individuati e classificati i costi rilevanti nel PEF, il metodo tariffario ne opera una successiva ripartizione in due grandi categorie: a) costi fissi o relativi alle componenti essenziali del servizio; b) costi variabili, dipendenti dai quantitativi di rifiuti prodotti. La suddivisione in esame è attuata inserendo specifici insiemi di costo nell’una o nell’altra categoria, secondo quanto dettagliato nella tabella seguente: Costi fissi Costi variabili costi di spazzamento e di lavaggio delle strade ed costi di raccolta e trasporto relativi ai rifiuti aree pubbliche (CSL) indifferenziati (CRT) costi per attività di accertamento, riscossione e costi di trattamento e smaltimento dei rifiuti contenzioso (CARC) indifferenziati (CTS) costi generali di gestione (CGG), tra cui almeno costi di raccolta differenziata per materiale (CRD) la meta del costo del personale; costi di trattamento e riciclo, al netto delle entrate costi diversi (CCD) dal recupero di materiali ed energia dai rifiuti altri costi (AC) (CTR) costi d’uso del capitale (CK) 16
Si evidenzia, pertanto il seguente prospetto riassuntivo: RIPARTIZIONE fra Costi FISSI e Costi VARIABILI Importo COSTI VARIABILI CRT - Costi raccolta e trasporto RSU 412.984,00 CTS - Costi di Trattamento e Smaltimento RSU 490.000,00 CTR - Costi di Trattamento e Riciclo 540.000,00 CRD - Costi di Raccolta Differenziata per materiale 1.605.646,25 Riduzioni parte variabile 28.489,00 Totale COSTI VARIABILI 3.077.119,25 COSTI FISSI CSL - Costi Spazz. e Lavaggio strade e aree pubbl. 337.188,75 CARC - Costi Amm. Di accertam., riscoss. e cont. 20.000,00 CGG - Costi Generali di Gestione 233.061,86 CCD - Costi Comuni Diversi 160.000,00 AC - Altri Costi 782.249,14 CK - Costi d'uso del capitale - Riduzioni parte fissa 10.504,00 Totale COSTI FISSI 1.543.003,75 Totale COSTI DI GESTIONE DA COPRIRE 4.620.123,00 17
3 – LE TARIFFE 3.1 – Ripartizione dei costi tra le Utenze Domestiche e NON Domestiche Il PEF individua e classifica i costi che devono essere coperti con le entrate della TARI. Le delibere tariffarie sono invece finalizzate a ripartire i costi indicati dal PEF tra gli utenti, in conformità alle regole contenute nel metodo, e pertanto a determinare le voci tariffarie da applicare ai parametri imponibili (superficie, numero degli occupanti). La prima operazione da compiere a tal fine è costituita dalla ripartizione dei costi fissi e variabili, come indicati dal PEF, tra le due macrocategorie di Utenze Domestiche e Utenze NON Domestiche (art. 4, comma 2, del D.P.R. n. 158 del 1999), cosicché ne risulta la seguente quadripartizione: Utenze Domestiche (UD) Utenze NON Domestiche (UND) Costi Fissi (CF) CFd CFnd Costi Variabili (CV) CVd CVnd Le Utenze Domestiche sono costituite soltanto dalle abitazioni familiari e pertinenze, suddistinte in n. 7 categorie in relazione al numero degli occupanti ; Le Utenze NON Domestiche ricomprendono tutte le restanti utenze (rappresentano quindi una categoria residuale), in cui rientrano, come specifica l’art. 6, comma 1, del D.P.R. n. 158 del 1999: o le attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere; o le “comunità”, espressione da riferire alle “residenze collettive e simili, di cui al gruppo catastale P1 del D.P.R. n. 138 del 1998, corrispondente all’attuale gruppo catastale B1 (collegi e convitti, educandati, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari e caserme); Per il Comune di Genzano di Roma, contraddistinto da un numero di residenti superiore a 5.000 abitanti, le Utenze NON Domestiche sono differenziate in relazione all’attività svolta in n. 31 diverse tipologie. Al fine di definire un criterio razionale di ripartizione dei costi, in ottemperanza dell’art. 4, comma 2, del D.P.R. n. 158 del 1999, e constatato che, allo stato attuale, Ambi.en.te. SpA, concessionaria del servizio di gestione, raccolta e smaltimento, non dispone di sistemi in grado di individuare per ciascuna delle categorie di cui sopra l’esatta quantità di produzione di rifiuti solidi urbani, si è scelto di utilizzare la base dati anagrafica del ruolo tributario. Dall’analisi di quest’ultima, si evince come la bollettazione TARI 2018 ha presentato le seguenti percentuali a fronte di una produzione complessiva di rifiuti quantificata 18
nell’esercizio 2018 in circa 10 MLN di Kg; pertanto, si delinea il seguente schema di ripartizione dei costi di gestione: Utenze Utenze NON TOTALE Domestiche (UD) Domestiche (UND) % Costi Fissi (CF) 47,60% 52,40% 100,00 % Costi Variabili (CV) 80,65% 19,35% 100,00 3.2 – Copertura costi-gettito L’art. 3 del D.P.R. n. 158 del 1999 prevede che la tariffa è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti, riferite in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. L’importo addebitato al singolo utente è, pertanto, dato dalla somma di due componenti, ossia presenta una struttura c.d. “binomiale”: a) una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e ai relativi ammortamenti; b) una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione. Con l’art. 5, comma 2, primo periodo, e l’art. 6, comma 2, primo periodo, del D.P.R. n. 158 del 1999, si dispone di determinare la parte variabile in una tariffa per unità di rifiuto conferito dal singolo utente. La scarsa diffusione dei necessari sistemi di misurazione individuale ha peraltro fatto emergere la necessità, già all’interno del D.P.R. n. 158 del 1999, “per gli enti locali che non abbiano validamente sperimentato tecniche di calibratura individuale degli apporti”, di rapportare la parte variabile anche a un quantitativo medio ordinario di rifiuto prodotto. La tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base dei criteri determinati con il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. Ciò non esclude peraltro la possibilità (non l’obbligo) per “I comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico” di prevedere con regolamento “l'applicazione di una tariffa avente natura corrispettiva, in luogo del tributo”. 19
L’entrata destinata a coprire i costi della gestione dei rifiuti urbani, si articola quindi in due distinte forme: a) la TARIFFA-TRIBUTO, applicata nei comuni che non hanno attivato la misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti e nei comuni che, pur attuando la misurazione puntuale, non optino per l’entrata-corrispettivo; è questo il regime scelto dal Comune di Genzano di Roma; b) la TARIFFA-CORRISPETTIVO, applicata solo nei comuni che abbiano attivato la misurazione puntuale e che abbiano specificamente optato, nel regolamento per questa forma di entrata; Pertanto, alla quadripartizione dei costi (distinti in fissi e variabili e imputati alle macrocategorie di utenza domestica e non domestica) corrisponde un’analoga quadripartizione del gettito e soprattutto un sistema di equazioni che eguaglia ciascuna delle corrispondenti componenti di gettito e quindi anche il complesso dei costi al gettito globale. Utenze Utenze NON TOTALE Domestiche (UD) Domestiche (UND) Costi Fissi (CF) € 734.469,79 € 808.533,97 € 1.543.003,75 Costi Variabili (CV) € 2.481.696,68 € 595.422,57 € 3.077.116,25 TOTALE € 3.216.166,47 € 1.403.956,54 € 4.620.123,00 3.3 – La determinazione dei “coefficienti K” La determinazione delle tariffe relative alle Utenze Domestiche si fonda su coefficienti Ka (per la parte fissa) e Kb (per la parte variabile), il cui valore dipende dalle dimensioni del comune (superiore a 5.000 abitanti nel caso del Comune di Genzano di Roma) e dalla collocazione dell’ente nelle tre macroregioni Nord, Centro e Sud. Mentre il coefficiente Ka è invero individuato in misura fissa in ragione della popolazione e all’ubicazione (tab. 1a e 1b), il parametro Kb è invece proposto in range delimitati all’interno di valori minimi e massimi (tab. 2a e 2b). Analogamente, per le Utenze NON Domestiche, la tariffa dipende da coefficienti di produzione potenziale Kc (per la parte fissa) e da intervalli di produzione Kd (per la parte variabile), entrambi determinati in range compresi tra un massimo e un minimo (tabelle 3a, 3b, 4a, 4c, Allegato 1, del D.P.R. n. 158 del 1999). La pluralità di possibili valori dei coefficienti Kb, Kc e Kd pone il problema di motivare la scelta compiuta, anche per impedire che - secondo una nota formula individuata dalla Corte Costituzionale – la discrezionalità amministrativa trasmodi in arbitrio. Sulla scorta di diverse pronunce, che mostrano comunque impostazioni non sempre coincidenti, si possono comunque trarre i seguenti principi di massima: 20
a) l’Ente Comunale gode di ampi spazi di discrezionalità nella scelta dei valori dei coefficienti e quindi non può essere vincolato a valori meccanicamente determinati sulla base di specifiche indagini volte a rilevare l’attitudine media ordinaria a produrre rifiuti delle varie categorie di utenza ubicate sul territorio; b) si deve comunque evitare che il comune possa arbitrariamente e immotivatamente individuare valori massimi per talune categorie e minimi per altre, pur all’interno dei limiti individuati dal D.P.R. n. 158 del 1999. Sotto il primo profilo, non è quindi necessario che i valori dei coefficienti Kb, Kc e Kd siano determinati soltanto all’esito di apposite rilevazioni della produttività media ordinarie delle varie categorie di utenza site sul territorio. Sotto il secondo profilo, eliminate le situazioni di più stridente e immotivata disparità di trattamento, può ritenersi che il Comune possa muoversi con una certa libertà all’interno dei range individuati dal metodo per i coefficienti Kb, Kc, e Kd, anche se sembra prudenziale evitare di fissare valori troppo prossimi a quelli massimi, per scongiurare eccessive disparità di trattamento tra le varie categorie di utenza, salvo che non sussistano attendibili e specifici motivi per una scelta diversa. L’Ente può anche derogare ai limiti minimi e massimi indicati dal D.P.R. n. 158 del 1999, a condizione però che dimostri, in base a una specifica e rigorosa indagine, l’esistenza di circostanze particolari e riferite ad una specifica situazione locale e produttiva, che possono non essere state individuate dai compilatori del D.P.R. n. 158 del 1999, che hanno rilevato valori medi-ordinari all’interno di grandi aggregazioni sovraregionali (nord, centro, sud). 3.4 – Le tariffe per le Utenze Domestiche (UD) QUOTA FISSA DELLE UTENZE DOMESTICHE Le tariffe unitarie TFd relative alla quota fissa delle Utenze Domestiche, espresse in €/mq e da applicare alla superficie imponibile, sono differenziate in relazione al numero (n) dei componenti del nucleo familiare (punto 4.1, Allegato 1, del D.P.R. n. 158 del 1999). TFd = Quf ∙ Ka(n) dove: Quf = quota fissa unitaria per unita di superficie, data dal rapporto tra il totale dei costi fissi attribuiti alle utenze domestiche e la superficie totale delle abitazioni occupate, opportunamente corretta per tener conto del coefficiente Ka(n); Ka(n) = coefficiente di adattamento, che tiene conto del numero di persone che compongono il nucleo familiare, i cui valori sono fissati nelle tabelle 1a e 1b del metodo. A sua volta Quf è dato dalla seguente equazione: Quf = Ctuf / (∑ Stot(n) ∙ Ka(n)) dove: 21
Ctuf = totale dei costi fissi attribuibili alle utenze domestiche. Stot (n) = superficie totale delle utenze domestiche con n componenti del nucleo familiare per l’anno di riferimento Ka(n) = coefficiente di adattamento che tiene conto della reale distribuzione delle superfici degli immobili in funzione del numero di componenti del nucleo familiare. Le superfici Stot(n) vanno determinate in relazione all’anno di riferimento (e quindi si tratta di dati stimati) ed al netto delle superfici non imponibili (ovvero le riduzioni di cui al punto 1.5), in quanto non produttive di rifiuti o comunque non conteggiabili nella superficie cui applicare l’entrata. Calcolo Tariffa FISSA – Utenze Domestiche Ctuf da coprire € 734.469,79 Quf € 0,78 N° Componenti N° Utenze Superficie Netta in Ka applicato TFd €/MQ Gettito di MQ copertura costi A B C=A*B 1 2 .822 201.688,27 0,86 € 0,669916 € 195.117,02 2 2.999 255.750,01 0,94 € 0,732234 € 187.268,90 3 2.099 193.811,22 1,02 € 0,794552 € 153.993,09 4 1.614 155.697,35 1,10 € 0,856870 € 133.412,36 5 389 41.651,44 1,17 € 0,911398 € 37.961,03 >6 199 27.884,75 1,23 € 0,958136 € 26.717,39 pertinenze 2.785 89.567,51 0,86 € 0, 669916 € 60.002,71 TOTALE 12.907 966.050 € 794.472, 50 QUOTA VARIABILE DELLE UTENZE DOMESTICHE Mentre, le tariffe TVd relative alla quota variabile delle Utenze Domestiche non si rapportano alla superficie, ma sono espresse in cifra fissa e differenziate in relazione al numero (n) dei componenti del nucleo familiare (punto 4.2, Allegato 1, del D.P.R. n. 158 del 1999). TVd = Quv ∙ Kb(n) ∙ Cu dove: Quv = quota variabile unitaria di produzione rifiuti, determinata dal rapporto tra il totale dei costi variabili o “divisibili” attribuibili alle utenze domestiche e il numero totale delle stesse, opportunamente corretto per tener conto del coefficiente Kb(n); Kb(n) = coefficiente proporzionale di produttività, che tiene conto del numero di persone che compongono il nucleo familiare, i cui valori devono essere individuati all’interno dei limiti predeterminati nella tabella 2 del metodo. Cu = costo unitario, dato dal rapporto tra i costi variabili attribuibili alle utenze domestiche e la quantità totale di rifiuti dalle medesime prodotti. A sua volta Quv è dato dalla seguente equazione: Quv = Qtot / (∑N(n) ∙ Kb(n)) 22
dove: Qtot = quantità totale dei rifiuti attribuibili alle utenze domestiche; N(n) = numero totale delle utenze domestiche con n componenti del nucleo familiare. I coefficienti Kb sono riportati nella tabella 2, Allegato 1, del D.P.R. n. 158 del 1999, riprodotta nell’Allegato B. Per determinare il valore di Kb all’interno dei range individuati dal D.P.R. n. 158 del 1999 è utile porre: Kb(n) = Min(n) + Ps ∙ (Max(n) – Min(n)) dove Min(n) = valor minimo di Kb per un nucleo familiare con (n) componenti; Max(n) = valor massimo di Kb per un nucleo familiare con (n) componenti; Ps = percentuale scelta nel range minimo-massimo; La percentuale Ps consente immediatamente di individuare in quale punto del range si collochi Kb(n), a prescindere dall’ampiezza del range individuato dal metodo; infatti se Ps = 0, Kb(n) = Min(n); se Ps = 100%, Kb(n) = Max(n); se Ps = 50%, Kb(n) = Med(n). Applicando le modifiche introdotte in sede di conversione del D.L. n. 16/2014, unitamente a quanto espresso nelle linee guida del MEF – Dipartimento delle Finanze, si può ritenere legittimo l’utilizzo di valori di Ps con comportino uno scostamento fino al 50% in aumento rispetto al valore massimo e in diminuzione rispetto a quello minimo, relativamente ai coefficienti di cui alle tabelle 2, 3a, 3b, 4a e 4b dell’Allegato 1 del D.P.R. n. 158/1999. Calcolo Tariffa VARIABILE – Utenze Domestiche Ctuf da coprire € 2.481.696,68 Quv € 102,32 N° Componenti N° Utenze Superficie Netta Ka applicato TFd €/MQ Gettito di in MQ copertura costi A B C=A*B 1 2 .822 201.688,27 1,30 € 133,019114 € 375.379,94 2 2.999 255.750,01 2,00 € 204,644790 € 613.729,73 3 2.099 193.811,22 3,05 € 312,083305 € 655.062,86 4 1.614 155.697,35 3,40 € 347,896143 € 561.504,38 5 389 41.651,44 4,30 € 439,986299 € 171.154,67 >6 199 27.884,75 5,15 € 526,960335 € 104.865,11 pertinenze 2.785 89.567,51 0,00 TOTALE 12.907 966.050 € 2.481.696,68 23
Le quote così definite rispettano quindi il requisito di copertura dei costi assegnato alle Utenze Domestiche che, come si è visto nel paragrafo 2.2): Utenze Domestiche (UD) Costi Fissi (CF) € 734.469,79 Costi Variabili (CV) € 2.481.696,68 TOTALE € 3.216.166,47 Le modalità di calcolo per la singola utenza (n) finalizzato a garantire la copertura complessiva dei costi di gestione come sopra definiti è il seguente: (TFd x Superficie) + TVd A questo risultato deve essere aggiunto il 5% dell’Addizionale Provinciale, pertanto le modalità di calcolo complessivo per la singola utenza (n) sono le seguenti: TARI – Utenze Domestiche (((TFd x Superficie) + TVd) x 1,05) 3.5 – Le tariffe per le Utenze NON Domestiche (UND) QUOTA FISSA DELLE UTENZE NON DOMESTICHE Le tariffe unitarie TFnd relative alla quota fissa delle Utenze NON Domestiche, espresse in €/mq e da applicare alla superficie imponibile, sono differenziate in relazione alla tipologia di attività svolta (punto 4.3, Allegato 1, del D.P.R. n. 158 del 1999). TFnd(ap) = Qapf ∙ Kc(ap) dove: Qapf = quota fissa unitaria per unita di superficie, determinata dal rapporto tra il totale dei costi fissi o “indivisibili” attribuibili alle utenze non domestiche e la superficie totale occupata, opportunamente corretta per tener conto del coefficiente Kc(n); Kc(ap) = coefficiente potenziale di produzione, che tiene conto della quantità potenziale di produzione di rifiuto connesso alla specifica tipologia di attività, i cui valori sono individuati dai comuni tra i minimi e i massimi indicati dal metodo. A sua volta: Qapf = Ctapf / (∑Stot(ap) ∙ Kc(ap)) 24
dove: Ctapf = totale dei costi fissi attribuibili alle utenze non domestiche; Stot(ap) = superficie totale occupata dalle utenze dove si svolge l’attività in questione, relativa all’anno di riferimento. I coefficienti Kc(ap) sono indicati dal D.P.R. n. 158 del 1999, suddivisi per popolosità dei comuni (sopra i 5.000 abitanti: tab. 3A; sotto i 5.000 abitanti: tab. 3B) e per area geografica (Nord, centro e sud), e riprodotti nell’Allegato B. A tal fine è utile porre: Kc(ap) = MinKc(ap) + Ps ∙ (MaxKc(ap) – MinKc(ap)) dove: MinKc(ap) = valor minimo di Kc(ap) indicato dal metodo; MaxKc(ap) = valor massimo di Kc(ap) indicato dal metodo; Ps = percentuale scelta nel range minimo-massimo Applicando le modifiche introdotte in sede di conversione del D.L. n. 16/2014, unitamente a quanto espresso nelle linee guida del MEF – Dipartimento delle Finanze, si può ritenere legittimo l’utilizzo di valori di Ps con comportino uno scostamento fino al 50% in aumento rispetto al valore massimo e in diminuzione rispetto a quello minimo, relativamente ai coefficienti di cui alle tabelle 2, 3a, 3b, 4a e 4b dell’Allegato 1 del D.P.R. n. 158/1999. Si rimarca che le superfici imponibili vanno determinate in relazione all’anno di riferimento (e quindi si tratta di dati stimati) al netto delle superfici non imponibili, in quanto non produttive di rifiuti o produttive di regola di rifiuti non conferibili al pubblico servizio. Calcolo Tariffa FISSA – Utenze NON Domestiche Ctapf da coprire € 808.533,965 Somma S(ap) * Kc(ap) 244.439,04 Qapf € 3,31 Attività produttive per comuni > 5000 Superficie Kc TFnd €/MQ Gettito di Copertura abitanti Centro Netta in MQ applicato Costi A B C=A*B 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 8.323,26 0,583 € 1,93 € 16.050,54 2 Cinematografi e teatri 732,00 0,450 € 1,49 € 1.089,56 3 Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta 6.944,48 0,507 € 1,68 € 11.645,96 4 Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi 2.896,54 0,800 € 2,65 € 7.664,74 5 Stabilimenti balneari - 0,637 € 2,11 0 6 Esposizioni, autosaloni 4.182,18 0,526 € 1,74 € 7.276,39 7 Alberghi con ristorante 4.600,73 1,514 € 5,01 € 23.039,89 8 Alberghi senza ristorante 2.056,23 1,139 € 3,77 € 7.746,81 9 Case di cura e riposo 16.907,19 1,470 € 4,86 € 82.208,45 10 Ospedali 4.109,84 1,700 € 5,62 € 23.110,08 11 Uffici, agenzie, studi professionali 21.252,46 1,395 € 4,61 € 98.064,34 12 Banche ed istituti di credito 6.060,35 1,210 € 4,00 € 24.255,53 13 Negozi abbigl., calzature, libreria, cartol., ferram. e altri beni durev. 27.262,80 0,920 € 3,04 € 82.963,29 14 Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 1.708,48 1,368 € 4,52 € 7.730,79 25
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