COMUNE DI CASTEL DI LUCIO - P.A.E.S - PIANO D'AZIONE PER L'ENERGIA SOSTENIBILE Gennaio 2015 - My Covenant
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COMUNE DI CASTEL DI LUCIO Provincia di Messina P.A.E.S. – PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE Sindaco Arch. Giuseppe Franco R.U.P. Geom. Angelo Oieni Redattore Ing. Antonio Giulio Mineo Gennaio 2015
Sommario 1 Premessa ............................................................................................................................................. 4 1.1 Il Patto dei Sindaci ........................................................................................................................ 4 1.2 Il contesto normativo ................................................................................................................... 5 1.3 Adesione e obiettivi ...................................................................................................................... 7 1.4 Struttura organizzativa ................................................................................................................. 8 1.5 Visione a lungo termine ................................................................................................................ 9 2 Inquadramento territoriale .................................................................................................................10 2.1 Inquadramento generale .............................................................................................................10 2.2 Dati termometrici ........................................................................................................................11 2.3 Popolazione e andamento demografico.......................................................................................12 2.4 Destinazione d'uso del territorio e attività economiche ...............................................................13 2.5 Storia...........................................................................................................................................14 2.6 Stakeholder .................................................................................................................................17 3 L'inventario Base delle Emissioni (IBE) .................................................................................................18 3.1 Metodi di raccolta dei dati e settori coinvolti ...............................................................................18 3.2 Anno di riferimento e i fattori di emissione..................................................................................19 3.3 Emissioni Pubblica Amministrazione ............................................................................................22 3.3.1 Emissioni Edifici Pubblica Amministrazione ..........................................................................22 3.4 Emissioni per Pubblica Illuminazione ...........................................................................................23 3.5 Emissioni del parco mezzi comunale ............................................................................................24 3.6 Sintesi emissioni pubblica amministrazione .................................................................................24 3.7 Emissioni Settore Residenziale.....................................................................................................26 3.8 Emissioni Settore Terziario ..........................................................................................................27 3.9 Emissioni Settore Trasporti ..........................................................................................................28 3.9.1 Emissioni Settore mezzi comunali ........................................................................................28 3.9.2 Emissioni Settore trasporti privato e commerciale. ..............................................................29
3.10 Produzione locale di energia elettrica da fonti rinnovabili. ...........................................................30 3.10.1 Produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici........................................................30 3.10.2 Parco eolico Minerva Srl ......................................................................................................30 3.11 Riepilogo emissioni nell'anno di riferimento (2011) .....................................................................31 4 Scenario di sviluppo e strategie del piano............................................................................................35 4.1 Target di riduzione delle emissioni di CO2 di Castel di Lucio .........................................................35 4.2 Metodologia per la valutazione delle azioni .................................................................................35 4.3 Sintesi delle azioni previste..........................................................................................................36 4.4 Le azioni per Castel di Lucio .........................................................................................................37 4.5 Considerazioni e grafici riassuntivi ...............................................................................................58 5 Il piano di monitoraggio ......................................................................................................................60 6 Considerazioni Finali ...........................................................................................................................65
1 Premessa L’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas climalteranti e degli inquinanti atmosferici deve essere perseguito oltre che a livello nazionale e internazionale anche attraverso politiche e interventi sviluppati a livello locale. Sulla base di questa osservazione, la Commissione Europea, nell’ambito della seconda edizione della Settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW 2008), ha lanciato il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), un’iniziativa mirata a coinvolgere attivamente le città europee nel percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale. E’ una iniziativa di tipo volontario che impegna le città europee a predisporre Piani d’Azione finalizzati a superare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020, riducendo di oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche locali che migliorino l’efficienza energetica, aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile e promuovano l’uso razionale dell’energia. 1.1 Il Patto dei Sindaci I Sindaci dei Comuni che aderiscono al Patto dei Sindaci sottoscrivono il proprio impegno a perseguire e a superare a livello locale gli obiettivi che l’UE si è posta nel cosiddetto Pacchetto Europeo “energia-clima: 20- 20-20, adottato nel gennaio 2009. E’ da evidenziare come lo strumento del Patto dei Sindaci sia caratterizzato da due aspetti: l’adesione volontaristica dei Comuni che assumono impegni e fissano obiettivi non imposti da normativa cogente, e l’approccio quantitativo, sia in termini temporali che in termini di obiettivi. Ciò rende a questa iniziativa un grado di concretezza. Il primo passo che un Comune deve compiere è deliberare in Consiglio Comunale l’approvazione dello schema di convenzione predisposto dal Covenant of Mayors Office (COMO); con questo atto si dà mandato al Sindaco di sottoscrivere il Patto dei Sindaci con la Direzione Energia della Commissione Europea (DG EN). Con questa firma il Sindaco si impegna, a nome di tutta la collettività, a superare gli obiettivi europei al 2020 di riduzione di almeno il 20% delle emissioni di gas serra. Questo impegno prevede un percorso articolato in una serie di passi: • la predisposizione di un inventario di base delle emissioni (IBE), che quantifica le emissioni di CO2 o CO2 equivalente emesse in seguito al consumo di energia nel territorio dell’Ente Locale nell’anno scelto come anno di riferimento; • la scelta di azioni di riduzione, ossia tutti quegli interventi operativi che vengono pianificati con l’obiettivo di ridurre le emissioni e i consumi finali di energia. In particolare la pianificazione del PAES distingue: • misure a breve termine, dettagliate per i successivi 3-5 anni che costituiscono la prima fase di attuazione della Vision. Esse dovranno essere pianificate preferibilmente sul patrimonio comunale;
• una “Vision” di lungo periodo, che prevede l’individuazione di misure a medio-lungo termine per il raggiungimento degli obiettivi delle politiche energetiche al 2020, con indirizzi specifici nei settori dell’utilizzo del suolo, trasporti e mobilità, standard per edifici nuovi/ristrutturazioni, ecc. In aggiunta all’inventario delle emissioni dell’anno di riferimento, ogni due anni dalla consegna del SEAP è necessario inviare un report di monitoraggio (MEI), per verificare il livello di raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Il Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (SEAP) è il documento chiave che mostra come i firmatari dell’iniziativa giungeranno al loro obiettivo di riduzione di CO2 (almeno del 20%) entro il 2020. Nel piano saranno definite le attività e le misure atte al raggiungimento degli obiettivi, la struttura organizzativa creata ad hoc all’interno dell’amministrazione, i tempi e le responsabilità assegnate per ogni singola azione. Fondamentale in fase di predisposizione del Piano energetico è il ruolo degli stakeholder senza la cui partecipazione, condivisione e appoggio diventa difficile raggiungere gli obiettivi di Piano stesso. Come stakeholder sono da individuare: • coloro i cui interessi sono investiti dal PAES (ad es. fornitori di energia); • chi possiede/controlla informazioni, risorse e competenze per l’implementazione delle misure (ad es. installatori, progettisti, consulenti); • coloro la cui partecipazione garantisce l’implementazione di successo (ad es. associazioni, opinion leader). Il coinvolgimento degli stakeholder è necessario nelle diverse fasi del processo del PAES: • nella fase iniziale, gli stakeholder possono esprimere il proprio parere e acquisire consapevolezza del proprio ruolo nel PAES; • nella fase di pianificazione, possono fornire importanti informazioni necessarie per la definizione delle strategie d'azione; • nella fase di attuazione del Piano, provvedono alla realizzazione delle azioni che li riguardano, si faranno promotori di comportamenti energeticamente virtuosi e spronano la partecipazione di altri stakeholder; • nella fase di monitoraggio, infine, forniscono al Comune i dati necessari a valutare il progresso delle azioni di loro interesse e parteciperanno all'aggiornamento del Piano. 1.2 Il contesto normativo A livello internazionale il Protocollo di Kyoto rappresenta senza dubbio uno dei più importanti strumenti giuridici finalizzati a combattere i cambiamenti climatici. Il protocollo, approvato in occasione della terza sessione della Conferenza della Parti a Kyoto, in Giappone, nel dicembre 1997, impegna i Paesi
industrializzati e quelli ad economia in transizione a ridurre del 5% rispetto al 1990 ed entro il 2012 le principali emissioni antropogeniche di gas serra. Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore nel febbraio 2005, quando è stato ratificato dai Paesi industrializzati responsabili del 55% delle emissioni globali. Gli Stati Uniti non hanno ratificato il Protocollo. Nelle successive Conferenze sul clima, in particolare l’ultima svoltasi a Cancun nel dicembre 2010, è stata sottolineata l’urgenza non solo di inglobare gli Stati Uniti e i Paesi emergenti in accordi vincolanti, ma anche la necessità che i Paesi già aderenti al Protocollo riducano le emissioni dal 20 al 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, per frenare l’aumento delle temperature a non più di 2°C. Nel contesto europeo, la Direttiva 2009/28/CE, meglio nota come “Pacchetto clima- energia”, rappresenta senza dubbio la legge di riferimento per quanto riguarda le politiche di riduzione delle emissioni. Gli obiettivi fissati dall’UE per il 2020 sono: • ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno il 20% rispetto ai valori del 1990; • aumentare la quota di utilizzo delle fonti di energia rinnovabile giungendo al 20% sul totale del consumo interno lordo dell’UE; • aumentare del 20% il livello di efficienza energetica, ossia ridurre i consumi del 20% rispetto alle previsioni per il 2020. L'obiettivo complessivo fissato è stato poi ripartito tra i Paesi Membri in modo equo e tale da garantire la comparabilità degli sforzi, fissando obiettivi nazionali che per l’Italia sono: • 13% di riduzione di CO2, nei settori edilizia, agricoltura, trasporti eccetto quello aereo; • 17% di incremento di produzione di energia fa fonti energetiche rinnovabili e nei trasporti almeno il 10%; • 20% di risparmio energetico. La ripartizione degli obiettivi tra i diversi Paesi è stata fatta a partire da una stima dei consumi al 2020 e dal contributo dato alla produzione dalle fonti rinnovabili nel 2005. I primi passi, volti al coinvolgimento ed al rafforzamento del ruolo degli Enti Locali, erano stati fatti già nel 2006, quando la Commissione Europea all’interno del “Piano d'azione per l'efficienza energetica: concretizzare le potenzialità” aveva illustrato le politiche e le azioni per intensificare il processo finalizzato a conseguire entro il 2020 il risparmio del 20% dei consumi di energia primaria. E’ in questo ambito che compare, tra le misure da attuare, l’istituzione di un Patto dei Sindaci come memorandum d'intesa sull'efficienza energetica per lo scambio e l'applicazione delle migliori pratiche con la messa in rete delle stesse. In Italia, l’introduzione del concetto di Piano Energetico Comunale risale al 1991 e più precisamente con la Legge 10/91, il cui articolo 5 prescrive alle Regioni ed alle Province autonome la predisposizione di piani energetici regionali relativi all'uso di fonti rinnovabili di energia. Lo stesso articolo prescrive che i piani regolatori generali dei Comuni con popolazione superiore a cinquantamila abitanti prevedano uno specifico piano a livello comunale relativo alle fonti rinnovabili di energia. Anche la Regione Sicilia nel 2009 si è dotata di Piani energetici, al fine di:
• ridurre le emissioni climalteranti; • aumentare la percentuale di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili; • ridurre i consumi energetici e aumentare l’uso efficiente e razionale dell’energia; • limitare il consumo di uso del suolo. In linea con le strategie nazionali e coerentemente con le declinazioni dichiarate dalla Regione e dalla Provincia, al fine di adottare degli strumenti programmatici, che permettano di delineare delle politiche di riduzione dei consumi e delle emissioni e di aumentare il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, il Comune di Castel di Lucio ha deciso di aderire al Patto dei Sindaci. 1.3 Adesione e obiettivi Il Comune di Castel di Lucio da sempre sensibile alle problematiche ambientali, cosciente del ruolo istituzionale cui è chiamata la Pubblica Amministrazione nella tutela dell’ambiente e consapevole delle criticità ambientali del proprio territorio per dare concretezza operativa al concetto di Sviluppo Sostenibile ha deciso di definire e attuare una Politica Ambientale e di svolgere un’attività di pianificazione e programmazione energetica efficace ed efficiente. In attuazione alla delibera di Consiglio Comunale n° 15 del 25 marzo 2010, il Sindaco del Comune di Castel di Lucio ha aderito all’iniziativa del Patto dei Sindaci. Con tale adesione il Comune si è impegnato ad elaborare un Piano d’Azione e a intraprendere tutte quelle attività necessarie al coinvolgimento dell’intera collettività (cittadini e stakeholder) nella realizzazione del progetto. Con l'adesione al Patto dei Sindaci, il Comune di Castel di Lucio ha scelto di impegnarsi in un percorso di pianificazione energetica, che porterà il territorio a ridurre costantemente la quantità di emissioni prodotte ed immesse nell’aria. Questo sarà possibile solo avendo ben chiaro il punto di partenza, quello di arrivo e i passi intermedi per raggiungere l’obiettivo di riduzione al 2020. Gli obiettivi che il Comune di Castel di Lucio si è posto, in sede di redazione del SEAP, sono: • coinvolgimento della cittadinanza e degli stakeholder in processi di definizione delle strategie e come fruitori delle specifiche azioni di intervento; • analisi energetico-ambientale del territorio e delle attività che insistono su di esso, tramite ricostruzione del bilancio energetico e predisposizione dell’inventario delle emissioni di CO2 (BEI); • valutazione ed individuazione dei potenziali di intervento, vale a dire del potenziale di riduzione dei consumi energetici finali nei diversi settori di attività e del potenziale di incremento della produzione locale di energia da fonti rinnovabili o altre fonti a basso impatto, attraverso la ricostruzione dei possibili scenari di evoluzione del sistema energetico locale; • monitoraggio delle azioni per verificare il livello di raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Nello specifico il Comune di Castel di Lucio si è impegnato a:
• promuovere lo sviluppo e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili sia nell’edilizia pubblica che in quella privata; • favorire la diffusione nella collettività di comportamenti virtuosi, attraverso campagne di comunicazione e sensibilizzazione; • promuovere la diffusione di una cultura della mobilità sostenibile, favorendo l’utilizzo di mezzi meno inquinanti o alternativi all’auto; • ridurre i consumi energetici legati all’illuminazione pubblica, attraverso una riqualificazione e un miglioramento della gestione; • favorire la realizzazione di gruppi d’acquisto di tecnologie a fonti rinnovabili; • migliorare la qualità energetico-ambientale degli edifici , attraverso l’adozione di norme nel Regolamento Urbanistico Edilizio che garantiscano una maggiore sostenibilità energetica degli edifici; • organizzare eventi specifici che permettano di informare i cittadini sull’andamento del progetto. Per raggiungere tali obiettivi il Comune di Castel di Lucio si è già impegnato a ridefinire la struttura comunale in relazione alle varie attività previste dall’iniziativa, individuando una figura responsabile e organizzando un gruppo di lavoro in grado di gestire i rapporti con la Commissione europea e, in generale, l’organizzazione e la realizzazione delle diverse attività. Attenendosi agli obiettivi ed alle azioni individuate nel PAES, il Comune avrà la possibilità di rafforzare le competenze energetiche all’interno dell’Amministrazione comunale e sensibilizzare la cittadinanza sul processo in corso. Entrambi gli elementi costituiscono le basi per poter concretamente formare amministratori, dipendenti e cittadini in grado di scegliere politiche e stili di vita realmente sostenibili. Il SEAP è destinato così a diventare lo strumento di programmazione energetico ambientale che il Comune di Castel di Lucio seguirà nei prossimi anni per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. I Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) sono lo strumento operativo per l’implementazione di politiche energetiche decentrate sul territorio ma rispondono ad una esigenza di portata ben più ampia, assunta dalla Comunità Europea e sottoscritta dagli Stati Membri. 1.4 Struttura organizzativa I ruoli della struttura organizzativa del PAES sono rappresentati nelle seguenti figure: La Direzione: è rappresentata dalla Giunta comunale, ha il compito di pianificare e sottoporre al Consiglio Comunale le politiche energetiche ambientali. La Giunta comunale individua il responsabile del settore tecnico . Il Rappresentante della Direzione è il referente della Direzione, nella persona del Sindaco, ha compiti di collegamento con il responsabile Ambiente, per indirizzarlo nelle azioni che riducono CO2.
Il Responsabile Settore Tecnico: in collaborazione con il Rappresentante della Giunta, e con il consulente esterno, individua i responsabili per il reperimento dei dati delle emissioni. Il referente IBE : è il tecnico consulente esterno, incaricato di quantificare le emissioni di CO2 relative all’anno 2011, della redazione del PAES e dell’attività formativa del personale interno. Il referente IME: sarà lo stesso responsabile del Settore Tecnico che si occuperà del monitoraggio delle azioni implementate durante l’arco temporale del PAES. 1.5 Visione a lungo termine Il principale settore su cui si è deciso di puntare per ridurre le emissioni di CO2 è la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’amministrazione pubblica si impegna a realizzare nell’immediato futuro impianti di diversa natura (microidroelettrico, cogenerazione da biogas) e a riqualificare gli edifici comunali in modo da razionalizzare e diminuire i consumi energetici. Lo sviluppo e l’attuazione del piano d’azione si concentra inoltre alla creazione di una maggiore efficienza e risparmio energetico, che interessa tutti i settori di consumo e tutta l’aria urbana, ossia tutti i cittadini.
2 Inquadramento territoriale 2.1 Inquadramento generale Castel di Lucio (C.A.P. 98070) è una cittadina della provincia di Messina sita nel territorio del Parco delle Nebrodi. Il territorio del Comune di Castel di Lucio è molto esteso, ha un’estensione pari a 28,78 kmq. A Nord confina con Pettineo, a Nord Est con Mistretta, a Sud con Nicosia, a Ovest con Geraci Siculo e a Nord Ovest con San Mauro Castelverde. Coordinate Latitudine 37°53’15,00’’ N Longitudine 14°18’46,80’’ E Per quanto riguarda la rete stradale Castel di Lucio è attraversata dalla SP 176, a circa 23 Km dall’autostrada A20 PA-ME è raggiungibile e a circa 70m km dall’autostrada A 19 CT-PA. Le residenze civili si concentrano nel centro storico ed hanno generalmente hanno un’estensione di 70 m2 circa e sono costruite su 3 elevazioni, e sono al 70% in muratura piena e al 30% in cemento armato Il territorio del Comune di Castel di Lucio si estende sopra il livello del mare da 2150 m fino a 1346 e di 54,37 Kmq ed è così distribuito il 10 % in zona Residenziale (centro storico e limitrofe), il 2% in Industriale /produttivo, il 58% in Forestale ed il 30% in Agricolo.
2.2 Dati termometrici Il comune di Castel di Lucio è nella zona climatica D ad una latitudine N di 37.8874511 gradi sessagesimali. Le temperature medie più elevate si registrano nei mesi di luglio ed agosto mentre le più basse si hanno nel bimestre gennaio-febbraio. La tabella successiva riporta i dati termometrici e di irradiazione medi annui suddivisi i in mesi. GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Temperatura media giornaliera dell’aria esterna °C 7,39 7,69 8,89 11,39 14,89 19,19 22,09 22,19 19,89 15,99 12,29 8,99 Temperatura esterna media annuale °C 10,88 Irradiazione solare diffusa MJ/m2 3,30 4,30 5,60 6,70 7,20 7,00 6,60 6,00 5,40 4,60 3,50 3,00 Irradiazione solare diretta MJ/m2 3,90 6,50 9,60 13,60 17,20 20,30 20,60 18,60 13,60 8,30 5,40 3,60 Pressione parziale del vapore d’acqua nell’aria esterna Pa 689 686 725 856 1178 1486 1640 1546 1446 1097 970 826
2.3 Popolazione e andamento demografico Secondo l’ultima rilevazione, effettuata dall’ufficio competente del Comune di Castel di Lucio nel 2011, il numero di abitanti totali è pari a 1366 unità distinti in 621 nuclei familiari, con una densità di 47,46 abitanti/kmq. Dall’inizio dei censimenti statistici (anno 1861 con 2001 abitanti) si è assistito, via via, prima ad un incremento costante della popolazione residente (culminato nel 1921 con il censimento di 3003 abitanti), e poi ad un decremento della stessa, altrettanto costante, che ha portato le unità residenti a 1751 nel 1991 e a 1366 nel 2011. Infatti già prima della Grande Guerra inizia un consistente flusso di emigrazione diretta prima verso le Americhe, poi (secondo dopoguerra) verso l’Europa centro settentrionale e il Nord Italia e verso le città della fascia costiera. Purtroppo il trend negativo sembra, almeno al momento, inarrestabile: i dati aggiornati della popolazione residente disponibili presso l’ufficio anagrafe confermano un continuo spopolamento. La suddivisione della popolazione residente per classi di età come risultato principale indica che la popolazione sta invecchiando, la fascia di popolazione in età non lavorativa ormai quasi supera quella in età lavorativa. Ancora, dal censimento del 2011 si ricavano i dati per la distribuzione territoriale degli abitanti, da cui si ricava la concentrazione pressoché totale della popolazione nel centro urbano, e un valore di densità territoriale 47,46 abitanti/kmq, decisamente molto basso.
2.4 Destinazione d'uso del territorio e attività economiche Il territorio comunale si estende soprattutto in latitudine quasi tutto in zona collinare-montana. Nella parte settentrionale, , si trovano estese formazioni boschive di latifoglie (con prevalenza di faggi, querce e castagni ) e di conifere (in gran parte frutto di rimboschimenti), nonché ampie zone destinate al pascolo. Nella parte meridionale prevalgono le coltivazioni seminative di tipo estensivo. Nel settore agricolo è rilevante la produzione di prodotti cerealicoli, uva e prodotti caseari. Come spesso anche nelle zone montane, Castel di Lucio presenta diversi pascoli adibiti all'allevamento di bovini ed ovini. Nella tabella che segue è riportata la distribuzione del territorio in funzione della destinazione d’uso. DESTINAZIONE D’USO TERRENO Kmq % AREA TOTALE Residenziale (Centro storico e zone limitrofe) 1,57 5,55 % Industriale/produttivo 0,25 0,69 % Forestale (Zona boschiva privata + demanio 18,99 66,01 % comunale + demanio forestale) Agricolo 7,97 27,75 % Superficie tot. 28,78 100 % Relativamente alle attività economiche presenti sul territorio, il comune si regge su un forte apporto dell’impiego pubblico, su modeste attività agricole (cereali) e commerciali. I dati del 2001, diversamente aggregati, danno per n° degli addetti Numero addetti Agricoltura 270 Industria 15 Commercio 88 Altri servizi 10 Istituzione 90 Totale 473
2.5 Storia Tra i molti omonimi chiamati Castelluccio ed elencati nel Dizionario Topografico della Sicilia, quello che al tempo dell'edizione di Vito Amico (1757) rientra nella diocesi di Cefalù, e che nell'edizione di Gioacchino di Marzo (1855) fa parte della comarca di Mistretta, è sicuramente quello di Castelluzzo (Castellutium) posto lungo la valle dell'Aleso, affacciato verso oriente. Nel "Dizionario" di Vito Amico è pure detto che siede nei Monti Sori dei quali parla il Fazello, mettendo in evidenza l'antico rapporto fra Castelluzzo e quei luoghi, di fatto gli immensi boschi che ricoprono i crinali dei Nebrodi fra Caronia, San Fratello, Capizzi e Cerami. Nei pressi dell'abitato si snodava il tracciato delle strade che collegavano la costa all'entroterra, ed in particolare quelle che, provenendo dalle marine fra il capo di Raisigerbi, presso la foce del Monalo, e quello di Calamione, alla foce dell'Aleso, superato il passo del Contrasto, si dirigevano verso Cerami e Troina. Il Fazello (1498-1570), che percorreva l'isola a cavallo, a seguito di un'osservazione diretta, colloca San Mauro e Castelluzzo a pari distanza dal mare, mettendo quest'ultima in relazione con il castello rurale di Migaido, ambedue ugualmente affacciati dal versante occidentale nella valle dell'Aleso. Non essendo stati effettuati, ad oggi, scavi archeologici non si ha comunque una data precisa della nascita dell'insediamento e della sua espansione nel corso dei secoli. Prescindendo dall'identificazione ipotetica con una non meglio precisata Kasteliasa del nono secolo, Castelluzzo non figura fra i siti urbani che nel 1087 vengono attribuiti alla diocesi di Troina, nella quale, verso l'entroterra rientrano Ceranum, Nicossinum, Gerax, e verso occidente Calatabutor e Sclafa, così come non figurano Gangi e Santo Mauro. Si potrebbe pertanto ipotizzare così come per Castelluzzo come per Gangi e Santo Mauro, per la quale ultima si hanno notizie, che facciano parte della nuova organizzazione territoriale promossa dai Normanni, in funzione dello Stato da essi voluto con determinazione, mentre tra le tappe più significative di quell'organizzazione, nonchè introduttive delle scelte che connettono il territorio al feudalismo, sembra che la battaglia di Cerami del 1063 consente di inquadrare, motivandoli, personaggi e fatti in grado di far luce sulla consistenza storica di queste contrade. La prima citazione dell'esistenza di Castelluzzo risale al 1271 quando è detto che faccia parte della contea di Geraci; del 1282 è invece la qualificazione di entità autonoma, prima testimonianza nota di un assetto esistenziale pari a quello di altre comunità ufficialmente riconosciute. Si può quindi ipotizzare che la collettività di Castelluzzo abbia raggiunto entro tale decennio un equilibrio giuridico amministrativo in direzione del ruolo di universitas. Il 23 gennaio 1271 Carlo d'Anjou (Re di Sicilia dal 6 gennaio 1266) comunica al secreto di Sicilia di aver concesso a Jean de Montfort "terras Giraci, Gangij et Castellucij..qua de demanio in demanium, et qua de servitio in servitium… concedendum investientes ipsum per vexillum nostrum.. in annuo redditu unciarum auri quinquagint...". In tale epoca , ciascun feudatario era obbligato a fornire un miles per ogni feudo integrato, dal reddito cioè di 20 onze l'anno.
Nel giugno 1280 si apprende, da notizie di età Angioina, della successione di Pierre de Lamanon a Jean de Montfort nelle terre di Castelluccio e Casoli della contea di Geraci. E’ del settembre del 1282, nell'immediato dopo Vespro, la notizia che identifica Castelluzzo col ruolo di universitas, insieme a Mistretta, Pettineo, Sparto, nonchè Gangi, Geraci, Ypsigro, Santo Mauro e Tusa; mentre nel 1283, conseguenza di una ipotetica diaspora, Ruggero ed Enrico de Vaccaria vengono arruolati a Randazzo con ruolo di militi a cavallo, e Guglielmo de Vaccaria, insieme ad Oddone Ventimiglia e Palmiero Abate vengono arruolato a Trapani. Sono gli anni in cui Pietro d'Aragona fa leva sull'elemento cittadino che tanta parte sostiene nella rivolta in nome dell'aspirazione autonomistica dei singoli centri; aspirazione che si era manifestata con evidenza sin dalla morte di Federico II, e che conduce all'evoluzione delle strutture municipali, ed a cui può farsi risalire il vincolo pattizio che sta alla base della chiamata al trono di Sicilia di Pietro d'Aragona. Si può pertanto confermare l'ipotesi del consolidamento di una entità civica, coerente con un indirizzo di governo inteso a favorire fenomeni di sinecismo in atto, nonchè la conseguente formazione del centro abitato di Castelluzzo. Il 27 settembre 1282 Castelluzzo, i cui delegati non si erano presentati al campo Randazzo indetto per il 22 dello stesso mese, è in grado di fornire sei arcieri, quando Geraci ne forniva dieci, Sparto cinque, Ypsicro quattro, Fisauli e Tusa due; mentre Mistretta, Capizzi, Cerami e Caronia, che rientravano nella zona dei boschi, ne fornivano rispettivamente trenta, venti, quindici e dieci. In quest'occasione il sito affacciato lungo il versante occidentale dell'Aleso, nella parte più alta della valle, è annoverato fra i casali, ma la sua connotazione onomastica avallerebbe la tradizione di talune antiche strutture di presidio; il sito Castelluzzo ed il suo castello sono posti infatti a guardia delle strade, da e verso l'approdo alesino/tusano bagnato dalla costa tirrena, e dirette agli scavalcamenti: del Contrasto , da e verso Nicosia e Cerami, del Maloppassetto da e verso Gangi, di Calagioie da e verso Santo Mauro. A riprova, dal castello, affacciato verso la valle dell'Aleso, lo sguardo spazia sullo sbocco a mare della fiumara omonima, a sua volta denominata dal colle su cui sorgeva Halaesa, sul castello di Motta d'Affermo, sito a vista col casale di Sparto, sulla Chiesa di Santa Croce, sito a vista con il Castello di Mistretta, sul nodo stradale al Passo del Contrasto, sulla Torre della Macera, sito a vista dei tracciati di Maloppassetto e di Calagioie, sulle creste boscose di San Giovanni, sito a vista di Santo Mauro, sul Castello di Tusa e, ai margini del suo territorio, sul colle dell'Halaesa; di fatto le frange orientali del vasto territorio nebrode-madonita su cui si estenderà il potere feudale dei Ventimiglia, conti, poi marchesi, di Geraci. Fra il 1308 ed il 1310 Castelluzzo, è specificatamente detto che rientra nella diocesi di Cefalù; la presenza di due presbiteri ed il pagamento di cinque tari di decima farebbero ipotizzare la presenza di un centinaio di abitanti, probabili discendenti di quanti qui si raggrupparono per sfuggire al pagamento di tributi onerosi imposti nei luoghi d'origine, ed invogliati da condizioni favorevoli proposte da iniziative di rifondazione feudale. Di fatto un fenomeno di sinecismo promosso anche da disagi provocati dalle operazioni militari
della lunga guerra del Vespro, seguite da conseguente sconvolgimento degli equilibri produttivi, o da fenomeni epidemici col depauperamento del contingente umano, ciò che induce le popolazioni residue a concentrarsi entro abitati protetti e difese da mura, anche in siti naturalmente elevati, garantiti da un castello, concreta struttura di rifugio, suggerita, se non promossa dal feudalismo. Nell'anno 1320-1321, Castelluzzo è in potere di Francesco Ventimiglia, al quale rende 3365,5 onze. Nel 1480 dal conte Enrico Ventimiglia la signoria di Castelluzzo fu venduta a Matteo Speciale, e poscia da costui, a Nicolò Siragusa. Nel brevissimo periodo di 18 anni Castelluzzo vede succedersi tre dinastie di signori. I ventimiglia, però, potenti per le varie risorse, ormai rifatti in dovizia riscattavano le terre vendute: Il conte Simone, figlio di Enrico, ricomprò Castelluzzo da Nicolò Siragusa, e nel 1499 si trova in possesso di Antonio Ventimiglia, figlio di Simone. Nel 1536 i Ventimiglia vendettero nuovamente la signoria ai Lercano o Larean, con il diritto di ricompra. Da questi passò, sempre con il diritto di ricompra, al casato degli Anzalone e successivamente ai Timpanaro, che all'inizio del XVII secolo dicevansi signori di Castelluzzo. Nel 1634 l'ottenne Erasmo Cannizzaro, a cui succedette la figlia Raffaella, ed a questa la sua primogenita Luigia Bottone Cannizzaro. Luigia passò l'eredità alla figlia Agata. Castelluzzo divenne possedimento degli Agraz. Agata, infatti, sposò Alfonso Agraz, marchese dell'Unia, che fu barone di Castelluzzo. La signoria di Castelluzzo fu trasmessa da Agata al figlio Francesco che, con imperiale privilegio di Enrico VI del 6 ottobre 1726, divenne duca di Castelluzzo. Francesco Agraz sposò Eleonora Parisi, figlia di Francesco, Marchese dell'Ogliastro. Giuseppe Agraz, figlio di Eleonora e Francesco, divenne sposo di una nobile dama, D. Elisabetta Moscati, figlia del conte Navarro di Malta. Il 27 giugno 1787, fu riconosciuto duca di Castelluzzo, Francesco Agraz Navarro, figlio di Giuseppe ed Elisabetta, che sposò Giuseppa Marassi Cottone, figlia del duca di Pietratagliata. Nel 1832 era duca Don Emanuele Francesco Agraz. Nell'aprile del 1862, Castelluzzo, in seguito al nuovo assetto politico nazionale e a causa di omonimie con altri comuni italiani, cambiò nome in Castel di Lucio e passò in successione al figlio Ignazio. La famiglia Agraz governò il paese con la piena autorità di padrone, circondata da brillante aristocrazia. Delle nobili famiglie residenti a Castel di Lucio solo quella dei Ferrara non si piegò alle aristocratiche esigenze degli Agraz. Per le speciali vicissitudini che esordivano dalla legge del feudalismo, molte famiglie nobili emigrarono da Castel di Lucio, impotenti a far fronte alla prepotenza baronale. La Famiglia Ferrara tenne ferma il suo posto, costantemente restando in urto e a volte venendo a vie di fatto col signorotto. La Famiglia Ferraro ebbe successivamente residenza in altri comuni, ma restano segni della loro presenza, su archi di porte, lo stemma di loro proprietà: tre monti sottostanti ad un compasso contornato da tre stelle.
Con la caduta del feudalismo i baroni siciliani, perduta ogni autorità, abbandonarono quasi tutti le loro munite fortezze per ritirarsi a Palermo. Anche il duca d'Agraz seguì questo esempio lasciando un governatore ad amministrare i suoi beni. 2.6 Stakeholder Il ruolo degli stakeholder è fondamentale in quanto una parte significativa del PAES coinvolge attori diversi dal Comune senza la cui partecipazione, condivisione e appoggio diventa difficile raggiungere gli obiettivi di Piano. Il coinvolgimento degli stakeholder si potrà rivelare efficace nelle diverse fasi del processo del PAES: • nella fase iniziale, gli stakeholder potranno esprimere il proprio parere e descrivere il proprio ruolo nel PAES; • nella fase di pianificazione, potranno fornire importanti informazioni necessarie al Comune per la definizione delle strategie d'azione; nella fase di attuazione del Piano, provvederanno alla realizzazione delle azioni che li riguardano, si faranno promotori di comportamenti energeticamente virtuosi e stimoleranno la partecipazione di altri stakeholder; • nella fase di monitoraggio, infine, forniranno al Comune i dati necessari a valutare il progresso delle azioni di loro interesse e parteciperanno all'aggiornamento del Piano. Una prima presentazione alla cittadinanza degli obiettivi del PAES, della strategia adottata e del metodo di lavoro è stata effettuata in data 22/01/2015 presso gli uffici competenti del comune di Castel di Lucio. Con i dipendenti comunali sono stati analizzate le varie tematiche relative all’inventario delle emissioni e alle strategie da attuare, sia per quanto riguarda il settore pubblico che quello privato. E’ stata dedicata una casella e-mail utc@casteldilucio.eu con la finalità di raccogliere tutte le ipotesi di azioni dagli stakeholder. L'analisi e la strategia di intervento è stata dunque traslata su un più ampio ambito territoriale in perfetta sintonia con le esigenze di tutta la popolazione di Castel di Lucio. La strategia adottata sarà dunque costruita su misura della nostra comunità ma risponderà ad una più ampia visione di lungo termine basata su un'analisi territoriale.
3 L'inventario Base delle Emissioni (IBE) Come descritto nelle Linee Guida ufficiali redatte dal JRC – Joint Research Centre della Commissione Europea l’Inventario di Base delle Emissioni (IBE) quantifica l'anidride carbonica emessa nel territorio dal Comune di Castel di Lucio durante l’anno di riferimento. Il documento permette di identificare le principali fonti antropiche di emissioni di CO2 e quindi di assegnare l’opportuna priorità alle relative misure di riduzione. L’elaborazione dell’IBE è di importanza cruciale poiché l’inventario è lo strumento che consente all'amministrazione di misurare l’impatto dei propri interventi relativi al cambiamento climatico. La quantificazione delle emissioni di anidride carbonica a livello territoriale parte dalla raccolta dati e dalla stima dei consumi energetici dei macro-settori residenziale, pubblica amministrazione, terziario e trasporti. I consumi energetici analizzati sono relativi agli utilizzi di combustibili e di energia elettrica. L'IBE dunque è la fotografia delle emissioni di CO2 prodotte dai consumi energetici delle varie categorie (edifici residenziali e comunali, impianti, attività commerciali, trasporti pubblici e privati ecc.) nel territorio comunale. L’obiettivo complessivo di riduzione di CO2 dei Firmatari del Patto dei Sindaci è di almeno il 20% entro il 2020, da raggiungere attraverso l’attuazione del PAES nei settori di attività influenzabili dall’amministrazione. L’obiettivo di riduzione è definito rispetto all’anno di riferimento stabilito. 3.1 Metodi di raccolta dei dati e settori coinvolti I metodi di raccolta dei dati, esposti nei paragrafi seguenti suddivisi per attività, sono principalmente tre: raccolta diretta di dati disponibili e validati (soprattutto per la pubblica amministrazione); richieste specifiche ad Enti gestori (consumi energia elettrica, consumi di combustibili); ricerche su database nazionali, e di settore (settore residenziale, trasporti pubblici). Nella determinazione dell'IBE sono stati considerati i contributi in termini di CO2 dei seguenti settori: • Settore Pubblica amministrazione (emissioni edifici/impianti comunali, emissioni illuminazione pubblica, emissioni parco mezzi comunale); • Settore residenziale; • Settore terziario; • Settore trasporti (emissioni trasporti pubblici, emissioni trasporti privati/commerciali). I consumi di elettricità e combustibili vari di tutte le utenze della pubblica amministrazione sono stati calcolati in base ai dati forniti dal servizio di ragioneria e dall’ufficio tecnico comunale attraverso lo studio delle bollette archiviate per l’anno 2011. I consumi di combustibili relativi alle utenze private sono stati calcolati in base ad una stima degli acquisti di tali vettori energetici tenendo conto delle abitudini della popolazione ed ai rivenditore della zona.
I consumi di energia elettrica divisi per settori di attività relativamente a tutto il territorio comunale, sono stati stimati facendo un calcolo del numero di abitanti, delle attività presenti nel territorio, della tipologia di attività, e dei dati di consumi di comuni appartenenti alla stesso ambito territoriale. I dati relativi al consumo di carburante per il trasporto privato sono stati stimati in base al numero di abitanti effettivi ed alla dotazione di autovettura media pro capite. 3.2 Anno di riferimento e i fattori di emissione L'Anno di riferimento è l'anno rispetto al quale saranno confrontati i risultati sulla riduzione delle emissioni nel 2020. Secondo le indicazioni delle linee guida JRC quale anno di riferimento deve essere scelto l'anno in cui sono reperibili dati quanto più completi ed affidabili non antecedente il 1990. Come anno di riferimento per il Comune di Castel di Lucio è stato scelto il 2011 così come indicato nella Circolare Dirigenziale n. 1/2013 “ Modalità attuative del Programma di ripartizione di Risorse ai Comuni della Sicilia, DDG 04/10/2013 _ Promuovere la sostenibilità energetico –ambientale nei Comuni siciliani attraverso il Patto dei Sindaci” Assessorato dell’Energia e dei Servizi di pubblica Utilità – Dipartimento Regionale dell’Energia – Servizio 1 – Programmazione e Pianificazione Energetica. Nei paragrafi seguenti saranno quindi illustrati i consumi energetici e le corrispondenti emissioni di CO2 per il 2011. Per quanto attiene la scelta dei fattori di emissione è possibile seguire due approcci differenti: • Utilizzare fattori di emissione "standard" in linea con i principi IPCC, che comprendono tutte le emissioni di CO2 derivanti dall'energia consumata nel territorio comunale, sia direttamente, tramite la combustione di carburanti all'interno del comune, che indirettamente, attraverso la combustione di carburanti associata all'uso dell'elettricità e del riscaldamento/raffreddamento nel territorio. Questo approccio si basa sul contenuto di carbonio di ciascun combustibile, come avviene per gli inventari nazionali dei gas a effetto serra redatti nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e del protocollo di Kyoto. In questo approccio le emissioni di CO2 derivanti dall'uso di energia rinnovabile e di elettricità verde certificata sono considerate pari a zero. Utilizzare fattori LCA (valutazione del ciclo di vita), che prendono in considerazione l'intero ciclo di vita del vettore energetico. Tale approccio tiene conto non solo delle emissioni della combustione finale, ma anche di tutte le emissioni della catena di approvvigionamento (come le perdite di energia nel trasporto, le emissioni imputabili ai processi di raffinazione e le perdite di conversione di energia) che si verificano al di fuori del territorio comunale. Nell'ambito di questo approccio le emissioni di CO2 derivanti dall'uso di energia rinnovabile e di elettricità verde certificata sono superiori allo zero. In questo caso possono svolgere un ruolo importante altri gas a effetto serra diversi dalla CO2.
Il Comune di Castel di Lucio per il calcolo della conversione dei consumi energetici relativi ai consumi di combustibili in tonnellate di anidride carbonica, in accordo alla caratteristica del territorio, che permette l’approvvigionamento della biomassa in maniera sostenibile, ha adottato i fattori IPCC ( 2006 ). Fattore di emissione standard [t Combustibile CO2/MWh] Benzina per motori 0,249 Gasolio, diesel 0,267 GPL 0,227 Biomassa legnosa 0,364 Energia solare termica 0 Energia elettrica non prodotta localmente (Italia) 0,483 Energia elettrica (locale) 0,483 Tabella Fattori di emissione standard di CO2 (da IPCC, 2006) per i più comuni tipi di combustibile Per calcolare le emissioni di CO2 attribuibili al consumo di elettricità si è scelto di calcolare il fattore di emissione locale secondo la formula suggerita dalle Linee Guida ufficiali redatte dal JRC – Joint Research Centre della Commissione Europea: FEE = ((CTE – PLE – AEV) x FENEE + C02PLE + CO2AEV)/CET dove FEE = fattore di emissione locale per l’elettricità [t/MWhe] CTE = Consumo totale di elettricità nel territorio dell’autorità locale [MWhe] PLE = Produzione locale di elettricità [MWhe] AEV = Acquisti di elettricità verde da parte dell’autorità locale [MWhe] FENEE = Fattore di emissione nazionale o europeo per l’elettricità [t/MWhe] CO2PLE = emissioni di CO2 dovute alla produzione locale di elettricità [t] CO2AEV = emissioni di CO2 dovute alla produzione di elettricità verde certificata acquistata dall’autorità locale [t] Partendo quindi dal fattore di emissione nazionale pari a 0,483 t CO2/MWhe (fonte: JRC) il fattore di emissione locale per l’elettricità calcolato attraverso la formula precedente risulta pari a 0,480 t CO2/MWhe. In base ai dati acquisiti, il consumo di energia complessivo nel territorio comunale per il 2011, in termini di distribuzione percentuale ripartito per vettore energetico è riportato nella seguente tabella: CONSUMI DI ENERGIA (MWh) -2011 Elettricità GPL Diesel Benzina Lignite 2665 584 3561 1990 937 Il consumo totale energetico del 2011 pertanto ammonta a 9.737 MWh
Distribuzione percentuale dei consumi in MWh ripartiti per vettore energetico elettricità GPL diesel benzina lignite 10% 27% 20% 6% 37% Le tonnellate di CO2 emesse nel territorio comunale, in conseguenza ai consumi di energia sono: EMISSIONI DI CO2 (t/ANNO) Elettricità GPL Diesel Benzina Lignite 1287 132 950 495 341 Le emissioni totali di CO2 per l’anno 2011 sono di 3.207 t/anno. L’ impegno per il Comune di Castel di Lucio è quello di riuscire a ridurre le emissioni di almeno il 20% e quindi almeno a 641 tCO2/anno nel 2020. Il carico delle emissioni nel 2020 si è posto cautelativamente uguale a quello del 2011, poiché al fabbisogno energetico pro-capite che tende ad aumentare, corrisponde una diminuzione della popolazione residente così come si evince dai dati ISTAT; tale assunzione è inoltre possibile in quanto l’orizzonte temporale è minore di un decennio, quindi sufficientemente breve
3.3 Emissioni Pubblica Amministrazione 3.3.1 Emissioni Edifici Pubblica Amministrazione I dati relativi ai consumi energetici di edifici di attrezzature comunali sono stati forniti dagli uffici competenti del Comune di Castel di Lucio e si riferiscono ai seguenti immobili: • Edificio scolastico via Vittorio Emanuele scuola elementare; • Edificio scolastico via Pacini scuola materna; • Edificio scolastico via Cuba scuola media; • S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Cuba; • S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Torricelli; • S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Scifo/Prato; • S. Acqua V.S. D’Acquisto Via Durante; • S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Marcataro; • Ufficio collocamento via Cuba; • Biblioteca via V. Emanuele; • Dep. Mat. Via V. Veneto Croce Rossa; • Uffici comunali via S. D’Acquisto; • Locali via Teatro; • Centro culturale polivalente; • Locali via S. D’Acquisto; • Campo sportivo c.da Pianazzo; • Impianto di depurazione ; • Caseificio Sciara; • Cimitero via N. Campo. I consumi energetici comunali complessivi da combustibile gpl sono pari a 584 MWh a cui corrispondono 132 tCO2/anno di emissioni. L’energia elettrica esclusa la pubblica illuminazione, consumata dalla pubblica amministrazione nel 2011 è pari a 266 MWh che produce emissioni di CO2 pari a 128 t/anno. In merito agli edifici pubblici così come per il settore civile che per quello industriale, si ritiene opportuna la seguente considerazione: la pianificazione di programmi e obiettivi per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente deve mirare: - sul piano del consumo dell’energia, alla riduzione dei fabbisogni connessi all’utilizzo e alla trasformazione dei combustibili fossili, attraverso la realizzazione di interventi di miglioramento dell’efficienza energetica;
- sul piano della produzione dell’energia, al crescente ricorso agli impianti alimentati dalle fonti rinnovabili per integrare e/o sostituire la generazione energetica da fonte convenzionale. Nell’ambito dei processi per la riduzione dei consumi e dei costi energetici, tutti gli interventi di efficienza si possono ricondurre a tre linee di azione indipendenti, dalla cui opportuna combinazione deriva il conseguimento del massimo risparmio energetico ed economico: - la contrattazione dei prezzi delle forniture energetiche; - il miglioramento delle prestazioni e della qualità degli impianti e degli edifici; - l’ottimizzazione dei sistemi di gestione. La prima importante opportunità, per il raggiungimento di sensibili benefici economici, è offerta dal processo di liberalizzazione del mercato dell’energia (D.lgs. 79/99), che consente la possibilità di contrattazione del prezzo di fornitura dell’energia elettrica e del gas nel mercato libero. Il Comune di Castel di Lucio ha verificato che il prezzo del fornitore attuale è il migliore rispetto ai concorrenti di mercato. Le restanti due linee di azione indipendenti per la riduzione dei consumi e dei costi energetici sono legate all’incremento dell’efficienza attraverso il miglioramento degli involucri edilizi e degli impianti e della loro gestione. Si può facilmente intuire che l’utilizzo di apparecchiature e sistemi ad alta efficienza riduce i consumi di energia a parità di condizioni gestionali. Nel contempo, a parità di efficienza degli impianti, una notevole riduzione dei consumi è conseguibile mediante il miglioramento della loro gestione, che spesso è attuabile con interventi a basso costo di investimento, come, per esempio, la modifica dei comportamenti delle persone (educazione all’uso economico delle risorse energetiche) e l’installazione di sistemi di base per il controllo e la regolazione automatica. Naturalmente, l’impiego di apparecchiature e sistemi ad elevata efficienza e il contestuale miglioramento delle modalità di gestione portano al massimo risparmio energetico ed economico. Al fine di individuare le criticità e proporre delle soluzioni migliorative per realizzare veri e propri interventi di riqualificazione energetica, il Comune di Castel di Lucio si sta impegnando per la redazione degli Attestati di Prestazione Energetica degli immobili comunali con superficie utile superiore a 250 mq in modo da diminuire il fabbisogno energetico e ottenere una conseguente riduzione delle emissioni di CO2. 3.4 Emissioni per Pubblica Illuminazione L’impianto di Pubblica illuminazione comunale ha 580 punti luce (prevalentemente lampade S.A.P) nel centro abitato. Il consumo di elettricità è di 266 MWh che corrispondono a 128 tCO2/anno.
3.5 Emissioni del parco mezzi comunale Il Comune di Castel di Lucio possiede i mezzi sottoelencati, alimentati a gasolio e benzina. Il parco auto consta degli automezzi di seguito elencati: AUTOMEZZO Fiat Panda 4x4 Fiat Grande Punto Macchina semimovente Scuolabus Motoape Autocarro Iveco Minibus Mercedes Fiat nuova Panda Automezzo Nissan I consumi sono rilevati direttamente dagli uffici competenti attraverso la lettura delle fatture dei rifornimenti effettuati per i mezzi presso i distributori locali di carburante. Le emissioni di CO2 del parco mezzi comunale nel 2011 sono così ripartite per carburante utilizzato: • 17,3 tCO2/anno per i veicoli alimentati a Diesel; • 1,7 tCO2/anno per ii veicoli alimentati a Benzina. 3.6 Sintesi emissioni pubblica amministrazione I maggiori consumi energetici ed emissioni sono imputabili agli edifici ed impianti comunali, seguiti dall'illuminazione pubblica e marginalmente dal parco mezzi comunale. MWh/anno t CO2/anno Edifici/ Impianti Comunali 304 97 Illuminazione Pubblica 266 128 Mezzi Comunali 72 19 Totale 642 244
Consumi comunali 2011 elettricità illuminazione pubblica gasolio mezzi comunali 11% 12% 36% 41% Sintesi emissioni della pubblica amministrazione (2011) Emissioni comunali comunali 2011 (tCO2) elettricità illuminazione pubblica gasolio mezzi comunali 8% 15% 25% 52%
3.7 Emissioni Settore Residenziale Le emissioni del settore residenziale del Comune di Castel di Lucio, sono state stimate in base alla popolazione, con indagini di settore per la stima della tipologia di riscaldamento utilizzato. Si è ricavato il fabbisogno di energia per combustibile utilizzato e le emissioni di CO2 riassunte nella seguente tabella: (MWh) (t CO2) Elettricità 1305 630 GPL 531 120 Gasolio 585 156 Lignite 852 310 Totale 3273 1216 Consumi residenziali 2011 (MWh) elettricità GPL gasolio lignite 26% 40% 18% 16% Emissioni residenziali 2011 (tCO2) elettricità GPL gasolio lignite 25% 52% 13% 10%
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