COMUNE DI CASTEL DI LUCIO - P.A.E.S - PIANO D'AZIONE PER L'ENERGIA SOSTENIBILE Gennaio 2015 - My Covenant

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COMUNE DI CASTEL DI LUCIO
                                    Provincia di Messina

P.A.E.S. – PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE

Sindaco     Arch. Giuseppe Franco

R.U.P.      Geom. Angelo Oieni

Redattore   Ing. Antonio Giulio Mineo

                                                           Gennaio 2015
Sommario
1     Premessa ............................................................................................................................................. 4

    1.1      Il Patto dei Sindaci ........................................................................................................................ 4

    1.2      Il contesto normativo ................................................................................................................... 5

    1.3      Adesione e obiettivi ...................................................................................................................... 7

    1.4      Struttura organizzativa ................................................................................................................. 8

    1.5      Visione a lungo termine ................................................................................................................ 9

2     Inquadramento territoriale .................................................................................................................10

    2.1      Inquadramento generale .............................................................................................................10

    2.2      Dati termometrici ........................................................................................................................11

    2.3      Popolazione e andamento demografico.......................................................................................12

    2.4      Destinazione d'uso del territorio e attività economiche ...............................................................13

    2.5      Storia...........................................................................................................................................14

    2.6      Stakeholder .................................................................................................................................17

3     L'inventario Base delle Emissioni (IBE) .................................................................................................18

    3.1      Metodi di raccolta dei dati e settori coinvolti ...............................................................................18

    3.2      Anno di riferimento e i fattori di emissione..................................................................................19

    3.3      Emissioni Pubblica Amministrazione ............................................................................................22

      3.3.1         Emissioni Edifici Pubblica Amministrazione ..........................................................................22

    3.4      Emissioni per Pubblica Illuminazione ...........................................................................................23

    3.5      Emissioni del parco mezzi comunale ............................................................................................24

    3.6      Sintesi emissioni pubblica amministrazione .................................................................................24

    3.7      Emissioni Settore Residenziale.....................................................................................................26

    3.8      Emissioni Settore Terziario ..........................................................................................................27

    3.9      Emissioni Settore Trasporti ..........................................................................................................28

      3.9.1         Emissioni Settore mezzi comunali ........................................................................................28

      3.9.2         Emissioni Settore trasporti privato e commerciale. ..............................................................29
3.10    Produzione locale di energia elettrica da fonti rinnovabili. ...........................................................30

      3.10.1        Produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici........................................................30

      3.10.2        Parco eolico Minerva Srl ......................................................................................................30

    3.11    Riepilogo emissioni nell'anno di riferimento (2011) .....................................................................31

4     Scenario di sviluppo e strategie del piano............................................................................................35

    4.1     Target di riduzione delle emissioni di CO2 di Castel di Lucio .........................................................35

    4.2     Metodologia per la valutazione delle azioni .................................................................................35

    4.3     Sintesi delle azioni previste..........................................................................................................36

    4.4     Le azioni per Castel di Lucio .........................................................................................................37

    4.5     Considerazioni e grafici riassuntivi ...............................................................................................58

5     Il piano di monitoraggio ......................................................................................................................60

6     Considerazioni Finali ...........................................................................................................................65
1 Premessa

L’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas climalteranti e degli inquinanti atmosferici deve essere
perseguito oltre che a livello nazionale e internazionale anche attraverso politiche e interventi sviluppati a
livello locale. Sulla base di questa osservazione, la Commissione Europea, nell’ambito della seconda
edizione della Settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW 2008), ha lanciato il Patto dei Sindaci
(Covenant of Mayors), un’iniziativa mirata a coinvolgere attivamente le città europee nel percorso verso la
sostenibilità energetica ed ambientale. E’ una iniziativa di tipo volontario che impegna le città europee a
predisporre Piani d’Azione finalizzati a superare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020, riducendo
di oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche locali che migliorino l’efficienza
energetica, aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile e promuovano l’uso razionale dell’energia.

1.1       Il Patto dei Sindaci
I Sindaci dei Comuni che aderiscono al Patto dei Sindaci sottoscrivono il proprio impegno a perseguire e a
superare a livello locale gli obiettivi che l’UE si è posta nel cosiddetto Pacchetto Europeo “energia-clima: 20-
20-20, adottato nel gennaio 2009. E’ da evidenziare come lo strumento del Patto dei Sindaci sia
caratterizzato da due aspetti: l’adesione volontaristica dei Comuni che assumono impegni e fissano obiettivi
non imposti da normativa cogente, e l’approccio quantitativo, sia in termini temporali che in termini di
obiettivi. Ciò rende a questa iniziativa un grado di concretezza. Il primo passo che un Comune deve
compiere è deliberare in Consiglio Comunale l’approvazione dello schema di convenzione predisposto dal
Covenant of Mayors Office (COMO); con questo atto si dà mandato al Sindaco di sottoscrivere il Patto dei
Sindaci con la Direzione Energia della Commissione Europea (DG EN). Con questa firma il Sindaco si
impegna, a nome di tutta la collettività, a superare gli obiettivi europei al 2020 di riduzione di almeno il 20%
delle emissioni di gas serra. Questo impegno prevede un percorso articolato in una serie di passi:
      •    la predisposizione di un inventario di base delle emissioni (IBE), che quantifica le emissioni di CO2 o
           CO2 equivalente emesse in seguito al consumo di energia nel territorio dell’Ente Locale nell’anno
           scelto come anno di riferimento;
      •    la scelta di azioni di riduzione, ossia tutti quegli interventi operativi che vengono pianificati con
           l’obiettivo di ridurre le emissioni e i consumi finali di energia.
In particolare la pianificazione del PAES distingue:
      •    misure a breve termine, dettagliate per i successivi 3-5 anni che costituiscono la prima fase di
           attuazione della Vision. Esse dovranno essere pianificate preferibilmente sul patrimonio comunale;
•      una “Vision” di lungo periodo, che prevede l’individuazione di misure a medio-lungo termine per il
             raggiungimento degli obiettivi delle politiche energetiche al 2020, con indirizzi specifici nei settori
             dell’utilizzo del suolo, trasporti e mobilità, standard per edifici nuovi/ristrutturazioni, ecc.
In aggiunta all’inventario delle emissioni dell’anno di riferimento, ogni due anni dalla consegna del SEAP è
necessario inviare un report di monitoraggio (MEI), per verificare il livello di raggiungimento degli obiettivi
stabiliti.
Il Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (SEAP) è il documento chiave che mostra come i firmatari
dell’iniziativa giungeranno al loro obiettivo di riduzione di CO2 (almeno del 20%) entro il 2020. Nel piano
saranno definite le attività e le misure atte al raggiungimento degli obiettivi, la struttura organizzativa
creata ad hoc all’interno dell’amministrazione, i tempi e le responsabilità assegnate per ogni singola azione.
Fondamentale in fase di predisposizione del Piano energetico è il ruolo degli stakeholder senza la cui
partecipazione, condivisione e appoggio diventa difficile raggiungere gli obiettivi di Piano stesso. Come
stakeholder sono da individuare:
      •      coloro i cui interessi sono investiti dal PAES (ad es. fornitori di energia);
      •      chi possiede/controlla informazioni, risorse e competenze per l’implementazione delle misure (ad
             es. installatori, progettisti, consulenti);
      •      coloro la cui partecipazione garantisce l’implementazione di successo (ad es. associazioni, opinion
             leader).
Il coinvolgimento degli stakeholder è necessario nelle diverse fasi del processo del PAES:
      •      nella fase iniziale, gli stakeholder possono esprimere il proprio parere e acquisire consapevolezza
             del proprio ruolo nel PAES;
      •      nella fase di pianificazione, possono fornire importanti informazioni necessarie per la definizione
             delle strategie d'azione;
      •      nella fase di attuazione del Piano, provvedono alla realizzazione delle azioni che li riguardano, si
             faranno promotori di comportamenti energeticamente virtuosi e spronano la partecipazione di altri
             stakeholder;
      •      nella fase di monitoraggio, infine, forniscono al Comune i dati necessari a valutare il progresso delle
             azioni di loro interesse e parteciperanno all'aggiornamento del Piano.

1.2       Il contesto normativo
A livello internazionale il Protocollo di Kyoto rappresenta senza dubbio uno dei più importanti strumenti
giuridici finalizzati a combattere i cambiamenti climatici. Il protocollo, approvato in occasione della terza
sessione della Conferenza della Parti a Kyoto, in Giappone, nel dicembre 1997, impegna i Paesi
industrializzati e quelli ad economia in transizione a ridurre del 5% rispetto al 1990 ed entro il 2012 le
principali emissioni antropogeniche di gas serra. Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore nel febbraio 2005,
quando è stato ratificato dai Paesi industrializzati responsabili del 55% delle emissioni globali. Gli Stati Uniti
non hanno ratificato il Protocollo. Nelle successive Conferenze sul clima, in particolare l’ultima svoltasi a
Cancun nel dicembre 2010, è stata sottolineata l’urgenza non solo di inglobare gli Stati Uniti e i Paesi
emergenti in accordi vincolanti, ma anche la necessità che i Paesi già aderenti al Protocollo riducano le
emissioni dal 20 al 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, per frenare l’aumento delle temperature a
non più di 2°C. Nel contesto europeo, la Direttiva 2009/28/CE, meglio nota come “Pacchetto clima-
energia”, rappresenta senza dubbio la legge di riferimento per quanto riguarda le politiche di riduzione
delle emissioni. Gli obiettivi fissati dall’UE per il 2020 sono:
    •   ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno il 20% rispetto ai valori del 1990;
    •   aumentare la quota di utilizzo delle fonti di energia rinnovabile giungendo al 20% sul totale del
        consumo interno lordo dell’UE;
    •   aumentare del 20% il livello di efficienza energetica, ossia ridurre i consumi del 20% rispetto alle
        previsioni per il 2020. L'obiettivo complessivo fissato è stato poi ripartito tra i Paesi Membri in
        modo equo e tale da garantire la comparabilità degli sforzi, fissando obiettivi nazionali che per
        l’Italia sono:
    •   13% di riduzione di CO2, nei settori edilizia, agricoltura, trasporti eccetto quello aereo;
    •   17% di incremento di produzione di energia fa fonti energetiche rinnovabili e nei trasporti almeno il
        10%;
    •   20% di risparmio energetico. La ripartizione degli obiettivi tra i diversi Paesi è stata fatta a partire
        da una stima dei consumi al 2020 e dal contributo dato alla produzione dalle fonti rinnovabili nel
        2005. I primi passi, volti al coinvolgimento ed al rafforzamento del ruolo degli Enti Locali, erano
        stati fatti già nel 2006, quando la Commissione Europea all’interno del “Piano d'azione per
        l'efficienza energetica: concretizzare le potenzialità” aveva illustrato le politiche e le azioni per
        intensificare il processo finalizzato a conseguire entro il 2020 il risparmio del 20% dei consumi di
        energia primaria.
E’ in questo ambito che compare, tra le misure da attuare, l’istituzione di un Patto dei Sindaci come
memorandum d'intesa sull'efficienza energetica per lo scambio e l'applicazione delle migliori pratiche con
la messa in rete delle stesse. In Italia, l’introduzione del concetto di Piano Energetico Comunale risale al
1991 e più precisamente con la Legge 10/91, il cui articolo 5 prescrive alle Regioni ed alle Province
autonome la predisposizione di piani energetici regionali relativi all'uso di fonti rinnovabili di energia. Lo
stesso articolo prescrive che i piani regolatori generali dei Comuni con popolazione superiore a
cinquantamila abitanti prevedano uno specifico piano a livello comunale relativo alle fonti rinnovabili di
energia. Anche la Regione Sicilia nel 2009 si è dotata di Piani energetici, al fine di:
•   ridurre le emissioni climalteranti;
      •   aumentare la percentuale di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili;
      •   ridurre i consumi energetici e aumentare l’uso efficiente e razionale dell’energia;
      •   limitare il consumo di uso del suolo.
In linea con le strategie nazionali e coerentemente con le declinazioni dichiarate dalla Regione e dalla
Provincia, al fine di adottare degli strumenti programmatici, che permettano di delineare delle politiche di
riduzione dei consumi e delle emissioni e di aumentare il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, il
Comune di Castel di Lucio ha deciso di aderire al Patto dei Sindaci.

1.3       Adesione e obiettivi
Il Comune di Castel di Lucio da sempre sensibile alle problematiche ambientali, cosciente del ruolo
istituzionale cui è chiamata la Pubblica Amministrazione nella tutela dell’ambiente e consapevole delle
criticità ambientali del proprio territorio per dare concretezza operativa al concetto di Sviluppo Sostenibile
ha deciso di definire e attuare una Politica Ambientale e di svolgere un’attività di pianificazione e
programmazione energetica efficace ed efficiente. In attuazione alla delibera di Consiglio Comunale n° 15
del 25 marzo 2010, il Sindaco del Comune di Castel di Lucio ha aderito all’iniziativa del Patto dei Sindaci.
Con tale adesione il Comune si è impegnato ad elaborare un Piano d’Azione e a intraprendere tutte quelle
attività necessarie al coinvolgimento dell’intera collettività (cittadini e stakeholder) nella realizzazione del
progetto. Con l'adesione al Patto dei Sindaci, il Comune di Castel di Lucio ha scelto di impegnarsi in un
percorso di pianificazione energetica, che porterà il territorio a ridurre costantemente la quantità di
emissioni prodotte ed immesse nell’aria. Questo sarà possibile solo avendo ben chiaro il punto di partenza,
quello di arrivo e i passi intermedi per raggiungere l’obiettivo di riduzione al 2020.
Gli obiettivi che il Comune di Castel di Lucio si è posto, in sede di redazione del SEAP, sono:
      •   coinvolgimento della cittadinanza e degli stakeholder in processi di definizione delle strategie e
          come fruitori delle specifiche azioni di intervento;
      •   analisi energetico-ambientale del territorio e delle attività che insistono su di esso, tramite
          ricostruzione del bilancio energetico e predisposizione dell’inventario delle emissioni di CO2 (BEI);
      •   valutazione ed individuazione dei potenziali di intervento, vale a dire del potenziale di riduzione dei
          consumi energetici finali nei diversi settori di attività e del potenziale di incremento della
          produzione locale di energia da fonti rinnovabili o altre fonti a basso impatto, attraverso la
          ricostruzione dei possibili scenari di evoluzione del sistema energetico locale;
      •   monitoraggio delle azioni per verificare il livello di raggiungimento degli obiettivi stabiliti.
Nello specifico il Comune di Castel di Lucio si è impegnato a:
•   promuovere lo sviluppo e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili sia nell’edilizia pubblica
          che in quella privata;
      •   favorire la diffusione nella collettività di comportamenti virtuosi, attraverso campagne di
          comunicazione e sensibilizzazione;
      •   promuovere la diffusione di una cultura della mobilità sostenibile, favorendo l’utilizzo di mezzi
          meno inquinanti o alternativi all’auto;
      •   ridurre i consumi energetici legati all’illuminazione pubblica, attraverso una riqualificazione e un
          miglioramento della gestione;
      •   favorire la realizzazione di gruppi d’acquisto di tecnologie a fonti rinnovabili;
      •   migliorare la qualità energetico-ambientale degli edifici , attraverso l’adozione di norme nel
          Regolamento Urbanistico Edilizio che garantiscano una maggiore sostenibilità energetica degli
          edifici;
      •   organizzare eventi specifici che permettano di informare i cittadini sull’andamento del progetto.
Per raggiungere tali obiettivi il Comune di Castel di Lucio si è già impegnato a ridefinire la struttura
comunale in relazione alle varie attività previste dall’iniziativa, individuando una figura responsabile e
organizzando un gruppo di lavoro in grado di gestire i rapporti con la Commissione europea e, in generale,
l’organizzazione e la realizzazione delle diverse attività. Attenendosi agli obiettivi ed alle azioni individuate
nel PAES, il Comune avrà la possibilità di rafforzare le competenze energetiche all’interno
dell’Amministrazione comunale e sensibilizzare la cittadinanza sul processo in corso.
Entrambi gli elementi costituiscono le basi per poter concretamente formare amministratori, dipendenti e
cittadini in grado di scegliere politiche e stili di vita realmente sostenibili.
Il SEAP è destinato così a diventare lo strumento di programmazione energetico ambientale che il Comune
di Castel di Lucio seguirà nei prossimi anni per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. I Piani di Azione per
l’Energia Sostenibile (PAES) sono lo strumento operativo per l’implementazione di politiche energetiche
decentrate sul territorio ma rispondono ad una esigenza di portata ben più ampia, assunta dalla Comunità
Europea e sottoscritta dagli Stati Membri.

1.4       Struttura organizzativa
I ruoli della struttura organizzativa del PAES sono rappresentati nelle seguenti figure:
La Direzione: è rappresentata dalla Giunta comunale, ha il compito di pianificare e sottoporre al Consiglio
Comunale le politiche energetiche ambientali. La Giunta comunale individua il responsabile del settore
tecnico .
Il Rappresentante della Direzione è il referente della Direzione, nella persona del Sindaco, ha compiti di
collegamento con il responsabile Ambiente, per indirizzarlo nelle azioni che riducono CO2.
Il Responsabile Settore Tecnico: in collaborazione con il Rappresentante della Giunta, e con il consulente
esterno, individua i responsabili per il reperimento dei dati delle emissioni.
Il referente IBE : è il tecnico consulente esterno, incaricato di quantificare le emissioni di CO2 relative
all’anno 2011, della redazione del PAES e dell’attività formativa del personale interno.
Il referente IME: sarà lo stesso responsabile del Settore Tecnico che si occuperà del monitoraggio delle
azioni implementate durante l’arco temporale del PAES.

1.5    Visione a lungo termine
Il principale settore su cui si è deciso di puntare per ridurre le emissioni di CO2 è la produzione di energia
da fonti rinnovabili. L’amministrazione pubblica si impegna a realizzare nell’immediato futuro impianti di
diversa natura (microidroelettrico, cogenerazione da biogas) e a riqualificare gli edifici comunali in modo da
razionalizzare e diminuire i consumi energetici.
Lo sviluppo e l’attuazione del piano d’azione si concentra inoltre alla creazione di una maggiore efficienza e
risparmio energetico, che interessa tutti i settori di consumo e tutta l’aria urbana, ossia tutti i cittadini.
2 Inquadramento territoriale

2.1   Inquadramento generale
Castel di Lucio (C.A.P. 98070) è una cittadina della provincia di Messina sita nel territorio del Parco delle
Nebrodi. Il territorio del Comune di Castel di Lucio è molto esteso, ha un’estensione pari a 28,78 kmq. A
Nord confina con Pettineo, a Nord Est con Mistretta, a Sud con Nicosia, a Ovest con Geraci Siculo e a Nord
Ovest con San Mauro Castelverde.

Coordinate
Latitudine                                               37°53’15,00’’ N
Longitudine                                              14°18’46,80’’ E

Per quanto riguarda la rete stradale Castel di Lucio è attraversata dalla SP 176, a circa 23 Km dall’autostrada
A20 PA-ME è raggiungibile e a circa 70m km dall’autostrada A 19 CT-PA. Le residenze civili si concentrano
nel centro storico ed hanno generalmente hanno un’estensione di 70 m2 circa e sono costruite su 3
elevazioni, e sono al 70% in muratura piena e al 30% in cemento armato Il territorio del Comune di Castel di
Lucio si estende sopra il livello del mare da 2150 m fino a 1346 e di 54,37 Kmq ed è così distribuito il 10 % in
zona Residenziale (centro storico e limitrofe), il 2% in Industriale /produttivo, il 58% in Forestale ed il 30% in
Agricolo.
2.2      Dati termometrici
Il comune di Castel di Lucio è nella zona climatica D ad una latitudine N di 37.8874511 gradi sessagesimali.
Le temperature medie più elevate si registrano nei mesi di luglio ed agosto mentre le più basse si hanno nel
bimestre gennaio-febbraio. La tabella successiva riporta i dati termometrici e di irradiazione medi annui
suddivisi i in mesi.

                                              GEN    FEB    MAR    APR     MAG     GIU       LUG     AGO     SET     OTT     NOV     DIC

Temperatura media giornaliera
dell’aria esterna                      °C     7,39   7,69   8,89   11,39   14,89   19,19     22,09   22,19   19,89   15,99   12,29   8,99

Temperatura      esterna      media
annuale                                °C                                                 10,88

Irradiazione solare diffusa           MJ/m2   3,30   4,30   5,60   6,70    7,20    7,00      6,60    6,00    5,40    4,60    3,50    3,00

Irradiazione solare diretta           MJ/m2   3,90   6,50   9,60   13,60   17,20   20,30     20,60   18,60   13,60   8,30    5,40    3,60

Pressione parziale del vapore
d’acqua nell’aria esterna              Pa     689    686    725    856     1178    1486      1640    1546    1446    1097    970     826
2.3   Popolazione e andamento demografico
Secondo l’ultima rilevazione, effettuata dall’ufficio competente del Comune di Castel di Lucio nel 2011, il
numero di abitanti totali è pari a 1366 unità distinti in 621 nuclei familiari, con una densità di 47,46
abitanti/kmq. Dall’inizio dei censimenti statistici (anno 1861 con 2001 abitanti) si è assistito, via via, prima
ad un incremento costante della popolazione residente (culminato nel 1921 con il censimento di 3003
abitanti), e poi ad un decremento della stessa, altrettanto costante, che ha portato le unità residenti a 1751
nel 1991 e a 1366 nel 2011. Infatti già prima della Grande Guerra inizia un consistente flusso di emigrazione
diretta prima verso le Americhe, poi (secondo dopoguerra) verso l’Europa centro settentrionale e il Nord
Italia e verso le città della fascia costiera. Purtroppo il trend negativo sembra, almeno al momento,
inarrestabile: i dati aggiornati della popolazione residente disponibili presso l’ufficio anagrafe confermano
un continuo spopolamento.

La suddivisione della popolazione residente per classi di età come risultato principale indica che la
popolazione sta invecchiando, la fascia di popolazione in età non lavorativa ormai quasi supera quella in età
lavorativa. Ancora, dal censimento del 2011 si ricavano i dati per la distribuzione territoriale degli abitanti,
da cui si ricava la concentrazione pressoché totale della popolazione nel centro urbano, e un valore di
densità territoriale 47,46 abitanti/kmq, decisamente molto basso.
2.4   Destinazione d'uso del territorio e attività economiche
Il territorio comunale si estende soprattutto in latitudine quasi tutto in zona collinare-montana. Nella parte
settentrionale, , si trovano estese formazioni boschive di latifoglie (con prevalenza di faggi, querce e
castagni ) e di conifere (in gran parte frutto di rimboschimenti), nonché ampie zone destinate al pascolo.
Nella parte meridionale prevalgono le coltivazioni seminative di tipo estensivo. Nel settore agricolo è
rilevante la produzione di prodotti cerealicoli, uva e prodotti caseari. Come spesso anche nelle zone
montane, Castel di Lucio presenta diversi pascoli adibiti all'allevamento di bovini ed ovini. Nella tabella che
segue è riportata la distribuzione del territorio in funzione della destinazione d’uso.

 DESTINAZIONE D’USO TERRENO                                           Kmq                 % AREA TOTALE
 Residenziale (Centro storico e zone limitrofe)                       1,57                    5,55 %
 Industriale/produttivo                                               0,25                    0,69 %
 Forestale (Zona boschiva privata + demanio
                                                                      18,99                   66,01 %
 comunale + demanio forestale)
 Agricolo                                                             7,97                    27,75 %
 Superficie tot.                                                      28,78                    100 %

Relativamente alle attività economiche presenti sul territorio, il comune si regge su un forte apporto
dell’impiego pubblico, su modeste attività agricole (cereali) e commerciali. I dati del 2001, diversamente
aggregati, danno per n° degli addetti

                                  Numero addetti
                                  Agricoltura                         270
                                  Industria                           15
                                  Commercio                           88
                                  Altri servizi                       10
                                  Istituzione                         90

                                  Totale                              473
2.5   Storia
Tra i molti omonimi chiamati Castelluccio ed elencati nel Dizionario Topografico della Sicilia, quello che al
tempo dell'edizione di Vito Amico (1757) rientra nella diocesi di Cefalù, e che nell'edizione di Gioacchino di
Marzo (1855) fa parte della comarca di Mistretta, è sicuramente quello di Castelluzzo (Castellutium) posto
lungo la valle dell'Aleso, affacciato verso oriente. Nel "Dizionario" di Vito Amico è pure detto che siede nei
Monti Sori dei quali parla il Fazello, mettendo in evidenza l'antico rapporto fra Castelluzzo e quei luoghi, di
fatto gli immensi boschi che ricoprono i crinali dei Nebrodi fra Caronia, San Fratello, Capizzi e Cerami. Nei
pressi dell'abitato si snodava il tracciato delle strade che collegavano la costa all'entroterra, ed in
particolare quelle che, provenendo dalle marine fra il capo di Raisigerbi, presso la foce del Monalo, e quello
di Calamione, alla foce dell'Aleso, superato il passo del Contrasto, si dirigevano verso Cerami e Troina. Il
Fazello (1498-1570), che percorreva l'isola a cavallo, a seguito di un'osservazione diretta, colloca San Mauro
e Castelluzzo a pari distanza dal mare, mettendo quest'ultima in relazione con il castello rurale di Migaido,
ambedue ugualmente affacciati dal versante occidentale nella valle dell'Aleso. Non essendo stati effettuati,
ad oggi, scavi archeologici non si ha comunque una data precisa della nascita dell'insediamento e della sua
espansione nel corso dei secoli. Prescindendo dall'identificazione ipotetica con una non meglio precisata
Kasteliasa del nono secolo, Castelluzzo non figura fra i siti urbani che nel 1087 vengono attribuiti alla diocesi
di Troina, nella quale, verso l'entroterra rientrano Ceranum, Nicossinum, Gerax, e verso occidente
Calatabutor e Sclafa, così come non figurano Gangi e Santo Mauro. Si potrebbe pertanto ipotizzare così
come per Castelluzzo come per Gangi e Santo Mauro, per la quale ultima si hanno notizie, che facciano
parte della nuova organizzazione territoriale promossa dai Normanni, in funzione dello Stato da essi voluto
con determinazione, mentre tra le tappe più significative di quell'organizzazione, nonchè introduttive delle
scelte che connettono il territorio al feudalismo, sembra che la battaglia di Cerami del 1063 consente di
inquadrare, motivandoli, personaggi e fatti in grado di far luce sulla consistenza storica di queste contrade.
La prima citazione dell'esistenza di Castelluzzo risale al 1271 quando è detto che faccia parte della contea di
Geraci; del 1282 è invece la qualificazione di entità autonoma, prima testimonianza nota di un assetto
esistenziale pari a quello di altre comunità ufficialmente riconosciute. Si può quindi ipotizzare che la
collettività di Castelluzzo abbia raggiunto entro tale decennio un equilibrio giuridico amministrativo in
direzione del ruolo di universitas.
Il 23 gennaio 1271 Carlo d'Anjou (Re di Sicilia dal 6 gennaio 1266) comunica al secreto di Sicilia di aver
concesso a Jean de Montfort "terras Giraci, Gangij et Castellucij..qua de demanio in demanium, et qua de
servitio in servitium… concedendum investientes ipsum per vexillum nostrum.. in annuo redditu unciarum
auri quinquagint...".
In tale epoca , ciascun feudatario era obbligato a fornire un miles per ogni feudo integrato, dal reddito cioè
di 20 onze l'anno.
Nel giugno 1280 si apprende, da notizie di età Angioina, della successione di Pierre de Lamanon a Jean de
Montfort nelle terre di Castelluccio e Casoli della contea di Geraci.
E’ del settembre del 1282, nell'immediato dopo Vespro, la notizia che identifica Castelluzzo col ruolo di
universitas, insieme a Mistretta, Pettineo, Sparto, nonchè Gangi, Geraci, Ypsigro, Santo Mauro e Tusa;
mentre nel 1283, conseguenza di una ipotetica diaspora, Ruggero ed Enrico de Vaccaria vengono arruolati a
Randazzo con ruolo di militi a cavallo, e Guglielmo de Vaccaria, insieme ad Oddone Ventimiglia e Palmiero
Abate vengono arruolato a Trapani. Sono gli anni in cui Pietro d'Aragona fa leva sull'elemento cittadino che
tanta parte sostiene nella rivolta in nome dell'aspirazione autonomistica dei singoli centri; aspirazione che
si era manifestata con evidenza sin dalla morte di Federico II, e che conduce all'evoluzione delle strutture
municipali, ed a cui può farsi risalire il vincolo pattizio che sta alla base della chiamata al trono di Sicilia di
Pietro d'Aragona.
Si può pertanto confermare l'ipotesi del consolidamento di una entità civica, coerente con un indirizzo di
governo inteso a favorire fenomeni di sinecismo in atto, nonchè la conseguente formazione del centro
abitato di Castelluzzo.
Il 27 settembre 1282 Castelluzzo, i cui delegati non si erano presentati al campo Randazzo indetto per il 22
dello stesso mese, è in grado di fornire sei arcieri, quando Geraci ne forniva dieci, Sparto cinque, Ypsicro
quattro, Fisauli e Tusa due; mentre Mistretta, Capizzi, Cerami e Caronia, che rientravano nella zona dei
boschi, ne fornivano rispettivamente trenta, venti, quindici e dieci.
In quest'occasione il sito affacciato lungo il versante occidentale dell'Aleso, nella parte più alta della valle, è
annoverato fra i casali, ma la sua connotazione onomastica avallerebbe la tradizione di talune antiche
strutture di presidio; il sito Castelluzzo ed il suo castello sono posti infatti a guardia delle strade, da e verso
l'approdo alesino/tusano bagnato dalla costa tirrena, e dirette agli scavalcamenti: del Contrasto , da e verso
Nicosia e Cerami, del Maloppassetto da e verso Gangi, di Calagioie da e verso Santo Mauro.
A riprova, dal castello, affacciato verso la valle dell'Aleso, lo sguardo spazia sullo sbocco a mare della
fiumara omonima, a sua volta denominata dal colle su cui sorgeva Halaesa, sul castello di Motta d'Affermo,
sito a vista col casale di Sparto, sulla Chiesa di Santa Croce, sito a vista con il Castello di Mistretta, sul nodo
stradale al Passo del Contrasto, sulla Torre della Macera, sito a vista dei tracciati di Maloppassetto e di
Calagioie, sulle creste boscose di San Giovanni, sito a vista di Santo Mauro, sul Castello di Tusa e, ai margini
del suo territorio, sul colle dell'Halaesa; di fatto le frange orientali del vasto territorio nebrode-madonita su
cui   si   estenderà      il   potere   feudale   dei    Ventimiglia,    conti,   poi   marchesi,     di   Geraci.
Fra il 1308 ed il 1310 Castelluzzo, è specificatamente detto che rientra nella diocesi di Cefalù; la presenza di
due presbiteri ed il pagamento di cinque tari di decima farebbero ipotizzare la presenza di un centinaio di
abitanti, probabili discendenti di quanti qui si raggrupparono per sfuggire al pagamento di tributi onerosi
imposti nei luoghi d'origine, ed invogliati da condizioni favorevoli proposte da iniziative di rifondazione
feudale. Di fatto un fenomeno di sinecismo promosso anche da disagi provocati dalle operazioni militari
della lunga guerra del Vespro, seguite da conseguente sconvolgimento degli equilibri produttivi, o da
fenomeni epidemici col depauperamento del contingente umano, ciò che induce le popolazioni residue a
concentrarsi entro abitati protetti e difese da mura, anche in siti naturalmente elevati, garantiti da un
castello, concreta struttura di rifugio, suggerita, se non promossa dal feudalismo.
Nell'anno 1320-1321, Castelluzzo è in potere di Francesco Ventimiglia, al quale rende 3365,5 onze.
Nel 1480 dal conte Enrico Ventimiglia la signoria di Castelluzzo fu venduta a Matteo Speciale, e poscia da
costui, a Nicolò Siragusa.
Nel brevissimo periodo di 18 anni Castelluzzo vede succedersi tre dinastie di signori. I ventimiglia, però,
potenti per le varie risorse, ormai rifatti in dovizia riscattavano le terre vendute: Il conte Simone, figlio di
Enrico, ricomprò Castelluzzo da Nicolò Siragusa, e nel 1499 si trova in possesso di Antonio Ventimiglia, figlio
di Simone.
Nel 1536 i Ventimiglia vendettero nuovamente la signoria ai Lercano o Larean, con il diritto di ricompra. Da
questi passò, sempre con il diritto di ricompra, al casato degli Anzalone e successivamente ai Timpanaro,
che all'inizio del XVII secolo dicevansi signori di Castelluzzo.
Nel 1634 l'ottenne Erasmo Cannizzaro, a cui succedette la figlia Raffaella, ed a questa la sua primogenita
Luigia Bottone Cannizzaro. Luigia passò l'eredità alla figlia Agata.
Castelluzzo divenne possedimento degli Agraz. Agata, infatti, sposò Alfonso Agraz, marchese dell'Unia, che
fu barone di Castelluzzo. La signoria di Castelluzzo fu trasmessa da Agata al figlio Francesco che, con
imperiale privilegio di Enrico VI del 6 ottobre 1726, divenne duca di Castelluzzo. Francesco Agraz sposò
Eleonora Parisi, figlia di Francesco, Marchese dell'Ogliastro. Giuseppe Agraz, figlio di Eleonora e Francesco,
divenne sposo di una nobile dama, D. Elisabetta Moscati, figlia del conte Navarro di Malta.
Il 27 giugno 1787, fu riconosciuto duca di Castelluzzo, Francesco Agraz Navarro, figlio di Giuseppe ed
Elisabetta,   che     sposò     Giuseppa      Marassi     Cottone,     figlia   del   duca   di   Pietratagliata.
Nel 1832 era duca Don Emanuele Francesco Agraz. Nell'aprile del 1862, Castelluzzo, in seguito al nuovo
assetto politico nazionale e a causa di omonimie con altri comuni italiani, cambiò nome in Castel di Lucio e
passò in successione al figlio Ignazio.
La famiglia Agraz governò il paese con la piena autorità di padrone, circondata da brillante aristocrazia.
Delle nobili famiglie residenti a Castel di Lucio solo quella dei Ferrara non si piegò alle aristocratiche
esigenze degli Agraz.
Per le speciali vicissitudini che esordivano dalla legge del feudalismo, molte famiglie nobili emigrarono da
Castel di Lucio, impotenti a far fronte alla prepotenza baronale. La Famiglia Ferrara tenne ferma il suo
posto, costantemente restando in urto e a volte venendo a vie di fatto col signorotto.
La Famiglia Ferraro ebbe successivamente residenza in altri comuni, ma restano segni della loro presenza,
su archi di porte, lo stemma di loro proprietà: tre monti sottostanti ad un compasso contornato da tre
stelle.
Con la caduta del feudalismo i baroni siciliani, perduta ogni autorità, abbandonarono quasi tutti le loro
munite fortezze per ritirarsi a Palermo. Anche il duca d'Agraz seguì questo esempio lasciando un
governatore ad amministrare i suoi beni.

2.6       Stakeholder
Il ruolo degli stakeholder è fondamentale in quanto una parte significativa del PAES coinvolge attori diversi
dal Comune senza la cui partecipazione, condivisione e appoggio diventa difficile raggiungere gli obiettivi di
Piano. Il coinvolgimento degli stakeholder si potrà rivelare efficace nelle diverse fasi del processo del PAES:
      •    nella fase iniziale, gli stakeholder potranno esprimere il proprio parere e descrivere il proprio ruolo
           nel PAES;
      •    nella fase di pianificazione, potranno fornire importanti informazioni necessarie al Comune per la
           definizione delle strategie d'azione; nella fase di attuazione del Piano, provvederanno alla
           realizzazione delle azioni che li riguardano, si faranno promotori di comportamenti
           energeticamente virtuosi e stimoleranno la partecipazione di altri stakeholder;
      •    nella fase di monitoraggio, infine, forniranno al Comune i dati necessari a valutare il progresso delle
           azioni di loro interesse e parteciperanno all'aggiornamento del Piano.
Una prima presentazione alla cittadinanza degli obiettivi del PAES, della strategia adottata e del metodo di
lavoro è stata effettuata in data 22/01/2015 presso gli uffici competenti del comune di Castel di Lucio. Con i
dipendenti comunali sono stati analizzate le varie tematiche relative all’inventario delle emissioni e alle
strategie da attuare, sia per quanto riguarda il settore pubblico che quello privato. E’ stata dedicata una
casella e-mail utc@casteldilucio.eu con la finalità di raccogliere tutte le ipotesi di azioni dagli stakeholder.
L'analisi e la strategia di intervento è stata dunque traslata su un più ampio ambito territoriale in perfetta
sintonia con le esigenze di tutta la popolazione di Castel di Lucio. La strategia adottata sarà dunque
costruita su misura della nostra comunità ma risponderà ad una più ampia visione di lungo termine basata
su un'analisi territoriale.
3 L'inventario Base delle Emissioni (IBE)

Come descritto nelle Linee Guida ufficiali redatte dal JRC – Joint Research Centre della Commissione
Europea l’Inventario di Base delle Emissioni (IBE) quantifica l'anidride carbonica emessa nel territorio dal
Comune di Castel di Lucio durante l’anno di riferimento. Il documento permette di identificare le principali
fonti antropiche di emissioni di CO2 e quindi di assegnare l’opportuna priorità alle relative misure di
riduzione. L’elaborazione dell’IBE è di importanza cruciale poiché l’inventario è lo strumento che consente
all'amministrazione di misurare l’impatto dei propri interventi relativi al cambiamento climatico. La
quantificazione delle emissioni di anidride carbonica a livello territoriale parte dalla raccolta dati e dalla
stima dei consumi energetici dei macro-settori residenziale, pubblica amministrazione, terziario e trasporti.
I consumi energetici analizzati sono relativi agli utilizzi di combustibili e di energia elettrica. L'IBE dunque è
la fotografia delle emissioni di CO2 prodotte dai consumi energetici delle varie categorie (edifici residenziali
e comunali, impianti, attività commerciali, trasporti pubblici e privati ecc.) nel territorio comunale.
L’obiettivo complessivo di riduzione di CO2 dei Firmatari del Patto dei Sindaci è di almeno il 20% entro il
2020, da raggiungere attraverso l’attuazione               del PAES nei settori di attività influenzabili
dall’amministrazione. L’obiettivo di riduzione è definito rispetto all’anno di riferimento stabilito.

3.1       Metodi di raccolta dei dati e settori coinvolti
I metodi di raccolta dei dati, esposti nei paragrafi seguenti suddivisi per attività, sono principalmente tre:
raccolta diretta di dati disponibili e validati (soprattutto per la pubblica amministrazione);
richieste specifiche ad Enti gestori (consumi energia elettrica, consumi di combustibili);
ricerche su database nazionali, e di settore (settore residenziale, trasporti pubblici).
Nella determinazione dell'IBE sono stati considerati i contributi in termini di CO2 dei seguenti settori:
      •    Settore Pubblica amministrazione (emissioni edifici/impianti comunali, emissioni illuminazione
           pubblica, emissioni parco mezzi comunale);
      •    Settore residenziale;
      •    Settore terziario;
      •    Settore trasporti (emissioni trasporti pubblici, emissioni trasporti privati/commerciali).
I consumi di elettricità e combustibili vari di tutte le utenze della pubblica amministrazione sono stati
calcolati in base ai dati forniti dal servizio di ragioneria e dall’ufficio tecnico comunale attraverso lo studio
delle bollette archiviate per l’anno 2011.
I consumi di combustibili relativi alle utenze private sono stati calcolati in base ad una stima degli acquisti di
tali vettori energetici tenendo conto delle abitudini della popolazione ed ai rivenditore della zona.
I consumi di energia elettrica divisi per settori di attività relativamente a tutto il territorio comunale, sono
stati stimati facendo un calcolo del numero di abitanti, delle attività presenti nel territorio, della tipologia di
attività, e dei dati di consumi di comuni appartenenti alla stesso ambito territoriale.
I dati relativi al consumo di carburante per il trasporto privato sono stati stimati in base al numero di
abitanti effettivi ed alla dotazione di autovettura media pro capite.

3.2       Anno di riferimento e i fattori di emissione
L'Anno di riferimento è l'anno rispetto al quale saranno confrontati i risultati sulla riduzione delle emissioni
nel 2020. Secondo le indicazioni delle linee guida JRC quale anno di riferimento deve essere scelto l'anno in
cui sono reperibili dati quanto più completi ed affidabili non antecedente il 1990. Come anno di riferimento
per il Comune di Castel di Lucio è stato scelto il 2011 così come indicato nella Circolare Dirigenziale n.
1/2013 “ Modalità attuative del Programma di ripartizione di Risorse ai Comuni della Sicilia, DDG
04/10/2013 _ Promuovere la sostenibilità energetico –ambientale nei Comuni siciliani attraverso il Patto
dei Sindaci” Assessorato dell’Energia e dei Servizi di pubblica Utilità – Dipartimento Regionale dell’Energia –
Servizio 1 – Programmazione e Pianificazione Energetica.
Nei paragrafi seguenti saranno quindi illustrati i consumi energetici e le corrispondenti emissioni di CO2 per
il 2011. Per quanto attiene la scelta dei fattori di emissione è possibile seguire due approcci differenti:
      •    Utilizzare fattori di emissione "standard" in linea con i principi IPCC, che comprendono tutte le
           emissioni di CO2 derivanti dall'energia consumata nel territorio comunale, sia direttamente, tramite
           la combustione di carburanti all'interno del comune, che indirettamente, attraverso la combustione
           di carburanti associata all'uso dell'elettricità e del riscaldamento/raffreddamento nel territorio.
           Questo approccio si basa sul contenuto di carbonio di ciascun combustibile, come avviene per gli
           inventari nazionali dei gas a effetto serra redatti nell'ambito della Convenzione quadro delle
           Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e del protocollo di Kyoto. In questo approccio le
           emissioni di CO2 derivanti dall'uso di energia rinnovabile e di elettricità verde certificata sono
           considerate pari a zero.
Utilizzare fattori LCA (valutazione del ciclo di vita), che prendono in considerazione l'intero ciclo di vita del
vettore energetico. Tale approccio tiene conto non solo delle emissioni della combustione finale, ma anche
di tutte le emissioni della catena di approvvigionamento (come le perdite di energia nel trasporto, le
emissioni imputabili ai processi di raffinazione e le perdite di conversione di energia) che si verificano al di
fuori del territorio comunale. Nell'ambito di questo approccio le emissioni di CO2 derivanti dall'uso di
energia rinnovabile e di elettricità verde certificata sono superiori allo zero. In questo caso possono
svolgere un ruolo importante altri gas a effetto serra diversi dalla CO2.
Il Comune di Castel di Lucio per il calcolo della conversione dei consumi energetici relativi ai consumi di
combustibili in tonnellate di anidride carbonica, in accordo alla caratteristica del territorio, che permette
l’approvvigionamento della biomassa in maniera sostenibile, ha adottato i fattori IPCC ( 2006 ).

                                                               Fattore di emissione standard [t
Combustibile
                                                                           CO2/MWh]
Benzina per motori                                                           0,249
Gasolio, diesel                                                              0,267
GPL                                                                          0,227
Biomassa legnosa                                                             0,364
Energia solare termica                                                         0
Energia elettrica non prodotta localmente (Italia)                           0,483
Energia elettrica (locale)                                                   0,483

Tabella Fattori di emissione standard di CO2 (da IPCC, 2006) per i più comuni tipi di combustibile

Per calcolare le emissioni di CO2 attribuibili al consumo di elettricità si è scelto di calcolare il fattore di
emissione locale secondo la formula suggerita dalle Linee Guida ufficiali redatte dal JRC – Joint Research
Centre della Commissione Europea:
FEE = ((CTE – PLE – AEV) x FENEE + C02PLE + CO2AEV)/CET
dove FEE = fattore di emissione locale per l’elettricità [t/MWhe] CTE = Consumo totale di elettricità nel
territorio dell’autorità locale [MWhe] PLE = Produzione locale di elettricità [MWhe] AEV = Acquisti di
elettricità verde da parte dell’autorità locale [MWhe] FENEE = Fattore di emissione nazionale o europeo per
l’elettricità [t/MWhe] CO2PLE = emissioni di CO2 dovute alla produzione locale di elettricità [t] CO2AEV =
emissioni di CO2 dovute alla produzione di elettricità verde certificata acquistata dall’autorità locale [t]
Partendo quindi dal fattore di emissione nazionale pari a 0,483 t CO2/MWhe (fonte: JRC) il fattore di
emissione locale per l’elettricità calcolato attraverso la formula precedente risulta pari a 0,480 t
CO2/MWhe. In base ai dati acquisiti, il consumo di energia complessivo nel territorio comunale per il 2011,
in termini di distribuzione percentuale ripartito per vettore energetico è riportato nella seguente tabella:

                                      CONSUMI DI ENERGIA (MWh) -2011
                      Elettricità         GPL             Diesel           Benzina         Lignite
                        2665              584             3561              1990            937

Il consumo totale energetico del 2011 pertanto ammonta a 9.737 MWh
Distribuzione percentuale dei consumi
                     in MWh ripartiti per vettore energetico
                                  elettricità   GPL     diesel    benzina      lignite

                                                      10%
                                                                  27%
                                      20%

                                                                             6%

                                                      37%

Le tonnellate di CO2 emesse nel territorio comunale, in conseguenza ai consumi di energia sono:

                                          EMISSIONI DI CO2 (t/ANNO)
                    Elettricità         GPL             Diesel          Benzina          Lignite
                      1287              132                 950          495              341

Le emissioni totali di CO2 per l’anno 2011 sono di 3.207 t/anno. L’ impegno per il Comune di Castel di Lucio
è quello di riuscire a ridurre le emissioni di almeno il 20% e quindi almeno a 641 tCO2/anno nel 2020. Il
carico delle emissioni nel 2020 si è posto cautelativamente uguale a quello del 2011, poiché al fabbisogno
energetico pro-capite che tende ad aumentare, corrisponde una diminuzione della popolazione residente
così come si evince dai dati ISTAT; tale assunzione è inoltre possibile in quanto l’orizzonte temporale è
minore di un decennio, quindi sufficientemente breve
3.3       Emissioni Pubblica Amministrazione

3.3.1      Emissioni Edifici Pubblica Amministrazione
I dati relativi ai consumi energetici di edifici di attrezzature comunali sono stati forniti dagli uffici
competenti del Comune di Castel di Lucio e si riferiscono ai seguenti immobili:
      •    Edificio scolastico via Vittorio Emanuele scuola elementare;
      •    Edificio scolastico via Pacini scuola materna;
      •    Edificio scolastico via Cuba scuola media;
      •    S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Cuba;
      •    S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Torricelli;
      •    S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Scifo/Prato;
      •    S. Acqua V.S. D’Acquisto Via Durante;
      •    S. Acqua V.S. D’Acquisto C.da Marcataro;
      •    Ufficio collocamento via Cuba;
      •    Biblioteca via V. Emanuele;
      •    Dep. Mat. Via V. Veneto Croce Rossa;
      •    Uffici comunali via S. D’Acquisto;
      •    Locali via Teatro;
      •    Centro culturale polivalente;
      •    Locali via S. D’Acquisto;
      •    Campo sportivo c.da Pianazzo;
      •    Impianto di depurazione ;
      •    Caseificio Sciara;
      •    Cimitero via N. Campo.

I consumi energetici comunali complessivi da combustibile gpl sono pari a 584 MWh a cui corrispondono
132 tCO2/anno di emissioni.
L’energia elettrica esclusa la pubblica illuminazione, consumata dalla pubblica amministrazione nel 2011 è
pari a 266 MWh che produce emissioni di CO2 pari a 128 t/anno.
In merito agli edifici pubblici così come per il settore civile che per quello industriale, si ritiene opportuna la
seguente considerazione: la pianificazione di programmi e obiettivi per la riqualificazione energetica del
patrimonio immobiliare esistente deve mirare:
- sul piano del consumo dell’energia, alla riduzione dei fabbisogni connessi all’utilizzo e alla trasformazione
dei combustibili fossili, attraverso la realizzazione di interventi di miglioramento dell’efficienza energetica;
- sul piano della produzione dell’energia, al crescente ricorso agli impianti alimentati dalle fonti rinnovabili
per integrare e/o sostituire la generazione energetica da fonte convenzionale.
Nell’ambito dei processi per la riduzione dei consumi e dei costi energetici, tutti gli interventi di efficienza si
possono ricondurre a tre linee di azione indipendenti, dalla cui opportuna combinazione deriva il
conseguimento del massimo risparmio energetico ed economico:
- la contrattazione dei prezzi delle forniture energetiche;
- il miglioramento delle prestazioni e della qualità degli impianti e degli edifici;
- l’ottimizzazione dei sistemi di gestione.
La prima importante opportunità, per il raggiungimento di sensibili benefici economici, è offerta dal
processo di liberalizzazione del mercato dell’energia (D.lgs. 79/99), che consente la possibilità di
contrattazione del prezzo di fornitura dell’energia elettrica e del gas nel mercato libero.
Il Comune di Castel di Lucio ha verificato che il prezzo del fornitore attuale è il migliore rispetto ai
concorrenti di mercato.
Le restanti due linee di azione indipendenti per la riduzione dei consumi e dei costi energetici sono legate
all’incremento dell’efficienza attraverso il miglioramento degli involucri edilizi e degli impianti e della loro
gestione. Si può facilmente intuire che l’utilizzo di apparecchiature e sistemi ad alta efficienza riduce i
consumi di energia a parità di condizioni gestionali. Nel contempo, a parità di efficienza degli impianti, una
notevole riduzione dei consumi è conseguibile mediante il miglioramento della loro gestione, che spesso è
attuabile con interventi a basso costo di investimento, come, per esempio, la modifica dei comportamenti
delle persone (educazione all’uso economico delle risorse energetiche) e l’installazione di sistemi di base
per il controllo e la regolazione automatica. Naturalmente, l’impiego di apparecchiature e sistemi ad
elevata efficienza e il contestuale miglioramento delle modalità di gestione portano al massimo risparmio
energetico ed economico.
Al fine di individuare le criticità e proporre delle soluzioni migliorative per realizzare veri e propri interventi
di riqualificazione energetica, il Comune di Castel di Lucio si sta impegnando per la redazione degli
Attestati di Prestazione Energetica degli immobili comunali con superficie utile superiore a 250 mq in modo
da diminuire il fabbisogno energetico e ottenere una conseguente riduzione delle emissioni di CO2.

3.4   Emissioni per Pubblica Illuminazione
L’impianto di Pubblica illuminazione comunale ha 580 punti luce (prevalentemente lampade S.A.P) nel
centro abitato. Il consumo di elettricità è di 266 MWh che corrispondono a 128 tCO2/anno.
3.5      Emissioni del parco mezzi comunale
Il Comune di Castel di Lucio possiede i mezzi sottoelencati, alimentati a gasolio e benzina. Il parco auto
consta degli automezzi di seguito elencati:
AUTOMEZZO
Fiat Panda 4x4
Fiat Grande Punto
Macchina semimovente
Scuolabus
Motoape
Autocarro Iveco
Minibus Mercedes
Fiat nuova Panda
Automezzo Nissan
I consumi sono rilevati direttamente dagli uffici competenti attraverso la lettura delle fatture dei
rifornimenti effettuati per i mezzi presso i distributori locali di carburante.
Le emissioni di CO2 del parco mezzi comunale nel 2011 sono così ripartite per carburante utilizzato:
• 17,3 tCO2/anno per i veicoli alimentati a Diesel;
• 1,7 tCO2/anno per ii veicoli alimentati a Benzina.

3.6      Sintesi emissioni pubblica amministrazione
I maggiori consumi energetici ed emissioni sono imputabili agli edifici ed impianti comunali, seguiti
dall'illuminazione pubblica e marginalmente dal parco mezzi comunale.

                                       MWh/anno                               t CO2/anno
Edifici/ Impianti Comunali             304                                    97
Illuminazione Pubblica                 266                                    128
Mezzi Comunali                         72                                     19
Totale                                 642                                    244
Consumi comunali 2011
elettricità     illuminazione pubblica         gasolio    mezzi comunali

                           11%       12%

         36%
                                                         41%

       Sintesi emissioni della pubblica amministrazione (2011)

  Emissioni comunali comunali 2011
               (tCO2)
elettricità     illuminazione pubblica         gasolio    mezzi comunali

                             8%          15%

                                                         25%
               52%
3.7       Emissioni Settore Residenziale
Le emissioni del settore residenziale del Comune di Castel di Lucio, sono state stimate in base alla
popolazione, con indagini di settore per la stima della tipologia di riscaldamento utilizzato. Si è ricavato il
fabbisogno di energia per combustibile utilizzato e le emissioni di CO2 riassunte nella seguente tabella:

                                     (MWh)                                         (t CO2)
Elettricità                          1305                                          630
GPL                                  531                                           120
Gasolio                              585                                           156
Lignite                              852                                           310
Totale                               3273                                          1216

                           Consumi residenziali 2011 (MWh)
                                      elettricità    GPL     gasolio     lignite

                                             26%
                                                                       40%

                                      18%
                                                           16%

                           Emissioni residenziali 2011 (tCO2)
                                      elettricità    GPL     gasolio     lignite

                                             25%

                                                                             52%
                                     13%

                                               10%
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