Rapporto sul - Alto Adige - EURAC research
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rapporto sul clima Autori Marc Zebisch Ulrike Tappeiner Marianna Elmi Christian Hoffmann Georg Niedrist Lydia Pedoth Sylvia Pinzger Alberto Pistocchi Erich Tasser
indice 06 introduzione 46 agricoltura 80 salute 08 — Riassunto 49 — Situazione generale 83 — Stress da calore 49 — Possibili impatti 84 — Gruppi di popolazione particolarmente vulnerabili 52 — Misure di adattamento 85 — Misure di adattamento 10 cambiamenti climatici 53 — Infobox: Cambiamenti climatici in val Mazia 86 — Malattie trasmesse da insetti vettori 13 — I cambiamenti climatici globali: numeri e cause 86 — Mutate condizioni ambientali 15 — Sviluppi futuri 86 — Conclusioni 15 — Le Alpi e l’Alto Adige 54 foreste 19 — Infobox: Il clima in Alto Adige 57 — Situazione generale 20 — Infobox: Telerilevamento 57 — Possibili impatti 88 adattamento 59 — Misure di adattamento 91 — Cosa è l’adattamento 91 — I principi dell’adattamento 22 impatti dei 91 — Diverse tipologie delle misure di adattamento cambiamenti climatici 60 pericoli naturali 92 — Ostacoli 63 — Situazione generale 92 — Adattamento in Alto Adige 25 — Impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente 65 — Impatti dei cambiamenti climatici 96 — Verso una strategia di adattamento e sulla società 66 — Misure di adattamento 96 — Conclusioni 28 — Impatti diretti 97 — Infobox: Strategie di adattamento a livello 32 — Pericoli naturali nazionale e internazionale 32 — 35 — Biodiversità Cambiamenti climatici e società – 68 turismo 71 — Situazione generale 37 — Vulnerabilità, adattamento, tutela Infobox: Bolzano – verso una città CO2 neutrale 72 — Possibili impatti 98 conclusioni 73 — Strategie di adattamento per il turismo invernale 100 — Sensibilità 73 — Strategie di adattamento per il turismo estivo 100 — Possibili impatti 38 gestione 74 — e nelle stagioni intermedie Le preferenze dei turisti 101 — Adattamento 101 — Vulnerabilità delle risorse idriche 75 — Riepilogo e considerazioni finali 41 — Situazione generale 79 — Infobox: Turismo e cambiamenti climatici: 42 — Vulnerabilità al clima e alle condizioni meteorologiche quali interrelazioni? 102 bibliografia 42 — Sviluppi futuri e possibili impatti 44 — Misure di adattamento 45 — Infobox: Etsch-Dialog
intro 06+07 duzione Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono già percepibili za per lo sviluppo comune di strategie trasversali di adattamento anche in Alto Adige. A Bolzano la temperatura media è aumentata ai cambiamenti climatici. Il Rapporto sul clima si occupa esclusi- di circa 1,5 gradi centigradi negli ultimi trent’anni. Ondate di calore vamente degli impatti dei cambiamenti climatici, senza concen- eccezionale e siccità come nell’estate del 2003 si fanno più fre- trarsi in dettaglio sulla riduzione delle emissioni di gas serra, che quenti. La vendemmia e la raccolta delle mele sono sempre più rimane tuttora il mezzo più efficace per una tutela del clima in anticipate e le colture si sono spinte a quote più alte. Inoltre dob- grado di durare nel tempo. biamo attrezzarci per fronteggiare sempre più eventi estremi, come alluvioni o frane quali conseguenze di intense piogge, ad Oltre alla redazione di questo rapporto, nell’ambito del progetto esempio quella verificatasi il 4 settembre 2009. “Cambiamenti climatici in Alto Adige” è stata svolta una ricerca Quale impatto avranno i cambiamenti climatici in Alto Adige? Gli interdisciplinare nei settori del telerilevamento, della eco-idrologia scienziati possono davvero prevedere il futuro? È possibile ade- e del turismo. Ecco un elenco di alcune attività svolte. guarsi già oggi ai cambiamenti climatici? Potrebbe succedere addirittura che l’Alto Adige tragga profitto da queste mutazioni? • Sono state installate stazioni climatiche a varie quote in val Queste sono le domande alle quali cerca di dare una risposta il Venosta e sono state trasferite porzioni di prato a una altitudi- presente rapporto. Un rapporto che raccoglie i risultati prodotti tra ne inferiore per studiare la reazione degli ecosistemi a tempe- il 2009 e il 2011 nell’ambito del progetto “Cambiamenti climatici in rature più alte. Alto Adige – quanto siamo sensibili?”, promosso dalla Provincia • Attraverso immagini satellitari è stato possibile ricostruire le autonoma di Bolzano nell’ambito della legge sulla ricerca e l’inno- variazioni della copertura nevosa negli ultimi dieci anni in Alto vazione del 2006. Hanno contribuito alla realizzazione del proget- Adige e sull’intero arco alpino, ponendole in relazione con le to quattro istituti dell’EURAC: l’Istituto per il Telerilevamento Appli- condizioni climatiche e meteorologiche. cato, l’Istituto per l’Ambiente Alpino, l’Istituto per lo Sviluppo • È stata svolta una serie di interviste con circa 400 turisti. Regionale e il Management del Territorio e l’Istituto per il Manage- ment Pubblico. A integrazione delle ricerche sono state svolte I risultati di questa ricerca vengono presentati in dettaglio nei numerose interviste con esperti e sono stati organizzati due semi- prossimi capitoli. Le analisi complete sono disponibili anche in nari con rappresentanti di varie ripartizioni provinciali, associazio- forma di documentazione scientifica. ni e imprenditori. Questo rapporto sul clima coniuga la ricerca e la pratica finora Per ulteriori informazioni: http://www.eurac.edu/it/research/ sperimentate in Alto Adige e può forse fungere da punto di parten- transversaltopics/cambiamenticlimatici/default.html Gli autori del rapporto riservano un sentito ringraziamento alla Provincia autonoma di Bolzano per il sostegno economico al pro- getto e per la preziosa messa a disposizione di dati e informazio- ni. In modo particolare si ringraziano i rappresentanti degli Uffici coinvolti, le associazioni di categoria e gli esperti che hanno con- tribuito al progetto con interviste, la partecipazione ai seminari e commenti diretti. Solo grazie a queste collaborazioni è stato pos- sibile realizzare questo rapporto. Il gruppo di lavoro del progetto “Cambiamenti climatici in Alto Adige” Il progetto “Cambiamenti climatici in Alto Adige – quanto siamo sensibili?” è finanziato da: AUTONOME PROVINZ PROVINCIA AUTONOMA BOZEN - SÜDTIROL DI BOLZANO - ALTO ADIGE
RIASSUNTO // RIASSUNTO // 08+09 Riassunto c ambiamenti climatici agricoltura salute e impatti Di norma l’agricoltura in Alto Adige ben si adatta alle nuove condi- che si stimano attraverso parametri misurabili (ad esempio: au- Lo stress da calore è secondo gli esperti il disagio maggiore cau- zioni climatiche grazie a un processo di selezione delle colture. In mento delle temperature, riduzione delle precipitazioni), gli eventi sato dai cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo. Anziani e I cambiamenti climatici sono una realtà anche in Alto Adige e in futuro potrebbero verificarsi problemi per le colture intensive che climatici estremi non si possono rappresentare in modelli: espri- malati sono le fasce di popolazione maggiormente colpite. I cam- futuro avranno conseguenze alle quali è opportuno prepararsi già oggi necessitano di irrigazione artificiale. Il riscaldamento pro- mere previsioni precise è dunque molto difficile. Si assume che biamenti climatici possono significare indirettamente anche un e adeguarsi per tempo. I ricercatori dell’EURAC hanno calcolato voca la maturazione anticipata di frutta e uva e potrebbe interferi- siano collegati ai cambiamenti climatici. Il disgelo del permafrost peggioramento della qualità dell’aria, con conseguenze negative sulla base di diversi scenari che la temperatura annuale media re con la qualità dei raccolti. Inoltre gli esperti denunciano il ri- causerà un aumento dei distacchi in alta montagna. Strade, infra- per le malattie delle vie respiratorie e circolatorie. Sono da mette- aumenterà in Alto Adige entro il 2050 di 1,2-2,7 gradi centigradi. schio di maggiori disagi dovuti a parassiti. strutture turistiche come gli impianti di risalita e gli stessi insedia- re in conto sempre più spesso invasioni di zecche e zanzare, por- Questo significa che il clima sarà in generale più secco e le Tra le strategie di adattamento si contano sistemi di irrigazione menti umani saranno sempre più minacciati. tatrici di malattie. precipitazioni invernali assumeranno sempre più spesso carattere efficienti, la selezione oculata delle qualità da coltivare e una più Il grado di adattamento dell’Alto Adige è per la verità già oggi mol- La pianificazione urbanistica è uno strumento importante per con- piovoso, a scapito delle nevicate. La neve, riserva naturale di intensa ricerca nell’ambito della protezione delle piante. Si do- to alto. Basti pensare alle varie misure a barriera dei pericoli. trastare lo stress da calore. È fondamentale allestire nelle città acqua, sarà sempre meno abbondante. Ugualmente negativa è la vrebbe anche allestire una banca dati che tenga traccia dei danni In futuro si dovrà intensificare l’impegno sul fronte del manage- delle aree verdi dove potersi rifugiare nei giorni più caldi dell’anno. previsione che riguarda i ghiacciai. provocati in agricoltura dai cambiamenti climatici. ment del rischio, della comunicazione del rischio, del monitorag- Sistemi di allerta in caso di ondate di calore, come quello in uso a Per l’ambiente e per l’uomo questi cambiamenti significano princi- gio e dell’allerta preventiva. In modo particolare, i cambiamenti Bolzano, dovrebbero essere diffusi nelle altre città e comuni della palmente meno disponibilità di risorse idriche e clima più caldo. climatici dovrebbero essere menzionati esplicitamente nei piani provincia. Le persone devono essere informate circa i comporta- Inoltre si verificheranno sempre più spesso eventi climatici estremi: urbanistici. menti da tenere in caso di forti ondate di calore. Le conseguenze precipitazioni intense, temporali, ondate di calore. foreste negative dei cambiamenti climatici sulla salute possono essere Questi scenari hanno ripercussioni dirette e indirette su vari settori contrastate attraverso il monitoraggio, l’informazione e il coinvolgi- quali l’agricoltura, la selvicoltura, la gestione delle acque, la I boschi dell’Alto Adige possono adattarsi alle nuove condizioni mento della popolazione nei processi di pianificazione. pianificazione ambientale (pericoli naturali), la salute e il turismo. In climatiche; i tempi di reazione sono tuttavia più lenti rispetto a turismo questo rapporto si analizza l’impatto dei cambiamenti climatici su quelli dell’agricoltura. Il clima più secco renderà i boschi più su- questi settori e si suggeriscono possibili strategie di adattamento. scettibili all’attacco dei parassiti e aumenterà il rischio di incendi. Il turismo è un settore di importanza primaria per l’Alto Adige, un Del resto, il riscaldamento delle temperature e l’aumento della settore che in futuro potrebbe essere colpito dalle conseguenze adattamento concentrazione di CO2 in atmosfera favoriranno una maggiore dei cambiamenti climatici. In inverno le precipitazioni nevose dimi- gestione delle risorse idriche crescita dei boschi. Sul lungo periodo gli eventi climatici estremi nuiranno, mentre aumenteranno le piogge. Questo avrà un effetto La risposta ai cambiamenti climatici deve essere biunivoca: da quali le forti tempeste causeranno più danni dei cambiamenti molto visibile specialmente nei comprensori sciistici. Per contro le una parte adottare misure di tutela del clima, dall’altra intrapren- In generale l’Alto Adige dispone di sufficienti risorse idriche. climatici “regolari”. destinazioni alpine potrebbero veder aumentata la propria attratti- dere iniziative per mitigare le ripercussioni inevitabili. In Alto Adi- Tuttavia in futuro potrebbero verificarsi, a livello localizzato e per In selvicoltura la migliore strategia di adattamento consiste nella vità in estate quando alcuni agglomerati urbani, in modo particola- ge le condizioni per un adattamento efficiente sono ottimali: l’am- periodi circoscritti, episodi di scarsità. Ad esempio quando le esi- scelta di piante adeguate alle condizioni; in questo caso sarebbe re quelli di origine dei turisti, soffriranno di ondate di calore sem- ministrazione pubblica funziona bene, la tecnologia disponibile è genze di più settori si sovrappongono, come nel caso dell’acqua meglio favorire, rispetto all’abete rosso, le latifoglie, più resistenti pre più intense. di alto livello e lo statuto di autonomia rende possibili azioni rapide contesa tra produttori di energia idroelettrica e agricoltori, quando al clima secco. Poiché i boschi cresceranno più in fretta, bisogne- Per mantenere l’offerta di sport invernali occorrerà investire ulte- e mirate. si presenta una estate particolarmente secca o in regioni che da rà garantire un ricambio per mantenerli giovani. Inoltre si dovran- riormente in impianti di innevamento artificiale: sarà necessario, in Eppure le misure finora pianificate – e in parte intraprese – nei sempre soffrono di scarse precipitazioni – principalmente nel set- no predisporre infrastrutture che permettano di intervenire tempe- questo caso, valutare accuratamente la sostenibilità economica e singoli settori non contemplano in modo esplicito la risposta ai tore occidentale dell’Alto Adige. stivamente in caso di eventi climatici estremi. ambientale a lungo termine, considerando anche un eventuale cambiamenti climatici. Oggi l’obiettivo dovrebbe essere quello di In ogni caso sono da mettere in conto misure di reazione: la di- aumento dello sfruttamento delle risorse idriche per altri settori. In inserire l’adattamento ai cambiamenti climatici nell’agenda politica sponibilità di acqua è destinata a diminuire, mentre il fabbisogno ogni caso, una strategia efficace dovrà provvedere a potenziare e coordinare gli interventi in modo trasversale ai vari settori. Per di risorse idriche è destinato ad aumentare. pericoli naturali l’offerta tramite lo sviluppo di attività alternative allo sci e alle atti- raggiungere questi traguardi occorre nominare un responsabile, Il management delle acque, che interessa trasversalmente vari vità legate alla neve; ciò soprattutto per le aree sciistiche situate può trattarsi di un ufficio, di una ripartizione oppure di un gruppo settori, rivestirà in futuro un ruolo sempre più importante. Lo stes- L’Alto Adige ha imparato nel corso del tempo a reagire ai pericoli ad altitudini minori. di lavoro interdisciplinare. La ricerca scientifica deve fornire un so dicasi per le misure di risparmio: il consumo, ad esempio, potrà naturali e il suo equipaggiamento tecnico si è affinato. Lo spazio Come già menzionato, il turismo estivo è meno minacciato dai supporto a questo gruppo di lavoro e per questo deve a sua volta essere ridotto attraverso l’introduzione di impianti di irrigazione a che si può considerare sicuro per gli insediamenti umani è tuttavia cambiamenti climatici. In questo caso le strategie di adattamento essere incentivata, specialmente affinché studi l’impatto dei cam- goccia nei frutteti. Campagne di informazione per invitare a limita- limitato e l’uomo occupa sempre più spazi al di fuori di esso. si intersecano con quelle della protezione civile (barriere antifra- biamenti climatici a livello locale. Fondamentale è l’informazione re l’uso di acqua potrebbero pure essere iniziative importanti. Le infrastrutture e gli insediamenti produttivi si spingono sempre ne) e con quelle degli attori impegnati della gestione delle risorse che deve raggiungere da una parte l’intera popolazione dell’Alto più verso aree potenzialmente a rischio che possono essere idriche (iniziative per il risparmio di acqua per uso domestico). Per Adige e dall’altra i rappresentanti dei gruppi di interesse e delle messe in sicurezza solo a costo di misure impegnative. I pericoli compensare possibili flessioni registrate durante l’alta stagione, istituzioni locali; questi ultimi devono costantemente essere coin- naturali sono spesso conseguenza di condizioni climatiche e me- gli operatori turistici dovrebbero promuovere le stagioni interme- volti nella discussione. teorologiche estreme: ad esempio precipitazioni intense possono die, mettendo a punto prodotti nuovi e attrattivi ma allo stesso causare alluvioni o frane. A differenza dei cambiamenti climatici tempo non dannosi per il clima.
CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // 12+13 I cambiamenti climatici Nota introduttiva: alcune delle informazioni proposte in queste pagine sono tratte dalle sintesi del Quarto rapporto di valutazione del Comitato intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC) pubblicate nel globali: numeri e cause 2007 e disponibili online anche in lingua italiana. Sintesi del Gruppo di lavoro I: http://www.ipcc.ch/pdf/reports-nonUN-translations/italian/ar4-wg1-spm.pdf Sintesi del Gruppo di lavoro II: http://www.ipcc.ch/pdf/reports-nonUN-translations/italian/ar4-wg2-spm.pdf Sintesi del Gruppo di lavoro III: http://www.ipcc.ch/pdf/reports-nonUN-translations/italian/ar4-wg3-spm.pdf Versione pubblicata in un unico documento in lingua inglese: http://www.ipcc.ch/publications_and_data/ Da circa un secolo i ricercatori osservano un insolito e rapido temperatura media si abbasserebbe drasticamente a –18 gradi publications_ipcc_fourth_assessment_report_synthesis_report.htm riscaldamento del clima globale: circa +0,74 gradi centigradi centigradi, decisamente troppo pochi per consentire la sopravvi- a partire dal 1906. La tendenza si è distinta in modo ancora più venza dell’uomo. marcato dagli anni settanta del XX secolo. Dai tempi delle prime Tuttavia l’interferenza umana in questo fenomeno negli ultimi 150 misurazioni effettuate nel 1850, il decennio 2000-2009 si è anni non è stata senza conseguenze. rivelato essere quello più caldo, seguito dagli intervalli 1990-1999 e 1980-1989. Per coprire il proprio fabbisogno energetico, l’uomo ha consumato nel giro di poche generazioni quantità di combustibili fossili che Molto probabilmente le temperature medie registrate nell’emisfero avevano richiesto milioni di anni per formarsi. In breve tempo so- boreale nella seconda metà del Novecento possono considerarsi no stati riversati nell’atmosfera quantitativi di gas serra in eccesso, In questo capitolo le più alte di qualsiasi cinquantennio degli ultimi 500 anni, e pre- sumibilmente degli ultimi 1300 anni (1). CO2 su tutti. Altri gas, come il metano e l’ossido di diazoto, sono riconducibili principalmente alle attività agricole, a quelle indu- striali e al traffico. Questo riscaldamento è da ricondurre in prima linea all’aumento I cambiamenti climatici non sono una speculazione. di gas serra in atmosfera di origine essenzialmente antropica. A causa di queste attività antropiche le emissioni di gas serra so- L’aumento dei gas serra – e di conseguenza delle I principali gas serra sono il vapore acqueo, il biossido di carbonio no sensibilmente aumentate e la loro crescita non si arresta. Gli (CO2), il metano (CH4) e l’ossido di diazoto (N2O). ultimi trent’anni hanno registrato un incremento del 70 % (figura 2). temperature – è dimostrato dalle misurazioni condotte Negli ultimi 150 anni la presenza di CO2 in atmosfera è aumentata I gas serra riflettono parte della radiazione infrarossa emessa di oltre un terzo, da 280 a 379 ppm. L’analisi delle carote di ghiac- in ogni parte del globo. La causa principale dei cam dalla superficie terrestre in seguito al riscaldamento dovuto ai cio conferma che questa concentrazione atmosferica registrata biamenti climatici è da ricondurre alle attività umane. raggi solari. Questo fenomeno naturale, definito “effetto serra”, ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 650.000 anni. Le emissio- consente il riscaldamento dell’atmosfera e della superficie terre- ni si originano per circa i 2/3 dai trasporti, dall’energia, dall’indu- I ricercatori possono ipotizzare i potenziali sviluppi stre (figura 1) ed è il fenomeno che ha consentito lo sviluppo del stria e dalle necessità domestiche; il terzo rimanente proviene futuri grazie all’ausilio di modelli climatici e dei cosid genere umano sulla Terra. Senza vapore acqueo nell’atmosfera la dalle attività agricole e forestali (figura 2). detti “scenari”. Confrontando i vari scenari finora elaborati si calcola un aumento rapido delle tempera ture compreso tra 1,8 e 4 gradi centigradi entro la fine 01 del secolo. Rispetto ad altre aree del pianeta, le Alpi sembrano essere maggiormente colpite dal fenomeno stra top aus del riscaldamento. Negli ultimi 100 anni si è registrato nto a me –10 gia ºC un aumento di temperatura di 2 gradi centigradi: m) g irraggiamento irra are – es s i 40 k l infrarosso so gi rifl a zio 236 W/m2 rag llo s p il doppiodella media europea. I ricercatori dell’EURAC ra (⁓ ne 2 /m 6W osfe stimano che entro il 2050 la temperatura media annuale 23 s t r at FIG s in Alto Adige aumenterà da 1,2 fino a 2,7 gradi centi e nz a a ga 2 01 Effetto serra. I raggi solari colpiscono s rr /m CH4 N 2O – 60 se 6 W gradi. Le precipitazioni invernali assumeranno sempre ºC la superficie terrestre che ne riflette 23 CO 2 H 2O (8 – sfera m) una parte come calore, sotto forma di tro più spesso carattere piovoso, a scapito delle nevicate. po 16 k irraggiamento infrarosso. Una parte 390 W/m2 pa o us trop a di questo irraggiamento viene intercetta- Inoltre si registrerà una maggiore intensità di eventi to nella tropopausa e riflesso nuova tu mente verso la Terra dai gas serra, che co rbo estremi, come siccità, forti precipitazioni, ondate di garantiscono in questo modo il riscalda- –18 ºC +15 ºC 11 nve lenz 0 W zi o n a + mento dell’atmosfera e della superficie /m 2 e calore, forti temporali. del pianeta.
CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // 14+15 Non tutte le emissioni sono antropogeniche. Alcuni fattori naturali influenzano le variazioni di concentrazione dei gas serra in atmo- tempo i mari surriscaldati, proprio come una bottiglia di acqua minerale lasciata al solleone, rilasciano nell’atmosfera CO2 e con- Sviluppi futuri vamente riducesse in modo drastico le emissioni nei prossimi decenni (figura 3, a sinistra). Lo scenario A1B si profila oggi come sfera, ad esempio le oscillazioni nell’attività del sole, le periodiche tribuiscono in questo modo al riscaldamento globale. Questo il più verosimile: un pianeta globalizzato, orientato alla crescita variazioni di inclinazione dell’asse terrestre (che rimandano alle circolo vizioso, una tendenza al riscaldamento che provoca effetti La scienza non può prevedere il futuro. Tuttavia, con l’ausilio dei economica, sul quale si faccia ricorso in modo equilibrato a sor- glaciazioni), oppure ancora le eruzioni vulcaniche. Tuttavia questi che inducono ulteriore riscaldamento, si chiama retroazione modelli climatici e dei cosiddetti “scenari”, i ricercatori possono genti di energia fossili e rinnovabili. In ogni caso, prendendo in fattori hanno un impatto minino, al di sotto di un terzo, sul totale positiva. ipotizzare sviluppi verosimili. Gli “scenari” corrispondono alla clas- considerazione tutti gli scenari proposti, il riscaldamento sembra delle emissioni. Prendendo in considerazione solamente le sor- sica analisi del genere “cosa succederebbe se…”. Nel caso dei inevitabile, con un aumento delle temperature entro la fine del se- genti naturali, ad esempio una diminuita attività solare, gli ultimi Un fenomeno analogo si osserva sulle superfici innevate e ghiac- cambiamenti climatici, il “se” dipende fortemente dalle supposizio- colo oscillante tra +1,8 e +4 gradi centigradi. trent’anni avrebbero dovuto riservare alla Terra addirittura un ab- ciate, sulle vette delle montagne o ai poli. Neve e ghiaccio ni circa le future emissioni di gas serra di origine antropica. Il Co- bassamento delle temperature. riflettono direttamente i raggi del sole e contrastano in questo mitato intergovernativo per i cambiamenti climatici ha elaborato modo un rapido riscaldamento, ragion per cui nevai e ghiacciai quattro famiglie di scenari (figura 3). Le Alpi e l’Alto Adige I cambiamenti climatici non sono una speculazione. Le misurazio- vengono chiamati anche la “crema solare” della Terra. Se si sciol- Nel primo caso (A), grazie a sviluppi tecnologici innovativi, verso ni effettuate a livello globale dimostrano l’aumento dei gas serra e gono per effetto del riscaldamento globale, le radiazioni solari la metà del XXI secolo il consumo di risorse fossili diminuirà. Gli Rispetto ad altre aree del pianeta, le Alpi sono fortemente interes- delle temperature. Anche le fonti dei gas serra sono documentate. colpiscono direttamente la terra o gli specchi d’acqua; entrambi scenari raccolti sotto la lettera B vedono come base un cambia- sate dal fenomeno del riscaldamento globale. Rispetto alla media Per nostra fortuna, oltre la metà delle emissioni di origine umana questi elementi si surriscaldano velocemente per il loro colore più mento di rotta del pianeta verso stili di vita più ecologici, con una europea, l’aumento delle temperature negli ultimi cento anni è sta- non rimane nell’atmosfera, ma viene assorbita dagli organismi scuro. E così le temperature dell’atmosfera aumentano ulterior- conseguente e repentina decrescita delle emissioni di gas serra al to doppio: +2 gradi centigradi (2). Le ragioni di questa particolarità che vivono nel mare e negli oceani e dalla vegetazione. Questi mente in seguito allo scioglimento dei ghiacci ai poli e alla diminu- di sotto dei livelli attuali. Gli scenari contrassegnati dalla lettera B ancora non sono del tutto chiare. Una delle spiegazioni potrebbe serbatoi naturali lasciano all’uomo un po’ di respiro. Allo stesso zione della copertura nevosa. mostrano come cambierebbe il riscaldamento se l’umanità effetti- ritrovarsi nella posizione delle Alpi, spartiacque tra il clima mediter- FIG FIG 03 Scenari di possibili sviluppi futuri delle emissioni di gas serra e delle tempera- ture globali. Sinistra: Scenari riguardanti lo sviluppo delle emissioni di origine 02 (A) Emissioni globali di gas serra di natura antropogenica; serie dal 1970 al antropica. Lo scenario A1B con una impennata delle emissioni entro la metà del 2004. (B) Percentuali dei singoli gas serra di origine antropica sul totale delle secolo viene oggi considerato il più probabile. Gli scenari B muovono invece emissioni dell’anno 2004 (CO2 equivalenti). (C) Percentuali di impatto dei singoli dall’ipotesi di una riduzione delle emissioni di circa la metà entro la fine del seco- settori di attività umana sul totale delle emissioni dell’anno 2004 (CO2 equivalenti). lo. Destra: Potenziale sviluppo delle temperature medie globali. Fonte: IPCC, Fonte: IPCC, 2007 (1) 2007 (1) 02 03 A B F-Gas Inviluppo Post-SRES (80 %) N2O 1,1 % 7,9 % 6 B1 49,0 CH4 50 180 44,7 14,3 % Post-SRES (max.) 6 A1T Emissioni di gas serra globali (totale CO2-equivalente/anno) 180 39,4 B2 Totale CO2-equivalente/anno 5 Riscaldamento globale della superficie terrestre (ºC) CO 2 originata dall’utilizzo 160 40 49,0 CO (Deforestazione, di combustibili fossili e A1B 35,6 50 2 5 44,7 decomposizione di altre fonti 160 39,4 biomasse etc.) 17,3 % 56,6 % 140 A2 28,7 4 30 40 35,6 A1FI 140 4 28,7 CO 2 (Altro) 120 Concentrazioni costanti al 2000 30 20 2,8 % 3 49,0 120 XX secolo 50 20 44,7 100 3 39,4 10 40 C 100 2 10 35,6 Rifiuti e scarichi 80 2,8 % 2 30 28,7 Attività forestali 80 0 0 17,4 % 1 1970 1980 1970 1990 1980 2000 1990 2004 2000 2004 60 20 Approvvigionamento A1FI 1 A1B A1T energetico 60 B2 B1 Agricoltura 40 25,9 % 0 10 13,5 % CO2 originata dall’utilizzo di combustibili fossili e altre fonti 40 0 CH4 originata da attività agricole, rifiuti e energia 20 0 Traffico Post-SRES (min.) -1 1970 1980 1990 2000 2004 CO2 derivata da deforestazione, decomposizione e torba 13,1 % 20 0 -1 1900 2000 2100 N2O originata da attività agricole Industria Edilizia abitativa e per attività 19,4 % produttive 0 2000 2100 1900 2000 2100 Gas F 7,9 % 2000 2100
CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // 16+17 raneo dell’Europa meridionale e il clima atlantico della Mitteleuro- • Luglio: “Il mese di luglio è spesso caratterizzato dalla presenza 05 pa. Infatti i mutamenti climatici non comportano solo un innalza- di numerosi temporali. Quest’anno entrerà negli annali grazie 15.0 mento delle temperature; tra le conseguenze si osserva anche alla intensità degli eventi che hanno spesso provocato danni Temperatura media annuale una traslazione delle zone climatiche verso nord. Le Alpi, e spe- sul territorio provinciale”. 14.5 Media 20 anni cialmente i versanti meridionali, risentirebbero in questo modo • Agosto: “Il mese di agosto 2009 è stato molto caldo e relativa- 14.0 'CLM_Ensemble_A1B_2050' maggiormente degli influssi del clima mediterraneo: estati calde e mente secco. Si posiziona al quinto posto per quanto riguarda Temperature annuali in ºC secche e inverni miti e umidi. Una ulteriore causa è da ricercarsi la temperatura nella serie storica di quasi novant’anni di osser- 13.5 'Aladin_Ensemble_A1B_2050' nella riduzione delle coperture nevose che comporta – analoga- vazioni a Bolzano”. 13.0 'CLM_Consortial_A1B' mente a quanto succede ai poli – una minore riflessione dei raggi 'REMO_UBA_A1B_2050' 12.5 solari e dunque un maggiore riscaldamento locale. Anche il 2010 ha riservato temperature da record: in giugno ci si è 'REMO_Ensemble_A1B_2050' attestati 3-5 gradi al di sopra della media del mese. 12.0 'RegCM_Ensemble_A1B_2050' Anche in Alto Adige l’innalzamento delle temperature è un dato di 11.5 'CLM_Consortial_B1_2050' fatto. A Bolzano la temperatura media è aumentata di circa 1,5 Rilevante per la salute pubblica è l’aumento delle temperature 'REMO_UBA_B1_2050' gradi centigradi negli ultimi trent’anni (figura 5). minime che corrispondono, quando sono al di sopra dei 20 gradi 11.0 Il 2009 è stato un anno particolare. Ecco cosa si legge nei Clima- centigradi, alle cosiddette “notti tropicali”. Il loro numero a Bolza- 10.5 report mensili dell’Ufficio idrografico della Provincia autonoma di no è cresciuto sensibilmente negli ultimi vent’anni. Mentre prima Bolzano: del 1995 se ne contavano solamente fino a cinque per anno, nel 10.0 1850 1875 1900 1925 1950 1975 2000 2025 2050 • Maggio: “A Bolzano si è rivelato addirittura il mese più caldo e 2010 si è giunti a quota 20 (si veda il capitolo sulla salute, pag. 80) siccitoso dall’inizio delle rilevazioni, con una media mensile di Per il presente studio i ricercatori dell’EURAC hanno analizzato 20,5 gradi, tipica del mese di giugno”. otto scenari climatici riguardanti l’Alto Adige. Inoltre, sono stati 06 • Giugno: “A Bolzano la media mensile è stata di 21,7 gradi, con collegati gli scenari regionali messi a punto nell’ambito del proget- uno scarto positivo rispetto ai valori di riferimento di 1,8 gradi”. to europeo ENSEMBLE (4) le simulazioni dei modelli CLM (5) e 1400 Precipitazioni annuali Totale delle precipitazioni annuali in mm 1200 Media 20 anni 'CLM_Ensemble_A1B_2050' 04 1000 'Aladin_Ensemble_A1B_2050' 'CLM_Consortial_A1B' 800 'REMO_UBA_A1B_2050' 'REMO_Ensemble_A1B_2050' 600 'RegCM_Ensemble_A1B_2050' 400 'CLM_Consortial_B1_2050' 'REMO_UBA_B1_2050' 200 0 1850 1875 1900 1925 1950 1975 2000 2025 2050 FIG 05 Riscaldamento a Bolzano. La curva mostra l’innalzamento delle temperature medie annuali negli ultimi 150 anni, a partire dal 1850. La curva grigia mostra i valori annuali, la curva blu i valori medi ogni vent’anni. La base è il calcolo del riscaldamento dal 1961 al 1990 e le stime fino agli anni 2030-2050. Se ne deduce che il riscaldamento effettivo sembra rispecchiare la curva dello scenario più fosco (linea azzurra tratteggiata). Elaborazione EURAC basata su dati HISTALP (misurati, linea blu) e su diversi scenari climatici regionali. FIG 06 Precipitazioni a Bolzano. La curva grigia mostra il totale delle precipitazioni annuali negli ultimi 150 anni, a partire dal 1850. La curva blu mostra i valori ogni 04 Rispetto ad altre aree del pianeta, le Alpi sono fortemente interessate dal vent’anni. Le linee colorate e tratteggiate ipotizzano vari scenari futuri. La base fenomeno del riscaldamento globale. Rispetto alla media europea, l’aumento delle per queste stime sono i calcoli dei cambiamenti delle precipitazioni dal 1961 al temperature negli ultimi cento anni è stato doppio: +2 gradi centigradi. 1990 e le ipotesi di cambiamento dal 2030 al 2050. Elaborazione EURAC basata Foto: Thinkstock su dati HISTALP (misurati, linea blu) e su diversi scenari climatici regionali.
CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // 18+19 < 600 600 – 700 700 – 800 800 – 900 900 – 1000 1000 – 1100 1100 – 1200 1200 – 1300 1300 – 1400 1400 – 1500 1500 – 2000 > 2000 07 08 FIG 07 Bacino glaciale Vallée Blanche. Foto: Thinkstock 08 Precipitazioni medie nelle alpi dal 1971 al 2000. È evidente come l’Alto Adige figuri tra le regioni più secche. Fonte: Efthymiadis et al., 2007 (8). Elaborazione EURAC REMO (6) dell’Ufficio federale tedesco per l’ambiente (Deutsches Se ne conclude che nei prossimi 20-30 anni anche in Alto Adige si Il clima in Alto Adige da schermo contro le correnti umide e fanno dell’Alto Adi- ge una regione secca a confronto di altre aree alpine. In Umweltbundesamt) e anche i dati armonizzati raccolti sulle Alpi dovranno fare i conti con un considerevole riscaldamento. Le caratteristiche climatiche dell’Alto Adige sono strettamente modo particolare, la val Venosta, parti della Wipptal, gli nella banca dati HISTALP dell’Istituto centrale austriaco per la Il quadro è meno nitido se si guarda alle precipitazioni. È difficile determinate dalla morfologia montuosa del suolo. La quota altopiani del Salto, di Renon e l’alpe di Villandro, con pre- meterologia e la geodinamica (Zentralanstalt für Meteorologie und individuare tendenze di lungo periodo sia per quanto riguarda in del territorio provinciale varia dai 200 metri sul livello del mare cipitazioni nettamente al di sotto dei 600 mm annui, si Geodynamik) (2). generale le Alpi, sia nel caso specifico dell’Alto Adige. Gli scenari della Bassa atesina ai quasi 4000 dell’Ortles. Dal punto di contano tra le regioni più secche di tutte le Alpi. Le mag- riguardanti gli sviluppi futuri non sono di maggiore aiuto. vista meteorologico ne derivano tre considerazioni di rilievo. giori precipitazioni si registrano nei pressi del confine set- Sulla base di queste stime, in caso di scenario A1B (che fa riferi- Tuttavia il riscaldamento lascia presagire che le precipitazioni tentrionale (figura 6). mento a ulteriori sviluppi delle tecnologie) ci sarebbe da aspettar- invernali si trasformeranno facilmente da carattere nevoso a pio- 1) Sul territorio montuoso dell’Alto Adige le temperature si 3) Le elevate creste montuose determinano due particolari si un aumento delle temperatura variabile da +1,4 a +2,7 gradi voso. abbassano all’aumentare della quota, mentre le precipita- fenomeni: il föhn (favonio), il vento che porta con sé aria centigradi tra l’intervallo 1961-1990 e il ventennio 2030-2050. In Oltre ai cambiamenti climatici di lungo periodo, si deve considera- zioni si intensificano. In provincia convivono fasce climati- asciutta, e lo stau che, quando si registra bassa pressio- caso di scenario B1 (sviluppo in senso ecologico) l’aumento si re che sono destinati ad aumentare gli eventi estremi. Ciò signifi- che piuttosto diverse: dal fondovalle della valle dell’Adige, ne sul golfo di Genova o sull’Adriatico, comporta consi- assesterebbe sui 1,2 gradi (figura 5). È interessante osservare ca anni e mesi più “estremi”, ma significa soprattutto un maggior contraddistinto da un clima temperato e caldo con tempe- stenti precipitazioni. come negli ultimi trent’anni la tendenza sembri confermare lo sce- numero di giornate di calura e di precipitazioni estreme. Queste rature medie estive sopra i 20 gradi centigradi e inverni nario più fosco. Per l’intervallo 2030-2050 ciò significherebbe per stime si fondano sull’ipotesi che il riscaldamento provochi un au- miti, fino alle nevi perenni dei ghiacciai alpini, passando Fonte: Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche Bolzano un’impennata della temperatura media annuale a 13,7 mento delle giornate estive più calde e, di conseguenza, un mag- per un clima freddo oltre i 2000 metri. della Provincia autonoma di Bolzano (7). gradi centigradi (sopra tutti gli scenari A1B) e nel caso più estre- gior numero di precipitazioni convettive che provocano i forti tem- 2) L’Alto Adige si situa nel cuore delle Alpi, con la cresta mon- mo a 14,5 gradi (scenario CLM_Ensemble_A1B). Nel 2003, solo porali. Questa ipotesi tuttavia non può essere dimostrata che tuosa principale a nord, i gruppi del Cevedale e dell’Ada- per avere un termine di paragone, la temperatura media annuale parzialmente dal punto di vista statistico e non può essere piena- mello a ovest e le Dolomiti a est. Queste catene fungono è stata di 13,3 gradi. mente supportata dai modelli climatici.
CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 1 // CAMBIAMENTI CLIMATICI // 20+21 Telerilevamento Nell’ambito del progetto “Cambiamenti climatici in Alto Adige – di di trarre conclusioni sui possibili effetti dei cambiamenti climatici. vosa a quote tra i 1000 e i 2000 m è stata di circa 50 giorni più 180 quanto siamo sensibili?” l’Istituto per il Telerilevamento Oltre a facilitare l’osservazione diretta della neve e della vegeta- breve rispetto all’inverno 2008-2009, molto più nevoso. Persino a 2000 Applicato dell’EURAC ha messo a punto un sistema per monitora- zione, questi dati vengono utilizzati anche in collaborazione con quote comprese tra i 2600 e i 2800 m la differenza é stata di ben 170 2001 re le variazioni del manto nevoso e le fasi di sviluppo della vegeta- l’Istituto per l’Ambiente Alpino dell’EURAC al fine di incrementare 20 giorni. 2002 160 zione attraverso le immagini satellitari. I dati elaborati dai ricerca- l’accuratezza dei modelli idrologici. 2003 SOS (DOY) tori provengono dal sensore americano MODIS montatoa bordo 150 250 2004 dei satelliti TERRA e AQUA che orbitano attorno alla Terra. Questi Neve 140 2005 dati vengono captati più volte al giorno dall’antenna di ricezione 200 130 2006 dell’EURAC installata sul Corno del Renon, da dove raggiungono La neve reagisce in maniera molto sensibile agli eventi atmosferi- 2007 le postazioni di calcolo. ci. Sono stati analizzati quattro parametri grazie al supporto dei 120 150 SCD [d] dati MODIS: 110 2008 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300 • copertura nevosa quotidiana 2009 100 Elevation (m.a.s.l.) • quota minima delle precipitazioni nevose 05 • curve di scioglimento della neve 50 • durata della copertura nevosa per ogni inverno 200 2000 0 190 2001 Per determinare la copertura nevosa quotidiana i ricercatori hanno 400 –
impatti 22+23 dei cambia menti climatici 2 Marc Zebisch Georg Niedrist
CAPITOLO 2 // IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 2 // IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI // 24+25 Impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulla società In sintesi, i cambiamenti climatici analizzati più diffusamente nel guenze, variazioni del bilancio idrico, diminuzione della copertura precedente capitolo possono essere condensati nei seguenti nevosa e della superficie dei ghiacciai e l’aumentato rischio di elementi: calamità naturali, quali frane e alluvioni, oltre a modificazioni nel mondo vegetale e nella biodiversità dell’area. Queste sono le • aumento della concentrazione di CO2 con dirette conseguenze ripercussioni che verranno analizzate in questo rapporto. In questo capitolo sulla flora; • aumento delle temperature, sia quelle medie, sia quelle Proprio nelle regioni montuose come l’Alto Adige, la società e tutte le sue attività, quali il turismo, l’agricoltura, e la selvicoltura, estreme; sono legate strettamente al territorio. Qualora le condizioni Nelle regioni montuose come l’Alto Adige la società e • mutamenti nella distribuzione delle precipitazioni: ambientali dovessero cambiare a causa dei cambiamenti climatici, -- in inverno: più pioggia, meno neve le ripercussioni indirette su tutte le attività umane e sui settori tutte le sue attività, quali il turismo, l’agricoltura, la -- maggiore frequenza di precipitazioni intense economici sarebbero inevitabili. Inoltre l’uomo e la sua salute -- irregolarità: siccità prolungate alternate a fenomeni di sono minacciati dalle mutazioni del clima, per la vulnerabilità al selvicoltura e lo sfruttamento delle acque, dipendono precipitazione estrema, sia nell’arco di uno stesso anno, calore: basti ricordare i 30.000 morti in Europa collegati alla calda in misura sostanziale dal territorio. Qualora le condizioni sia in intervalli di più anni estate del 2003 (si veda il capitolo dedicato alla salute, pag. 80). -- possibile (ma incerta) riduzione delle precipitazioni estive. Nei capitoli a seguire analizzeremo le possibili conseguenze dei ambientali dovessero mutare a causa dei cambia cambiamenti climatici in Alto Adige suddividendole per singoli am- Questi elementi hanno una influenza diretta sull’ambiente delle biti di attività, avendo cura di elencare anche le strategie di adatta- menti climatici, le ripercussioni indirette su tutte le attivi regioni alpine come l’Alto Adige e comportano, tra le altre conse- mento già avviate e quelle che ancora si potrebbero adottare. tà umane e sui settori economici sarebbero inevitabili. Nella letteratura scientifica, la suscettibilità di un settore rispetto ai mutamenti del clima viene definita con l’espressione “vulnerabilità”. In questo capitolo analiz zeremo le potenziali conseguenze dei cambiamenti climatici sulla gestione delle risorse idriche e sulla bio diversità, ma anche, a titolo esemplificativo, su alcuni settori economici. Forniremo inoltre una chiara definizio ne di concetti specifici quali la capacità di adattamento e le opzioni di adattamento. Certo, a fianco delle strategie di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, la tutela del clima, con le varie modalità di riduzione dei gas serra, gioca un ruolo fondamentale. In questo capitolo forniremo brevemente qualche esempio, ma ci concentreremo essenzialmente sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, all’insegna del motto: “Contrastare il contrastabile e prepararsi all’incontrastabile”.
Ambiente Società Aumento temperatura Meno neve in inverno Più precipitazioni piovose Aumento concentrazione CO2 Scioglimento dei ghiacciai Più precipitazioni Innalzamento limite intense Scongelamento della neve. Meno neve. del permafrost Turismo invernale Aumentato pericolo Riduzione della garanzia di inne- di frane e caduta massi vamento naturale. Turismo estivo Conseguenze importanti per le località sotto i 1650-1800 m. Più evaporazione In generale le condizioni per il turismo estivo potrebbero migli- orare. In alta montagna ci potrà essere un aumento del pericolo di frane e caduta di massi Selvicoltura – Tutela dei boschi Danni diretti per l’intensificazione della siccità o indiretti causati dai parassiti. Boschi di abete particolarmente vulne- rabili. Meno acqua in estate, Possibile un progressivo innalzamento del confine boschivo. più acqua in inverno Gestione delle risorse idriche Energia Alto fabbisogno (agricoltura, turis- In estate si riduce leggermente mo) + risorse idriche in calo > Meno la quantità d’acqua destinata al- acqua in primavera, estate, autun- la produzione di energia idroe- no, più acqua in inverno. lettrica. Ambiti particolarmente interessati: Potenziale di conflitto con altri acque superficiali. impieghi dell’acqua (agricoltu- Potrebbe diminuire la qualità ra, pesca, turismo). Agricoltura Modificazione nella varietà dell’acqua dei bacini superficiali. delle specie Effetti rilevanti per territori che Frutticoltura e viticoltura possi- ricevono acqua dai nostri bacini bili anche a quote più alte. Più frane (Veneto). Cresce il fabbisogno di acqua per irrigare ma parallelamente si riduce la disponibilità Stagioni di crescita Hochwasser d’acqua. più lunghe Pascoli: pericolo di danni dovuti Esondazioni alla siccità. Aumenta il pericolo di danni causati da organismi nocivi. Danni causati da organismi nocivi e siccità Insediamenti e infrastrutture Salute Si ampliano insediamenti e infra- Peggioramento della salute per la strutture, aumentano i rischi per calura e pericolo di diffusione di FIG eventi climatici estremi: frane, malattie veicolate da zecche e caduta massi, alluvioni. zanzare. Impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulla società
CAPITOLO 2 // IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 2 // IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI // 28+29 Impatti diretti Acqua Nota introduttiva: si descriveranno qui le dirette conseguenze dei cambiamenti sfera attraverso la traspirazione delle piante o attraverso l’evapo- Nel complesso equilibrio di precipitazioni, deflusso ed evaporazio- a favore di quelle a carattere piovoso, con conseguente climatici sul ciclo idrologico. Il valore delle risorse idriche per i singoli settori, dallo razione dei corpi in superficie. Il trasferimento che avviene in que- ne, i cambiamenti climatici possono inserirsi con queste principali riduzione dell’effetto-serbatoio dei nevai. sfruttamento a fini idroelettrici all’agricoltura, passando per selvicoltura e turismo, ste due forme è chiamato evapotraspirazione. conseguenze: Nel complesso, si stima un aumento delle risorse idriche in inver- verrà esposto in dettaglio nei rispettivi capitoli dedicati. no e una contrazione in estate. Questa tendenza trova conferma L’evapotraspirazione è particolarmente sensibile alle diverse tem- • cambiamento delle precipitazioni, con una lieve tendenza alla nei modelli riguardanti la regione alpina e, nello specifico, l’Alto I cambiamenti climatici influenzano direttamente pressoché tutti perature e agli sviluppi della vegetazione; ne consegue che l’im- riduzione delle precipitazioni estive (si veda il capitolo sui Adige (figura 2). gli elementi del ciclo idrologico. Il ciclo dell’acqua comincia con la patto dei cambiamenti climatici in questo contesto sarà evidente. cambiamenti climatici in Alto Adige, pag. 10); precipitazione al suolo in forma di pioggia o neve; la maggior par- I modelli dell’Ufficio idrografico della Provincia autonoma di Bolza- • aumento della evaporazione, specialmente in estate a causa te scorre via direttamente in superficie o sottosuolo e raggiunge no calcolano che ad oggi circa il 30 % delle precipitazioni in Alto delle alte temperature; Neve e ghiaccio prima o poi i corpi idrici in superficie oppure le falde freatiche. Adige vada perso in evaporazione. La percentuale si eleva al 50 % • minore deflusso diretto in estate, maggiore deflusso diretto in Tra le conseguenze dirette del riscaldamento dell’atmosfera si Specialmente in estate una quantità significativa ritorna in atmo- nei mesi estivi (figura 1). inverno a causa della contrazione delle precipitazioni nevose conta la contrazione delle precipitazioni nevose in inverno, a van- FIG 02 Possibili cambiamenti del deflusso fino alla fine del XXI secolo sulla base della elaborazione del modello CLM-UBA, scenario A1B. Elaborazione EURAC. La diminuzione del deflusso in estate sulle Alpi a causa di un minore contributo dato dallo scioglimento delle nevi è chiaramente riconoscibile; in Alto Adige si calcola una riduzione del 41,7 %. In inverno, al contrario, si apprezza un aumento legato alle piogge più intense; un aumento che in Alto Adige raggiunge il 135 %. In prima- vera e in autunno il deflusso è in lieve diminuzione. 02 FIG 01 Precipitazioni (blu), evaporazione (grigio) e deflusso (azzurro) in Alto Adige. Le precipitazioni maggiori sono concentrate in estate e nel tardo autunno; primavera ST: – 5,5 % estate ST: – 41,7 % in estatecirca la metà va persa in evaporazione. Fonte: Ufficio idrografico della Provincia autonoma di Bolzano. 01 1000 800 autunno ST: – 0,6 % inverno ST: + 135,1 % 600 Mio. m³ 400 200 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic precipitazione evapotraspirazione deflusso – 100 – 80 – 60 – 40 – 20 –5 5 20 40 60 80 100 >150 %
CAPITOLO 2 // IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI // CAPITOLO 2 // IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI // 30+31 Bilancio di massa cumulativo % media della estensione dei ghiacciai nell’intervallo 1971-1990 30.000 mm 100 20.000 taggio delle piogge; le nevicate inoltre arriveranno sempre più Bianca, il primo a essere monitorato fin dal 1961, si è registrata 80 tardi, lo scioglimento comincerà prima e nel complesso la durata una riduzione del volume dalla prima rilevazione pari al 70 % 10.000 della copertura nevosa sarà sensibilmente più breve. Questo fe- (figure 4 e 5). 0 nomeno accomunerà tutto l’emisfero boreale. Vari modelli climati- 60 ci stimano che entro la fine del XXI secolo sulle Alpi la riduzione Oltre alla perdita paesaggistica, il ritiro di un ghiacciaio è di consi- -10.000 della copertura nevosa potrà ridursi anche di 60 giorni in meno derevole rilevanza per il bilancio idrico del territorio. Ad esempio, -20.000 all’anno (figura 3). I ricercatori dell’Istituto per il Telerilevamento le valli laterali della val Venosta attingono una porzione non tra- 40 Applicato dell’EURAC hanno messo a punto dei sistemi per moni- scurabile delle proprie risorse idriche dalle acque di scioglimento -30.000 torare la copertura nevosa in Alto Adige grazie alla tecnologia dei ghiacciai. Fino a che le loro dimensioni saranno sufficiente- -40.000 satellitare (pag. 21). mente ampie, il riscaldamento ambientale potrebbe addirittura 20 Dal 1850 ad oggi i ghiacciai alpini hanno visto la loro massa ridur- aumentare le risorse idriche poiché lo scioglimento sarà accelera- -50.000 si di circa la metà e la loro ritirata è inesorabile a fronte del riscal- to; tuttavia, non appena i ghiacciai avranno raggiunto volumi trop- -60.000 0 damento generale: nell’intervallo 1975-2000 si è calcolata una po modesti (previsione che in Alto Adige già è realtà), lo sciogli- 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 0°C 1 2 3 4 5 perdita di massa pari a un quarto, tra il 2000 e il 2007 si è sciolto mento diminuirà, con una conseguente contrazione della quantità un ulteriore 10 %. La calda estate del 2003 ha provocato in media di acqua a disposizione. Storglaciaeren (SE) Nigardsbreen (NO) la perdita di tre metri di ghiaccio, quattro volte la normale media Aalfotbreen (NO) Hofsjokull (IS) intera Europa Germania estiva. E le previsioni sono sempre più fosche: gli scenari climatici stimano che nel 2050 sulle Alpi sopravvivrà solo un 30-60 % Permafrost Careser (IT) Saint Sorlin (FR) Gries (CH) Sarennes (FR) Austria Francia Italia Svizzera dell’estensione dei ghiacciai attuali. Il permafrost, o permagelo, è una parte di terreno, detriti o rocce Hintereis (AT) Austre Broeggerbreen (NO) I ghiacciai dell’Alto Adige sono di dimensioni contenute e per que- permanentemente ghiacciata, ovvero che permane per almeno sto ancora più vulnerabili ai cambiamenti climatici. L’Ufficio due anni consecutivi al di sotto di 0 gradi centigradi. Il permafrost Vernagt (AT) Maladeta (ES) idrografico della Provincia autonoma di Bolzano ha svolto indagini si trova sulle Alpi ad alta quota, in Alto Adige generalmente al di in particolare sui ghiacciai di Fontana Bianca, Vedretta Lunga, sopra dei 2200 metri e permette di stabilizzare i ripidi pendii. Poi- Vedretta di Ries Occidentale e Malavalle, evidenziando in tutti una ché sulle Alpi ampie porzioni di permafrost già sono vicine al pun- Volume del ghiacciaio di Fontana Bianca tendenza al ritiro. Nel caso specifico del ghiacciaio di Fontana to di scongelamento, la loro suscettibilità rispetto ai cambiamenti 106m3we 25 03 – 60 20 – 50 – 40 15 – 30 – 20 – 10 10 5 0 1961/62 1991/92 1992/93 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 2008/09 04 05 FIG 04 Sinistra: Ritiro dei ghiacciai in Europa (Bilancio di massa). Solo due ghiacciai norvegesi hanno visto aumentare le loro dimensioni a causa di precipitazioni più intense. Tutti gli altri hanno registrato drammatici ritiri. Fonte: Zemp et al. (2). A destra: Stima delle variazioni della copertura dei ghiacciai alpini in relazione FIG all’aumento delle temperature. Fonte: World Glacier Monitoring Service (3) 05 Variazioni di volume del ghiacciaio di Fontana Bianca. In rosso sono segna 03 Proiezione che stima la riduzione dei giorni di copertura nevosa in Europa fino late le misurazioni effettuate con georadar; in verde i dati ricostruiti su base alla fine del secolo (cambiamento apprezzabile confrontando gli intervalli 1961- cartografica. Fonte: Ufficio Idrogeologico Provincia autonoma di Bolzano, 1990 e 2071-2100). Fonte: Jylhä, K, et al. (1) Glacierreport (4)
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