CAMBIAMENTI CLIMATICI - Cause Naturali e Antropogeniche - Energia Ecologia Economia ...
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Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CAMBIAMENTI CLIMATICI Cause Naturali e Antropogeniche Sergio Ligasacchi Un ringraziamento particolare a Bernardino Billi , Mario Cioni e Giancosimo Grazzini per il prezioso supporto fornito nella preparazione del documento. Pisa, 7 Febbraio 2018 1
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Introduzione • Il biossido di carbonio (CO2) è un potente gas serra, responsabile dell’intrappolamento della radiazione ad onda lunga (infrarossa) e che assicura l’abitabilità della Terra. Variazioni nella sua concentrazione sono considerate importanti per controllare l’evoluzione del clima del nostro pianeta su scala geologica (da centinaia di migliaia a milioni di anni). • Tuttavia l’evoluzione del clima non è solo forzata dalla concentrazione di CO2. Lo stesso fanno i movimenti tettonici che modificano la posizione dei continenti, le variazioni nella vegetazione e nell’estensione dei ghiacci modificando l’albedo (riflettività) della Terra, la luminosità del Sole che nella sua evoluzione stellare continua ad aumentare col passare del tempo. • Ultimamente un’altra potente forza si è sommata a quelle naturali: l’uomo, che ha imparato ad usare le energie fossili, ha modificato sensibilmente la concentrazione di CO2 nell’aria andando a modificare il Clima. Pisa, 7 Febbraio 2018 2
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (1) Fonte: CO2-forced climate thresholds during the Phanerozoic, Dana L. Royer, ScienceDirect 2005 • La corrispondenza fra la concentrazione di CO2 e le temperature superficiali mediate globali nel recente passato suggerisce che questo accoppiamento possa essere molto antico. • In questo lavoro del 2005, pubblicato su ScienceDirect, Dana L. Royer, del Department of Earth and Environmental Sciences, Wesleyan University, Middletown CT USA ha comparato 490 record pubblicati di proxy della CO2, che vanno dall’Ordoviciano al Neogene con registrazioni di eventi freddi globali per valutare la forza dell’accoppiamento CO2 -temperatura durante l’Eone Fanerozoico (gli ultimi 542 milioni di anni). • Riguardo alla temperatura, la misura più robusta della temperatura globale per periodi anteriori al Pleistocene (2,28 Ma-11.700 anni fa) è la presenza o assenza di grandi distese continentali di ghiaccio, perché è difficile concepire grandi volumi di ghiacci che coesistano con temperature globalmente alte. Indicatori diretti di glaciazione continentale comunemente preservate nelle rocce includono superfici rocciose abrase, chattermark (piccole fratture rotonde sulle rocce), tilliti (rocce depositate da un ghiacciaio), e proxy di temperatura bentonica (es. δ18O). Pisa, 7 Febbraio 2018 3
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (2) Fonte: en.wikipedia.org/wiki/Proxy_(climate) • Nello studio dei climi del passato i proxy del clima sono caratteristiche fisiche conservate del passato che consentono agli scienziati di ricostruire le condizioni climatiche su una frazione più lunga della storia della Terra. • Esempi di proxy includono carote di ghiaccio, anelli degli alberi, pollini sub-fossili, pozzi trivellati per temperature fossili, coralli, sedimenti lacustri e oceanici, foglie e speleo temi di carbonati (stalattiti, stalagmiti ecc.). Il tipo di deposizione o il tasso di crescita dei materiali depositati è stato influenzato dalle condizioni climatiche nelle condizioni in cui si sono stabiliti o cresciuti. • Tracce chimiche prodotte da cambiamenti climatici, come quantità di particolari isotopi, possono essere recuperate dai proxy. Alcuni proxy, come le bolle di gas intrappolate nel ghiaccio, consentono di recuperare e misurare direttamente le tracce dell’antica atmosfera per fornire una storia di fluttuazioni nella composizione dell’atmosfera terrestre. • Per produrre i risultati più precisi, è necessaria una verifica incrociata sistematica tra gli indicatori proxy per la precisione nelle letture e nella conservazione dei registri. Pisa, 7 Febbraio 2018 4
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (3) C – Cambriano da 542 Ma O – Ordoviciano da 485 Ma S – Siluriano da 444 Ma D – Devoniano da 419 Ma Carb – Carbonifero da 359 Ma P – Permiano da 299 Ma Tr –Triassico da 252 Ma J – Giurassico da201 Ma K – Cretaceo da 100 Ma Pg – Paleogene da 64 Ma Ng – Neogene da 23 Ma _______________________ Stomata – Stomi delle foglie Liverworts - Epatofite Figura 1 - CO2 atmosferica nel corso del Fanerozoico. (A)- Distribuzione temporale dei record dei proxy della CO2, espressi in blocchi di 10 Ma. (B)- Record proxy della CO2 categorizzati per metodo. Gli errori nelle stime della CO2 e dell’età sono fornite quando disponibili. Pisa, 7 Febbraio 2018 5
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (4) • Viene riportata la comparazione fra le più affidabili predizioni del modello geochimico GEOCARB III (Berner and Kothavala, 2001) con una rappresentazione smorzata dei dati proxy, trattati in modo da poterli comparare alla stessa scala temporale di 10 milioni di anni (Ma). • I valori di CO2, soprattutto nella parte sinistra del grafico, sono elevatissimi rispetto ai nostri giorni. Va ricordato che a quei tempi la luminosità del Sole era più debole Figura 1 - CO2 atmosferica nel corso del del 5% circa rispetto ad ora. Fanerozoico. (D)- Comparazione con le • Il grafico successivo infatti mostra che il migliori ipotesi di predizione di GEOCARB III Forcing radiativo, dovuto all’effetto (linea tratteggiata) con una rappresentazione smorzata dei record di proxy (linea piena) combinato del Sole e della CO2, all’inizio del regressione localmente pesata [LOESS]. Cambriano era analogo a quello pre- industriale. Pisa, 7 Febbraio 2018 6
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (5) • Se GEOCARB e i proxy della CO2 sono usati per calcolare il forcing radiativo (Fig. 2) lo stesso andamento della Fig. 1 rimane: il forcing radiativo è il medesimo o più debole rispetto alle condizioni pre-industriali solo durante i due intervalli di glaciazione diffusa e di lunga durata, il Permo-Carbonifero e il tardo Cenozoico (26 - 2 Ma) (Fig. 2). • La differenza principale fra il forcing radiativo di Fig. 2 e l’andamento della Figura 2 -Forcing radiativo lungo il Fanerozoico. Il Forcing CO2 (Fig. 1) è che il forcing radiativo è radiativo è derivato secondo il protocollo di Crowley (2000a) relativamente basso durante il primo e l’espressione di Myhre et al. (1998) per la CO2. L’irraggiamento solare aumenta linearmente a partire dal Paleozoico (dal Cambriano al 94,5% del valore attuale. I valori sono espressi relativamente Permiano) a causa di una più debole alle condizioni preindustriali (CO2 =280 ppm, irraggiamento solare 342 W/m2) Le bande scure corrispondono a periodi costante solare (radiazione media) a con forte evidenza di ghiacci geograficamente diffusi. quel tempo. Pisa, 7 Febbraio 2018 7
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (6) • La più lunga ed estesa glaciazione del Fanerozoico è avvenuta durante il Carbonifero ed il Permiano, nel periodo in cui l’Antartide e l’Australia sono passati attraverso il Polo Sud. Questo intervallo freddo corrisponde a livelli molto bassi di CO2 atmosferica. • E’ interessante notare che la CO2 può essere rimasta a livelli inferiori a 500 ppm per 10-15 Ma prima dello stabilirsi di ghiacci permanenti. • Tra le due fasi la copertura di CO2 è scarsa, ma Figura 3- Record di CO2 e temperatura per (A) da un periodo di CO2 elevata (1500 ppm) è tardo Ordoviciano a primo Triassico 460-240 evidente alla fine di questa fase interglaciale. Ma). I record di CO2 derivano dalla Fig. 1B. Periodi freddi con forte evidenza di ghiacci diffusi sono • In concomitanza con l’inizio della seconda fase evidenziati con bande scure. Periodi da freschi a glaciale la CO2 scende rapidamente sotto 500 freddi, con evidenze indirette ed equivoche della ppm e rimane a questi livelli per la durata presenza di ghiacci sono segnate con bande più della fase fredda. leggere. Pisa, 7 Febbraio 2018 8
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (7) • Al termine della fase glaciale (290 Ma) la Terra è passata ad uno stato fresco fino a 267 Ma. Durante la fase fresca la CO2 è rimasta sotto 500 ppm. Direttamente dopo il termine della fase fresca la CO2 è saltata a più di 1.000 ppm ed è rimasta alta fino al Triassico. • Questi andamenti sono ampiamente consistenti con un forte accoppiamento fra temperatura e CO2 : i livelli di CO2 erano alti prima e dopo la glaciazione Permo-Carbonifera e generalmente bassi durante l’evento. • Per periodi sufficientemente forniti di dati relativi alla CO2, i periodi più freddi sono associati a livelli di CO2 minori di 1000 ppm. • Una soglia più bassa di circa 500 ppm appare legata all’inizio di estese glaciazioni continentali, con una soglia probabilmente più alta nel Paleozoico (che va dal Cambriano al Permiano), a causa di una luminosità significativamente più bassa (4% circa) del Sole in quel periodo. Pisa, 7 Febbraio 2018 9
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (8) • In base ai dati che coprono il periodo fra il Giurassico e il Cretaceo, una soglia di CO2 inferiore ai 1.000 ppm sembra legata all’inizio di condizioni fresche non glaciali. • Sebbene non ci sia una evidenza definitiva dell’esistenza di ghiacci permanenti durante il Giurassico e il Cretaceo, Figura 3- Record di CO2 e temperatura per (B) da Giurassico a tardo Cretaceo (200-80Ma). I record di CO2 derivano dalla un’ampia varietà di proxy Fig. 1B. I periodi supportati solo da una debole evidenza sono alternativi di temperatura segnati con un punto di domanda. Le linee tratteggiate orizzontali a 1.000 e 500 ppm di CO2 rappresentano le soglie fornisce un caso convincente di proposte di CO2 per, rispettivamente, l’inizio di eventi accoppiamento fra CO2 e globalmente freschi, e di quelli pienamente glaciali. I periodi supportati solo da una debole evidenza sono segnati con un temperatura alla scala punto di domanda. temporale di milioni di anni. Pisa, 7 Febbraio 2018 10
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (9) • Multiple linee di evidenza puntano verso brevi raffreddamenti globali nel periodo di tempo 71,6-65,5 Ma. • Il primo evento è supportato da rapidi cambiamenti del livello dei mari e dai valori di isotopi proxy della temperatura contenuti in carbonati marini. • Negli ultimi 34 milioni di anni il livello di CO2 in atmosfera ha continuato a diminuire, con chiare evidenze di clima freddo con presenza di ghiacci estesi. Figura 4 - Registrazioni di CO2 e temperatura per il • Il periodo meglio documentato di periodo compreso fra il tardo Cretaceo e il tempo glaciazioni continentali è la glaciazione attuale (80-0 Ma). Il record della CO2 è derivato più recente, che è iniziata nel tardo dalla Fig. 1B. Eocene (34 Ma) e continua fino ai giorni nostri. Pisa, 7 Febbraio 2018 11
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (10) Conclusioni (1) • La CO2 atmosferica è positivamente correlata con le temperature superficiali globalmente mediate per la maggior parte del Fanerozoico. Questo andamento è stato precedentemente mostrato a livelli di scala temporale di 10 milioni di anni ed è dimostrato qui a risoluzione più fine(da 1 a 5 milioni di anni). • Nel Fanerozoico è stato individuato un numero crescente di periodi freschi, apparentemente non glaciali, caratterizzati dalla loro brevità (1-3 Ma). Significativamente, nessuno di questi periodi freschi è stato associato a livelli di CO2 superiori a 1000 ppm . Pisa, 7 Febbraio 2018 12
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Soglie Climatiche Forzate dalla CO2 durante il Fanerozoico (11) Conclusioni (2) • Molti fattori sono importanti nel controllo della temperatura media della superficie terrestre, inclusi la luminosità solare, l’albedo, la distribuzione dei continenti e la vegetazione, i parametri orbitali e gli altri gas-serra. • Il messaggio di questo studio non è che la CO2 sia sempre la forzante dominante; però, data la varietà di fattori che possono influenzare le temperature globali, è impressionante il fatto che un così coerente schema fra CO2 e Clima emerga per un gran numero di intervalli di tempo del Fanerozoico. • Questa corrispondenza indica che la CO2 può spiegare in parte l’andamento delle temperature mediate durante il Fanerozoico. Pisa, 7 Febbraio 2018 13
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Clima, CO2 e Temperatura nell’ultimo Periodo Glaciale (1) Fonte: NOAA Glacial-Interglacial Cycles • Nell’Emisfero Nord grandi distese di ghiaccio continentale e marino sono cresciute e si sono ritirate molte volte nel passato. • Noi chiamiamo i periodi caratterizzati da grandi distese di ghiacci “Periodi Glaciali o Glaciazioni” mentre https://www.ncdc.noaa.gov/sites/default/files/styles/full_page_width/public/North _Hemisphere_Ice_Cover_Summer.jpg?itok=8wmIV4d7 Comparison between chiamiamo i periodi senza grandi summer ice coverage from 18,000 years BP (see, for example, Peltier 1994) and modern day observations. Note that when more water is locked up in ice, more land distese di ghiaccio “Periodi is exposed due to lower sea levels Interglaciali”. • Il più recente periodo glaciale è intercorso fra circa 120.000 e 11.500 anni fa. Da allora la Terra si trova in un periodo interglaciale chiamato Olocene. • I periodi glaciali sono più freddi, polverosi e generalmente più asciutti rispetto ai periodi interglaciali. Questi cicli glaciali-interglaciali sono evidenti in molti depositi marini e terrestri in tutto il mondo. Pisa, 7 Febbraio 2018 14
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Clima, CO2 e Temperatura nell’ultimo Periodo Glaciale (2) Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Cicli_di_Milanković • Le variazioni dell’orbita terrestre nel tempo cambiano la quantità di radiazione solare che la Terra riceve in ogni stagione. I periodi interglaciali tendono a presentarsi durante periodi di più intensa radiazione solare nell’Emisfero Nord. Questi cicli Glaciali-Interglaciali sono apparsi lungo tutto il Periodo Quaternario (gli ultimi 2,6 milioni di anni). • In accordo con la teoria di Milanković, la Precessione degli Equinozi (dovuta allo spostamento dell’asse di rotazione a causa dell’attrazione esercitata dal Sole e dalla Luna sulla Terra e per la rotazione terrestre), la variazione nell'inclinazione dell’asse terrestre da 22,1° a 24,5° (Obliquità) e le variazioni dell‘Eccentricità dell’orbita descritta dalla Terra attorno al Sole (compresa fra un massimo di 0,054 e un minimo di 0,003) sono responsabili dei cicli di glaciazione in un’Era Glaciale, a causa delle variazioni della luce solare che irraggia la Terra in luoghi e tempi differenti, in particolare durante le estati alle alte latitudini. • Queste variazioni nell'orbita terrestre sono prevedibili conseguenze delle interazioni tra la Terra, la Luna e gli altri corpi celesti del sistema solare. Pisa, 7 Febbraio 2018 15
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Clima, CO2 e Temperatura nell’ultimo Periodo Glaciale (3) Questo grafico illustra le variazioni dei moti • I dati orbitali sono ricavati da terrestri e le risultanti variazioni nel flusso Quinn et al. (1991). Sono indicate di radiazione solare alle alte latitudini, oltre le principali frequenze per ognuno che i cicli di glaciazione osservati. dei tre tipi variazione. • Il grafico del forcing solare è derivato dall'insolazione al 1 luglio a 65° N, secondo il calcolatore di insolazione di Jonathan Levine. • I dati glaciali sono ricavati da Lisecky e Raymo (2005) e le barre grigie indicano i periodi interglaciali, qui definiti come deviazioni sulla media di 5.000 anni di entità di almeno 0,8 deviazioni standard sopra la https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/ca/V media. ariazioni_Milankovitch.png/350px-Variazioni_Milankovitch.png Pisa, 7 Febbraio 2018 16
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Clima, CO2 e Temperatura nell’ultimo Periodo Glaciale (4) Fonte: https://www.ncdc.noaa.gov/abrupt-climate-change/Glacial-Interglacial%20Cycles • I periodi interglaciali (vedi Fig. Dome Fuji Antarctica) tendono ad avvenire durante i periodi di picco della radiazione solare durante l’Estate nell’Emisfero Nord. • Tuttavia i periodi interglaciali completi avvengono, nel periodo considerato, solo ogni 5 picchi nel ciclo della Precessione. • La spiegazione completa di questa osservazione è ancora un’area attiva di https://www.ncdc.noaa.gov/sites/default/files/styles/716px_width/public/glacial- ricerca. interglacial.jpg?itok=19bwFcU9 Solar radiation varies smoothly through time (top, orange line) with a strong • Processi non lineari, come feedback cyclicity of ~23,000 years, as seen in this time series of July incoming solar radiation at 65°N (Berger and Loutre 1991(link is external)). In contrast, glacial–interglacial positivi fra i vari componenti del sistema cycles last ~100,000 years (middle, black line) and consist of stepwise cooling events followed by rapid warmings, as seen in this time series inferred from hydrogen climatico possono essere molto isotopes in the Dome Fuji ice core from Antarctica (Kawamura et al. 2007(link is external)). Atmospheric CO2 measured from bubbles in Dome Fuji ice (bottom, blue importanti nel determinare quando line) shows the same pattern as the temperature time series (Kawamura et al. 2007(link is external)). Yellow columns indicate interglacial periods avvengono i periodi Glaciali e interglaciali. Pisa, 7 Febbraio 2018 17
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Clima, CO2 e Temperatura nell’ultimo Periodo Glaciale (5) Fonte: https://www.ncdc.noaa.gov/abrupt-climate-change/Glacial-Interglacial%20Cycles • Le variazioni di temperatura in Antartide sono in fase con le variazioni della radiazione solare alle alte latitudini dell’Emisfero Nord, mentre i cambiamenti nella radiazione solare alle alte latitudini in Antartide sono effettivamente fuori fase con le variazioni della temperatura, così che i periodi più freddi nella più recente Era Glaciale sono avvenuti all’incirca nel periodo in cui la regione sperimentava un picco nell’insolazione locale. • Ciò significa che la crescita del manto glaciale nell’Emisfero Nord esercita un’importante influenza sul clima mondiale, a causa delle differenze di superfici occupate dalle terre emerse e dell’inerzia termica fra i due emisferi Nord e Sud. • Un ruolo rilevante nella variazione di CO2 in atmosfera viene giocato dal congelamento e scongelamento del permafrost quando i ghiacci continentali avanzano o si ritirano a causa della temperatura. Pisa, 7 Febbraio 2018 18
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Clip – Il Permafrost • Il Permafrost è suolo che resta congelato tutto l’anno. • In caso di riscaldamento il suolo si scioglie e i microbi degradano i resti vegetali e animali liberando CO2 e metano in atmosfera. • Il contenuto di carbonio organico nella regione che circonda il Polo Nord della Terra rappresenta attualmente quasi il doppio del carbonio presente in atmosfera. • Il rilascio di una sua frazione come gas serra è in grado di modificare il clima globale. Fonte: Le Scienze feb 2017 Previsioni sul permafrost di Ted Schuur Pisa, 7 Febbraio 2018 19
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Clima, CO2 e Temperatura nell’ultimo Periodo Glaciale (6) Fonte: https://www.ncdc.noaa.gov/abrupt-climate-change/Glacial-Interglacial%20Cycles • Diversi feedback positivi sono responsabili della variazione di temperatura globale. Uno è il feedback dell’albedo (riflettività) dei ghiacci. Un secondo feedback coinvolge la concentrazione di CO2 atmosferica. • Misure dirette dell’antica CO2 intrappolata nelle bolle nel ghiaccio mostrano che la quantità di CO2 atmosferica diminuisce durante i periodi glaciali, in parte a causa dell’aumento della CO2 immagazzinata nelle profondità degli oceani per l’aumento della sua solubilità, e anche a cambiamenti della miscelazione oceanica o ad attività biologica. • Bassi livelli di CO2 indeboliscono l’effetto serra atmosferico ed aiutano a mantenere temperature più basse. Il riscaldamento alla fine dei periodi glaciali libera CO2 dal permafrost nell’emisfero settentrionale e dall’oceano, rinforzando l’effetto serra atmosferico e contribuendo ad un ulteriore riscaldamento. Pisa, 7 Febbraio 2018 20
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Evoluzione della Temperatura Globale negli ultimi Due Milioni di Anni (1) Fonte: Evolution of global temperature over the past two million years, Carolyn W. Snyder, Nature 538, 226–228 (13 October 2016) • Un importante contributo alla comprensione dei meccanismi che causano l’inizio, la continuazione e la fine dei cicli glaciali e interglaciali è stato dato da Carolyn W. Snyder (Interdisciplinary Program in Environment and Resources, Stanford University, Stanford California, USA) con la sua Lettera “Evolution of global temperature over the past two million years” pubblicata su Nature nell’ottobre 2016. • In questo lavoro Carolyn Snyder presenta una ricostruzione proxy spazialmente ponderata della temperatura globale negli ultimi 2 milioni anni stimata da un database multiproxy di oltre 20.000 punti di temperature superficiali marine. • Con la raccolta di migliaia di dati relativi alle temperature medie globali è stato possibile ricavare i fattori di correzione che consentono di ricavare la variazione della temperatura globale da quella misurata in Antartide e prevedere come reagirà il nostro pianeta all’aumento attuale dei gas serra. Pisa, 7 Febbraio 2018 21
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Evoluzione della Temperatura Globale negli ultimi Due Milioni di Anni (2) • La temperatura globale si è raffreddata gradualmente fino a circa 1,2 milioni di anni fa e il raffreddamento poi si è fermato fino al tempo presente. • Il trend di raffreddamento è probabilmente in stallo prima dell'inizio della transizione medio-pleistocene (781-126 Ka), e pre-data l'aumento della dimensione massima della copertura glaciale intorno a 0,9 milioni di anni fa. • Pertanto, il raffreddamento globale Figura 1 | Ricostruzione della temperatura media superficiale globale (GAST) negli ultimi 2 milioni di anni rispetto ad altri variabili potrebbe essere stato una condizione paleoclimatiche chiave. a, GAST (Global Average Surface Temperature) preliminare, ma probabilmente non è il solo come deviazione di temperatura (in °C) dal presente (media lungo 0-5 ka) in blu. b, ricostruzione del cambiamento di temperatura in Antartide meccanismo causale, per il passaggio a cicli (°C) in ciano. c, ricostruzione delle concentrazioni di CO2 atmosferica (ppm) in rosso. d, valori di isotopi di ossigeno del mare profondo, δ 18O glaciali di quasi-100.000 anni a metà della (‰), in grigio. In tutti i pannelli, le linee nere solide mostrano il mediano transizione del Pleistocene. stima e le aree a colori ombreggiate mostrano l'intervallo del 95%. In tutti i grafici, le linee nere mostrano il valore mediano stimato, mentre le aree colorate mostrano l’intervallo del 95% Pisa, 7 Febbraio 2018 22
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Evoluzione della Temperatura Globale negli ultimi Due Milioni di Anni (3) Figura 2 | Relazione delle variazioni nel GAST con le variazioni di temperatura in Antartide e del forcing radiativo dei GHG nel corso degli ultimi 800 mila anni. a, b, Ogni punto rappresenta le stime campionate random da simulazioni di GAST verso la temperatura antartica (a) e il forcing radiativo GHG (b) negli ultimi 800 mila anni. La linea nera tratteggiata mostra la mediana lineare stimata in °C per °C in a e in °C per W m-2 in b. La linea tratteggiata rossa mostra la mediana stimata quadratica in b. Pisa, 7 Febbraio 2018 23
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Evoluzione della Temperatura Globale negli ultimi Due Milioni di Anni (4) Conclusioni • Una comparazione della nuova ricostruzione della temperatura con la forzante radiativa dovuta ai gas serra stima una sensibilità del sistema Terra di 9 gradi Celsius (range da 7 a 13 gradi Celsius, intervallo di confidenza 95%) in media della temperatura media globale per un raddoppio di anidride carbonica atmosferica alla scala temporale di millenni. • Questo risultato suggerisce che la stabilizzazione ai livelli di gas serra di oggi può già impegnare la Terra per un eventuale riscaldamento globale di 5 gradi Celsius (intervallo da 3° a 7°C, intervallo di confidenza del 95%) nei prossimi millenni man mano che le distese glaciali, la vegetazione e la polvere atmosferica continueranno a rispondere al riscaldamento globale. Pisa, 7 Febbraio 2018 24
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (1) per gli Ultimi 11.300 Anni Fonte: A Reconstruction of Regional and Global Temperature for the Past 11.300 years. Shaun A. Marcott , Jeremy D. Shakun et al. (SCIENCE 8 March 2013) Gli autori: Shaun A. Marcott lavora presso il College of Earth, Ocean and Atmospheric Sciences, Oregon State University, Corvallis, OR, USA; Jeremy D. Shakun lavora presso il Department of Earth and Planetary Sciences, Harvard University, Cambridge MA, USA. • Porre il Clima attuale in una prospettiva storica aldilà delle registrazioni strumentali è importante per distinguere le influenze antropogeniche sul clima dalla variabilità naturale. • Le ricostruzioni pubblicate relative allo scorso millennio sono largamente basate sugli anelli degli alberi e possono sottostimare la variabilità a bassa frequenza (da multi centenaria a millenaria), mentre le registrazioni a risoluzione più bassa qui usate, basate su proxy degli ultimi 1500 anni sono molto adatte per la ricostruzione di cambiamenti a più lungo termine. Pisa, 7 Febbraio 2018 25
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (2) per gli Ultimi 11.300 Anni • Le 73 registrazioni di temperatura globalmente distribuite usate in questa analisi si basano su una varietà di proxy di temperature ed hanno risoluzioni di campionamento da 20 a 500 anni, con una risoluzione mediana di 120 anni. I record terrestri dominano le ricostruzioni dello scorso millennio, mentre i dati qui utilizzati in gran parte (80%) da archivi marini. • Per sviluppare un andamento globale relativo all’Olocene (riferita come ricostruzione Standard5x5) sono state usate medie 5°x5° (latitudine e longitudine) pesate per area, dei 73 record di dati. • Per comparare la ricostruzione Standard con la moderna climatologia, gli autori hanno allineato la media dell’andamento dell’intervallo 500-1450 anni BP (Before Present,) dove gli anni BP sono quelli anteriori al 1950 CE- Corrente Era, con la media dello stesso intervallo del Climate Research Unit error-in-variables globale (CRU-EIV), registrazione composita di temperatura che, a sua volta, è riferita alla media strumentale degli anni 1961-1990 CE. Pisa, 7 Febbraio 2018 26
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (3) per gli Ultimi 11.300 Anni CRU-EIV • La presente ricostruzione della Standard temperatura globale degli scorsi 1500 anni è indistinguibile entro l’intervallo di confidenza da quella effettuata da Mann et al. • Entrambe le ricostruzioni documentano un trend di raffreddamento da un intervallo caldo (~1500÷1000 anni BP) a un intervallo freddo (~500÷1000 anni BP) che è approssimativamente equivalente alla Piccola Era Glaciale (Fig. 1A) Fig. 1. Comparazione di diversi metodi e ricostruzione delle anomalie di temperatura globale. (A,B) temperatura raccolta globalmente per il calcolo della media 5°x5° pesata per area (linea rossa) col suo 1σ di incertezza (banda blu) e la temperatura media globale (Mann et al.) CRU-EIV (linea grigio scura) con la sua incertezza (banda grigio chiara).(I,J) Numero dei punti di controllo dell’età (cioè datazioni 14C) che limitano le serie temporali attraverso il tempo. Pisa, 7 Febbraio 2018 27
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (4) per gli Ultimi 11.300 Anni • La ricostruzione Standard5x5 mostra un Picco riscaldamento di 0,6°C dal primo Olocene (11.300 anni BP) fino ad un plateau di temperatura che si estende da 9.500 a 5.500 anni BP. Questo intervallo caldo è seguito da un lungo raffreddamento (0,7°C) da 5.500 fino a circa 100 anni BP-Before Present (Fig. 1B). • I siti extratropicali (pagina seguente) dell’Emisfero Nord (30°-90°N), in particolare nel settore Nord-Atlantico, contribuiscono alla maggioranza della variazione del segnale globale; le temperature in questa regione calano di circa 2°C da 7.000 anni BP fino a circa 100 anni BP. Fig. 1. Comparazione di diversi metodi e ricostruzione delle anomalie di temperatura globale. (A,B) temperatura raccolta globalmente per il calcolo della media 5°x5° pesata per area (linea rossa) col suo 1σ di incertezza (banda blu) e la temperatura media globale (Mann et al.) CRU-EIV (linea grigio scura) con la sua incertezza (banda grigio chiara).(I,J) Numero dei punti di controllo dell’età (cioè datazioni 14C) che limitano le serie temporali attraverso il tempo. Pisa, 7 Febbraio 2018 28
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (5) per gli Ultimi 11.300 Anni picco • Il raffreddamento particolarmente pronunciato dell’Emisfero Nord extratropicale indica un importante ruolo dell’insolazione estiva in quella regione, forse attraverso l’albedo delle nevi e dei ghiacci, e un feedback della vegetazione. • Un tale meccanismo che media l’insolazione stagionale è plausibile a queste latitudini, dove la frazione di terre continentali relativamente all’Oceano è alta (circa 50% di terre emerse fra 30° e 90°N; 25% fra 30°N e 30°S; 15% di terre emerse fra 30° e 90° Sud). Fig. 2. Forcing climatico nell’Olocene e record del paleoclima. (I,J,K) ricostruzione delle temperature medie zonali per fasce di 60° di latitudine comparate a dati speleothem e dati Ti (titanio e ferro), che sono proxy per precipitazioni e temperatura locale. I punti speleothem sono stati smorzati con una media mobile a 7 punti per chiarezza. ITC, Intertropical Convergence Zone; EASM, East Asian Summer Monsoon; AISM, Australian Indonesian Summer Monsoon. Pisa, 7 Febbraio 2018 29
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (6) per gli Ultimi 11.300 Anni A1FI-Fossile intensivo; A2–Continuo aumento della popolazione; A1B–Bilancio fra tutte le risorse; B2-Enfasi a soluzioni locali. E’ un mondo in cui la popolazione cresce meno di A2 con sviluppo economico intermedio. A1T–No fossile; B1–Come A2 ma con un rapido cambio della struttura economica di informazione e servizi e consumo energetico meno intensivo; Fig. 3. Distribuzione di temperatura dell’Olocene comparata con le temperature moderne e le proiezioni future. Sono mostrati diagrammi di frequenza relative alle anomalie di temperatura dell’Olocene in blocchi da 0,05 °C usando multipli sottoinsiemi di dati e ricostruzioni (linee colorate), medie strumentali per gli anni 1900-1909 e 2000-2009 CE (linee nere verticali), proiezioni al 2100 basate su vari scenari di emissioni (quadrati neri e barre grigie) danno la migliore stima e l’intervallo di confidenza del 66%) e la mediana dell’Olocene e il range al 66% per il caso Standard5x5+alta frequenza (quadrato nero e barra blu). Pisa, 7 Febbraio 2018 30
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (7) per gli Ultimi 11.300 Anni Conclusioni (1) • I risultati indicano che la temperatura globale media 2000-2009 non ha ancora superato le temperature più alte del primo Olocene (10.000-5.000 anni BP). • Queste temperature sono tuttavia più calde dell’82% della distribuzione di temperature dell’Olocene, come rappresentato dalla curva Standard5x5, oppure del 72% dopo avere fatto una plausibile correzione per inerente smorzatura delle alte frequenze della curva (Standard5x5+high frequency). • In contrasto, la temperatura media decadale (dieci anni) globale dell’inizio del 20° secolo era più fredda di più del 95% della distribuzione di temperatura dell’Olocene, sia nello scenario Standard5x5 che in quello corretto +alta frequenza. Pisa, 7 Febbraio 2018 31
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Una Ricostruzione della Temperatura Regionale e Globale (8) per gli Ultimi 11.300 Anni Conclusioni (2) • Quindi durante il secolo scorso le temperature globali sono passate dai livelli di temperatura più freddi a quelli più caldi dell’Olocene, rovesciando il trend di raffreddamento a lungo termine che è iniziato circa 5.000 anni fa. • I modelli climatici prevedono che entro il 2.100 le temperature possano superare tutta la distribuzione di temperatura del periodo caldo dell’Olocene, per ogni versione di curva di temperatura per qualsiasi scenario di emissioni di gas serra, eccetto lo scenario a composizione costante anno 2.000 (che è già stato superato dai fatti). Pisa, 7 Febbraio 2018 32
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CO2 nel Passato e nel Futuro (con lo zampino dell’Uomo) (1) Fonte: Past and future CO2 – Posted on 1 May 2014 by Gavin Foster, Dana Royer and Dana Lunt skepticalscience.com/Past-and-Future-CO2.html Queste note sono state ricavate da un guest post di Gavin Foster, Dana Royer e Dan Lunt, pubblicato l’ 1 Maggio 2014 su Skeptical Science ______ • Nella figura 1 sono state riportate tutte le ricostruzioni di CO2 antecedenti a quelle contenute negli strati di ghiaccio per gli ultimi 423 milioni di anni, per un totale di circa 800 punti e comparati con dati più recenti e proiezioni per il futuro. • I dati della paleo-CO2 possono essere recuperati andando sul post originale, che fornisce tutti i richiami necessari. • Per i dati relativi all’antica CO2 c’è una variabilità aumentata, dovuta sia all’esistenza di variabilità a breve termine (ad es. cambiamenti guidati da parametri orbitali, come i ben noti cicli glaciali-interglaciali) ed un aumentato disturbo dovuto all’aumentata incertezza nella CO2 ricostruita da questi metodi più indiretti. • Per tener conto di questo e per meglio rivelare l’andamento di lungo termine nei dati della CO2, gli autori hanno adattato una curva smorzata, che ha un’incertezza dovuta all’incertezza dell’età e della CO2 di ciascun dato. Pisa, 7 Febbraio 2018 33
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CO2 nel Passato e nel Futuro (con lo zampino dell’Uomo) (2) Fig.1 – Raccolta dei dati disponibili di CO2 per gli ultimi 50 milioni di anni. I gruppi di dati proxy sono codificati a colori ed etichettati nel pannello pertinente. Notare la scala logaritmica variabile per il tempo. Per i dati geologici, una curva attenuata è stata adattata ai dati con un'incertezza che tiene conto dell'incertezza dell'età della CO2. La linea nera descrive la più probabile CO2 a lungo termine con i limiti di confidenza al 68% in rosso e quelli al 95% in rosa. Scenari di emissioni di gas-serra (RCP:Representative Concentration Pathways) usati nell’IPCC AR5 sono mostrati nel pannello a destra. Pisa, 7 Febbraio 2018 34
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CO2 nel Passato e nel Futuro (con lo zampino dell’Uomo) (3) Scenari di Emissioni gas-serra: • RCP3PD: l’andamento delle emissioni è rappresentativo di scenari che conducono a concentrazioni molto basse di gas-serra. E’ uno scenario a “picco e declino”: il livello del forcing radiativo raggiunge inizialmente un valore di 3,1W/m2 per la metà del secolo e scende a 2,6 W/m2 nel 2100. Per raggiungere questi livelli di forzante radiativa le emissioni di gas-serra sono ridotte sostanzialmente nel tempo (Van Vuuren et al. 2007). • RCP4,5 è uno scenario di stabilizzazione in cui il forcing radiativo totale si stabilizza poco dopo il 2100, senza superare l’obiettivo di lungo periodo (Clarke et al.2007; Smith and Wigley 2006; Wise et al. 2009). • RCP6 è uno scenario di stabilizzazione nel quale il forcing radiativo totale viene stabilizzato appena dopo il 2100, senza superarlo, grazie all’applicazione di una gamma di tecnologie e di strategie per la riduzione delle emissioni di gas-serra (Fujino et al. 2006; Hijioka et al. 2008). • RCP8,5 è caratterizzato dall’aumento nel tempo dei gas-serra, rappresentativo di scenari che conducono ad alte concentrazioni di emissioni di gas-serra. Pisa, 7 Febbraio 2018 35
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CO2 nel Passato e nel Futuro (con lo zampino dell’Uomo) (4) Da quanto sopra riportato si possono trarre le seguenti considerazioni: • Nonostante una considerevole variabilità, c’è stato un graduale declino a lungo termine della CO2 durante gli ultimi 450 milioni di anni, in media circa 13 ppm per milione di anni • Valori simili agli attuali sono stati osservati durante brevi periodi nel Pliocene fra 3 e 5 milioni di anni fa, ma l’ultimo periodo durante il quale la CO2 media ha mantenuto per molto tempo i valori attuali fu nell’ottimo climatico del Medio Miocene(16 milioni di anni fa) • Per il resto degli ultimi 450 milioni di anni la Terra ha mantenuto generalmente un livello di CO2 più elevato di ora (ad eccezione del Carbonifero-Permiano, circa 300 milioni di anni fa) quando la CO2 era a livelli simili ad ora. • Lo scenario di emissioni Business as Usual (RCP 8.5) predice che la CO2 atmosferica raggiungerà 1.000 ppm intorno al 2.100. L’ultima volta che la CO2 è stata così alta è stato durante l’ottimo climatico del primo Eocene (55,8-33,9 Ma), il periodo più caldo degli ultimi 450 milioni di anni. Pisa, 7 Febbraio 2018 36
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CO2 nel Passato e nel Futuro (con lo zampino dell’Uomo) (5) • Il Pianeta è stato così caldo durante il primo Eocene (~50Ma), da essere completamente libero dai ghiacci (livello dei mari +65 m rispetto ad ora) e gli ultimi calcoli danno una temperatura di +13±2.6°C più calda di ora. • E’ importante notare però che circa il 5°C di questo riscaldamento è stato dovuto alla variazione della configurazione dei Continenti, della vegetazione e la perdita dei ghiacci continentali. • Lo stesso scenario (RCP8,5) predice anche che la CO2 atmosferica raggiungerà i 2.000 ppm verso il 2.250. • L’ultima volta che la CO2 è rimasta per lungo tempo su questi livelli è stata 200 milioni di anni fa nel passaggio fra Triassico e Giurassico, quando la CO2 era elevata a causa di massicce colate di lava (che hanno coperto un’estensione di 11 milioni di km2) nel periodo in cui il Supercontinente Pangea si separò e l’Atlantico del Sud si aprì per la prima volta. Pisa, 7 Febbraio 2018 37
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CO2 nel Passato e nel Futuro (con lo zampino dell’Uomo) (6) Fig. 2 – Forcing Climatico al cambiare della CO2 e delle emissioni solari per gli ultimi 450 milioni di anni. I dati della CO2 e le proiezioni sono quelli riportati in Fig. 1. Pisa, 7 Febbraio 2018 38
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche CO2 nel Passato e nel Futuro (con lo zampino dell’Uomo) (7) • Ciò che viene rivelato è che, nonostante il drammatico cambio nella luminosità solare negli ultimi 500 milioni di anni, il forcing combinato della CO2 e del Sole è rimasto relativamente costante nel tempo. • Ciò è probabilmente dovuto all’azione di un forte processo di feedback negativo su scala geologica in funzione della temperatura globale (silicate weathering e ciclo minerale del carbonio). • Data questa visione a lungo termine del forcing climatico, gli scenari per il futuro uso dei combustibili fossili appaiono ancora più estremi, e lo scenario Business as Usual (RCP8,5) porterebbe ad un forcing climatico da CO2 che è assolutamente senza precedenti nei dati geologici (per quanto ne sappiamo). Pisa, 7 Febbraio 2018 39
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (1) Fonte: Global Carbon Project 2016 Global Carbon Project 2017, (*Corinne le Quéré et al.), *Tyndall Centre for Climate Change Research, University of East Anglia, Norwich Research Park, Norwich, UK. • La concentrazione di CO2 nell’atmosfera è aumentata da circa 277 ppm del 1750 (Joos and Spahni, 2008) all’inizio dell’Era Industriale a più di 400 ppm del 2016, valore misurato per la prima volta dalla stazione di Mauna Loa nel maggio del 2013. • Nel 2016 questo valore è stato sempre superato nel corso di tutto l’anno. Pisa, 7 Febbraio 2018 40
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (2) • Inizialmente l’aumento di CO2 atmosferica al di sopra dei livelli pre-industriali era causato soprattutto dal rilascio di carbonio in atmosfera dalla deforestazione e da altre attività di cambio di uso del suolo e altro. • Le emissioni da combustibili fossili divennero la fonte dominante solo intorno al 1920 ed il loro contributo continua ad aumentare fino ad ora. • Le emissioni antropogeniche avvengono in cima ad un attivo ciclo Naturale del Carbonio che fa circolare il carbonio fra i serbatoi naturali dell’atmosfera, degli oceani e della biosfera terrestre alle scale temporali da meno di un giorno a millenni, mentre gli scambi con le riserve geologiche avvengono in tempi più lunghi (Archer et al. , 2009). Pisa, 7 Febbraio 2018 41
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (3) Pisa, 7 Febbraio 2018 42
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (4) • Il bilancio globale del carbonio qui presentato si riferisce alla media, alle variazioni e alle tendenze nelle perturbazioni della CO2 in atmosfera, con riferimento all’inizio dell’Era Industriale. • Esso quantifica l’ingresso in atmosfera dovuto alle attività umane, il tasso di crescita della concentrazione atmosferica di CO2 e i risultanti cambiamenti nell’immagazzinamento nei serbatoi terrestri e oceanici in risposta all’aumento dei livelli atmosferici della CO2, al cambio del clima e alla sua variabilità e altre cause antropogeniche e naturali. • Una conoscenza di come varia l’interscambio nel tempo, e della sottostante variabilità e tendenze del ciclo naturale del carbonio è necessaria per capire la risposta dei sink (serbatoi, pozzi naturali) ai cambiamenti del clima, della CO2 e dell’uso della terra, e le emissioni accettabili per un dato obbiettivo di stabilizzazione. Pisa, 7 Febbraio 2018 43
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (5) I componenti del bilancio della CO2 includono stime separate per le emissioni di CO2 da: 1) combustione e ossidazione dei combustibili fossili e produzione di cemento (EFF), e 2) le emissioni risultanti da deliberate attività umane di gestione dei suoli e di cambio dell’uso dei suoli (ELUC), così come la ripartizione fra 3) il tasso di crescita della concentrazione della CO2 atmosferica (GATM) e l’assorbimento di CO2 dai “CO2 sink” in 4) gli oceani (SOCEAN) e 5) la superficie terrestre(SLAND). • I serbatoi di CO2 come così definiti includono la risposta della superficie terrestre e oceanica ad elevati valori di CO2 e variazioni del clima e altre condizioni ambientali. • Le emissioni globali e la loro ripartizione fra atmosfera, oceano e terra sono in bilancio. Pisa, 7 Febbraio 2018 44
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (6) EFF + ELUC = GATM + SOCEAN +SLAND (1) • L’equazione (1) omette in parte due tipi di processi. Il primo è dovuto all’ingresso netto di CO2 in atmosfera di gas reattivi contenente carbonio proveniente da fonti diverse dai combustibili fossili (es. emissioni di CH4 antropogenico fuggitive, processi industriali ed emissioni biogeniche da cambio della vegetazione, fuochi, paludi), principalmente metano, CO,composti organici volatili. • Il secondo processo è la perturbazione antropogenica del ciclo del carbonio delle acque dolci terrestri, estuari, aree costali, che modificano i flussi laterali dagli ecosistemi terrestri all’oceano aperto; l’evasione di CO2 da fiumi, laghi, estuari in atmosfera; e il flusso netto aria-mare della CO2 antropogenica delle aree costali. • L’inclusione dei flussi antropogenici delle acque dolci modificherebbero le stime di SLAND ed SOCEAN in modi complementari, ma non avrebbero effetto sugli altri termini. Pisa, 7 Febbraio 2018 45
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (7) GATM è usualmente riportato in ppm/anno, che si possono convertire in unità di massa di carbonio per anno usando la formula : 1ppm CO2 = 2,12GtC (Gt= miliardi di tonnellate). EFF - Il calcolo delle emissioni di CO2 globali e nazionali da combustibili fossili, incluse le fiaccole del gas e la produzione di cemento si basa primariamente sui dati di consumo di energia, specificatamente sugli idrocarburi, raccolti e conservati da molte organizzazioni. ELUC - Le emissioni dovute al cambio di uso della terra includono flussi di CO2 da deforestazione, rimboschimento, taglio e trasporto degli alberi, degradazione delle foreste e attività di raccolta, cambiamento di coltivazione (ciclo di taglio della foresta e poi abbandono) e ricrescita della foresta dopo il taglio del legname o abbandono dell’agricoltura. Alcune di queste attività causano emissioni di CO2 in atmosfera, mentre altre portano al sequestro della CO2. Queste emissioni sono state calcolate da un’insieme di simulazioni DGVM (Dynamic Global Vegetation Model). Pisa, 7 Febbraio 2018 46
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (8) GATM –Il tasso di crescita della CO2 atmosferica è fornito dal NOAA/ESRL (US National Oceanic and Atmospheric Administration Earth System research Laboratory). Per il periodo 1959-1980 il tasso globale di crescita della CO2 si basa su misure mediate delle stazioni di Mauna Loa e del Polo Sud. SOCEAN – Le stime del sequestro globale di CO2 nell’oceano sono basate su una combinazione di stime per gli anni ’90 del secolo scorso ottenute da osservazioni, e con dati per gli anni 1959-2015 ottenuti con modelli globali della biochimica oceanica. SLAND – Il sequestro di CO2 atmosferica da parte del terreno avviene in parte a causa dell’effetto fertilizzante dell’aumento della CO2 atmosferica sulla crescita delle piante, alla deposizione di azoto (N deposition) e ad effetti del cambiamento del clima e dell’allungamento della stagione di crescita nelle aree temperate del Nord e boreali. Questo dato può essere ricavato sia per differenza che come sottoprodotto del programma DGVM. Pisa, 7 Febbraio 2018 47
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (9) • Nel seguente grafico viene riportato il bilancio del ciclo del carbonio per gli anni 1900-2016. Nella prossima figura gli stessi dati sono riportati singolarmente per il periodo 1960-2016. • Il sequestro della CO2 ha continuato a crescere con l’aumento delle emissioni, ma il cambiamento climatico influenzerà i processi del ciclo del carbonio in modo tale da esacerbare l’aumento di CO2 nell’atmosfera. Pisa, 7 Febbraio 2018 48
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (10) Pisa, 7 Febbraio 2018 49
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (11) Il contributo cumulativo al global carbon budget nell’arco di tempo compreso fra il 1870 e il 2016 mostra a sinistra i contributi all’aumento della concentrazione di CO2 atmosferica dovuti al carbone, al petrolio, al gas naturale, dalla produzione e dal cambio d’uso della terra, mentre a destra sono riportati i sink della terra e degli oceani. Attualmente la CO2 emessa finora è distribuita nel seguente modo: • Land sink 32.3% circa • Ocean sink 25.4%. • Atmosfera 42.3%. Il budget di sbilancio si ottiene sottraendo alle emissioni di combustibili fossili e industria, sommate a quelle causate dal cambio d’uso della terra i dati di: aumento della CO2 in atmosfera, del sequestro terrestre e di quello oceanico. Questo valore riflette i limiti della nostra attuale conoscenza del ciclo del carbonio. Pisa, 7 Febbraio 2018 50
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (12) • Il grafico seguente mostra le tendenze attuali nella CO2 emessa e nella concentrazione in atmosfera. • Osservando il grafico si può dire che le emissioni globali di CO2 si sono stabilizzate negli ultimi 3-4 anni, ma nel frattempo la concentrazione di CO2 atmosferica continua ad aumentare. Pisa, 7 Febbraio 2018 51
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (13) • E’ necessario poter verificare un cambiamento sostenuto della emissione della CO2 nel tempo, ma la nostra capacità di individuare il cambiamento delle emissioni di CO2 in atmosfera sono limitate dalla nostra conoscenza delle variabilità del ciclo del carbonio. Le osservazioni mostrano una grande variabilità, da interannuale a decadale, che può essere solo parzialmente ricostruita attraverso il global carbon budget. Pisa, 7 Febbraio 2018 52
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (14) • Il grafico dell’anomalia della temperatura globale continua a crescere, e rende sempre più difficile sostenere che l’aumento così forte e veloce degli ultimi decenni non dipenda dal Riscaldamento Globale. Fonte: climatemonitor.it/wp-content/uploads/2017/08/AllInOneQC1-2GlobalMonthlyTempSince1979.gif?resize=838%2C458 Pisa, 7 Febbraio 2018 53
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche - Global Carbon Budget 2017 (15) L’ultima figura mostra le variazioni della concentrazione della CO2 atmosferica nel corso degli ultimi anni misurata all’osservatorio di Mauna Loa, comprese le misure nel corso del 2017, e la previsione per fine anno. La concentrazione di CO2 il 23 Novembre 2017 è stata di 406,05 ppm, con un aumento di 2,58 ppm rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Pisa, 7 Febbraio 2018 54
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche – Cosa ci Aspetta in Futuro (1) Quanto aumenterà la temperatura globale? • In questo grafico è riportato l’andamento dell’Anomalia di Temperatura (in blu) in Antartide e della concentrazione della CO2 atmosferica (in rosso) per gli ultimi 26.000 anni, cioè dalla fine dell’ultimo periodo glaciale. • Il picco di CO2 si riferisce all’anno 2016 Dati CO2 - Fonte: www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/ e https://www.epa.gov/sites/production/files/2016-08/ghg-concentrations_fig-1.csv Dati Anomalia di temperatura - Fonte: http://cdiac.ess-dive.lbl.gov/ftp/trends/temp/jonescru/global.txt Pisa, 7 Febbraio 2018 55
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche – Cosa ci Aspetta in Futuro (2) Quanto aumenterà la temperatura globale? • In questo grafico è riportato l’andamento (in blu) della relazione fra l’Anomalia di Temperatura Globale e la concentrazione della CO2 atmosferica, per gli ultimi 26.000 anni. • In rosso è riportato anche l’andamento Δt –CO2 dal 1850 al 2016 (Anomalia Moderna). • Il cerchio rosso indica l’aumento di temperatura globale che ci si può attendere all’”equilibrio” se le previsioni sono corrette. Pisa, 7 Febbraio 2018 56
Cambiamenti Climatici - Cause Naturali e Antropogeniche Cause Antropogeniche – Cosa ci Aspetta in Futuro (3) Cosa sta accadendo al Permafrost? • I dati forniti dai ricercatori sul campo fanno pensare che fra il 5 e il 15 % del carbonio contenuto nel permafrost potrebbe fuggire dal terreno in questo secolo. • Se fosse il 10% entrerebbero in atmosfera fra 130 e 160 GtC (miliardi di tonnellate di carbonio), un quantitativo che, se fosse emesso primariamente come CO2 sarebbe simile alla quantità di carbonio finora rilasciata per deforestazione e cambiamenti Fonte: Le Scienze feb 2017 Previsioni sul permafrost di Ted Schuur nell’uso del territorio. • Il rilascio non sarà una scarica capace di alterare bruscamente il clima, ma sarà un fenomeno diffuso che durerà parecchi decenni, complicando il già difficile compito di rallentare il riscaldamento globale. Pisa, 7 Febbraio 2018 57
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