Cambiamenti Climatici, Mitigazione, Adattamento e Sostenibilità ambientale - Green Partnerships

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Cambiamenti Climatici, Mitigazione, Adattamento e Sostenibilità ambientale - Green Partnerships
Green Partnerships
Local Partnerships for Greener Cities and Regions

   Cambiamenti Climatici,
 Mitigazione, Adattamento
 e Sostenibilità ambientale

              Roma – La Spezia
             Marzo – Aprile 2015

              Roberto Calabresi
                 Kyoto Club

        www.greenpartnerships.eu
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Il programma MED

 Il programma di cooperazione transnazionale Mediterraneo (MED), -
 Fondi Strutturali 2007-2013 - interessa Stati Membri dell’Unione
 Europea su Mediterraneo: Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia,
 Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna, Regno Unito (Gibilterra), + in
 pre-adesione, Albania, Bosnia-Herzegovina e Montenegro, che
 partecipano grazie ai Fondi Europei dello Strumento di Assistenza alla
 Preadesione (IPA).

 Il Programma MED ha l’obiettivo di stimolare la cooperazione tra
 territori per trasformare lo spazio Mediterraneo in una regione
 competitiva a livello internazionale, assicurare crescita e
 occupazione     per le generazioni future, sostenere la coesione
 territoriale e contribuire attivamente alla protezione dell’ambiente
 in una logica di sviluppo sostenibile.

                                                                             www.programmemed.eu
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Il progetto

 Le regioni e le città partecipanti al programma MED hanno adottato strategie
 energetiche locali per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica
 fissati dall’UE: un approccio innovativo è necessario per la loro attuazione.
 Green Partnerships – dall’ 01 Gennaio 2013 al 31 Maggio 2015 - propone
 una serie di misure e soluzioni specifiche per superare gli ostacoli che le
 amministrazioni locali si trovano ad affrontare, migliorando le loro
 competenze e creando partenariati che favoriscano realtà locali sempre più
 verdi.

 Capofila del progetto è l’Istituto per l’agricoltura
 e la forestazione , della Camera slovena dell’agri-
 coltura e la forestazione, di Maribor

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Kyoto Club

•     Il Kyoto Club è un'organizzazione no-profit, nata nel 1999,
      costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali,
      impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle
      emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto e quelli al
      2020 resi obbligatori con il pacchetto europeo clima-energia.

•     Kyoto Club promuove quindi iniziative di sensibilizzazione,
      informazione e formazione nei campi dell’efficienza energetica,
      dell’utilizzo delle rinnovabili e della mobilità sostenibile. Inoltre, in
      qualità di interlocutore di decisori pubblici, Kyoto Club si impegna a
      stimolare proposte e politiche di intervento mirate e incisive nel
      settore energetico - ambientale.

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Indice

  •    Ambiente
  •    Clima
  •    Cambiamenti climatici
  •    Effetto serra
  •    I Dati e gli impatti sui cambiamenti climatici
  •    Gas serra
  •    Dal Protocollo di Kyoto alla Roadmap 2050
  •    Ciclo del carbonio
  •    Adattamento
  •    Info e link utili

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Ambiente

 L'ambiente può essere definito come un sistema di condizioni esterne
 materiali in cui un organismo vive.
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                                               elementi abiotici
                                               elementi biotici
                                               Energia
                                                                             FONTE: www.anisn.it
 La Terra riceve dal Sole un flusso ininterrotto di energia che oltre a
 permettere tutti i processi vitali, vegetali ed animali, determina il clima,
 scioglie i ghiacci ed alimenta il ciclo dell’acqua tra mare ed atmosfera,
 produce i venti, fa crescere le piante che nel corso di milioni di anni si
 sono trasformate, con i resti di organismi animali, in petrolio per
 decomposizione anaerobica, carbon fossile e gas naturale: i combustibili
 fossili.
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Clima e cambiamenti climatici

 • Il “clima” è una condizione atmosferica a lungo termine, il “tempo”
   varia costantemente;

 • I mutamenti del clima sono naturali: per esempio, dopo l’ultima era
   glaciale (11.500 anni fa) le temperature medie globali erano di 5 °C
   inferiori a quelle attuali;

 • Ma ora gli innalzamenti delle temperature si producono a velocità
   senza precedenti, gli scienziati ritengono che le attività umane ne
   siano responsabili;

 • Alcuni gas presenti nell’atmosfera intrappolano il calore proveniente
   dal sole e dalla terra, le emissioni di tali gas aumentano a causa delle
   attività umane, l’accumulo dei gas provoca un surriscaldamento a
   lungo termine = i cambiamenti climatici!
                                                                             www.climatechange.eu.com
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Anomalie delle Temperature Globali

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I Cambiamenti Climatici:

 Il tasso corrente di aumento della concentrazione di CO2 non ha precedenti nei
 passati 10.000 anni.

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Cambiamenti climatici: Quali impatti?

       Le temperature in Europa sono aumentate di circa 1 °C dal 1850,
        l'ultimo decennio (2002-2011) è stato il più caldo mai registrato in
        Europa, con una temperatura della superficie terrestre più alta di
        1,3° C rispetto alla temperatura media in epoca preindustriale,
       I livelli marini sono in aumento, così come il rischio di inondazioni
        costiere durante le tempeste. Il livello medio globale del mare è
        aumentato di 1,7 mm l'anno nel XX secolo e di 3 mm l'anno negli
        ultimi decenni,
       Le piogge stanno diminuendo nelle regioni meridionali, ma sono in
        aumento nell'Europa settentrionale,
       Gli eventi atmosferici estremi (tempeste, alluvioni, siccità e
        ondate di calore) diventano più frequenti e più acuti.

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                                                       10       ambientale
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Innalzamento livelli del mare

                                                               Mappa delle aree costiere a rischio con
                                                              indicazione dei livelli medi di crescita del
                                                             livello del mare attesi per il 2100 (ENEA
                                                                                2007):

                                                               RISCHI POTENZIALI:

                                                               • INONDAZIONE

                                                               • EROSIONE COSTE

                                                               • PERDITA DI SUOLO

                                                               • RISALITA ACQUE SALINE NEI
                                                                 FIUMI E NEGLI ACQUIFERI
                                                                 COSTIERI

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                                                       11       ambientale
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Cambiamenti climatici: Quali impatti?

  • I ghiacciai europei hanno perso due terzi della propria massa dal
    1850, e la tendenza sta accelerando,

  •Esempio di adattamento: La Copertura con teli tecnici del ghiacciaio di Presena (Tn)
  per proteggerlo da un eccessivo scioglimento durante i mesi estivi

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Dati sui cambiamenti climatici
 • La banchisa polare si sta sciogliendo e il livello dei mari si sta
   innalzando a un tasso doppio rispetto a 50 anni fa.
 •    La calotta glaciale in Groenlandia ha perso massa in maniera più veloce negli
     ultimi anni: “molto probabilmente“ il tasso medio di diminuzione è
     aumentato da 34 Gt/anno in 1992-2001 a 215 Gt/anno in 2002-2011.”

                         Banchisa polare a confronto anno 1979 e 2005
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Effetti Futuri Dei Cambiamenti Climatici
               Considerando un aumento della temperatura a
                 +2°C rispetto al periodo pre-industriale:

 Livello del mare: +9 / +88 cm (aumento medio: 48 cm), considerati gli
 89.000 km di sviluppo costiero in Europa, 68 milioni di persone saranno
 interessate;
  Eventi climatici estremi: frequenza in aumento di ondate di calore e
 di freddo, inondazioni e siccità estreme. Si stima che già un aumento di
 1.4°C esporrà 10 milioni di persone in Europa al rischio di inondazioni
 in zone costiere;
  Ecosistemi: per alcuni ecosistemi forestali è previsto un aumento di
 produttività ma anche un incremento del rischio di incendio e malattia.
 Spostamenti nella distribuzione degli ecosistemi (15-20% dell’area
 mondiale) e delle specie insieme alla scomparsa di specie minacciate
 sono considerate molto probabili;

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Effetti Futuri Dei Cambiamenti Climatici
               Considerando un aumento della temperatura a
                 +2°C rispetto al periodo pre-industriale:

 Agricoltura: benefici per l’Europa Centrale e Settentrionale dovuti
 all’aumento di CO2 e temperatura; la superficie agricola potrà
 espandersi a nord e la stagione vegetativa potrà prolungarsi;
 nell’Europa del Sud aumenteranno i periodi di siccità e l’incidenza di
 eventi meteorologici estremi;

  Salute pubblica: un aumento di temperatura di 2°C esporrà 210
 milioni di persone nel mondo al rischio di malaria; + 30-50% di aumento
 del rischio di contrarre la “dengue”.

                                   Qual è la causa?
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Effetto Serra

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Principali gas a effetto serra

                 Vapore acqueo          è il principale gas a effetto serra secondo il Global
                     (H2O)              Warming Potential (GWP), è responsabile per circa
                                        due terzi dell’effetto serra naturale.

                   Biossido di          deriva da respirazione, combustione di carbone,
                   carbonio o           petrolio e gas per energia, calore e trasporti – è il
                    anidride            gas serra di riferimento per la quantità - è
                   carbonica            responsabile per il 5%-20% dell’effetto serra
                      (CO2)             naturale ed interagisce con l’atmosfera per cause
                                        naturali e antropiche.
                   Ozono (O3)           contenuto in minima parte nell'atmosfera e
                                        concentrato in prevalenza a circa 45 km di altezza
                                        (stratosfera). La formazione avviene principalmente
                                        a causa di reazioni indotte dall'assorbimento della
                                        radiazione solare ultravioletta responsabile anche
                                        della struttura termica della stratosfera.

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Principali gas a effetto serra
                                            da siti di smaltimento dei rifiuti, da
                                            agricoltura e da bestiame - costituisce una
                   Protossido di
                                            piccolissima parte dell'atmosfera, ed è mille
                   azoto (N2O)
                                            volte meno presente della CO2 ma quasi 300
                                            volte più potente rispetto alla CO2
                                            da siti di smaltimento dei rifiuti, da
                                            agricoltura e da bestiame – è considerato
                  Metano (CH4)              responsabile per circa l’8% - la sua capacità nel
                                            trattenere il calore è 30 volte maggiore a
                                            quella della CO2
               Idrofluorocarburi            – usato in sistemi frigoriferi, aria condizionata
                     (HFC)                  - la concentrazione di questi gas in atmosfera
                                            è molto bassa, ma il loro potenziale di
                Perfluorocarburi            riscaldamento è da 3.000 a 13.000 volte
                      (PFC)                 superiore della CO2. Oltre ad essere molto
                                            potenti, questi gas permangono in aria per
                  Esafluoruro di            periodi molto lunghi, fino a 400 anni.
                   zolfo (SF6)
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Il Ciclo del Carbonio

 Le emissioni globali di CO2 riconducibili alle attività umane ammontano a 30
 miliardi di tonnellate (Gt) all’anno, corrispondenti a 8,1 Gt di carbonio: 6,5 Gt
 derivano dai combustibili fossili e 1,6 Gt dalla deforestazione e dalle pratiche
 agricole. Parte delle 8,1 Gt di carbonio vengono riassorbite dalla vegetazione,
 mentre 3,5 Gt si accumulano nell’atmosfera contribuendo al riscaldamento
 globale e 2,5 Gt vengono assorbite dagli oceani aumentandone l’acidificazione.
 (© BRGM im@gé)                                            Fonte: co2club.it
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Il Ciclo del Carbonio
                   Acidificazione degli oceani - il Lisoclino

                  Il ciclo della CO2 tra l'atmosfera e le acque oceaniche

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Il Ciclo del Carbonio
                Acidificazione degli oceani - il Lisoclino

 la solubilità del carbonato di calcio aumenta all'aumentare della pressione e
 al diminuire della temperatura.
 Con lisoclino ci si riferisce alla profondità dell'acqua di mare alla quale il tasso
 di dissoluzione della calcite inizia ad aumentare in modo considerevole.
 È influenzato da:
 •temperatura  latitudine e massa d'acqua  distanza dalla costa e
 profondità del sottostante bacino oceanico.
 •concentrazione della CO2 che è a sua volta collegata al livello di acidificazione
 degli oceani.
 Un aumento della CO2 disciolta nell'acqua, sposta verso destra l'equilibrio della
 reazione portando ad una maggiore dissolvibilità dei gusci calcarei.
 Il livello medio del lisoclino si situa attorno ai 4.000-5.000 metri nell'oceano
 Pacifico, mentre è a profondità maggiori nell'Atlantico (5.000-6.000 m); i
 valori più elevati sono riferiti alle zone equatoriali, mentre risalgono nelle
 regioni polari.
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Dove sono le prove?

 •    La principale autorità scientifica in materia di cambiamenti climatici
      è il Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sul
      cambiamento climatico (IPCC):
 •    Coordina le scoperte di 2.500 esperti di tutto il mondo,
 •    Il Terzo Rapporto sul Clima dell’IPCC, ha elaborato i diversi scenari
      possibili di aumento della temperatura in relazione alle emissioni ed
      alla concentrazione di CO2 in atmosfera.
 •    Il Rapporto considera “accettabile” una crescita della temperatura
      media del pianeta attorno ai 2°C entro la fine del secolo al quale
      corrisponderebbero effetti climatici “governabili”, sia in termini di
      aumento del livello dei mari che di incremento della frequenza e
      dell’intensità degli eventi estremi. E per raggiungere tale
      concentrazione, le emissioni globali di anidride carbonica dovranno
      essere ridotte, a partire dal 2030-2050, nella misura di almeno
      il 50% rispetto ai livelli attuali.
                                                                             www.climatechange.eu.com
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4° e 5° Rapporto IPCC
 •    Il Quarto Rapporto di valutazione (AR4) è stato pubblicato a
      novembre 2007, e rappresenta 6 anni di ricerche e analisi, con un
      approccio scientifico rigoroso e cauto alle sue conclusioni. L’AR4
      contiene prove decisive che il riscaldamento globale è dovuto alle
      attività umane.
 • Il Quinto Rapporto di valutazione (AR5)sui Cambiamenti Climatici
   dell'IPCC del set.2013, conferma i rapporti precedenti e attribuisce
   la responsabilità sui cambiamenti climatici con una probabilità del
   95% all’uomo, si spinge quindi verso un reale intervento di
   contenimento dei gas serra.
 • AR5 è la più dettagliata analisi sui cambiamenti climatici mai
   prodotta finora - sul sito web #clima2014 curato dal Centro Euro-
   Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici al link seguente:
   http://clima2014.it/fisica è possibile trovare filmati di
   infografica esplicativi del rapporto.

                                           www.climatechange.eu.com
                                                       23
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Cosa stanno facendo i governi?

 • I governi lavorano congiuntamente in seno alla
   convenzione quadro ONU sul cambiamento climatico,

 • L’attuale accordo, il protocollo di Kyoto, fissa obiettivi di
   emissione vincolanti per i paesi industrializzati aderenti,

 • Molti dei paesi non aderenti al protocollo di Kyoto hanno
   iniziato a fissare obiettivi propri di riduzione delle
   emissioni.

                                           www.climatechange.eu.com
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Cosa stanno facendo i governi?

 •    1992 - I governi lavorano congiuntamente in seno alla Convenzione quadro
      ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC),
 •    2005/12 - Il Protocollo di Kyoto, fissa obiettivi di emissione vincolanti per i
      paesi industrializzati aderenti: – 6,5% Italia, -8% EU entro 2012. Nel 2013
      c’è uno stop temporaneo e si rimandano al 2014 le decisioni su cosa fare
      ancora!
 •    2005/12 - Molti dei paesi non aderenti al protocollo di Kyoto hanno iniziato
      a fissare obiettivi propri di riduzione delle emissioni,
 •    2008/20 - L’europa adotta un proprio piano di riduzione delle emissioni con
      la Direttiva UE 20-20-20: entro 2020,
 •    2011/12 - La Roadmap europea al 2050 per il clima: -40% al 2030, -60%
      al 2040 e -80% al 2050.
 •    2014 – Ulteriore piano di riduzione europeo delle Emissioni al 2030: -40%
      emissioni, 27% FER, -27% Consumi,
 •    2014 – Accordo USA – Cina?
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Obiettivi UE 2030

 Il Consiglio Europeo, fissa un triplice obiettivo intermedio al 2030, di
 cui solo l’obiettivo di riduzione della CO2 è vincolante:

 •Taglio delle emissioni di CO2 del 40%,

 •Incremento dell’uso di energia rinnovabile al 27%

 •Riduzione dei consumi per efficienza energetica del 27%.

  Nel 2014 le Fonti energetiche rinnovabili in Italia, coprono il 37,5% della
  domanda elettrica (con purtroppo -3% di richiesta elettrica rispetto al
  2013)!!
 VEDI: GSE - Produzione elettrica da Fonti Rinnovabili
 http://www.gse.it/it/Qualifiche%20e%20certificati/Qualificazione%20impianti/Il%20bollettino%2
 0informativo%20sull%20energia%20da%20fonti%20rinnovabili/Pagine/default.aspx
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EU Roadmap al 2050
 La Roadmap europea al 2050 per il clima prevede per la UE un taglio
 delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990 del 40% al 2030, del
 60% al 2040 e dell’80% al 2050

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EU Roadmap al 2050
                                               Obiettivi

       – La scienza richiede che le emissioni globali siano ridotte del
         50% entro 2050 rispetto al 1990
       – Obiettivo UE di riduzione delle emissioni di gas effetto serra
         del 80-95% entro 2050 rispetto al 1990, nel contesto delle
         necessarie riduzioni dei paesi sviluppati
       – Bisogno di una strategia a basso contenuto di carbonio per il
         2050, il quadro di riferimento per una azione a più lungo
         termine
       – Bisogno di fissare stadi intermedi verso l’obiettivo del 2050
       – Bisogno di rivedere gli sviluppi su base regolare

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EU Roadmap al 2050
  Efficienza energetica sarà l’elemento chiave
 • Efficienza energetica è il contributo singolo più
   importante in particolare sino al 2020
 • Essenziale anche a breve termine
    – Politiche attuali risultano solo in un aumento
      efficienza energetica del 10%
    – La tabella di marcia conferma il ruolo chiave
      dell’efficienza sino al 2020 e oltre
    – Sforzi verso obiettivo efficienza 20% risulteranno
      in una riduzione gas serra del 25%
    – L’Emissions Trading System è uno strumento per
      produrre l’efficienza aggiuntiva

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Gli strumenti del protocollo di Kyoto

  Il Clean Development Mechanism (CDM) è uno dei
  meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto (art.
  12) che permette alle imprese dei paesi industrializzati
  con vincoli di emissione di realizzare progetti che
  mirano alla riduzione delle emissioni di gas serra nei
  paesi in via di sviluppo senza vincoli di emissione.

  See more at:
  http://www.minambiente.it/pagina/i-progetti-clean-
  development-mechanism#sthash.P3Dg2jRE.dpuf

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Gli strumenti del protocollo di Kyoto

 Joint Implementation (JI) anche questo previsto dal
 Protocollo di Kyoto, permette alle imprese dei paesi con
 vincoli di emissione (annesso I - Paesi industrializzati o ad
 economia in transizione) di realizzare progetti che mirano
 alla riduzione delle emissioni in altri paesi con vincoli di
 emissione. I progetti JI sono "operazioni a somma zero" in
 quanto le emissioni totali permesse nei due paesi rimangono
 le stesse.

 See more at: http://www.minambiente.it/pagina/joint-
 implementation#sthash.AjyvUTnn.dpuf

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Segnali dal Futuro?

 Accordo USA – Cina del 12 novembre 2014
 In Conferenza stampa congiunta del presidente Barack Obama e del
 presidente Xi Jinping,

 gli Stati Uniti si impegnano a ridurre le proprie emissioni del 26-28%
 (dal 17% del 2009) entro il 2025 rispetto ai livelli del 2005, mentre

 la Cina si impegna a stabilire un picco massimo di emissioni di gas serra
 entro il 2030 e possibilmente prima - senza precisare target
 quantitativi di riduzione - e a aumentare la produzione di energia da
 fonti non fossili al 20% di qui al 2030 (pianificazione economica già
 nota= +10% nucleare e +11% FER).

 Fonte: http://www.qualenergia.it/articoli/20141126-accordo-usa-e-cina-su-clima-e-
 prospettive-i-negoziati-il-punto-del-centro-studi-senato
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Cosa possiamo fare per mitigare i CC?

 • Le semplici azioni quotidiane hanno un ruolo importante nella lotta
 ai cambiamenti climatici

 • Quindi per mitigare i cambiamenti climatici:
 – Riciclate,
 – Risparmiate acqua calda facendo la doccia anziché il bagno (4
    volte meno energia),
 – Piantate un albero a scuola, nel vostro giardino o nel quartiere,
 – Usate i mezzi pubblici, andate in bicicletta, camminate,
 – Non lasciate gli apparecchi in stand-by: usate il tasto on/off,
 – Non lasciate il caricabatterie nella presa quando non state
    ricaricando il cellulare.

                                           www.climatechange.eu.com
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Mitigazione
 Mitigazione dei cambiamenti climatici
 tutte le azioni volte a ridurre la concentrazione di gas climalteranti in
 atmosfera. Tali azioni mirano a ridurre le fonti di emissione (le CAUSE
 del cambiamento climatico) e ad aumentare lo stoccaggio della CO2
 prodotta attraverso i Carbon sinks (sistemi naturali o artificiali che
 assorbono e trattengono CO2, sottraendola all’atmosfera).
 Le azioni di mitigazione mirano a rallentare i cambiamenti climatici
 riducendo o eliminando i fattori antropici (emissioni) che lo provocano.
 Il protocollo di Kyoto è un esempio di politica di mitigazione.
 L’applicazione delle fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza
 energetica sono altri esempi di interventi di mitigazione.

                     e per adattarsi ai cambiamenti climatici????
                                            Fonte: www.liferaces.eu
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Adattamento
 Adattamento ai cambiamenti climatici
 sono tutte le azioni volte a ridurre gli EFFETTI del cambiamento
 climatico, sono quindi piani e interventi volti a preparare il territorio
 agli impatti dovuti all’alterazione del clima, tendono a ridurre la
 vulnerabilità territoriale, e minimizzare i danni sociali ed economici.
 Per poter attuare delle azioni di adattamento è necessario studiare le
 caratteristiche dei luoghi (monitoraggio, simulazioni, scenari),
 conoscerne i rischi e valutare i possibili impatti.

             Un tetto verde, esempio di                                Adattamento in Biston betularia
             Adattamento e mitigazione
                      Fonte: daku.it        Fonte: www.liferaces.eu
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Mitigazione e Adattamento
                                 una azione integrata !

 Gli effetti delle politiche di mitigazione sul clima si manifestano
 solo a lungo termine. Anche attuando dei tagli drastici nelle emissioni
 di gas serra, il meccanismo di alterazione climatica è già innescato e
 passerebbero decenni prima che si inverta il processo e che si vada
 verso un’attenuazione dell’effetto serra ”non naturale”. Quindi, “nel
 frattempo” siamo comunque esposti alle variazioni climatiche in corso.
 È dunque indispensabile che si mettano in atto delle strategie di
 adattamento per poter arginare i danni.

 Allo stesso tempo, però, le sole politiche di adattamento non
 garantiscono una protezione dai danni climatici, anche perché
 difficilmente è possibile “adattarsi” a tutti gli eventi e gli impatti
 previsti. Se non si intraprendono politiche di mitigazione, che agiscano
 sulle cause dei danni, il clima rischia di continuare a variare in modi
 imprevedibili, vanificando e neutralizzando qualsiasi tentativo di
 adattamento.                                        Fonte: www.liferaces.eu
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                     Un esempio dal «Chicago adaptation Plan»
•CONTROLLARE IL CALDO: aggiornare “l’Heat-response-plan” focalizzando l’attenzione sulla popolazione
vulnerabile, sviluppare ulteriormente la ricerca sull’effetto “isola di calore” e promuovere azioni per il
raffrescamento dei “punti caldi”
•PROMUOVERE SISTEMI INNOVATIVI DI RAFFRESCAMENTO: incoraggiare la ricerca di idee innovative per
rinfrescare la città e incentivare i privati a migliorare la gestione del verde privato e l’efficienza energetica
•TUTELARE LA QUALITÀ DELL’ARIA: intensificare gli sforzi per ridurre i precursori dell’ozono attraverso le
azioni di mitigazione che riducono la mobilità privata e le emissioni da impianti produttivi
•GESTIRE LE ACQUE METEORICHE: collaborare con il Metropolitan Water Reclamation District ad un piano di
bacino che preveda l’utilizzo di terreni abbandonati e la realizzazione di infrastrutture verdi per gestire le acque
meteoriche (Sustainable Urban Drainage Systems)
•APPLICARE IL GREEN URBAN DESIGN: attuare il Chicago’s Green Urban Design plan per gestire il caldo e le
precipitazioni. Queste azioni permetteranno a Chicago di raccogliere la pioggia dove cade (riducendo il “run-off”
urbano) attenuando nel contempo l’intensità del sole nei giorni caldi.
•TUTELARE LE NOSTRE PIANTE E ALBERI: pubblicare una nuova lista di riferimento relativa alle specie arboree
più adatte alle nuove condizioni climatiche. Definire inoltre una nuova “landscape ordinance” per promuovere la
piantumazione di tali specie.
•COINVOLGERE IL PUBBLICO: condividere i risultati delle ricerche sul cambiamento climatico con i gruppi più
vulnerabili e più direttamente interessati – agenzie dei servizi sociali, club di giardinaggio etc – Aiutare i privati
cittadini a compiere azioni individuali per ridurre gli allagamenti e gestire le onde di calore (ad es. installazione di
cisterne per l’acqua piovana, piantumazione di alberi)
•COINVOLGERE LE IMPRESE: lavorare con le imprese per analizzare la loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici e
aiutarle ad individuare azioni di adattamento
•PIANIFICARE PER IL FUTURO: utilizzare il Green Steering Committee (struttura interna) per sovrintendere
l’implementazione del Piano e il Green Ribbon Committee of business and community leaders (forum di stakeholders)
per verificare lo stato di avanzamento del piano, revisionare il piano periodicamente e rendicontare al sindaco e ai
cittadini i risultati raggiunti
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Cambiamenti climatici, come adattarsi?

SUSTAINABLE URBAN DRAINAGE SYSTEMS BENEFITS
(SUDS)

• Reduces the risk of surface water flooding and related
  sewer surcharging by providing on site storage and a
  reduction of rate of runoff into the combined sewer
• Improves the water quality of runoff from a site
• Improves the quality and attractiveness, and in many cases
  the value, of public realm and private developments by
  creating attractive landscape features
• Enhances biodiversity through the creation of habitats
  such as wetlands, ponds and planted raingardens
• Reduces the need for artificial watering of trees and
  landscaped areas by offering techniques for naturally
  irrigating landscapes                                                      adaptation
• Provides clean water for reuse by residents or businesses,
  either through an outdoor rainwater butt or internal
  rainwater recycling, for example to flush toilets
• Reduces capital and maintenance costs associated with
  conventional drainage systems
• Provides education and play opportunities by making the
  water cycle visible
• Provides a lower carbon drainage solution by reducing
  embodied energy in hard infrastructure and the volume of
  water requiring energy intensive treatment downstream
• Increases flexibility of the drainage system, for example
  to adapt to climate change

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 TESSUTO URBANO
 Provvedimenti per ridurre l’accumulo termico:
     - Riduzioni superfici impermeabilizzate VS superfici verdi (tetti verdi,
     parcheggi drenanti)
     - Efficienza energetica degli edifici per ridurre i consumi
     - Razionalizzazione uso del suolo e politiche localizzative

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 TESSUTO URBANO
 Provvedimenti per ridurre l’accumulo termico: tetti verdi e alberature

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            PISTE CICLABILI: MEGLIO CON O SENZA ALBERI ??

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dati

  CAMBIAMENTI CLIMATICI:
  V° Rapporto IPCC sui CC ci dice che la situazione ad oggi è la seguente:

  +0,89°C temperatura media mondiale dal 1900 ad oggi, tendenza in aumento
  +19 cm innalzamento del livello del mare dal 1900 ad oggi, tendenza in aumento
  Concentrazione CO2 atmosferico al 2013 = 399 ppm, +20% dal 1958, +40% dal
  1750.

                      Concentrazione CO2 Atmosferica (stazione di Jubany)
                          anno       1870      1998        2007       2013
                           ppm        280       364         380        399

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dati

Flusso di energia dal sole =
1,34x103watts x m2

Circa metà di questa energia
raggiunge la superficie
terrestre, la restante è
assorbita dall’atmosfera e
riflessa nello spazio.

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dati

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dati

• 322 W riflessi dalle nuvole
  verso lo spazio
• 94 W riflessi dall’atmosfera
  verso lo spazio
• 234 W assorbiti dall’atmosfera
• 141 W radiazione diffusa dal
  cielo azzurro
• 636 W assorbiti dalla superficie
  della terra
• 301,5 W arrivano direttamente
  alla superficie terrestre
• 54 W riflessi verso lo spazio
  dalla superficie terrestre

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Documenti Utili

  Su OZONO e GAS Refrigeranti:
  Regolamento europeo Fgas 842/2006(del 2006 e superato) e Nuovo
  regolamento Europeo Fgas 517/2014 (pubblicato nel 2014)
  Atti sito minambiente.it, dichiarazione F-Gas 2014

  Su CAMBIAMENTI CLIMATICI:
  V° Rapporto IPCC sui CC e Atti del Consiglio Europeo su protocollo di Kyoto e
  successivi (dir 20-20-20, Impegni Riduzione emissioni al 2030, Roadmap 2050)
  Strategie Europea e Nazionale ai cambiamenti climatici – vedi sito CMCC.it e
  minambiente.it

  Su ACIDIFICAZIONE DEGLI OCEANI:
  Documentazione nel sito di CORDIS (vedi link)

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Link Utili

  • CMCC: Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici -
    www.cmcc.it/it/, http://clima2014.it/fisica
  • IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change - www.ipcc.ch/
  • Politiche della UE – Cambiamenti climatici -
    http://ec.europa.eu/health/climate_change/policy/index_it.htm
  • CORDIS – Servizio Comunitario in materia di Ricerca e Sviluppo
    http://cordis.europa.eu/home_it.html
  • QUALENERGIA il portale – www.qualenergia.it
  • Ministero dell’Ambiente – www.minambiente.it

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 Roberto Calabresi
 r.calabresi@kyotoclub.org
Cambiamenti Climatici, Mitigazione, Adattamento e Sostenibilità ambientale
Roma – La Spezia / Marzo - Aprile 2015                                       54
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