Cgil Cisl Uil scrivono a Conte: "Incontro urgente" - CGIL ...

Pagina creata da Chiara Palmieri
 
CONTINUA A LEGGERE
Cgil Cisl Uil scrivono a Conte: "Incontro urgente" - CGIL ...
La newsletter
                                                                                                  dello Spi di
                                                                                                   Mantova
                                                                                                     n.° 3
                                                                                                 19/02/2020
      Redazione: Via Altobelli, 5 46100-Mantova . Responsabile Salvatore Altabella del Direttivo provinciale Spi Cgil Mantova.
     Tel. 0376/ 2021/ 202221, fax 0376-320453 , e-mail spimantova@cgil.lombardia.it - sito nazionale http://www.spi.cgil.it/
  sito regionale www.spicgillombardia.it Questa newsletter viene trasmessa per posta elettronica , di norma, il 21 di ogni mese.
                           Viene pubblicata anche sul sito provinciale www.cgil.mantova.it\SPI\

La lettera
Cgil Cisl Uil scrivono a Conte: «Incontro urgente»
17 febbraio 2020 ore 16.55

La richiesta è emersa durante le segreterie unitarie, servite a fare il punto
anche sui tavoli aperti con l’esecutivo a partire da fisco e pensioni. Prossima
scadenza ad aprile quando sarà definito il documento di economia e finanza

“Signor Presidente, la preoccupazione per i numerosi tavoli di crisi aziendali e
settoriali aperti da tanto tempo, per i segnali di rallentamento dell’economia, di
guerre commerciali in Europa e nel mondo, ci porta a chiederle di fissare in
tempi rapidi un incontro”. Inizia così la lettera che Cgil, Cisl e Uil hanno
inviato questa mattina al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una
richiesta di incontro e confronto con l’obiettivo di difendere e creare posti di
lavoro.
Ancora una volta quello che manca è una cabina di regia tra i vari
ministeri coinvolti con un coordinamento e una visione di insieme indispensabili
per far crescere il Paese. La richiesta è emersa durante le segreterie unitarie,
servite a fare il punto anche sui tavoli aperti con l’esecutivo a partire da fisco e
pensioni. Prossima scadenza ad aprile quando sarà definito il documento di
economia e finanza.

Per le tre organizzazioni sindacali la richiesta è chiara: a partire dalle
vertenze si deve avviare una fase di riforma e cambiamenti reali. Punti
essenziali, ha sottolineato il segretario generale della Cgil Maurizio
Landini intervenendo durante la conferenza stampa convocata al termine della
riunione, sono proprio fisco e previdenza. E per chi ne fa una questione di
risorse la risposta è netta: “Possono essere recuperate attraverso una lotta
senza quartiere all’evasione fiscale”.

Il messaggio è diretto al governo, ma per Landini è rivolto anche alle
imprese e a Confindustria: la partita dei contratti da rinnovare, infatti, è
ancora aperta. Nel frattempo rispondere alle innumerevoli crisi aziendali che
vedono oltre 300 mila lavoratori coinvolti e a rischio e vertenze passate sui
tavoli di almeno sei governi è diventata un’urgenza. La strada necessaria,
sottolinea ancora Landini, è quella di una risposta coordinata e strategica, per
questo “ci aspettiamo che il governo ci convochi”.

                                                                                                                                   1
La newsletter n.3/2020 dello Spi Cgill di Mantova
Cgil Cisl Uil scrivono a Conte: "Incontro urgente" - CGIL ...
Lavoro: malattie professionali in aumento

Nel 2019, oltre 61 mila le denunce all'Inail

di Fabrizio Ricci (rassegna.it)

Nel 2019 sono aumentate, anche se di poco rispetto al 2018, le denunce
di infortuni sul lavoro all'Inail (641.638, +0,1%), ma, soprattutto, sono
aumentate in maniera ben più consistente le denunce di malattie
professionali, passate da 59.585 nel 2018 a 61.310 nel 2019 (+2,9%). A
testimoniarlo sono i dati della stessa Inail che descrivono un incremento
del fenomeno tutto concentrato nel settore “industria-servizi”, mentre sia
in agricoltura che nel pubblico (conto Stato) le denunce sono calate.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle denunce di malattia
professionale, queste sono aumentate in tutte le aree del Paese, ad
eccezione del Nord-Ovest. Per quanto riguarda le singole regioni è la
Toscana a registrare il numero più alto di denunce (8.323), seguita
dall'Emilia Romagna (6.581) e dalle Marche (6.077). Più indietro si
trovano regioni ben più popolose come Lombardia (4.140) Lazio (3.965)
e Sicilia (1.666).

Ma quali sono le malattie professionali più diffuse? Il maggior numero di
denunce (38.492 nel 2019) sono relative a malattie del sistema
osteomuscolare e del tessuto connettivo ed è qui che si concentra anche
l'aumento rispetto al 2018, ma numeri consistenti si hanno anche per le
malattie del sistema nervoso, le malattie dell'orecchio e dell'apofisi
mastoide e le malattie del sistema respiratorio. Estremamente alto,
infine, anche il numero di tumori denunciati come malattie professionali,
ben 2.458.

“Sono numeri impressionanti e in costante aumento negli ultimi anni, ma
certamente ancora notevolmente sottostimati rispetto alla realtà”,
commenta Silvino Candeloro, dell'ufficio di presidenza dell'Inca, il
patronato della Cgil. “Sottostimati per vari motivi – spiega – in primo
luogo perché le malattie professionali sono più difficili da riconoscere
rispetto agli infortuni e possono avere una latenza lunga anche diversi
anni, come nel caso dei tumori, che secondo recenti studi sono
certamente molto più numerosi di quelli denunciati, si stima tra i 4000 e
i 20.000 all'anno. E poi – continua Candeloro - per un problema più
strettamente culturale, che in questi anni di crisi si è andato
acutizzando: la tendenza, insita nelle lavoratrici e nei lavoratori, di
contrapporre e far prevalere il diritto al lavoro rispetto al diritto alla
salute”.

                                                                          2
La newsletter n.3/2020 dello Spi Cgill di Mantova
Cgil Cisl Uil scrivono a Conte: "Incontro urgente" - CGIL ...
Candeloro si riferisce alla tendenza, purtroppo ancora molto diffusa, a
non denunciare la malattia professionale per paura di ripercussioni, fino
alla perdita del lavoro stesso. “Su questo fronte c'è grande bisogno di
fare chiarezza e una corretta informazione – sottolinea il dirigente Inca –
perché in realtà denunciare una malattia professionale offre maggiori
garanzie e tutele proprio nell'ottica della salvaguardia del proprio posto
di lavoro. Ad esempio – continua Candeloro – laddove viene riconosciuta
una patologia professionale, i giorni di malattia utilizzati dal lavoratore
non vanno a comporto e quindi non può scattare il licenziamento per un
eccesso di assenze”.

Anche il timore di essere giudicati inidonei alla propria mansione può
essere un deterrente alla denuncia: “Ma anche qui – insiste Candeloro –
oggi siamo in grado di tutelare e seguire i lavoratori sia in ambito
giuridico che attraverso progetti di reinserimento, finanziati peraltro dalla
stessa Inail. Sono strumenti poco conosciuti, utilizzabili anche dai
lavoratori autonomi, sui quali come Inca stiamo lavorando con intensità”.

Dai dati emerge però un altro aspetto meritevole di approfondimento e
cioè la evidente disomogeneità territoriale delle denunce di malattia
professionale. “Effettivamente è chiaro che se la Toscana ha il doppio di
denunce della Lombardia qualcosa non torna – commenta ancora
Candeloro – Sicuramente, il centro Italia si dimostra più attento al
fenomeno, ma mi piace sottolineare anche il dato della Sardegna, una
regione nella quale, anche come patronato, abbiamo fatto un grande
investimento     sull'emersione  del   fenomeno,    in competenze       e
professionalità”.

Professionalità come quelle dei medici legali, dai cui certificati parte tutto
l'iter della procedura. L'Inca ha circa 250 medici convenzionati in tutta
Italia, la cui esperienza e competenza in materia accresce notevolmente
le possibilità di dimostrare il nesso causale della malattia professionale.

Perché il problema sta proprio qui: solo una parte – troppo piccola
secondo il patronato – delle denunce registrare dall'Inail vengono poi
accolte. “In Italia siamo intorno al 38% - spiega Candeloro – ma in
alcune regioni, per esempio nel Lazio, si scende addirittura sotto la soglia
del 20% di accoglimenti. E questo è un problema, anche perché spesso
ci troviamo di fronte a respingimenti le cui motivazioni non sono affatto
chiare, ma portare avanti ricorsi o fare addirittura causa, come è
facilmente intuibile, non è una cosa facile per i lavoratori”.

http://www.inca.it/Archivionews/News/TabId/1351/ArtMID/1981/ArticleID/2772/Lavoro-malattie-
professionali-in-aumento.aspx

                                                                                              3
La newsletter n.3/2020 dello Spi Cgill di Mantova
Cgil Cisl Uil scrivono a Conte: "Incontro urgente" - CGIL ...
Pensioni: riscatto agevolato della laurea

I chiarimenti di Inps
La circolare di Inps, del 22 gennaio scorso n. 6 fornisce chiarimenti sul riscatto
agevolato della laurea e i criteri di calcolo da applicare per la determinazione
dell’onere in caso di liquidazione della pensione esclusivamente nel sistema
contributivo.
E’ bene ricordare che le domande di riscatto laurea, per le novità introdotte nel
decreto     n.4/2019       (riscatto   laurea   agevolato),     sono     aumentate
significativamente: nel 2019, sono state circa 35.000 domande di riscatto
laurea agevolato e 29.000 quelle di tipo ordinario. Un numero decisamente
superiore, fa notare il dipartimento previdenziale della Cgil, rispetto quelle
registrate negli altri anni (circa 25.000 l’anno).
Alla luce dei chiarimenti di Inps, molti lavoratori e lavoratrici si stanno recando
presso le sedi di Inca per richiedere consulenze specifiche, visto che la circolare
conferma la possibilità di riscattare la laurea (con condizioni di miglior favore)
anche a chi abbia svolto gli studi prima del 1996 purché rientri nei requisiti
previsti per l’opzione al sistema contributivo (meno di 18 anni versati prima del
31.12.1995; almeno 15 anni di contributi versati complessivamente al
momento della richiesta di riscatto; almeno 5 anni nel periodo contributivo,
post 1995).
In questo caso però, spiega la Cgil, il lavoratore o la lavoratrice interessata
dovrebbe optare per il metodo contributivo che, spesso, è meno generoso dal
punto di vista dell’importo dell’assegno pensionistico, ma che potrebbe far
anticipare il requisito per la pensione.
Quindi, osserva ancora il sindacato, se per le lavoratrici che utilizzeranno
“opzione donna” si potrebbe ipotizzare una convenienza nel riscatto della
laurea (se quegli anni saranno necessari a perfezionare il requisito contributivo
dei 35anni), in quanto il sistema di calcolo sarà comunque quello contributivo,
per tutti gli altri casi, le situazioni si presentano più complesse; ed dunque
complicato fare delle valutazioni sulla convenienza del riscatto degli anni di
studio.
Infatti, sono diverse gli aspetti su cui occorre fare attenzione, non sono
soltanto legate all’onere del riscatto e ai riflessi sulla misura del trattamento
pensionistico ma, laddove si esercita la facoltà di opzione nel sistema
contributivo, sarà necessario considerare l’irrevocabilità di tale scelta, dal
momento in cui produce effetto e le relative conseguenze future: la preclusione
ad accedere ai trattamenti pensionistici previsti nel sistema contributivo
(64anni con 20anni di contributi, a condizione che si sia maturato un assegno
pari ad almeno 2,8 volte l'assegno sociale); oppure l’applicazione del
massimale annuo previsto per i soggetti che sono nel contributivo (pari a €
103.055,49 nel 2020), o ancora la valorizzazione ai fini della decorrenza e della
misura del trattamento pensionistico dei periodi oggetto di riscatto con
limitazioni rispetto al sistema retributivo.

http://www.inca.it/Archivionews/News/TabId/1351/ArtMID/1981/ArticleID/2769/Pensioni-riscatto-agevolato-della-
laurea.aspx

                                                                                                                4
La newsletter n.3/2020 dello Spi Cgill di Mantova
Cgil Cisl Uil scrivono a Conte: "Incontro urgente" - CGIL ...
COMITATO DIRETTIVO
                  ASSEMBLEA GENERALE
                    SPI CGIL MANTOVA
             26 FEBBRAIO 2020 ALLE ORE 09,00
           l’Hotel la Favorita, in via Verri 1, Mantova

E’ convocato Il Comitato Direttivo unitamente all’Assemblea Generale
dello Spi/Cgil Territoriale, con il seguente ordine del giorno:

  • Confronto fra Governo e Sindacati

  • Da Gutemberg allo smartphone, dall’odore della
    carta stampata alla digitalizzazione, dalla memoria
    al futuro. Come cambia la comunicazione.

Sarà presente ai nostri lavori, il Responsabile della Comunicazione dello
Spi/Cgil Nazionale Lorenzo Rossi Doria, che ci introdurrà nella
modernità della informazione.

             Siete tutti invitati alla partecipazione
Martedì 10 marzo, ore 9:30-13:00
                                        Camera del Lavoro di Mantova

                    “Vogliamo godere i nostri figli e nipoti
                             e non piangerli “
                          Conoscere per intervenire

Lo Spi Cgil di Mantova, convoca il proprio C. Direttivo, organizzando un
laboratorio che serve a chiarire e comprendere i concetti base della prevenzione
degli infortuni sul lavoro e domestici.

Obiettivi
    •   Analizzare le motivazioni al comportamento sicuro e al comportamento pericoloso
    •   Conoscere le condizioni di contesto che consentono la prevenzione degli infortuni
    •   Avere il ruolo di guida nei comportamenti sicuri
    •   Conoscere le diverse modalità di prevenzione in funzione del ruolo ricoperto
Programma:
•   La motivazione alla sicurezza e alla prevenzione
•   Le mentalità della prevenzione
•   Esercitazione: caccia al rischio
•   Come creare le condizioni perché la prevenzione funzioni

Il laboratorio sarà tenuto dal Dott. Daniele Tartarini
Psicologo del Lavoro

                                          Sicurezza
                                          domestica
I N T R E NO P E R L A M E M OR I A
                         A USCH W I T Z 2 0 2 0
                         26 M A R Z O – 30 M A R Z O 2020

Per approfondire la conoscenza del L ager di Auschwitz , del Memoriale
e dei luoghi che tra il 1940 e il 1945 videro morire più di un milione di ebrei
si terrà un incontro con l’autore della Guida “V isitare A uschwitz”

                               F R E D I A NO SE SSI
                               D OCE NT E UNI V E R SI T A R I O E SCR I T T OR E
                               V E NE R D I ’ 6 M A R Z O 20 2 0
                               OR E 15 :00

                               SA L A E NOR E M OT T A
                               Cgi l - CA M E R A D E L L A V OR O
                               V i a A r genti na A ltobelli 5
                               M antova
                               Agli studenti con i loro docenti e ai partecipanti adulti
                               del T reno della Memoria , verranno fornite le
                               informazioni storiche e fotografiche i suggerimenti
                               puntuali per aiutare la visita di Auschwitz. Per entrare
                               in ciò che resta oggi di questo terribile complesso
                               concentrazionario, per rivivere con l’immagine i
                               frammenti di vita quotidiana di molti deportati ebrei,
                               sinti e rom che vissero in questo luogo i loro ultimi
                               giorni di vita.
Puoi anche leggere