CAMMINARE INSIEME - Parrocchia Santa Maria del Carmelo

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CAMMINARE INSIEME - Parrocchia Santa Maria del Carmelo
4 dicembre 2022
                         CAMMINARE INSIEME

                                                                                                                          n. 457
            PARROCCHIA S. MARIA del CARMELO - Trieste
                               iovanni Battista compare sulla scena del    riferendosi al progetto di Dio. E il primo movimen-
                               vangelo improvvisamente. Il suo compi-      to non è quello dell'uomo verso Dio, bensì quello
                               to è di «preparare la via al Signore»,      di Dio verso l'uomo: è un movimento di grazia che
                               annunciandone la venuta imminente. Si       rende possibile il cambiamento dell'uomo e ne
                  presenta come un asceta del deserto, con indosso         offre il modello. La terza caratteristica, è la profon-
                  ruvide vesti e una cintura di pelle attorno ai fianchi.   da umanità della conversione evangelica: conver-
                  Ma non invita gli uomini a divenire asceti come lui.     tirsi significa tornare a casa, un ricupero di umani-
                  Preparare la strada al Signore è altra cosa. Ecco        tà, un ritrovare la propria identità. Convertendosi
                  come il Battista la esprime: «Convertitevi, perché il    l'uomo non si perde, ma si ritrova, liberandosi
                  Regno di Dio è vicino... Non credete di poter dire fra   dalle alienazioni che lo distruggono. Ma c'è un
                  voi: abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può       secondo avvertimento nelle parole del Battista: il
                  far sorgere figli di Abramo anche da queste pietre.       fatto di appartenere al popolo di Abramo non è
                  La scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero   una ragione per ritenersi al sicuro dal giudizio
                  che non produce frutti buoni viene tagliato». Dun-       imminente (la scure è già posta alla radice degli
                  que, due sono soprattutto le cose che Giovanni           alberi). Non è la razza che conta, né la semplice
                  ritiene urgenti: convertirsi e non cullarsi in una       appartenenza istituzionale a questo o a quello, ma
                  illusoria sicurezza. Convertirsi è una parola che dice   la fede. Non bisogna cullarsi in una facile e sconta-
                  il cambiamento della mente e del comportamento.          ta sicurezza. La salvezza non è un fatto scontato
                  Non soltanto un cambiamento morale, nei compor-          per nessuno. Anche il giusto deve convertirsi e
                  tamenti, ma un cambiamento teologico, un modo            uscire dalla propria visione particolaristica. I figli di
                  nuovo di pensare Dio. Le caratteristiche, che ac-        Dio sono di qua e di là. Dio può suscitare figli di
                  compagnano sempre la conversione evangelica,             Abramo anche dalle pietre, cioè dovunque. Anche
                  sono almeno tre. La prima è la radicalità. La conver-    le due prime letture proposte dalla liturgia posso-
                  sione non è un cambiamento esteriore o parziale,         no offrirci due indicazioni concrete del cambia-
                  ma un riorientamento di tutto l'essere dell'uomo.        mento che è necessario per prepararsi alla venuta
                  Per Gesù si tratta di un vero e proprio passaggio        del Signore. Isaia (prima lettura) sogna un germo-
                  dall'egoismo all'amore, dalla difesa di sé al dono di    glio nuovo di umanità, che «non giudicherà secon-
                  sé; un passaggio talmente rinnovatore da essere          do le apparenze e non prenderà decisioni per
                  incompatibile con le vecchie strutture (mentali,         sentito dire, ma giudicherà con giustizia i poveri e
                  religiose e sociali), come il vino nuovo non si può      prenderà decisioni eque per gli oppressi del pae-
                  porre nelle vecchie botti. Una seconda nota della        se» (Is 1,3-4). E Paolo, più lapidario: «Accoglietevi
                  conversione evangelica è la religiosità: non è con-      gli uni gli altri come Cristo accolse voi» (Rm 15,7).
                  frontandosi con se stesso che l'uomo scopre la
                  misura e la direzione del proprio mutamento, bensì                      Pa          An      l (p        roc )
CAMMINARE INSIEME - Parrocchia Santa Maria del Carmelo
dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,1-12)

                                           n quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava
                                           nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, per-
                                           ché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del
                                           quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse:
                              «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cin-
tura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalem-
me, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare
da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire
al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira
imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire den-
tro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può su-
scitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non
dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione;
ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli
vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il
suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

    8 dicembre 2022 SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA
ore 11.00: S. Messa solenne nella quale si ricorda il centenario dell’Ordi-
          ne secolare carmelitano a Trieste; seguirà l’omaggio alla Ma-
          donna della strada (recentemente restaurata) con l’Infiorata;
ore 16.30: Apertura del presepio con una sacra rappresentazione ani-
           mata dai bambini e ragazzi.

          AVVENTO 2022 in parrocchia
Preghiera
·        Lodi: ogni mattina (eccetto sabato e domenica)
         ore 6.10 lodi e preghiera personale;
·        Novena dell’Immacolata: da martedì 29 novembre alle ore 17.30;
·        Novena di Natale: da venerdì 16 dicembre alle ore 17.30;
·        Celebrazione penitenziale per tutti: Martedì 20 dicembre ore 20.30;
                       Catechesi
                       ·      Leggiamo e approfondiamo il Messaggio del Vescovo per
                       l’Avvento (lo trovi in chiesa).
                       ·      Sussidio: Avvento e Natale in famiglia: per vivere in pie-
                       nezza il Natale del Signore (lo trovi in chiesa).
                       ·      8 dicembre: Giornata del libro carmelitano e altri libri sul
                       Natale (bancarella per fare e farsi un regalo utile e intelligente).
                       ·      Esercizi spirituali carmelitani (sul sito della parrocchia).
Carità
Veniamo incontro alle tante necessità delle famiglie povere o portando generi ali-
mentari o con offerte da depositare nella bussola al centro della chiesa.
I CENT'ANNI dell'ORDINE SECOLARE CARMELITANO a TRIESTE
Il prossimo 8 dicembre la Chiesa celebrerà la solennità
dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
In questo stesso giorno, esattamente cento anni fa,
una funzione solenne decretò la nascita del Terz'Ordi-
ne Carmelitano a Trieste. Il nulla osta per il riconosci-
mento di quello che oggi si chiama Ordine Secolare
Carmelitano venne dato dal vescovo di allora, monsi-
gnor Angelo Bartolomasi.
Il documento istitutivo – attualmente conservato presso l'archivio diocesano della Curia di
Trieste – riporta la firma di don Nicolò Gligo il quale, nel mese di settembre di quell'anno, ave-
va ricevuto dal Preposito Generale dei Carmelitani Scalzi l'autorizzazione a procedere. La scel-
ta del luogo nel quale furono pronunciate le promesse dei primi laici, nel 1922, cadde sulla chie-
sa della Beata Vergine del Soccorso che nei decenni successivi avrebbe visto affluire all’Ordine
numerosi altri fratelli e sorelle. Sui documenti appartenenti ai Secolari, don Gligo scriveva: «Si
scelse e preferì questa chiesa perché dedicata alla Madonna del Carmine». Pochi sanno, infatti,
che proprio la chiesa della Beata Vergine del Soccorso – che i triestini doc chiamano ancora
“Sant'Antonio Vecchio” – nasce con una vocazione carmelitana. Nel 1924 un artista locale, il
pittore Carlo Molinari (1891 - 1948), venne incaricato dal parroco, don Rodolfo Valenti, di deco-
rare il cornicione sopra il presbiterio secondo precise indicazioni: al centro doveva essere rap-
presentata la Regina del Monte Carmelo nell'atto di consegnare a San Simone Stock lo scapo-
lare, simbolo per eccellenza dei carmelitani, mentre il fanciullo Gesù si volge verso il profeta
Elia, padre e ispiratore dell'Ordine. Anche alla pala dell’altare maggiore - per il resto una copia
di un quadro conservato nella chiesa francescana di Graz - fu aggiunto il dettaglio di due angeli
che porgono alla Madonna lo scapolare, confermando la volontà di don Valenti di connotare la
chiesa con una delle devozioni più antiche della nostra spiritualità.
Ci piace immaginare che tra i tanti silenziosi spettatori che rimasero affascinati dall'immagine
del Molinari ce ne fu uno in particolare che ebbe un ruolo determinante nella storia dell’Ordine
Secolare Carmelitano a Trieste. Elvira Babi (1876 - 1939) era un’insegnante di scuola originaria
di Pola che frequentava già da tempo l'ambiente religioso triestino: affascinata dalla spirituali-
tà della santa di Avila, Teresa di Gesù, decise attorno agli anni Trenta, di portare il Carmelo
nella nostra città. Si recò dunque a Milano a un corso di esercizi spirituali tenuto da un carmeli-
tano e in seguito partì per Venezia esprimendo questo suo desiderio al Rev.mo Provinciale,
che le suggerì di trovare a Trieste una zona senza chiesa e un'abitazione per i Padri: fu così che
nel 1935 l'antichissimo Ordine dei Carmelitani Scalzi si stabilì nel rione triestino di Gretta.
Questo impulso permise ai tanti laici della zona - e della nostra regione – di potersi formare
alla scuola del Carmelo sotto la guida dei religiosi dell'Ordine e le cronache del tempo raccon-
tano anche di chi, dopo un breve periodo di formazione, scelse la vita monastica.
Certamente l'intensa preghiera della signorina Babi, peculiarità di ogni carmelitano, fu ascolta-
ta ed esaudita oltre ogni aspettativa: i nostri Padri iniziarono fin da subito la cura pastorale dei
fedeli e la prima chiesa, risalente al 1937 e ricavata da un ambiente della loro casa religiosa,
venne dedicata a Maria Decor Carmeli.
In breve tempo gli abitanti andarono aumentando consistentemente di numero per l’incre-
mento edilizio della zona e per questo motivo si rese necessaria la parrocchia - eretta canoni-
camente nel novembre del 1963 - infine sorse l'attuale chiesa di Santa Maria del Carmelo, dive-
nuta il centro della spiritualità carmelitana a Trieste; fu benedetta e aperta al culto il 4 ottobre
del 1970 dall’arcivescovo Antonio Santin.
La festa del Carmine a Gretta divenne tradizionale già dal 1941 e assunse una maggior solenni-
tà con l'inaugurazione e la benedizione della statua della Madonna – opera dello scultore Vin-
cenzo Moroder – fedele riproduzione della miracolosa Madonna venerata dal secolo XIX sul
Monte Carmelo in Palestina. Da allora ogni anno, il 16 luglio, essa viene celebrata con solennità
e con una processione per le strade del rione.
La cronaca del tempo racconta molti altri dettagli che rendono l'idea dell'accoglienza affettuo-
sa e sincera di tante anime devote, che videro concretizzarsi il loro desiderio di potersi recare
in un luogo di culto vicino alle loro abitazioni.
Tuttavia nel corso degli anni, presso l'archivio della Comunità Secolare, sono rimaste altrettan-
te tracce scritte a mano e in bella calligrafia di incontri a tema sui santi carmelitani e sui loro
preziosi insegnamenti: un segno tangibile della fede e della devozione al Carmelo che ha ani-
mato tante persone. Molte generazioni sono passate dalla stanzetta al pianterreno, presso il
convento dei Padri, adibita a luogo di incontro e di condivisione fraterna, e le vecchie fotogra-
fie unite a quelle più recenti rimangono la memoria storica di una spiritualità che dura da un
secolo.
Oggi i laici carmelitani a Trieste non sono più numerosi come in quegli anni in cui Elvira aveva
dato avvio alla propria missione, ma l’entusiasmo che anima la vita carmelitana non si è
raffreddato: il Carmelo continua a rispondere in modo unico a tutti coloro che sentono il richia-
mo di una vita contemplativa - il cui centro è la preghiera – per riscoprire la propria identità
interiore e il proprio legame con Dio, arricchendo da cent'anni la realtà locale di una sensibilità
di grandissimo valore religioso e spirituale.

                                                  Appuntamenti della settimana
                                                  In diocesi
                                                  ·       Domenica 4 dicembre a S. Giusto,         ore
                                                          18.00 vespro e catechesi del Vescovo.
                                                  ·       Lunedì 5 dicembre Santa Barbara, Patrona
                                                          del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
                                                  ·       Alle 11.00 nel Santuario di Santa Maria
                                                          Assunta a Monrupino, l'Arcivescovo mons.
                                                          Giampaolo Crepaldi presiede la Santa Mes-
                                                          sa per la ricorrenza di Santa Barbara, Patro-
                                                          na del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
                                                  ·       Vespri di San Nicola. Alle 18.00 nella Chiesa
                                                          Greco-Orientale, l'Arcivescovo mons. Giam-
                                                          paolo Crepaldi partecipa alla preghiera del
                                                          Vespro nella memoria di San Nicola.
                                                  ·       Mercoledì 7 dicembre alle 20.15 nella par-
                                                          rocchia di San Giovanni Decolla-
                                                          to, l'Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi
                                                          presiede la Veglia dell’Azione Cattolica
                                                          diocesana.
                                                  ·       Giovedì 8 dicembre: Immacolata Concezio-
                                                          ne: l’Infiorata. Alle 12.00 in piazza Garibal-
                                                          di, l'Arcivescovo mons. Giampaolo Crepal-
                                                          di partecipa all’Infiorata alla stele mariana.

                         e-mail: parrocchia.gretta@carmeloveneto.it
                                  tel. Parrocchia: 040-410070
                   sito web: www.parrocchiasantamariadelcarmelo-gretta.it
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