SONGS CANZONI_LANDSCAPES PAESAGGI - concerto per parole, immagini e sagome di cartone

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SONGS CANZONI_LANDSCAPES PAESAGGI - concerto per parole, immagini e sagome di cartone
testi e alcune immagini di
    SONGS CANZONI_LANDSCAPES PAESAGGI
concerto per parole, immagini e sagome di cartone

    testi Roberta Magnani
     disegni Virginia Mori
SONGS CANZONI_LANDSCAPES PAESAGGI - concerto per parole, immagini e sagome di cartone
brano musicale: Loop solo

se guardassi il mondo è così vivo nel disperdersi del giorno

se guardassi il mondo è così vivo nel disperdersi del giorno
le radici in fondo alla terra e le chiome che si perdono nel cielo
frammenti di corteccia e spoglie d’insetti
il ferro e il rame che cambiano colore sotto lo sfogo del tempo
le fronde dense e cupe, gli anni, il vento, i fulmini, un fiume d’aria

ogni cosa è intrecciata, è imbevuta di luce verde e piovosa
ogni sterpeto dall’odore amaro
ogni ardore del fuoco sul vetro
è un ricordo d’inverno
ogni pianta fiorita è una stretta
il verso del grano è colmo d’api, di uccelli, di sussurri
di gesti dell’uomo, di fare e disfare
ogni cosa ha una sua propria legge:
numero, misura, non più d’un metro un passo
imperi d’acqua e di correnti, l’ordine della specie

se prendessi lezioni d’abisso
per entrare nel mondo degli alberi, dei cespugli, delle siepi
fra il folto del cosmo, nell’ordine degli arcipelaghi
fra le distanze notturne, nelle piazze, fra i rumori del cielo e la terra
per entrare nel mondo umido, nella regione acquosa
per unirsi allo stuolo di bacche, di foglie, di rami caduti
al cemento, ai soffitti, ai pavimenti che brillano al sole
disperso nell’aria, nei fiumi, nel manto stradale e in ogni frutto del suolo
come il vento saresti attaccato a tutto l’intorno

se guardassi il mondo vedresti la notte tumultuosa e sonora
tuonare di lucciole in mezzo al campo
tuonare in baleni di luce sulle strade
per gli occhi, per il cuore sarebbe questo splendore
questa corsa di lampi, questo falò, questa terra raggiante di radici
vedresti questa pioggia scatenata, questo canto, questo raccolto
questo insieme di spighe, queste stelle grondanti in sciami di luce
queste catene di tramonti che brillano come occhi.
SONGS CANZONI_LANDSCAPES PAESAGGI - concerto per parole, immagini e sagome di cartone
brano musicale: Reportage 1 - costruzione del primo paesaggio

brano musicale: Modale

i gesti quotidiani

io amo i gesti quotidiani
l’aria sottile della pelle
il respiro di sollievo
l’ebbrezza del volo

io abbraccio tutto con amore perfetto
sono innamorato di quanto cresce all’aperto
io bagno le radici
eccomi nell’erba!
ma tutto da me s’allontana...
io sono l’uomo fra la fioritura di migliaia e migliaia di anni
io diffondo il silenzio al mio passo

io amo, i gesti quotidiani
lo spuntare del giorno
il suo chiarore che arriva fino a qui
tutto bello ai miei occhi
un miracolo tutto
in tutto io m’abbandono

io stupefatto compongo un unico canto
per tutti i giorni del cosmo
io rispetto il rito fino all’ultimo richiamo del cielo
io inghiotto tutto ciò che cresce
sa di buono e diventa mio
penso mia una parte di terra
e ne squasso la chioma

io amo i gesti quotidiani

io amo i gesti quotidiani
il saluto della rugiada
lo sguardo che si rompe contro il sole
lo stare fermo sotto questo cielo

io non voglio far altro che ascoltare
sentire la voce libera degli uccelli in mezzo al campo
la cicala che si svuota del suo canto
cantare la vita immensa da ogni lato espansa
ma io che son fatto di cose semplici
dal respiro, dal fiore, dal viso
non posso sfuggire alla norma universale:
io, anche se amo stacco e faccio svanire, io ferisco e straccio

io amo, i gesti quotidiani
l’acqua nel chiasso degli uccelli
conosci il linguaggio degli uccelli?
dicono di saper essere vivi

io, amo i gesti quotidiani
la folgore del freddo imprigionata fra le strade
gli spazi dove le tempeste si raccolgono
io amo l’esplodere del raggio sull’orlo degli stagni
le raccolte che si spandono dai campi
ma non posso impedire che io sia pianto
strappo e tormento del bene naturale

e tu... tu vuoi
vuoi distrarmi albero e trasformarmi l’occhio in luce
vuoi passero bello starmi a guardare dal ramo
io, il ramo spesso lo spezzo
brano musicale: Ritratto delle Correnti - costruzione secondo paesaggio

brano musicale: Pomeriggio 1

si radunano le nubi

si radunano le nubi
larghe nubi nell'aria
gli uccelli aprono le ali
a lunghissime piogge

perché tarda tanto il cielo aperto
ancora promette pioggia
solitarie e nude piogge
con ritmo e con pazienza s'infittiscono
aggrappate alle nuvole
alle pietre alle onde alle correnti d'aria

si spogliano i fiori
colpiti fino alle radici
in baleni senza confini
erompono i fulmini

qualche minuto dopo la pioggia inciampa
si strappa in un soffio
il vento porta un rumore
l'ordine della schiarita
restano solo gocce sulle foglie

fra alte corolle
l'aria trepida ora per i riflessi
per le trasparenze
e di ora in ora il vento porta via le nuvole
brano musicale: Voci

il cielo sfavilla

il cielo sfavilla e s'abbuia
gli corre incontro la fine del giorno
orizzonti grondanti nelle pupille
la notte all'improvviso gli è tutta intorno
in un bagliore di stelle

s'incendia il cielo
la luna brilla
del suo chiarore brilla tutto il cielo

ora il cielo si ricorda del giorno
di come poco prima era tutto acceso
ora ascolta gli uccelli nella pienezza della notte
ascolta il sonno della libellula
s'aggrappa ai firmamenti

s'incendia il cielo
la luna brilla
del suo chiarore brilla la notte

tutto il cielo ascolta lontanissimo
in spazi planetari sente l'aria aperta di silenzio
poi è normale che la notte finisca e venga l'aurora
e da vasti e bui rischiarati diventano gli orizzonti
e il cielo sente il fresco gelato del mattino
ascolta il fruscio di benvenuto degli animali ancora per poco nascosti

s'incendia il cielo
splende il sole
dal suo chiarore nasce il giorno
brano musicale: Interludio

dischiusa giornata tutta colme distese

uscire in questa dischiusa giornata tutta colme distese di luce
sentire l’universo dentro un campo
l’universo fra il polverone delle strade
odore di metano sospeso nell’aria fredda
strati d’acqua, milioni d’ettari d’erba e asfalto che brillano sotto le nubi
acqua di rugiada che frana sul cemento
mucchi di ferro e latta
mucchietti pieni di petali, vigore, tante radici che spezzano il passo

entrare nel mondo, immergersi, attraversarlo
innumerevoli linee di desiderio
trasformano l’invisibile in visibile
colonizzare anche ciò che non si vede: l’intervallo e il vuoto
spalancare lo spazio vuoto infinito
dietro si estende l’ordine matematico
dello svettare degli sfondi
dei grandi sistemi stradali
così da secoli si ripete l’intorno
l’intorno trasformato in chiara superficie

sostare nei i contorni, nei limiti, le linee che separano e definiscono
occupare il profilo ideale di una città: immenso arcipelago di luci silenziose
cose che stanno l’una dentro l’altra
tutto trasformato in impeto della corrente
tutto è giravolte di ruote e alcune volte di ali

si moltiplicano le vedute, interi quartieri, i punti di transito, gli spazi abitati
l’orizzonte urbano irto di grattacieli
superficie, volume, distanza
si moltiplica, attraverso l’opaco silenzio imprigionato nel vetro
la moltitudine incerta di sguardi, la necessità di fare e disfare
ci sono gesti, tutto spesso è inutile ma rasserena
tutto è distese di cosmo e forza vitale
è solo qualche albero, qualche ombra ben controllata, qualche slancio di
sole
tutto è ampiezza illimitato da conquistare
tutto è anche deciso costruito per fare

e là fra erba e asfalto confinati sotto la stessa linea del cielo
fra il carbone, lo zolfo, le pozze d’acqua iridescenti
sentire un mondo ritagliato alle estremità senza l’ansia d’infinito
sentire che tutto si dischiude in verde d’erba, in muri, soffitti, pavimenti,
getti d’acqua, in passi svelti distratti: la bellezza dell’uomo
in numeri sulle soglie, al loro alternarsi in dispari e pari
negli angoli retti degli steccati, nell’uniforme della corsa
nell’ordine dei nomi sulle strade: rettangoli d’elettricità e cerchi di luce

e là, dove lo sguardo si ferma è l’orizzonte
e là sentire che si moltiplicano i grandi cieli che fan sognare d’eternità
i marciapiedi dove i passi si sperdono
dove volume e vita s’incrociano
brano musicale: Loopwalking

affida la voce

affida la voce a chi sa dialogare col vento
la affida a chi trasforma il canto
a chi lo fa capace di toccare
una pietra l’acqua il cielo
a chi è capace di ridurre la paura del volo
poi attraversa l’aria
canta d’aria del lavoro dei cieli canta
del loro respiro
in calma andare per i campi
con tutta la bocca piena d’aria
va con il suo respiro con calma

rivolto all’aria tratterà il respiro
all’aria s’alzerà in piedi
avrà a sé il tempo che matura
avrà aria pietre erba e sole

comprenderà l’intero aspetto dello spazio
parlerà della corolla e del petalo
sorseggerà lo spazio dell’andata e del ritorno alla sua natura

con un numero infinito di pupille
con un numero infinito di boccioli
uscirà nello spazio
nell'incolto delle grandezze
nel giardino delle misure
coglierà tutte le radici e le metterà nelle teste

in dono avrà l'aria sottile
i colori su cui s'appoggia l'ombra
e gli splendidi raggi di sole

ascolta la pioggia
osserva il nascere di fulmini e tuoni
là dove il vento spargeva germogli foglie e corolle
là dove c'erano quiete e morbide ombre ora fioriscono le nuvole
là s'annuvola e snuvola
aria e bisbigli si fanno uragano
poi fresco e quiete tutt'intorno

là in mezzo alla notte alla lunga notte alla sua chioma
un canto di cicale fa dimenticare le parole da dire
così con tutte le parole uscite nell'aria
tutto s’allarga di silenzio
solo il vento porta un rumore
poi l’ordine della schiarita
la trasparenza dell’aria s'incendia
s'aggrappa ai firmamenti
alle correnti d'aria
s'irradia e trasforma l'intorno in aperta e grande primavera
e quando la primavera arriva fatta per bene fa una pausa
le case si svuotano
si slegano gli animali
ed e' aria che risuona in silenzio e molto veloce
e ogni cosa intorno è leggera
e sopra il cielo è vasto e spesso vuoto di vento
così sale verso gli spazi più liberi del cielo
così è tutto uscito nell’aria
così arriva il respiro di sollievo
brano musicale: Meno
l’aria del primo giorno

l’aria del primo giorno del mondo
congelerà l’acqua in un tocco
in uno sguardo come l’alba ogni cosa
un anno dopo l’altro, anno ad anno
sempre molto in alto e molto piano soffierà il vento dal cielo

io, sarò l'aria del primo giorno del mondo
sarò vento per la tua pelle
sarò lampo, bufera in un baleno, amore

spingerò tutte le correnti della terra
sotto il tuo vestito, fra i tuoi capelli
a scompligliare i tuoi capelli

alzerò i fili d'erba
per accarezzare le tue caviglie nude
alzerò i fili d'erba del prato in cui corri
per aiutarti a prendere il volo

tu apri, spalanca le braccia
io soffierò più forte

spazzerò via tutte le nuvole
vedrai così un cielo carico di stelle
scoprirai il segreto linguaggio delle stelle

sarò per te anni d'aria, mesi d'aria, settimane d'aria e volo
ti porterò in alto sulla cima
ad ascoltare la forza dell'aria fra le foglie

coprirò ogni cosa con il mio seme
tutto sarà volo sulla nostra terra
germoglierà d'aria
vedrai che meraviglia

scenderò sulla terra e arriverò
fino alle radici di ogni cosa
sarò suono volume terrestre
tappeto d'aurora e azzurro silenzio

nell'aria immobile scenderò
al confine fra il cielo e la riva dell'oceano immenso
per farti volare la muoverò

tu apri, spalanca le braccia
io soffierò più forte
per aiutarti a prendere il volo
brano musicale: Reportage 3

elenco

camminare nella frana, esaminare le faglie e i blocchi sospesi
ammassi, cumuli, isole, fosse, monti, costellazioni
nomi di animali, rocce, campi, foglie, strade, rughe, pianure
piante di città, fasci di luce, carte del cielo, mappe d’aurora
richiami d’aria e asprezze e vuoto.

questa larga corsa della stelle, il linguaggio dell’aria
il fremere fino alle radici di una pianta
mulinare delle foglie intorno alla corteccia
l’equilibrio del belvedere, di finestre, rifiuti, bagliore di stelle
la fine del giorno, il sonno della libellula, il canto degli uccelli.

cemento ed erba, pompe d’acqua, spazi incolti, insegne
sagome di fabbriche, biciclette, macchine
aiuole, giochi, giardini, il salto del nastro, piedi e zampe
ponteggi sulle anime delle case nude
linee rette, geometrie di luci, lunghissime piogge
in baleni senza confini i fulmini, un verso d’animale
le massime grandezze.

sul terreno il piede cammina conta l’ordine delle solitudini
palafitte di alberi, assi verticali, catene di strade e case emerse, il piano del suolo
il bordo di un fosso, la riva di un fiume, il dritto della strada, il solco del campo
il taglio netto del mare, l'arco del cielo, il dentro e il fuori.

frammenti di precipizi, frammenti di altezze
vaste costruzioni di vento, vaste costruzioni di bufera
spuntare delle radici dal suolo, pendenze frecciate
le ragnatele che spezziamo a ogni passo
sospiri, aria immobile, l’azzurro inabitato del cielo più alto
la chioma fiorita del melo, il leccio sempre vivo, l’ombra larga dei tigli
piramidi di cedri, il carpino nero.

gli angoli ruvidi pelosi di gemme, le gelate tardive, la semina
le incerte foglie del cerro, zampe, zampe sul muro, muro scalato da raggi e radici
i granelli di polvere turbinano in quei raggi.

geometrie che diventano cose, una miriade di semi, lucciole e cicale
gocce trasparenti del primo mattino, tumulto di onde
vasti spazi non segnati da ombra, rive oceaniche, richiami di uccelli, erbacce,
folla per strada, braccia incrociate alla fine del giorno, teste per aria
letti di ruscelli, architetture crollate e vive città della terra.

spuntare, germogliare, farsi meraviglia, stordimento
distese coperte d’erba e d’abisso, distese d’acqua e nuvole
distese di gocce e radici, radice che scava la terra
radice legata al segreto, al segreto del segreto
per spingere lo sguardo più lontano, per diventare piante, tronchi, vie lastricate,
solidi margini dei marciapiedi e file e file di case e di tetti
griglie di ferro, di pietre e di legno, limiti immaginari contare
contare le tormente scatenate
misurare i codici, le linee rette cinte di neve, radici e di sole
tutto è potente chiarezza, potente velocità
silenzio che si raccoglie negli angoli, silenzio sperduto in mezzo al tutto
vorticoso e raccontato dal vento, vertigine che vola via con i riflessi del cielo.
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