CAMERA A NEBBIA ESERO Italia: insegna, impara, vola in alto con lo spazio - Radioattività in uno scenario cosmico
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ESERO Italia: insegna, impara, vola in alto con lo spazio scuola secondaria → CAMERA A NEBBIA Radioattività in uno scenario cosmico 1 Guida per l’insegnante
Pag. 11 Pag. 12 Risorsa originale Radioactivity in a cosmic setting www.esa.int/education Risorsa tradotta e adattata da ANISN – Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali Per maggiori informazioni contattare ESERO Italia: www.esero.it Copyright © European Space Agency 2021 2
→ LA CAMERA A NEBBIA Radioattività in uno scenario cosmico Breve descrizione Durata della lezione: 1 ora ↑ Video sulla camera a nebbia(VP03). Vedi la lista degli approfondimenti. 3
→ LA TEORIA Con la costruzione della prima camera a nebbia nasceva un nuovo ramo della fisica: lo studio Figure 1 delle particelle e delle loro interazioni. La camera a nebbia consente di osservare visivamente particelle cariche, dando la possibilità di determinare le loro proprietà conoscendole in dettaglio. All’interno della camera, le molecule di alcool allo stato di vapore sono ionizzate dalle particelle cariche che transitano nelle loro vicinanze. Questo fa sì che i vapori di alcool condensino in goccioline liquide, formando una scia di condensazione visibile, dove le particelle cariche hanno interagito con l’alcool. La lunghezza e lo spessore della traccia lasciata dipendono dalla massa della particella. Le particelle cariche, ionizzate, hanno diverse ↑ I satelliti Esa Swarm, in orbita attorno alla Terra, studiano origini, tra le quali materia che sta subendo un il suo campo magnetico. decadimento radioattivo. Nel corso del decadimento, atomi instabili si disgregano in atomi più piccoli e più stabili, emettendo radiazioni alfa (in realtà una particella costituita da due neutroni e due protoni) o beta (un elettrone o un positrone*). Figure 2: Il campo magnetico della Terra. Nota che l’asse di rotazione e l’asse del campo magnetico hanno direzioni diverse, e Nello spazio sono presenti moltissime il loro punto di incontro non è il centro della Terra radiazioni ionizzanti, provenienti non solo da magnetic north pole geographic decadimenti radioattivi, ma anche da sorgenti north pole come raggi cosmici*, vento solare*, espulsioni di massa dalla corona solare (Coronal Mass Ejections, CME*). Le particelle cariche in movimento sono deviate da campi magnetici: grazie a questo fenomeno, la Terra è ben protetta da tutte le radiazioni ionizzanti proprio dal suo campo magnetico, attivo nella zona chiamata la magnetosfera, studiata in questo momento dai satelliti ESA Swarm (Figura 1) e Cluster. La magnetosfera è generata dal moto dei materiali ferromagnetici Ferro e Nickel che si trovano nel nucleo della Terra. Le line di campo magnetico Terrestre geographic magnetic sono mostrate nella Figura 2. south pole south pole * Positrone: una particella che ha la massa di un elettrone, ma carica elettrica opposta. Raggi cosmici: particelle ad alta energia, tipicamente protoni e nuclei atomici, provenienti dal Sole e da oggetti celesti al di fuori del Sistema Solare. Vento solare: un flusso di particelle cariche emesse dal sole – per lo più elettroni e protoni. Espulsione di massa dalla corona solare, Coronal mass ejection (CME): violenta emissione di radiazione elettromagnetica, particelle e campi magnetici “sparate” nello spazio dalla corona solare. 4
Grazie alla forza di Lorentz, le particelle Figura 3 cariche e la radiazione possono venire intrappolate dal campo magnetico terrestre lungo le sue linee di campo, che sono più densamente concentrate nelle fasce di Van axis Allen interna ed esterna*, mostrate nella axis Figura 3. Questo può avere un effetto disastroso sugli apparati elettronici a bordo outer dei satelliti in orbita attorno alla Terra. inner belt Peraltro, la radiazione può essere utilizzata belt anche per scopi utili. I veicoli spaziali possono essere spinti mediante l'effetto Seebeck; una differenza di temperatura tra due conduttori elettrici di diversa natura, (che può avere origine dal riscaldamento di uno di essi mediante radiazione) può produrre una differenza di potenziale tra i due, originando un flusso di corrente elettrica. ↑ Le fasce di Van Allen. Due anelli a forma di ciambella, attorno alla terra, che intrappolano particelle cariche Una camera a nebbia può essere elettricamente. sviluppata ulteriormente con l'inclusione di un campo magnetico, che devia particelle cariche in movimento. L'entità della variazione di direzione dipende dalla carica della particella. Questo fatto fu determinante per la scoperta dell'antimateria nel 1932, quando Carl Anderson utilizzò una camera a nebbia con un campo magnetico per rilevare i raggi cosmici, particelle cariche provenienti dallo spazio, scoprendo che alcune particelle erano deviate in modo esattamente opposto a quello che ci si aspettava. * Fasce di Van Allen: strati di particelle energetiche cariche elettricamente, trattenute attorno alla Terra dal campo magnetico terrestre. Si estendono all'incirca tra i 1000 e i 60000 km sopra alla superficie terrestre. 5
→ PREPARAZIONE DELL’ESPERIMENTO Il video VP03 | "teach with space - cloud chamber", disponibile sul sito web Education dell'ESA, mostra lin modo completo l'allestimento e l'utilizzo della camera a nebbia. Il video può essere utilizzato come guida per gli studenti nella costruzione della camera, per spiegare ciò che si osserva, o anche come alternativa alla stessa costruzione della camera. Materiale occorrente per l'esperimento Da preparare prima • Un acquario in plastica di medie dimensioni • Nastro di feltro adesivo da un lato (o un nastro di feltro e colla adatta a feltro e plastica) Per l'esecuzione dell'esperimento • Due elettrodi o piccole aste di saldatura di tungsteno toriato (o altre sorgenti alfa/beta) • Circa 2.5 kg di ghiaccio secco (CO2 solida) • 20 ml di alcool isopropilico, conosciuto come isopropanolo (se non disponibile usare etanolo ) • Un acquario di plastica con le strisce di feltro pre-incollate • Due vassoi di metallo (quelli da forno funzionano bene) • Cartoncino nero o carta plastificata nera (per ricoprire i vassoi se non sono scuri) • Una o due sorgenti di luce abbastanza potenti (ex: una striscia luminosa di LED, una torcia, un proiettore per le diapositive) • Un pezzo di carta con cui avvolgere una delle aste di tungsteno • Gomma stucco o altra sostanza adesiva riutilizzabile • Una pipetta • Guanti termicamente isolanti • Occhiali protettivi (un paio ogni persona che assiste all'esperimento) Preparazione 1. Tagliate il feltro in modo da ottenere strisce di ampiezza circa 4 cm e di lunghezza il perimetro della base dell'acquario. 2. Disponete l'acquario di plastica in modo che la superficie aperta sia sopra, e ricoprite ciascuna delle 4 facce laterali con le strisce di feltro (vicino agli spigoli inferiori, perchè durante l'utilizzo devono trovarsi nella parte superiore della camera – vedi figura nel foglio di lavoro dello studente). Con il feltro con lato adesivo è più facile, ma si può anche usare la colla per attaccare il feltro. Attenzione: l'alcool è un solvente, testate la tenuta dell'adesivo prima dell'uso. 3. Le istruzioni per lo svolgimento dell'esperimento si trovano nel documento sulle attività degli studenti (teach with space - camera a nebbia | P03b). 6
Istruzioni per la sicurezza Per la sicurezza in laboratorio fai sempre riferimento al regolamento della tua scuola e alle linee guida nazionali; fai inoltre una valutazione del rischio dell'esperimento. Isopropanolo (e altri alcool): • L'isopropanolo è altamente infiammabile e irritante. Non usarlo vicino al fuoco, indossa occhiali. • Assicurati che la stanza sia ben ventilata, tieni la bottiglia del propanolo tappata. Ghiaccio secco: • Assicurati che la stanza sia ben ventilata per evitare alte concentrazioni di anidride carbonica. • L'inalazione continuata di vapori freddi può causare problemi polmonari o attacchi di asma. • Porta sempre gli occhiali protettivi e i guanti isolanti termici, per evitare bruciature da freddo per contatti fortuiti della pelle con il ghiaccio secco o materiale raffreddato. In caso di bruciatura da freddo, trattala come una normale bruciatura - 10 minuti sotto all'acqua fredda,ed assistenza medica in caso di necessità. • NON bisogna tenere il ghiaccio secco in contenitori sigillati, dal momento che l'anidride carbonica si trasforma presto in gas. Indicatelo chiaramente con scritte sul contenitore. Bacchette di tungsteno toriato – sorgenti di radiazione: • Gli elettrodi di tungsteno toriato, contengono ossido di Torio, che emette particelle alfa. Ha una capacità di penetrazione bassa, per questo motivo, usando le opportune precauzioni, si possono maneggiare in modo sicuro (si trovano normalmente in commercio). • In caso la scuola si doti di un buon numero di bacchette di Tungsteno, è raccomandabile che esse vengano riposte in una scatola metallica con l'etichetta "materiale radioattivo", magari assieme ad altro materiale radioattivo se la tua scuola ne è provvista. • Se un elettrodo mostra segni di scheggiatura o disgregazione, deve essere smaltito secondo la normativa. • Gli elettrodi o parti di essi non devono essere ingeriti. Pur se molto improbabile, in caso di ingestione di parte di un elettrodo cerca l'assistenza di un medico, e segui le istruzioni della tua scuola per le sostanze radioattive. 7
→ RISPOSTE PER LE DOMANDE DELLA DISCUSSIONE 1. Da dove sembrano provenire la maggior parte delle scie di condensazione? Provengono per lo più dagli elettrodi (bacchette) di tungsteno toriato. 2. Stiamo osservando il decadimento radioattivo delle bacchette di tungsteno toriato. Che cosa potrebbero suggerire le scie di condensazione? Le scie mostrano il percorso delle particelle alfa e beta originate dal decadimento radioattivo del torio-232 negli elettrodi di saldatura. 3. Si possono osservare differenze tra le scie di condensazione che partono dalle due bacchette? Dall'elettrodo non incartato partono tracce sottili corte e lunghe, mentre da quello incartato partono solo tracce lunghe e sottili. 4. Quale è la differenza tra decadimento alfa e beta? Il decadimento radioattivo è il processo mediante il quale il nucleo di un atomo instabile perde energia emettendo radiazioni ionizzanti per adattare il rapporto protoni/neutroni nel suo nucleo. Tra i principali tipi di decadimento abbiamo: il decadimento alfa e quello beta. Nel decadimento alfa, vengono emessi due protoni e due neutroni. Questo porta alla formazione di una particella "figlia" di quella di partenza, con un numero di massa inferiore di 4 unità al numero di massa di quello originale, e un numero atomico inferiore di 2, sempre rispetto all'atomo di partenza. Per esempio l' Uranio-238 decade mediante una emissione alfa, perdendo due protoni e due neutroni, diventando Torio-234 [uno degli isotopi del Torio]. Il decadimento beta può avvenire nei seguenti due modi, denominati β- e β+: β-: Un neutrone si trasforma in un protone, emettendo un elettrone. β+: Un protone si trasforma in un neutrone,emettendo un positrone (antiparticella dell'elettrone). 5. Le differenze tra decadimento alfa e beta potrebbero avere effetto sulle scie che osservi? Le particelle alfa sono fisicamente più grandi e più ionizzanti di quelle beta, avendo carica elettrica +2 (2 protoni). Compiono un viaggio relativamente corto fino al momento in cui tutta la loro energia cinetica è stata ceduta. Questo significa che le scie di condensazione delle particelle alfa sono le più corte e spesse, circa 2-5 cm di lunghezza. Con carica elettrica inferiore, le particelle beta ionizzano di meno, viaggiando, per questo, di più, prima di perdere tutta la loro Figura 4 energia. Producono scie più lunghe, fino a 10 cm. beta Dalla bacchetta incartata si possono osservare solo particelle beta. Questo ↑ Una bacchetta toriata che emette radiazioni alfa e beta. perchè le particelle alfa cedono tutta la loro energia alle particelle di carta, ionizzandole, 8
prima di potere interagire con i vapori di alcool. Le particelle Beta producono una ionizzazione più debole, e per questo attraversano la carta attorno all’elettrodo, senza interagire con essa. E' quindi chiaro che la distanza di penetrazione della radiazione alfa è molto piccola – le particelle alfa perdono tutta la loro energia già su corte distanze. 6. Come si formano le scie di condensazione nella camera a nebbia? L'alcool di cui è imbevuto il feltro è molto volatile, e forma rapidamente vapore nella parte superiore della camera. Quando la parte inferiore della camera raggiunge una temperatura bassa a causa del ghiaccio secco, il vapore di alcool si raffredda e cade. L'alcool condenserebbe naturalmente a questa temperatura, portandosi allo stato liquido, essendo al di sotto del suo punto di ebollizione. Per condensare, però, le particelle di gas hanno bisogno di un "seme", una piccola particella, un corpuscolo di "disturbo", sul quale potere iniziare l'aggregazione. Non essendoci questo tipo di "seme di aggregazione" nella camera a nebbia, un sottile strato di alcool allo stato ‘super- saturo’ impossibilitato a condensarsi si raccoglie in prossimità del fondo della camera a nebbia (che deve il suo nome proprio a questo fenomeno). Una particella carica (come la alfa prodotta dal decadimento radioattivo) che passa attraverso la camera, ionizza le molecole di alcool nel suo percorso. Queste molecole di alcool ionizzate agiscono da "semi di aggregazione" per le molecole di alcool circostanti non cariche, che si condensano così formando goccioline che evidenziano la scia di condensazione osservata nella camera. Pochi istanti dopo la loro formazione, le goccioline cadono sul fondo della camera, disperdendosi; la scia di condensazione è visibile così solo per un paio di secondi! 7. I raggi cosmici sono particelle ad alta energia provenienti dallo spazio. Come possiamo osservarli? Nella camera a nebbia si potranno osservare occasionalmente scie che non sembrano provenire dalle bacchette di tungsteno toriato. Certamente potrebbero essere il prodotto di decadimenti radioattivi casuali fuori della camera a nebbia, ma con più probabilità sono l'evidenza di raggi cosmici provenienti dal Sole o da altri oggetti celesti come stelle e galassie. I raggi cosmici dallo spazio penetrano nell'atmosfera terrestre e interagiscono con le particelle che la costituiscono. L’interazione dapprima creano altre particelle dette pioni*. I pioni decadono molto rapidamente, dando origine spesso a muoni*. I muoni possono essere osservati nella camera come tracce diritte, molto lunghe e sottili. 8. Che effetti possono avere le radiazioni sui veicoli spaziali? Le radiazioni ionizzanti possono urtare elettroni liberi nei circuiti elettrici, producendo interferenze con i sistemi elettrici ed elettronici dei satelliti che orbitano attorno alla Terra. Nella maggior parte dei casi questi effetti portano ad una momentanea riduzione della qualità dei dati, ma gli effetti possono essere peggiori durante le emissioni coronali di materia (CME) a causa dell'aumento dell'intensità di energia delle particelle ionizzanti. Le correnti troppo intense che potrebbero percorrere i circuiti a bordo potrebbero causare danni ai dispositivi o addirittura distruggerli. Per questo motivo gli ingegneri che progettano satelliti e veicoli spaziali devono proteggere i circuiti più delicati da queste radiazioni dannose. Il modo più semplice per farlo è di schermarli con materiali progettati appositamente, contenenti atomi con un numero atomico alto, e per questo motivo capaci di assorbire la gran parte delle radiazioni grazie ai loro protoni e neutroni. 9. Come possiamo utilizzare il decadimento radioattivo per ottenere energia nello spazio? Il decadimento radioattivo produce energia, che riscalda la materia. Questo rende possibile l'utilizzo dell'effetto Seebeck; per questo fenomeno la differenza di temperatura tra due diversi conduttori elettrici può produrre una differenza di potenziale tra di loro. Un conduttore 9 Figure 5
è riscaldato dal decadimento, mentre l'altro è mantenuto freddo, per esempio mediante la sua esposizione all'ambiente freddo dello spazio. Gli elettroni "riscaldati" fluiscono dal conduttore più caldo a quello più freddo. Se i conduttori sono collegati in un circuito elettrico, nel circuito si produce corrente continua. (Figura 5). Questo metodo di produrre energia è stato utilizzato in molti veicoli spaziali, come la missione ESA Ulysses e la missione congiunta ESA/NASA/ASI Cassini-Huygens. ↑ L'effetto Seebeck. * Pione (o mesone Pi): un tipo di particella molto più piccola di un atomo. Ci sono diversi pioni; π0, π+, e π-. Muone: una particella con la stessa carica di un elettrone, ma con massa molto più grande. 10
Lo sapevi? 11
→ SOLUZIONI PER LE ATTIVITA' DEGLI STUDENTI 1. I diversi processi di decadimento a. decadimento α b. decadimento β- (emissione di un elettrone): c. decadimento β+ (emissione di un positrone): 2. Decadimento del Torio 232 Th 228 228 83 Bi 82 Pb 228 224 82 Pb 81 Ti 3. L'elemento stabile prodotto al termine della catena di decadimento è il Piombo. 12
Per approfondire La collezione Teach with space ESA teach with space - cooking a comet video | VP03: www.esa.int/spaceinvideos/Videos/2014/07/Cloud_chamber_-_ classroom_demonstration_video_VP03 Le missioni ESA collegate al tema, e le conoscenze applicate ESA Cassini-Huygens mission: www.esa.int/Our_Activities/Our_Activities/Space_Science/Cassini- Huygens Cassini’s solstice mission: saturn.jpl.nasa.gov/ ESA Ulysses mission: www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Ulysses_overview ESA Swarm mission: www.esa.int/Our_Activities/Observing_the_Earth/The_Living_Planet_Programme/Earth_ Explorers/Swarm ESA Cluster mission: www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Cluster/Science_objectives Articoli sul decadimento radioattivo disponibili presso ESA Radioactive decay of titanium powers supernova remnant: www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Radioactive_ decay_of_titanium_powers_supernova_remnant Radioactive iron: www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Integral/Radioactive_iron_a_window_to_the_stars 13
Chi siamo Lo Spazio rappresenta un contesto straordinario per le attività di educazione scientifica e tecnologica grazie al grande potere evocativo che esercita sull’immaginario collettivo, dei giovani in particolare. Il potenziale di ispirazione dello Spazio fornisce una chiave di lettura distintiva del progetto ESERO, nato per sostenere innovazione nell’insegnamento, stimolare nei giovani un interesse genuino per la scienza e la tecnologia, coinvolgerli in un processo di apprendimento attivo e ispirato, e accompagnarli nello sviluppo del pensiero critico ed autonomo come valore sociale. ESERO Italia è un programma congiunto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), con il sostegno di un’ampia gamma di organizzazioni nazionali attive nel campo dell’educazione e del settore spaziale. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) promuove l’educazione, l’alta formazione e la diffusione della cultura spaziale dedicate alle nuove generazioni, che saranno gli attori dello Spazio del futuro. L’ASI realizza progetti educativi legati alle attività istituzionali dell’Agenzia per attrarre verso le discipline scientifiche, ingegneristiche e tecnologiche i talenti e le risorse di capitale umano qualificato da cui primariamente dipende, nell’economia della conoscenza globale, la capacita competitiva di un Paese avanzato. www.asi.it L’Agenzia spaziale Europea (ESA) annovera tra i suoi obiettivi il supporto all’educazione tecnico- scientifica delle nuove generazioni. Le attività educative dell’ESA sono mirate allo sviluppo di conoscenze, competenze e attitudini nel campo STEM. Il fine è attirare i giovani alle carriere tecnico- scientifiche sostenendoli nel percorso, ma anche contribuire allo sviluppo di una cittadinanza informata e responsabile, e a promuovere la rilevanza dello Spazio, e dei servizi che ne derivano, per la società e cultura contemporanee. www.esa.int
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