Business Case 2017. A2A - Management dashboard. Il Caso - Presentazione standard di PowerPoint
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MANAGEMENT DASHBOARD: IL CASO «A2A» La Sfida Tradurre concetti ed azioni teorici legati alla strategia in misure che ne esprimessero il raggiungimento o meno in maniera pratica e concreta. L'AZIENDA CLIENTE Il gruppo A2A è una multiutility italiana, suddivisa in quattro Business Unit: • Business Unit Commerciale • Business Unit Reti e Calore • Business Unit Generazione e Calore • Business Unit Ambiente È attiva nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica (seconda in Italia per capacità installata), gas, nei servizi ambientali e nello sviluppo di prodotti e nei servizi per l'efficienza energetica, l'economia circolare, la mobilità elettrica e le smart city. IL FABBISOGNO La mancanza di un documento che riesca in modo sistematico a ricondurre le misure operative alle misure economico finanziarie del gruppo generava 3 rischi: ▪ la perdita della visione sistemica dell’azienda; ▪ l’incertezza che le misure di dettaglio monitorate a livello operativo siano quelle corrette; ▪ l’incapacità di monitoraggio della qualità (di lungo termine) dei risultati prodotti. Da qui nasce il fabbisogno di sviluppare e implementare un dashboard direzionale che permetta monitorare le determinanti strategiche dei risultati, ossia le misure financial e non-financial in grado di intercettare gli aspetti strategici differenziali di ciascuna business unit.
MANAGEMENT DASHBOARD: IL CASO «A2A» Il Metodo Il Metodo di lavoro DGM applicato al progetto è volto a: COSTRUIRE le mappe strategiche di Gruppo e di Business Unit; MAPPARE il dataset delle misure attualmente monitorate; VERIFICARE la coerenza dei KPI monitorati con la strategia; DISEGNARE E IMPLEMENTARE il nuovo cruscotto direzionale IL NOSTRO INTERVENTO L’intervento di DGM sull’azienda A2A spa, sostanzialmente può essere riassunto in due macro-fasi: ▪ COMPRENSIONE DELLA STRATEGIA ▪ COSTRUZIONE DEL CRUSCOTTO DIREZIONALE FASE 1: COMPRENSIONEFASE 1: COMPRENSIONE DELLA STRATEGIA DELLA STRATEGIA DICHIARATA E PERSEGUITA E VERIFICA DELLA LORO COERENZA Il primo passo per la costruzione del cruscotto direzionale è stato comprendere la strategia aziendale dichiarata e tradurla in imperativi strategici misurabili. Per “strategia aziendale” si intende il processo attraverso il quale la gestione aziendale pianifica scelte di tipo commerciale, operativo e finanziario, tenendo conto sia del contesto di riferimento sia delle risorse a sua disposizione, per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Ciò si è tradotto nell’analisi del piano strategico, del bilancio di sostenibilità e della budget letter e nella identificazione e formalizzazione di imperativi strategici ben definiti. Il secondo passo è stato quello di classificare e sistematizzare gli imperativi strategici individuati, ossia associare a ciascun obiettivo una macro-area di piano strategico e una dimensione del sistema di monitoring.
MANAGEMENT DASHBOARD: IL CASO «A2A» Relativamente alle macro-aree di piano strategico, queste sono state definite direttamente dall’azienda nelle così dette “3R&3D”:Rilancio, Rigenerazione, Ridisegno, Disciplina, Dialogo, Digitalizzazione. Per quanto riguarda invece il sistema di monitoring, dopo un’analisi dei sistemi di monitoraggio utilizzati dai maggiori competitor e comparables, la scelta è ricaduta sul modello della Balanced Scorecard di Kaplan e Nortorn in cui tuttavia, oltre alle classiche prospettive (economico- finanziaria, clienti, processi interni, apprendimento e crescita) è stata aggiunta la prospettiva socio-ambientale in quanto ritenuta importante per le scelte di investimento dei mercati finanziari tenendo conto delle caratteristiche e tipologia di business svolti. Grazie a questo esercizio, è stato possibile costruire la mappa strategica aziendale e di ciascuna business unit, nella quale si evidenziano gli imperativi strategici suddivisi per prospettiva della Balance Scorecard e per area di piano strategico. Ultimo step della fase 1 è stato quello di assegnare un ordine di importanza a ciascun imperativo strategico, così da permettere al cruscotto direzionale di ponderare i risultati ottenuti con la priorità di ciascun obiettivo strategico. Per svolgere tale attività, è stato utilizzato il metodo della “content analysis”, ossia la ricerca di inferenze valide e attendibili tramite l’analisi del contenuto di uno o più documenti. Oltre ad aver effettuato la content analysis sulla strategia dichiarata (piano strategico e sulla budget letter) si è deciso di svolgere tale procedimento anche sulla strategia emergente, ossia sugli obiettivi perseguiti da ciascun manager della prima linea. In tal senso sono stati intervistati i responsabili di ciascuna business unit e delle unità di staff ed è stata applicata la metodologia della content analysis. La scelta di estendere l’analisi anche alle interviste della prima linea manageriale è stata dettata per tre scopi: aumentare l’evidenza statistica della metodologia, evidenziare eventuali disallineamenti fra strategia dichiarata e strategia effettivamente perseguita. Le evidenze hanno fatto emergere omogeneità fra obiettivi di piano e obiettivi della prima linea manageriale, anche se in alcuni casi con ordine di priorità differente. Per questo è stato scelto di effettuare la prioritizzazione degli imperativi strategici tramite la media delle evidenze della content analysis relativa alla strategia dichiarata e quella emergente. L’esercizio è stato effettuato sia a livello aziendale che di singola Business. FASE 2: CREAZIONE DEL DASHBOARD DIREZIONALE La seconda fase di progetto, ossia la costruzione e lo sviluppo del dashboard direzionale, parte dalla mappatura delle misure e degli indicatori già monitorati in azienda. In assenza di un database unico, è stato necessario costruire un dataset strutturato delle misure utilizzate nelle Business Review e nei report redatti dalla corporate e dalle Business Unit. L’analisi di mappatura ha portato alla costruzione di un data-set, in cui a ciascun indicatore è stato associato un corredo informativo con le seguenti informazioni: ▪ imperativo strategico di riferimento; ▪ area di intervento di piano strategico;
MANAGEMENT DASHBOARD: IL CASO «A2A» ▪ prospettiva di riferimento di Balanced Scorecard; ▪ processo aziendale di riferimento (per far ciò sono stati mappati i macro- processi di ciascuna Business Unit). Una volta costruito il dataset delle misure monitorate è necessario effettuare il confronto fra la rilevanza degli imperativi strategici e il grado di rappresentazione del sistema di misurazione delle performance, basato sulla quantità dei KPI. Tale analisi mette in evidenza eventuali disallineamenti fra il modello di controllo e gli obiettivi perseguiti ed è uno step fondamentale prima dell’attività di implementazione vera e propria del cruscotto. È grazie a questa analisi che è possibile comprendere se il sistema di misurazione ha delle potenziali incapacità di monitoraggio rispetto alle agli imperativi strategici e quindi di conseguenza rispetto alle macro-aree di intervento di piano strategico e alle prospettive della Balanced Scorecard. Per far ciò è stata messa in relazione la rilevanza in termini percentuali assegnata a ciascun imperativo strategico con il grado di rappresentazione dello stesso imperativo nel sistema di misurazione delle performance, cioè con il numero di kpi afferenti a tale imperativo rispetto ai kpi totali. L’esercizio ha messo in evidenza un disallineamento fra kpi monitorati e obiettivi perseguiti, ed è quindi emersa la necessità di integrare il dataset con nuovi kpi oltre a quella di razionalizzarlo in termini di numero di misure monitorate. Una volta selezionate le variabili da monitorare e verificata l’esaustività di monitoraggio rispetto agli obiettivi strategici, è stato necessario identificare le logiche di navigabilità del cruscotto, ossia definire gli oggetti rilevanti e la loro scomposizione gerarchica. Per far ciò, è stato necessario conciliare le seguenti viste: ▪ lo “strategic modelling”, ossia l’individuazione delle mappe strategiche aziendali e di Business Unit con la prioritizzazione degli imperativi strategici; ▪ il “financial modelling”, ossia la scomposizione a livello logico e contabile della variabile chiave di ciascuna business unit, per comprendere eventuali relazioni causa-effetto con altre misure; ▪ la declinazione dei kpi a livello di oggetti rilevanti. Nella selezione delle misure da monitorare è stata prestata attenzione a includere indicatori robusti sia in termini di rilevanza sia di affidabilità, in grado di riassumere le performance del gruppo o della Business Unit alla quale si riferiscono. Ulteriore condizione necessaria ai fini dell’affidabilità del modello è che il set di variabili prescelto contenga al proprio interno misure significativamente correlate tra loro. Ciò permette di focalizzare l’attenzione sulle performance operative che influenzano i risultati economico-finanziari. Una volta definite le misure chiave da monitorare, l’attenzione si è focalizzata sulla selezione degli oggetti sui quali esse debbano essere declinate per assicurare la piena efficacia del sistema di controllo e la navigabilità del sistema per dimensioni rilevanti di analisi. Questa proprietà del management dashboard consente di spingere l’analisi in profondità, individuando e isolando l’area dove si registrano eventuali criticità per mettere in atto azioni correttive mirate. Infine, per ciascuna Business Unit si è proceduto ad effettuare la scomposizione logico-contabile (financial modelling) e la scomposizione degli oggetti/viste strategiche.
MANAGEMENT DASHBOARD: IL CASO «A2A» La Soluzione L’intervento di DGM Consulting è stato il design di uno strumento di reporting per l’Amministratore Delegato e di guida per la prima linea manageriale per realizzare gli obiettivi strategici comunicati nel piano strategico, così da: ▪ generare efficienza; ▪ migliorare le performance; ▪ creare innovazione; ▪ generare valore; ▪ monitorare la qualità di lungo periodo dei risultati conseguiti. Grazie alla costruzione del dashboard direzionale progettato da DGM CONSULTING l’azienda cliente è riuscita ad avere uno strumento concreto di reportistica gestionale che riconducesse le misure operative, coerenti con le dinamiche dei vari business, alle misure economico-finanziarie. Tale strumento permette di avere indicazione degli stati avanzamenti rispetto agli obiettivi strategici deliberati nel piano strategico in modo tempestivo e uniforma la reportistica manageriale al fine di effettuare incontri periodici di confronto fra Amministratore Delegato e Prima Linea sull’andamento delle varie gestioni. IL TEAM ANDREA DOSSI Partner andrea.dossi@dgmco.it MARCO MORELLI Associatet marco.morelli@dgmco STEFANO REDAELLI Senior consultant stefano.redaelli@dgmco.it PIETRO CHIARENTIN Senior Consultant pietro.chiarentin@dgmco.it
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