Bristol Farms intercetta i "decadent consumer"

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Bristol Farms intercetta i "decadent consumer"
Osservatorio Popai
                 di Daniele Tirelli*

Bristol Farms intercetta
i “decadent consumer”
Stupire e avvincere una clientela ricca e stanca di tutto è il difficile
compito di una catena al top della gamma alimentare.
Ma il supermercato californiano centra perfettamente il bersaglio

L
         a California del Sud è uno dei perni delle          a ogni livello della gerarchia sociale e senz’alcuna
         “wheels of retailing” americane. E non sol-         inibizione culturale. Questa volta parleremo dunque
         tanto perché nel circondario di Los Angeles         di un caso d’eccellenza destinato all’“upper end of
         presero le mosse d’avvio numerose avventure         the social scale” in quanto target preferenziale, sep-
imprenditoriali destinate a improntare la storia della di-   pur non esclusivo. Analizzeremo i 16 supermercati
stribuzione e della ristorazione moderna. Il clima, l’am-    con insegna Bristol Farms meritevoli d’essere visitati
biente sociale, la psicologia di questa (per noi) strana     (almeno virtualmente) per una semplicissima ragione.
megalopoli in cui si fondono le etnie più diverse, han-      Se soddisfano Jessica Alba, Heidi Klum e altre star
no sempre favorito la sperimentazione commerciale:           hollywoodiane, loro frequentatrici abituali, qualcosa

                                                                                         Il lungo banco delle carni è strutturato
                                                                                         per assicurare la massima visibilità
                                                                                         sia del prodotto fresco confezionato
                                                                                         a selfservice nei ripiani più bassi sia
                                                                                         di quello servito al banco nel ripiano
                                                                                         chiuso soprastante il piano di lavoro
                                                                                         degli assistenti.

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Bristol Farms intercetta i "decadent consumer"
shock petrolifero era allora di stretta attualità e che gli
                                                                   Usa umiliati in vari modi si diceva avessero imboccato
                                                                   la strada dell’irreversibile decadenza.
                                                                   La località prescelta da Irv e Mike fu Rolling Hills Esta-
                                                                   tes, un’isola bucolica e residenziale a Sud di Los An-
                                                                   geles tra Palos Verdes e la popolosa Torrance: una
                                                                   locazione che altri giudicarono suicida. Il concetto di
                                                                   questo prototipo era di per sé semplice e si inseriva
                                                                   nella tendenza a riqualificare la stanca formula del su-
                                                                   permercato devastata a quei tempi dalla guerra dei
                                                                   prezzi. Il libero servizio tradizionale che proprio la Cali-
                                                                   fornia aveva inventato nel 1917 tritava i lauti profitti dei
                                                                   tempi passati. I punti di forza di Bristol Farms sarebbe-
                                                                   ro stati invece il forno, la macelleria e l’ortofrutta, al cui
                                                                   completamento avrebbe concorso il grocery di quali-
                                                                   tà. Il supermercato recuperava insomma il fascino del
                                                                   negozio specialistico abbandonando ad altri category
                                                                   killer le “non-food staples”. Varietà, qualità e servizio,
Il reparto delle birre con il suo ricchissimo assortimento         dunque, e - peculiarità del disegno di Gronsky e Bur-
di etichette viene caratterizzato dall’illuminazione bassa         bank - una raffinata teatralizzazione del punto di vendi-
dell’ambiente che rafforza la suggestione dei segnali al neon      ta. La vena utopistica dei due era alimentata dall’am-
delle varie marche. Viceversa l’illuminazione interna al display
rafforza la percezione del prodotto esposto in bell’ordine.        mirazione per Harrod’s, l’archetipo londinese del food
                                                                   theatre. In verità i due allievi americani superarono ben
d’interessante da copiare per avvincere i nostri clienti           presto il maestro che soffre invece (almeno agli occhi
italiani dovrà pur esserci!                                        di chi scrive) di fama eccessiva vista la mancanza di
Bristol Farms costituì uno step della politica di differen-        lindore e le frequenti cadute di stile con cui tratta gli ali-
ziazione attuata nel 2004 dalla catena Albertson’s, di             menti freschi (sino all’orrore dei prosciutti di plastica in
Boise (Idaho), che ne prese il controllo per aggiungerla           esposizione, tanto per dire). In breve, contro ogni pre-
ad altri marchi quali Jewel-Osco, Acme, Sav-on Drugs,              visione, il successo fu così incoraggiante da consentire
Super Saver, Shaw’s… A sua volta Albertson’s diven-                la riproduzione del modello in forma di catena.
ne ben presto un boccone di Supervalu (un’altra catena
con sede nel Minnesota) che se la ingoiò nel 2006 e che
dunque è oggi l’attuale proprietaria di Bristol Farms.
Intelligentemente anche questo gigante ha preferito ri-
manere discretamente dietro le quinte, lasciando intat-
ta una grande autonomia a Bristol Farms. Supervalu si
è appuntata questo fiore all’occhiello e sembra convin-
ta a tenerlo pur se la bufera finanziaria, che ha investito
la California in particolare, ha fatto vacillare il posiziona-
mento di negozi che puntano a riempire il caddy di fa-
miglie con un reddito di 100.000 dollari e oltre. Tuttavia
il bello e il buono hanno sempre un futuro.
Per dimostrarlo facciamo un passo indietro e vediamo
la storia di Bristol Farms spostandoci nel 1982 quando
Irv Gronsky e Mike Burbank, probabilmente annusan-
do l’immanenza del futuro “edonismo reaganiano”, de-
cisero di porre in atto la sperimentazione di un nuovo
formato “perfetto” che avevano sognato nei bui anni
’70. I due soci riassunsero i principi maturati nelle lo-
ro precedenti esperienze professionali nella filiera ali-          La grande varietà di elaborati freschi di carne preparati sul
                                                                   posto viene resa leggibile attraverso l’allineamento sistematico
mentare ideando un luogo che semplicemente racco-                  dell’esposizione. Lo spazio antistante al banco viene utilizzato
gliesse il meglio del meglio. Sottolineo che il secondo            per esporre i sacchi di carbone di legna per il barbecue.

                                                                                                               marzo 2010       99
Bristol Farms intercetta i "decadent consumer"
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Bristol Farms eccelle oggi tra tutti i suoi illustri concor-
renti locali per la predisposizione accurata dei decori
e la gestione dell’illuminazione, ma anche per il pro-
prio visual merchandising. Il suo “manierismo” esalta
la cura del dettaglio e il piacere del colore tipicamente
statunitensi e riesce a schivare, allo stesso tempo, le
lusinghe del “lowbrow taste” che sempre aleggia in
quest’area della California. Va ricordato infatti che sia-
mo nell’epicentro della celebre, controversa ma sem-
pre affascinante, programmatic architecture losange-           L’offerta della frutta esotica e delle varietà speciali viene
                                                               attuata con l’ausilio di vassoio circolari inseriti negli scaffali
lena che tanto ha fatto inorridire gli esteti europei.         rigorosamente di colore nero, al fine di esaltare la policromia
Un esempio intrigante di ammiccamento verso lo                 del prodotto. Si notino nella foto le specie esotiche e la
shopper di questa catena è il reparto delle birre. Gra-        riproposizione di antiche cultivar come le Crab Apple.
zie a un abbassamento dell’illuminazione overhead si
esalta la fredda luce dei “beer-themed neon signs”
allineati sopra le gondole. Le centinaia di etichette a
scaffale sovrastate da questa teoria di segnali luminosi
creano, allora, quella “choosing frenzy”, quell’imba-
razzo della scelta che è, checché se ne dica, il primo
segreto della store loyalty. Mai essere banali! E Bristol
Farms non lo è di certo. Prendiamo un reparto molto
difficile nella California del Sud: l’ortofrutta. Il consu-
matore “decadente” di queste parti non s’accontenta
solo di frutta bella e buona. Vuole di più e ciò spiega
perché molte tra le iniziative più importanti nel campo
dell’organic siano partite proprio da qui. Vuole essere
continuamente sorpreso e allettato. Le foto di queste
pagine lasciano intravedere per esempio l’offerta se-
lettiva di chesnut crab apples, un cultivar antichissimo
e raro, progenitore delle attuali varietà e oggi rievocato
dall’oblio. Accanto ci sono le minilady apple biologi-
che, le esotiche cherimoya dal gusto di sorbetto, la
croccante jicama e il kiwano o melone cornuto ora
coltivato anche nella regione. Tra le oltre 400 tipologie
di verdure è possibile ritrovare allora anche “heirloom        Le pareti affrescate ritraggono il paesaggio dell’area
cultivar”, come i pomodori neri di Crimea o i Bran-            californiana in cui opera l’insegna. In altri casi questi murales
                                                               riprendono fatti e immagini del passato delle comunità di
dywine per coloro che sono stanchi dei pomodori per-           riferimento.
fetti e seriali delle coltivazioni forzate. Questa cura per
i prodotti elitari di tendenza e il sostegno al recupero e
alla difesa della biodiversità è una delle risposte distin-    La carne viene quindi presentata prevalentemente co-
tive di questa catena che si rivolge a un target cultural-     me ready to cook. Il pollame e la cacciagione sono ga-
mente sensibile (e benestante) avvinto dal fascino del         rantiti senza antibiotici e ormoni della crescita e refrige-
biologico e dell’ecocompatibile.                               rati ad aria per evitare il loro gonfiamento truffaldino con
Un secondo punto d’onore di Bristol Farms è la ma-             acqua. La maggior raffinatezza resta però la Dry-Aged
celleria. L’approvvigionamento proviene da innume-             Beef, un prodotto di tendenza sempre più diffuso tra
revoli parti degli Usa che producono carne certificata         le migliori catene americane. Costate e filetti vengono
Usda. La lavorazione avviene in loco con una grande            stagionati in atmosfera controllata per 21 giorni, così da
varietà di tagli e di preparazioni, ovviamente anche su        renderli “commoventemente” teneri e saporiti.
specifica richiesta del cliente. Per dare un esempio: gli      Allo stesso modo anche il pescato asseconda le più
oltre 30 tipi di salsicce presenti nel banco delle carni       recenti tendenze politically correct dello slow fish.
lavorate sono tutti freschissimi poiché prodotti ma-           Il grande assortimento di pesci pelagici come tonni,
nualmente in loco.                                             pescispada, mahi mahi ecc. recano l’indicazione delle

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                                                                de di una straordinaria, inusuale, ma basilare leggi-
                                                                bilità dello scaffale. Trovandosi al centro di uno stato
                                                                grande produttore di vini, referenziarne 2.000 prove-
                                                                nienti da ogni parte del mondo (australiani, sudafrica-
                                                                ni, kosher, europei…) non è banale. Il pericolo della
                                                                caoticità del reparto (a cui noi europei siamo peraltro
                                                                abituati) è incombente. Dalle fotografie a corredo si
                                                                può cogliere invece l’estrema funzionalità lessicografi-
                                                                ca dei display: la lettura di tutte le etichette è facilitata
La disposizione a leggìo delle bottiglie (con la sottostante    dalla disposizione ordinata delle bottiglie adagiate su
massificazione verticale) permette una rapida ed efficiente
esplorazione del vastissimo assortimento di vini e spiriti di
                                                                un piano inclinato sovrastante la massificazione negli
Bristol Farms.                                                  scomparti verticali.
                                                                Complementare al vino è l’area degli spiriti di ancor più
                                                                ampia provenienza (Cina, Giappone, Serbia, Jamaica,
                                                                Perù…) con un ventaglio di oltre 2.000 referenze che
                                                                comprende bottiglie rare che arrivano anche a 1.600
                                                                dollari. Tutto questo accade in spazi sorprendentemen-
                                                                te ridotti e soprattutto ambientati in modo affascinante
                                                                a guisa di cantine su un livello ribassato dai pavimenti in
                                                                cotto, con le luci calde e attenuate della controsoffittatu-
                                                                ra, i legni e i ferri battuti degli interni.
                                                                Un’altra peculiarità, ormai comune a tanti supermercati
                                                                di alta gamma di varie città americane, è la scuola di
                                                                cucina di Bristol Farms. È il luogo in cui si sviluppa la re-
                                                                lazione con i consumatori appassionati di gastronomia
                                                                hobbistica e in cui si consolida una cultura alimentare
                                                                che esplora la geografia senza confini del piacere ga-
                                                                stronomico. Grazie a lezioni di due ore ciascuna i parte-
                                                                cipanti apprendono a preparare un party, ma anche ad
                                                                apprezzare linee di prodotti cucinati secondo tradizioni
                                                                più o meno esotiche, o secondo le tecniche raffinate di
                                                                chef rinomati. Mi è difficile immaginare come evolverà,
                                                                da qui a vent’anni, il gusto alimentare dei californiani in
                                                                funzione di queste iniziative sempre più diffuse e da noi
Le eleganti sedute del corner dedicato alle consumazioni dei    invece relegate all’interno del tubo catodico. Comunque
prodotti gastronomici offerti da Bristol Farms consente di
sviluppare una logica di full service.
                                                                per i nostri retailer è consigliabile seguirne attentamente
                                                                l’evoluzione.
                                                                Ciò che contraddistingue sino a oggi l’approccio al ter-
modalità di pesca, lasciando agli shopper la decisione          ritorio di Bristol Farms (il cui nome evocativo deriva in
di preferire le varietà catturate nel rispetto delle prescri-   realtà semplicemente dal nome di una strada di Los An-
zioni ecologiche più rigorose. Descrivere nei dettagli          geles) è l’autonomia lasciata a ciascuno degli odierni 16
tutto l’assortimento occuperebbe uno spazio ecces-              negozi operativi. L’obiettivo è integrarsi profondamente
sivo. Basti dire quindi che ogni reparto persegue con           nelle loro comunità di riferimento. Questa è la ragione per
rigorosa coerenza i due principali obiettivi della varietà      cui ogni punto di vendita (Redondo Beach, Wetwood,
e della superiore qualità: 450 formaggi da tutto il mon-        Pasadena, Palm Deserts ecc.), pur condividendo molti
do; 16 varietà di caffè d’origine torrefatti giornalmente       elementi comuni, lascia al disegno dell’interior il compito
in comarketing con lo specialista Peet’s Coffe and Tea          di distinguersi con una propria personalizzazione. Molto
e, inoltre, un reparto d’accessoristica da cucina che           interessante è l’uso di raffinati murales che coprono le
offre le linee delle più note marche per soddisfare le          pareti libere. S’ispirano al passato della comunità in cui
esigenze sempre più raffinate della cucina hobbistica.          sono inseriti per rievocarne i tratti distintivi. Nello store di
Qualche parola in più va spesa per l’enoteca. Infatti,          La Jolla vengono riprese le immagini storiche della vicina
oltre all’ovvia estensione dell’assortimento, essa go-          San Diego, mentre l’ultimo nato a San Francisco cele-

102       marzo 2010
Bristol Farms intercetta i "decadent consumer"
Osservatorio Popai

A sinistra uno scorcio dell’irresistibile banco della pasticceria fresca ricco di golosissimi richiami per il “decadent gourmet”
californiano. Parte dell’assortimento è prodotto in loco e parte nei laboratori di Bristol Farms. Il servizio contempla ovviamente ogni
genere di personalizzazione. A destra: un particolare del banco del pesce con diverse preparazioni ready-to-eat e ready-to-cook, come
filetti di salmone ripieni, kebab di pesce, crab cakes ecc. Lo spazio antistante è sfruttato per promuovere l’acqua minerale Dasani.

bra le magiche atmosfere della baia.                                 nare appieno il concetto di customer service.
Si tratta di raffinatezze non superflue che si combi-                Bristol Farms offre anche la possibilità di consumare
nano con le soluzioni di visual merchandising avan-                  sul posto la sua produzione gastronomica, essendo
zate e sviluppate in particolare da Palladeo Create e                dotato di un’area di ristoro molto curata alla quale si
DlEnglish Design Studio, che hanno predisposto sia                   accede dal punto di vendita a ogni ora del giorno. In
l’arredo sia i decori interni ed esterni realizzati sempre           conclusione, cercate stancamente il “wow effect” do-
con materiali plastici, legni e stucchi qualitativamente             po la monotonia seriale di supermercati tutti uguali?
pregiati per mantenere l’estrema coerenza del luogo.                 Mollate tutto e… “fly to L.A.”!
L’impostazione generale consente insomma di decli-                   *Presidente di Popai Italy

104       marzo 2010
Bristol Farms intercetta i "decadent consumer" Bristol Farms intercetta i "decadent consumer" Bristol Farms intercetta i "decadent consumer" Bristol Farms intercetta i "decadent consumer"
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