Bari, colpo al clan mafioso Strisciullo: 99 arresti
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Bari, colpo al clan mafioso Strisciullo: 99 arresti Nella notte appena trascorsa, un’imponente operazione antimafia della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Direzione Nazionale Antimafia ha visto impegnati, a Bari e su tutto il Territorio Nazionale, oltre 400 uomini e donne del Comando Provinciale dei Carabinieri e della Questura di Bari, in un’azione congiunta, con la quale è stato inferto un duro colpo all’agguerrito clan Strisciuglio, operante a Bari e provincia. Sono complessivamente 99 i soggetti, tra capi e affiliati, raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal Tribunale di Bari – Sezione GIP, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia, indagati, a vario titolo, per “associazione di tipo mafioso armata, detenzione e porto di armi, anche da guerra, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidi e tentati omicidi, estorsioni, minacce, lesioni e rissa”. Decine sono le perquisizioni domiciliari alla ricerca di armi e droga, operate dagli agenti della Polizia di Stato e dai militari dell’Arma, supportati da unità cinofile, da due elicotteri, dai Cacciatori Eliportati di Foggia, dal personale dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato e delle Sezioni di Intervento Operativo dei Carabinieri. L’operazione di oggi, denominata convenzionalmente “VORTICE- MAESTRALE”, costituisce il compendio di un’indagine avviata nel 2015, diretta da un pool composto da magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Direzione Nazionale Antimafia e condotta, in stretta e costante sinergia, dalla Squadra Mobile della Questura di Bari e dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Bari, mediante articolate e convergenti attività tecniche e dinamiche, che hanno portato al sequestro, negli ultimi anni, anche di considerevoli quantitativi di droghe di ogni tipo e di armi, nella piena e certa disponibilità di uomini del clan. L’attività investigativa ha fatto emergere la perdurante operatività criminale del clan Strisciuglio e delle sue articolazioni territoriali , attive nei quartieri Libertà, San Paolo (cui fa riferimento anche una frangia operativa nel Comune di Palo del Colle), Enziteto – San Pio – Catino e San Girolamo (oltre ad una propaggine periferica nei Comuni di Conversano e Rutigliano), nonostante la carcerazione di importanti esponenti di vertice. Molteplici i reati scopo accertati, tra cui l’illecita commercializzazione di stupefacenti, reati contro
la persona (omicidi e tentati omicidi), reati contro il patrimonio (in specie estorsioni) e in materia di armi. Nel corso delle attività di indagine sono state registrate le mire espansionistiche della compagine mafiosa e la proliferazione della stessa nell’intera area della città metropolitana, attorno alle figure dei boss Caldarola Lorenzo, Valentino Vito, Ruta Alessandro, Faccilongo Saverio e Campanale Giacomo, responsabili delle diverse articolazioni territoriali. E’ stato, altresì, accertato come il sodalizio abbia assunto il controllo delle piazze di spaccio, riversando nella vendita al dettaglio gli ingenti rifornimenti di sostanze stupefacenti, assicurati, sino al 2017, anche da alcuni appartenenti al clan Parisi-Palermiti (con sede operativa nel quartiere Japigia di Bari), che in quel periodo stavano cercando di acquisire una propria autonomia e avevano stretto importanti rapporti commerciali con alcuni esponenti apicali del clan Strisciuglio. L’organizzazione mafiosa colpita quest’oggi, nel periodo oggetto delle investigazioni, con micidiali e sanguinose azioni di fuoco, aveva preso il sopravvento sul clan Mercante all’interno del quartiere Libertà, acquisendo, in quella parte nevralgica del capoluogo pugliese, il controllo esclusivo delle attività di spaccio e delle estorsioni ai danni dei titolari di attività produttive; in particolare, era riuscita ad imporre ai gestori di alcuni esercizi pubblici ubicati nel cuore della città di Bari, l’installazione di apparecchi per il gioco, con vincite in danaro, forniti da un’azienda gestita da uno dei sodali, il quale versava, poi, parte degli introiti nelle casse della cosca, ottenendo in cambio il monopolio di fatto nel settore. Le indagini hanno consentito anche di fare luce sulla violenta
rissa avvenuta all’interno del carcere di Bari, l’11 gennaio 2016, tra numerosi detenuti ristretti nel circuito della c.d. “alta sicurezza”, nel corso della quale si erano fronteggiati, tra gli altri, elementi apicali del clan Misceo, già attivo nel quartiere San Paolo e in Palo del Colle ed esponenti di vertice del clan Strisciuglio: episodio da cui era poi scaturita l’espansione di quest’ultimo sodalizio mafioso nel paese di Palo del Colle, mediante il compimento di azioni violente che hanno consentito l’acquisizione del controllo territoriale. Si è evidenziata la continuità organizzativa e funzionale del clan Strisciuglio, rispetto a quanto già emerso in precedenti inchieste giudiziarie: trattasi di un’organizzazione mafiosa di tipo federale, suddivisa in plurime articolazioni, dotate di margini di autonomia operativa e, allo stesso tempo, legate tra di loro da solidi vincoli di interconnessione organizzativa e funzionale. Un dato particolarmente allarmante è rappresentato dalla capacità del sodalizio di associare al capillare controllo delle strade e delle piazze di importanti quartieri del capoluogo pugliese, un’altrettanto pressante attività di condizionamento e di infiltrazione mafiosa all’interno del carcere di Bari, imponendo il proprio ruolo egemonico in talune sezioni della suddetta struttura detentiva e svolgendo un’ instancabile attività di proselitismo, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Dalle investigazioni è anche emerso che i vertici del clan hanno continuato a gestire le attività illecite, nonché ad impartire ordini e direttive anche durante la detenzione. Ciò facendo, non solo tramite le ambasciate comunicate all’esterno mediante i prossimi congiunti, ma anche in via diretta, utilizzando telefoni cellulari consegnati clandestinamente in carcere, avvalendosi anche dei più moderni mezzi
tecnologici. Emblematico è l’episodio avvenuto il 24 ottobre 2018 presso il carcere di Taranto, ove era recluso FACCILONGO Saverio. Al fine di fargli recapitare due telefoni cellulari e un congruo quantitativo di hashish e cocaina, era stato utilizzato dai fiancheggiatori un drone, tuttavia senza successo. Questa importantissima operazione antimafia attesta, ancora una volta, quanto sia elevato l’impegno e la determinazione delle diverse componenti della “Squadra Stato” nel costruire insieme una comune strategia di contrasto alla criminalità organizzata mafiosa: un forte segnale di fiducia e di speranza, che punta a risvegliare e ravvivare la coscienza sociale e l’impegno partecipativo di una intera comunità cittadina che, per troppo tempo, ha dovuto subire il peso dell’oppressione mafiosa. Albano, Pavona e Cecchina: tanti i cantieri aperti sulle strade
Soddisfatto il Sindaco Massimiliano Borelli In tanti, nelle ultime settimane si sono accorti dei lavori su molte strade di Albano, Pavona e Cecchina. Certo, qualche disagio e qualche ritardo per i residenti, ma visti i risultati, è un sacrificio accettabile. Soddisfatto il Sindaco Borelli, che sul suo smartphone ha una nutrita cartella di foto dei lavori già eseguiti:
“Il buon lavoro di pianificazione della passata Amministrazione – dichiara il Sindaco – la programmazione della mia Giunta e la costante ricerca di collaborazione con gli altri Enti, in queste settimane di traffico veicolare meno intenso, ci hanno permesso di avviare e concludere diversi lavori sulle nostre strade. Le sinergie con Città Metropolitana e Regione ci hanno permesso di risolvere alcuni problemi annosi, penso a un tratto di via Cancelliera o via Tor Paluzzi, come su via Latina e via Selvotta. La prossima chiusura del ponte di Ariccia peserà molto nei prossimi mesi, ma gli automobilisti troveranno più strade alternative sistemate. A giorni presenteremo in Consiglio la proposta di Bilancio, con l’aggiornamento del Piano delle Opere. In esso sono già contenuti i lavori per altre strade del centro storico, via Aurelio Saffi in primis, dove vogliamo costruire un percorso partecipativo con i residenti e le attività produttive, già penalizzate dalla pandemia. Viabilità ma anche soluzioni per la sosta: stiamo razionalizzando i parcheggi per i disabili, mentre la Città metropolitana ha re-impegnato fondi per la sistemazione del parcheggio di scambio di campo Boario e dobbiamo riattivarci da subito per realizzarne il progetto. Non certo come ultimo per importanza, seguiamo con grande attenzione il cantiere del sottopasso di Pavona, uno degli snodi centrali della futura viabilità di quel quadrante. Siamo in ritardo con i tempi, lo sappiamo. Per questo, sarà necessario un confronto franco e risolutivo con le società di servizi, che devono concludere i lavori di competenza senza ulteriori indugi”.
Roma e Anguillara Sabazia, loculi cimiteriali: una vergogna che non sarà mai abbastanza grande! Ad Anguillara Sabazia come a Roma e… a Roma come in qualsiasi altro posto il “caro estinto non vota”. Il de cuius non fa vertenze, non reclama, non sciopera, non protesta. La buonanima fa comodo all’amministratore finché è vivo e vegeto e purché paghi i vari balzelli. Ai residenti del camposanto vale quanto è scritto sulla porta dell’inferno: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”, ovvero: scordatevi una volta per sempre di avere qualsiasi diritto di
cittadinanza e ricordatevi che per il Comune non siete altro che “un problema”, siete gli scheletri nell’armadio di ogni Consiliatura. Scheletri nell’armadio sì, ma non per sempre, finché un padre, casualmente un deputato viene colpito duramente negli affetti più cari, dovendo scontrarsi amaramente con la dura realtà di tanta “malamministrazione” di tanti Comuni e davanti al collasso del cimitero di Prima Porta, non posta questo tweet: “Raggi vergogna, da due mesi non riesco a seppellire mio figlio…. La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande”. .@virginiaraggi Oggi sono 2 mesi che mio figlio Dario non è più con la sua mamma, con i suoi fratelli, con me. 2 mesi che non riusciamo a seppellirlo: Ama non dà tempi di sepoltura degni di una città civile. Anzi, non dà alcun tempo. La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande — Andrea Romano (@AndreaRomano9) April 22, 2021 La notizia suscita rabbia e sgomento e tanta solidarietà intorno al deputato Romano. Grazie a lui si è scoperto un vaso di pandora dei collassi dei cimiteri, argomento fino ad ora ignorato dalla “grande” stampa. Quanti altri padri “Andrea” sono vittima di queste malamministrazioni? Alcuni commentatori tv, mal informati, hanno voluto spiegare l’ammasso di feretri nei depositi dell’Ama in attesa di sepoltura dovuto, secondo loro, alla crescita di decessi a causa Covid-19. Non è così! L’ammasso di quei feretri ha ben altre spiegazioni come ben altre spiegazioni hanno le discutibili requisizioni che il Comune di Anguillara Sabazia ha effettuato disordinatamente, prima dalla Giunta pentastellata guidata dalla ex sindaca Sabrina Anselmo, poi
dal Commissario Prefettizio e recentemente dall’attuale Giunta di centrodestra guidata dal Sindaco Angelo Pizzigallo. Anche per Anguillara Sabazia, sembra valere quanto è scritto sulla porta dell’inferno:: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”, scordate una volta per sempre d’avere qualsiasi diritto di cittadinanza e che per il Comune non siete che “un problema”, siete gli scheletri nell’armadio di ogni Consiliatura”. Non può che essere così perché ad ogni insediamento di un nuovo Consiglio non mancano gli auspici, le promesse e le tante parole al vento. Ad Anguillara Sabazia ci sono stati progetti approvati, in parte finanziati, fior fiore di architetti arruolati per studiare il progetto, tanto bla bla bla per condurre sempre alla stessa conclusione. I morti non votano, non fanno sentire la loro voce, i morti non fanno flash mob e non disturbano. I morti non portano consensi elettorali e i morti possono aspettare. Spostare i morti da un angolo del “giardino” all’altro per il Comune sembra essere diventato uno sport a costo zero. L’ingiustizia però, questa volta non si fa a chi ci ha lasciato, l’atto ingiusto si compie impunemente a scapito di chi con grandi sacrifici aveva pagato la concessione e l’offesa si fa contro quel congiunto che assiste al pellegrinare del proprio caro estinto quando quest’ultimo viene a dover lasciare il loculo per fare posto al legittimo concessionario. Il dolore non ha prezzo, ma i sentimenti non fanno parte del regolamento comunale Il lamento del deputato Andrea Romano dovrebbe scuotere le coscienze di qualsiasi amministratore, ammesso che ne abbiano una. “Oggi sono 2 mesi che mio figlio Dario non è più con la sua mamma, con i suoi fratelli, con me. Due mesi che non riusciamo a seppellirlo” esclama il padre affranto e poi : “Ama non dà tempi di sepoltura degni di una città civile.
Anzi, non dà alcun tempo”. Non è solo l’Ama che non dà tempi di sepoltura degni di una città civile perché anche l’amena cittadina di Anguillara Sabazia non dà tempi certi e pertanto anche per gli amministratori di ieri e di oggi, la vergogna non sarà mai abbastanza grande. Rocca di Papa, sigilli sul Monte Cavo: sequestrate tre piste e diversi manufatti A seguito di specifica attività di polizia giudiziaria, la Polizia Locale di Rocca di Papa e i Guardiaparco del Parco dei Castelli Romani, con il supporto dei Carabinieri Forestali, nella giornata di ieri hanno proceduto al sequestro di tre piste e diversi manufatti abusivi realizzati per la pratica degli sport estremi, interventi finalizzati alla loro rimozione. Tali attività sportive illecite negli anni hanno infatti danneggiato il sottobosco, modificandone la conformazione e compromettendo gli equilibri ambientali. “La giornata di ieri rappresenta la continuità di un’attività più ampia denominata Operazione Monte Cavo, volta alla
salvaguardia del territorio dal punto di vista paesaggistico, archeologico e ambientale per la tutela dell’inestimabile patrimonio della nostra Città – afferma il Sindaco, Veronica Cimino – Da mesi, infatti, l’Amministrazione Comunale lavora al progetto di tutela speciale dell’intera area di Monte Cavo assieme alla Soprintendenza. Un progetto che parte dalla rimozione degli impianti radiotelevisivi abusivi, passando alla tutela del patrimonio archeologico presente, attraverso la proposta di attribuzione di un vincolo specifico. Riguardo all’attività posta in essere in queste ore si specifica che si tratta di tracciati abusivi, segnati in maniera illegale e realizzati in spregio all’ambiente e della sicurezza pubblica. Per quanto riguarda le operazioni di ieri, desidero rinnovare il mio encomio nei confronti del Parco dei Castelli Romani per la loro fattiva collaborazione, congiuntamente alla Polizia Locale e ai Carabinieri Forestali, che stanno operando in modo proattivo e costante per la risoluzione di questioni spesso complesse”. “È necessario garantire sicurezza a coloro che fruiscono del bosco nel rispetto della natura e nell’osservanza delle regole tramite un’adeguata attività di controllo e tutela – afferma l’Assessore al patrimonio boschivo, sport e turismo Francesco De Santis – In questo senso intendo rassicurare sul fatto che i sentieri ufficiali e riconosciuti, come quelli del CAI, sono percorribili in tutta tranquillità e sicurezza. Lo sport e il turismo rappresentano vere opportunità solo se tengono conto delle esigenze dei territori e delle persone che li ospitano. È impensabile porre al primo posto il puro divertimento. Ci sono altri elementi che una coscienziosa Amministrazione deve avere sempre a mente per poter sviluppare progettualità di ampio respiro su questi temi così importanti”. “Il lavoro a tutela dei boschi, che si è intensificato con l’azione di ieri e che proseguirà nel tempo, è frutto di un impegno congiunto – commenta il Presidente del Parco, Gianluigi Peduto – e la collaborazione fra Comune di Rocca di
Papa e Parco dà ancora più incisività all’azione, espressione di coordinamento e di unità di intenti”. “Ringrazio il Comune, i nostri Guardiaparco e i colleghi del settore Ambientale – dichiara il Direttore dell’Ente, Emanuela Angelone – che hanno lavorato alla preparazione dell’intervento di ieri e alla sua riuscita, ciascuno mettendo a disposizione la propria specifica professionalità. Continueremo a lavorare insieme affinché nel Parco sia possibile fare tutto ciò che è compatibile con l’ambiente, nel rispetto delle regole”. Ssd Colonna, importante novità: New Energy nuovo sponsor. Di Girolamo: “Club più solido”
Colonna (Rm) – Un anno complicato a causa della pandemia. Ma proprio nel finale della stagione 2020-21 è arrivata una importante novità per la Ssd Colonna che può guardare al futuro con maggiore fiducia. E’ il presidente Simone Di Girolamo a comunicarla a tutti: “Abbiamo trovato un accordo con la New Energy che sarà nostro sponsor ufficiale. Un’azienda molto importante che opera nel settore della luce e del gas e che negli ultimi mesi è entrata prepotentemente nel mondo del calcio professionistico e dilettante. Abbiamo conosciuto i vertici dell’azienda e la cosa che ci ha convinto è stato il loro modo di intendere questa collaborazione: ci hanno lasciato piena autonomia a livello programmatico e tecnico, rendendo comunque più forte e più ambizioso il nostro progetto. In virtù di questo accordo c’è stato l’ingresso nel Consiglio direttivo di tre nuove figure, nelle prossime settimane parleremo più nel dettaglio anche di questo”. Insomma il percorso del Colonna continua con la medesima gestione, ma con maggiori prospettive e stabilità. “Anche personalmente potrò essere più presente al campo sportivo – prosegue Di Girolamo – In quest’ultimo anno ho portato avanti
un Master di secondo livello presso l’università Luiss Guido Carli e ringrazio la mia azienda Bcc Castelli Romani e del Tuscolo per questa bellissima e impegnativa esperienza. Adesso l’ho portato a termine e potrò seguire più da vicino le varie attività del nostro club”. Che si è messo alle spalle una stagione complicata, ma dove non sono mancate soddisfazioni: “A livello numerico abbiamo tenuto botta nonostante i problemi legati alla pandemia, anzi tutti i nostri settori (dal calcio al volley, dal pattinaggio al basket, ndr) sono cresciuti e hanno dato dimostrazione della loro vitalità. In quest’ultimo spicchio di stagione le attività andranno avanti rispettando le rigide disposizioni governative e federali anti-Covid. L’auspicio e la voglia da parte di tutti i noi sono quelle di fare ancora meglio nel prossimo futuro”.
Auto nuova: perché scegliere il noleggio a lungo termine Sono sempre di più gli italiani che scelgono il noleggio a lungo termine, un’opportunità disponibile nel nostro Paese solo da alcuni anni. Si tratta di un’offerta interessante, che consente anche a chi non ha a disposizione elevate cifre di denaro di guidare l’auto che desidera. Le proposte disponibili sono molteplici e si possono valutare e verificare direttamente online. Se anche tu vuoi capire come funziona e i vantaggi di questa formula, scopri il noleggio a lungo termine sul sito LeasePlan. Come funziona il noleggio a lungo termine Il noleggio a lungo termine è una soluzione alternativa all’acquisto di un’auto nuova, che è possibile per privati cittadini, aziende e professionisti. In pratica invece di acquistare l’auto la si noleggia per un prolungato periodo di tempo: dai 2 fino a oltre i 5 anni. Il cliente ottiene
inizialmente un’auto completamente nuova; per l’utilizzo pagherà solo un canone mensile, stabilito nel contratto di noleggio, che non varia mai con il passare degli anni. Un canone che riunisce tutte le spese Quindi con il noleggio a lungo termine l’auto non cambia di proprietario, rimane dell’azienda che lo ha concesso a noleggio al proprio cliente, il quale salda un canone mensile che comprende tutte le spese correlate all’automobile: dal soccorso stradale all’assicurazione, dalla tassa di proprietà fino alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Ci sono poi anche diverse possibilità di variazione del canone mensile, aggiungendo ad esempio anche la sostituzione degli pneumatici, la tutela legale in caso di incidente o varie altre opzioni. Per rendere più leggero il canone è possibile pagare un anticipo iniziale, mentre non tutte le compagnie di noleggio consentono di noleggiare l’auto a lungo termine senza pagamento di alcun anticipo. Perché conviene Il noleggio a lungo termine conviene per un motivo ben preciso e chiaro: è possibile conoscere sin dal primo giorno l’effettivo costo mensile per l’utilizzo e la manutenzione dell’auto. In questo modo non si devono temere imprevisti, quali ad esempio il fermo del veicolo causato da un incidente o da un guasto, o anche il costo delle riparazioni stesse. Chi ama fare un chiaro bilancio delle spese famigliari si troverà particolarmente bene con il noleggio a lungo termine, perché la somma da spendere per l’auto è precisa e chiara sin da subito e non varia con il passare del tempo. Oltre a questo non serve avere a disposizione varie decine di migliaia di euro per guidare subito l’auto che si ama: basta un piccolo anticipo per partire con l’auto dei sogni.
E al termine del noleggio? Nel momento in cui il contratto di noleggio raggiunge il suo termine naturale il cliente può riportarla presso la società di noleggio e sceglierne un’altra, stipulando un nuovo contratto di noleggio. In questo modo con una spesa modica si ha sempre a disposizione un’auto nuova, scelta tra le tante disponibili con la formula del noleggio a lungo termine. Oppure può decidere di acquistarla dall’azienda di noleggio; in questo caso l’auto sarà valutata come usata, quindi avrà un costo di molto inferiore rispetto a quello di listino iniziale.
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