Marocco - Marzo 2008 - Mercati a confronto

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Marocco

  Marzo 2008
Informazioni Generali

Il Marocco è uno stato del Nordafrica. Buona parte delle sue coste sono bagnate dall'Oceano
Atlantico, ma estendendosi anche oltre lo Stretto di Gibilterra si affacciano anche sul Mar
Mediterraneo.

Superficie 710.850 Km2 (incluso il territorio conteso del Sahara Occidentale che copre
252,120 Km2)

Capitale
Rabat (659.000 abitanti)
Rabat e Salé (1.398.000 abitanti)

Altre città principali
Casablanca (2.950.000 ab.)
Marrakech (844.000 ab.)
Fez (954.000 ab.)
Tangeri (704.000 ab.)
Kenitra (573.000 ab.)
Oujda (962.000 ab.).

Popolazione 30.250.408 abitanti (densità 42,04 ab. per Km2)

Lingua
Lingua ufficiale è l’arabo, parlato dal 63% degli abitanti. La seconda lingua più diffusa è il
Berbero (24% della popolazione). Largamente utilizzato per uso commerciale il francese e lo
spagnolo. Nei centri turistici principali vi è una discreta conoscenza dell’italiano; poco diffuso
l’inglese.

Religione
Islamici (98,7%); cristiani (1,1%); una piccola comunità ebraica concentrata su Casablanca.

Moneta
L’unità monetaria del Marocco è il Dirham marocchino (DH), diviso in 100 cent. Dal 15 gennaio
1993 convertibile per le operazioni correnti ed internazionali.
Il tasso di cambio ufficiale del Dirham marocchino a novembre 2007 è di 11.3583 DH per 1
euro.
Il tasso di cambio annuale per il 2006 è di 11.0371 DH per 1 euro.

Sistema politico
Il Marocco è una Monarchia Costituzionale Democratica in cui il Re è la figura politica
dominante con un doppio ruolo: quello di capo temporale e quello di guida spirituale.
Il 13 settembre 1996 è stata approvata, con referendum, la nuova Costituzione, la quale è
andata a sostituire quella del 1992. Essa ha comportato, in particolare, l’istituzione di una
seconda Camera nel Parlamento, che oggi risulta essere composto da:
    - Camera dei Rappresentanti, o camera bassa, con 325 seggi (eletta a suffragio
        universale per cinque anni);
    - Camera dei Consiglieri, o camera alta, con 270 membri (eletta indirettamente da un
        Collegio elettorale per nove anni e rinnovabile ogni tre anni per 1/3).
Ad ottobre 2005 è stata approvata una nuova legge sui partiti politici con lo scopo di eliminare
partiti molto piccoli e creare dei raggruppamenti politici più forti. La legge continua a vietare i
partiti basati sulla religione, sull'origine etnica, sulla lingua o sulla regione. E' in fase di
discussione un progetto di modifica del sistema elettorale in vista delle elezioni del 2007. Le
nuove regole non sono però appoggiate da tutti i partiti in quanto prevedono uno sbarramento
al 7% dei voti, per poter avere dei seggi alla Camera dei Rappresentanti. La nuova regola
esclude di fatto i tre quarti dei partiti politici, che controllano all'incirca il 30% degli attuali
seggi nella Camera dei Rappresentanti.
Le intenzioni del Re e dell'attuale governo sono rivolte alla promozione del voto per i cittadini
marocchini all'estero e di aumentare la presenza delle donne in parlamento.
Il Re nomina il Primo Ministro, il quale, responsabile del suo operato dinanzi al Parlamento ed
al Re, sceglie il Consiglio di Ministri che, a sua volta, deve essere approvato dal Re.
Dopo la nomina del Governo da parte del Sovrano, il Primo Ministro presenta il programma
dinanzi alle Camere.

Lo scorso 7 settembre 2007, in Marocco si sono tenute le elezioni politiche. A ottenere più voti
sono stati i nazionalisti dell'Istiqlal che hanno conquistato 52 dei 325 seggi della camera bassa
del Parlamento di Rabat. Al di sotto delle previsioni invece i risultati della Pjd, la formazione
politica di ispirazioni islamica che ne ha ottenuti 47, mentre le previsioni la davano intorno ai
70 seggi.
L'Unione delle Forze Socialiste e Popolari (Usfp), ex primo partito in Parlamento dovrebbe aver
ottenuto tra i 35 e i 37 seggi.
A rendere noti i primi risultati parziali è stato il ministro dell'Interno Chakib Benmoussa.
Da un punto di vista degli equilibri politici non sembra essere cambiato molto. In Marocco è
sempre il re Mohamed VI a scegliere il partito o la coalizione a cui affidare l'incarico di formare
il governo.

Sistema legislativo
La funzione legislativa è disciplinata dalla legislazione francese e da quella islamica, in base
alla procedura legale francese.
Dal punto di vista amministrativo, il territorio è diviso in 39 province e 8 prefetture. E' ancora
aperta la questione dell'autonomia del Sahara occidentale, che il Marocco vorrebbe sotto la
propria sovranità. A livello locale il potere è gestito da governatori nominati dal Ministro degli
Interni.

La monarchia di Muhammad VI è tra i regimi più stabili del continente africano. La solidità della
struttura monarchica è dovuta ai seguenti fattori: la fermezza del re nel governare, il varo di
un complesso di riforme che hanno ammodernato il sistema sociale, aperture e concessioni alla
società civile, performances economiche soddisfacenti e relazioni internazionali amichevoli
nell’ambito della comunità internazionale e in particolare con gli Stati Uniti e l’Unione europea.
Uno dei primi segnali di cambiamento del Marocco è stato individuato nell’istituzione
dell’Istanza di Equità e Riconciliazione (IER), creata sul modello delle Commissioni di Verità e
Riconciliazione del Sudafrica post-apartheid. L’organismo è una novità assoluta nel mondo
arabo e, soprattutto, uno strumento con cui il paese si presenta sul proscenio della politica
internazionale con un volto moderno.
Un altro impegno del governo, è stata la fornitura di televisori satellitari in 38.000 Moschee.

Capo dello Stato
Re Sayyidi Muhammad VI ibn al-Hasan, in carica dal 23 luglio 1999.

Primo Ministro
Abbas El Fassi.

Partiti politici
Rassemblement National des Indépendents (RNI),
Union Constitutionnelle (UC),
Mouvement Populaire (MP),
Mouvement National Populaire (MNP),
Parti National Démocratique (PDN),
Union Socialiste des Forces Populaire (USFP),
Parti Istiqlal (PI),
Parti du Progres et du Socialisme (PPS),
Gauche Socialiste Unifiée (GSU).
Sono, inoltre, presenti anche partiti islamici, tra questi : il Parti de la justice et du
developpement (PJD); al quale si aggiunge il più vasto movimento islamico del paese Al-Adl
wal Ihsana (Giustizia e Carità), al quale però è stato vietato di agire come partito politico,
operando, quindi, nel paese solo come organizzazione di beneficienza.

Governatore della Banca Centrale
Abdellatif Jouahri.

                                            Principali indicatori economici

Indicatore                                                  2004       2005       2006       2007
PIL a prezzi correnti (in miliardi di Dh)                   473.4      493.1      539.3      565.7
PIL a prezzi correnti (in miliardi di US$)                   53.4       55.6       61.3       69.1
Tasso di crescita reale (%)                                  4.2        1.7        7.8        8.1
Inflazione %                                                 1.5        0.9        3.4        2.1
Bilancia commerciale (miliardi di US$)
Esportazioni fob                                           9,922.0    10,690.0   11,916.0   12,978.7
Importazioni fob                                           16,408.0   18,894.0   21,332.0   25,154.8
Saldo
Riserve straniera, escluso oro (in milioni di US$)         16,337.0   16,187.0   20,341.0   23,799.0
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007Rischio
                                                                        paese
La SACE colloca il Marocco nella categoria OCSE 3 su 7 (dove 0 rappresenta il rischio minore e
7 il rischio massimo).
Condizioni di Assicurabilità: Nessuna Restrizione (apertura per tutti i tipi di operazione).
Accordi con le IFI (Istituzioni Finanziarie Internazionali)
     - accordo con il Club di Parigi (accordo con un gruppo di creditori ufficiali che negozia
         accordi di ristrutturazione con i Paesi debitori con lo scopo di trovare soluzioni
         coordinate affinché i tali Paesi siano in grado di onorare i propri debiti).
Aggiornamento: novembre 2007.
                                             Congiuntura

Il percorso di modernizzazione del Paese ha un duplice obiettivo: quello di carattere politico e
quello di carattere economico.
Durante questi ultimi anni, la politica del Paese è stata completamente rivolta ad un
miglioramento del contesto economico, legale e commerciale della Nazione. E' stata seguita
una politica di stretto controllo monetario e fiscale, favorendo allo stesso tempo l'apertura degli
scambi con l’estero, la deregolamentazione di diversi settori economici e la modernizzazione
dell’industria attraverso l'introduzione di nuove normative sul mercato del lavoro e sul sistema
bancario e creditizio.
Tale scenario ha certamente favorito ed incoraggiato la formazione e l'istituzione di un forte e
stabile settore privato.
Il governo marocchino, infatti, è favorevole alle privatizzazioni e alla partecipazione straniera
specie nel settore turistico ed nei settori delle telecomunicazioni e del tessile.

Le riforme politiche avviate dal re Mohammed VI sono volte a perseguire un processo di
democratizzazione ed hanno come beneficiario principale la società civile.
L’ammodernamento del sistema sociale, l’ampliamento delle libertà di espressione (prima fra
tutti la libertà di stampa) e la riorganizzazione della struttura sociale della famiglia, considerata
il nucleo centrale della società, rappresentano solamente alcune delle innovazioni che hanno lo
scopo di rendere più liberale la configurazione della società, senza tuttavia comprometterne il
profondo legame con la religione islamica, sancito dall’attuale Costituzione.
I livelli elevati di disoccupazione e di povertà potrebbero però condurre ad agitazioni politiche e
sociali.
Il governo marocchino continua comunque gradualmente ad effettuare le riforme socio-
economiche, con lo scopo di ridurre la povertà e di combattere la militanza estremista islamica.

A causa dei vincoli burocratici e finanziari in essere in Marocco, il progresso voluto dal re è
ancora però un processo ad intermittenza. Successivamente al lento sviluppo economico del
2005, in gran parte dovuto a problemi del settore agricolo, si è registrato un forte rimbalzo
durante il 2006 con una accelerazione nella crescita del PIL nazionale che ha raggiunto un
valore pari al 7.8%.

Durante il 2007, invece, si è registrato una crescita reale del PIL molto inferiore a quella
registrata negli anni precedenti, pari a circa il 2.1%. Per il 2008 e il 2009, si prevede una
crescita maggiore del Prodotto Interno Lordo, che in termini percentuali si traduce
rispettivamente in 5.4% e 5.6%.

La politica di sovvenzione del governo marocchino sui prezzi del combustibile domestico è
rimasta invariata, mentre i prezzi internazionali del petrolio tendono al rialzo. Una delle
conseguenze di tale politica di sovvenzione sui combustibili è l’alto deficit fiscale: si è registrata
infatti solo una modesta contrazione del deficit al 6,3% del PIL. Il tasso di disoccupazione
ufficiale è sceso durante il 2006 al 9.8% della forza lavoro, rispetto all’11.3% del 2005. Anche
se tale percentuale è la più bassa degli ultimi 35 anni, il livello di disoccupazione resta
comunque relativamente alto, denunciando ancora una povertà generalizzata. Fra i problemi
strutturali dell’economia marocchina vi è la centralità del settore agricolo. La naturale
incertezza del settore comporta inevitabilmente delle variazioni sulla produzione agricola e
tenuto presente che circa il 50% della popolazione del Marocco è direttamente impegnata nel
settore agricolo, è facilmente comprensibile quanto ne risenta pesantemente l’occupazione.
Gli sforzi governativi nel settore agricolo hanno comunque comportato un aumento della
crescita del PIL.
Anche l’espansione del settore non agricolo ha avuto un rialzo e si prevede che continuerà per
tutto il 2008, grazie all’aumento della richiesta di prodotti marocchini da parte degli Stati della
UE, che resta il principale mercato del Marocco.

Un ambizioso programma sulle infrastrutture pubbliche è previsto fino al 2015. In particolare,
si cerca di dare priorità all’edilizia popolare nelle aree urbane ed allo sviluppo delle
infrastrutture rurali, puntando al miglioramento delle condizioni di vita delle fasce più povere e
cercando di diminuire il malcontento sociale, arginando così l’appello dell’estremismo islamico.
Con la crescita dell’economia e dei consumi privati, gli introiti delle imposte sia dirette che
indirette, sono fortemente cresciuti, tendenza che dovrebbe continuare fino alla fine dell’anno.
Tuttavia rimangono elevati sia il costo degli stipendi nel pubblico impiego, sia il costo delle
sovvenzioni sul combustibile. In generale, il disavanzo di bilancio dell’amministrazione
pubblica, aumentato in termini nominali nel corso del 2006, rimarrà intorno al 7.3%del PIL,
escluse le entrate dovute alle privatizzazioni; includendole, il deficit scende a 6.1% del PIL.
La pressione inflazionistica non è stata particolarmente elevata nonostante la forte liquidità di
questi anni dovuta alle rimesse degli emigrati nonché all'aumento delle privatizzazioni. Una
politica monetaria prudente ha tenuto infatti sotto controllo il rialzo dei prezzi al consumo; ma
anche grazie alla politica delle sovvenzioni su tre dei maggiori settori merceologici: petrolio,
zucchero e farina.

Il Marocco è oggi il Paese leader nell’area mediterranea per quanto concerne il microcredito.
Durante la prima fase dell’Isu, infatti, il governo ha concentrato la sua azione su 350 comunità
rurali e 250 aree urbane considerate particolarmente svantaggiate, per garantire migliori
infrastrutture, condizioni di vita, opportunità di lavoro e di crescita per le popolazioni.

Inoltre, la Banca Mondiale ha concesso al Marocco un prestito di 200 milioni di dollari per
favorire lo sviluppo del suo sistema finanziario, in base ad un accordo firmato fra il ministro del
Tesoro Fathallah Oualalou, e il rappresentante locale della banca Mondiale, Farid Belhaj. In
occasione della firma dell’accordo, Oualalou ha indicato che il Marocco ha seguito le
raccomandazioni formulate dalla Banca Mondiale per sviluppare il suo sistema finanziario, e per
questo il 2005 è diventato "un punto cruciale" nei rapporti fra Rabat e questo organismo.
Dall’adozione nel maggio 2005 del programma strategico di cooperazione per il 2005-2009, la
Banca Mondiale ha già intrapreso due azioni importanti di appoggio alla politica di Rabat, che
punta a migliorare la concorrenza fra gli operatori e il clima finanziario per gli investimenti in
modo da rilanciare la crescita e la creazione di posti di lavoro. La politica di riforme del governo
marocchino ha così permesso di andare avanti con il programma di modernizzazione del
settore finanziario; progressi sono stati fatti nella lotta al riciclaggio di denaro sporco, nel
settore delle assicurazioni e nella supervisione dell’attività bancaria.
In conclusione, le preoccupazioni sia del FMI che della Banca Mondiale, circa le riforme
strutturali e la politica fiscale del Marocco, sono dovute all’ancora lento sviluppo economico del
Paese nonché alla mancata integrazione nell’economia mondiale.
Il FMI ha identificato tre obiettivi per i prossimi anni: una migliore politica sulle infrastrutture,
un’ulteriore liberalizzazione commerciale ed un regime più flessibile dei tassi di cambio. E’
necessaria inoltre una maggiore riduzione del debito pubblico, intervenendo nel pubblico
impiego, nonché nella politica eccessivamente onerosa delle sovvenzioni.

                                       Prospettive future

Tra gli effetti positivi dei programmi di riforma economica finora seguiti dal Paese si evidenzia
che gli investimenti esteri, seppure in modo discontinuo, stanno crescendo rapidamente e,
nonostante l’agricoltura continui a rivestire un ruolo di grande e fondamentale importanza,
tutti i settori non agricoli cominciano a registrare crescite costanti. A riguardo, il Fondo
Monetario Internazionale (FMI) ha fornito una prospettiva relativamente ottimistica per
l’economia del Marocco.

La politica economica del governo punterà comunque su uno sviluppo economico più veloce
cercando di ridurre la disoccupazione e la povertà della popolazione. L’intenzione è di
migliorare l’apparato burocratico riformando le regole sul diritto al lavoro (è ancora attesa una
riforma sulla legislazione al diritto di sciopero), nonché sulla proprietà privata. Le riforme
puntano anche al rilancio delle imprese, agevolando la nascita di nuove iniziative economiche,
migliorando il controllo bancario nonché liberalizzando le telecomunicazioni ed i settori
dell’aeronautica ed energetico.
Ulteriori riduzioni delle tariffe, accompagnate da una semplificazione delle regole commerciali,
sono progettate allo scopo di ampliare lo sviluppo economico del paese. Queste misure, con gli
accordi commerciali raggiunti con gli Stati Uniti e l’UE, dovrebbero rilanciare l’investimento
interno.
Il governo garantisce anche che si muoverà verso una maggiore flessibilità del tasso di cambio
nel corso dei prossimi cinque anni. Le privatizzazioni continueranno sia nel settore industriale,
sia nei servizi, compreso quello bancario. Così come darà la priorità allo sviluppo del settore
turistico, il governo, con il recente programma “vendita della terra”, sembra rivolgersi anche
alle problematiche del settore agricolo eccessivamente dipendente dalla produzione di cereali.

Tuttavia, gran parte dei programmi industriali di ristrutturazione del passato sono stati
ignorati, in quanto alcune riforme avrebbero potuto significare, nel breve periodo, un aumento
della disoccupazione, impoverendo maggiormente la fascia debole della popolazione, nonché
rischiando di creare problemi alla classe elitaria del paese. Il governo ha comunque preso delle
decisioni difficili, come il taglio alle sovvenzioni al combustibile, ma cerca di vivere al meglio
sotto la minaccia della stabilità sociale.

Il programma dell’Haut Commissariat (HCP), prevede che lo sviluppo nel settore agricolo
crescerà del 30.6% grazie all’aumento della produzione di cereali. D’altra parte, anche
l’industria edilizia continuerà a trarre vantaggi dai programmi governativi di alloggiamento e di
sviluppo delle infrastrutture.

Nel biennio 2008/09 l’aumento di competitività della moneta nazionale dovrebbe stimolare la
domanda europea nei confronti delle produzioni marocchine. L’espansione degli investimenti
dovrebbe continuare in linea con la privatizzazione e la crescita degli investimenti stranieri nel
turismo, nel tessile e nel settore bancario.
L'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, entrato in vigore a gennaio 2006, promette
infatti un aumento delle esportazioni risollevando al contempo l'investimento interno.
                                                        2008       2009
PIL (var.%)                                               5.4       5.6
Inflazione (%)                                            2.5       2.8
Bilancia Commerciale (miliardi di US$)
Esportazioni fob                                         14.3      15.9
Importazioni fob                                         26.7      28.0

Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007
                                               Settori produttivi

Nonostante la rapida industrializzazione dell’economia, la crescita economica del Marocco
dipende ancora largamente dal settore agricolo che impiega oltre il 50% della forza lavoro,
anche se produce solo il 12.4% del PIL nazionale.
Il settore industriale, in particolare quello manifatturiero, attrae invece crescenti flussi di
investimenti dall’estero.
Le aziende marocchine si lamentano però degli alti costi dell'energia, delle tasse,
dell'inflessibile legislazione sul lavoro e delle debolezze delle infrastrutture.
Il settore ha comunque registrato un forte sviluppo, dovuto principalmente alla ripresa delle
esportazioni dei prodotti tessili ed elettronici, nonostante la forte concorrenza cinese ed
indiana.
Occorre osservare, però, che nonostante fino ad ora siano state aiutate dagli alti dazi previsti
all'importazione, molte ditte marocchine avranno un futuro incerto dopo il 2010, anno in cui
entrerà in vigore l'accordo di associazione con l'UE, stipulato il 1° marzo 2000.
Una delle principali fonti di produzione di ricchezza del Paese può considerarsi il settore dei
servizi con il 57.2% sul totale delle produzioni nazionali.
Tra le altre attività produttive particolare importanza va rivestendo il comparto del turismo.

La maggior parte delle attività economiche resta concentrata nelle regioni delle due maggiori
città del paese, Casablanca e Rabat, malgrado il Governo stia cercando di incentivare
l’industrializzazione di altre regioni meno popolate. In particolare, alla fine degli anni ‘90 è
stato formulato un piano di sviluppo delle vaste province del nord in cui è concentrato il 20%
della popolazione del paese.
Diversi miliardi di dirhams sono stati così già investiti in tali aree per vari progetti riguardanti
l’industria, l’agricoltura, la pesca, l’insegnamento ed il turismo.
La Telecom Maroc sta installando un cavo di fibre ottiche subacqueo che collegherà il Marocco
con la Francia, per soddisfare le esigenze di comunicazione delle ditte offshoring. E' stato un
investimento di 300 milioni di Dh e si pensa che possa trasportare più di 500.000 chiamate
simultanee. Più di 100 centraline sono state già installate in Marocco, con un giro d'affari di
olre 90 milioni di dollari nel 2005.
L'aumento dello sviluppo del settore non agricolo è stato guidato negli ultimi anni dal settore
dei lavori pubblici, dal commercio, dai trasporti e dalle telecomunicazioni.

Contributo dei diversi settori alla formazione del PIL (composizione %)
                                                  2005
Settori
                                                   (%)
Servizi                                            56.7
Agricoltura, silvicoltura e pesca Servizi        12.4
Manifatturiero                                   17.6
Energia e acqua                                  5.7
Costruzioni e opere pubbliche                    4.7
Settore minerario                                2.7
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007
Materie prime

Il settore delle materie prime è dominato dalla produzione di fosfato, sfruttato principalmente
dall’OCP, la compagnia di stato “Office cherifien des phosphates”, l’istituto industriale più
grande del paese. Il Marocco detiene circa i tre quarti delle riserve di fosfato ed è il terzo
produttore nel mondo, dopo gli Stati Uniti e la Russia. Il Marocco è, di conseguenza, uno dei
maggiori esportatori di rocce di fosfato e derivati, con il 27% circa del mercato mondiale
mentre contribuisce per il 38% alla produzione mondiale di acido fosforico.
Per amplificare le esportazioni (gli Stati Uniti, Spagna, Messico ed India sono i mercati chiave)
la compagnia di Stato sta sviluppando delle alleanze di vendita e delle joint ventures.

L'OCP sta investendo Dh 10.3 miliardi nel periodo 2002-07 per poter consolidare la propria
posizione come primo esportatore di fosfato del mondo.
Sebbene questa risorsa caratterizzi il 95% del volume totale delle materie prime del paese,
anche altri minerali vengono estratti tra cui ferro, zinco, manganese, piombo e rame. Il
Governo è attivo nella ricerca di altri minerali; in particolare negli ultimi anni è incoraggiata
l’esplorazione nel settore degli idrocarburi.

Agricoltura

Dopo la considerevole espansione degli anni ‘80, la produzione agricola ha conosciuto un
momento di arresto a causa dell’aumento dell’incidenza della siccità, che ha danneggiato la
produzione di cereali, elemento trainante dell’economia agricola del Marocco. In generale, il
settore appare ancora non adeguatamente sviluppato, ma passi avanti si sono registrati
soprattutto nelle produzioni destinate all’export. Nel globale processo di riforma economica,
risulta dunque tra i problemi strutturali dell’economia marocchina.
Il paese è sufficientemente indipendente per quanto riguarda l’allevamento, la produzione di
frutta e verdura, ma ampi volumi di altri alimenti quali farina, maizena, zucchero e latticini
devono essere importati. Ad ogni modo l’agricoltura rimane un importante traino per il settore
occupazionale: insieme alla pesca, impiega circa il 50% della forza-lavoro (ed oltre il 60% di
quella femminile), ma concorre alla formazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) soltanto per il
11-20%, dipendendo fortemente dalle piogge. Ci sono circa 8.73 m di ettari di territorio
coltivato di cui soltanto 1.25 m è irrigato. I prodotti delle zone irrigate sono destinati
prevalentemente all’esportazione (agrumi, pomodori, patate novelle, uva, principalmente per
vino). La canna da zucchero è lavorata localmente, mentre olive e olio sono dedicati sia all’uso
locale che all’esportazione. Gli esportatori marocchini hanno subito in questi anni la forte
concorrenza della Grecia e della Turchia, e stanno pertanto cercando di differenziare le
tradizionali esportazioni di pomodori e di agrumi.

E' in discussione una strategia per spostare i coltivatori dalla loro dipendenza tradizionale sui
raccolti di cereali, verso la produzione di frutta e delle verdure d'alto valore per il mercato
ingrandito della UE. Il Ministero dell'agricoltura ha proposto la conversione di circa 2m ha dei
7.5m del paese, da terreni a produzione pioggia-sensibile del cereale ad altri raccolti. Il
governo dice che spenderà Dh 3bn per sovvenzionare l’impianto di aree verdi (boschetti a
olive) e di Dh 1bn per altre piante. Il governo inoltre progetta di accelerare l'investimento
nell'irrigazione, nella meccanizzazione e nei servizi rurali e fornire un migliore accesso al
sistema creditizio. Tuttavia, simile idee sono state suggerite molte volte nel passato senza
alcun risultato significativo. Inoltre il governo deve ancora superare il problema della
frammentazione della terra, con la maggior parte dei coltivatori agricoli che non possono
permettersi investimenti in trattori, fertilizzanti o semi selezionati.
Durante la terza sessione delle trattative agricole fra il Marocco e l'UE, avvenuta lo scorso
maggio, il governo marocchino ha presentato una proposta per liberalizzare ulteriormente il
settore agricolo, con l'obiettivo di concludere maggiori accordi con l'UE. Essenzialmente il
governo ha presentato cinque liste di prodotti in base al grado di vulnerabilità rispetto alla
concorrenza europea. Il primo elenco di prodotti è proposto per una liberalizzazione
immediata, le altre rispettivamente verranno liberalizzate nei prossimi cinque, dieci e venti
anni, mentre l'ultima lista di prodotti, quali i cereali e le carni rosse devono essere totalmente
escluse dall'accordo.
In Marocco esistono molte foreste di sughero e di alberi da legname (cedri, querce, abeti).

L’allevamento è un’attività importante delle aziende agricole e la produzione di carne,
particolarmente di pollame, è aumentato costantemente negli ultimi anni. Tuttavia, la riduzione
delle terre adibite a pascolo causata delle negative condizioni atmosferiche ha ridotto
sensibilmente la qualità e la quantità dei capi allevati. Il comparto necessiterebbe di nuove
tecniche di allevamento e di sistemi di immunizzazione per accrescere la produzione di
bestiame e contribuire ad assicurare autosufficienza di prodotti alimentari al paese.
La pesca è un’attività molto sviluppata in Marocco che dispone di 3.500 km di coste, di una
zona esclusiva di 200 miglia nautiche e un’area marittima di 1.000.000 di kmq con un
potenziale stimato di 1.600.000 tonnellate di pesce all’anno.
Dopo la Nigeria, il Marocco è il maggior produttore di pesce dell’Africa ed il più grande
produttore ed esportatore di sardine nel mondo.
Il settore della pesca rappresenta il 12% del valore totale delle esportazioni nella bilancia
commerciale con l’estero ed il 55% del totale della produzione di alimenti esportata,
impiegando circa 70.000 lavoratori e rappresentando circa il 3% del PIL.
Lo sviluppo del settore della pesca ha comportato la crescita di industrie «collegate» e di
trasformazione. Le industrie private che operano attualmente nel settore della trasformazione
e lavorazione del pesce sono all’incirca 280. Per quanto concerne le esportazioni, i principali
mercati importatori di conserva e semi-conserva di pesce sono in ordine di importanza: Europa
(56%), Africa (20%); America (15%) altri (9%). A livello internazionale il comparto pesca del
Marocco è stato interessato dall’Accordo di Associazione con l’Unione europea, e dal
Regolamento UE del 31/1/97 attuativo dell’Accordo pesca, che consentiva a circa 600
pescherecci europei, principalmente spagnoli e portoghesi, di operare in acque marocchine.
Alla scadenza naturale dell’Accordo, il 30/11/99, il Marocco ha rifiutato di rinnovare un accordo
quadriennale per la pesca con l’UE affermando che le attuali forme di cooperazione non aiutano
a salvaguardare le ricchezze marine nazionali.

Le negoziazioni per un nuovo accordo per la pesca tra Marocco e UE sono però riprese e, verso
la fine di maggio 2006, è stato adottato formalmente un accordo quadriennale. L'accordo
permette che 119 barche europee, di cui 100 Spagnole, possano pescare fino a 60.000
tonnellate di pesci in acque territoriali marocchine contro un esborso di 180 milioni di dollari
americani. Il governo marocchino dovrebbe ratificare l'accordo in novembre. Tuttavia, è chiaro
che il patto ha suscitato la reazione dei pescatori locali, preoccupati della distruzione di stock di
pesca nel lungo termine. Mentre il ministro dell'agricoltura ha dato risalto ai benefici economici
dell'affare in termini di investimenti e di sussidi finanziari.
Tutto il settore della pesca comincia però a soffrire le conseguenze del depauperamento delle
risorse marine. Il Marocco ha allora chiesto all’Unione che le due parti cerchino una nuova
partnership che conservi le risorse marine del regno e persegua la promozione di joint venture.
I cambiamenti sui mercati internazionali e l’introduzione di standard di qualità, hanno spinto il
paese verso una politica di sviluppo e di rinnovamento tecnologico di tutta la filiera della pesca.

Industria

Il settore manifatturiero concorre per circa il 18% alla formazione del PIL ed impiega circa il
13% della forza-lavoro. Le attività industriali sono maggiormente concentrate nella regione di
Casablanca. Lo sviluppo delle attività industriali è al centro dei piani governativi volti al
miglioramento della crescita economica, anche se il processo di ammodernamento procede
ancora lentamente. Sin dal 1999 il settore ha conosciuto una crescita annuale pari al 3-3.5%.
In questa crescita del settore si celano però variazioni settoriali significative. La trasformazione
alimentare, i prodotti chimici, i materiali da costruzione, il wood-processing e le industrie dei
componenti elettrici si sono sviluppati ad una media annuale di 4-5%.
Tuttavia, il settore più importante, il tessile, è in diminuzione a causa della concorrenza
internazionale. L'industria tessile marocchina sta mediamente scendendo dal 2000 dell'1%
all'anno e quella dell'industria dell'abbigliamento del 3.7%.

Il settore industriale oggi soffre di un problema di bassa produttività, di alti costi del lavoro ed
energetici, di inflessibilità, di cattiva gestione ed investimenti inadeguati in relazione anche alla
concorrenza estera.

Un programma di incentivi all'occupazione è stato varato dal governo nel mese di luglio 2006.
L'obbiettivo è di creare più di 200.000 posti di lavoro per il 2008 con tre linee direttrici. La
prima componente del programma è denominata "la mia impresa", e punta a fornire alle nuove
piccole imprese non solo dei finanziamenti, ma anche strumenti legali e tecnici. "La mia
impresa" punta alla nascita di 30.000 nuove imprese in tre anni. La seconda parte del
programma punta all’"integrazione", introducendo incentivi fiscali volti all'assunzione di giovani
disoccupati nelle aziende già in essere. Infine, la terza parte del programma, la
"qualificazione", ha come scopo il finanziamento di programmi di formazione professionale per
giovani assunti con contratti a tempo determinato, puntando così all'assunzione a tempo
indeterminato nelle aziende che hanno "qualificato" i propri dipendenti beneficiando dei
finanziamenti governativi.
L’industria alimentare produce sia per il mercato interno (olio di oliva, conserva di frutta,
verdure e pesce), che per l’esportazione (farina, pasta, oli vegetali, bevande e tabacco). Il
Marocco rifornisce circa un quarto del mercato europeo di sardine in scatola.

L’industria tessile marocchina è piuttosto sviluppata e anche se recentemente il settore ha
affrontato gravi difficoltà, rappresenta il 25% dell’impiego nel settore manifatturiero.
Articolandosi per l’85% in piccole e medie imprese le esportazioni rappresentano circa il 20%
delle esportazioni totali, rispetto al 25% del 1998.
I produttori temono inoltre che l'abolizione delle quote sulle esportazioni tessili asiatiche verso
la UE (con la conclusione dell'accordo multi-fibre MFA del 1° gennaio 2005) condurrà ad
ulteriori chiusure di fabbriche tessili. Allo stesso tempo però, il Marocco presenta il vantaggio
della vicinanza all'UE che è il mercato più importante, e potrebbe trasformare la produzione dai
vestiti a basso costo, alla produzione di abbigliamento con maggiore valore aggiunto.

In ascesa è anche l’industria automobilistica, che presenta notevoli possibilità di sviluppo
soprattutto per quanto riguarda le fasi di assemblaggio.

L’industria chimica si basa sulla trasformazione dei fosfati in acido fosforico e fertilizzanti.

Interesse verso il paese è stato mostrato da parte della società informatica statunitense
Microsoft, per quanto riguarda l’apertura di un quartier generale regionale a Casablanca, a cui
hanno fatto seguito altre due compagnie di informatica che hanno progettato di seguirne
l’esempio: la Compaq e la Oracle hanno pianificato l’apertura di sussidiarie di stanza in
Marocco in una alleanza strategica che serva le società locali, in base alla quale la Oracle
dovrebbe occuparsi del software e la Compaq dell’hardware.

Nel settore delle costruzioni vi è stata una crescita sostenuta, potendo beneficiare di grandi
progetti per le infrastrutture come la “ la deep-water port” per il porto sul Mediterraneo, lo
sviluppo di sei nuove stazioni turistiche, importanti programmi pubblici per la costruzione di
nuove strade e dighe. Un ottimo fattore per la crescita di questo settore è dato dall’aumento
del consumo di cemento, che è cresciuto per il 9,3% nel 2003 fino ad arrivare a 9,3m di
tonnellate prevedendo la costruzione di 20.000 case, 730 negozi, scuole, moschee, ospedali e
cliniche, è stata infine programmata la costruzione di 10.000 case a Fez, 8.000 a Casablanca e
5.000 a Meknès. I finanziamenti sono sia pubblici che privati ed il Governo marocchino spera di
riuscire ad attrarre anche capitali esteri.

Servizi
Il settore dei servizi è vasto e ben sviluppato, contando per circa il 57% del PIL del Paese e
occupando circa il 25% della forza lavoro.
Il settore è ampiamente concentrato sui servizi turistici, ma ben avviati sono anche i servizi
finanziari e commerciali, oltre al vasto contributo dei servizi governativi.
Per quanto riguarda la carta stampata, vi sono vari giornali sia in lingua araba che in lingua
francese. La maggior parte sostiene la linea di governo, come il Al Anbaa, Maroc soir e Le
matin du Sahara. Ma negli ultimi anni hanno incominciato ad avere un certo richiamo anche Al
Alam e l'Opinion che sostengono il Parti Istiqlal, mentre Al Bayane sostiene il DES (forces
populaires socialistes).
Due utili pubblicazioni economico finanziarie sono il quotidiano L'Economiste ed il settimanale
Vie Economique.
Il governo ha annunciato che l'agenzia di stampa nazionale, la stampa araba del Maghreb, sarà
parzialmente privatizzata.

Infrastrutture

Lo stato delle infrastrutture è complessivamente discreto, sebbene un loro ulteriore sviluppo
garantirebbe un maggiore afflusso di investimenti esteri.
In particolare, il Marocco possiede 57.000 km di strade, di cui quasi 32.000 km sono asfaltate.
Attualmente sono solo 530 i km di autostrade presenti nel paese ma il Governo ambisce ad
incrementare queste cifre mirando al raggiungimento dei 1.500 km entro il 2010. Il trasporto
su strada, di conseguenza, è molto sviluppato e conta il 92% del traffico passeggeri e più del
75% del traffico commerciale. Il paese presenta, in particolare, circa 10.888 km di strade
principali di cui 9.575 km asfaltati, circa 9.494 km di strade secondarie di cui 6.587 km
asfaltati e 40.067 km di strade terziarie di cui 14.212 km asfaltati.
I progetti di costruzione di nuove strade sono sia pubblici che privati. Il governo marocchino è
infatti grandemente impegnato nella ricerca dei modi migliori per far affluire capitali privati nel
settore dei trasporti.
Il settore pubblico è impegnato nella realizzazione dei progetti di costruzione delle seguenti
strade:
Rabat-Fez (120 km) ;
Larache-Sidi Lyamani (30 km);
Casablanca-Settat (60 km).

Il settore privato è impegnato nella realizzazione dei seguenti progetti di nuove strade il cui
costo stimato è pari a 18,7 miliardi di Dh:
Casablanca-ElJadida (120 km);
Tetouan-Sebta (40 km);
Settat-MarrKech (170 km);
MarraKech-Agadir (250 km)forse operativa entro il 2009;
Agadir-Taroudant (80 km).

Sono in corso anche i lavori per la costruzione di alcune sezioni de la Rocade Mediterraneenne,
un progetto di strada costiera di 550 km di collegamento tra Tangeri ed il confine algerino, un
autostrada di 320 km da Fès a Oujda e di una strada costiera anche lungo la costa atlantica.
Su un progetto approvato nel 1996, nel periodo 2000-2010 sarà realizzato un tunnel lungo 10
km sotto il Monte Atlante che metterà in collegamento Marrakesh con Ouarzazate per servire
l’area sud-est del paese, riducendone così il tragitto di 25 km con un risparmio di tempo di
circa 40-60 minuti.
Attualmente questa rotta è notoriamente lenta e il passaggio di valico della montagna è spesso
chiuso per avverse condizioni climatiche. Il tunnel dovrebbe favorire lo sviluppo della regione
che è caratterizzata da una scarsità di infrastrutture. Il costo del progetto è stimato in 100
milioni di US$. Anche le strade rurali cominciano ad essere al centro dei programmi di
riqualificazione, con la programmazione di 10.000 km di strade da costruire o migliorare, come
parte della strategia di sostegno all’agricoltura e di sviluppo delle aree rurali. La rete stradale
rurale sta estendendosi di circa 1.500 km all'anno, ma ancora soltanto il 50% della
popolazione rurale è servito dalle strade.
Sugli itinerari più importanti sono già presenti autostrade con pedaggio a pagamento:
Rabat-Kenitra: 10 Dh;
Kenitra-Larache: 30 Dh;
Rabat-Casablanca 18 Dh;
Rabat-Sidi Allal-Fès: 63 Dh;
Meknès-Fès: 30 Dh;
Casablanca- aéroport: 5 Dh;
Casablanca-Berrechid: 10 Dh;
Berrechid-Settat: 6 Dh.

La rete ferroviaria si estende per circa 1.900 km e include 97 km di linee aperte solo al
traffico merci. La lunghezza delle linee elettrificate rappresenta più del 50% del totale (circa
970 km), mentre la trazione sulle altre linee è data da locomotive diesel. Una stretta
collaborazione avviata tra il l’Office National des Chemins de Fer (ONCF) e Belgian National
Railway Company ha come scopo di sviluppare il traffico tra l’Europa e il Maghreb e prevede la
creazione di assi intermodali tra Muizen in Belgio e il Maghreb, via Cadice e Tangeri.
La linea ferroviaria tra Muizen e Cadice (2.320 km) sarà estesa, tramite un servizio marittimo,
tra Cadice e Tangeri e avrà tempi di percorrenza buoni quanto quelli su strada, ma ad un costo
inferiore.
Un altro prestigioso progetto in fase di studio di fattibilità all’inizio del ‘99, è la realizzazione di
un collegamento ferroviario tra Tangeri e Punta Paloma in Spagna. Il progetto prevede la
costruzione di un tunnel di 37 km dei quali quasi 28 subacquei. La tratta, in totale di quasi 42
km, potrebbe attrarre fino a 16 milioni di viaggiatori l’anno. I due governi spenderanno 27
milioni di euro fra il 2004 ed il 2006 per sondaggi geologici nell’area dello stretto di Gibilterra e
si pensa che i lavori potrebbero iniziare nel 2008.
L’Office national des chemins de fer (ONCF), sta anche sviluppando una linea ferroviaria di 120
km tra Nador e Taourirt nel nord-est del paese ad un costo stimato intorno ai 2 miliardi di
dirham marocchini.
Sebbene lo stato marocchino abbia già investito parecchi miliardi di dirham nel periodo 2002-
05, l'ONCF ha programmato un investimento di 17 miliardi di Dirham per modernizzare 400 km
delle linea elettrica, per sviluppare i collegamenti da Tangeri e da Taourit a Nador e per
costruire una linea ad alta velocità fra Casablanca ed Agadir via Marrakesh.

La Francia ha investito molto nel miglioramento del settore ferroviario marocchino, ed è anche
impegnata nello studio di una metropolitana per la città di Casablanca. Nel complesso,
tuttavia, i collegamenti ferroviari interni funzionano abbastanza bene, e coprono la tratta Nord-
Sud da Tangeri ad Agadir e fino a Oujda verso Est. Il traffico passeggeri è cresciuto lentamente
in questi anni, mentre il traffico di trasporto merci ha stagnato.

Il sistema portuale si compone di 24 porti, i principali sono: Casablanca, Tangeri, Safi,
Mohammedia, Kenitra e Agadir, e tratta il 98% del commercio estero. Nel porto di Casablanca
transita circa la metà di tutto il traffico merci.
Per quanto riguarda i collegamenti con l’Europa, frequenti e rapidi (circa un’ora) sono i
traghetti con la Spagna (Tangeri-Tarifa, Tangeri-Algeciras, Ceuta-Algeciras), esistono
collegamenti settimanali con Sète (Francia meridionale) e con Genova (da Tangeri).
L’Office d’exploitation des ports (ODEP), sta affrontando un programma di modernizzazione
infrastrutturale in numerosi porti, tra i quali Agadir, Casablanca, Jorf Lasfar, Kenitra,
Mohammedia, Nador, Safir e Tangeri. Il programma di investimenti 1999-2003 ha ricevuto
finanziamenti per circa 28 milioni di US$ all’inizio del 1999 da parte della Banca Europea degli
Investimenti. Di fondamentale importanza è la realizzazione, prevista per il 2007,
dell’ampliamento del porto di Tangeri e sarà il secondo porto più grande del Marocco. Il
progetto ha un costo previsto che si aggira intorno ai 1.500 milioni di euro. Nello sviluppo di
quest’opera va segnalato l’accordo decennale firmato in gennaio da Muhammad VI con la Jebel
Ali Free Zone di Dubai, intesa a beneficiare del know-how emiratino per sviluppare il potenziale
logistico, tecnologico e commerciale del futuro complesso marocchino.
Per la nuova concessione portuale di Tangeri, la società francese Bouygues ha siglato una nota
di intesa per costruire e rendere operativo un nuovo terminal container. É in programma anche
la costruzione di un porto con un bacino capace di ospitare grandi cargo: la finalità è, in
particolare, quella di realizzare un porto dove le grosse navi possano essere scaricate e le
merci divise in navi più piccole per la consegna nei porti delle regioni limitrofe. Il traffico
riguarderà soprattutto il commercio con USA e Medio Oriente.
Anche i porti di pescherecci hanno incrementato il volume del loro traffico. Infine, è stata
pianificata, per 35 milioni di US$, anche la costruzione di un nuovo porto a Dakhla, nel Sahara
Occidentale.

La rete aeroportuale si compone di 12 aeroporti che gestiscono un traffico passeggeri di
2.741.000 voli regolari e 1.090.000 voli charter. I principali aeroporti sono: Casablanca (che
gestisce il 50% del traffico passeggeri e l'85% dei trasporti), Tangeri e Rabat. Il Governo
prevede di incrementare il numero di passeggeri dagli attuali 7 milioni ai 27 milioni nel 2020.
La capacità di gestione del traffico degli aeroporti marocchini è già piuttosto buona e dunque
non ha bisogno di grandi modifiche. Tuttavia, sono previsti lavori di miglioramento negli
aeroporti di Agadir, Marrakech, Oujda, Rabat, Fez e Casablanca (con un investimento di 885
milioni di Dirham per raddoppiare la capienza passeggeri entro il 2008), mentre è stata
disposta la costruzione di un nuovo aeroporto a Nador, nel nord del paese. La linea aerea
Regional Air Lines è stata istituita nel 1997.
Dal 1999 la Royal Air Maroc è interessata ad un programma di privatizzazione; ma avendo
accumulato grandi perdite nel corso degli ultimi anni, è stata costretta a rinviare i propri piani
di acquisti e a cancellare rotte poco remunerative. La Royal Air MAroc garantisce oggi 900 voli
la settimana servendo 40 paesi ed ha in programma un rinnovamento della flotta.
Per quanto riguarda il collegamento con l’Europa, l’aeroporto di Casablanca è quotidianamente
collegato con numerose città europee (per l’Italia: Milano e Roma); quello di Rabat è invece
prevalentemente collegato con Parigi. In estate vi sono linee charter anche dall’Italia con
destinazione Marrakech. Ancora molto rare le compagnie “low cost” . Esiste, infine, un servizio
di buon livello di collegamenti aerei interni. Il mercato dei trasporti aerei è stato liberalizzato
nel febbraio del 2004, e nel mese di dicembre 2005 vi è stata un ulteriore liberalizzazione con
la sottoscrizione di un accordo con la UE "cieli aperti", garantendo diritti di accesso reciproci
nei propri aeroporti.

Il Governo marocchino prevede che entro il 2010 il 61% dei voli di linea sarà gestito dalla RAM
(Royal Air Maroc), il 38% da vettori stranieri e l’1% da operatori privati marocchini. Per ciò che
concerne il mercato dei voli charter, il 30% sarà gestito da Atlas Blue, una nuova compagnia
aerea low-cost posseduta dalla RAM, il 20% da operatori aeroportuali marocchini e il rimanente
50% da compagnie aeree charter straniere.

Il Marocco importa oltre il 90% dell'energia che consuma, in quanto le proprie risorse
energetiche sono limitate a modeste produzioni idroelettriche, eoliche e solari. Le riserve di
carbone sono quasi vicine all'esaurimento e quasi inesistenti quelle di petrolio e di gas
naturale.

Dal 1988 la rete elettrica marocchina è connessa a quella algerina e tunisina. Dal 1995 una
seconda interconnessione assicura il legame con la Spagna. Queste connessioni servono per
smaltire l’eventuale surplus di produzione ed evitare le conseguenze di guasti imprevedibili.
Sono stati, inoltre, programmati un piano di elettrificazione delle aree rurali e un impianto
sperimentale eolico per la produzione di energia. Il Governo sta anche valutando la possibilità
di impiantare centrali nucleari. Il settore dell’energia è considerato strategico e dunque
totalmente interdetto agli stranieri; tuttavia si sta delineando una tendenza verso gli
investimenti necessari per soddisfare i crescenti consumi. E' in corso di attuazione un
programma di investimento nel settore di 39 milioni di Dirham nel periodo 2006-2012 ed un
programma rurale di elettrificazione. Nel 2005 altre 220.000 famiglie sono state collegate alla
rete elettrica, portando all'81% la percentuale di famiglie rurali collegate.
La carenza di risorse idriche è un problema storico del Marocco che dipende per il fabbisogno di
acqua, prevalentemente dalle precipitazioni. Le infrastrutture idriche del Marocco includono 84
dighe, e migliaia di pozzi che producono una media di 11,8 miliardi di metri cubi di acqua ogni
anno. Al fine di soddisfare la crescente domanda di acqua corrente legata al processo di
urbanizzazione sono in progetto nuove perforazioni e la costruzione di altre dighe. Il Governo,
inoltre, continua a valutare nuovi metodi per migliorare le tecniche di irrigazione e
recentemente ha annunciato un piano decennale per migliorare la fornitura di acqua, che
dovrebbe raggiungere l’85% delle popolazioni rurali, e prevenire l’inquinamento. Nel corso del
1999 la Banca di Sviluppo Africana ha approvato un prestito di 26,8 milioni di US$ per
finanziare un progetto di fornitura di acqua potabile e sistema fognante per circa 200.000
persone nelle città di Tan Tan, Tiznit e El Ouatia Centre. Il progetto implica non solo il
miglioramento e l’estensione della fornitura di acqua potabile, ma anche la costruzione di
strutture per l’eliminazione delle acque reflue e piovane.
Il gasdotto Maghreb-Europa, avviato dal 1996, è finalizzato a trasportare fino in Spagna il gas
naturale estratto in Algeria. Allo stesso tempo il Marocco cerca di diversificare le fonti
energetiche sia a livello domestico che industriale.
Il governo del Marocco ha anche messo a punto con successo un piano per aumentare le
infrastrutture di base per la gestione dei rifiuti solidi su scala nazionale. I principali sottosettori
indicati sono: riciclaggio dei rifiuti, acque reflue industriali, inquinamento atmosferico,
depurazione delle acque, rifiuti solidi urbani, inquinamento atmosferico da fonte mobile, esame
e monitoraggio dell’aria e dell’acqua, consulenze ambientali.

Il settore delle telecomunicazioni si sta espandendo velocemente con nuovi servizi e nuove
piattaforme, quale la trasmissione dati digitale terrestre. Le autorità sperano che il settore
possa incrementare la crescita del PIL generando nuovi posti di lavoro. Il mercato ha un forte
potenziale di espansione, anche se l'aumento delle telefonia mobile è ancora lento (33
abbonati per ogni 100 persone nel 2005) e la telefonia fissa è ancora a livelli bassi (4,5 linee
per ogni 100 persone nel 2005). Il mercato della linea fissa si è contratto negli anni 2000-2001
per uno spostamento verso le nuove linee di telefonia mobile, ma il recente interesse verso
Internet e la televisione via cavo ha comportato un nuovo slancio verso la linea fissa.

Nel 2004 è stato portato avanti il processo di privatizzazione della Maroc-Telecom (TA),
vendendo il 30,9% delle azioni (di cui il 16% ad una società francese), la società ha dichiarato
che il 34% ancora in suo possesso non sarà venduto almeno fino al 2007.
Nel 1999 una seconda licenza GSM è stata accordata a Meditel un consorzio capitanato dalla
società spagnola Telefonica (coopartecipata da telecom Portogallo). Da allora la concorrenza
fra TA e Meditel ha stimolato il mercato della telefonia, spingendo al ribasso i prezzi ed
aumentando la gamma di servizi offerti. La copertura è quasi integrale per la rete Maroc
Telecom, in via di completamento per Meditel. Nelle zone montane e desertiche Maroc Telecom
assicura una migliore copertura.
Il sistema di telecomunicazioni nazionale offre, oltre quelli classici (telefoni, fax, ecc.), tutti i
nuovi servizi (radiomobili, trasmissioni video, servizio di radiodistribuzione e servizi relativi alla
trasmissione dati). Sebbene i prezzi delle telecomunicazioni siano scesi rapidamente, in
particolare a seguito dell’apertura alla competizione nel mercato della telefonia mobile, questi
restano ancora piuttosto alti in confronto agli standard internazionali, mentre i servizi offerti ai
clienti appaiono ancora scarsi.
Per quanto riguarda internet, gli abbonati sono passati da circa 100.000 a 300.000 a fine
2005, la gran parte delle connessioni continua pertanto ad avvenire negli internet café, poiché
la maggior parte dei marocchini non possiede un personal computer. Non esiste in Marocco
una speciale regolamentazione per internet, sebbene le autorità marocchine abbiano
occasionalmente cercato di bloccare gli accessi ad alcuni siti che pubblicavano materiale
considerato vietato.

Turismo

Il settore del turismo è la maggior fonte di entrate in valuta estera del paese, dopo le rimesse
degli emigrati.

Il turismo, sostenuto fin dal 1983 con il Tourism Investment Code, è attualmente incentivato in
particolare ad Agadir, a Marrakech, nella zona libera offshore di Tangeri e gode di speciali
esenzioni fiscali che sono applicate sia alle nuove imprese che a quelle già esistenti,
indipendentemente dalla nazionalità degli azionisti o dei proprietari.
Il settore, che rimane grandemente influenzato dall’andamento dei rapporti con i Paesi vicini,
oggi è al centro di un rilancio, dopo che negli anni passati è spesso stato amministrato in
maniera errata e casuale.

Nel 2004 circa 5,2 milioni di stranieri hanno visitato il paese, in crescita del 17% rispetto al
2003. Il governo ha disposto 5 miliardi di dollari di investimenti in nuove strutture turistiche,
per arrivare ad ospitare entro il 2010 almeno 10 milioni di stranieri all’anno, con ricadute
positive per l’occupazione. Rabat ha inoltre dichiarato di voler migliorare le infrastrutture
aeroportuali per raggiungere adeguati standard internazionali: 363 milioni di dollari è il budget.

Nel 2005, confermando il trend positivo, il settore ha contato oltre 5 milioni di turisti nel
periodo gennaio/ottobre del 2005, con un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente, secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero del Turismo del paese
maghrebino.

La cifra di 5.052.833 di turisti comprende anche 2.479.281 marocchini residenti all’estero, per
cui gli stranieri, 2.573.552, rappresentando più della metà delle visite. Con 1.157.960 di
turisti, pari ad un aumento del 16%, la Francia continua ad essere il paese da dove proviene la
maggior parte dei visitatori del Marocco. Fra gli altri paesi di provenienza, cinque stati europei
hanno superato quest’anno i 100 mila turisti: la Spagna, il Regno Unito, la Germania , il Belgio
e l’Italia. Con l’eccezione dei tedeschi (-2%) tutte le altre nazionalità hanno registrato un
aumento, in testa i belgi con un +19%.

                                         Privatizzazioni

In passato il programma di privatizzazioni delle aziende del Marocco ha attraversato una fase
piuttosto stagnante e numerose privatizzazioni considerate prioritarie sono state pian piano
sospese. Le compagnie che sono state cancellate dalla lista, in particolare molti zuccherifici e
molti alberghi, sono state invece escluse “ a causa di problemi finanziari e/o giudiziari”,
secondo le fonti ufficiali governative.
Nel 1999 però l’Unione europea ha stanziato fondi per circa 51 milioni di dirham proprio a
sostegno della rinnovata spinta al programma di privatizzazioni marocchino. Una nuova legge
sulle privatizzazioni è così stata approvata dal parlamento all’inizio del ‘99, dopo che la Camera
dei Consiglieri aveva respinto un’estensione annuale al precedente programma di
privatizzazione. Tale programma aveva esaurito la sua spinta propulsiva, con solo 56 società
(all’incirca 30 imprese industriali e 20 hotel) che risultavano vendute a tutto il 1998, su 114 in
lista per la privatizzazione nel 1993. Secondo la nuova legge il governo affronta ora lo studio
delle società destinate alla privatizzazione singolarmente. Il finanziamento dell’Unione europea
dovrebbe servire ad acquisire assistenza tecnica, sia a breve che a lungo termine, per aiutare a
predisporre le imprese statali selezionate alla privatizzazione. In aggiunta, la Commissione
europea ha sostenuto anche il progetto di liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni.

La spinta alle privatizzazioni del Marocco è dunque in fase di accelerazione. Il successo di
alcune vendite delle imprese di Stato ha inoltre spinto le Autorità ad estendere la
privatizzazione anche a società pubbliche considerate finora strategiche, quali quelle del
settore petrolifero, delle telecomunicazioni, della distribuzione di acqua e dei trasporti. Nel
2005 quattro zuccherifici, in vendita dal 1996, sono stati infine venduti per 1.3 milioni di
dirham e due licenze di linea fissa telecom sono state vendute per un totale di 380 milioni di
dirham.
Nel futuro è previsto che il ritmo delle privatizzazioni acceleri, privilegiando il settore delle
infrastrutture, con un’attenzione particolare alla ristrutturazione della rete portuale; il settore
dell’agricoltura, con l’estensione del programma di irrigazione nazionale; il settore della pesca,
con il potenziamento dei sistemi di sorveglianza in mare, delle iniziative di formazione
professionale e la costruzione di villaggi di pesca; il settore delle miniere, con il proseguimento
della realizzazione del piano di cartografia geologica.
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