AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO FORMULARIO PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO - POR ...
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POR SARDEGNA 2000-2006 AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO FORMULARIO PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO Novembre 2006 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA INDICE 1. DATI GENERALI DEL PROGETTO INTEGRATO................................................................................ 3 2. SINTESI DELLA PROPOSTA DI PROGETTO INTEGRATO ................................................................. 6 3. PARTENARIATO DI PROGETTO ...................................................................................................... 8 3.1. Composizione e costituzione del Partenariato di Progetto ............................. 8 3.2. Articolazione del Partenariato di Progetto........................................................ 10 4. QUADRO DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO INTEGRATO............................................................ 15 4.1. Analisi di contesto................................................................................................... 15 4.2. Analisi SWOT ...................................................Errore. Il segnalibro non è definito. 5. OBIETTIVI E PRIORITA’ DEL PROGETTO INTEGRATO ................................................................... 29 5.1. Costruzione dell’albero dei problemi ................................................................. 29 5.2. Costruzione dell’albero degli obiettivi e selezione degli obiettivi prioritari 33 5.3. Coerenza con gli obiettivi specifici definiti nei pertinenti “Elementi per la Predisposizione dei Progetti Integrati”......Errore. Il segnalibro non è definito. 6. STRATEGIA E OPERAZIONI DEL PROGETTO INTEGRATO............................................................ 44 6.1. Definizione della strategia..................................................................................... 44 6.2. Definizione delle operazioni.................................................................................. 48 6.3. Analisi del rispetto del principio di Pari Opportunità ....................................... 51 6.4. Analisi della sostenibilità ambientale.................................................................. 52 6.5. Definizione degli indicatori.................................................................................... 54 7. MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO INTEGRATO .......................................................... 57 7.1. Iter procedurale e cronoprogrammi di attuazione delle operazioni .......... 57 7.2. Efficienza amministrativa del contesto territoriale di riferimento per l’attuazione dell’operazione. ............................................................................... 60 7.3. Accordi di cooperazione per l’attuazione del Progetto Integrato di Sviluppo..................................................................................................................... 62 8. QUADRO FINANZIARIO DEL PROGETTO INTEGRATO ................................................................ 63 25/2
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA 1. DATI GENERALI DEL PROGETTO INTEGRATO A. Titolo del Progetto Integrato PATTO TEMATICO VPERSONE VITTIME DELLA TRATTA E DELLA PROSTITUZIONE “NON SI TRATTA” B. Classificazione del Progetto Integrato Tipologia del Progetto Integrato X Progetto Integrato di Sviluppo Regionale Progetto Integrato di Sviluppo Territoriale Tema / Settore di Riferimento del Progetto Integrato Tipologia di Barrare la (Fare riferimento agli Allegati dell’Avviso Pubblico) Partenariato Casella di di Progetto Interesse Industria, Artigianato e Servizi Regionale Filiere e Produzioni Agroalimentari. Regionale Pesca, Acquacoltura e Aree Umide. Regionale Rete Ecologica Regionale. Regionale Parchi e Compendi Forestali Regionali. Regionale Itinerari di Sardegna (Itinerari Turistici) Regionale Inclusione, Sociale Regionale X Sicurezza e Legalità. Regionale Industria, Artigianato e Servizi Territoriale Filiere e Produzioni Agroalimentari. Territoriale Sviluppo delle Aree Rurali e Montane. Territoriale Turismo Sostenibile e Valorizzazione del Patrimonio Ambientale e Territoriale Culturale. Aree Urbane e Reti di Comuni. Territoriale Provincia/e di Riferimento del Progetto Integrato (Barrare la/e Provincia/e solo per i Partenariati di Progetto Territoriali) Cagliari X Carbonia Iglesias Medio Campidano Oristano 25/3
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Nuoro Ogliastra Olbia Tempio Sassari C. Partenariato di Progetto Tipologia e Numero di Soggetti del Partenariato di Progetto (Articolo 10, Comma 2 dell’Avviso Pubblico) Numero Ente Locale (Comune, Comunità Montana, Provincia) 2 Enti Locali in Forma Associata (Associazioni, Unioni e Consorzi di Enti Locali) 0 Impresa 0 Imprese in Forma Associata (Consorzi, Società Consortili, Associazioni Temporanee di 0 Impresa, etc.) Università, Centro di Ricerca Pubblico, Centro di Ricerca Privato, Parco Scientifico 0 Associazione di Categoria e/o Datoriali 0 Organizzazione Sindacale 0 Associazione Ambientalista 0 Associazione Culturale 0 Organizzazione del Terzo Settore (No – Profit) 5 Costituendi Partenariati di Progetto (ai sensi dell’articolo 10, comma 2 dell’Avviso 0 Pubblico) 2 Altro Composizione del Comitato di Coordinamento (il primo nominativo è il Coordinatore) Cognome Nome Organismo Posta Elettronica ADDIS DONATELLA COMUNE donatella.addis@comune.cagliari.it CAGLIARI VINCI SIMONETTA ASL 8 vinci.sim@tiscali.it DESOGUS ANDREA COOP. NUOVA nuovapros@tiscali.it PROSPETTIVA MICILLO FRANCESCO ACLI francescomicillo@tiscali.it Data di Sottoscrizione del Protocollo d’Intesa (Allegato al Progetto Integrato) Data 18/12/2006 Luogo CAGLIARI 25/4
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA D. Approvazione del Progetto Integrato Data di Approvazione del Progetto Integrato da parte del Partenariato di Progetto Data 18/12/2006 Luogo CAGLIARI Data di Approvazione del Progetto Integrato da parte del Tavolo di Partenariato Regionale/Provinciale Data Luogo E. Presentazione del Progetto Integrato Firma dei Componenti del Comitato di Coordinamento (il primo nominativo è il Coordinatore) Cognome Nome Firma ADDIS DONATELLA VINCI SIMONETTA DESOGUS ANDREA MICILLO FRANCESCO 25/5
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA 2. SINTESI DELLA PROPOSTA DI PROGETTO INTEGRATO Sintesi della Proposta Progettuale Con il presente Patto l’Amministrazione Comunale intende dare maggior rilievo alle problematiche inerenti il fenomeno migratorio, con una particolare attenzione rivolta alle donne immigrate a rischio di grave marginalità e alle vittime della tratta. La realtà locale è caratterizzata da una marcata presenza di popolazione straniera in stato di disagio ed a rischio di stigmatizzazione e di riduzione in schiavitù. L’insufficiente e spesso poco qualificata offerta di servizi destinati all’accoglienza, protezione, cura e reinserimento sociale delle vittime di sfruttamento sessuale , ha determinato situazioni di grave precarità, continua esposizione a rischi di emarginazione ed illegalità. Gli interventi fino ad ora attuati hanno certamente permesso alle donne coinvolte di regolarizzare la propria posizione giuridica, ed ad abbandonare la strada, ma non sempre si è realizzato un completo reinserimento sociale, per mancanza di attività lavorative che consentissero un effettivo affrancamento dai servizi. Il mercato lavorativo, offre scarse possibilità d’impiego, eccessiva flessibilità e attività lavorative che implicitamente sostengono il ruolo di sudditanza ( badanti, colf ecc) che rinforza atteggiamenti autosqualifincati e di disistima. Pertanto la necessità di garantire una formazione ed inserimento lavorativo che possa consentire vera e propria autonomia ed emancipazione. La pluralità dei Partners coinvolti e la condivisione dell’idea di creare azioni che realmente mirano al soddisfacimento dei bisogni sociali emergenti del target di riferimento, rappresentano il vero punto di forza del Patto; i cui obiettivi sono : la piena inclusione sociale della popolazione straniera ed in particolare delle donne in grave stato di marginalità e vittime della tratta. 25/6
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Le azioni proposte costituiscono la filiera degli interventi mirati, che vanno dalla trasmissione delle informazioni (segretariato sociale interculturale), all’inserimento nella casa di fuga e reinserimento socio – lavorativo. 25/7
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA 3. PARTENARIATO DI PROGETTO 3.1. Composizione e costituzione del Partenariato di Progetto Tabella 1 - Elenco degli Enti Pubblici che partecipano al Partenariato di Progetto Ente Pubblico Titolo Operazione Proposta Codice Operazione COMUNE DI CAGLIARI NON SI TRATTA B78 PROVINCIA DI CAGLIARI NON SI TRATTA B78 ASL8 CAGLIARI NON SI TRATTA B78 Tabella 2 - Elenco delle Imprese che partecipano al Partenariato di Progetto. Imprese Titolo Operazione Proposta Codice Operazione Coop Promozione sociale NON SI TRATTA B78 ACLI NON SI TRATTA B78 Anolf NON SI TRATTA B78 Nuova Prospettiva PROGETTO PILOTA H53 PROSTITUZIONE Associazione Larus PROGETTO PILOTA H53 PROSTITUZIONE Tabella 3 - Elenco degli Altri Soggetti che partecipano al Partenariato di Progetto. Altri Soggetti Titolo Operazione Proposta Codice Operazione IAL SARDEGNA NON SI TRATTA B78 25/8
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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA 3.2. Articolazione del Partenariato di Progetto Il parternariato di progetto ha caratteristiche di settorialità, determinate dalla presenza di organismi dediti in misura considerevole e/o esclusiva ad azioni ed interventi rivolti a persone vittime della tratta e della prostituzione, nonché caratteristiche di territorialità definita, determinata dalla presenza di enti pubblici a valenza comunale ( Cagliari) e sovracomunali (ASL 8 e Provincia di Cagliari). Il partenariato di progetto ha mantenuto la composizione del prepartnariato con incremento del numero dei partecipanti a seguito di accorpamenti effettuati dalla RAS . Il partenariato è il risultato dell’aggregazione di : Pre-partenariato “Patto per il sociale – Tematico NON SI TRATTA e”Progetto Pilota Prostituzione” Il costituendo partenariato di progetto risulta essere composto da operazioni proposte, di cui presentate da Enti Pubblici e da Privati. 25/10
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Tabella 4 - Impegni specifici assunti dai singoli Soggetti del Partenariato di Progetto Priorità Attribuita all’Impegno Soggetto del Partenariato Impegno Specifico Specifico Realizzazione delle operazioni indicate nel progetto integrato e raccordo con le linee d’azione, i servizi, le risorse Comune Di Cagliari Indispensabile umane e strutturali indicati nel Plus della città di Cagliari, per quanto attiene il settore di riferimento del presente P.I. Disponibilità di spazi attrezzati per l’attività stabile del gruppo tecnico, del comitato di coordinamento e per le Comune Di Cagliari assemblee di partenariato al Indispensabile fine di costituire un ufficio stabile di programmazione, coordinamento, attuazione del P.I. Intervento specialistico nella presa in carico della persona, nella globalità e complessità Azienda Sanitaria n° 8 Indispensabile dei bisogni, della famiglia e dei contesti in relazione a tutte le operazioni previste nel patto Disponibilità di spazi attrezzati per l’attività stabile del gruppo tecnico, del comitato di coordinamento e per le Azienda Sanitaria n° 8 assemblee di partenariato al Indispensabile fine di costituire un ufficio stabile di programmazione, coordinamento, attuazione del P.I. Realizzazione e gestione del Promozione servizio di accoglienza “Casa di Indispensabile Soc.Coop.Sociale fuga” per donne vittime della tratta. Gestione e attuazione della attività indicate nel progetto in stretto coordinamento con i ACLI partner aderenti al patto. Indispensabile Saranno impegnate le risorse umane competenti e le risorse materiali (locali, attrezzature , 25/11
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA tecnologie ecc.)necessarie per il raggiungimento degli obiettivi specifici e per il conseguimento dei risultati. Mediazione culturale, ANOLF Importante consulenza, orientamento Lavoro di contatto e relazione Nuova Prospettiva in strada con i soggetti Indispensabile interessati attraverso l’uso di una unità mobile Lavoro di contatto e relazione in strada con i soggetti Associazione Larus indispensabile interessati attraverso l’uso di una unità mobile IAL - SARDEGNA Tabella 5 - Impegni collettivi assunti dai singoli Soggetti del Partenariato di Progetto Impegno Specifico Priorità Attribuita all’Impegno Specifico Tutti i partner si impegnano al buon funzionamento del partenariato di progetto. Indispensabile Attraverso la definizione di un accordo di cooperazione. Definizione e sottoscrizione di una carta di Importante principi Il Comune di Cagliari si impegna a gestire ed attuare in modo integrato le attività di competenza. Saranno impegnate e organizzate tutte le risorse umane disponibili e competenti Indispensabile nonché le risorse materiali, (locali, attrezzature, tecnologie,ecc) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto L’Azienda Sanitaria n° 8 si impegna a gestire ed attuare in modo integrato le attività di competenza. Saranno impegnate e organizzate tutte le risorse umane disponibili e competenti Indispensabile nonché le risorse materiali, (ambulatori, attrezzature, tecnologie,ecc) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto La Cooperativa Promozione Sociale si impegna a gestire ed attuare in modo integrato le attività di competenza per la realizzazione e gestione Indispensabile del servizio di accoglienza “Casa di fuga” per donne vittime della tratta. Saranno impegnate e 25/12
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA organizzate tutte le risorse umane disponibili e competenti nonché le risorse materiali, (locali, attrezzature, tecnologie,ecc) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto Le Acli si impegnano a gestire e attuare in modo integrato le attività di competenza Saranno impegnate e organizzate tutte le risorse umane disponibili e competenti, nonchè le risorse Indispensabile materiali (locali, attrezzature , tecnologie ecc.) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto. La Società Cooperativa Nuove Prospettive si impegna a gestire ed attuare in modo integrato le attività di competenza per la realizzazione e gestione del servizio di UNITA’ MOBILE. Saranno impegnate e organizzate tutte le risorse umane Indispensabile disponibili e competenti nonché le risorse materiali, (locali, attrezzature, tecnologie,ecc) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto L’Associazione Larus- onlus si impegna a gestire ed attuare in modo integrato le attività di competenza per la realizzazione e gestione del servizio di UNITA’ MOBILE. Saranno impegnate e organizzate tutte le risorse umane disponibili e Indispensabile competenti nonché le risorse materiali, (locali, attrezzature, tecnologie,ecc) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto L’ANOLF si impegna a gestire ed attuare in modo integrato le attività di competenza per la realizzazione e gestione del servizio di MEDIAZIONE CULTURALE, CONSULENZA ED ORIENTAMENTO. Saranno impegnate e organizzate tutte le risorse umane disponibili e Importante competenti nonché le risorse materiali, (locali, attrezzature, tecnologie,ecc) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto IAL- SARDEGNA si impegna a gestire ed Importante attuare in modo integrato le attività di competenza . Saranno impegnate e organizzate 25/13
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA tutte le risorse umane disponibili e competenti nonché le risorse materiali, (locali, attrezzature, tecnologie,ecc) in modo funzionale e sinergico sotto la guida del coordinamento di progetto 25/14
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA 4. QUADRO DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO INTEGRATO 4.1. Analisi di contesto A. Situazione attuale del contesto territoriale / tematico / settoriale del Progetto Integrato di Sviluppo Il fenomeno della tratta: la situazione in Italia In Italia, così come negli altri Paesi dell’Unione Europea, il fenomeno del traffico di esseri umani è aumentato considerevolmente negli ultimi anni. Le cause della tratta sono da ricercare nelle condizioni che caratterizzano i contesti dei Paesi di provenienza delle vittime, ossia la povertà, la disoccupazione, la carenza di educazione e il mancato accesso alle risorse. I dati ufficiali disponibili relativi all’immigrazione vedono la città di Cagliari quale destinazione principale per gli stranieri. In città il 54% degli stranieri censiti proviene dalla Cina popolare (18,4%), dalle Filippine (18,3%) e dal Senegal (17,3). Analizzando invece l’informazione per genere, l’immigrazione straniera è fortemente influenzata da diversi fattori quali la tipologia di lavoro svolta e la politica di ricongiungimenti familiari. Le donne cinesi, filippine, ucraine rappresentano il 57% dell’immigrazione straniera femminile, mentre il 64% dell’immigrazione straniera maschile proviene dal Senegal, dalla Cina popolare e dalle Filippine. In totale gli immigrati stranieri residenti e Cagliari al 31.12.2005 risultano essere complessivamente 2.975. Dai dati relativi ai permessi di soggiorno concessi nel 2004, si evince una prevalenza di permessi rilasciati per motivi di lavoro (61%) . L’altra motivazione per cui vengono rilasciati i permessi di soggiorno è quella familiare (32,5%) legata prevalentemente ai ricongiungimenti. Per quanto attiene il fenomeno criminale della tratta non esistono, attualmente, dati ufficiali sulle sue vittime nella città di Cagliari e nella sua area vasta. Il fenomeno della tratta-prostituzione nell’area della provincia di Cagliari ha, però, purtroppo assunto connotati e proporzioni preoccupanti soprattutto nell’ultimo decennio, ed ha contribuito negativamente all'abbassamento della soglia di coesione sociale. Il territorio è caratterizzato essenzialmente dalla presenza di giovani donne, per lo più di origine extracomunitaria, raggruppabili come segue: ·le nigeriane, unica nazionalità africana rilevata, numericamente superiori sul territorio; ·le albanesi, quasi tutte provenienti da Tirana e dal nord del paese. Le ragazze appartenenti ai gruppi descritti possono qualificarsi come soggetti deboli che sicollocano a margine della società e che sono oggetto costante di violenze, maltrattamenti e persecuzioni da parte di sfruttatori provenienti dal mondo della criminalità. I provvedimenti nazionali La legge 8 agosto 2003 n. 228, introduce moderni strumenti di contrasto a tale fenomeno ponendo il nostro Paese all’avanguardia in Europa alla lotta a questa forma di crimine. La gravità del fenomeno, le ripercussioni drammatiche che ha sulla vita delle vittime e la sua continua evoluzione hanno portato all’elaborazione di un testo che non si limita all’aspetto repressivo del problema, ma tiene in eguale considerazione anche quello preventivo e sociale. La legge anti – tratta riconosce un ruolo chiave alla prevenzione e proprio per questo attribuisce al Ministero degli Esteri il potere di definire le politiche di cooperazione nei confronti dei Paesi interessati da questi reati e di organizzare d’intesa con il Ministero per le Pari Opportunità, incontri internazionali e campagne d’informazione anche all’interno degli Stati di prevalente provenienza delle vittime del traffico di persone. Sempre nell’ambito della prevenzione spetta poi al Ministro dell’Interno, per le Pari Opportunità, della Giustizia e del Lavoro e delle Politiche Sociali provvedere ad organizzare, ove necessario, corsi di addestramento del personale, nonché ogni altra iniziativa utile (art. 14). 25/15
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Il provvedimento prevede la punibilità di chiunque eserciti su una persona poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà ovvero chiunque riduca o mantenga una persona in uno stato di soggezione continuativa al fine di costringerla a mendicare o a fornire prestazioni di tipo lavorativo o sessuale, o che comunque ne comportino lo sfruttamento. Sino all’entrata in vigore di questa legge le forze dell’ordine e la magistratura incontravano notevoli difficoltà nel rintracciare, all’interno del codice penale, fattispecie di reato che potessero coprire queste forme delittuose così come si sono evolute. Lo stesso codice prevedeva il reato di riduzione in schiavitù, ma la descrizione della fattispecie criminosa risaliva al 1930 (Codice Rocco) ed era anacronistica, dunque, inapplicabile. L’introduzione di una definizione precisa del reato di riduzione in servitù e la attualizzazione di quello di riduzione in schiavitù e traffico di persone, rappresentano, quindi, un punto di partenza fondamentale nell’identificazione di questo crimine e nella sua adeguata punibilità. Questi reati sono puniti con la reclusione da 8 a 20 anni, pena che può essere aumentata da un terzo alla metà se il fatto viene commesso in danno di un minore o è finalizzato al mercato della prostituzione o del prelievo di organi. Un aumento delle pene è previsto, inoltre, nei casi in cui questi reati vengono commessi avvalendosi di una associazione criminale. Un altro degli aspetti importanti della legge è rappresentato dall’attenzione posta al recupero delle vittime di questa forma di sfruttamento. Si tratta quasi sempre di extracomunitari, prevalentemente donne e minori, introdotti in Italia con la forza o con l’inganno e sottoposti ad inaudite violenze i cui effetti sono difficilmente cancellabili. Per assistere, proteggere e reinserire socialmente le vittime della tratta la legge ha istituito un apposito Fondo presso la Presidenza del Consiglio con il quale finanziare programmi ad hoc. Al Fondo sono destinate le somme previste dall’art.18 del Testo Unico sull’Immigrazione, nonché quelle derivanti dalla confisca di beni e patrimoni appartenenti alle persone condannate per i delitti di riduzione in schiavitù, servitù o traffico. Il testo prevede inoltre un altro programma specifico destinato al primissimo intervento che garantisce, in via transitoria, vitto, alloggio e cure sanitarie ed è finanziato con uno stanziamento separato. Protezione e assistenza alle vittime della tratta In attuazione delle raccomandazioni emerse in sede europea e delle sollecitazioni delle associazioni maggiormente attive nel settore, il Governo italiano ha, con l’introduzione della disciplina di cui all’art. 18 D.lgs. n. 286/98 (Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) e del suo Regolamento attuativo (D.P.R. 31.8.99 N. 394), risposto con prontezza ed in modo efficiente al crescente allarme costituito dal traffico di persone. L’articolo 18 del T.U. delle disposizioni concernenti la disciplina sull’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (decreto legislativo n. 286/98) prevede il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale al fine di “consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza ed ai condizionamenti dell’organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale” (art. 18, comma 1). La caratteristica più rilevante di tale tipo di permesso risiede nella precisa volontà del Legislatore di aiutare la vittima del traffico di esseri umani. In questa prospettiva concede alla vittima la possibilità di recidere il vincolo che la lega al proprio persecutore e le permette al tempo stesso di intraprendere un percorso di inserimento che può essere duraturo e definitivo. L’articolo 18 è stato unanimemente riconosciuto, sia in sede nazionale che internazionale, come una efficace normativa di contrasto del fenomeno legato al traffico di esseri umani. Più in dettaglio la misura introduce un forte elemento innovativo attraverso un doppio percorso, quello giudiziario e quello sociale, senza che uno influenzi l’altro. Infatti, il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale non è in alcun modo subordinato all’obbligo di denuncia da parte della vittima, consentendo quindi, la possibilità di un recupero sociale e psicologico che porti successivamente a un clima di fiducia fondamentale per la successiva (eventuale) collaborazione giudiziaria. La proposta di rilascio del permesso di soggiorno può essere effettuata oltre che “dal procuratore della Repubblica, nei casi in cui sia iniziato un procedimento” anche “dai servizi sociali degli enti locali o delle associazioni, enti ed altri organismi” titolari dei progetti di protezione sociale. Successivamente il questore provvede al rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il permesso di soggiorno per protezione sociale ha la durata di sei mesi e può essere rinnovato per un anno. Nel Regolamento di attuazione (D.P.R. 31.8.99, n. 394) è previsto, tra l'altro, all’art. 25 (Programmi di assistenza ed integrazione sociale): "I programmi di assistenza ed integrazione sociale di cui all'art. 18 del testo unico, realizzati a cura degli enti locali o dei soggetti privati 25/16
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA convenzionati, sono finanziati dallo Stato nella misura del 70%, a valere sulle risorse assegnate al Dipartimento per le pari opportunità, ai sensi dell'art. 58, comma 2, e dall'ente locale, nella misura del 30%, a valere sulle risorse relative all'assistenza." (comma 1); "Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunità, è istituita la Commissione interministeriale per l'attuazione dell'art. 18 del testo unico, composta dai rappresentanti dei Ministri per le pari opportunità, per la solidarietà sociale (attuale Ministero del lavoro e delle politiche sociali), dell'interno, e di grazia e giustizia (attuale Ministero di giustizia)". Il D.M. 23.11.1999, nel fissare i criteri e le modalità di selezione dei programmi di assistenza ed integrazione sociale, individua due tipologie di programmi finanziabili:i programmi di protezione sociale, finalizzati ad assicurare un percorso di assistenza e protezione alle vittime della tratta; le azioni di sistema dirette a supportare tali programmi attraverso campagne di sensibilizzazione, indagini e ricerche sull’andamento del fenomeno, attività formative per gli operatori pubblici e privati impegnati nei programmi di protezione sociale, attività di assistenza tecnica e monitoraggio dei progetti B. Risorse materiali e immateriali di riferimento per il Progetto Integrato di Sviluppo Il Progetto Integrato di Sviluppo si propone di valorizzare le risorse materiali e immateriali cui il Patto "Vittime della tratta e della prostituzione” fa riferimento, potenziando indirettamente anche le risorse istituzionali e comunitarie non direttamente coinvolte nel Progetto Integrato. Le criticità delle azioni rivolte alle persone vittime della tratta in sintesi si possono ricondurre ad una insufficiente e spesso poco qualificata offerta di servizi destinati all’accoglienza, protezione, cura e reinserimento sociale delle vittime in sfruttamento sessuale. I servizi territoriali risultano inadeguati ai bisogni, non collegati in modo sinergico con le altre agenzie sociali e con debole capacità di valorizzare le risorse nel territorio. Si riportano sinteticamente gli elementi essenziali relativi alle risorse materiali (risorse ambientali, e culturali, infrastruturali, aziendali, etc.) immateriali (capitale umano, competenze specifiche, etc.). Comune di Cagliari Assessorato delle Politiche Sociali, cui fanno capo la programmazione, la progettazione e la realizzazione dei servizi. I servizi erogati sono inquadrabili nelle tipologie "domiciliari", "intermedi", "residenziali" e "trasferimento di denaro". La struttura dell'Assessorato, rispetto alle risorse umane disponibili è costituita da: Dirigente 1 Funzionario in P.O. 3 Funzionario 2 amministrativo Assistente Sociale Resp. 11 Servizio area Assistente Sociale Resp. 6 Territoriale Assistente Sociale 30 Collaboratore 14 amministrativo Vigilatore d’infanzia 4 Esecutore 58 socioassistenziale Operatore tecnico 36 Psicologo 4 Pedagogista (in 3 convenzione) 25/17
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Il Comune si è dotato di un CESIL con il relativo personale (in convenzione) Responsabile 1 Operatore di sportello 2 L’offerta di servizi a regia comunale è comprensiva di strutture socio-assistenziali così riassumibili: N° 5 asili nido, n°1 centro polivalente per bambini e famiglia, n° 4 comunità alloggio, n° 7 centri di aggregazione polivanti, n°1 ludoteca, n° 1 casa di riposo”Vittorio Emanuele” ( 4 comunità alloggio,2 case protette), n° 3 centri di aggregazione polivalenti, ex casa delle madri( ristrutttuazione richiesta su fondi POR 2000-2006 mis.5.2 per azioni a favore di disabili), n° 1 centro per l’autonomia, ex scuola Santa Maria Goletti (ristrutturazione richiesta con fondi POR 2000-2006 mis. 5.2 per l’attuazione del progetto integrato salute mentale), n°1 centro per la solidarietà “Giovanni Paolo II” ( al cui interno sono garantiti servizi di accoglienza residenziale ), n°1 casa Albergo, n°1 campo sosta per Rom, n°1 centro di pronta accoglienza. Tutta l'attività dell'Assessorato delle Politiche Sociali si fonda e realizza, oltre che sulle risorse umane e strutturali di cui si compone, anche dell'apporto e della relazione collaborativa con 16 Cooperative Sociali e circa 50 Associazioni di Volontariato con sede in città, nonché con le Istituzioni pubbliche operanti a livello locale. L'Azienda Sanitaria Locale n. 8 di Cagliari. L’Azienda Unità Sanitaria Locale n. 8 di Cagliari è stata costituita, a seguito dell’entrata in vigore della L.R. n. 5/95, nel 1996 dalla fusione delle ex USL n. 20, n. 21, n. 22 e parte della USL n. 18. La missione della ASL 8 di Cagliari ha come scopo la promozione e la tutela della salute, sia individuale che collettiva, della popolazione residente e comunque presente a qualsiasi titolo nel proprio ambito territoriale. L’Azienda concorre, inoltre, alla realizzazione della più vasta missione del Servizio Sanitario della Regione Sardegna, anche integrando i servizi sociali e socio-assistenziali degli enti locali di pertinenza per quanto espressamente previsto o delegato. La tutela della salute è concepita anche come processo di promozione della salute che aiuti la persona ad arricchire le proprie competenze per effettuare scelte più consapevoli e autodeterminate. Il processo di immigrazione legale e illegale che ha interessato negli ultimi anni l’Italia e la regione Sardegna e ha visto come protagoniste anche le donne ha reso necessario un adeguamento dei servizi sanitari e sociosanitari quali ospedali, consultori familiari e altri servizi territoriali ai nuovi bisogni di salute. In tali servizi gli operatori coinvolti sono: ginecologi, psichiatri, psicologi, ostetriche, assistenti sociali. L’ASL 8 ha instaurato rapporti di cooperazione e paternariato per diverse are d’intervento quali: Area Inserimento lavorativo di disabili e sofferenti mentali, Area Minori, Area ”Donna”, Area Salute Mentale I servizi erogati per l’area in oggetto sono: MMG 6 CONSULTORIO 6 POLIAMBULATORIO 1 Le risorse umane impegnate nel Dipartimento ammontano a 294 unità così suddivise: Direttore DSM 1 Direttore CSM 5 Medici dirigenti struttura semplice 17 Medici dirigenti 38 Psicologo dirigente struttura semplice 1 Psicologo dirigente 16 Collab.re prof.le Assistente sociale coord. 1 Collab.re prof.le Assistente sociale 17 Collab.re prof.le san. Esperto infermiere 1 Collab.re prof.le san. Infermiere coord. 5 Collab.re prof.le san. Infermiere 119 Collab.re prof.le san Educatore prof.le 10 Opera.re prof.le II^ cat. Infermiere generico 2 25/18
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Ausiliario spec.socio economale 3 Ausiliario spec.socio assistenziale 15 Operatore Sociosanitario 14 Operatore tecnico addetto assistenza 16 Collab.re amministrativo 3 Assistente amministrativo 4 Coadiutori Amministrativi 2 Commesso 1 ANOLF. L’A.N.O.L.F. ( Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere ) da anni lavora attivamente in favore dei cittadini extracomunitari sia a livello Nazionale che in ambito Regionale. È presente a Cagliari dal 1995 e da allora si impegna per ottenere innovazioni legislative e interventi istituzionali adeguati ad una società civile per una partecipazione piena degli immigrati allo sviluppo e al progresso della nostra società. Finalità e scopi dell’Associazione consistono nell’orientare la crescita dell’amicizia e della fratellanza tra i popoli nello spirito della Costituzione italiana. L’ANOLF di Cagliari conta diverse centinaia di associati provenienti da vari Paesi. LANOLF ha attivato sportello polifunzionale in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Cagliari finalizzato a fornire servizi di consulenza generale e nel contempo a fungere da osservatorio sullo stato dei bisogni del cittadino straniero. ACLI. Le ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) fondano sul messaggio evangelico e sull’insegnamento della Chiesa la propria azione per la promozione dei lavoratori, e operano per una società in cui sia assicurato, secondo democrazia e giustizia, lo sviluppo integrale di ogni persona. Le ACLI sono presenti in tutte le province d’Italia, con Circoli, uffici zonali e di segretariato sociale sul territorio. L’organizzazione periferica cagliaritana è articolata in una struttura centrale (la Sede Provinciale) ed un sistema di 80 circoli dislocati sul territorio che complessivamente contano 6000 associati. Le ACLI sono al servizio dei lavoratori e dei cittadini, attraverso i circoli presenti nel territorio, il Patronato ACLI, il CAF, le ACLI Colf, il Settore Immigrazione, il Settori giovani e donne per attività di carattere ricreativo e socio-cultural. Le Acli da anni intrattengono rapporti con istituzioni locali come Comuni, Province e Regioni, con cooperative sociali, con enti di formazione sociale come Enaip e con centri assistenziali come la Caritas. La struttura organizzativa comprende: Un consiglio direttivo delle Acli provinciali è composto da 10 persone (2 avvocati, 1 pedagogista,1 esperto di progettazione, 1 ingegnere, 1 esperto di organizzazione, 2 economisti, 2 esperti in politiche sociali). I collaboratori della struttura sono: 4 mediatori culturali con esperienza pluriennale nei progetti e programmi di protezione sociale, finalizzati ad assicurare un percorso di assistenza e protezione alle vittime della tratta. Per conto del Comune di Cagliari da oltre 10 anni il settore immigrazione si occupa di prima assistenza, consulenza, accompagnamento. nell’ambito dell’area stranieri, gestisce a tutt’oggi, interventi per il Comune di Cagliari. Attualmente la Sede Provinciale dispone a Cagliari di 3 uffici attrezzati e funzionali per la gestione dei servizi indicati. PROMOZIONE SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE. La cooperativa Promozione società cooperativa sociale si costituisce come società nel marzo 1999 e diviene pienamente operativa a gennaio 2000, quando assume in gestione, per conto dell’amministrazione comunale di Gonnesa (CA), il “Progetto di prevenzione globale diretto alla famiglia, alla scuola, ai giovani”, sulla base di un finanziamento annuale della legge 309/90. Dal 2000 ad oggi si è occupata di vari progetti quali: “Comunità di Pronta Accoglienza per minori in difficoltà”, servizio che fa capo all’Amm. Com. di Cagliari, S.E.T e prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti (Elmas, Sestu e Settimo S. Pietro). Per conto del Comune di Cagliari, nell’ambito dell’area stranieri, gestisce a tutt’oggi, interventi per la “Promozione dei diritti dei bambini Rom” (Legge 285/1997), il servizio di supporto educativo 25/19
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA scolastico a favore dei minori rom frequentanti le scuole di Via Meilogu e via Redipuglia e il servizio di emergenza e pronto intervento a favore di minori stranieri non accompagnati. Aderisce a due consorzi di cooperative: il Consorzio Nazionale Idee in Rete S.C.S., ed il Consorzio I.C.S. aderenti a Confcooperative, che operano in vari settori quali: formazione e ricerca, inserimento lavorativo, Immigrazione, disabilità, servizi socio sanitari, assistenziali ed educativi, turismo sociale, servizi di formazione ed accoglienza, ambiente, promozione e creazione d’impresa sociale. La Promozione società cooperativa sociale rispetto alle risorse umane disponibili è costituita da: Amministratore unico – Dirigente 1 Consulente del lavoro 1 Commercialista 1 Educatori Professionali 10 Ausiliario socio assistenziale 1 Tecnico dei servizi sociali 2 Psicologo 1 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAGLIARI. Attualmente l’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Cagliari presenta una organizzazione finalizzata sia all’assolvimento della domanda assistenziale proveniente dalle categorie rientranti nella tradizionale competenza dell’Ente, sia allo svolgimento di diverse attività di promozione di sistemi di rete con gli enti locali presenti nel proprio territorio, in attuazione del ruolo di ente intermedio che viene attribuito alla Provincia dal vigente Testo Unico delle leggi sull’Orientamento degli Enti Locali 18.08.2000 n. 267. Servizi erogati: Servizio Minori , Servizio Minorati sensoriali , Servizio Nidi, Osservatorio alle Politiche Sociali, Il Centro Handicap, Progetto Rete. Per quanto concerne le risorse umane coinvolte nella progettazione ed attuazione dei servizi sono così costituite: DIPENDENTI IN CONVENZIONE 1 Dirigente 1 Consulente di Progettazione e Ricerca 1 Funzionario Amministrativo in P.O 2 Psicologhe interinali di ricerca sociale 1 Funzionario Amministrativo 1 Psicologa interinale problematiche donne 1 Funzionario Psicologo in P.O. 1 Psicologa Collaborazione Coordinata 2 Assistenti Sociali in P.O. 3 Assistenti Sociali in Collab. Coordinata 3 Istruttori Direttivi Pedagogisti 1 Collaboratore Amministrativo interinale 1 Istruttore Direttivo Psicologo 2 Esecutori d’infanzia L.S.U. 1 Istruttore Direttivo Assistente Sociale 3 Istruttori Amministrativi Contabili 7 Collaboratori Amministrativi 2 Istruttori Vigilatrici d’Infanzia 30 Collaboratori d’Infanzia 4 Esecutori d’Infanzia 6 Esecutori servizi generali NUOVA PROSPETTIVA. “Nuova prospettiva” è sorta il 14 luglio 2003, ed è quindi una realtà particolarmente giovane ma che nasce con soci con esperienza ormai ventennale nell’ambito delle attività educative rivolte in particolare a minori devianti. Infatti tutti i soci provengono da esperienze lavorative presso imprese sociali operanti nell’ambito della devianza giovanile in stretta collaborazione con il Tribunale per i Minorenni ed il Centro per la Giustizia Minorile. Nuova prospettiva attualmente è impegnata nel “P.O.N. - Programma Operativo Nazionale Sicurezza e Sviluppo del Mezzogiorno” annualità 2000 – 2006 (Ministero degli Interni), nel Progetto Nuove Officine Iniziativa Comunitaria Equal. La cooperativa aderisce al: C. N. C. A. - Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza che raccoglie più di 220 realtà impegnate nei diversi ambiti sociali su tutto il territorio nazionale ed è socia del Consorzio Nazionale per l’Innovazione Sociale “NOVA” Onlus. NOVA nasce nel 1998 con sede legale a Trani (BA) e ha sedi a Roma, Milano, Firenze, Martinsicuro (AP), Crotone, Milazzo, Cagliari. In particolare la base associativa di Nova rappresenta alcune tra le realtà del sociale che hanno 25/20
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA orientato la propria azione e messo in atto pratiche ispirate alla Riduzione del Danno. Tra le attività svolte dal consorzio in collaborazione anche con la cooperativa Nuova Prospettiva vi sono numerose azioni e iniziative definibili di “frontiera”, oltre ai progetti già citati si segnalano: Progetto F.O.R.C.E. "Formazione Congiunta per l'Educazione alla Legalità" - Organizzazione capofila del progetto “Intervento integrato in favore delle donne nigeriane coinvolte nella prostituzione di strada nell’area di Castel Voltrurno”, finanziato dalla Regione Campania – Settore Osservatorio del Mercato del Lavoro e dell’Occupazione. Organizzazione di un Convegno Internazionale dal titolo “La tratta delle donne Nigeriane”, finanziato dalla Regione Campania – Settore Osservatorio del Mercato del Lavoro e dell’Occupazione. Come espresso nel punto precedente la Cooperativa Nuova Prospettiva fa parte del CNCA . “Nuova prospettiva” è oggi composta da 4 soci e stipula collaborazioni specifiche con Educatori di Strada, Psicologi, Educatori professionali, Medici, Pedagogisti, Avvocati. Aderendo al consorzio NOVA è in grado di avvalersi della collaborazione di soggetti con esperienza nell’ambito della lotta alla tratta e alla prostituzione di tipo nazionale e internazionale. Dispone di una sede operativa e di figure professionali per ruoli di coordinamento e amministrativi ASSOCIAZIONE LARUS O.n.l.u.s. “Associazione LARUS O.n.l.u.s.” è un’organizzazione che non ha finalità di lucro, che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale e svolge la propria attività nell’ambito dell’assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria, tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, istruzione, formazione, sport dilettantistico. In particolare, l’Associazione promuove e gestisce l’aggregazione sociale di fasce socialmente più bisognose, attraverso la realizzazione di: seminari per la formazione di operatori che lavorano nel sociale, incontri studio, seminari culturali e di socializzazione (natura, ecologia, archeologia, storia della musica sarda, ecc.), interventi tesi a promuovere la conoscenza di realtà culturali diverse. L’Associazione Larus opera in collaborazione con l’Associazione Darwin, con la Soc. Coop soc. onlus “Nuova prospettiva” e con la Soc. Coop. Kerberos L’Associazione Larus è composta da sei soci con professionalità diversa tra cui Biologi, Infermieri Professionali, Psicologi, Amministrativi. IAL- CISL SARDEGNA Lo IAL , Istituto Addestramento Lavoratori, in Sardegna ha iniziato la propria attività come associazione non-profit in maniera stabile nel 1975, con il centro di Formazione Professionale di Alghero in Provincia di Sassari. Il settore di intervento prescelto, poi consolidato nel tempo,è stato quello turistico-alberghiero, con attività formative di primo livello rivolte a giovani disoccupati. Dal 1980 la medesima attività è stata realizzata anche nel centro Oristano, capoluogo della provincia omonima. Dal 1984 lo IAL – Sardegna ha orientato la propria strategia di intervento nel senso di una diversificazione di settori, estendendo la propria presenza alla Provincia di Cagliari con il centro di Quartu Sant’Elena, rafforzando successivamente quella nella Provincia di Sassari con i centri di OZieri e di Sassari e ponendo le basi per una azione concreta e stabile nella Provincia di Nuoro. Si dalla seconda metà degli anni ’90 si è andato definendo un concreto intervento, sempre più pervasivo e mirato, dell’informatica applicata e, trasversalmente in tutti i settori, di monografie di orientamento\alfabetizzazione; di fatto lo IAL ha individuato la strategicità dell’Information technology predisponendo iniziative di disseminazione di una delle competenze di base più rilevanti nell’attuale Società dell’informazione. Allo scopo si è dotato di un sistema informativo interno, strutturato a rete, per la gestione delle variabili amministrative e per la relazionalità fra settori, sedi formative e funzioni operative; attualmente l’istituto è predisposto per il lavoro in rete, per i collegamenti fra soggetti e funzioni, come la progettazione e la gestione, e per la condivisione di consoscenze e know how.lo IAL Sardegna è in possesso dell’accreditamento della Regione Autonoma della Sardegna Assessorato del Lavoro e Formazione Professionale per le microtipologie: A-B C – UTENZE SPECIALI nelle diverse sedi formative dislocate sul territorio regionale.L’agenzia é, altresì, in possesso della certificazione di qualità UNI EN ISO 9001: 2000 rilasciata da Certi quality nel 2003. Negli ultimi anni lo IAL Sardegna ha maturato una forte esperienza nella formazione nel settore dell’assistenza socio-sanitaria e\o socio-assistenziale divenendo tra l’altro PROVIDE ECM accreditato nell’ambito del progetto “integrazione e comunicazione nell’area della riabilitazione integrata, salute mentale e tossicodipendenze” in riferimento al programma POR Sardegna Asse 3 mis .5.3 25/21
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA C. Analisi in ottica di genere del Progetto Integrato di Sviluppo. I principi ispiratori che stanno alla base del presente Progetto Integrato promuovono pari opportunità fra uomini e donne nell’ambito delle tre variabili sociali che compongono il Progetto Individuale Integrato: la casa, il lavoro, la socialità nella prospettiva del benessere psico-sociale dei cittadini. Per tutte queste variabili, il Progetto Integrato, prevede attraverso le varie operazioni, soluzioni articolate e diversificate in modo da consentire l’effettiva realizzazione di pari opportunità. Il Progetto pone particolare attenzione ai problemi delle donne, in quanto spesso non titolari di diritti riconosciuti e quindi con maggiore difficoltà ad emanciparsi da situazioni di maltrattamenti, sfruttamento sessuale,violenza di genere. I dati raccolti in questi anni dalle forze dell’ordine forniscono una mappatura sufficientemente precisa di quelli che sono i Paesi da cui, con maggior frequenza, provengono le vittime. Quasi sempre a cadere nella rete dei trafficanti sono persone (prevalentemente donne) convinte di giungere in Italia per lavorare o minori venduti da famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà. La legge anti-tratta riconosce un ruolo chiave alla prevenzione, e proprio per questo, attribuisce al Ministro degli Esteri il potere di definire le politiche di cooperazione nei confronti dei Paesi interessati da questi reati e organizzare d’intesa con il Ministro per le Pari Opportunità, incontri internazionali e campagne di informazione anche all’interno degli Stati di prevalente provenienza delle vittime del traffico di persone. Paesi di origine. Sono tra 50mila e 70mila le prostitute in Italia, secondo quanto rivela una delle ultime indagini conoscitive. Di queste, circa 25 mila sarebbero immigrate e 2 mila minorenni; oltre 2 mila il numero delle donne ridotte in schiavitu' e poi costrette a prostituirsi. Il 65% delle prostitute, pari a circa 30 mila donne, lavora in strada, il 29,1% in albergo. Le altre ricevono i clienti in 'case' d'appuntamenti. Il 94,2% delle prostitute sono donne, il 5% sono transessuali, lo 0,8% sono travestiti. Il 59% delle prostitute straniere arriva dalla Nigeria, il 14,1% dall'Albania, il 10% dalla ex Jugoslavia, l'8,1% dal Sud America il 3,6% dal Nord Africa. Allarmanti i dati che riguardano l'uso del profilattico: a fronte di un 12% di prostitute sieropositive, sono l'80% i clienti che chiedono espressamente di avere rapporti senza preservativo. Vengono accontentati, pero', solo il 43% delle volte. I clienti sono circa 9 milioni, di cui il 4% ha meno di 18 anni, mentre il 21,4 % ha tra i 19 e i 25 anni. Il 16% della clientela e' composta da militari, mentre gli altri sono prevalentemente impiegati, professionisti e commercianti. In una settimana sono 30, in media, i clienti per ogni prostituta. Circa 15 euro e' la tariffa chiesta dalle nigeriane per dieci minuti in macchina; per le stesse prestazioni le albanesi chiedono 25 euro e i viados 100. Senza il profilattico la tariffa raddoppia. Il fatturato annuo della prostituzione si aggira dai 16 ai 26 miliardi di euro. Secondo quanto rivela una ricerca sulla prostituzione minorile, condotta nelle zone costiere di Marche ed Emilia Romagna e nelle province di Milano, Venezia, Roma, Napoli, Bari e Palermo, e presentata a Firenze nel mese di giugno, si abbassa l'eta' dell'avviamento alla prostituzione minorile che inizia intorno ai 7 anni. Lo sfruttamento sessuale per i minori italiani avviene prevalentemente in casa, mentre i ragazzini stranieri, sia maschi che femmine, sono costretti a prostituirsi in strada o in appositi locali; si affaccia, inoltre, il fenomeno dei minori che si prostituiscono occasionalmente per concedersi piccoli lussi, dal telefonino di grido all'abito firmato. Per quanto riguarda la prostituzione minorile di extracomunitari, al primo posto per numero ci sarebbero gli albanesi, seguiti da nigeriani, sudamericani e ragazzi dei paesi dell'Europa dell'Est. Ma inizia anche ad emergere il giro di babyprostitute cinesi, costrette a ''lavorare'' in case chiuse gestite da connazionali e con clientela prevalentemente cinese. 25/22
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Il fenomeno della tratta di donne e minori a scopo di sfruttamento sessuale ha registrato negli ultimi anni un forte incremento. E' in particolare cresciuto il coinvolgimento delle organizzazioni criminali nello sfruttamento degli spostamenti migratori delle popolazioni provenienti da paesi più poveri. E' stato denunciato ieri a Torino in un incontro dell' Unicri al quale ha partecipato anche il procuratore dell' antimafia, Pier Luigi Vigna. L' Italia - ha spiegato l'Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia - è fortemente interessata dal fenomeno. Tra le immigrate avviate alla prostituzione, stimate dall' Eurispes in 20.000 unità circa, emerge una cospicua presenza immigrate di origine nigeriana e albanese, cui negli ultimi tempi si sono aggiunte donne provenienti dalla Romania, Moldavia, Ucraina e Bulgaria. Si stima che circa il 60% delle ragazze immigrate che lavorano sul mercato di strada sia di nazionalità nigeriana. Secondo alcune stime, in Italia le vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale raggiungerebbero il 10% del totale delle donne immigrate dedite alla prostituzione. Tuttavia, un numero molto elevato è riuscito ad affrancarsi, anche attraverso i programmi di protezione. Dal 1998 al 2002, a seguito dell' approvazione dell' articolo 18 del Testo unico sull' immigrazione, sono state circa 1.500 le persone, in maggioranza donne, ammesse ai programmi di protezione e, secondo le stime rese note dalla Direzione Nazionale Antimafia, sarebbero più di 2.700 i procedimenti penali in corso. I dati ufficiali disponibili relativi all’immigrazione vedono la città di Cagliari quale destinazione principale per gli stranieri. In città il 54% degli stranieri censiti proviene dalla Cina popolare (18,4%), dalle Filippine (18,3%) e dal Senegal (17,3). Analizzando invece l’informazione per genere, l’immigrazione straniera è fortemente influenzata da diversi fattori quali la tipologia di lavoro svolta e la politica di ricongiungimenti familiari. Le donne cinesi, filippine, ucraine rappresentano il 57% dell’immigrazione straniera femminile, mentre il 64% dell’immigrazione straniera maschile proviene dal Senegal, dalla Cina popolare e dalle Filippine. In totale gli immigrati stranieri residenti e Cagliari al 31.12.2005 risultano essere complessivamente 2.975. Dai dati relativi ai permessi di soggiorno concessi nel 2004, si evince una prevalenza di permessi rilasciati per motivi di lavoro (61%) . L’altra motivazione per cui vengono rilasciati i permessi di soggiorno è quella familiare (32,5%) legata prevalentemente ai ricongiungimenti. D. Analisi della sostenibilità ambientale del Progetto Integrato di Sviluppo Le iniziative previste dal presente patto, migliorano la qualità della vita nei quartierie periferici e marginali investiti dal fenomeno, data la presenza di strutture e servizi pubblici e privati con personale qualificato E. Progetti in atto correlati con il Progetto Integrato di Sviluppo I Il progetto integrato si inserisce nell’ambito della programmazione socio-sanitaria definita mediante lo strumento del PLUS della Città di Cagliari . Il settore dell’immigrazione (in particolare delle donne e della vittime della tratta e prostituzione),è emerso come prioritario per la programmazione socio- sanitaria all’interno del PLUS medesimo, per l’attuazione delle politiche di sviluppo individuate, il presente progetto è stato considerato strategico. Nell’ambito delle finalità che il presente Progetto Integrato di Sviluppo intende realizzare, si evidenziano alcune iniziative promosse da alcuni soggetti del partenariato che rientrano nella tematica - Centro Servizi per l’inserimento Lavorativo dei Soggetti Svantaggiati ORIENTA-LAVORO CAGLIARI POR Sardegna 2000/2006 Misura 3.4 Fondo Sociale Europeo promosso dal Comune di Cagliari; - Mediazione culturale nelle sede circoscrizionali di servizio sociale professionale Fondi comunali; 25/23
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA - Casa Protetta L. 285/97; - Casa di Accoglienza art. 18 ( Privata) finanziamento ministero; - Pronta accoglienza (Privata) finanziamento…..; - Centro di Pronta Accoglienza Comunale fondi comunali; - Ambulatorio medico autorizzato Azienda USL 8 finanziamento ….; F. Soggetti coinvolti nella definizione e attuazione del Progetto Integrato di Sviluppo Soggetti ai quali il patto si rivolge. Il progetto si rivolge alla popolazione immigrata, alle donne vittime della tratta, alle persone coinvolte nei circuiti prostitutivi, alla popolazione in generale. Soggetti promotori e attuatori del patto. COMUNE DI CAGLIARI Il Comune di Cagliari partecipa alla progettazione integrata con una pluralità di intenzioni e motivazioni: 1. Realizzare dialettiche di concertazione nell’ ottica della costituzione di una rete, capace di operare in modo integrato, , nel superamento delle cause di marginalità sociale delle persone immigrate, attraverso la valorizzazione di tutte risorse delle comunità locali, ; 2. Costruire una rete stabile ,che condivida, obiettivi, metodologie e strumenti in grado di rispondere meglio ai bisogni delle persone immigrate, ed in particolar modo delle vittime della tratta. 3. realizzare percorsi di normalità per le donne vittime dello sfruttamento sessuale, tramite l’attuazione di progetti personalizzati che mirano a rendere responsabili ciascun elemento della rete nel proprio ruolo; 4. realizzare interventi d’inclusione sociale delle donne trafficate attraverso percorsi di ascolto, accoglienza , protezione e inserimento sociale e lavorativo.. 5. Costruire percorsi condivisi permanenti per l’individuazione di strumenti di valutazione che consentano il monitoraggio degli interventi attivati 6. rafforzamento di esperienze di buone prassi per far crescere l’efficacia dell’azione istituzionale e sociale contro la tratta, e i pregiudizi verso la popolazione immigrata. I RISULTATI ATTESI SONO: 1. realizzazione di logiche d’integrazione, cooperazione interistituzionale e con il terzo settore; 2. realizzazione di una consulta per le problematiche dell’immigrazione; 3. Miglioramento della qualità della vita delle popolazione immigrata e possibilità di inclusione sociale, inserimento lavorativo a favore delle donne straniere a grave rischio di emarginazione ed in particolare delle donne trafficate. 4. Rafforzamento dell’offerta di servizi e di percorsi che accompagnino verso l’inclusione sociale le donne trafficate; 5. miglioramento delle competenze professionali e della capacità soggettiva di accoglienza degli operatori e costruzione di strumenti efficaci e condivisi nei servizi e nelle agenzie coinvolte; 6. necessità di un lavoro che modifichi la cultura dominante dello sfruttamento a tutti i livelli Il ruolo previsto nella realizzazione del Progetto Integrato di Sviluppo è quello attribuito dai compiti istituzionali 25/24
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