ACCORDO DI PROGRAMMA SULL'INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA. AREE "DIPENDENZE/ESCLUSIONE SOCIALE" - "SALUTE MENTALE"
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ACCORDO DI PROGRAMMA SULL’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA. AREE “DIPENDENZE/ESCLUSIONE SOCIALE” – “SALUTE MENTALE” (PIANO DI ZONA PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE 2009-2012). TRA I legali rappresentanti dei Comuni di Albinea, Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo, Reggio nell’Emilia, dell’Unione Terra di Mezzo (Comuni di Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra, Castelnovo di Sotto), dell’Azienda USL Distretto di Reggio Emilia e dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova PREMESSO CHE − l’art. 7 L.R. 12.5.94 n. 19, così come sostituito dall’art. 57 comma 1 della L.R. n. 2 del 12 marzo 2003, prevede che i Comuni e le Aziende sanitarie stabiliscano accordi, ai sensi dell’art. 34 del Testo Unico delle Leggi sull’ordinamento degli Enti locali di cui al D. Lgs n. 267 del 18 agosto 2000, per individuare i modelli organizzativi ed i relativi rapporti finanziari, fondati sull’integrazione organizzativa e professionale delle rispettive competenze, al fine di provvedere all’integrazione delle funzioni socio-assistenziali e sanitarie; − l’articolo 10 “Integrazione socio-sanitaria” della sopracitata LR n. 2/2003, prevede che le prestazioni socio-sanitarie si distinguono in “prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali” e “prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni” (comma 2), che il Consiglio regionale individua, con proprie direttive, le prestazioni da ricondurre alle suddette tipologie determinando altresì i criteri di finanziamento, (comma 3) e che i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuino, nell’ambito degli accordi di integrazione socio- sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull’integrazione professionale delle rispettive competenze ed i relativi rapporti finanziari, in coerenza con le direttive di cui al comma 3 (comma 4); − la Deliberazione dell’Assemblea Legislativa 22 maggio 2008 n. 175 “Piano Sociale e Sanitario 2008 – 2010” riconosce un ruolo di primo piano agli Enti Locali in termini di definizione della politica di salute e di benessere e conseguentemente in termini di impegno e responsabilità nel raggiungimento degli obiettivi selezionati come prioritari per la popolazione del territorio di riferimento e indica, tra gli obiettivi da perseguire: • il superamento della programmazione settoriale a favore di un approccio di intervento caratterizzato da una forte integrazione non solo tra competenze sociali e sanitarie, ma anche con tutte le aree che concorrono al benessere e alla salute della comunità; • il rafforzamento di un sistema di welfare che valorizzi il diritto dei cittadini all’accesso e alla personalizzazione degli interventi, nonché alla partecipazione attiva ai progetti di vita e di cura; • l’implementazione del processo di coinvolgimento di tutti i soggetti, nel rispetto delle relative competenze, che a vario titolo sono chiamati ad operare per l’affermazione dei diritti di cittadinanza; − il sopra citato Piano Sociale e Sanitario 2008 – 2010 ha individuato nuovi strumenti di programmazione per l’ambito distrettuale, valorizzando anche il ruolo della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, prevedendo in particolare il Piano di zona distrettuale per la salute e il benessere sociale, di durata triennale e il Programma Attuativo annuale per la declinazione annuale degli obiettivi a valenza pluriennale; 1
RICHIAMATI − il Piano distrettuale per la salute e il benessere sociale 2009-2011 della Zona Sociale di Reggio Emilia, approvato con Accordo di programma tra i soggetti coinvolti sottoscritto in data 20 aprile 2009 e approvato con Decreto del Sindaco di Reggio Emilia PG n. 8937 del 24 aprile 2009; − la deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 62 del 22 novembre 2011 con la quale, nelle more dell’approvazione del nuovo Piano sociale e sanitario regionale, si confermano gli obiettivi e gli indirizzi del Piano sociale e sanitario 2008-2010 e la conseguente proroga di una ulteriore annualità dei Piani di Zona per la salute ed il benessere sociale 2009-2011, considerando il 2012 come quarta annualità dei vigenti Piani di zona distrettuali; − l’Intesa generale sull’integrazione sociosanitaria inclusa nel suddetto Piano di Zona 2009 – 2012 avente come obiettivo la costruzione di un impianto organico complessivo che, a partire da intenti comuni (Parte generale), ne interpretasse, per le diverse aree target (Anziani, Disabili, Famiglie con minori, Salute mentale/esclusione sociale, Dipendenze patologiche), le politiche e i servizi integrati quale espressione privilegiata della integrazione sociale e sanitaria, nel processo di presa in cura dei cittadini, attraverso le sue molteplici forme: • istituzionale, identificando nell’ambito di una visione condivisa e di una forte cooperazione, le responsabilità di tutti gli attori istituzionali presenti sul territorio; • comunitaria, realizzando l’attivazione di tutta la comunità locale attorno al tema delle politiche sanitarie e sociali; • gestionale, che si realizza attraverso l’interazione dei soggetti istituzionali presenti in ambito distrettuale, per realizzare l’unicità gestionale dei fattori organizzativi e delle risorse; • professionale, realizzando condizioni operative unitarie tra figure professionali diverse (sanitarie e sociali) nelle fasi di presa in carico, progettazione e realizzazione del piano individualizzato di trattamento integrato, di valutazione delle attività svolte. CONSIDERATO CHE − con ulteriore e successivo Accordo di Programma, approvato con Decreto del Sindaco PG n. 24551 del 24/12/2010, sono stati approvati gli accordi sull’integrazione socio-sanitaria per le aree target Anziani, Disabili e Famiglie con Minori, quale coerente implementazione e articolazione della Parte 2^ dell’Intesa medesima; − con il presente Accordo di programma che approva gli accordi sull’integrazione socio-sanitaria per le aree target Dipendenze/Esclusione sociale e Salute Mentale si completa l’articolazione della 2^ parte dell’Intesa, delineando così il quadro complessivo degli interventi integrati socio- sanitari in ambito Distrettuale, SI CONVIENE E SI STIPULA IL SEGUENTE ACCORDO DI PROGRAMMA ARTICOLO 1 - PREMESSA I profondi mutamenti sociodemografici e culturali che permeano le nostre comunità, ci chiamano ad una rinnovata assunzione di responsabilità nell’esercizio del nostro mandato istituzionale: promozione della cultura della solidarietà, tutela dei diritti universali, costruzione di nuovi paradigmi sociali, utilizzo consapevole delle risorse, sono le linee che fanno da sfondo al lavoro nel sociale. Nell’attuale congiuntura economica, poi, il sistema di welfare costituisce una risorsa fondamentale: accanto al mandato primo ad esso connaturato - la protezione e promozione delle fasce di popolazione debole - è cruciale un forte investimento nel promuovere il miglioramento delle condizioni complessive della popolazione, attraverso politiche di prevenzione e promozione 2
sociale. Un sistema, dunque, che è motore dello sviluppo della comunità, in grado di introdurre continue innovazioni nella direzione di produrre benessere per tutti. Parallelamente, in ambito sanitario, l’evoluzione demografica e l’immigrazione, da ogni parte del mondo, hanno portato ad una importante variazione del quadro epidemiologico, con nuovi bisogni di salute cui rispondere con un’offerta attenta a garantire appropriatezza ed efficacia di trattamenti, equità nell’accesso e nelle opportunità di cure, efficienza nell’utilizzo delle risorse. Rinnovate competenze professionali e organizzative sono lo snodo essenziale ad una qualificazione dei servizi e degli interventi sociali e sanitari, basata sul sapere ascoltare le persone, le famiglie e l’espressione dei loro bisogni. Così pure le diverse forme di partecipazione delle persone e delle famiglie è, talvolta, opportuno abilitare e sostenere, nella realizzazione di percorsi progettuali sia individuali che comunitari. L’orientamento dei servizi e degli operatori deve, così, connotarsi secondo una ottica di sviluppo di comunità, dove la “prossimità” costituisce un indirizzo fondamentale per l’evoluzione del sistema integrato dei servizi stessi. Il cambiamento di cultura non può limitarsi al solo ambito degli addetti ai lavori, ma deve coinvolgere anche gli stessi cittadini, non più solo fonte di richiesta, ma anche risorsa per la proposta di soluzioni. Le innovazioni più significative sollecitate dalle recenti normative – nazionali e locali – e che ne vedono una rimarchevole traduzione nel Piano Regionale Sociale Sanitario, sostengono e promuovono iniziative volte a supportarne l’applicazione. La scelta di costruire un’intesa generale sull’integrazione sociosanitaria, cui collegare specifici assetti di Aree target (Anziani, Disabili, Famiglie con minori, Salute mentale/esclusione sociale, Dipendenze), così come previsto dal Piano di zona per la salute e il benessere 2009-2012, è frutto dell’esperienza maturata: riconoscendo la necessità di andare verso una integrazione che, assumendo che le questioni problematiche oggi non attengono solo a target di popolazione né si confinano nell’età anagrafica ma connotano trasversalmente la nostra comunità, è importante che le organizzazioni interpellate in primis – sociale e sanità – vi corrispondano con un congruente complesso di risposte sociali e sanitarie. Gli accordi riferiti alle aree Dipendenze/esclusione sociale e Salute Mentale hanno richiesto un’elaborazione più complessa del percorso e completano ora l’articolazione dell’Intesa socio sanitaria. ARTICOLO 2 - FINALITÀ La riflessione locale, in corso, per un più efficace esercizio delle Politiche sociali e non solo (riorganizzazione in Poli territoriali; assunzione dell’ambito zonale come contesto di riferimento; l’integrazione sociale e sanitaria come paradigma attorno a cui costruire percorsi di benessere personali e comunitari…) ha evidenziato l’esigenza via via crescente di attribuire connotati nuovi anche a prassi operative, amministrative e organizzative ormai consolidate. L’ambito degli Accordi di Programma – su cui il Nuovo Ufficio di Piano ha avuto un mandato molto deciso da parte del Comitato di Distretto – è oggi il contesto che meglio consente l’assunzione e la traduzione, tutt’altro che burocratica, di innovativi percorsi nella realizzazione di Servizi che rappresentino modelli e profili dell’integrazioni sociale e sanitaria. Il concetto di salute e di benessere legati alle condizioni economiche, alle relazioni, al grado complessivo di coesione sociale ci riporta alla necessità di elaborare risposte a bisogni complessi che richiedono apporti multidimensionali e multidisciplinari e per ciò stesso rendono indispensabile l’integrazione istituzionale, organizzativa e professionale nei servizi e tra i servizi sociali e sanitari. 3
Gli orientamenti maturati nella zona sociale sui Servizi alla persona indicano questi assunti come imprescindibili e connotanti i servizi: - centratura sulla comunità e sulla domiciliarità; - superamento del concetto di assistenza per l’universalità dei diritti, - superamento dei servizi per “categorie” a favore di servizi “attivi” - connessione strettissima e di sistema tra promozione e inclusione. Tutto ciò determina alcune conseguenze: - un passaggio decisivo verso un sistema di offerta caratterizzato dall’accoglienza, dall’accompagnamento e la presa in cura, in continuità, della persona nel proprio conteso di vita, approccio che promuove l’autonomia, la consapevolezza e la responsabilità attraverso la partecipazione; - la valorizzazione delle professionalità specialistiche portandole ad interagire e a confrontarsi con l’unitarietà del soggetto/utente, rispetto alla quale possono trovare una ragione ancora più elevata e profonda circa il valore del proprio lavoro specifico; - la necessità di realizzare l’attivazione della intera comunità locale (soggetti istituzionali, economici e sociali, a partire dal terzo settore) attorno alle politiche sociali e sanitarie; - l’accesso ai servizi assicurato tramite la capacità di accogliere e orientare, e svolgendo funzioni di accompagnamento e mediazione verso l’utilizzo delle opportunità presenti nei nostri territori, entrando a contatto diretto con i contesti di vita delle persone. Questa funzione si deve esprimere in ambito scolastico ed extra scolastico, nei luoghi di lavoro, nei contesti abitativi, nei luoghi di aggregazione. ARTICOLO 3 - INTERVENTI Gli interventi normati dal presente Accordo di programma sono gli interventi dell’area socio- sanitaria in raccordo con gli interventi dell’area sociale e dell’area sanitaria. ARTICOLO 4 - IMPEGNI DELLE PARTI Gli impegni tra le parti sono declinati nell’allegato 1 “Accordo sulle Politiche e sui servizi per la prevenzione, la cura e il contrasto delle dipendenze e di altre forme di disagio sociale correlate” e nell’allegato 2 “Accordo sulle Politiche e sui Servizi a tutela della Salute Mentale e al contrasto di altre forme di disagio sociale correlate” per le parti di competenza. Gli impegni riguardano sia gli oneri finanziari che l’utilizzo delle risorse umane impiegate e si attuano in particolare in riferimento agli obiettivi strategici ivi dettagliati. ARTICOLO 5 - DURATA DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA Il presente Accordo di programma avrà durata fino al 31/12/2014. Allo scopo di assicurare la necessaria coerenza complessiva, con il presente Accordo di Programma si proroga allo stesso termine del 31/12/2014 la durata del vigente Accordo per la aree Anziani, Disabili e Minori e famiglie sopra richiamato. Sono ammessi interventi di modifica concordati fra le parti nel corso di validità dell’Accordo. 4
Letto, confermato e sottoscritto in data 26 marzo 2012 ENTE RUOLO RICOPERTO NOME e COGNOME FIRMA Per il Comune di Albinea Per il Comune di Quattro Castella Per il Comune di Vezzano sul Crostolo Per il Comune di Reggio Emilia Per l’Unione Terra di Mezzo Per l’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova Per l’Azienda USL – Distretto di Reggio Emilia 5
ALLEGATO 1 ACCORDO SULLE POLITICHE E SUI SERVIZI PER LA PREVENZIONE, LA CURA E IL CONTRASTO DELLE DIPENDENZE E DI ALTRE FORME DI DISAGIO CORRELATE (Parte 2° - dell’Intesa generale sull’integrazione socio-sanitaria) 6
INDICE Premessa Articolo 1 – Oggetto dell’accordo Articolo 2 – Obiettivi del triennio Articolo 3 – Sistema integrato dei Servizi sociali e sanitari Articolo 4 – I destinatari dei nostri servizi: le tipologie Articolo 5 – Percorsi di accesso al sistema dell’offerta e presa in carico: definizione delle rispettive competenze Articolo 6 – La promozione dell’integrazione socio-sanitaria nell’ambito dei progetti finalizzati alla prevenzione, alla cura, alla riduzione dei rischi, alla riduzione del danno e al contrasto delle dipendenze e di altre forme di disagio sociale Articolo 6.1 – Promozione di stili di vita sani e prevenzione Articolo 6.2 – Cura e reinserimento Articolo 6.2.1 – Interventi nel campo dell’esecuzione penale: Casa Circondariale, OPG, UEPE Articolo 6.2.2 – Interventi di sostegno della genitorialità e tutela dei minori Articolo 6.2.3 – Dimissioni ospedaliere di persone affette da dipendenza patologica e quadro complesso di non autosufficienza Articolo 6.2.4 – Interventi mirati per persone tossico – alcoldipendenti con gravi patologie multiple e croniche Articolo 6.3 – Riduzione del Danno Articolo 6.4 – Lotta al narcotraffico Articolo 6.5 – Comunicazione con i cittadini Articolo 7 – Organismi di controllo e monitoraggio Articolo 8 – Oneri economici 7
Premessa I Comuni della Zona Sociale di Reggio Emilia, l’Azienda USL Distretto di Reggio Emilia e l’Azienda Ospedaliera Arcispedale S. Maria Nuova sottoscrivono un Accordo sulle Politiche e sui Servizi per la prevenzione e il contrasto delle Dipendenze e di altre forme di disagio sociale correlate. Tale accordo è collegato al Piano di Zona distrettuale per la salute e il benessere sociale 2009-2012 e relativi programmi attuativi annuali, e costituisce coerente implementazione e articolazione della Intesa Generale sull’integrazione sociosanitaria, allegata al Piano, di cui interpreta il mandato e le indicazioni operative, e a cui si rinvia per le indicazioni generali. In particolare, nell’ambito delle linee programmatiche definite ai sensi della L.328/00, della successiva L.R. 2/2003 e della L.R. 29/2004, della delibera di Giunta Regionale n.1533/2006, della delibera di Giunta Regionale n. 2011/2007, della delibera di Giunta Regionale n. 698/2008, del Piano Sociale e Sanitario 2008-2010 (deliberazione dell’Assemblea legislativa n.175/2008), del Piano Attuativo 2009-2011 “La Politica di Salute Mentale in Emilia-Romagna”, i Comuni della Zona Sociale di Reggio Emilia, l’Azienda USL e l’Arcispedale S.Maria Nuova condividono tutti i presupposti per la messa in atto di rispettive politiche sociali e sanitarie, di interventi concordati e integrati nel campo del contrasto delle dipendenze patologiche, della tutela della salute e della prevenzione dell’uso/abuso di sostanze attraverso la promozione di stili di vita sani; della cura e della riabilitazione degli stati di dipendenza; degli interventi finalizzati alla riduzione del danno. Assume un ruolo di primo piano anche la regia di azioni miranti alla sicurezza nelle Comunità locali, in stretta collaborazione con le locali Forze dell’Ordine. L’intreccio fra i diversi settori d’intervento e i servizi, la pluralità dei contesti sociali, educativi, scolastici, sanitari coinvolti, la crescente fisionomia multietnica della nostra società, richiamano ad una costante ricerca di collaborazione e sinergie per lo sviluppo di una cultura integrata delle politiche: sociali, sanitarie, urbanistiche, di sicurezza sociale. In tal senso con il presente accordo si è cercato di delineare un sistema di servizi in grado di sviluppare una maggiore integrazione operativa fra le équipes sociali e sanitarie, e di ricercare nuove forme di collaborazione e interazioni con altri ambiti educativi, scolastici, sanitari e sociali. È importante che le politiche per le Dipendenze Patologiche vengano determinate ed attuate in armonia con le politiche di Salute Mentale, garantendo una unitarietà di visione e di strategia nei numerosi ambiti in cui vengono a sovrapporsi (prevenzione, promozione della salute, inclusione e comunicazione sociale) e nelle numerose aree in cui una stretta sinergia è requisito per il successo degli interventi (adolescenza, alcolismo, disturbi del comportamento alimentare, co-morbilità psichiatrica, fasce marginali e disabilità). L’efficacia degli interventi preventivi, riparativi e di promozione del benessere, deve essere perseguita, da un lato, attraverso l’attenzione ai bisogni e alle risorse, individuali, familiari e della comunità, al fine di costruire percorsi mirati, condivisi e che ne garantiscano la continuità; dall’altro, attraverso la creazione di un sistema di servizi, e conseguenti forme organizzative, in grado di sviluppare forte connessione con la realtà sociale, capace di apprendimento, di riflessione e di rilettura per modificarsi in relazione al mutare dei fenomeni. Il sistema di rete - che pare risponda con maggior efficacia a queste caratteristiche - oltre a valorizzare e responsabilizzare le diverse componenti sia pubbliche che del privato-sociale, è in grado di favorire positive ricadute in termini di generazione di capitale sociale e di assicurare una maggiore efficacia nell’utilizzo delle risorse. 8
In tale contesto è fondamentale supportare le strategie di prevenzione/promozione di stili di vita sani, la valutazione degli interventi di cura e l’organizzazione del sistema dei servizi sostenendo o promuovendo l’accesso ai Servizi da parte dei policonsumatori, offrendo una gamma di trattamenti differenziata, flessibile, accogliente per tutte le tipologie di consumo, caratterizzata da un atteggiamento non giudicante e non stigmatizzante. In particolare la funzione di prossimità quale porta di accesso al sistema dei servizi è il paradigma culturale attorno al quale ripensare il modello di relazione e di cura in modo trasversale a tutti gli ambiti interessati. Il presente accordo definisce come prioritari gli interventi integrati e concertati, nell’ambito delle dipendenze e di altre forme di disagio sociale ad esse correlate, tra i Comuni della Zona Sociale di Reggio Emilia, l’Azienda USL e l’Azienda Ospedaliera Arcispedale S. Maria Nuova, in stretta collaborazione con gli Enti del privato sociale che gestiscono interventi nell’area della prevenzione, cura, riabilitazione e riduzione dei dischi e dei danni. Tutto ciò al fine di concorrere ad evitare che le difficoltà e i disturbi correlati ai comportamenti di dipendenza, compromettano l’autonomia e l’esercizio dei diritti di cittadinanza, con rischio di aggravamento, cronicizzazione ed emarginazione sociale, oltre alle possibili ripercussioni negative sulla comunità. Questo accordo rappresenta, inoltre, per la Zona Sociale di Reggio Emilia, un patto locale per la promozione del benessere e il contrasto alle dipendenze che vede coinvolti tutti i molteplici attori presenti nel territorio, ne valorizza competenze e contributi, come fino ad ora in larga parte emersi anche nei gruppi di lavoro dei Tavoli Tematici sottostanti l’attuale sistema di pianificazione sociale partecipata, oltre ai diversi gruppi costituitisi per approfondimenti ad hoc (area riduzione del danno sociale e sanitario, dipendenze e sicurezza sociale, impatto sulla comunità locale dei servizi di bassa soglia, politiche giovanili – consumi e stili di vita). Il presente accordo, inoltre, recepisce le molteplici elaborazioni scaturite dal percorso di rivisitazione del sistema locale dei servizi per le dipendenze fondato sulla prossimità intesa come quell’insieme di pratiche che investono la vision dei servizi, la loro organizzazione e le modalità di relazione adottate fra operatori e “utenti”, tra operatori e operatori e tra i servizi stessi. ORIENTAMENTI La prevenzione (universale e selettiva), la cura, la reintegrazione sociale, la riduzione del rischio e del danno, la mediazione e il monitoraggio del territorio costituiscono gli aspetti cardine di un sistema dei servizi in grado di intervenire sulla multidimensionalità degli aiuti richiesti dal variegato fenomeno delle dipendenze e degli abusi delle sostanze psicoattive legali ed illegali. In tal senso, la compresenza, fortemente intrecciata, delle tre componenti basilari che connotano tutti gli interventi al riguardo - la dimensione sociale, sanitaria ed educativa - è la garanzia della maggior efficacia raggiungibile. La relazione di prossimità, intesa come vicinanza alla persona nella sua globalità e accompagnamento al prendersi cura di sé, ne rappresenta lo strumento decisivo; l’intero sistema dei servizi per le dipendenze, (che include anche l’insieme degli interventi preventivi sui consumi), per rimanere coeso e coerente, pertinente ed efficace dev’essere percorso e caratterizzato dalle pratiche di prossimità. Esse sole, o comunque esse meglio che altre, consentono di esercitare le funzioni di: “aggancio” accoglienza sviluppo motivazionale ritenzione alla cura ed al trattamento reinserimento sociale ed abitativo riduzione dei rischi connessi al consumo ed all’abuso 9
riduzione del danno comportato dagli stati di dipendenza mediazione territoriale rivolta a tutelare e conciliare i ragionevoli, e spesso apparentemente divergenti interessi, delle tante componenti sociali e differenti attori che abitano una comunità. Un sistema dei servizi centrato sulla prossimità si caratterizza come: molto vicino ai bisogni dell’utenza, fortemente comunicativo, in grado di tenere insieme la salvaguardia e le garanzie dei diritti delle persone, in grado di evitare e contenere i perniciosi effetti dello stigma, in grado di tutelare al contempo la collettività, avendone a cuore la coesione sociale e cercando sempre di sviluppare prevenzione universale e selettiva, riduzione del danno e reintegrazione sociale, promuovendo la partecipazione e le risorse da parte della comunità locale. Perciò le funzioni di prossimità sottendono gli ambiti del lavoro con i giovani e gli adulti (famiglie e loro contesti di vita) nella cura e nella riabilitazione, nella prevenzione universale e selettiva, nell’area della riduzione del danno e della reintegrazione sociale con le persone ad elevata emarginazione, ma anche la delicata questione della collaborazione tra i servizi stessi. Pertanto, al perseguimento di tali obiettivi contribuiscono non solo gli interventi di prossimità e i servizi dedicati, ma tutti i servizi che, a vario titolo (dall’aggregazione per il tempo libero alla formazione ai centri per l’impiego…) si occupano di giovani e non solo, che, direttamente o indirettamente, sono coinvolti o coinvolgibili nel lavoro di prevenzione proposto. In questo contesto assumono particolare valore quattro direttrici comuni orientanti il mandato dei diversi servizi: 1. L’aiuto alle famiglie. La famiglia ha oggi più bisogno di essere sostenuta nell’impadronirsi di più adeguate capacità di attenzione e di comunicazione; non solo le famiglia in più evidente difficoltà e le famiglie problematiche, ma tutte le famiglie si trovano oggi spiazzate per un cambiamento oggettivo di ruolo e una diminuzione di autorevolezza che si traducono in un ridimensionamento dell’incidenza educativa nei confronti dei figli. Ne deriva l’importanza dei servizi di sostegno e di orientamento alle famiglie; di poter disporre di riferimenti disseminati sul territorio; di poter accompagnare le genitorialità che hanno dubbi e manifestano insicurezze circa le loro inadeguatezze; di saper orientare e sostenere appropriate scelte educative. 2. La presenza di operatori “outreach”, in strada e nei luoghi di consumo.“Esserci”, là dove sono più evidenti le probabilità di episodi di abuso, che risultano necessariamente più frequenti dove i consumi accompagnano e fanno parte di una “cultura” del divertimento e del divertimento notturno in particolare, è ormai considerato un intervento preventivo “indicato”. 3. Gli interventi di prevenzione sia universale che selettiva nella scuola, che costituisce il maggior “contenitore” di presenze giovanili e si pone come luogo privilegiato. In quest’area estremamente variegata dei consumi minorili e giovanili, per sostanze oggetto d’uso e di abuso (alcool, tabacco e cannabis rappresentano il consumo prevalente), per stili e modalità di assunzione, per frequenza e quantità d’uso, la scuola esercita un ruolo-chiave. Ciò richiede una salda alleanza di lavoro tra scuola e servizi sociosanitari preposti. 4. Il lavoro di prossimità tra i servizi stessi. La progressiva specializzazione, se da una parte ha comportato un maggior approfondimento analitico e diagnostico accompagnato da proposte di cura mirate e più sofisticate, dall’altra ha significato la divisione delle diverse parti del “paziente” in base alle specifiche prestazioni erogate dai diversi servizi. Se, come spesso accade, i problemi sociali si interconnettono inestricabilmente con le esigenze sanitarie, le persone faticano a tenere sotto controllo la situazione complessiva, a seguirne l’iter attraverso i vari referenti per la cura, spesso perdendosi nell’invio tra un servizio e l’altro. In queste situazioni 10
diventa allora essenziale creare un riferimento sul territorio in grado di recuperare e restituire l’unitarietà degli interventi, di sostenere le persone nella fruizione delle diverse prestazioni dei vari servizi, di fungere da “case-manager” allo scopo di connettere non solo le persone ai servizi, ma di facilitare anche l’interconnessione dei servizi stessi rispetto a quella singola persona. In questo modo non si perde l’efficacia delle specifiche prestazioni, si offre la necessaria continuità ed integrazione della cura, si rende l’utente-cittadino pienamente fruitore di un intervento complessivo a beneficio proprio e della collettività. Così, al contempo, è essenziale un costante presidio e governo dell’intero sistema di rete attraverso funzioni riconosciute e legittimate, accordi formali e cura nei processi di lavoro. 11
ART. 1 – OGGETTO DELL’ACCORDO Oggetto del presente Accordo è lo sviluppo integrato di una rete di servizi, interventi e progetti coordinati, di natura sociale, sanitaria, socio-sanitaria ed educativa a favore della prevenzione e del contrasto delle dipendenze e di altre forme di disagio sociale ad esse correlate, per corrispondere ai mutevoli bisogni dei cittadini, delle famiglie e della comunità. Le modalità di gestione dei servizi e degli interventi suddetti nonché le funzioni di cui agli articoli seguenti sono tesi a realizzare le forme e i modelli organizzativi più efficaci per garantire l’integrazione delle politiche sociali con quelle sanitarie e con interventi psicologici, educativi, di sostegno all’occupazione e di tutela della famiglia. ART. 2 - OBIETTIVI DEL TRIENNIO Il presente accordo, in armonia con quanto definito dal Piano sociale e sanitario, si pone i seguenti obiettivi: sviluppare e rendere stabili le funzioni di prossimità anche come porta d’accesso ai servizi consolidare un sistema di servizi capace di forte adattamento al mutare dei fenomeni sociali, in cui il Privato sociale divenga corresponsabile nell’esercizio della funzione pubblica favorire iniziative che sostengano le famiglie e le figure genitoriali nel loro ruolo, in particolare nelle situazioni di affaticamento, solitudine o criticità rafforzare le buone prassi fra enti e organizzazioni per la costruzione di approcci strategici condivisi e una regia complessiva delle azioni riposizionare il sistema dell’offerta, le funzioni sottese e i modelli organizzativi con particolare riferimento all’area della Riduzione dei danni e dei rischi. I soggetti sottoscrittori di questo Accordo di programma individuano ulteriori obiettivi prioritari: avviare e consolidare modalità, contenuti, strumenti di lavoro condivisi nell’ambito degli interventi - rivolti ai singoli cittadini e alle loro famiglie - atti a garantire l’integrazione a partire dalla presa in carico comune (accesso, valutazione intervento) agire la presa in carico integrata il più precocemente possibile al fine di evitare/contenere gli interventi riparativi o di “sicurezza sociale” facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi migliorando le modalità comunicative fra i diversi servizi, per rimuovere barriere di ordine culturale, logistico, organizzativo, che di fatto impediscono o limitano la richiesta d’aiuto favorire il sostegno interistituzionale all’abitare, alla sicurezza, al lavoro, all’inclusione sociale di adulti fragili secondo approcci condivisi (metodi, accordi, scadenze) definire forme di compartecipazioni economiche secondo criteri condivisi e formalmente stabiliti. Sul piano organizzativo si prevede il potenziamento e l’articolazione di una rete di equipe territoriali integrate - Azienda USL, Enti Locali e Privato sociale - per la prima presa in carico. ART. 3 - SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI SOCIALI E SANITARI La rete dei servizi per le dipendenze è costituita localmente dal SERT, dal Servizio Sociale AUSL del Distretto di Reggio Emilia, dagli Enti Locali, dagli Enti Ausiliari Accreditati del privato sociale, dalle Cooperative Sociali e dal Volontariato che si interfaccia con i contesti ambulatoriali e di ricovero dei Servizi per la Salute Mentale per gli Adulti e gli Adolescenti, con i Servizi Sociali dei Comuni, con i medici di Medicina Generale e con gli Ospedali. Il sistema dispone di strutture ambulatoriali, anche ad alta accessibilità, di strutture di accoglienza, di consulenza per pazienti e per i loro familiari, di servizi domiciliari, di centri di ascolto e sportelli informativi e di counselling, di servizi di prossimità, di centri diurni, di laboratori occupazionali, di strutture residenziali di diversa tipologia, di centri per l’accoglienza notturna, che offrono interventi 12
finalizzati alla promozione di stili di vita sani, alla riabilitazione, alla risocializzazione e al reinserimento sociale e occupazionale, anche in ambito penitenziario (Casa Circondariale e Ospedale Psichiatrico Giudiziario). Inoltre, il DSM-DP - come da indicazioni del Piano Attuativo Salute Mentale 2009-11 della RER - sta elaborando il piano delle emergenze-urgenze in psichiatria dell’adulto, della infanzia- adolescenza e nelle dipendenze patologiche, per il quale saranno coinvolti anche i servizi di emergenza-urgenza generale (118, guardia medica). AZIENDA USL L’Azienda USL di Reggio Emilia, in sintonia con le indicazioni regionali (Delibera di Giunta n. 2011/2007) ha istituito il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (DSM-DP), all’interno del quale sono articolati: • tre Aree dipartimentali di Psichiatria Adulti e SerT, nelle tre aree territoriali interdistrettuali: Nord (Distretti di Guastalla e di Correggio), Reggio Emilia (Distretto di Reggio Emilia) e Sud (Distretti di Scandiano, di Montecchio e di Castelnovo ne’ Monti). • Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza (NPIA). Ha inoltre istituito il Programma Dipendenze Patologiche, il Programma di Psicologia Clinica e il Programma DCA, in staff alla Direzione DSM-DP. In ogni Distretto sanitario è presente un’unità operativa SerT. L’equipe multiprofessionale del SerT garantisce la valutazione e l’effettuazione di interventi complessi e multimodali. Sono attivi i seguenti servizi territoriali: SERT - Servizio Tossicodipendenze. Svolge funzioni ambulatoriali di consulenza, accettazione/accoglienza, osservazione e diagnosi, presa in carico per trattamenti multimodali integrati: farmacologico integrato, psico-socio-educativo. I percorsi terapeutici per cui si provvede alla definizione condivisa dei progetti – a partire dall’utente, dai suoi familiari e dagli operatori degli Enti Ausiliari Accreditati – possono essere effettuati in via ambulatoriale o prevedere parti svolte in strutture d’accoglienza semiresidenziali o residenziali (Comunità Terapeutiche, Centro per l’Osservazione e Diagnosi–COD di Carpineti, Centro per il trattamento pazienti con comorbilità psichiatrica/Doppia Diagnosi “La Mandria”, Centro Diurno “San Lorenzo”). Grazie alla rete di collaborazioni e di protocolli definiti, vengono effettuati invii presso: consultorio ginecologico e ostetrico, ambulatorio odontoiatrico, ambulatorio HIV malattie infettive, ambulatorio epatologico. È stato inoltre creato un collegamento con il Centro per la salute della famiglia straniera per facilitare ai suoi utenti l’accesso al SERT. Per il trattamento dei pazienti alcoldipendenti e tossicodipendenti con comorbilità psichiatrica è attivo un protocollo di collaborazione coi Servizi di Salute Mentale Adulti (CSM, SPDC, Strutture Residenziali/Semiresidenziali, Case di Cura Psichiatriche convenzionate), coi Servizi Sociali dei Comuni, l’OPEN G e la NPIA. Il servizio interviene anche presso i locali Istituti di Pena (Casa Circondariale e OPG) per i reclusi e internati tossico e alcoldipendenti, anche non residenti. Vengono effettuate consulenze specialistiche per gli ospiti degli Enti Ausiliari Accreditati e per i reparti ospedalieri. 13
Struttura Via Bocconi. La struttura comprende: • un Ambulatorio a “Bassa Soglia di Accesso”: tratta le intossicazioni da sostanze stupefacenti e le patologie correlate all’uso di droghe, svolge attività di prevenzione/educazione della salute e dei comportamenti a rischio di morte da overdose; favorisce le connessioni con gli altri Servizi Sanitari, Socio-Sanitari pubblici e privati. • un Drop-in, con cortile e giardino, in cui sono realizzate le attività di accoglienza, informazione, presa in cura, accompagnamento, attività atelieristiche, attività di riduzione del danno con offerta di presidi sanitari e protezione della salute (distribuzione di materiale sterile, cambio/scambio siringhe, profilattici ecc.); offerta di beni e servizi di prima necessità (colazione, pranzo, cura dell’igiene personale, lavanderia, guardaroba). L’attività della Struttura è gestita da un’équipe multiprofessionale (personale medico- infermieristico del SerT, educatori della cooperativa sociale La Quercia); è caratterizzata da attività sanitarie di tutela della salute e riduzione dei danni da consumo di stupefacenti legali e non, con caratteristiche di flessibilità, elevata accessibilità e stretta connessione tra le attività sanitarie e socio-educative e motivazionali. Centro Alcologico. Svolge la sua attività presso la sede del SerT. E’ composta da un team multiprofessionale di operatori (del SerT e dell’Area Sociale Ausl) e svolge funzioni ambulatoriali di consulenza, accettazione/accoglienza, osservazione/diagnosi e presa in carico per pazienti con Problematiche Alcool Correlate. I trattamenti sono multimodali integrati: farmacologico e psico-socio-educativo sia per gli alcolisti, sia per i loro familiari. L’équipe cura l’invio presso strutture residenziali (per disassuefazione e percorsi comunitari) e ha rapporti di collaborazione con le Associazioni di Auto – mutuo aiuto (A.A., CAT). Centro Antifumo. Svolge l’attività presso la sede del SERT e di Luoghi di prevenzione, in collaborazione con la Lega contro i tumori di Reggio Emilia. Offre la possibilità di partecipare ai corsi intensivi di gruppo per smettere di fumare. Osservatorio sulle Dipendenze: afferisce al Programma Dipendenze Patologiche e ha la funzione di supporto all’attività di programmazione dei Servizi ed il sostegno di progetti innovativi. L’Osservatorio garantisce il sistema informativo sulle dipendenze e lo sviluppo del sistema di valutazione dei risultati dell’attività dei Servizi pubblici e degli Enti gestori di sedi accreditate Area Sociale Il Servizio Area Sociale del distretto di Reggio Emilia svolge un compito specifico rispetto ad altri servizi sociali presenti nel territorio: collabora e partecipa costantemente alla costruzione, mantenimento e sviluppo del processo di integrazione socio-sanitaria e ciò vale sia per ogni singolo progetto individuale sia per le attività coordinate con altri servizi/enti per realizzare un sistema integrato di interventi e servizi socio-sanitari. A tal fine gli operatori svolgono la loro attività presso uffici inseriti nei vari settori specifici (CSM Via Ortolane, CSM “Morselli, AOSMN, SerT, Villa Verde, RSR). Questa presenza favorisce il confronto tra operatori sociali e sanitari e una certa velocità nella presa in carico delle problematiche socio-sanitarie che accedono ai servizi. Finora questa integrazione ha favorito una logica di erogazione unitaria, multidimensionale e coordinata nella relazione di aiuto con l’utente e la sua famiglia sia in fase di analisi e valutazione che durante il realizzarsi del percorso di sostegno. Il Servizio Area Sociale del distretto di RE svolge una funzione di: 14
“garante” di percorsi socio-sanitari costruendo e realizzando progetti di sostegno individuale a favore di utenti in carico ai servizi sanitari del distretto e dell’AOSMN sia elaborando metodologie di lavoro, protocolli operativi, procedure interservizi a favore di un sistema integrato di servizi e interventi socio-sanitari “facilitatore” delle collaborazioni tra vari servizi sia interni all’AUSL, sia esterni quali il privato sociale, associazioni, coop.ve sociali e Servizi Sociali territoriali dei Comuni, apportando la propria competenza e consulenza. ARCISPEDALE SANTA MARIA NUOVA – Dipartimento EMERGENZA - URGENZA e 118 Negli ultimi anni si è reso necessario sviluppare una collaborazione anche con i dipartimenti ospedalieri, in particolare con quelli di Emergenza - Urgenza al fine di migliorare gli interventi e di abbreviare i tempi di invio/accompagnamento ai servizi, rendendo più efficace il trattamento e più fruibile la rete dei diversi servizi (sanitari, sociali e sociosanitari). In questo senso si è lavorato perseguendo alcuni obiettivi: - sostenere l’approccio del personale di P.S. con i consumatori di sostanze, anche attraverso l’attivazione di percorsi formativi congiunti; - agevolare all'interno della quotidianità del lavoro in P.S. la gestione del paziente consumatore di sostanze; - fornire consulenza per la gestione dei casi; - costruire linguaggi comuni sulle tematiche dell’agio e del disagio; - definire pratiche di collaborazione e di intervento rispetto alle problematiche individuate; - rendere più agevoli ed efficaci gli invii e gli scambi informativi tra i servizi; - monitorare il livello di intercettazione del fenomeno da parte degli operatori del P.S.; - migliorare la conoscenza del P.S. da parte degli utenti consumatori di sostanze. Dall’analisi e dal monitoraggio delle diverse situazioni trattate si rende sempre più evidente come questo luogo rappresenti un importante quanto interessante osservatorio per la conoscenza e l’intercettazione di fenomeni più nascosti e sulle patologie ad essi connessi, oltre ad aprire a possibili opportunità di aggancio verso consumatori altrimenti difficilmente avvicinabili; inoltre favorisce lo scambio di azioni innovative. La collaborazione tra gli enti ha già permesso l'attivazione, soprattutto negli eventi di massa e nei luoghi del divertimento, di interventi comuni e concordati tra emergenza/urgenza e servizi socio/sanitari (Progetti di Prossimità). COMUNI ZONA SOCIALE DI REGGIO EMILIA Comune di RE. Attraverso i suoi diversi Servizi promuove l’elaborazione e la gestione di progetti di promozione della salute e di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, e coordina attività di sostenibilità degli interventi e servizi in un’ottica di sviluppo di comunità. Al fine di favorire una migliore finalizzazione delle attività e degli interventi di carattere sociale e sociosanitario, forte è l’impegno nella costruzione di reti di relazioni interne all’amministrazione comunale, con i settori della Pubblica Istruzione, Cultura, Sport e tempo libero, Politiche giovanili, Marketing e comunicazione, Sviluppo e interventi economici, Farmacie Comunali Riunite, Polizia Municipale, con l’Ufficio Politiche per la Sicurezza Urbana e con le Circoscrizioni cittadine. Ambito privilegiato d’intervento è la Comunità locale attraverso azioni progettuali dirette e indirette, con la partecipazione attiva degli Enti Ausiliari Accreditati, le Associazioni di volontariato, le cooperative sociali di tipo B, i gruppi di auto-mutuo aiuto. Attualmente a livello distrettuale i Servizi sociali si articolano in 7 Poli territoriali (5 per la città e 2 per gli altri Comuni). A livello cittadino hanno la titolarità dei seguenti servizi/progetti: Servizi di prossimità. L’intervento è realizzato dal Comune di Reggio Emilia attraverso una apposita convenzione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII ONLUS per la gestione di azioni/progetti sottesi all’ambito di lavoro con i giovani finalizzato alla prevenzione selettiva, 15
nell’area della riduzione del danno e della reintegrazione sociale con le persone a rischio marginalità, con riferimento ai Programmi Attuativi annuali del Piano di Zona per la salute e il benessere sociale 2009/2012 (Area Giovani/Dipendenze) Centro d’ascolto. L’intervento è realizzato dal Comune di Reggio Emilia attraverso una apposita convenzione con la cooperativa sociale CPS per la gestione di progetti e interventi rivolte ai giovani, alle famiglie agli operatori dei servizi, focalizzandosi in particolare su accoglienza, ascolto, auto-aiuto, orientamento motivazionale No Cocaine per una cultura del limite. L’intervento è realizzato dal Comune di Reggio Emilia attraverso una apposita convenzione con il Ceis di Reggio Emilia per fornire informazioni corrette sulla sostanza e sulla sua tossicità e disegnare un nuovo snodo di contatto e accesso ai servizi a disposizione di consumatori, di persone tossicodipendenti e/o loro familiari, oltre ad una consulenza agli operatori, dei servizi sociali per una sinergica strategia a sostegno dell’orientamento motivazionale Azzardo point. Il progetto è realizzato dal Comune di Reggio Emilia attraverso convenzione con l’associazione Papa Giovanni XXIII per azioni di contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo (accoglienza, gruppi auto-aiuto, informazione, sensibilizzazione) A Casa di Ercole. L’intervento, realizzato dal Comune di Reggio Emilia in convenzione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, è finalizzato alla gestione di un servizio per l’accoglienza notturna di persone alcol-tossicodipendenti attive senza dimora. Il Ponte. L’intervento, realizzato dal Comune di Reggio Emilia in convenzione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, è finalizzato all’offerta di un sostegno abitativo che integra il programma di contrasto alla marginalità sociale e alle azioni di reinserimento per le persone in condizioni di svantaggio che hanno completato un programma riabilitativo. Oltre a questi servizi specifici per l’area, il sistema si avvale di tutta una serie di interventi e sostegni in ambito economico, abitativo, socio-occupazionale, a favore di singoli e/o famiglie, che concorrono alla realizzazione delle progettazioni sociali e socio-sanitarie, a prescindere dal target di riferimento. Unione “Terra di mezzo” (Comuni di Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra e Castelnovo di Sotto). Impegno prioritario dell’amministrazione è favorire sinergie per lo sviluppo di una comunità dove tutti i cittadini possano riconoscersi, trovare possibilità di ascolto, di crescita, di espressione. Il territorio offre differenti opportunità provenienti da varie agenzie e il servizio pubblico gioca un ruolo prioritario nella connessione tra queste molteplici risorse; particolare attenzione viene riservata ai giovani sostenendone il protagonismo nel complesso sistema di interazioni/integrazioni culturali, relazionali, sociali a partire dal contesto familiare a quello comunitario. La promozione di stili di vita sani, garanzia del futuro benessere della comunità, non può prescindere da un’attenta osservazione di come essi abitano il territorio e all’uso che fanno dei diversi contesti associativi. Il Centro Giovani rappresenta il luogo privilegiato per la prevenzione del disagio, dove co- costruire contesti di incontro per favorire percorsi di aggregazione in cui elaborare e condividere idee, progetti, talenti, coltivare amicizie tra i pari e rapporti costruttivi con gli adulti. Gli operatori giovanili inoltre prestano la loro attività anche nei luoghi di aggregazione spontanea e collaborano attivamente con parrocchie e associazioni sportive, circoli culturali e ricreativi, con progetti educativi finalizzati alla prevenzione di comportamenti disadattavi quali bullismo o uso di sostanze che danno dipendenza o perdita del controllo. Comuni Pedecollina (Albinea, Quattro Castella, Vezzano S/C). Le politiche relative alla prevenzione e il contrasto alle Dipendenze e alle altre forme di disagio sociale correlate, nei tre Comuni della Pedecollina si concretizzano in particolare in riferimento ad azioni e progettualità 16
di promozione della cittadinanza attiva, del ruolo genitoriale, dell’istituzione scolastica e del contesto sociale di riferimento dei giovani e giovanissimi del territorio. L’importanza attribuita al lavoro di rete e ai legami con tutte le realtà del territorio, sia pubbliche che private, vede impegnati i Servizi Sociali comunali ad un continuo lavoro di sinergia e progettazione condivisa, in particolare, con il Centro Famiglie della pedecollina, soprattutto per quanto riguarda le politiche di promozione del benessere e sostegno all’integrazione ed inclusione sociale. Inoltre, parallelamente, i Centri di aggregazioni giovanili ed i Centri Giovani, là dove presenti, esercitano importanti funzioni di promozione di stili di vita sani e di sostegno della cittadinanza attiva, promozione di una cultura della legalità, sviluppo delle proprie potenzialità, tramite azioni di prevenzione e contenimento delle situazioni di disagio e promozione del benessere, realizzate sia all’interno dei Centri stessi che negli altri luoghi di aggregazione giovanile dei territori, istituzionali e non. ENTI AUSILIARI ACCREDITATI Nel territorio della Zona Sociale vi sono 5 sedi di Enti Ausiliari Accreditati: CeIS, Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, La Collina, La Quercia e Nefesh (un appartamento per il reinserimento). Gli Enti Ausiliari Accreditati accolgono su invio del SerT pazienti residenti nella Zona Sociale. Qualora l’ambito provinciale non soddisfi a bisogni di cura molto specialistica degli utenti, l’AUSL ricorre a collaborazioni con Enti Ausiliari operanti in ambito regionale o, in via eccezionale, extra-regionale (secondo ben definiti criteri di progettazione mirata). Parallelamente i Servizi Pubblici e del Privato Sociale sono costantemente impegnati nella ricerca di modalità innovative meglio rispondenti ai bisogni del territorio. In ambito regionale sono stati avviati incontri di confronto per sviluppare un sistema dell’offerta di “Area Vasta”, nella ricerca di una razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse presenti. Il Centro di Solidarietà (CeIS) di Reggio Emilia nasce nel 1982, ente accreditato dal 2007, oggi sostenuto e coadiuvato dalla fondazione Solidarietà Reggiana, dalle associazioni Servire l’Uomo e Amici del CeIS, negli anni ha esteso l’attività in diverse aree d’intervento. Nell’area della Tossicodipendenza è presente con: COD centro di osservazione e diagnosi “Carpineti”: 12 posti accreditati, svolge funzioni di disintossicazione, stabilizzazione, osservazione e diagnosi, progettazione; Comunità Terapeutica “Bellarosa”: 40 posti accreditati, svolge il programma di recupero e riabilitazione, secondo i principi di “Progetto Uomo”; Accompagnamento socio assistenziale: in via Codro, è accreditato per 8 posti residenziali per maschi e femmine; Appartamenti di Reinserimento residenziale e non; offre inoltre opportunità di inserimento lavorativo attraverso la coop.va sociale di tipo B Koinè. Sono inoltre attivi programmi di Accompagnamento territoriale con il progetto “No- Cocaine” per consumatori integrati di cocaina: programma di counselling individuale e di gruppo e di psicoterapia cognitivo comportamentale dedicato a questa tipologia di assuntori; Progetto “Happy Hour”: un programma pre-serale e serale per giovanissimi, che hanno sviluppato sintomi di abuso e dipendenza, ma che continuano ad avere un buon contesto sociale, familiare, amicale e lavorativo/scolastico. Gruppo “Dipendenti Anonimi”: percorso che utilizza il programma dei “Dodici Passi” rivolto a tutti coloro che desiderano smettere di utilizzare sostanze stupefacenti, alcol compreso, o di mantenere la sobrietà ritrovata. Inoltre è un gruppo di post-trattamento per chi ha finito programmi sia comunitari sia ambulatoriali, ma ritiene di essere esposto a ricaduta. Si rivolge soprattutto a persone adulte. Trattamento della famiglia. Esso prevede anzitutto una porta d’accesso libera, per chiunque voglia informazioni e chieda aiuto: si tratta del Primo Incontro, che si tiene ogni mercoledì sera dalle 20.30 alle 22.30. Dopo il “Primo Incontro” o i colloqui, i famigliari possono usufruire dei Gruppi di Auto mutuo aiuto, che si tengono sempre il mercoledì sera, condotti da volontari e coordinati da un operatore del Centro. Il trattamento delle famiglie prevede inoltre 17
Colloqui, Gruppi di Coinvolgimento Familiare Parallelo (CFP) guidati da operatori del Centro. Infine la psicoterapia sistemica. Area Socio- Assistenziale. Il Centro gestisce una struttura, “Casa Flora”, che ospita persone affette da AIDS e da altre patologie inabilitanti e il Progetto Donne in situazione di disagio per donne e bambini che hanno bisogno di un alloggio temporaneo. Sono inoltre assicurati i seguenti servizi: Servizio Medico infermieristico e Servizio Legale. Attraverso drogaonline.it, che ha valenza nazionale, svolge attività d’informazione e di consulenza oltre a promuovere conferenze e incontri di sensibilizzazione nel territorio provinciale. È inoltre operativo nell’area minori e immigrazione con servizi e convenzioni ad hoc. Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII. L’Associazione è impegnata in campo sociale e sulle problematiche legate alle dipendenze; gestisce 4 strutture residenziali nella provincia di Reggio Emilia accogliendo persone con problemi di dipendenza da droghe e da alcool; ospita persone sieropositive o in fase di AIDS conclamato. Opera nel campo della Prevenzione con un’Unità Mobile e operatori di strada, appositamente formati per inserirsi e intervenire nei luoghi di aggregazione, di maggior disagio giovanile; è attiva anche con progetti mirati all’interno delle Scuole. Gestisce un Centro di Accoglienza Notturno per tossicodipendenti attivi che vivono temporaneamente in strada e residenti nella zona Sociale di Reggio Emilia; gestisce una Struttura di Accoglienza temporanea per donne sole e/o con figli (sia italiane che di origine straniera). Ha promosso progetti di Inserimento Lavorativo Protetto tramite le Cooperative Sociali “Libera-Mente” e la “La Speranza” che ha fondato per questo fine. Gestisce alcuni appartamenti protetti per facilitare il reinserimento sociale di persone svantaggiate o con problemi di inclusione sociale. La Comunità è stata la prima in Italia nel trattamento riabilitativo/terapeutico delle dipendenze da gioco d’azzardo compulsivo e patologico. È accreditata dal 2007. Coop.va sociale La Quercia. Coop. Sociale di tipo plurimo (a + b), con sede in Borzano di Canossa, è comunità residenziale terapeutico-riabilitativa, accreditata dal 2007. Accoglie persone con dipendenza patologica. Qui si svolge la prima unità di un percorso terapeutico residenziale finalizzato all’acquisizione di maggiore consapevolezza di sé, delle proprie problematiche e delle proprie risorse. Per ogni ospite si cerca di individuare gli obiettivi e progettare il percorso possibile per ciascuno. Si accolgono esclusivamente persone inviate dal Sert, di preferenza della provincia di Reggio Emilia. Il numero degli ospiti è contenuto (max. 10), il clima che caratterizza la vita è di tipo fortemente relazionale. La durata del programma terapeutico è di circa 12 mesi. L'intervento è cosi articolato: intervento terapeutico, intervento educativo, intervento lavorativo funzionale al programma terapeutico. Attualmente è ente gestore del servizio di alta accessibilità (drop in) Villetta Svizzera di via Bocconi a Reggio Emilia. La Collina, cooperativa agricola, con sede a Reggio E. in via Carlo Teggi. È comunità residenziale pedagogico-riabilitativa, accreditata dal 2007. Accoglie persone con dipendenza patologica (inserimento sociale e lavorativo) provenienti dal percorso della coop.va La Quercia (che qui svolgono la seconda unità del percorso previsto dal programma terapeutico) o inviate dal SerT previa procedura di accoglienza, per progetto individualizzato. Ha una capacità ricettiva di 8 posti. Il clima che caratterizza la vita è quello del piccolo gruppo a valenza fortemente relazionale. La durata del programma è di 12-18 mesi. L'intervento si articola in: attività pedagogico-riabilitative (colloqui, gruppo, verifiche strutturate con SerT di riferimento), attività educative per il conseguimento dell’obiettivo di inserimento sociale, attività lavorative, che partono da piccole responsabilità interne alla cooperativa, per arrivare alla piena responsabilità del lavoro ed al conseguimento della autonomia possibile. Cooperativa Sociale NEFESH. Si occupa del recupero e del reinserimento sociale di tossicodipendenti e alcolisti, anche con diagnosi psichiatriche ed anche in esecuzione di misure alternative alla detenzione. La Coop. Soc. Nefesh aderisce al CNCA (Coordinamento 18
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