Associazione "Prospettiva Parenti e Prigioni" - Progetto

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Progetto

         Associazione

«Prospettiva Parenti e Prigioni»
Progetto Associazione «Prospettiva Parenti e Prigioni»

Contenuti

1. Scopo dell'associazione........................................................................................... 3

2. Introduzione ............................................................................................................. 3
   2.1. Definizioni ...................................................................................................................... 3
   2.2. Fatti e cifre ..................................................................................................................... 4
   2.3. Aspetti normativi ............................................................................................................ 4

3. Problematiche .......................................................................................................... 5
   3.1. Prospettiva dei Parenti delle persone detenute ............................................................. 5
   3.2. Prospettiva dei Persone detenute ................................................................................. 6
   3.3. Prospettiva dei Risocializzazione delle persone detenute ............................................. 7

4. Per un lavoro attivo con i parenti delle persone detenute ........................................ 8

5. Pubblico ................................................................................................................... 9

6. La nostra missione ................................................................................................... 9

7. Le nostre attività ...................................................................................................... 9

8. Le nostre competenze ........................................................................................... 10

9. Chi siamo ............................................................................................................... 11

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Progetto Associazione «Prospettiva Parenti e Prigioni»

1. Scopo dell'associazione
L’associazione “Prospettiva Parenti e Prigioni” opera affinché il lavoro con i parenti delle
persone detenute diventi parte integrante delle attività in campo sociale svolte all’interno e
all’esterno degli istituti penitenziari nonché di altri ambiti di attività e discipline. L’associazione
è apolitica e aconfessionale.

L’associazione “Prospettiva Parenti e Prigioni” è organizzata ai sensi degli artt. 60 e segg.
del Codice civile e ha sede a Berna.

2. Introduzione

2.1. Definizioni
Il concetto di parentela trova diverse definizioni a seconda del contesto. In psichiatria, ad
esempio, si considerano parenti tutte le persone “che intrattengono una relazione
relativamente stretta con un/a paziente” [traduzione nostra]1. Al contrario, l’art. 110 del
Codice penale ne restringe il campo semantico a specifici vincoli di parentela:
        “Per congiunti di una persona s’intendono il coniuge, il partner registrato, i parenti in
        linea retta, i fratelli e sorelle germani, consanguinei o uterini, i genitori adottivi, i fratelli
        e sorelle adottivi e i figli adottivi”.
Ai sensi del Codice penale non possono quindi essere considerate parenti le persone che
intrattengono tra loro relazioni prive di vincoli giuridici (ad es. i conviventi) o i datori di lavoro.

L’associazione “Prospettiva Parenti e Prigioni” ritiene che il concetto di parentela debba
essere inteso nel senso più ampio del termine. Da una parte, infatti, i rapporti con i membri
della famiglia non sono sempre desiderati o richiesti, mentre dall’altra le relazioni di amicizia
o con persone esterne alla cerchia familiare (ad es. colleghi di lavoro, compagni di squadra o
vicini di lunga data) sono spesso più importanti e significative per i detenuti. Per questo
motivo l’associazione “Prospettiva Parenti e Prigioni” include nel concetto di parentela tutte le
persone che intrattengono una relazione stretta con i reclusi.

1
 Universitäre Psychiatrische Dienste. (2005). Konzept für die Angehörigenarbeit in den UPD Bern. Consultato su
www.angehoerige.ch

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2.2. Fatti e cifre
Ad oggi non esistono statistiche ufficiali sul numero di parenti delle persone detenute in
Svizzera. Il motivo di questa mancanza è che non esiste un registro centralizzato a livello
cantonale o federale in cui confluiscano le informazioni sul retroterra sociale che in molti casi
vengono censite al momento dell’ingresso in istituto o del trasferimento tra istituti. È tuttavia
possibile ottenere una stima di questo numero sulla base delle cifre disponibili per il 2019. In
quell’anno gli adulti detenuti in Svizzera erano 69432, di cui il 94% di sesso maschile;
possiamo quindi presumere che tra i loro parenti ci siano coniugi o conviventi, nella
maggioranza dei casi donne. Inoltre, considerato che la maggior parte dei reclusi aveva
meno di 45 anni (nel 2018 erano poco meno del 80%3) e che 468 di loro erano minori4, è
altamente probabile che tra i parenti ci siano anche i loro genitori. Un ultimo dato riguarda poi
la nazionalità della popolazione detenuta, che nel 72% dei casi era straniera, portandoci
quindi a supporre che una parte dei parenti non risiedano in Svizzera.
Se prendiamo poi le stime di Kawamura-Reindl5 relative alla Germania, dove ci sarebbero
circa 500 000 parenti di persone detenute, possiamo desumere che in Svizzera questi siano
approssimativamente 50 000. Per quanto riguarda i figli, possiamo invece basarci sui dati
forniti dalla rete paneuropea Children of Prisoners Europe (COPE), che lavora per e con i
figli di detenuti. Secondo le sue stime, nell’Unione europea si contano ogni giorno 800 000
minori con almeno un genitore recluso; questa cifra sale a 2,1 milioni se si considerano tutti i
Paesi membri del Consiglio d’Europa6. L’Ufficio federale di giustizia calcola a 9000 il numero
di minori che nel 2018 avevano almeno un genitore in un istituto penitenziario7.

2.3. Aspetti normativi
La reclusione di un parente può avere come conseguenza la limitazione, temporanea o
permanente, dei diritti fondamentali degli individui. A questo riguardo, si segnalano le

2
  Ufficio federale di statistica. (2019). Istituti di esecuzione delle pene. Consultato su www.bfs.admin.ch
3
  Ufficio federale di statistica. (2019). Straf- und Massnahmenvollzug: Einweisungen nach Geschlecht,
Nationalität und Alter / Exécution des peines et des mesures: incarcérations selon le sexe, la nationalité et l'âge.
Consultato su www.bfs.admin.ch
4
  Ufficio federale di statistica. (2019). Minorenni collocati per sanzione penale il giorno di riferimento secondo il
sesso, l'età e la cittadinanza. Consultato su www.bfs.admin.ch
5
  Kawamura-Reindl, G. (2016). Zur «Konjunktur» der Hilfe für Angehörige Inhaftierte in Deutschland. In L.
Halbhuber-Gassner, B. Kappenberg, W. Krell, Wenn Inhaftierung die Lebenssituation prägt (pagg. 17-36).
Friburgo in Brisgovia: Lambertus.
6
  Children of Prisoners Europe. (2016). Facts and Figures. Consultato su www.childrenofprisoners.eu
7
  Ufficio federale di giustizia. (2018). Im Gefängnis Eltern bleiben / Continuer à jouer son rôle de parent en prison.
#prison-info 1/2018, pag. 4. Consultato su www.bj.admin.ch

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seguenti norme internazionali e nazionali che hanno un impatto diretto o indiretto sui diritti
dei parenti delle persone detenute:

   •   le Regole minime delle Nazioni Unite per il trattamento dei detenuti del 2015 (regole
       Nelson Mandela),
   •   le Regole penitenziarie europee del 2006 (raccomandazione Rec(2006)2 del
       Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli Stati membri),
   •   il Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 (RS 311.0),
   •   la Costituzione federale del 18 aprile 1999 (RS 101),
   •   i principi per l’esecuzione delle sanzioni penali in Svizzera approvati dalla CCDGP il
       13 novembre 2014.

I diritti dei figli delle persone detenute, che godono di particolare protezione, sono invece
sanciti nei seguenti documenti:

   •   la Raccomandazione sui figli dei detenuti del Comitato dei Ministri del Consiglio
       d’Europa agli Stati membri (CM/Rec(2018)5),
   •   la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20
       novembre 1989 (ratificata dalla Svizzera il 24 febbraio 1997),
   •   le considerazioni e raccomandazioni sull’applicazione della Convenzione delle
       Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (secondo, terzo e quarto
       rapporto della Svizzera, 2015).

Nonostante esistano disposizioni specifiche sull’argomento, manca ad oggi una strategia
nazionale in materia di trattamento dei parenti delle persone detenute.

3. Problematiche

3.1. Prospettiva dei Parenti delle persone detenute
Durante la permanenza in istituto i detenuti vivono uno sradicamento dai propri ruoli e quadri
di riferimento abituali all’interno della società e possono perdere la propria identità di padri,
madri, partner, membri della famiglia ecc. Tuttavia, le conseguenze della privazione della
libertà non si fanno sentire solo sulle persone che la subiscono direttamente, ma anche sulla

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loro rete sociale; la reclusione, infatti, comporta un isolamento su entrambi i fronti. Gli studi8
identificano le seguenti situazioni potenzialmente a rischio per i parenti dei detenuti: (1) la
perdita del reddito del partner recluso, che può influire pesantemente sulle condizioni
economiche; (2) la perdita di una persona di riferimento e la necessità di elaborare la
separazione, con possibili ripercussioni sulla psiche e sulla salute; (3) la stigmatizzazione,
presunta o reale, da parte della cerchia sociale e della società, che è spesso fonte di forte
stress. Tutto ciò può portare i parenti a trascurare (o a non poter più coltivare) i rapporti
sociali, perdendo il proprio status all’interno della società. Il venire meno di un genitore ha poi
conseguenze particolarmente gravose sullo sviluppo sociale ed emotivo dei bambini.
Nonostate il notevole impatto che la reclusione può avere sulla vita dei parenti dei detenuti,
sinora in Svizzera è stato raramente tenuto in debita considerazione dalla scienza,
dall’opinione pubblica e dal settore sociale, che sia all’interno o all’esterno degli istituti.

Per quanto riguarda l’assistenza ai parenti delle persone recluse, occore inoltre rimarcare il
divario attualmente esistente tra la Svizzera romanda, dove è presente una rete capillare
attraverso la fondazione Relais Enfants Parents Romands (REPR), e la Svizzera tedesca,
dove l’offerta è praticamente assente sia all’interno che all’esterno degli istituti.

3.2. Prospettiva dei Persone detenute
Il Codice penale e diverse convenzioni internazionali evocano la necessità di assicurare la
relazione dei detenuti con i parenti. Ad esempio, la regola 58 delle Regole minime delle
Nazioni Unite per il trattamento dei detenuti stabilisce che a questi ultimi devono essere
consentiti rapporti regolari con familiari e amici avvalendosi dei mezzi di comunicazione
disponibili. Inoltre, gli istituti penitenziari devono disporre di locali per le visite dei coniugi, nel
rispetto della sicurezza e della dignità. Ulteriori indicazioni in merito sono contenute nell’art.
24 delle Regole penitenziarie europee (“Contatti con l’esterno”) e nell’art. 84 del Codice
penale (“Relazioni con il mondo esterno”). Si segnala infine l’art. 75 del Codice penale sui
principi in materia di esecuzione delle pene detentive, il quale stabilisce che l’esecuzione
deve, tra le altre cose, “ovviare alle conseguenze nocive della privazione della libertà”,
“promuovere il comportamento sociale del detenuto” e stabilire un piano di esecuzione. In
particolare, tale piano deve contenere indicazioni specifiche sui rapporti con l’esterno e sulla
preparazione alla vita in libertà. In virtù di quanto sopra, vediamo quindi come i contatti del

8
 Kawamura-Reindl, G. (2018). Hilfen für Angehörige Inhaftierter. In Heinz Cornel, Gabriele Kawamura-Reindl &
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Bernd-Rüdeger Sonnen (a cura di). Resozialisierung: Handbuch (4 ed., pag. 503513). Baden: Nomos
Verlagsgesellschaft.

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detenuto con l’esterno siano previsti dalla legge, nel rispetto delle necessarie diposizioni di
sicurezza.

Ai fini di completezza è altresì importante menzionare in questa sede i diritti dei minori, come
il diritto a “intrattenere regolarmente rapporti personali e contatti diretti con entrambi i
genitori” sancito dall’art. 9 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza; tale diritto deve essere garantito anche ai figli dei detenuti in forza del
principio di non discriminazione stabilito dall’art. 2 della medesima Convenzione. Inoltre, i
diritti   dei    minori    e   le   misure    necessarie     alla   loro   tutela   sono     esplicitati    nella
Raccomandazione del 2018 del Consiglio d’Europa, in particolare per quanto attiene agli
istituti penitenziari. La Svizzera, in quanto membro del Consiglio d’Europa, è tenuta ad
attuare tale documento.

In sintesi, il diritto dei detenuti a intrattenere rapporti con l’esterno e il diritto delle persone
all’esterno degli istituti ad avere contatti con i reclusi trova il proprio fondamento nel quadro
normativo svizzero. L’obbligo di assicurare tali diritti, che ricade sugli istituti penitenziari e
sulle autorità competenti, esige e promuove un lavoro attivo con i parenti delle persone
private della libertà.

3.3. Prospettiva dei Risocializzazione delle persone detenute
La letteratura specialistica evidenzia come i parenti possano svolgere un ruolo non
trascurabile nel processo di risocializzazione del reo e, pertanto, contribuire in maniera
significativa al suo reinserimento9. Continuare a partecipare alla vita familiare può infatti
avere un effetto motivante e creatore di senso per il detenuto, influenzando positivamente
l’esperienza complessiva della privazione della libertà. A fine pena, inoltre, la rete sociale
offre all’ex detenuto un sostegno materiale e, spesso, anche un quadro di riferimento e
supporto in cui ricevere riconoscimento e fiducia. Anche in Svizzera gli esperti in materia di
esecuzione penale riconoscono che il coinvolgimento, a determinate condizioni, dei parenti
delle persone detenute offre un elevato potenziale. Gli specialisti intervistati nel quadro dello
studio condotto da Manzoni e Hofer (2017) rimarcano che i parenti dei detenuti possono
contribuire alla risocializzazione, influenzare positivamente atteggiamenti e comportamenti,
fornire sostegno, favorire l’equilibrio e rafforzare l’autostima; a ciò si aggiunge che il lavoro

9
    Farmer, M. (2017). The Importance of Strengthening Prisoners' Family Ties. To Prevent Reoffending and
      Reduce Intergenerational Crime. Londra: Ministero della Giustizia.

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con i parenti può assumere una funzione importante nella prevenzione della recidiva10. Di
conseguenza, garantire una rete sociale stabile sul lungo periodo per il detenuto, durante e
dopo il periodo di reclusione, è non solo nell’interesse immediato dei parenti, che vedono le
loro condizioni di vita migliorate, ma anche della società nel suo complesso, che sia dal
punto di vista economico o della sicurezza. Per mantenere in vita e alimentare questa rete
sociale è importante intervenire già a livello degli istituti penitenziari, creando strutture volte a
prevenire l’alienazione delle persone direttamente interessate dalle misure privative della
libertà.

4. Per un lavoro attivo con i parenti delle persone detenute
L’associazione “Prospettiva Parenti e Prigioni” ritiene che tutti i parenti di detenuti, che siano
figli, coniugi, genitori, fratelli o persone a loro vicine, non debbano essere penalizzati per atti
che non hanno commesso. In tal senso, rivendica una maggiore attenzione ai parenti
all’interno e all’esterno degli istituti, allo scopo di integrare la loro prospettiva (in particolare
dei minori) e quella dei detenuti e contribuire a una risocializzazione efficace e, di riflesso,
alla prevenzione della recidiva.

Affinché il lavoro con i parenti delle persone detenute risulti efficace è necessario:

       •   raccogliere dati esaustivi sui parenti e in particolare sui minori;
       •   tenere conto dei diritti dei parenti durante l’intero processo di esecuzione della pena;
       •   adeguare la legislazione svizzera e l’esecuzione delle pene alla Raccomandazione
           sui figli dei detenuti del Consiglio d’Europa;
       •   aiutare e incoraggiare i detenuti ad assumere il proprio ruolo di padri, madri, partner
           ecc.;
       •   istituire sportelli specializzati al di fuori degli istituti che offrano la necessaria
           assistenza ai parenti delle persone detenute;
       •   realizzare progetti di ricerca sul tema dei parenti delle persone detenute.

10
     Manzoni, P. & Hofer, R. (2018). Angehörigenarbeit in der Schweiz – Stand und Herausforderungen aus Sicht
     des leitenden Vollzugspersonals. Bewährungshilfe Soziales, Strafrecht, Kriminalpolitik (65 (3).

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5. Pubblico
L’associazione “Prospettiva Parenti e Prigioni” mette a disposizione le basi teoriche per
lavorare con i parenti delle persone detenute e offre un servizio di consulenza sulle
applicazioni pratiche di tali conoscenze. In tal senso, il lavoro dell’associazione è
principalmente rivolto agli operatori del settore penitenziario; le conoscenze teoriche di base
sono tuttavia destinate a un pubblico più ampio, per consentire a chiunque sia interessato di
farsi un’idea sull’argomento. Attualmente il servizio di consulenza non è aperto ai parenti
delle persone detenute.

6. La nostra missione
L’associazione     “Prospettiva       Parenti   e    Prigioni”     si   impegna    per   promuovere    e
professionalizzare il lavoro con i parenti delle persone detenute, sia all’interno che all’esterno
degli istituti penitenziari e in tutta la Svizzera. L’associazione considera il lavoro con i parenti
come parte integrante e imprescindibile dell’attività in campo sociale all’interno e all’esterno
degli istituti, come pure di altri ambiti di attività e discipline. Per questo motivo, l’associazione
persegue i seguenti obiettivi:

    •   trasmissione delle conoscenze: elaborazione delle conoscenze di base sul lavoro
        con i parenti delle persone detenute e messa a disposizione dei materiali allo scopo
        di sensibilizzare gli specialisti, i diretti interessati e la società;
    •   applicazione       pratica:     attuazione       nel     settore   giudiziario   svizzero   delle
        Raccomandazioni sui figli dei detenuti del Comitato dei ministri del Consiglio
        d’Europa agli Stati membri;
    •   creazione di reti / assistenza: catalogazione dei progetti e delle iniziative rivolti ai
        parenti delle persone detenute all’interno e all’esterno degli istituti e, ove possibile,
        creazione di reti.

7. Le nostre attività
Trasmissione delle conoscenze: elaborazione, messa a dispozione e diffusione delle
conoscenze di base.

    •   Infoteca / piattaforma di consultazione: creazione di un sito Internet multilingue
        (DE, FR, IT) per la consultazione del materiale raccolto (ad es. studi, articoli
        specialistici, bibliografie, articoli di giornale, rimandi alle principali basi giuridiche).

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Progetto Associazione «Prospettiva Parenti e Prigioni»

   •   Formazione      continua      per    il   personale      penitenziario:   organizzazione    di
       moduli/corsi formativi sul lavoro con i parenti delle persone detenute (ad es.
       conoscenze teoriche, applicazione pratica delle raccomandazioni del Consiglio
       d’Europa).
   •   Sensibilizzazione: partecipazione alle discussioni degli specialisti e attività di
       lobbying per la professionalizzazione del lavoro con i parenti delle persone detenute
       (ad es. prese di posizione / interviste con i media, partecipazione alle consultazioni su
       proposte politiche in materia).

Applicazione pratica: attività di consulenza sul lavoro professionale con i parenti delle
persone detenute rivolta agli operatori del settore giudiziario in Svizzera.

   •   Analisi e consulenza: attività di consulenza sull’applicazione pratica delle
       raccomandazioni del Consiglio d’Europa rivolta agli istituti penitenziari. Su richiesta,
       messa in contatto di diversi istituti allo scopo di condividere le migliori pratiche.
   •   Sensibilizzazione     degli      operatori      del   settore   giudiziario   svizzero   sulle
       raccomandazioni del Consiglio d’Europa: attività di lobbying per promuovere
       l’attuazione delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa negli istituti penitenziari.

Creazione di reti / assistenza: promozione di progetti esistenti e nuovi sul lavoro con i
parenti delle persone detenute.

   •   Catalogazione dei progetti in corso all’interno degli istituti: creazione di un sito
       Internet dove catalogare i progetti attualmente in corso negli istituti penitenziari allo
       scopo di consentire agli istituti di imparare dalle pratiche degli altri e favorire lo
       scambio.
   •   Consulenza e sostegno a progetti di assistenza per i parenti delle persone
       detenute: attività di consulenza rivolta a organizzatori di progetti, nel limite delle
       possibilità dell’associazione.
   •   Prison Guide svizzera: creazione di un sito Internet con informazioni sugli istituti
       penitenziari rivolte ai parenti delle persone detenute.

8. Le nostre competenze
L’associazione    “Prospettiva Parenti e Prigioni” attribuisce grande importanza alle
competenze specialistiche del Comitato direttivo. Oltre al lavoro con i parenti delle persone
detenute, si interessa alle ultime conoscenze provienenti dal mondo della ricerca e alle

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riflessioni in corso nel campo dell’esecuzione penale. L’associazione impiega, ove possibile,
anche collaboratori volontari ed è in contatto con istituzioni e organizzazioni qualora lo
ritenga utile o necessario.

9. Chi siamo
Il lavoro dell’associazione viene portato avanti principalmente dai membri del Comitato
direttivo. La lista aggiornata dei membri è cosultabile sul sito www.angehoerigenarbeit.ch.

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