Aspetti ambientali della somministrazione dell'energia a sistemi chimici
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Aspetti ambientali della somministrazione dell’energia a sistemi chimici Sommario I costi ambientali da pagare ogni qual volta ci si serve di energia (in qualsiasi forma, sia essa elettrica o termica) sono molto importanti: spesso, infatti, l’impatto ambientale globale legato a determinati processi o prodotti è dominato in gran parte da questo tipo di contributi. Per cercare di diminuire tali costi, è necessario utilizzare l’energia nel modo più efficiente possibile. Questo aspetto è sicuramente tenuto in grande considerazione in tutti gli impianti industriali, mentre spesso viene trascurato a livello di laboratorio. Tutte le modalità disponibili per somministrare l’energia necessaria a condurre una sintesi richiedono un certo consumo di energia elettrica, tuttavia l’efficienza può variare moltissimo, entro un ampio intervallo di valori. Un’analisi dettagliata sulle varie tecniche di riscaldamento di un sistema ha rivelato che, a parità di energia termica erogata, sono necessari quantitativi di energia molto diversi tra loro a seconda del metodo scelto. L’utilizzo di un mantello riscaldante per condurre una determinata reazione, ad esempio, permette di consumare il 70% dell’energia che si dovrebbe usare nel caso si ricorresse ad un bagno ad olio; impiegando le micro-onde, invece, la percentuale scende al 20%. Queste differenze possono essere spiegate in funzione del diverso quantitativo di energia che viene dissipato nell’ambiente, ad esempio, durante il trasferimento dell’energia dal mezzo riscaldante all’ambiente di reazione. L’importanza di questo aspetto è sottolineata dai valori enormemente diversi tra loro che si riscontrano. L’efficienza nel somministrare energia ha una grande influenza sulle reazioni chimiche e dovrebbe quindi essere valutata attentamente, in analogia a quanto accade per la scelta dei reagenti. Nel caso fosse possibile utilizzare un mantello riscaldante, esso sarebbe da preferire rispetto al bagno ad olio; metodi non convenzionali di somministrare l’energia, come le micro-onde, possono abbattere ulteriormente i consumi energetici. È, inoltre, necessario isolare perfettamente tutta la strumentazione, così da minimizzare le perdite energetiche e, di conseguenza, l’energia globale che deve essere impiegata. I suggerimenti forniti sono da ritenersi validi solo qualora non intervengano problemi di sicurezza (ad esempio: sovra-riscaldamento legato all’utilizzo di mantelli riscaldanti) o di natura pratica che ne sconsiglino l’applicazione. 1
Lo scopo dello studio riportato in questo articolo non è quello di diminuire l’ “insignificante” consumo energetico a livello dei laboratori, bensì quello di sensibilizzare gli studenti riguardo i consumi e le perdite energetiche che accompagnano le reazioni chimiche. Viceversa, su larga scala, questi aspetti determinano l’efficienza complessiva di una reazione. Introduzione L’impatto ambientale derivante dall’utilizzo di energia (ad esempio: le emissioni connesse con la produzione di energia elettrica o termica tramite combustibili fossili) domina molto spesso il bilancio ecologico di un processo (Beck et al., 2000), ovvero il carico ambientale che esso possiede. A livello delle reazioni chimiche, è quasi sempre necessario aggiungere o sottrarre energia termica. Nel caso dei processi di laboratorio, l’energia viene spesso fornita tramite dispositivi come il mantello riscaldante o il bagno riscaldante (ad olio o ad acqua); tra le alternative, ricordiamo la possibilità di ricorrere alle micro-onde, agli ultra-suoni o all’energia meccanica, anche se esse sono sicuramente meno comuni e trovano (solitamente) applicazioni molto specifiche. Sebbene sia possibile fornire energia tramite modalità molto diverse tra loro, in realtà non ci sono grandi differenze nei dispositivi usati: tutti, infatti, non fanno nient’altro che prelevare l’energia elettrica proveniente dalla rete e convertirla nella forma desiderata. Ricerca Quale metodo per somministrare energia ne richiede la quantità minore? Quale tra tutti i metodi disponibili per somministrare energia è il più favorevole da un punto di vista ecologico? In altre parole, quale metodo richiede il minor quantitativo di energia per una data reazione e quindi presenta l’efficienza maggiore? Per rispondere a queste domande, si è scelta una reazione che è stata realizzata inizialmente con un mantello riscaldante, quindi con una piastra riscaldante dotata di bagno ad olio e, per finire, ricorrendo alle micro-onde; per monitorare il consumo energetico, è stato impiegato un contatore apposito. 2
I risultati delle misurazioni hanno evidenziato che il mantello riscaldante richiede solo il 70% dell’energia consumata dal bagno ad olio e che le micro-onde permettono un risparmio energetico che si aggira attorno all’ 80% (Diehlmann, 2002). Quali sono le ragioni alla base di queste differenze? Come già detto, sono state riscontrate differenze significative nel consumo energetico dei diversi metodi presentati. Quali sono le ragioni alla base di tutto ciò? Rispetto alle classiche procedure di riscaldamento (mantello riscaldante, bagno ad olio), la sintesi assistita dalle micro-onde permette tempi di reazioni molto più brevi (circa trenta minuti) e questo può essere un primo fattore molto importante. Al contrario, non esistono particolari differenze tra l’utilizzo di un mantello riscaldante, oppure di una piastra dotata di bagno ad olio (in entrambi i casi, il tempo di reazione si attesta sulle due ore circa): la differenza tra queste due modalità deve quindi essere cercata altrove. L’apparato sperimentale sotto l’occhio della camera a raggi IR Con l’aiuto di una termografia (Fig. 1, Fig. 2), è stato possibile “visualizzare” le differenze tra i diversi metodi considerati. T [°C] P01 72,11 P02 129,61 P03 134,80 P04 189,65 P05 52,06 R11 R12 Media 130,9 135,3 Min 129,6 54,64 Max 133,1 204,1 Fig. 1: Foto ai raggi IR – piastra riscaldante con bagno ad olio 3
La temperatura della superficie dell’apparato sperimentale raggiunge punte di 190 °C quando si utilizza una piastra riscaldante dotata di bagno ad olio; quella della superficie del recipiente dell’olio, invece, si aggira attorno ai 130 °C. L’impiego del mantello riscaldante, al contrario, comporta il raggiungimento di temperature decisamente inferiori: la temperatura massima della superficie esterna registrata in questo secondo caso, infatti, tocca a malapena i 50 °C, un valore decisamente inferiore, se paragonato ai dati precedentemente riportati. T [°C] P01 23,34 P02 22,64 P03 37,58 P04 50,79 R11 R12 Media 49,28 29,46 Min 45,71 28,99 Max 51,48 30,16 Fig. 2: Foto ai raggi IR – mantello riscaldante La temperatura superficiale influenza il trasferimento di energia La perdita di energia da parte di un corpo verso l’ambiente avviene principalmente tramite processi convettivi; l’irraggiamento termico, al contrario, riveste un ruolo marginale nel processo in esame. Secondo l’equazione di trasmissione del calore, l’energia emessa tramite processi convettivi (QK) cresce all’aumentare della differenza di temperatura tra l’apparato sperimentale e l’ambiente circostante. QK = α · F · (Tapparato – Tambiente) · ∆t Qk = energia emessa secondo processi convettivi dall’apparato sperimentale α = coefficiente di trasferimento del calore F = superficie dell’apparato sperimentale Tapparato = temperatura superficiale dell’apparato sperimentale Tambiente = temperatura dell’ambiente circostante ∆t = tempo di trasferimento del calore 4
L’isolamento e il tempo di reazione spostano il bilancio Per quanto riguarda il discorso delle micro-onde, risulta chiaro che il vantaggio principale di questa tecnica rispetto alle varianti classiche consiste nel minor tempo di reazione: le perdite energetiche, infatti, diminuiscono di pari passo con il tempo di reazione. Per quanto riguarda le differenze tra mantello riscaldante e bagno ad olio (in questo caso la durata è analoga), bisogna ancora prendere in considerazione l’equazione precedentemente riportata: a causa delle differenze di temperatura superficiale dei due mezzi riscaldanti, si ha a che fare con diversi quantitativi di energia trasferiti all’ambiente; per compensare queste perdite, è quindi necessario sfruttare differenti quantità di energia elettrica. A partire dai risultati ottenuti dalle termografie, è stato possibile valutare (approssimativamente) l’energia trasferita all’ambiente da parte dei due apparati sperimentali: con un mantello riscaldante viene perso il 50% circa dell’energia effettivamente prelevata dalla rete, mentre nel caso del bagno ad olio tale valore sale fino all’ 85%. Le differenze a livello di perdite energetiche e di temperature superficiali riscontrate nei due apparati sperimentali classici possono essere (entrambe) spiegate tramite il miglior isolamento del mantello riscaldante rispetto a quello del bagno ad olio. Conclusioni Aspetto Generale: Nell’analisi dell’impatto ambientale di una reazione, l’aspetto della modalità tramite cui viene fornita energia al sistema è decisamente sottovalutato. Il nostro studio mostra, invece, che il principale contributo all’impatto ambientale di una sintesi è dovuto a processi preliminari: la maggior parte di tali costi, infatti, risiede nell’inquinamento legato alla produzione dell’energia elettrica nelle centrali. Per migliorare la situazione attuale, in futuro sarà quindi fondamentale porre sullo stesso piano gli aspetti energetici di una reazione con tutti quelli che vengono normalmente considerati come preliminari: non è sufficiente, infatti, che la “chimica” di una reazione sia corretta, bensì devono essere adeguati anche la sua durata (per cui: attenzione alla cinetica!), la temperatura a cui si svolge e l’isolamento dell’apparecchiatura. Aspetto Pratico: Alla luce dei risultati del nostro studio, è possibile dare alcuni consigli sulla scelta dell’apparecchiatura da usare per condurre una reazione su scala di laboratorio. Se non ci sono controindicazioni, è meglio preferire il mantello riscaldante al bagno ad olio; il problema non risiede, tuttavia, nell’efficienza dei due dispositivi, che è praticamente uguale, bensì è 5
l’efficienza del trasferimento di calore alla miscela di reazione a fare la differenza. Questa differenza è legata ad un migliore isolamento e ad una superficie minore del mantello riscaldante rispetto ai valori presentati dal bagno ad olio. L’impiego di nuove tecnologie (ad esempio: reazioni assistite da micro-onde) può ulteriormente migliorare la situazione su scala di laboratorio; il tempo di reazione, tuttavia, deve essere notevolmente inferiore rispetto ai metodi classici per poter riscontrare un effettivo guadagno. L’efficienza delle micro-onde, infatti, si attesta attorno al 50% circa, con la differenza che la potenza in uscita viene (quasi) integralmente trasferita al mezzo di reazione. Per finire, è opportuno sottolineare che un buon isolamento dell’apparecchiatura migliora sempre il consumo energetico. È importante ricordare che i suggerimenti forniti sono da ritenersi validi, solo qualora non intervengano problemi di sicurezza (ad esempio: sovra-riscaldamento legato all’utilizzo di mantelli riscaldanti) o di natura pratica che ne sconsiglino l’applicazione. Beck, A., Schering, M. und Hungerbühler, K. (2000). Fate modelling within LCA. The International Journal of Life Cycle Assessment, 5(2000), 1-10. Diehlmann, A. (2002). Beitrag zur Implementierung des Leitbildes "Nachhaltige Entwicklung" in der Chemieausbildung. Dissertation. Friedrich-Schiller-Universität Jena, Institut für Technische Chemie und Umweltchemie. 6
Puoi anche leggere