APPUNTI DI VIAGGIO: LO STRETTO DI MESSINA IN CITAZIONI ARTISTICHE E LETTERARIE - I.C. "Boer-Verona -Trento" Classe 1 D

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APPUNTI DI VIAGGIO: LO STRETTO DI MESSINA IN CITAZIONI ARTISTICHE E LETTERARIE - I.C. "Boer-Verona -Trento" Classe 1 D
APPUNTI DI VIAGGIO: LO STRETTO DI MESSINA
   IN CITAZIONI ARTISTICHE E LETTERARIE

           I.C. “Boer-Verona –Trento”
                   Classe 1^D
APPUNTI DI VIAGGIO: LO STRETTO DI MESSINA IN CITAZIONI ARTISTICHE E LETTERARIE - I.C. "Boer-Verona -Trento" Classe 1 D
Lo Stretto di Messina, per la sua particolare conformazione geografica, è stato sin dai tempi più antichi il luogo in
cui albergavano mostri, prodigi, sortilegi, metafora dell’ignoto e dello sconosciuto. Esso ha da sempre
rappresentato un punto di cesura e al contempo di collegamento fra l’isola e il resto dell’Europa e ha affascinato
tutti coloro che si sono soffermati a contemplarlo, descrivendo il fascino del luogo. Il mare e lo Stretto di Messina
da un lato attraggono, dall’altro si presentano come luoghi per eccellenza deputati al mistero, all’ignoto.
Di questo stretto braccio di mare abbiamo diverse testimonianze letterarie e artistiche sin dai tempi più remoti, a
dimostrazione di come questo luogo misterioso sia fonte di grande ispirazione.

   Suave, mari magno turbantibus aequora ventis e terra magnum alterius
   spectare laborem; non quia vexari quemquamst iucunda voluptas, sed quibus
   ipse malis careas quia cernere suavest. (Lucrezio, De rerum naturae, II)
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Le prime testimonianze iconografiche relative allo Stretto si ritrovano negli sfondi di
alcuni dipinti di Antonello da Messina, come le tre Crocifissioni e le due Pietà.

Antonello, Crocefissione, Bucarest,Muzeul   Antonello, Crocefissione, Londra,   Antonello, Crocefissione, Anversa, Musée
National de arta, 1460 ca.                  National Gallery, 1474 ca.          Royal des Beaux-Arts, 1475
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Al di là dell’indiscusso valore artistico, queste opere rivestono importanza anche sotto il
   profilo documentario, in quanto l’artista riproduce sullo sfondo le immagini dello Stretto.

Antonello qui realizza una delle    Dal dipinto possiamo notare le mura        Anche in quest’opera l’artista
più       antiche       immagini    da cui la città era delimitata. Esse       ci rimanda una suggestiva
realistiche del golfo di Messina.   saranno      sostituite    da     quelle   immagine dello Stretto. In
Si riconoscono nella zona           cinquecentesche realizzate sotto           alto a destra è evidente una
falcata il medievale monastero      Carlo V. Al di là del dolce declivio dei   fortezza,      probabilmente
del S. Salvatore e, a destra le     colli, fa da fondale l’insenatura dello    Rocca     Guelfonia,      che
strutture architettoniche del       Stretto.                                   sovrastava la città.
Convento dei frati minori
osservanti di san Francesco
con la Chiesa di S. Maria del
Gesù Inferiore.
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Dalla metà del XVII secolo proliferano le immagini relative allo Stretto, grazie a una serie di opere di artisti
   fiamminghi operanti a Roma, impegnati nella pittura paesaggistica, allora definita dagli esperti d’arte “di
   genere”. Nell’immagine possiamo ammirare una veduta a volo d’uccello di Messina, opera attribuita
   all’olandese Abraham Casembrot. In primo piano si nota la zona falcata con il monastero di San Salvatore e
   la Lanterna montorsoliana. Le vecchie mura cinquecentesche, nella zona antistante il porto, sono state
   sostituite dalla Palazzata, opera di Simone Gullì (1622).

Abraham Casembrot, Veduta di Messina, 1640-50, olio su tela, Messina, Museo Regionale
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Dello stesso artista è questo dipinto che raffigura un esempio di vita mondana della
nobiltà messinese del ’600: da un barcone con un baldacchino rosso alcuni gentiluomini
assistono alla caccia al pescespada, usanza tipica della città. Si notano i luntri e le
feluche, tipiche imbarcazioni adoperate per la cattura del pesce.

 Abraham Casembrot, Veduta dello Stretto di Messina, olio su tela, 1644, Napoli,
 Museo di S.Martino
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Anche in quest’opera, attribuita al francese Didier Barra, artista operante a Napoli
dal 1630, si nota una suggestiva immagine della città con la zona falcata. La città è
sovrastata dai colli Peloritani. Su di essa domina la fortezza di Matagrifone. A destra
si estendono i quartieri periferici di San Leo e del Ringo.

     Didier Barra (attribuito), Veduta di Messina, 1640-1650, olio su tela, Messina,
     Palazzo Zanca
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Un altro olandese, Gaspar van Wittel, nel XVIII secolo, si cimenterà in diversi
dipinti nelle vedute di Messina, ripresa da diversi punti. E’ alla sua pittura che
viene data per la prima volta la definizione di “veduta”. In effetti nelle sue
opere vi è una analisi realistica dei paesaggi, resi con lucida obiettività.

       G.Van Wittel, Messina dal colle del Tirone, olio su tela, Collezione privata
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Nella Veduta di Messina dal borgo S.Leo, van Wittel ci restituisce
 l’immagine di una città operosa e attiva, grazie anche all’attività fiorente
 del porto, solcato da numerose navi mercantili.

G.Van Wittel, Veduta di Messina dal borgo S.Leo, 1720, Praga, collezione privata
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Lo Stretto di Messina ha affascinato non solo artisti, ma anche letterati che nei secoli,
durante i loro viaggi, hanno lasciato importanti testimonianze sul fascino che la città e
il suo porto esercitavano, grazie anche ai miti e alle leggende che fiorirono sin dalla
notte dei tempi sullo stretto braccio di mare che separa l’isola dalla penisola.

Famosi e celebrati nei secoli sono i miti di Scilla, Glauco, Cariddi, Colapesce, Fata
Morgana, che hanno ispirato l’arte e la letteratura sin dall’antichità.
Il mito di Scilla e Cariddi
 Già nella più remota antichità era
 risaputa        la     difficoltà   di
 attraversamento delle acque dello
 Stretto, dovuta alle turbolenze
 dello stretto braccio di mare che
 separa lo Jonio dal Tirreno. Come è
 noto, tali gorghi e vortici sono stati
 identificati dai nostri progenitori
 nei due mostri, Scilla e Cariddi, che
 tanta fortuna ebbero sia nella
 produzione artistica sia in quella
 letteraria dall’età greca in poi.
 Celebri sono i versi dell’Odissea
 che descrivono il passaggio di
 Odisseo attraverso le due Sirene:
 Noi navigavamo dentro lo Stretto
 gemendo.
 Da una parte c’era Scilla;
 e dall’altra la divina Cariddi
 cominciò       spaventosamente      a
 inghiottire
 l’acqua salata del mare
 (Odissea, Canto XII)

                                          H.Fussli, Odisseo tra Scilla e Cariddi
Uno dei primi viaggiatori, il nobile andaluso Tafur, durante la sua peregrinazione in Europa
avvenuta tra il 1436 e il 1439, toccò lo Stretto di Messina; malgrado il mare fosse tranquillo,
la nave ebbe difficoltà a doppiare il Faro a causa delle correnti avverse. Tafur, attingendo
alle nozioni mitologiche, evocò le sirene, “donne dalla cintola in su e pesce dalla cintola in
giù” quale causa delle difficoltà di navigazione.
La leggenda della Fata Morgana

Il fenomeno di rifrazione che, in particolari condizioni atmosferiche, si manifesta
nelle acque dello Stretto viene attribuito, secondo la leggenda, ai poteri della Fata
Morgana. Nel 1643, il gesuita Padre Angelucci studiò il prodigio e scrisse di tale
“arcana apparizione” parlando di un vapore che si alzava dal mare, che creava il
miraggio di “una fila di più di diecimila pilastri… castelli reali… teatri di colonnati…
lunghissime facciate di finestre”.
Il Grand Tour

Dalla metà del XVIII secolo la Sicilia diviene meta preferita del Grand Tour, ovvero il
viaggio intrapreso da nobili e intellettuali in Italia meridionale, in Sicilia e in Grecia alla
ricerca delle antiche tracce della civiltà greca.
Numerosissimi sono gli stranieri che dal 1700 al 1800 hanno visitato la Sicilia, lasciando
nei loro scritti o nei loro disegni citazioni e appunti che per una città come Messina
sono di fondamentale importanza, perché lasciano traccia del passato di una città che
a causa dei terremoti ha perso il tessuto architettonico e sociale che la
contraddistingueva.
Lo scozzese Patrick Brydone è stato il primo di una lunga serie di viaggiatori che ci
hanno lasciato impressioni sulla Sicilia. Giunse in Sicilia nel 1770. A Messina rimane
colpito dal porto e dalla Palazzata: Nel porto v'è un gran numero di galere: tre di queste
hanno fatto vela questa mattina per incrociare attorno all'isola e proteggerla dagli
attacchi improvvisi dei pirati, che sono molto inopportuni sulla costa meridionale. (da
Viaggio in Sicilia e a Malta, 1773)

          Filippo Villari, Veduta di Messina, 1732, Università degli studi di Messina
Col viaggio in Sicilia e nella Magna Grecia
nella primavera del 1767 Johann Hermann
von Riedesel realizzava il sogno di ogni
classicista dell’epoca: visitare se non la
Grecia, almeno, la sua non secondaria
appendice italiana.

Appassionato cultore del classicismo, come
mostra la sua amicizia con Winckelmann,
nel suo Reise durch Sizilien und
Großgriechenland (Viaggio attraverso la
Sicilia e la Magna Grecia) (1771), a proposito
di Messina, scrive:

Il posto è stupendo e il porto…eccezionale e
impareggiabile
Jean Houel merita un posto di rilievo tra i viaggiatori stranieri a Messina. Nel Voyage
pittoresque des isle de Sicile, Malta et de Lipari (1787) ci lascia un cospicuo numero di
illustrazioni relative alla natura, ai costumi e usi degli abitanti, ai monumenti. A Messina si
interessò alla caccia del pesce spada e allo spettacolo della Fata Morgana. A tal proposito,
egli, nel suo Viaggio in Sicilia sostiene che questo fenomeno derivi “dalle parti più sottili di
quel bitume che si deposita sulle spiagge, proveniente da chissà quale abisso marino”;
questo “bitume”, stendendosi sulla superficie marina “diventa più leggero, si combina, si
volatilizza ed evapora assieme alle particelle di acqua che l’aria porta su nell’atmosfera”
creando delle vere e proprie distorsioni ottiche.
Johann Wolfgang von Goethe
Giungendo a Messina, sono rimasto
particolarmente colpito dallo stupendo
scenario nel quale è incastonata la
città, distesa tra le falde dei monti
Peloritani, degradanti verso la costa, e
lambita dal mare, che rinvia al ricordo
di miti suggestivi e di antiche
leggende, tanto vivi nelle credenze del
mondo classico e diventati in seguito
patrimonio del linguaggio e della
letteratura mondiale. Ma, sorvolando
lo Stretto, il ricordo è andato
soprattutto ai primi apostoli del
Vangelo – a Paolo, in particolare (cf. At
28, 13), che hanno solcato queste
acque, prima di arrivare sulle sponde
italiche, mentre eran diretti a
testimoniare il Cristo ed a portarne
l'insegnamento a Roma, nel cuore
stesso dell'Impero. Ho anche pensato
all'innumerevole schiera di persone –
intraprendenti navigatori o semplici
turisti –, che di qui son passati,
utilizzando una naturale e vantaggiosa
rotta per raggiungere approdi di
commercio, di studio o di svago.
Alexandre Dumas
Messina, la nobile. Il martedì
12 maggio 1835, alle ore
quattro pomeridiane un
drappello si mette in marcia
alla conquista della civiltà e
del sole mediterraneo.
Nello Stretto di Messina, tra un
vociare tutto latino, risuona la
melodia di una ballata
romantica. Proviene da una
barca, dove una donna velata
intona il disperato lamento
amoroso della Margherita di
Faust.
Guy de Maupassant

La Sicilia è il paese delle arance,
del suolo fiorito la cui aria, in
primavera, è tutto un profumo…
Ma quel che ne fa una terra
necessaria a vedersi e unica al
mondo, è il fatto che da
un’estremità all’altra, essa si
può definire uno strano e divino
museo di architettura”. (da
Viaggio in Sicilia, 1885)

                                      Carl August Shneganns

                                      Laggiù, alla marina, l’occhio si ferma con
                                      ammirazione sui palazzi che, in lunga, eguale e
                                      magnifica fila incorniciano il porto (…) Dopo il
                                      terremoto del 1783 il Governo ordinò che fosse
                                      realizzata questa Palazzata. L’ottava meraviglia
                                      del mondo.
L’importanza che lo Stretto di Messina ha rivestito dal punto di vista storico,
naturale e paesaggistico nei secoli scorsi ci fa capire quanto sia importante
preservarlo e tutelarlo affinché anche le future generazioni possano ammirare
questo splendido luogo della memoria
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