Anteprima degli avvenimenti astronautici del 2020

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Anteprima degli avvenimenti astronautici del 2020
Anteprima degli avvenimenti
                       astronautici del 2020
DI MATTEO CARPENTIERI ·

Modehttps://www.astronautinews.it/2020/01/anteprima-degli-avvenimenti-astronautici-del-2020/

llo al ROCC. Credit: ALTEC

Come ogni mese di gennaio, anche quest’anno proviamo a spingerci qualche
mese nel futuro per cercare di capire come si svolgerà il 2020 spaziale. Sarà
un anno di incertezza per quel che riguarda gli astronauti, ma anche ricco di
nuovi esaltanti sviluppi.

Non dimentichiamo, poi, l’instancabile lavoro delle sonde robotiche. Anche il
2020 non ci deluderà, con uno stuolo di nuove missioni marziane e l’attesa
missione cinese sulla Luna.

                             La stazione spaziale internazionale
Ancora più che l’anno scorso c’è molta incertezza sulle rotazioni degli
equipaggi delle varie Expedition sulla stazione spaziale internazionale (ISS).
Nel 2020 ci saranno solo due voli Sojuz, mentre non è chiaro se e quando le
navette americane potranno cominciare i loro voli commerciali.
Anteprima degli avvenimenti astronautici del 2020
Expedition 61 prima della storica EVA tutta femminile.
Ma andiamo con ordine. L’anno si è aperto in maniera piuttosto tradizionale,
con i 6 membri dell’Expedition 61 in orbita: il comandante dell’Expedition, Luca
Parmitano, insieme a Aleksandr Skvorcov, Christina Koch, Andrew Morgan,
Oleg Skripočka e Jessica Meir. A febbraio la Sojuz MS-13 di Luca e Aleksandr
dovrebbe rientrare, portando con sé anche Christina Koch al termine di una
missione molto lunga sulla ISS. Christina era infatti arrivata con la Sojuz MS-
12 a marzo dell’anno scorso, ma la sua permanenza fu estesa anche per
permettere la missione breve dell’astronauta emiratino Hazza Al Mansouri.
Christina prenderà il posto nella Sojuz di Andrew Morgan, che quindi resterà
anche lui più a lungo del previsto sulla ISS.
Ad aprile avverrà finalmente il primo lancio dell’anno di una Sojuz, la MS-16,
con a bordo Nikolaj Tichonov, Andrej Babkin e Christopher Cassidy. Poco dopo
è previsto il rientro della Sojuz MS-15, con i due occupanti originari Skripočka
e Meir, e Andrew Morgan. A quel punto l’equipaggio della ISS potrebbe
rimanere a soli tre elementi per lungo tempo. Il volo successivo della Sojuz, la
MS-17, è previsto infatti per ottobre, più o meno al termine della missione della
MS-16. In quel caso, inoltre, l’equipaggio sarà probabilmente formato da soli
astronauti russi, Anatolij Ivanišin, Ivan Vagner e Nikolaj Čub.
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Cassidy potrebbe comunque non essere l’unico americano a raggiungere la
ISS nel 2020. Siamo infatti in attesa di conoscere le date ufficiali di lancio per
le prossime missioni dimostrative di SpaceX (Dragon SpX-DM2) e di Boeing
(CST-100 Starliner Boe-CFT). Mentre l’azienda di Elon Musk ha subito ritardi
notevoli per via dell’esplosione della capsula di SpX-DM1 durante un test,
i successi recenti dell’in-flight abort test hanno ridato un certo ottimismo. Il volo
con gli astronauti Douglas Hurley e Robert Behnken potrebbe avvenire prima
dell’estate.
Al momento, anche il volo di CST-100 con Christopher Ferguson, Michael
Fincke e Nicole Mann è pianificato per prima dell’estate, ma visti i problemi
riscontrati durante il volo di test Boe-OFT, le incertezze rimangono alte. È molto
difficile, quindi, prevedere una data per il primo volo operativo verso la ISS, che
sia su una Dragon o su una CST-100. Al momento si prevede un lancio entro
la fine dell’anno, ma rimane tutto molto incerto. Allo stesso modo non è chiaro
chi farà parte di questo primo volo: la presenza di Michael Hopkins e Victor
Glover era stata annunciata da tempo, ma gli altri due partecipanti non sono al
momento noti, anche se in pole position sembra esserci il giapponese Soichi
Noguchi.

           Il lancio di CST-100 Starliner durante la missione Boeing OFT
Nel 2020 non partirà verso la ISS nessun astronauta europeo (anche se la
presenza è comunque garantita da Luca Parmitano, al momento in orbita). Dal
2001, anno in cui fece il suo ingresso nella ISS Umberto Guidoni, questo era
avvenuto solo nel 2012. Thomas Pesquet è comunque al lavoro per la sua
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prossima missione, che dovrebbe partire nel 2021 a bordo di una delle nuove
navette americane.
Per quel che riguarda i rifornimenti cargo, Northrop Grumman e la sua navetta
Cygnus hanno già cominciato nel 2019 i voli nell’ambito del programma CRS-
2 (Commercial Resupply Services), la seconda tranche di contratti commerciali
siglati dalla NASA, e continuerà anche nel 2020. Continuerà anche SpaceX, il
cui ultimo volo della Dragon nell’ambito del CRS-1 è pianificato per marzo e
proseguirà il 2020 con i voli del CRS-2. La terza navetta beneficiaria dei
contratti CRS-2, il Dream Chaser di Sierra Nevada, non comincerà i voli fino
almeno al 2021.

La configurazione della ISS non dovrebbe cambiare nel 2020, con il volo di
Nauka e dei nuovi moduli russi al momento pianificati tra almeno un anno.

                          Il programma Artemis
Il 2020 sarà un anno cruciale per il neo-ribattezzato programma Artemis anche
se per quest’anno non è prevista nessuna missione, né di test né operativa.
Se la NASA vorrà rispettare l’agenda aggressiva che gli è stata imposta,
quest’anno si dovranno vedere sia nuovi finanziamenti stanziati dal Congresso
americano sia rapidi sviluppi per quel che riguarda l’hardware di volo e i profili
di missione.
Continuano molto lentamente, infatti, i progressi per la missione Artemis 1, la
missione lunare senza equipaggio che servirà soprattutto a testare la capsula
Orion e lo Space Launch System (SLS). Sia Orion sia il primo stadio di SLS
sono quasi pronti, e passeranno i prossimi mesi a compiere gli ultimi
importantissimi test, che una volta completati porteranno all’assemblaggio
finale, con l’inclusione del secondo stadio e dei booster laterali. Per questo
motivo non si prevede un lancio prima del 2021, ma è lecito aspettarsi il
completamento dell’hardware, o quasi, entro la fine dell’anno.

La missione Artemis 2, quella con equipaggio, è programmata per il 2022. Se
la NASA vorrà rispettare i tempi questo significa che nel 2020 dovremmo
vedere progressi significativi anche su Orion e SLS per questa missione.

Il programma Artemis prevede poi una serie di missioni di supporto che
includono sia payload che lander commerciali sulla superficie lunare, sia quelle
che dovranno immettere in orbita lunare il cosiddetto Lunar Gateway, cioè la
stazione spaziale che farà da base ai nuovi sbarchi lunari, a partire da Artemis
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3. I primi lanci dei lander commerciali sono previsti per il 2021, il che significa
che quest’anno dovremmo vedere il completamento, o quasi, dei test sui lander
Peregrine di Astrobotic, e Nova-C di Intuitive Machines, che saranno i primi a
partire.

Orion in prossimità del Gateway con la Terra in fase crescente in una ricostruzione
artistica a cura della NASA.
I lanci per il Lunar Gateway non sono previsti prima del 2022 ma, se si vogliono
rispettare i calendari, anche in questo caso quest’anno dovrà finalmente
mostrare qualcosa di concreto per questo elemento cruciale del programma
Artemis che finora è sempre rimasto sulla carta.

         Altri programmi spaziali governativi con astronauti
Anche quest’anno probabilmente non vedremo astronauti cinesi nello spazio
(l’ultimo volo di una Shenzhou risale al 2016). Non per questo la Cina se ne
starà con le mani in mano per quel che riguarda l’astronautica abitata. Il ritorno
al volo del Lunga Marcia 5, infatti, ha offerto un sospiro di sollievo a tutto il
programma spaziale, soprattutto per i piani che riguardano la nuova stazione
spaziale modulare. Il modulo centrale Tianhe-1 non volerà probabilmente
prima del 2021, ma quest’anno potremmo finalmente vedere qualche dettaglio
in più su questo ambizioso progetto.
Nella prima parte del 2020 potremmo anche vedere il primo test per la nuova
capsula cinese per l’esplorazione dello spazio profondo e, probabilmente, della
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Luna. La capsula volerà disabitata durante il primo test, ma pur come al solito
senza molti dettagli e informazioni, si tratta di uno sviluppo molto interessante.
Potrebbero finalmente concretizzarsi entro la fine di quest’anno i piani indiani
di mettere in orbita una capsula capace di ospitare esseri umani a bordo. Il
lancio di test per la capsula Gaganyaan è attualmente previsto per dicembre
2020, ma non saremmo per niente sorpresi se il volo non dovesse avvenire
quest’anno.

Continueranno a rilento anche i piani russi per una nuova capsula abitata.
Federacija è stata ribattezzata Orel, il vettore in progetto, Sojuz-5, è stato
ribattezzato Irtyš (ha preso il posto dell’Angara, che a sua volta aveva preso il
posto del Rus-M). Il primo lancio, senza equipaggio, è ancora previsto per il
2023.

                   SpaceX e le altre compagnie private
È veramente difficile prevedere cosa succederà nel 2020 con Starship e il
programma di colonizzazione di Marte di SpaceX. Gli ultimi annunci di Elon
Musk risalgono allo scorso settembre, ma da allora c’è stato l’incidente al
prototipo Starship Mk 1 durante un test di pressurizzazione che ha sicuramente
rallentato i programmi. Il piano iniziale era di procedere con test suborbitali dal
sito texano di Boca Chica con il prototipo Mk 1 entro la fine del 2019 e compiere
altre tipologie di test sul prototipo Mk 2, in costruzione presso il Kennedy Space
Center in Florida. Alla fine dei test sui prototipi sarebbero dovuti essere costruiti
due veicoli orbitali su cui compiere i primi voli intorno al nostro pianeta, secondo
Musk entro circa 6 mesi dall’inizio dei lavori.
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Starship Orbiter Mk1
La distruzione del Mk 1 ha ovviamente cambiato i piani e SpaceX ha messo
praticamente in pausa i lavori in Florida per concentrarsi sulla costruzione del
veicolo orbitale in Texas. A meno di ulteriori incidenti, è lecito aspettarsi diversi
test su questo veicolo durante il 2020, magari anche qualche sortita orbitale.

Su un fronte meno fantascientifico, ma non per questo meno sorprendente,
SpaceX ha in programma per il 2020 un numero di lanci record del Falcon 9 e
Falcon Heavy. Si prevedono più di trenta lanci tra cui ovviamente ci sono anche
quelli della Dragon cargo verso la ISS nell’ambito dei Commercial Resupply
Services e quelli della Dragon con equipaggio per il Commercial Crew
Program. La maggior parte dei lanci (ben 24) serviranno comunque a
ingrandire ulteriormente la costellazione di satelliti per telecomunicazioni
Starlink, che al momento detiene già il record per il numero di satelliti. Nel 2020
ci dovrebbe anche essere un lancio del Falcon Heavy per un volo classificato
dell’US Air Force.
Anno campale anche per le compagnie di Richard Branson, Virgin Galactic e
Virgin Orbit. La prima potrebbe poter essere in grado di cominciare i voli
suborbitali commerciali entro il 2020, anche se nessun annuncio ufficiale è
ancora stato fatto. L’anno scorso il prototipo VSS Unity ha portato nello spazio
il suo primo passeggero e la compagnia ha traslocato presso il sito di lancio in
Nuovo Messico. Non è chiaro, però, se per l’inizio dei voli commerciali sarà
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necessario il completamento dei nuovi modelli di SpaceShipTwo. In tal caso è
lecito aspettarsi ancora qualche piccolo ritardo prima che i test sui nuovi velivoli
vengano completati.
La seconda, invece, è molto vicina (al momento il volo è programmato per
febbraio) all’esordio di LauncherOne, il vettore aviotrasportato orbitale che
potrà immettere in orbita piccoli payload.

E Blue Origin? Come sempre, con la compagnia di Jeff Bezos per sapere cosa
succederà quest’anno ci vuole la sfera di cristallo. Scherzi a parte, l’azienda è
al lavoro su diversi fronti. Tra i più attesi c’è il New Shepard, il sistema di lancio
con capsula suborbitale che, in concorrenza con Virgin Galactic, dovrebbe
portare passeggeri paganti su brevi voli nello spazio. Nel 2019 il terzo prototipo
del New Shepard ha compiuto quasi senza problemi ben tre missioni
suborbitali di test. In totale la capsula ha effettuato sei voli, di cui 5 oltre la linea
di Von Kármán, a 100 km di quota. Non è chiaro se ci saranno altri test o meno.
L’unica cosa sicura è che la prima capsula a portare esseri umani nello spazio
sarà il quarto prototipo e che, secondo alcuni, questo prototipo potrebbe volare
proprio quest’anno.

                   Jeff Bezos, fondatore di Amazon e Blue Origin.
Per quel che riguarda i propulsori, Blue Origin continuerà a lavorare sia sui BE-
4, propulsori a metano che dovranno equipaggiare il lanciatore orbitale New
Glenn ma anche quello di ULA Vulcan, sia sui BE-7, che serviranno al lander
lunare Blue Mooon che viene sviluppato nell’ambito del supporto al
programma Artemis della NASA. Sia New Glenn che Vulcan dovrebbero
esordire nel 2021, mentre Blue Moon non vedrà la luce prima del 2024.
                        L’Agenzia Spaziale Europea
Pochi mesi fa si è svolta la ministeriale ESA, che ha definito i programmi
spaziali e il budget per l’agenzia spaziale europea nel breve-medio termine.
Non ci sono grosse rivoluzioni per quel che riguarda gli astronauti europei.
Come già commentato nella sezione della ISS, il 2020 vedrà un piccolo
rallentamento, ma questo è dovuto più ai ritardi del programma Commercial
Crew che a problemi in casa europea. Con Parmitano attualmente in orbita, il
2020 non vedrà altri astronauti europei nello spazio. Il prossimo europeo a
volare sarà Thomas Pesquet nel 2021, mentre il calendario dei lanci
successivo è piuttosto incerto, anche se sappiamo già che Samantha
Cristoforetti tornerà nello spazio. È lecito aspettarsi che tutti gli astronauti della
classe 2009 torneranno almeno una seconda volta nello spazio (oltre a
Pesquet e Cristoforetti, mancano ancora all’appello Timothy Peake e Andreas
Mogensen), mentre Mathias Maurer dovrebbe presto essere assegnato a una
missione. Più difficile che tornino nello spazio gli altri veterani ancora attivi,
mentre non è chiaro in questa situazione di incertezze se e quando l’ESA indirà
un nuovo concorso per aspiranti astronauti, a più di dieci anni dall’ultimo.
Sicuramente le aziende europee saranno anche quest’anno, grazie a ESA e ai
suoi accordi con NASA, impegnate nel programma Artemis e in particolare
nella costruzione dei moduli di servizio per Artemis 1, 2 e, notizia dell’anno
scorso, anche Artemis 3 e 4. Sempre all’interno del programma Artemis è stata
anche annunciata la missione HERACLES, in collaborazione con JAXA e CSA,
che prevede un sistema di trasporto robotico avanzato da e per la superficie
lunare a partire dal Lunar Gateway. Nel 2020, comunque, non vedremo
granché di questa missione che è attualmente prevista per il 2027.
Come spesso accade per ESA, sarà l’esplorazione scientifica a farla da
padrona nei programmi spaziali del 2020. In primis la missione ExoMars 2020,
con il suo lander russo Kazačok e il rover Rosalind Franklin. Ancora non
appaiono completamente risolti i problemi progettuali ai paracadute e per
questo c’è ancora qualche incertezza. Se tutto verrà risolto nelle prossime
settimane, anche grazie alla collaborazione con NASA, la missione partirà a
luglio verso il sito di atterraggio prescelto di Oxia Planum. L’obiettivo principale
della missione ExoMars è la scoperta di tracce di vita presente o passata su
Marte.
Nelle prossime settimane (data attualmente prevista: 6 febbraio) partirà la
prima missione della classe M (medio budget) del programma Cosmic Vision,
cioè Solar Orbiter. Oltre a questi due non ci saranno altri lanci, ma ci si
aspettano grossi progressi anche per l’altra missione di classe M, Euclid,
telescopio spaziale all’infrarosso previsto per il 2022 e per la prima delle
missioni di class L (alto budget), JUICE, che partirà alla volta di Giove e le sue
lune anch’esso nel 2022. Ultimi preparativi, si spera, anche per lo straordinario
progetto del James Webb Space Telescope, a cui partecipa anche ESA pur se
a guida prevalentemente americana. L’ultima proroga del lancio sull’europeo
Ariane 5 lo dà partente nel 2021.

                        Il JWST con gli specchi dispiegati.
BepiColombo continuerà anche nel 2020 il suo lungo e convoluto viaggio verso
Mercurio. Quest’anno effettuerà ben due flyby con effetto gravitazionale che
permetteranno di aggiustare la propria traiettoria, il primo della Terra ad aprile,
il secondo di Venere a ottobre. A meno di incidenti dell’ultima ora,
continueranno anche quest’anno la missione di esplorazione solare di SoHo
(in collaborazione con NASA), le missioni astrofisiche dei telescopi spaziali
Hubble (in collaborazione con NASA), XMM-Newton, INTEGRAL, Gaia e
CHEOPS, e le missioni marziane di Mars Express e Trace Gas Orbiter, che
attenderanno in orbita l’arrivo di ExoMars 2020.
Continuerà anche il lavoro su vari dimostratori tecnologici, come il motore
SABRE e lo spazioplano Space Rider. Non strettamente ESA, ma importante
per tutto il settore spaziale europeo, è il lavoro di Arianespace sui lanciatori.
Dopo un anno un po’ deludente per Arianespace, il 2020 si annuncia come un
anno record, con ben 22 lanci previsti dei tre lanciatori, Ariane 5, Sojuz-2 e
Vega. Tra questi anche quelli della costellazione per telecomunicazioni
OneWeb, simile per architettura a StarLink di SpaceX. Il 2020 sarà anche
importante per l’esordio di due nuovi lanciatori: il Vega-C, versione migliorata
del piccolo lanciatore Vega (che ultimamente ha avuto un po’ di problemi) e,
soprattutto, Ariane 6, che dovrebbe esordire appunto per mettere in orbita la
costellazione OneWeb.

                Esplorazione robotica del sistema solare
Il 2020 è un anno marziano, cioè in estate cade l’allineamento propizio con il
pianeta rosso che permette la migliore traiettoria verso Marte per i veicoli
spaziali terrestri e che avviene ogni due anni circa. Oltre alla già citata ExoMars
2020, in estate dovrebbero partire anche Mars 2020, il rover della NASA in
procinto di ricevere un nuovo nome, Al-Amal, l’orbiter degli Emirati Arabi Uniti
e HuoXing-1, la missione cinese che si compone di un orbiter e un piccolo
rover.

Su Marte, oltre ai due orbiter europei già citati, ad attendere le quattro nuove
missioni ci saranno anche Mars Odyssey, Mars Reconnaissance Orbiter,
MAVEN, Insight (NASA) e Mars Orbiter Mission (ISRO). Per InSight, in
particolare, sarà un anno cruciale in cui verrà probabilmente emesso il verdetto
finale sul successo o meno dello strumento HP3, la talpa marziana.
Lo strumento HP3 parzialmente fuori dal terreno marziano –
In attesa che il programma Artemis e le sue missioni di supporto entrino nel
vivo, continuerà anche nel 2020 l’esplorazione lunare da parte di Lunar
Reconnaissance Orbiter, ARTEMIS A e B (NASA), Chandrayaan-2 (ISRO) e,
sulla superficie, le cinesi Chang’e 3 e Chang’e 4 e il rover Yutu 2. Proprio dalla
Cina si attende una delle missioni principali di quest’anno: Chang’e 5 che,
verso la fine dell’anno, dovrebbe partire per il nostro satellite con l’obiettivo di
riportarne a Terra un campione.

Verso la fine dell’anno si attende anche il ritorno sulla Terra della sonda
giapponese Hayabusa-2, con i suoi campioni dell’asteroide Ryugu. Dal canto
suo, OSIRIS-REx (NASA) dovrebbe quest’anno prelevare dei campioni
dall’asteroide Bennu, per riportarli verso di noi nel 2021.

Nel sistema solare esterno continuerà la missione di Juno su Giove, mentre
continueranno ad allontanarsi dal sistema solare Voyager 1, Voyager 2 e New
Horizons. Vicino alla nostra stella, invece, continuerà il viaggio di Parker Solar
Probe che nel 2020 effettuerà anche un flyby di Venere per abbassare
ulteriormente l’orbita.
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