ANALISI DI ANDREUCCIO DA PERUGIA - Il ramo d'oro

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ANALISI DI
ANDREUCCIO
DA PERUGIA
I PERSONAGGI
•     Andreuccio da Perugia
Mercante di cavalli, rappresenta la figura di un ingenuo popolano, ancora inesperto, come dimostra in più
occasioni, ed estremamente sfortunato. È un personaggio a tutto tondo, che si evolve nel corso della
narrazione, diventando man mano più consapevole e maturo e acquisendo le virtù del buon mercante, cioè
l'astuzia e l'intraprendenza. Lo si evince da diverse azioni compiute dal personaggio nel corso della storia: dal
gesto preventivo di aggrapparsi al bordo del pozzo prima che venisse abbandonata la fune, all'atto di
nascondere l'anello ai ladri e di spaventare il ladro che aveva aperto la tomba.

•     Fiordaliso
Fiordaliso, "La giovane siciliana bellissima, ma disposta per piccol pregio", è una prostituta ed esempio della
donna maliziosa, orditrice di inganni ai danni di poveri sprovveduti. Utilizza, nel perseguire i suoi scopi, la sua
intelligenza ma anche la sua bellezza “volgare” e tutta una schiera di aiutanti, come l'ancella, il paggio, la casa
del camorrista Buttafuoco, e tutto il vicinato del Malpertugio. Recita la sua parte di finta sorella “così
ordinatamente, così compostamente, alla quale niuno atto moriva trà i denti né balbettava la lingua” che
Andreuccio ne rimane soggiogato.

•    Le guardie
Le guardie, “alcuni della famiglia della signoria" descritte in modo buffo e critico: infatti non solo non sono
riuscite a catturare il malvivente che inseguivano ma si stupiscono di fronte all'improvvisa apparizione della
Madonna.
• I ladri
I ladri vengono rappresentati dapprima come aiutanti, poi esprimono
la loro vera natura opportunistica e spregiudicata, fuggendo prima
all'arrivo delle guardie, chiudendolo poi nell'arca dell'arcivescovo
morto. A questi ladri seguono altri ladri, ancor più degradati: uno di
loro, il più irrispettoso delle cose sacre, è nientemeno che un prete,
che si cala senza remore nella tomba: ”Che paura avete voi? Credete
voi che egli vi manuchi? Li morti non mangiano i vivi, vi entrerò dentro
io.”

• I vicini
I “circumstanti vicini” che ammoniscono Andreuccio di far troppo
rumore e di non lasciarli dormire. Altri gli dicono di andarsene dalla
città. Una donna s'affaccia dalla finestra e, dopo aver ascoltato la storia
del giovane lo accusa di essere ubriaco e rende definitivamente
consapevole Andreuccio della truffa che ha subito.
IL TEMPO
La narrazione copre un arco di tempo poco più lungo di un giorno (dall'arrivo
di Andreuccio a Napoli, sul far della sera, alla notte successiva). Inizialmente
la narrazione è lenta, prevalgono, infatti, la descrizione (scena del mercato, e
dell'ingresso nella casa della ciciliana) e il dialogo (dialogo tra Andreuccio e la
ciciliana); il tempo della narrazione coincide quindi con quello della storia. La
prevalenza dei discorsi diretti è comune a tutta la novella; a questi si
alternano narrazioni sommarie degli eventi, dove il tempo della storia è
evidentemente molto più lungo rispetto al tempo del racconto (ciò che
accade all'interno della casa della ciciliana tra Andreuccio e la donna dopo
cena, per esempio, è riassunto nella frase "furono adunque dopo cena i
ragionamenti molti e lunghi…".

Vi sono punti in cui la costruzione del periodo imita il ritmo e l'andamento del
tempo della storia: nel tratto che narra la caduta di Andreuccio nel chiassetto,
ad esempio, la costruzione del periodo è sconnessa e contorta, quasi a
sottolineare il susseguirsi di fatti rapidi e tutti imprevisti e che si svolgono
affannosamente nell'oscurità della notte.
I LUOGHI
Tutta la vicenda di Andreuccio si svolge a Napoli, ma della città coglie
soprattutto la componente tenebrosa, riferibile ai quartieri malfamati. Vi
sono riferimenti a luoghi reali: Mercato, quartiere di Malpertugio e la Ruga
Catalana.

Si possono distinguere dei luoghi distinti di Napoli:
• mercato (esterno)
• casa ciciliana (interno)
• quartiere Malpertugio
• strada (esterno)
• Ruga Catalana (esterno)
• casolare (interno)
• Chiesa Maggiore (interno)
L'ambientazione alterna quindi spazi aperti e spazi chiusi.
Napoli è presentata in maniera realistica e al contempo ironica.
PASSAGGI PRINCIPALI
Nella novella di Andreuccio possiamo individuare due temi
principali: l’arte del saper vivere e la fortuna.

ARTE DEL SAPER VIVERE:
Andreuccio, mercante inesperto e mai stato fuori città, si reca a
Napoli dove viene a contatto con personaggi privi di valori etici e
morali ma che mirano solo ad arricchirsi. Il protagonista di fronte a
questi non è in grado di agire con accortezza poiché inesperto e
quindi molto ingenuo. Per questo motivo cade facilmente nei loro
inganni: viene ingannato dalla vecchia, dalla siciliana, dai ladri.
Andreuccio però durante la sua vicenda, in seguito a vere e
proprie “cadute in basso” (in totale tre) riesce a risollevarsi, ogni
volta che si rialza impara qualcosa diventando così più furbo,
astuto e consapevole tanto da riuscire a sua volta ad ingannare.
LA FORTUNA:
La novella fa parte della seconda Giornata del Decameron, che
narra vicende i cui protagonisti si salvano da situazioni difficili
oppure ottengono un guadagno insperato grazie all'aiuto della
fortuna: è appunto il caso di Andreuccio, il quale nell'arco di
una sola nottata perde tutto il suo denaro e rischia più volte di
morire, per poi entrare in possesso di un prezioso anello con
cui torna a casa più ricco di prima (la fortuna è vista da
Boccaccio come qualcosa di capriccioso e fortuito, non più
espressione della volontà divina come in Dante e nelle opere
del Duecento). Il testo è anche in parte una celebrazione della
figura del mercante e si può accostare a quella di Landolfo
Rufolo che la precede, con la differenza che in quella il
protagonista recuperava le perdite nell'arco di anni e dopo
essersi dedicato alla pirateria.
FRASI IMPORTANTI
• «Fu, secondo che io già intesi, in Perugia un giovane il
  cui nome era Andreuccio di Pietro, cozzone di cavalli; il
  quale, avendo inteso che a Napoli era buon mercato di
  cavalli, messisi in borsa cinquecento fiorin d'oro, non
  essendo mai più fuori di casa stato, con altri mercatanti
  là se n'andò: dove giunto una domenica sera in sul
  vespro , dall'oste suo informato la seguente mattina fu
  in sul Mercato , e molti ne vide e assai ne gli piacquero
  e di più e più mercato tenne , né di niuno potendosi
  accordare , per mostrare che per comperar fosse, sì
  come rozzo e poco cauto più volte in presenza di chi
  andava e di chi veniva trasse fuori questa sua borsa
  de'fiorini che aveva.»
• «Era con questa giovane una vecchia
  similmente ciciliana, la quale, come vide
  Andreuccio, lasciata oltre la giovane andare,
  affettuosamente corse a abbracciarlo: il che la
  giovane veggendo, senza dire alcuna cosa, da
  una delle parti la cominciò a attendere.»
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