Analisi della biodiversità del SIC/ZSC "Costa Otranto-Santa Maria di Leuca" e valutazione dei potenziali impatti
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[2020] Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti DOTT. PH.D MARCO DADAMO – DOTT.SSA PH.D LUCIANA MUSCOGIURI |
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Sommario IL SIC/ZSC “COSTA OTRANTO-SANTA MARIA DI LEUCA”.............................................. 3 HABITAT E SPECIE NELLA PORZIONE MARINA DEL SIC/ZSC ...................................... 5 LE BIOCENOSI MARINE DI VALORE PRESENTI NEL SIC/ZSC ....................................... 6 LA BIODIVERSITÀ NEL SIC/ZSC E NEL PNR "COSTA OTRANTO S.M. DI LEUCA - BOSCO DI TRICASE ......................................................................................................... 11 La biodiversità della componente terrestre del SIC/ZSC ................................................ 11 Il PNR “Costa Otranto S.M. di Leuca e Bosco di Tricase" .............................................. 13 Il porto di Castro: Individuazione degli habitat di valore conservazionistico ....................... 17 MAPPATURA DEGLI HABITAT DI VALORE CONSERVAZIONISTICO NEL PNR E NELLA COMPONENTE TERRESTRE DEL SIC/ZSC.................................................... 18 MAPPATURA DELLE BIOCENOSI DI VALORE CONSERVAZIONISTICO NELLA COMPONENTE MARINA DEL SIC/ZSC........................................................................ 20 IDENTIFICAZIONE DEI GEOSITI E DELLE GROTTE NATURALI NELL’AREA DI INDAGINE ...................................................................................................................... 22 MAPPATURA DELLE BIOCENOSI MARINE IN UN BUFFER DI 500 METRI INTORNO ALL’AREA PORTUALE .................................................................................................. 24 FASE DI ACQUISIZIONE DATI ..................................................................................... 25 FASE DI ELABORAZIONE ............................................................................................ 26 FASE DI RESTITUZIONE .............................................................................................. 27 RISULTATI ..................................................................................................................... 28 IL PROGETTO DI DRAGAGGIO NEL PORTO DI CASTRO ............................................. 30 LE MISURE DI CONSERVAZIONE PREVISTE PER IL SIC/ZSC NEI R.R. N. 6/2016 E R.R. N. 12 DEL 10 MAGGIO 2017 ................................................................................. 30 1
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI SULLE COMPONENTI BIOTICHE ED ABIOTICHE DEL SIC ..................................................................................................... 31 Impatti sulla componente abiotica .............................................................................. 31 Impatti sulla componente biotica ................................................................................ 31 Ulteriori impatti diretti ed indiretti ................................................................................ 32 LE MISURE DI MITIGAZIONE PROPOSTE .................................................................. 33 Il Piano di Monitoraggio delle Biocenosi a Coralligeno ................................................... 36 2
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ IL SIC/ZSC “COSTA OTRANTO-SANTA MARIA DI LEUCA” Sulla base dei dati scientifici rivenienti dal progetto regionale BIOMAP (Biocostruzioni marine in Puglia) e da quelli riportati nel Catasto Regionale delle Grotte, con DGR n.710 del 16 maggio 2017, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 62 del 30-5- 2017, veniva aggiornato il perimetro del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” codice IT9150002, ai fini della conservazione degli habitat 1170 “Scogliere” e 8330 “Grotte marine sommerse o semisommerse” (Figura 1). Il SIC in questione veniva, altresì, designato quale zona speciale di conservazione (ZSC) della regione biogeografica mediterranea con DM del MATTM del 21 marzo 2018 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.82 del 9-4-2018. Gli obiettivi e le misure di conservazione generali e sito-specifiche, conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali di cui all’allegato A e delle specie di cui all’allegato B del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 presenti nel SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” sono contenute nel R.R. n.6/2016, pubblicato sul BURP n. 54 del 12-5-2016, così come modificato dal R.R. n.12/2017 pubblicato sul BURP n. 55 del 12-5-2017. I Regolamenti innanzi riportati, hanno ad oggetto le misure di Conservazione finalizzate al mantenimento e all’eventuale ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, dei siti, degli habitat e delle specie di fauna e flora di interesse comunitario, tenendo conto delle esigenze di sviluppo economico, sociale e culturale, nonché delle particolarità di ciascun sito, con l’obiettivo di garantire la coerenza della rete ecologica “Natura 2000”. L’allegato 1 al R.R. n.12/2017 individua i seguenti obiettivi di conservazione per il SIC/ZSC in questione: 1. Regolamentare le attività di fruizione turistico-ricreativa, con particolare riferimento alla conservazione dell’habitat 8330; 2. Promuovere e regolamentare il pascolo estensivo per la conservazione degli habitat e 6220* e delle specie di Invertebrati, Rettili ed Uccelli di interesse comunitario; 3
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ 3. Regolamentare la fruizione sportiva e turistico-ricreativa per la conservazione degli habitat rupestri e di grotta e delle specie di Uccelli e di Chirotteri di interesse comunitario ad essi connessi. Figura 1: Perimetrazione del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” codice IT9150002 4
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ HABITAT E SPECIE NELLA PORZIONE MARINA DEL SIC/ZSC Il formulario del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” acquisito dal portale istituzionale del Ministero dell’Ambiente e riportato nell’Allegato 1 della presente relazione, individua nella porzione marina del Sito Natura 2000, che occupa il 69% dell’intera superficie del SIC, i seguenti habitat di valore conservazionistico (Tabella 1): Tabella 1 HABITAT SUP 1120*: Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae) 10.5 1170: Scogliere 1241.0 1240: Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con 27.02 Limonium spp. endemici 8330: Grotte marine sommerse o semisommerse Il formulario di cui sopra riporta, inoltre, l’elenco delle specie di cui all'articolo 4 della direttiva 2009/147 / CE e presenti nell'allegato II della DIRETTIVA 92/43/CEE. Sono di interesse per la porzione marina del SIC/ZSC in parola le seguenti specie (Tabella 2): Tabella 2 Nome Nome Comune Note Categoria di scientifico abbondanza Myotis Vespertilio di Pipistrello della famiglia dei P – Present capaccinii Capaccini Vespertilionidi Monachus Foca monaca P – Present monachus mediterranea Miniopterus Miniottero di Il miniottero comune o miniottero di P – Present schreibersii Schreiber Schreibers è un pipistrello della 5
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ famiglia dei Miniotteridi diffuso LE BIOCENOSI MARINE DI VALORE PRESENTI NEL SIC/ZSC La Convenzione di Barcellona del 1978, ratificata con legge 21 Gennaio 1979 n. 30, relativa alla protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento, nel 1995 amplia il suo ambito di applicazione geografica diventando "Convenzione per la protezione dell'ambiente marino e la regione costiera del Mediterraneo", il cui bacino, per la ricchezza di specie, popolazioni e paesaggi, rappresenta uno dei siti più ricchi di biodiversità al Mondo. Con il Protocollo relativo alle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo del 1995 (Protocollo ASP) le Parti contraenti hanno previsto, al fine di promuovere la cooperazione nella gestione e conservazione delle aree naturali, così come nella protezione delle specie minacciate e dei loro habitat, l'istituzione di Aree Speciali Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM) o SPAMI (dall'acronimo inglese Specially Protected Areas of Mediterranean Importance). L’Annesso II al suddetto protocollo identifica gli Habitat marini presenti nel Mediterraneo superando, in dettaglio, la Direttiva Habitat di cui sopra e individuando le biocenosi marine meritevoli di conservazione. Fino alla batimetrica dei 30 metri, gli habitat dominanti sono rappresentati da biocostruttori (coralligeno) e da substrati sabbiosi (28 e 20% del totale, rispettivamente, più un 34% di mosaico dei due). Biocenosi a Posidonia oceanica sono meno abbondanti e coprono solo un 3% dell’area totale. Questa fanerogama marina è protetta da leggi nazionali, internazionali e comunitarie (Protocollo ASPIM, Annesso II; Convenzione di Berna, Appendice 1; Direttiva Habitat) e perciò meritevole di attenzione. I barren (Figura 2) e i popolamenti macroalgali sono fortemente interspersi e rappresentano il 14% del totale. La zona dell’infralitorale superiore è tra l’altro caratterizzata dalla presenza abbondante dell’alga bruna Cystoseira che invece sta scomparendo in molte aree del Mediterraneo (Fraschetti et al., 2002)1. In Adriatico, così come in tutto il Mediterraneo, le foreste dell’alga 1 Spatio-temporal variation of hydroids and polychaetes associated with Cystoseira amentacea (Fucales: Phaeophyceae). Marine Biology 140:949-957 · May 2002 6
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ bruna Cystoseira hanno subìto la perdita persistente e diffusa in modo particolarmente evidente. Sei specie di Cystoseira del Mediterraneo sono nella lista della Convenzione di Berna e del Piano di Azione del Mediterraneo, adottato nel quadro della Convenzione di Barcellona. Nel SIC/ZPS “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca”, le canopy di Cystoseira (Figura 3) (soprattutto la specie Cystoseira amentacea) sono ancora particolarmente estese e formano una cintura quasi continua nell’infralitorale superficiale. Anche questa risulta tra le specie protette dal Protocollo ASPIM, Annesso II. Figura 2: Il Barren è un Habitat marino a bassa diversità colonizzato da specie persistenti al pascolo dei ricci come la spugna Chondrilla nucula 7
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Figura 3: Cystoseira amentacea presente lungo la costa del SIC/ZSC Lungo la costa del SIC/ZSC è presente anche un habitat di interesse conservazionistico denominato trottoir (marciapiede) a Lithophyllum. Questa caratteristica biocenosi è di solito formato da corallinacee dei generi Neogoniolithon, Lithophyllum, Corallina e Tenarea (soprattutto Lithophyllum byssoides), ognuna con caratteristiche differenti. Queste formazioni possono essere cospicue e si sviluppano sulle coste rocciose per decine di km. Anche questa biocenosi risulta tra gli habitat protetti dal Protocollo ASPIM, Annesso II. 8
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Figura 4: Trottoir a Lithophyllum byssoides su costa rocciosa Degni di nota, in termini di biodiversità, sono gli habitat 8330 “Grotte marine sommerse o semisommerse” che contraddistinguono tutta la costa del SIC/ZSC (Figura 5). I numerosi studi effettuali hanno contribuito ad identificare 32 grotte marine. Tre di queste grotte sono state studiate in modo da quantificare le modalità di distribuzione della biodiversità e i risultati mostrano l’unicità di tali ambienti in termini di taxa che compongono i popolamenti (Bussotti et al. 2007)2. Infine degna di nota è la facies a Corallium rubrum (Figura 6) identificata in un progetto dell’Università del Salento al largo della costa di Otranto a circa 70-80 m di profondità. Tra le colonie misurate la colonia più grande (30.5 mm di diametro basale), alla luce delle stime di età disponibili in letteratura, dovrebbe avere circa 150 anni, rappresentando quindi una colonia “superstite” alla pesca indiscriminata. 2 Spatial and temporal variability of sessile benthos in shallow Mediterranean marine caves. Marine Ecology Progress Series 325:109-119 · November 2006 9
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Figura 5: La grotta marina del Ciolo presente nel SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” Figura 6: Esemplare di Corallo Rosso (Corallium rubrum). 10
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ LA BIODIVERSITÀ NEL SIC/ZSC E NEL PNR "COSTA OTRANTO S.M. DI LEUCA - BOSCO DI TRICASE Il SIC/ZSC si sviluppa, nella sua componente terrestre, lungo il Parco Naturale Regionale (PNR) “Costa Otranto S.M di Leuca – Bosco di Tricase” istituito con la L.R. n.30 del 26 ottobre 2006 (Figura 7). La biodiversità della componente terrestre del SIC/ZSC Il formulario del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” acquisito dal portale istituzionale del Ministero dell’Ambiente e riportato nell’allegato 1 della presente relazione, individua nella porzione terrestre del Sito Natura 2000 i seguenti habitat di valore conservazionistico (Tabella 3): Tabella 3 HABITAT SUP 1240: Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con 27.02 Limonium spp. endemici 1410: Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) 0.17 3170*: Stagni temporanei mediterranei 0.005 5330: Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 1.26 6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei 475.07 Thero-Brachypodietea 8210: Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 3.71 8310 : Grotte non ancora sfruttate a livello turistico Il formulario di cui sopra riporta, inoltre, l’elenco delle specie di cui all'articolo 4 della direttiva 2009/147 / CE e presenti nell'allegato II della DIRETTIVA 92/43/CEE. Sono di interesse per la porzione terrestre del SIC/ZSC in parola le seguenti specie (Tabella 4): 11
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Tabella 4 Nome Nome Comune Note Categoria di scientifico abbondanza Calandrella Calandrella E’ un uccello della famiglia degli Molto Rara brachydactyla Alaudidae Calonectris Berta maggiore E’ un uccello della famiglia Presente diomedea Procellariidae Circus Falco di palude E’ un uccello della famiglia degli Presente aeruginosus Accipitridi Circus cyaneus Albanella reale E’ un uccello rapace della Presente famiglia degli Accipitridi Circus macrourus Albanella pallida E’ un uccello accipitriforme della Presente famiglia degli Accipitridi Circus pygargus Albanella minore E’ un uccello rapace della Presente famiglia degli Accipitridi Columba livia Colombo Meglio noto come piccione Rara selvatico occidentale Elaphe Cervone E’ un serpente non velenoso Presente quatuorlineata della famiglia dei Colubridi Elaphe situla Colubro E’ un serpente non velenoso Presente leopardino facente parte della famiglia dei Colubridae Falco eleonorae Falco della E’ un uccello di taglia media Molto raro Regina della famiglia dei Falconidi Falco peregrinus Falco pellegrino E’ un uccello rapace della Molto raro famiglia dei Falconidi 12
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Melanocorypha Calandra E’ un uccello della famiglia degli Raro calandra Alaudidi Monticola Passero solitario E’ un uccello passeriforme della Raro solitarius famiglia Muscicapidae Stipa austroitalica Lino delle fate E’ una pianta appartenente alla piumoso famiglia delle Poaceae (Gramineae) Tetrax tetrax Gallina prataiola E’ un grosso uccello della Molto raro famiglia delle otarde, unico membro del genere Tetrax Il PNR “Costa Otranto S.M. di Leuca e Bosco di Tricase" Il Parco Naturale Regionale è un sito complesso che si estende su una lunga fascia costiera, costituito prevalentemente da un habitat rupestre rappresentato dalle falesie rocciose a strapiombo sul mare, dove è presente una rara e significativa flora rupestre di grande valore fitogeografico. Questa flora annovera sia elementi endemici esclusivi del Salento che elementi transadriatici e transionici che spesso hanno in questo sito l’unica località di presenza in territorio italiano. Questa vegetazione rupestre si inquadra nella associazione Campanulo-Aurinietum leucadeae Bianco, Brullo, Pignatti S. e Pignatti E.1988. Accanto all’habitat rupestre sono anche presenti ampie formazioni di pascoli con vegetazione erbacea substeppica ed estese formazioni di macchia mediterranea e di bassa gariga. Le pseudosteppe risultano per la maggior parte fisionomicamente caratterizzate dal barboncino mediterraneo (Hypparrhenia hirta=Cymbopogon hirtus). Si tratta di una graminea perenne cespitosa, di grossa taglia, che predilige substrati poveri, frequentemente incendiati, ad elevata nitrofilia. Infatti la classe Lygeo-Stypetea Br.-Bl. ex Bolos 1950 comprende tutte quelle cenosi erbacee caratterizzate dalla presenza di graminee perenni “profondamente radicanti” che si sviluppano su suoli generalmente poco 13
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ profondi, in cui la componente terofitica è presente solo nei primi stadi dinamici. Altri tipi di vegetazione erbacea substeppica meno diffusi sono inquadrabili nella classe Poetea bulbosae Rivas-Goday et Rivas-Martinez in Rivas-Martinez 1978 che raggruppa i pascoli perenni dominati da Poa bulbosa, in cui molte sono le entità vegetali annuali e nella classe Helianthemetea (Br.-Bl. & al. 1950) Rivas-Goday et Rivas-Martinez 1963 em. Rivas- Martinez 1978 comprende i prati a terofite pioniere ed effimere, dal carattere non nitrofilo, che si sviluppano su qualunque tipo di substrato. Queste cenosi vegetali hanno generalmente un’origine secondaria: in seguito alla distruzione della foresta mediterranea per incendio o taglio del bosco, attraverso gli stadi intermedi di macchia e gariga, si giunge a formazioni erbacee a carattere xerico più o meno ricche in terofite. È comunque ipotizzabile per queste vegetazioni substeppiche una loro possibile evoluzione e trasformazione in stadi maggiormente complessi come nel caso della macchia mediterranea. La macchia a sclerofille è caratterizzata dalla dominanza di Pistacia lentiscus (lentisco) e Myrtus communis (mirto), ma risulta essere comunque ricca di altre specie ad habitus sempreverde e arbustivo come: Phillyrea latifolia L., Daphne gnidium L., Rhamnus alaternus L., Arbutus unedo L., Quercus ilex L., e da specie ad habitus lianoso come Smilax aspera L., Clematis cirrhosa L. e Rubia peregrina L. Altre specie presenti sono: Asparagus acutifolius L., Brachypodium ramosum (L.) R. et S., Calicotome infesta (Presl.) Guss., Carex distachya (L.), Cistus creticus L., Cistus monspeliensis L., Cistus salvifolius L., Clematis flammula L., Cyclamen hederifolium Ait., Daphne gnidium L., Lonicera implexa Ait., Myrtus communis L., Olea sylvestris Brot., Prasium majus L., Pyrus amygdaliformis Vill., Rosa sempervirens L., Rubus ulmifolius Schott. Dal punto di vista fitosociologico queste cenosi sono incluse nell’ordine Pistacio lentisci- Rhamnetalia alaterni Rivas-Martinez 1975, unità sintassonomica che comprende tutte quelle formazioni di macchia a carattere più termofilo della classe Quercetea ilicis Br.-Bl. 1947, che riunisce quelle vegetazioni di foreste a sclerofille mediterranee e di macchia. Queste formazioni di macchia costituiscono uno stadio di successione dalla vegetazione camefitica di gariga, tipica della classe fitosociologica di Rosmarinetea officinalis Rivas- Martinez, Diaz, Prieto, Loidi et Penas 1991 a quella forestale inquadrabile nella classe Quercetea ilicis B.-Bl. 1947. In realtà, l’origine di queste vegetazioni a sclerofille è generalmente più spesso secondaria, come 14
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ sostituzione del bosco a Quercus ilex (leccio) per incendio, taglio o pascolo, quindi appartenente ad una serie involutiva. La gariga risulta costituita in prevalenza da nanofanerofite e camefite suffruticose che si sviluppano su suoli poveri, sovente con substrato calcareo affiorante e con prevalenza di microfille. Le specie più frequenti sono: Rosmarinus officinalis L., Satureja cuneifolia Ten., Thymus capitatus Hoffmgg. Et Lk., Teucrium polium L., Cistus monspeliensis L., Cistus salvifolius L., Cistus creticus L. subsp. eriocephalus, Asparagus acutifolius L., Asphodelus microcarpus Salzm. et Viv., Bellis sylvestris Cyr., Brachypodium ramosum (L.) R. et S., Colchicum cupanii Guss., Daphne gnidium L., Dasypyrum villosum (L.) Borbàs, Dorycnium hirsutum (L.) Ser., Fumana thymifolia (L.) Spach, Helianthemum jonium Lacaita, Helichrysum italicum (L.) G. Donn., Hypochoeris achyrophorus L., Leopoldia comosa (L.) Parl., Phlomis fruticosa L., Pistacia lentiscus L., Reichardia picroides (L.) Roth., Salvia verbenaca L., Scilla autumnalis L., Urginea maritima (L.) Bak. Tale vegetazione si inquadra nella classe Rosmarinetea officinalis Rivas-Martinez, T.E. Diaz, F. Prieto, Loidi & Penas 1991. Non mancano piccoli nuclei boschivi, come il Parco delle Querce di Castro, lecceta ricca di elementi con più elevata mesofilia rispetto alle altre leccete salentine o il Bosco Le Chiuse di Tiggiano. Nel PNR sono presenti i seguenti HABITAT della Direttiva 92/43/CEE che si aggiungono a quelli già annoverati nel SIC e riportati in Tabella 3: • 9340: Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia • 9320: Foreste di Olea e Ceratonia • 9350: Foreste di Quercus macrolepis 15
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Figura 7: Perimetrazioni del SIC/ZSC e del PNR su cartografia IGM 16
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Il porto di Castro: Individuazione degli habitat di valore conservazionistico Il Porto di Castro, oggetto dei lavori di escavo (40°00'3.33"N - 18°25'37.32"E) risulta esterno al SIC/ZSC (Figura 8), dal quale dista circa 300 metri, e confinante ad est con il perimetro del Parco Naturale Regionale (Figura 9). Figura 8: I confini amministrativi del SIC/ZSC nella zona portuale di escavo 17
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Figura 9: I confini amministrativi del PNR nella zona portuale di escavo MAPPATURA DEGLI HABITAT DI VALORE CONSERVAZIONISTICO NEL PNR E NELLA COMPONENTE TERRESTRE DEL SIC/ZSC Con DGR n. 2442/2018 la Regione Puglia approvava gli strati informativi vettoriali relativi alla distribuzione degli habitat della DIRETTIVA 92/43/CEE presenti sul territorio regionale. Nella Figura 10 e nell’Allegato 2, alla presente relazione, sono riportati gli habitat contermini all’area oggetto di indagine, così come individuati dai competenti uffici regionali, e nello specifico: • 1240: Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici; 18
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ • 5330: Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici; • 6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- Brachypodietea. In particolare, il costone che confina ad est con l’area portuale presenta nella sua parte sommitale degli habitat a pascolo (6220) e delle scogliere caratterizzate dalla tipica vegetazione dell’habitat 1240. Figura 10: Mappa degli habitat di valore conservazionistico nella parte a terra del SIC/ZSC (Fonte DGR n. 2442/2018) 19
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ MAPPATURA DELLE BIOCENOSI DI VALORE CONSERVAZIONISTICO NELLA COMPONENTE MARINA DEL SIC/ZSC Il progetto regionale BIOMAP realizzato dal CONISMA (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare) ha contribuito ad implementare le conoscenze sugli habitat “1170: Scogliere” attraverso la mappatura delle “biocostruzioni” marine pugliesi e il censimento della biodiversità delle “scogliere” sia a livello di specie, attraverso la produzione di inventari della componente animale e vegetale che di comunità. L’attività di studio e mappatura predetta è stata portata a termine all’interno delle 3 AMP presenti in Puglia e in 21 SIC, dalla linea di costa fino alla batimetrica dei 100 m In Figura 11 e nell’Allegato 2, alla presente relazione, sono riportate le biocenosi a coralligeno così come individuate dal progetto BIOMAP regionale. Le biocenosi dei fondi a coralligeno sono presenti a più di 500 metri dall’imboccatura dell’area portuale. Una fascia a Biocenosi a coralligeno e Mosaici di coralligeno e Detritico costiero è presente a circa 1 miglio nautico dalla costa. 20
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Figura 11: Mappa delle Biocostruzioni marine nell’area di studio. Fonte progetto BIOMAP Il più importante studio di mappatura della distribuzione delle praterie a P. oceanica sui fondali della Regione Puglia è stato condotto dal CRISMA nel 2005 “Inventario e Cartografia delle Praterie di Posidonia nei Compartimenti Marittimi di Manfredonia, Molfetta, Bari, Brindisi, Gallipoli e Taranto”. L’analisi di queste informazioni spazialmente esplicite in ambiente GIS ha permesso di evidenziare, l’assenza di biocenosi a Posidonia nell’area oggetto di indagine. 21
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ IDENTIFICAZIONE DEI GEOSITI E DELLE GROTTE NATURALI NELL’AREA DI INDAGINE La Regione Puglia è una delle aree del Mediterraneo di maggiore interesse per il carsismo. Essa presenta 2377 cavità naturali censite, suddivise, secondo la distinzione tra zone carsiche pugliesi (al 31 maggio 2013), in Gargano, Murge e Salento e oltre 1050 cavità artificiali. È importante sottolineare che nel linguaggio speleologico comune quando si parla di Catasto delle Grotte si riferisce alle Grotte naturali mentre quando si parla di Catasto delle Cavità si riferisce alle cavità artificiali. Ai fini dell’attuazione della Legge Regionale n.33 del 4 dicembre 2009, “Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico”, attraverso i fondi del programma PO FESR PUGLIA 2007 – 2013 ASSE iv LINEA 4.4 Azione 4.4.1 Attività E, è stata avviata una prima fase conoscitiva dell’intero corpus di cavità naturali ed artificiali della regione quali elementi primari del Patrimonio Speleologico Regionale da tutelare e preservare per una loro corretta fruizione. A conclusione del progetto è stato realizzato un database geografico online disponibile anche sul portale SIT Puglia che ha evidenziato la presenza di due cavità naturali nell’area di interesse (Figura 12): • Grotta l’Abisso di Castro – Codice PU_141 • Grotta del Conte – Codice PU_916 La cavità naturale denominata l’Abisso del Conte, la cui scheda completa acquisita dal portale regionale è presente nell’Allegato 3 della presente relazione, identificata catastalmente al Fg.10 part.lla 101 in agro di Castro, si trova a 15 m slm. Nella scheda presente nel catasto così viene descritta la cavità: “ […] A poca distanza dal porto di Castro. su una balza rocciosa che forma una piattaforma in cui si apre la cavità. L' abisso di Castro è un ampio duomo di crollo di pianta ovoidale. con asse maggiore parallelo alla costa. Pareti e volta hanno struttura di recente distacco sin poco sopra il livello idrico dove si osserva ancora qualche traccia di erosione. Verso sud la cavità si prolunga in un cunicolo in diaclasi successivamente allargato ed infine invaso dal mare. La grotta appare una cavità di crollo ancora attiva”. 22
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ La cavità naturale denominata Grotta del Conte è identificata al Fg 11 part.lla 378. Dalla descrizione della scheda presente nel Catasto si evince che l’ingresso della cavità non è più esistente e che la grotta è stata distrutta in seguito all'ampliamento del porto di castro. Sull’intero territorio regionale sono stati censiti 440 siti di interesse geologico definiti quali Emergenze Geologiche o Geositi (www.geositipuglia.eu), di questi due sono presenti nell’area oggetto di indagine (Figura 12): • Il geosito codice CGP0424 - La faglia del Porto di Castro; • Il geosito codice CGP0110 - I depositi del Porto di Castro Nell’Allegato 3 alla presente relazione sono riportate le schede dei due geositi sopra elencati. Figura 12: Mappa delle grotte e dei geositi nell’aree di indagine (Fonte SIT Puglia) 23
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ MAPPATURA DELLE BIOCENOSI MARINE IN UN BUFFER DI 500 METRI INTORNO ALL’AREA PORTUALE Così come riportato nel precedente paragrafo, il progetto regionale BIOMAP ha concentrato la sua attività all’interno delle 3 AMP e in 21 SIC presenti in Puglia, dalla linea di costa fino alla batimetrica dei 100 m. Il SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” non include nella sua perimetrazione il porto di Castro e uno specchio acqueo antistante ad esso (Figura 13) . Per questo motivo nel progetto BIOMAP non è stato previsto alcun censimento/campionamento nello specchio acqueo contermine alla zona di escavo. Al fine di colmare questo gap di informazioni è stata realizzata la mappatura delle biocenosi dei fondali marini antistanti l’area del porto di Castro utilizzando la tecnica del visual census. L’area di indagine, riportata in Figura 13, è rappresentata da un buffer di 500 metri intorno all’area di escavo. Figura 13: Delimitazione dell’area di indagine 24
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ La metodologia del visual census, applicata alla produzione di cartografia tematica di dettaglio, prevede la realizzazione di tre distinte fasi lavorative: • Fase di acquisizione dati; • Fase di elaborazione dati; • Fase di restituzione. FASE DI ACQUISIZIONE DATI La fase di acquisizione dati prevede la raccolta in mare dei dati ambientali necessari per il processo di identificazione e rappresentazione cartografica delle biocenosi che caratterizzano i siti di campionamento oggetto dell’indagine. Tale fase richiede delle campagne di rilievi eseguite con una imbarcazione munita di un ecoscandaglio e di un GPS (Global Position System) cartografico (Figura 14). Figura 14: Strumenti utilizzati nella campagna dei rilievi I dati relativi al tipo di popolamento e substrato riscontrato sono acquisiti mediante rilevamento diretto in immersione subacquea. Individuato il sito corretto di campionamento 25
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ attraverso l’ausilio del GPS, l’operatore subacqueo biologo esegue una serie di immersioni (Figura 15) comunicando ad un operatore esperto a bordo l’alternarsi dei popolamenti e dei substrati riscontrati. Figura 15: L’operatore subacqueo raccoglie informazioni sui popolamenti marini attraverso il rilevamento diretto L’operatore a bordo, durante ogni rilevamento, oltre a registrare i dati comunicati dall’operatore subacqueo, annota le coordinate geografiche (Longitudine e Latitudine) e le profondità che vengono visualizzate sul display degli strumenti montati sulla plancia di comando dell’imbarcazione. Gli habitat sono stati definiti utilizzando la classificazione presente nell’Annesso II del Protocollo ASPIM. FASE DI ELABORAZIONE I dati raccolti nella fase di acquisizione vengono ordinati all’interno di un database. Tale procedura consente di: • convertire l’archivio cartaceo dei dati acquisiti sul campo in uno digitale.; 26
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ • realizzare un controllo sulla qualità dei dati nel delicato processo di immissione. I dati raccolti con il GPS secondo il sistema di riferimento WGS84 (World Geodetic System 1984) sono stati proiettati nel sistema di coordinate UTM 33N – DATUM WGS 84. La matrice di coordinate viene poi inserita all’interno dei software GIS ed elaborata al fine di ottenere uno strato informativo vettoriale puntuale. All’interno del layer ogni punto è fornito di un codice che lo identifica in maniera chiara ed univoca. Sfruttando la possibilità di creare relazioni semplici e/o complesse tra i layer vettoriali del GIS e i database alfanumerici, le informazioni raccolte e digitalizzate durante la fase di acquisizione in situ vengono conseguentemente associate ad ogni punto, ovvero: • la tipologia di habitat; • il valore conservazionistico dell’habitat. FASE DI RESTITUZIONE Le informazioni spazializzate e rappresentate attraverso elementi puntuali sono state utilizzate per la realizzazione di mappe tematiche al fine di descrivere: • le differenti tipologie di habitat; • la valenza conservazionistica degli habitat. La carta tematica dei siti di maggiore valenza conservazionistica è stata realizzata sulla base di un raffronto tra le biocenosi individuate durante il campionamento e le liste di habitat presenti nella Direttiva Habitat 92/43/CEE e nelle liste ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea), risultato della Convenzione di Barcellona del 1995 (Relini, 2002). In quest’ultima lista, la scelta degli habitat d’importanza conservazionistica, è stata effettuata mediante il metodo di valutazione introdotto da Bardat et al. (1997), che identifica il grado d’importanza in base a diversi criteri: vulnerabilità, valore naturalistico, rarità, valore estetico e valore economico. In base a questo metodo, ogni habitat riscontrato nell’area di studio, può essere classificato come: • Determinante (D): indispensabile per la conservazione; 27
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ • Rimarchevole (R): meritevole di particolare attenzione e gestione; • Non rimarchevole (NR): molto diffuso, poco vulnerabile e di scarso valore naturalistico, estetico ed economico. RISULTATI La spazializzazione in ambiente GIS dei dati acquisiti ha consentito l’elaborazione della mappa delle biocenosi marine nell’area di interesse. Le biocenosi marine invidiate (Figura 16 e Allegato 4) sono di seguito riportate: • Facies di pascolo con ricci ed alghe incrostanti; • Biocenosi delle sabbie grossolane e ghiaie fini sotto l'influenza delle correnti di fondo; • Biocenosi delle alghe infralitorali. La biocenosi più importante, dal punto di vista dell’incidenza areale, è quella delle sabbie grossolane e ghiaie fini sotto l'influenza delle correnti di fondo, seguita dalla Biocenosi delle alghe litorali e dai Barren caratterizzati da ricci ed alghe incrostanti. 28
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Figura 16: Mappa biocenotica in un’area buffer di 500 m intorno al Porto di Castro Tutte le biocenosi mappate risultano, secondo il metodo di classificazione riportato in precedenza, Non rimarchevoli (NR) e quindi di scarso valore dal punto di vista naturalistico estetico ed economico. 29
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ IL PROGETTO DI DRAGAGGIO NEL PORTO DI CASTRO Così come si evince dalla relazione tecnica del progetto in parola, l’intervento di escavo sarà ubicato nel Porto Nuovo di Castro e sarà esteso per una superficie pari a 6900 mq fino alla quota di -4.00 m sul livello medio del mare, prevedendo la movimentazione di 14100 mc di sedimento. La profondità di dragaggio prevista è mediamente pari ad 150 cm, utile per raggiungere la profondità batimetrica media prevista da progetto. La rimozione del sedimento marino sarà condotta mediante l’utilizzo di chiatte/pontoni attrezzate con escavatore dotato di un braccio operatore con benna mordente o a polipo o similare. Una volta che saranno rimosse tutte le imbarcazioni, le boe, le catenarie e i corpi morti, ciascuna piattaforma avanzerà progressivamente, mentre l’escavatore provvederà a rimuovere il sedimento dal fondale marino fino a ripristinare la profondità minima di 4.00 metri. Il materiale escavato sarà trasferito dalle chiatte a bordo di idonea imbarcazione, che provvederà al suo trasporto per l’immersione in mare in un sito idoneo individuato a 3 mn dalla costa. LE MISURE DI CONSERVAZIONE PREVISTE PER IL SIC/ZSC NEI R.R. N. 6/2016 E R.R. N. 12 DEL 10 MAGGIO 2017 Con riferimento alle specifiche attività progettuali innanzi riportate, le misure di conservazione previste nelle ZSC di Puglia prevedono, per gli interventi eseguiti in ambiente costiero e marino le seguenti misure di conservazione: 1. Divieto di effettuare dragaggi che interferiscono direttamente con habitat di interesse comunitario compreso l'eventuale ricollocamento dei sedimenti dragati. A tal fine deve essere prevista anche una adeguata fascia di rispetto. Sono fatti salvi gli interventi eseguiti all'interno dei bacini portuali; 2. Obbligo di valutare preventivamente il pennacchio di torbida prodotto nelle fasi di dragaggio, di trasporto e deposizione del sedimento dragato, con particolare riferimento ai tassi di sedimentazione su aree di fondale con habitat di interesse 30
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ comunitario. Nel caso in cui la valutazione verifichi la possibilità di interferenze con habitat di interesse comunitario, obbligo, da parte del proponente l'intervento di dragaggio, di attuare un programma di moritoraggio distinto in tre fasi (ante operam, in corso d'opera e post operam) basato su soglie di accettabilità dei parametri torbidità e solidi sospesi, anche misurati in tempo reale, a supporto di procedure operative di sospensione o modifica del dragaggio. INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI SULLE COMPONENTI BIOTICHE ED ABIOTICHE DEL SIC Gli impatti ambientali potenziali derivanti dai lavori di escavo e di ricollocamento del materiale sabbioso agiscono sia sulla componente abiotica che su quella biotica del sistema in esame. Impatti sulla componente abiotica 1. aumento della torbidità associata alla risospensione dei sedimenti; 2. diminuzione temporanea della concentrazione di ossigeno disciolto nella colonna d’acqua; 3. variazione della concentrazione dei nutrienti nella colonna d’acqua; 4. mobilizzazione dei contaminanti associati alle particelle in sospensione; 5. solubilizzazione di contaminanti in seguito al cambiamento delle condizioni chimico- fisiche del sedimento. Impatti sulla componente biotica 1. impatti diretti di tipo propriamente fisico sugli organismi e sulle biocenosi sensibili, causati dall’aumento della torbidità e della concentrazione di particelle di solidi in sospensione (diminuzione della penetrazione della luce e conseguentemente dell’attività 31
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ fotosintetica; intrappolamento e trascinamento sul fondo; aumento dell’attività di filtrazione; ricopertura; danni all’apparato respiratorio; abrasione dei tessuti; disturbo alle aree di nursery, etc.) 2. effetti dei contaminanti rimessi in circolo dalle attività di dragaggio, presenti in fase disciolta nella colonna d’acqua o associati alle particelle di solidi in sospensione, su differenti organismi marini; 3. possibili alterazioni qualitative delle biocenosi sensibili presenti nell’area potenzialmente influenzata dall’aumento della torbidità; 4. possibile bioaccumulo dei contaminanti nei tessuti degli organismi, con conseguente trasferimento nella catena trofica, biomagnificazione ed eventuale ingresso nella catena alimentare (particolarmente critico, ad esempio, nel caso di presenza di attività di pesca e di impianti di acquacoltura); 5. possibile contaminazione microbiologica degli organismi presenti nell’area. Ulteriori impatti diretti ed indiretti Le stesse draghe e le imbarcazioni utilizzate a servizio delle draghe possono potenzialmente avere effetti sulla qualità dell’acqua e dell’aria circostante. La qualità dell’aria può essere compromessa a causa: • dell’eventuale sollevamento e trasporto aereo del particolato (materiale dragato) • dalle emissioni di gas di scarico dei macchinari utilizzati • dal rumore provocato dai motori. Tali effetti sono genericamente di basso impatto poiché le attività si svolgono spesso in ambienti spaziosi e arieggiati, distanti dai centri residenziali propriamente detti. Gli effetti sulla qualità dell’acqua possono essere causati da: • perdite durante la procedura di rifornimento dei mezzi utilizzati; • smaltimenti inappropriati dei rifiuti e degli oli di scarto. 32
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Le attività di dragaggio possono, inoltre, avere effetti di tipo socioeconomico, in particolare di disturbo alla navigazione, alle attività di pesca ed alle attività ricreative. LE MISURE DI MITIGAZIONE PROPOSTE Le misure di mitigazione utilizzate nei lavori di dragaggio possono: • agire sulla sorgente dei potenziali impatti ambientali con: ✓ accorgimenti costruttivi o d’uso delle draghe; ✓ prescrizioni sulla frequenza delle attività di manutenzione e sulle modalità di esecuzione delle attività di dragaggio o ad esse complementari; ✓ limitazioni temporali delle attività di dragaggio - utilizzo di barriere antitorbidità attorno alla draga; • agire sui possibili bersagli con: ✓ limitazioni temporanee d’uso dell’area ✓ barriere antitorbidità a protezione degli obiettivi sensibili; • riguardare le modalità di gestione e controllo delle operazioni di dragaggio attraverso la ✓ pianificazione attenta delle attività ✓ costante controllo delle operazioni ✓ esecuzione di un piano di monitoraggio degli effetti delle attività di dragaggio e dell’efficacia delle misure di mitigazione adottate; ✓ adozione di misure di compensazione degli effetti attesi o riscontrati; ✓ informazione costante e trasparente sulle attività intraprese sugli effetti attesi e su quelli riscontrati in base ai risultati forniti dal monitoraggio. 33
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Uno degli strumenti più conosciuti di mitigazione degli impatti, nelle attività di dragaggio, è l’utilizzo di barriere fisiche per limitare la diffusione dei sedimenti movimentati dall’attività di escavo e degli eventuali contaminanti associati alla loro frazione fine. Le barriere antitorbidità sono utilizzate per limitare sia l’estensione e la visibilità della nube di torbidità potenzialmente causata dalle attività di dragaggio, sia le potenziali interazioni chimiche acqua-sedimento, grazie alla riduzione del volume di interazione. Il progetto in parola, difatti, prevede l’utilizzo di panne antitorbidità a protezione delle aree sensibili del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” al fine di evitare che i solidi eventualmente risospesi dall’attività di dragaggio raggiungano ed impattino negativamente sugli habitat di pregio conservazionistico. Gli studi realizzati in campo hanno escluso la presenza di habitat di pregio nell’area buffer di 500 metri generata intorno all’area oggetto di escavo (Figura 16). L’unica cavità naturale presente in prossimità del porto denominata Grotta l’Abisso di Castro – Codice PU_141 presenta un ingresso a 15 m slm ed un collegamento verso sud attraverso un cunicolo in diaclasi allargato con il mare. Le panne antitorbidità consentiranno un confinamento dei sedimenti idoneo ad assicurare un livello molto basso di rischio di impatto per le peculiarità geologiche e biologiche presenti nella cavità in qestione. Nell’area portuale è presente anche il geosito codice CGP0424 - La faglia del Porto di Castro. La scheda del geosito definisce delle aree di rispetto ad esso con un buffer di 10 m., che verrà rispettato nelle attività di dragaggio previste dal progetto. Al fine di monitorare il fenomeno della dispersione dei sedimenti nella colonna d’acqua è necessario, prima dell’avvio dei lavori acquisire delle informazioni sulle caratteristiche idrodinamiche e chimico-fisiche della colonna d’acqua, così come riportato nel Decreto 173/2016, e nello specifico: • Regime correntometrico; 34
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ • Torbidità; • Temperatura; • PH; • Salinità; • Conducibilità. Cosi come previsto dal Decreto sopra richiamato, durante la fase dei lavori sarà realizzato un monitoraggio ambientale che dovrà tener conto dei seguenti aspetti relativi ai comparti sedimento, colonna d’acqua e biota, nelle aree circostanti la zona di dragaggio: • variazioni nella qualità dei sedimenti superficiali tramite analisi chimiche dei parametri risultati più critici nella fase di caratterizzazione ed esecuzione di saggi ecotossicologici; • variazioni nella qualità della colonna d’acqua tramite il controllo dei livelli di torbidità e/o concentrazione di solidi sospesi in particolare lungo percorsi preferenziali di trasporto verso zone di interesse alieutico e/o ricreativo; Sebbene, come riportato in precedenza, i fondali marini contermini all’era di escavo non presentano biocenosi marine di valore conservazionistico, sarà comunque realizzato, nella fase dei lavori, un monitoraggio delle biocenosi a Coralligeno, utilizzando un disegno di campionamento che rientra nelle procedure Beyond-BACI. Tale attività sarà realizzata per monitorare e verificare eventuali impatti che le lavorazioni di escavo potrebbero avere sulle biocenosi a coralligeno presenti nel SIC/ZSC. 35
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Il Piano di Monitoraggio delle Biocenosi a Coralligeno Il disegno di campionamento rientra nelle procedure Beyond-BACI, ideate per identificare gli effetti di una specifica sorgente di impatto quale interazione significativa tra il prima impatto (BEFORE) e post impatto (AFTER) nella variabilità dei siti disturbati e i siti di controllo. Tali disegni sono, in assoluto, i più potenti nel determinare gli effetti di interventi antropici su variabili ambientali e su strutture multivariate di popolamenti. I dati possono essere analizzati sia in contesto univariato (esempio numero di specie) che multivariato (es. struttura del popolamento). Nel piano di campionamento BEFORE è stato definito di campionare 6 siti in due date mediante visual census (tre censimenti per ciascuno dei tre siti in ciascuna data). Nel piano AFTER è previsto che si continui a campionare negli stessi siti, di cui tre diventano siti di controllo (Cs) e i rimanenti tre (I) scelti in quanto prossimi all’area portuale e ai siti di dispersione del sedimento. Il campionamento avverrà in 4 date per ciascuno dei tre anni previsti dal programma di monitoraggio. Per ciascun time si avranno tre visual census per ciascuno dei sei siti (tre di controllo e tre interessati dalla messa in opera delle strutture). Il numero di campionamenti per il periodo POST sarà dunque pari a 3 repliche x 6 siti x 4 Time x 1 anno = 72 unità di campionamento. I campionamenti avverranno in immersione subacquea con autorespiratore secondo tecniche standardizzate di fish visual census. Le sorgenti di variabilità generate dal disegno possono essere così schematizzate: Sorgente di variabilità Gradi di libertà Before vs After =B 1 Data (B) =D(B) 2(d-1) 36
Analisi della biodiversità del SIC/ZSC “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” e valutazione dei potenziali impatti ________________________________________________________________________ Siti =S a-1 Impact vs Controls =I 1 Among Controls =C a-2 BxS a-1 BxI 1 BxC a-2 D (B) x D 2(d-1)(a-1) D (Before) x S (d-1)(a-1) D (Before) x I d-1 D (Before) x C (d-1)(a-2) D (After) x S (d-1)(a-1) D (After) x I d-1 D (After) x C (d-1)(a-2) Residuo 2da(n-1) Tra le sorgenti di variabilità mostrate in tabella, due sono particolarmente importanti per la quantificazione degli effetti dell’intervento. Il test D(After) x I permette di quantificare se le differenze tra i siti impattati e i siti di controllo cambiano nel tempo dopo l’intervento. Dunque un cambiamento a piccola scala temporale. Il test B x I fornisce la possibilità di testare se l’impatto, in questo caso positivo, avviene a scala temporale più ampia, tra il prima (Before) e dopo l’intervento (AFTER). 37
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