AMBIENTE, SVILUPPO E SALUTE: L'EMERGENZA HIV/AIDS IN AFRICA E NEL MONDO - A cura di Marzia Franzetti, CUAMM-Medici con l'Africa
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AMBIENTE, SVILUPPO E SALUTE: L’EMERGENZA HIV/AIDS IN AFRICA E NEL MONDO A cura di Marzia Franzetti, CUAMM-Medici con l’Africa
OBIETTIVI DELL’UNITA’ DIDATTICA PRENDERE COSCIENZA: • DELLA DIMENSIONE DELL’EPIDEMIA HIV/AIDS • DELL’IMPATTO SOCIO ECONOMICO • DEL CONTESTO SOCIOCULTURALE • DEI PROBLEMI LEGATI A STIGMA E GENERE CONOSCERE: * OBIETTIVI E AZIONI DI UN PIANO DI CONTROLLO * CRITERI PER STABILIRE L’ORDINE DI PRIORITA’ DEI VARI INTERVENTI * LA MOBILITAZIONE MONDIALE PER LA LOTTA A HIV/AIDS NEI PAESI A RISORSE LIMITATE
HIV = Human Immunodeficiency Virus Famiglia dei RETROVIRUS ATTACCA LE DIFESE IMMUNITARIE • INFEZIONI GRAVI • INFEZIONI OPPORTUNISTICHE • TUMORI • TUBERCOLOSI Æ AIDS (Sindrome da immunodeficienza acquisita )
VIE DI TRASMISSIONE DELL’HIV - eterosessuale/omosessuale -scambio di siringhe in TD - trasfusioni/emoderivati -pratiche sanitarie/incidenti occupazionali -madre/figlio
TEST HIV (come si fa diagnosi?) ricerca di anticorpi antiHIV ( Ac NON protettivi, convivono con il virus ) QUANTO VIVE UNA PERSONA HIV+ SENZA TERAPIA? (storia naturale) Fino a 8-10 anni, senza sintomi CONTAGIOSA !!!
ESISTE UNA TERAPIA EFFICACE PER L’HIV? HAART ( High Active Anti Retroviral Therapy ) = combinazione di 3 farmaci ARV Che obiettivi si propone la terapia Antiretrovirale? - infezione cronica Æ NO AIDS -ridurre la contagiosità
QUALI SONO LE CONDIZIONI PERCHE’ LA TERAPIA SIA EFFICACE? - assunzione regolare - all life long QUALI EFFETTI COLLATERALI DELLA TERAPIA ARV? - anemia, neuropatie, disturbi SNC, tossicità epatica, renale, diarrea, pancreatite, diabete, alterazioni colesterolo e trigliceridi, lipodistrofia, rischio cardiovascolare, allergie
OGGI: infez.HIV = infez. CRONICA VITA “NORMALE” Æ Sessualità ? Riproduzione ? PROBLEMI DI HAART Æ Aderenza ? Effetti collaterali ? Æ Sviluppo resistenze e fallimento ?
Global summary of HIV/AIDS epidemic December 2005 Number of people living with HIV/AIDS 40.3 million People newly infected with HIV in 2005 4.9 million AIDS deaths in 2005 3,1 million
Adults and children estimated to be living with HIV/AIDS as of end 2005 Eastern Europe & Central Asia Western Europe North America 720 000 1.6million 1.2 million East Asia & Pacific North Africa & Middle East 870.000 Caribbean South 440 000 510 000 & South-East Asia Sub-Saharan Africa 7.4 million Latin America 25.8 million Australia 1.8 million & New Zealand 74.000 Total: 40,3 million
Estimated adult and child deaths from HIV/AIDS during 2005 Eastern Europe Western Europe & Central Asia North America 12 000 62 000 18 000 East Asia & Pacific North Africa & Middle East 41 000 Caribbean 58 000 South 36 000 & South-East Asia Sub-Saharan Africa 480 000 Latin America 66 000 2.4 million Australia & New Zealand 3 600 Total number 3,1 million
Estimated number of adults and children newly infected with HIV during 2005 Western & Central Eastern Europe Europe & Central Asia North America 22 000 270 000 43 000 East Asia North Africa & Middle East 140 000 Caribbean 30 000 67 000] South & South-East Asia Sub-Saharan Africa 990 000 Latin America 200 000 3.2 million Oceania 8 200 Total: 4.9 million
HIV/AIDS
HIV-AIDS in Africa sub-sahariana 2005 25-28 milioni di casi di Hiv/Aids di cui > 50% donne Sieroprevalenza media 7,5% Tanzania 9,5% Mozambico 12,2% Malawi 14,2% Zimbabwe 24,6% Botswana 37,3% Swaziland 38,8%
Changes in life expectancy in selected African countries with high HIV prevalence, 1950 to 2000 65 Life expectancy at birth, in years 60 Botswana 55 Uganda South-Africa Zambia 50 Zimbabwe 45 40 35 1950-55 1955-601960-651965-701970-751975-801980-851985-901990-951995-00 Source: United Nations Population Division, 1998
Predicted loss in life expectancy due to HIV/AIDS in children born in 2000 Predicted life expectancy Loss in life expectancy due to HIV/AIDS Botswana Zimbabwe South Africa Kenya Zambia Côte d'Ivoire Rwanda Mozambique Haiti Cambodia 0 10 20 30 40 50 60 70 Life expectancy at birth (years) Source: U.S. Census Bureau, 2000
Trends in mortality among children under five years old and end-1999 adult HIV prevalence rate, selected African countries, 1981-1996 Relative under-5 mortality (1981 = 100%) 110 % 105 % Zambia HIV prevalence 19.9% 100 % 95 % Kenya HIV prevalence 14.1% 90 % Cameroon 85 % HIV prevalence 7.7% 80 % 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 Source: Demographic and Health Surveys, Macro International, USA
Projected population structure with and without the AIDS epidemic, Botswana, 2020 80 Projected population 75 structure in 2020 70 65 Males Females Deficits due to AIDS Age in years 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 140 120 100 80 60 40 20 0 20 40 60 80 100 120 140 Population (thousands) Source: US Census Bureau, World Population Profile 2000
CONSEGUENZE Calo di produttività riduzione classi dirigenti, medici, insegnanti sovraffollamento strutture sanitarie struttura familiare disgregata orfani: oltre 15 milioni
EPIDEMIA HIV/AIDS Aspetti particolari dei PVS • 80% della popolazione mondiale vive nei PVS • 95% delle persone con HIV/AIDS vive nei PVS ESISTE UNA CORRELAZIONE TRA HIV/AIDS E POVERTA’ misurata come • PNL/procapite • income inequality • Human poverty Index
INFLUENZA DELLA POVERTA’ SULL’EPIDEMIA HIV A) SUSCETTIBILITA’ BIOLOGICA malnutrizione, STD, parassitosi, accesso ai servizi sanitari B) EDUCAZIONE E ISTRUZIONE comprensione messaggi relativi al rischio C) COSTI DEI PRESIDI PREVENTIVI (condom) D) COMPORTAMENTI A RISCHIO (prostituzione, migrazione) E) PERCEZIONE DEL RISCHIO (when future is bleak and immediate survival in question…) Fenton. Lancet 2004
INFLUENZA DELL’EPIDEMIA HIV SULLA POVERTA’ Household income -> National income Manca la forza lavoro Gli adulti giovani hanno bisogno di cure Diminuisce il reddito Aumentano le spese in famiglia I bambini non vanno a scuola e assistono gli adulti malati
Impact of HIV/AIDS on urban households, Côte d ’Ivoire d’Ivoire General population Families living with AIDS 30 30 000 000 Francs Francs CFA CFA Monthly Monthly income income 25 25 000 000 per per capita capita 20 20 000 000 Monthly Monthly 15 15 000 000 consumption consumption per per capita capita 10 10 000 000 55 000 000 Savings/ Savings/ 00 Disavings Disavings –– 55 000 000 Source: Simulation-based on data from Bechu, Delcroix and Guillaume, 1997
FOOD CRISIS IN SOUTHERN AFRICA de Waal. Lancet 2003 Frequent problem Mortality 2-5 fold (mailnly children and elderly people) Possible coping strategies: - accumulated skills (knowledge of wild food, diversification in food supply) - kinship networks Key term: RESILIENCE The ability to return to a former livelihood on the basis of diversity of income and food sources
CORRELATIONS HIV/AIDS & FOOD CRISIS 1) Labour Shortness (adult morbidity & mortality) - cultivate smaller areas - abandoning high valuable – energy food (more input needing) vs less valuable - less nutrition (but less labour demanding) (oil crops, cereals vs cassava) 2) Loss of assets and skills (result of adult mortality) 3) Vicious interaction between HIV/AIDS and malnutrition 4) Raised number of dependant - fewer mature adults (more teenagers and people in early 20s) - high burden of care for sick adults, orphans
COPING STRATEGIES -Reducing food -Agricultural wage consumption labour (harvesting) High - Gathering wild foods Resilience - Reliance on family network - Producing crafts - Sale of essential - Agricultural wage assets labour (planting, Low - Crime weeding) - Commercial sex - Selling firewood work - Begging Low high Labour requirement
Preventing HIV/AIDS through poverty reduction: the only sustainable solution? Fenton. Lancet 2004 Poverty reduction will undoubtedly be at the core of a sustainable solution to HIV/AIDS Since poverty is clearly not the only factor contributing to the spread of HIV/AIDS, there is no excuse for taking a fatalistic attitude to the epidemic We need to consider the immediate steps that can be taken to reduce the spread of HIV/AIDS, and support those affected
PROGRAMMA CONTROLLO AIDS PRINCIPI GENERALI • IN LINEA CON LA POLITICA SANITARIA DEL GOVERNO • INTEGRATO NEL SISTEMA SANITARIO • BASATO A LIVELLO DISTRETTUALE • RAGGIUNGERE LA COMUNITA’
PROGRAMMA CONTROLLO AIDS SETTORI DI INTERVENTO: • DIRITTI UMANI •PREVENZIONE TRASMISSIONE • CURA DEI PAZIENTI
SINDROME da IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA “ non è affatto il nome di una malattia, bensì il nome di una “situazione clinica” le cui conseguenze sono uno “spettro di malattie” Susan Sontag, 1989
STIGMA Erving Goffman definì lo stigma come “un attributo che marcatamente discredita” con il risultato di ridurre un individuo o un gruppo in un soggetto o categoria “infetti” ed emarginati. Goffman, E. 1963. Stigma: Notes on the Management of Spoiled Identity.
STIGMA DA INTENDERSI COME UN PROCESSO SOCIALE: OSTACOLO PER LA PREVENZIONE E CURA HIV/AIDS DEFINITA LA “TERZA EPIDEMIA” LA PRIMA: NASCOSTA MA RAPIDA DIFFUSIONE DELL’ HIV LA SECONDA: L’INVISIBILE e poi MANIFESTA INSORGENZA DEI CASI DI AIDS
Come sono rappresentati gli effetti dello stigma La persona infetta da HIV/AIDS: - dorme da sola sul pavimento il contrasto con “gli altri” - mangia da sola è rappresentato in modo - sta da sola stridente! 17
HIV-AIDS E GENERE: LA DONNA E LE SUE PECULIARI SPECIFICITÀ
DONNE: SOGGETTI DI DIRITTI ( ?! ) si trovano ad essere particolarmente vulnerabili nei loro ruoli tradizionali di donne, di mogli, di madri, di assistenti di persone ammalate
Sul piano culturale i modelli tradizionali tendono a penalizzare le donne ¾ in termini di conoscenze/educazione ¾ in termini di gestione della propria esistenza, a partire dalle scelte personali ed in campo sessuale ¾ in termini di gestione economica
PROGRAMMA CONTROLLO AIDS SCELTA DELLE PRIORITA’: • IMPATTO • ANALISI COSTO/EFFICACIA • ASPETTI SOCIOCULTURALI • PROBABILITA’ DI SUCCESSO • SOSTENIBILITA’
PROGRAMMA CONTROLLO AIDS SETTORI DI INTERVENTO: • PREVENZIONE TRASMISSIONE • CURA DEI PAZIENTI
PREVENZIONE TRASMISSIONE HIV • SESSUALE • COMPORTAMENTO • PREVENZIONE STD • AMBITO SANITARIO • TRASFUSIONI SICURE • STERILIZZAZIONE • PRECAUZIONI UNIVERSALI • PROF. POST ESPOSIZIONE • MADRE/BAMBINO
PREVENZIONE TRASMISSIONE HIV IN AMBITO SANITARIO • TRASFUSIONI SICURE • STERILIZZAZIONE • PRECAUZIONI UNIVERSALI • PROF. POST ESPOSIZIONE
RISCHIO PROFESSIONALE PUNTURA AGO INFETTO: RISCHIO 1-3 PER 1.000 TRASMISSIONE POSSIBILE: IMBRATTAMENTO MUCOSE MAI DOCUMENTATA TRASMISSIONE: IMBRATTAMENTO CUTANEO PROTEZIONE: PRECAUZIONI UNIVERSALI
PROFILASSI POST- ESPOSIZIONE ZIDOVUDINA • ENTRO 4 ORE DALL’INCIDENTE • PER 4 SETTIMANE • DIMINUZIONE RISCHIO 81% PROTEZIONE MAGGIORE CON DUE -TRE FARMACI (?)
VCT Voluntary Counselling and Testing • Educazione sanitaria/sessuale • STD management • Precauzioni universali/Sterilizzazione • Assistenza a pazienti AIDS • non è necessario TEST HIV !!!
VCT Voluntary Counselling and Testing • Trasfusioni • Profilassi post-esposizione • PMTCT ( Prevenzione madre/figlio ) • Profilassi Infezioni Opportunistiche • Terapia antiretrovirale • è necessario TEST HIV !!!
COUNSELLING • E’ un dialogo ed un rapporto continuo tra paziente e counsellor allo scopo di: • PREVENIRE LA TRASMISSIONE • DARE SUPPORTO PSICO-SOCIALE ALLE PERSONE GIA’ HIV+ • utile anche per i familiari !!
VCT Voluntary Counselling and Testing • > cambiamenti comportamento sessuale ( 35% gruppo VCT vs 13% ed. sanitaria) • > prevenzione/trattamento STD • > accesso a condoms • Family planning e PMTCT • precoce accesso a profilassi OI e ARV • > accesso a supporto socio-economico • destigmatizzazione HIV/AIDS
COUNSELLORS • Persone dello stesso back-ground (giovani, coppie, madri PMTCT ecc ) • NON professionali ( training ad hoc ) • PROFESSIONALI ( operatori sociali e sanitari ) • SENIOR counsellors ( formazione, gestione di casi difficili ecc. )
TRASMISSIONE MATERNO-INFANTILE AVVIENE NEL 20 - 30% DEI CASI DURANTE LA GRAVIDANZA DURANTE TRAVAGLIO E PARTO CON L’ALLATTAMENTO AL SENO PIU’ DI 2/3 DEI NEONATI NON SONO INFETTI !!
TRASMISSIONE MATERNO-INFANTILE IN ASSENZA DI INTERVENTO Pre-partum Postpartum precoce Postpartum tardiva (
FATTORI ASSOCIATI CON IL RISCHIO DI TRASMISSIONE HIV MADRE/FIGLIO • materni Livelli di HIV-RNA Conta dei linfociti CD4+ Presenza di malattie sessualmente trasmesse • ostetrici Rottura prolungata (> 4 ore) delle membrane amniotiche / corioamnionite Parto vaginale Procedure invasive • del bambino Basso peso alla nascita/Prematurità
TRASMISSIONE MADRE-BAMBINO AVVIENE NEL 20 - 30% DEI CASI APPROCCIO MULTIPLO: CHEMIO-PROFILASSI PARTO CESAREO ALLATTAMENTO ARTIFICIALE TRASMISSIONE RIDOTTA A < 2%
PREVENZIONE MADRE/BAMBINO (PMTCT) STUDIO MADRE NEON. INFETTI (a 4-6 sett) ACTG076 14 settimana 6 sett. 8,3% ZDV os (300 mg BD) (2 mg/kg (25% plac.) ZDV ev at labor 6 hrly) DITRAME ZDV (36a sett.) NO 18% + intrapartum (27% plac.) + post-partum HIVNET012 NVP 200 mg at labor 2 mg/kg 12% (21% ZDV)
PREVENZIONE MADRE/BAMBINO (PMTCT) STUDIO MADRE NEON. RIDUZ COSTO (SETT) (%) USD ACTG076 14a 4 SETT 68 1.000 BANGK. 36a NO 50 400 IVORY C. 36a NO 38 400 HIVNET012 1-DOSE 1-DOSE 47 4!
SVANTAGGI di NVP al parto/nascita • Trasmissione intra-utero maggiore fra 28 e 36 settimane • Resistenza a NVP: 15-40% se 1 dose fino 67% se 2 dosi Æinefficacia di * future PMTCT ? * HAART ?
TOPS STUDY Resistenza alla NVP nelle donne • SD* NVP 60% • SD* NVP 12% + 4 g AZT/3TC • SD* NVP 10% + 7 d AZT/3TC * SD = single dose
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE MATERNO-INFANTILE NEI PAESI CON RISORSE LIMITATE, WHO 2005 HAART indicata HAART non indicata ZDV non dispon. Madre Pre-partum HAART ZDV dalla 28 sett. Intrapartum HAART ZDV + SD NVP SD NVP Postpartum HAART ZDV + 3TC per 7 gg (?) Bambino ZDV 7 gg ZDV 7 gg + NVP SD NVP ALTERNATIVE POSSIBILI : solo AZT, AZT + 3TC
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE MATERNO-INFANTILE NEI PAESI CON RISORSE LIMITATE, WHO 2005 Donne che si presentano al parto e non hanno ricevuto ARV per PMTCT Opzione 1 Opzione 2 ZDV non dispon. Madre Intrapartum SD NVP + ZDV ZDV + 3TC SD NVP Postpartum ZDV + 3TC 7gg Bambino SD NVP + ZDV 4 sett. ZDV + 3TC 7gg SD NVP
RACCOMANDAZIONI per PMTCT WHO 2005 Farmaci consigliati: AZT, 3TC, Nevirapina Regime consigliato e più efficace: - AZT da 28 sett. al parto alla madre + NVP 1 dose al travaglio + AZT/3TC per 7 giorni - NVP 1 dose al neonato alla nascita + AZT 2 dosi/die per 7 giorni Alternative: solo AZT, AZT+3TC, solo NVP
PREVENZIONE MATERNO-FETALE IN AFRICA* ACCETTABILITA’: 25.6% NEGANO CONSENSO 38% NON RITIRANO ILRISULTATO ACCESSIBILITA’: 37% MADRI NESSUN ACCESSO 58% DEI PARTI SENZA ASSISTENZA * HIVNET012
Accesso ai programmi PMTCT 50 % 100 % 1 Accesso alle ANC (65 %) 2 Accesso al VCT (20 %) 3 Accettazione test (80%) 4 Risposta test (50 %) 5 Effettivamente trattate (80 %) 4% delle donne HIV+ beneficiano dell’intervento
ALLATTAMENTO AL SENO E HIV Rischio aggiuntivo: 10-20% Causa del 30-50% dei casi pediatrici di HIV/AIDS Massimo rischio nei primi mesi (alto contenuto cellulare) MALAWI: 672 neonati HIV neg. allattati al seno Età 5 mesi 11 mesi 17 Mesi 23 Mesi HIV+ 3.5% 7% 8.9% 10.3%
ALLATTAMENTO AL SENO E HIV Effetti positivi del latte materno • miglior nutrimento per il bambino • > immunità / meno malattie • contraccezione (Child Spacing) • Protezione contro l’HIV(!?!) SUD AFRICA: 547 madri HIV+ NeonHIV + 3 mesi 6 mesi 15 mesi SENO ESCLUSIVO 103 14.6% 19.4% 24.7% ALLATT. MISTO 288 24.1% 26.1% 35.9% FORMULA 156 18.8% 19.4% 20.1%
Una tragica scelta • Se non allattati al seno, molti neonati moriranno per altre malattie (oltre all’HIV) • Se allattati al seno, il 10-20% dei neonati HIV- nati da madri HIV+ si infetteranno attraverso il latte materno
ALLATTAMENTO AL SENO E HIV Nairobi: 425 madri HIV+ (randomizzato) Neonati HIV+ a 24 mesi SENO 36.7% FORMULA 20.5% MORTALITA’ A 24 MESI: 20% VS 24%
STATO MATERNO E MORTALITA’ DEI BAMBINI Newell et all Lancet 2 ottobre 2004 3.468 bambini nati da madre HIV + in diversi studi su PMTCT in Africa sub sahariana Mortalità bimbi HIV infetti 9 volte quella dei non inf. Mortalità materna cumulativa 31/1000 Nell’analisi multivariata il fattore determinante sulla mortalità del bambino è la morte della madre PER LA PREVENZIONE DELLA MORTALITA’ INFANTILE NON E’ SUFFICIENTE LA PROFILASSI: E’ NECESSARIO IL TRATTAMENTO DELLA MADRE
ALLATTAMENTO AL SENO E HIV DETERMINANTI: DURATA ALLATTAMENTO ALLATTAMENTO MISTO (infezioni GI) PATOLOGIE MAMMELLA (mastiti, ragadi ecc) ESPERIENZA DELLA MADRE FATTORI MATERNI (CD4, viremia, infezioni ecc)
PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DELL’HIV CON ALLATTAMENTO IN PAESI A RISORSE LIMITATE ALLATTAMENTO ESCLUSIVO AL SENO SVEZZAMENTO RAPIDO A 4-6 MESI FORMAZIONE DELLE MADRI “GIOVANI” PREVENZIONE PATOLOGIE MAMMARIE FARMACI ARV MADRE/NEONATO?
SIMBA ( Uganda e Rwanda ) 400 madri trattate con AZT + ddI da 36 sett. al parto + 1 settimana dopo Neonati randomizzati a NVP o AZT per 7 mesi 6% nati infetti 7% infetti a 4 settimane 8% infetti a 6 mesi Æ trasmiss.postnatale per allattamento= 2%
PMTCT MTCT-Plus La prevenzione della trasmissione come “entry point” per il trattamento Le donne in gravidanza HIV-positive vengono arruolate in un programma PMTCT Dopo il parto alle donne e a tutti i componenti della famiglia (compresi i bambini) viene offerta l’assistenza e il trattamento per coloro che incontrano i criteri richiesti
Approccio “family-centered” • Permette ai genitori e ai bambini di essere curati insieme, facilita l’aderenza al trattamento e permette che tutti i partecipanti ricevano supporto dai membri della famiglia • Coinvolge i partners
PROGRAMMA CONTROLLO AIDS SETTORI DI INTERVENTO: • PREVENZIONE TRASMISSIONE • CURA DEI PAZIENTI
CURA DEI PAZIENTI CON HIV/AIDS • MIGLIORARE L’ASSISTENZA • MIGLIORARE IL TRATTAMENTO DELLE INFEZIONI OPPORTUNISTICHE • TERAPIA ANTIRETROVIRALE
H.A.A.R.T. HIGLY ACTIVE ANTIRETROVIRAL THERAPY TERAPIA ANTIVIRALE ALTAMENTE ATTIVA • Terapia di combinazione (3 farmaci) • Riduce la carica virale • Ripristina le Difese immunitarie
MORTALITY AND FREQUENCY OF HAART INCLUDING P.I.s AMONG HIV+VE PATIENTS WITH CD4 COUNT
HAART IN AFRICA VANTAGGI ATTESI DIMINUZIONE: MORTALITA’ MORBOSITA’ UTILIZZO RISORSE SANITARIE TRASMISSIONE MORTALITA’ INFANTILE NUMERO ORFANI
HAART I PROBLEMI APERTI • ERADICAZIONE NON POSSIBILE • TERAPIA “ALL LIFE LONG” • SVILUPPO RESISTENZE • FALLIMENTO TERAPEUTICO • EFFETTI COLLATERALI • COSTI
COSA FARE ALLORA? Allocation of new funds for HIV/AIDS requires more than ranking for cost effectiveness … yet … spending programmes for HIV/AIDS relief in Africa that neglets to bring cost-effectiveness evidence into the consultation process risks unnecessary sacrifice of hundreds of thousands of prevention opportunities, treatment opportunities and lives. Lancet 2002; 359:1635-42
The Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis & Malaria Funding the fight against the diseases of poverty The world is alarmed about the global spread of AIDS, TBC and malaria. millions of deaths (WHO report 2002) •AIDS/HIV 2,9 millions •TUBERCULOSIS 1,6 millions •MALARIA 1,1 millions Taken together they cause 25% of all deaths worldwide, creating a global crisis that requires an urgent global response
Scaling-up antiretroviral treatment in DC • 1997 Abidjan consensus • 1999 Dakar • 2000 Durban • 2001 Report of Commission on Macroeconomics & Health • 2001 UNGASS- NEW York • G8 (Okinawa 2000, Genoa 2001) and the GFATM • 2001 14-27 april Abuja Declaration • 2001 November DOHA • 2002 Barcelona
“Se il fare fosse facile come il sapere quel che è bene fare, allora i tabernacoli sarebbero cattedrali ed i tuguri palazzi” • Porzia, Atto 1°, Scena 2a • “Il Mercante di Venezia” di W. Shakespeare
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