ADHD e Funzioni esecutive - Insegnamento di Neuropsichiatria Infantile, Dr.ssa Maddalena Duca, NPI
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Neuropsicologia • Disciplina che studia le relazioni tra processi cognitivi e strutture cerebrali. • Funzioni cognitive superiori: percezione, linguaggio, memoria, attenzione, etc. • Vygotskij “zona di sviluppo prossimale” (distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore, importanza contesto sociale). • Inizio 900, Lurija “come lavora il cervello”
Neuropsicologia • Le sue attività si rivolgono a: • - accertamento diagnostico • - quantificazione del danno e follow-up a distanza • - riabilitazione cognitiva • Ha lo scopo di analizzare le modalità con cui un dato percettivo viene elaborato fino alla realizzazione di un comportamento. • Dall’analisi di modalità e comportamento possono essere programmati interventi riabilitativi specifici per le funzioni che risultano compromesse
Sistema attentivo: componenti 1 Allerta: semplice prontezza di risposta agli stimoli 2 Attenzione selettiva: capacità di concentrarsi su uno stimolo in presenza di altri stimoli competitivi ma irrilevanti 3 Attenzione sostenuta: capacità di mantenere la risposta ad uno stimolo per tutta la durata del compito
Attenzione e funzioni esecutive • Propriamente sistema attentivo e esecutivo avrebbero forme distinte. • L'attenzione agisce sui processi sensoriali in input e sulle rappresentazioni interne (si può concentrare su di uno spazio, su di un pensiero o sulla rappresentazione di uno spazio). • Il sistema di controllo esecutivo agisce invece su piani di comportamento. • Tuttavia gli aspetti attentivi sembrano precorrere e contribuire allo sviluppo delle funzioni esecutive.
Funzioni esecutive • Sono un complesso sistema di processi cognitivi distinti non correlati ma “sottilmente” interagenti che: • avviano • regolano • controllano • coordinano • monitorizzano • programmano • pensieri ed azioni
Funzioni esecutive • ABILITA’ ATTE A PIANIFICARE,PROGETTARE UNA STRATEGIA • RISOLVERE UN PROBLEMA • PASSARE DA UN COMPITO ALL’ALTRO INIBENDO LE INTERFERENZE ESTERNE
Funzioni esecutive • Con questa “etichetta” Owen (1997) si riferisce all’insieme di processi mentali finalizzati all’elaborazione di schemi cognitivo-comportamentali adattivi in risposta a condizioni ambientali nuove e impegnative. • Le usiamo nel fare le cose a cui non siamo abituati.
Funzioni esecutive: varietà di processi cognitivi (inibizione, pianificazione, memoria di lavoro, flessibilità, etc) finalizzati all’applicazione di comportamenti complessi, che consentono agli individui il raggiungimento di determinati obiettivi
La struttura della memoria
Memoria a lungo termine • Memoria esplicita o dichiarativa: • contiene tutte quelle informazioni/dati della realtà che ci permettono di comprenderla come una data, le regole o il linguaggio (MEMORIA SEMANTICA) o il ricordo di un evento specifico, di un episodio della storia personale di ogni individuo o il contenuto di una conversazione che sappiamo riferire a distanza (MEMORIA EPISODICA). • Memoria implicita: • MEMORIA PROCEDURALE contiene le informazioni che non descriviamo a parole, possono essere delle abilità in compiti di tipo motorio o prassico come guidare la macchina o andare in bicicletta, sono dati che nei soggetti colpiti da amnesia si conservano indipendentemente dai ricordi della componente dichiarativa. • PRIMING forma di riconoscimento mnemonico non cosciente che consente a uno stimolo, al quale si è stati esposti una prima volta, di essere identificato durante le successive esposizioni senza averne consapevolezza.
Memoria a breve termine • Memoria sensoriale: gestisce gli stimoli provenienti dai sensi (visivi e uditivi) • Memoria di lavoro (Working Memory): immagazzina e processa le informazioni, ha relazioni strette con apprendimento e processi cognitivi
Working memory
Working memory • Numero di elementi che possono essere richiamati durante un compito di memoria complesso, ovvero caratterizzati dal simultaneo processo di immagazzinamento ed elaborazione delle informazioni finalizzato al mantenimento delle stesse in uno stato attivo per il loro successivo richiamo e manipolazione (Daneman & Carpenter, 1980).
Esempio • Provate a leggere una sola volta la seguente lista e poi tentate di ripeterla senza guardare: • L – 4 – A – 1 – Z – D.
Esempio • Provate ora, sempre leggendola una sola volta, a imparare quest’altra lista ma questa volta ripetete prima le lettere in ordine alfabetico e poi i numeri in ordine decrescente: • M – 8 – I – 9 – R – 5.
Meccanismi di memoria • Acquisizione e codificazione: ricezione dello stimolo(strettamente connessa con l’ATTENZIONE) e traduzione in rappresentazione interna stabile e registrabile in memoria. Lavoro di categorizzazione ed etichettatura legato agli schemi e alle categorie preesistenti. • Ritenzione ed immagazzinamento: stabilizzazione dell'informazione in memoria e ritenzione dell'informazione stessa per un determinato lasso di tempo. • Recupero: riemersione a livello della consapevolezza dell'informazione precedentemente archiviata, mediante "richiamo" (recupero mnestico diretto, senza stimoli di facilitazione) o "riconoscimento" (procedura cognitivamente più semplice, in cui il recupero è mediato da uno stimolo associativo, per cui è sufficiente riconoscere l'elemento precedentemente codificato, presente all'interno di una serie di stimoli proposti).
Lo sviluppo delle funzioni esecutive • Periodo neonatale: 7-8 mesi primi segni di WM e controllo inibitorio • Periodo pre-scolare: comparsa del controllo attentivo tra i 4 e i 5 anni, miglioramento delle capacità inibitorie, della WM e delle capacità di pianificazione • Periodo scolare: raggiungimento nella flessibilità cognitiva tra 8 e 10 anni, miglioramento del controllo inibitorio, della vigilanza e dell’attenzione sostenuta, sviluppo della WM
Caso clinico Quando Luca arriva ai Servizi, su richiesta della famiglia e su indicazione della scuola, aveva 6 anni. Sia a casa che in classe (I elementare) era “incontenibile”. Faceva fatica a rimanere seduto, non riusciva a stare fermo, sembrava non ascoltare. Richiedeva sempre la relazione con l’adulto, non si fermava mai, non portava niente a termine e non riusciva neppure a giocare con i compagni di classe, che lo stavano emarginando.
Disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD) • Insegnamento di Neuropsichiatria Infantile, Dr.ssa Maddalena Duca, NPI
Disturbo da deficit di attenzione ed iperattività • Caratterizzato da iperattività, labilità attentiva, instabilità mnesica, impulsività, aggressività, difficoltà di apprendimento, differente da altri disturbi emotivi. • La difficoltà di attenzione è il sintomo centrale, che può rimanere fino all’età adulta. L’iperattività nel tempo si riduce. • Descritto nel ICD10 e nel DSM V tra i disturbi ipercinetici.
Criteri diagnostici del DSM V e ICD 10 • 1 Disattenzione • 2 Iperattività • 3 Impulsività I sintomi devono essere presenti in più situazioni e contesti (casa, scuola, ospedale, ecc….). Si possono associare imprudenza in situazioni di pericolo, disinibizione nei rapporti sociali, infrazione impulsiva di regole sociali.
Inattenzione 1. Scarsa cura per i dettagli, errori di distrazione (lavoro non accurato) 2. Labilita’ attentiva (es. conversazione o lunga lettura) 3. Sembra non ascoltare quando si parla con lui 4. Non segue le istruzioni, non porta a termine le attivita’ 5. Ha difficolta’ ad organizzarsi (non rispetta una scadenza) 6. Evita le attivita’ che richiedono attenzione sostenuta (compiti) 7. Perde gli oggetti (portafogli, chiavi,documenti, telefono) 8. E’ facilmente distraibile da stimoli esterni (in adolescenti pensieri non correlati tra loro) 9. Si dimentica facilmente cose abituali
Iperattività 1. Irrequieto, non riesce a star fermo su una sedia 2. In classe si alza spesso quando dovrebbe star seduto 3. Corre o si arrampica quando non dovrebbe (senso di irrequietezza interna) 4. Ha difficoltà a giocare tranquillamente 5. Sempre in movimento, come “attivato da un motorino” (è a disagio nel rimanere fermo per esempio al ristorante o durante le riunioni) 6. Parla eccessivamente Impulsività 7. Risponde prima che la domanda sia completata 8. Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno 9. Interrompe / si intromette in attivita’ di coetanei o adulti
Epidemiologia • Prevalenza 3%, maggiore incidenza nei maschi (3:1-5:1). • Vengono spesso descritti i disturbi della condotta, di apprendimento e dell’umore come evoluzione nel tempo o come comorbidità.
Eziologia • Alta familiarità per disturbo di attenzione (30%) • Dati di lesioni cerebrali (lesioni neonatali anossiche ippocampali; assunzione di alcool, droghe, tabacco o barbiturici da parte della madre in gravidanza). • Ipertiroidismo o pubertà precoce. • Alla PET metabolismo del glucosio ridotto a livello della corteccia, frontale, prefrontale e premotoria. • Alterazione del sistema noradrenergico e serotoninergico.
Clinica • In età prescolare: Prevale l’iperattività di grado estremo, i comportamenti impulsivi, imprudenti e imprevedibili, oltre i normali livelli per l’età. Crisi di rabbia “tempeste affettive”, litigiosità, provocatorietà, assenza di paura, disturbi del sonno, possibili ritardi di sviluppo nell’area del linguaggio e/o percettivo- motoria. • In età scolare: Prevale lo scarso rendimento scolastico, lo scarso impegno, la facile distraibilità, l’incostanza a condurre a termine un compito. L’instabilità motoria rimane (il bambino si alza continuamente senza motivo, tocca tutto). Possibili comportamenti oppositivo-provocatori. • In età adolescenziale: difficoltà scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana (pianificazione), riduzione del comportamento iperattivo, instabilità scolastica, lavorativa, relazionale, mancanza di Savoir faire Sociale, bassa autostima, ansietà, condotte rischiose
ADHD transizione nelle varie fasce d’età •L’iperattività motoria diminuisce: si può manifestare come irrequietezza psichica. •L’inattenzione spesso persiste: si può manifestare come difficoltà nel portare a termine i compiti (es.: rispettare appuntamenti, scadenze o focalizzarsi su una singola attività). •Può interferire significativamente con vari aspetti della vita quotidiana.
Diagnosi • NPI, psicologo. • Raccolta anamnestica con entrambi i genitori. • Importanti informazioni da insegnanti. • Osservazione diretta del bambino (comunicazione descrittiva piuttosto che narrativa, interazione sociale, qualità e velocità del movimento, segni neurologici minori). • Scale diagnostiche e valutazione neuropsicologica (SNAP, CARS, SDAI, SDAG). Attenzione nel rapporto 1-1 si concentrano di più. • Valutazione dell’efficacia dei farmaci (metilfenidato).
Protocollo diagnostico Intervista semistrutturata ai genitori: Parent Interview for Children Symptoms (PICS-IV) Conner’s Parents/Teachers Rating Scales (CP(T)RS-R:L) Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC) Prove di lettura gruppo MT (Cornoldi & Colpo) Batteria per la Dislessia evolutiva (Sartori, Tressoldi) Multidimensional Anxiety Scale for Children (MASC) Children Depression Inventory (CDI, Kovacs)
Segni minori all’esame obiettivo neurologico • I movimenti, oltre ad essere spesso afinalistici, hanno carattere di globalità come se vi fossero difficoltà a dissociare le parti del corpo in funzione dello scopo da raggiungere. Se si chiede di rallentare il movimento, si nota che la coordinazione e la dissociazione dei movimenti dei due lati anche nella motilità spontanea sono compromesse. • Presenza di sincinesie e dismetrie.
Diagnosi di ADHD • Il deficit dell’organizzazione, dell’intenzionalità e del mantenimento dell’attenzione deve provocare una seria compromissione delle funzioni scolastiche e sociali. • In due contesti differenti. • Per almeno 6 mesi.
Decorso nell’adolescente e nell’adulto • In adolescenza continuano i problemi scolastici e possono comparire disturbi della condotta, aggressività e disturbi antisociali (dissocialità, criminalità). • In età adulta nelle forme più gravi si può arrivare alla criminalità, mentre nelle forme più lievi in difficoltà di organizzazione e nella ricomparsa del problema nei figli.
Comorbidità e diagnosi differenziale Disturbo oppositivo- provocatorio Disturbo di Condotta Disturbi Depressivi Disturbo Bipolare Disturbi d’Ansia Disturbo Ossessivo-Compulsivo Disturbi Adattamento (con sintomi emotivi e di condotta) Sindrome di Tourette Disturbi Specifici dell’apprendimento Disabilità intellettiva Disturbi Pervasivi dello Sviluppo
Terapia • Terapia cognitivo-comportamentale, come terapia educativa e training della famiglia e degli insegnanti. • Psicoterapia. • Terapia farmacologica (farmaci stimolanti che bloccano il reuptake della dopamina e della noradrenalina) Metilfenidato (10-60 mg/die dopo i 6 anni) nelle forme più severe. • L’efficacia maggiore si ha nei trattamenti combinati.
Terapia cognitivo-comportamentale Obiettivi della terapia cognitivo-comportamentale: 1 Parent training (ricompensare comportamenti appropriati e scoraggiare comportamenti inappropriati) 2 Insegnamento del self control e della gestione della collera 3 Aumento delle abilità di risoluzione dei problemi 4 Aumento della stima in sé 5 Training per le abilità sociali 6 Sviluppo delle abilità di adattamento
Parent education • Se i genitori dei bambini con ADHD presentano problematiche, che necessitano di essere affrontate (depressione, alcoolismo) vanno indirizzati presso i servizi specifici. • Ai genitori vanno fornite informazioni sui sintomi, sul decorso clinico, sull’eziologia, sulla prognosi e sulle scelte terapeutiche; vanno inoltre incoraggiati a discutere qualunque dubbio con i professionisti coinvolti nella cura del bambino.
Parent training • I genitori devono (modalità comunicate ai genitori attraverso delle sedute con gli operatori): 1 fornire un alto grado di attenzione positiva, conseguente alla compliance e ai comportamenti desiderabili. 2 utilizzare delle conseguenze negative, non fisiche, per i comportamenti problematici in modo non punitivo. 3 sviluppare delle aspettative chiare, coincise o coerenti per il comportamento. • Utilizzo della Token economy (figurine, gettoni con progetto e ricompensa finale).
Interventi psicoeducativi sui genitori di bambini con deficit attentivi •Agire e non predicare •Essere diretti chiari e specifici •Essere brevi •Stabilire regole chiare, semplici (“condivise”) •Essere coerenti con le regole e relative conseguenze positive e negative •Gratificare spesso il bambino senza posticipare troppo: è importante essere veloci!
A Scuola • Inviare a valutazione specialistica i bambini con sospetto ADHD, vivacità non è sinonimo di patologia! • Determinare il numero e la posizione degli alunni problematici in classe, pochi alunni e banco vicino alla cattedra. • Fare lezioni ben strutturate e differenziate, con materiale stimolanti • Concentrare le spiegazioni al mattino. • Il nuovo materiale deve essere presentato poco alla volta (compiti più lunghi suddivisi in parti). • Programmi di ricompensa a casa per “punti” guadagnati a scuola. • Foglio con le regole chiare e coincise, applicato sul banco.
A scuola • Rafforzare un rapporto positivo con il bambino. • Spiegare i problemi alla classe. • Stabilire regole chiare. • Gratificare spesso il bambino senza posticipare. • Essere coerenti con le regole e relative conseguenze positive e negative. • Aiutare l’autocontrollo e l’autogestione. • Restare in stretto contatto con i genitori del bambino; quest’ultimo è un processo bidirezionale!
Aumento del Self-Control • Al bambino viene insegnato di pensare rispetto alla situazione che ha davanti (risoluzione del problema) e dividerlo in tappeidentificare il problema, scegliere cosa fare, realizzarlo e valutare la soluzione scelta criticamente. • Rispetto alla collera si aiuta i bambini a riconoscere i segnali interni fisiologici di rabbia, aiutandoli a capire di allontanarsi in tempo dalla situazione o evitarla in partenza.
Training per le abilità sociali • Sviluppare la abilità di conversazione • Sviluppare le capacità di problem solving • Aumentare le capacità di controllare la collera e di risolvere costruttivamente i conflitti • Partecipazione ad attività di gruppo con i coetanei supervisionate dall’adulto (es. sport di squadra) • Rinforzare i comportamenti sociali appropriati.
•Grazie per l’attenzione!!
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