12OANCI 120 ANNI DI STORIA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ITALIANI: 1901-2021 - Strategie Amministrative
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12OANCI X X X V I I I A S S E M B L E A A N N U A L E A N C I - PA R M A 9 - 1 1 N O V E M B R E 2 0 2 1 120 ANNI DI STORIA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ITALIANI: 1901-2021
La presente ricostruzione storica, con il contributo di Lucio D’Ubaldo a riguardo degli ultimi vent’anni di vita associativa, aggiorna lo studio predisposto da Oscar Gaspari in occasione del Centenario (2021) Progetto grafico di Daniela Toccaceli Impaginazione Pasquale Cimaroli e Claudia Pacelli [cpalquadrato.it]
DALLA FONDAZIONE AL FASCISMO I PRECEDENTI STORICI L a nascita dell’Associazione dei Comuni ni soprattutto attraverso un’azione collettiva. italiani (Anci) nel 1901 fu il momento Le grandi assemblee comunali organizzate da culminante di un processo di matu- Fazi non ottennero alcun risultato, a queste se- razione avvenuto all’interno di quel- guirono comunque altre manifestazioni di Co- lo che può essere definito come il movimento muni, in particolare nel centro nord: a Verona, comunale italiano, un movimento formato da nel 1895 ed a Milano nel 1897-8. Si evidenzia- amministratori, politici e tecnici di varia ispira- va cosi un’altra delle caratteristiche essenziali zione ideologica ed appartenenza politica che della storia dell’Associazione dei Comuni, che si mobilitò per affermare nei confronti delle è stata ed è ancor oggi piu forte nel settentrio- istituzioni e dell’opinione pubblica le funzioni ne, dove i Comuni hanno maggiori tradizioni sempre piu importanti che le città erano chia- storiche di autonomia. mate a svolgere per rispondere alle crescenti esigenze dei propri cittadini. La prima espres- sione di questo movimento risale al 1879. All’e- IL PRIMO ‘900 poca i sindaci erano nominati dal Governo ma, nonostante questo, i rappresentanti di 60 Finita la crisi politico-istituzionale di fine se- Comuni italiani riuniti a Torino reclamarono colo, con manifestazioni e morti in tutta l’Italia contro il potere centrale per la carenza di ri- ed il fallimento di un tentativo di svolta politi- sorse finanziarie e chiesero, inutilmente, la ri- ca autoritaria, il movimento dei Comuni ripre- duzione delle tasse governative e la possibili- se nel 1900 attraverso due iniziative distinte e ta di aumentare quelle municipali. Una nuova concorrenti: la prima avviata dai grandi Comu- riunione di Comuni venne realizzata ancora ni liberali e moderati del nord e della Toscana, a Torino nel 1884, anche questa volta senza con Verona e Firenze in testa; la seconda pro- che il Governo accedesse ad alcuna richiesta. mossa ed appoggiata dalla sinistra, che parti Dodici anni dopo, nel 1891, Francesco Fazi, sin- da Parma e Milano e, sebbene la maggioranza daco di Foligno, piccola città dell’Umbria, avviò degli aderenti si trovasse nel nord, si estese poi una prima forma di organizzazione comunale, ai Comuni piccoli e medi di tutta l’Italia. L’or- due anni dopo il varo della nuova legge comu- ganizzazione promossa da socialisti e radicali nale e provinciale che stabilì I’elezione del sin- risultò quella vincente. Nel 1901 venne costi- daco da parte de! consiglio municipale. Fazi pro- tuita a Parma l’Associazione dei Comuni italia- mosse assemblee comunali a Perugia e Ancona ni che ebbe sede a Milano fino al 1916. nel 1892, a Forll nel 1893 e a Roma nel 1894 con diverse centinaia di Comuni partecipanti che chiedevano, principalmente, maggiore au- PARMA 1901 tonomia e piu risorse. I protagonisti principa- li di queste manifestazioni furono i municipi Il congresso di fondazione dell’Anci si svolse piccoli e medi che sono, ancora oggi, i più forti nel ridotto del Regio Teatro di Parma dal 17 al sostenitori dell’Anci. Questo avviene perche 19 ottobre. II sindaco di Milano, il radicale Giu- mentre le grandi citta hanno - ed avevano - seppe Mussi, inaugurò il congresso chiedendo più mezzi ed influenza politica per avere una il “legale sviluppo della nostra vita, sgravii del- risposta alle proprie esigenze, i piccoli e i medi le nostre finanze”. L’azione dei Comuni sareb- Comuni possono far valere le proprie ragio- be dovuta essere “lenta e pacifica”.
Il dibattito congressuale si aprl sul nome da dare Mussi, e come vicepresidenti Giovanni Mariot- all’organizzazione dei Comuni. II consigliere so- ti, sindaco di Parma e Antonino Martino Sin- cialista parmense Laghi, promotore della prima daco di Messina. II socialista riformista Emilio delibera che dava il via alla nascita dell’Anci, Caldara fu nominato segretario. chiese si adottasse la denominazione “Lega” La prima Anci era controllata dalla sinistra, una invece che quella di “Associazione” proposta sinistra però divisa tra moderati, che avevano nella bozza, ma il suo parere venne boccia- ottenuto la guida dell’Associazione, ed estremi- to. II termine “Lega” ricordava troppo quello sti, che cercavano di arrivare allo scontro con il delle leghe socialiste dei lavoratori e avrebbe Governo. Il secondo congresso dell’Anci si svol- potuto allontanare ancor più i moderati, già se dal 9 all’11 novembre 1902 a Messina. Tra i poco presenti a Parma. protagonisti vi fu il sacerdote di Caltagirone, La discussione si riaccese sulla sede del consi- Luigi Sturzo, che, due anni dopo, al congresso glio direttivo, per la quale venne scelta Milano, di Napoli del 1904, venne eletto al Consiglio di- che avrebbe ospitato la direzione dell’Anci per rettivo dell’Anci insieme al cattolico parmense 15 anni. L’assemblea elesse quindi ii consiglio Giuseppe Micheli. Fu quello il primo successo direttivo composto da 15 membri il quale poi, dell’alleanza tra cattolici e liberali diretta a sosti- nella sua prima seduta scelse come presidente tuire I’alleanza di socialisti, repubblicani e radi- ANCI L’IMPEGNO DEI SOCIALISTI, L’ADESIONE DI STURZO
cali che era allora alla testa dell’Anci. Nel 1905, dati dai liberali, a cui si sarebbe contrapposto il nel congresso di Firenze, entrarono a far parte movimento di città, soprattutto piccole e medie, dell’Associazione anche i grandi Comuni mo- ispirato dai partiti della sinistra, da cui sarebbe derati del centro-nord e, dall’anno seguente, nato a Parma, nel 1901, l’Anci. In quegli stessi l’Anci venne governata da una maggioranza di giorni del 1905, a Firenze, venne avviata l’atti- liberali e cattolici. vità dell’Unione statistica delle città italiane vo- luta dal sindaco di Firenze, Niccolini, e guidata II CONGRESSO STRAORDINARIO dallo statistico fiorentino Ugo Giusti. L’Unione DI FIRENZE DEL 1905 E LA NASCI- TA DELL’UNIONE STATISTICA DELLE statistica, che operò tra il 1905 ed il 1927 fu I’or- CITTA ITALIANE ganizzazione municipale italiana con maggiori e piu vivi contatti internazionali. Ugo Giusti, ispi- Nel 1905 si svolse a Firenze un congresso stra- ratore dell’Unione statistica delle città, nel 1945 ordinario dell’Anci dedicato al problema della fu poi il promotore della rifondazione dell’Anci. eliminazione dai bilanci comunali delle spese di Le battaglie piu importanti dell’Anci nei prirni competenza dello Stato, come quelle per l’arre- anni furono di tipo finanziario: l’obiettivo prin- damento dei tribunali o per l’ospitalita ai milita- ri. Nel disegno della direzione, ancora a maggio- ranza socialista, repubblicana e radicale, in quel congresso i Comuni avrebbero dovuto decidere una sorta di sciopero contro il Governo ma la nuova maggioranza di sindaci liberali e cattoli- ci riuscì a far passare la linea che prevedeva la mobilitazione dei Comuni per spingere il Parla- mento ad approvare un apposito disegno di leg- ge presentato da alcuni senatori vicini all’Anci. Due anni dopo il Parlamento varava la legge 24 marzo 1907, n. 116 che prevedeva il graduale passaggio dai Comuni allo Stato di tutte le spese di competenza statale: l’organo ufficiale dell’An- ci la definl “la nostra legge”. Nel congresso di Firenze il sindaco, Ippolito Niccolini, sottolineò l’unità dei Comuni italiani in difesa della propria autonomia al di là del- le distinzioni politiche e della collocazione geo- grafica. Si poneva così fine, idealmente, alle di- visioni che per molti anni avevano separato i Comuni italiani. Proprio il Comune di Firenze, nel 1900, infatti, aveva ospitato una riunione di grandi Comuni del Nord e della Toscana gui-
LA SPINTA DELLE FORZE DEMOCRATICHE cipale era soprattutto quello di avere più risorse e poi quello di poterle gestire con maggiore autonomia. I movimenti politi- ci che nel primo ‘900 sostennero con piu forza degli altri le ragioni dei municipi ri- spetto a quelle dello Stato furono quello dei socialisti riforrnisti e quello dei cat- tolici, che videro, attraverso i Comuni, la possibilita di far partecipare al governo de! paese i cittadini e di far valere le pro- prie ragioni politiche presso ii potere cen- trale. La fondazione dell’Anci nel 1901 stimolò la nascita di altre organizzazioni comunali: nel 1905 venne fondata I’Unio- ne statistica delle città italiane e nel 1909 fu la volta della Federazione delle azien- de municipalizzate. LA FEDERAZIONE DELLE AZIENDE MUNICIPALIZZATE ITALIANE La Federazione delle aziende municipa- lizzate italiane, antenata dell’attuale Con- fservizi (ex Cispel), venne avviata a Bre- scia nel 1909 e fu costituita nel congresso di Verona del 1910. Tra i promotori vi fu l’ing. Giuseppe Orefici, presidente dell’A- zienda dei servizi municipali di Brescia, fratello di Girolamo Orefici, sindaco della città e vicepresidente dell’Anci, delegato ai problemi delle aziende municipali per I’Associazione dei Comuni. Protagonista dei primi anni di vita della Federazione della aziende municipalizzate fu Giovanni Montemartini, uno dei personaggi prin- cipali del dibattito politico da cui ebbe vita nel 1903 una delle prime leggi sulle municipalizzazioni in Europa. Fu quello uno dei primi felici risultati della collaborazione tra il liberale Giolitti e la sinistra moderata. Montemartini, il maggiore teorico delle municipalizzazioni del primo ‘900 in Eu-
L’ANCI RESISTE AL PERICOLO DELLA POLITICIZZAZIONE E RAFFORZA, SPOSTANDO LA SEDE A ROMA, LA SUA AZIONE A TUTELA DEI COMUNI ropa, era in quel periodo assessore della giunta resse dei cittadini e quindi di tutti i partiti. comunale di Roma guidata dal sindaco radicale La scelta della scissione, voluta dall’ala più estre- Ernesto Nathan, protagonista dell’affermazione mista del Partito socialista, colpì in modo partico- del ruolo del Comune nella gestione dei sempre lare il riformista Caldara, segretario dell’Anci dal- piu complessi problemi della realtà urbana delle la fondazione e nel frattempo divenuto sindaco grandi citta italiane nel primo ‘900. di Milano. Caldara non poté fare a meno di mani- Nel 1916, l’ufficio di segreteria aperto a Roma festare il proprio dolore per la rottura e così con- l’anno precedente in Via dei Barbieri 6 diventò cluse la lettera di addio che apparve sulla rivista la sede centrale dell’Anci che, dopo 15 anni, tra- dell’Anci: “Mi conforta il pensiero che ancora po- sferl la propria sede da Milano a Roma, in modo tremo trovarci accanto, se urgerà difendere la li- da seguire meglio i rapporti con il governo e la bertà ed i vitali interessi dei nostri Comuni”. I cir- pubblica amministrazione moltiplicatisi durante ca 300 municipi che abbandonarono l’Anci erano la prima guerra mondiale. soprattutto del nord, tra questi Milano, Bologna, Alessandria e Monza. La pericolosità della posi- zione che identificava la lotta per le autonomie LA SCISSIONE DEI COMUNI SOCIALISTI locali con la battaglia di un solo partito venne di- mostrata nel 1921 quando, con la nascita del Par- Sempre nel 1916 l’Anci venne abbandonata dai tito comunista d’Italia, vi fu I’allontanamento dei Comuni controllati dai socialisti che preferiro- municipi comunisti dalla Lega socialista. no aprire una propria organizzazione, autonoma rispetto alla maggioranza dei Comuni moderati LA PRIMA GUERRA MONDIALE E che guidava l’Anci: la Lega dei Comuni socialisti. IL VENTENNALE DELL’ANCI La posizione ufficiale dell’Anci fu illustrata dal vicepresidente Sturzo, vero dirigente politico L’attività dell’Anci proseguì anche negli anni del- dell’Associazione, che delineava quelle che sono la guerra e si manifestò, oltre che in numerosi ancor oggi le caratteristiche essenziali dell’or- appelli patriottici legati agli avvenimenti bellici, ganizzazione. L’Anci, secondo Sturzo, non era in interventi presso il Governo in materia di con- un’Associazione di amministratori sumi, distruzioni belliche, stipendi di dipendenti di partito ma un’alleanza di Comu- ni indipendenti dalle maggioranze che Ii guidavano, un’Associazione che difendeva la propria autono- mia e la propria vitalità di fronte allo Stato, per affermare i diritti di au- togoverno dei Comuni nell’inte-
comunali e maestri. Nel maggio del 1917 l’Associa- amministrazione autonoma, era finanziato da zione organizzò a Roma un convegno di sindaci banche ed enti privati, nonchè diretto da un co- dei Comuni capoluoghi di Provincia per esamina- mitato tecnico consultivo composto da sindaci re la difficile situazione delle grandi città. Ancora ed esperti. Obiettivo del Segretariato era quello nel marzo e nell’ottobre del 1918 preparò altri due di fornire assistenza tecnica ed amministrativa convegni, sempre a Roma, sull’aumento degli sti- ai Comuni montani per la gestione delle terre, pendi dei dipendenti comunali. dei pascoli e delle foreste municipali. Nel 1921 I’Anci celebrò a Parma il proprio successo Questo ente, presieduto da un tecnico di gran- politico nel congresso del ventennale. Negli anni de fama come Arrigo Serpieri, sopravvisse an- della guerra, infatti, I’Associazione aveva avuto che alla scomparsa dell’Anci e continuò nella un grande sviluppo, sia rispetto ai rapporti con lo sua azione in favore dei Comuni montani fino Stato centrale, sia come organizzazione. alla scioglimento voluto dal fascismo nel 1936. Per stimolare la partecipazione dei Comuni allo Rifondato nel 1946 come ente parastatale per sforzo bellico I’Anci venne chiamata a partecipa- volonta del ministero dell’agricoltura, ormai re a 18 commissioni reali o ministeriali e poté svi- senza piu alcun legame con i Comuni, venne luppare attivita relative alle numerose materie di sciolto nel 1965. competenza e di interesse comunale, come: scuo- Ancora nel 1919, il 17 settembre, su pressione la elementare, imposte locali, crediti, regolamenti politica dell’Anci e per iniziativa del ministro comunali, viabilità, bacini montani, politica anno- per i lavori pubblici, venne emanato il decreto naria, pascolo abusivo. reale n. 1628 che istituì l’Istituto nazionale per Il 10 agosto 1919, dopo una grande manifestazione le opere pubbliche dei Comuni con lo scopo di svoltasi in aprile a Roma, a cui avevano partecipa- eseguire per conto dei municipi opere pubbliche to i rappresentanti di oltre 500 Comuni, 2 ministri, a cui lo Stato avesse concesso contributi o mutui. 3 sottosegretari, 6 senatori, 44 deputati e tutto il Nel consiglio di amministrazione la nomina di 6 vertice dell’Anci, il consiglio direttivo dell’Asso- membri su 14 spettava all’Anci e la presidenza ciazione deliberò l’istituzione del Segretariato per fù offerta al presidente dell’Associazione, sena- la montagna. L’ente, precursore dell’attuale Unio- tore Piero Lucca, che non accettò. ne dei Comuni e delle comunità montane, aveva Nei primi anni Venti l’Anci era organizzata in
NEL 1921 I FESTEGGIAMENTI PER IL VENTENNALE DELL’ASSOCIAZIONE. A DISTANZA DI UN ANNO LA SVOLTA DELLA MARCIA SU ROMA tre comitati: il Comitato capoluoghi di Pro- doveva servire, probabilmente, a rafforzare vincia, per i problemi delle grandi città; il la Confederazione prima che questa pren- Comitato Comuni di cura, per lo sviluppo desse il posto dell’Anci. Infatti, la progressi- turistico dei Comuni termali; il Comitato va sostituzione dei sindaci liberamente eletti carni congelate, per I’approvvigionamen- con commissari fascisti - che precedettero i to agli spacci comunali di carne congela- podestà nominati direttamente dal governo ta a basso prezzo destinata alla parte più dal 1926 - indebolì progressivamente l’Asso- povera della popolazione. Della struttura ciazione, dato che questi avevano avuto l’or- dell’Anci facevano parte l’Ufficio di con- dine di disdire l’adesione all’Anci in favore sulenza legale e l’Ufficio di assistenza am- di quella alla Confederazione degli enti au- ministrativa per la gestione delle pratiche tarchici. Nonostante la forte crisi l’Anci, fino presso i ministeri. Nel 1923 venne aperta all’ultimo, non rinunciò alla propria attività. una collana editoriale dedicata a “La legi- A livello nazionale è da ricordare la parteci- slazione degli enti locali’’, per fornire ai pazione all’organizzazione della prima mo- Comuni la possibilita di essere aggiornati stra delle attività municipali che si tenne a sulla produzione legislativa che approfon- Vercelli nel 1924, il cui progetto sarebbe sta- disse le informazioni fornite da “Autono- to lodato dall’Union Internationale des Villes mia comunale”, organo dell’Associazione. e riproposto dall’Anci in sede internazionale nel secondo dopoguerra. In ambito interna- IL FASCISMO E LA FINE zionale deve essere citata la partecipazio- DELL’ASSOCIAZIONE ne al convegno internazionale delle asso- ciazioni municipali di Brighton del giugno Nel 1922, l’anno seguente al congresso del 1925 e quella al III° congresso internazio- ventennale dove l’Anci aveva celebrato il nale delle città che si tenne a Parigi nel set- proprio successo, il fascismo era andato al tembre dello stesso anno. potere. In pochi anni, prima con la violen- Il 15 dicembre del 1925 la dirigenza dell’Anci, za fisica e poi con i commissari prefettizi, le ormai a maggioranza fascista, decise l’incor- amministrazioni comunali passarono sotto porazione nella Confederazione nazionale il controllo diretto della dittatura fascista. degli enti autarchici che venne sciolta, suc- L’Anci, formata dai sindaci dei Comuni, mutò cessivamente, nel 1929. Il fascismo dopo la propria direzione politica. aver cancellato l’Anci ed aver annullato Nel 1923 esponenti del partito fascista sostitu- l’autonomia dei Comuni italiani decise così irono i responsabili politici legati ai partiti del di far scomparire qualsiasi tipo di organiz- periodo liberale, primo fra tutti Luigi Sturzo, zazione comunale, a differenza del gover- che era rimasto nell’Anci anche dopo la fon- no nazista della Germania che, negli stes- dazione del Partito popolare. Nel 1924 l’Asso- si anni, aveva ristrutturato le associazioni ciazione firmò un accordo di collaborazione comunali nazionali anche per rilanciare la tecnica e finanziaria con la Confederazione loro presenza nel panorama europeo ed in- nazionale degli enti autarchici, l’organizza- ternazionale come strumenti di propagan- zione fascista dei Comuni, un accordo che da per il nazismo.
L’ANNULLAMENTO DELL’AUTONOMIA DEI COMUNI COME ATTESTAZIONE DELL’AUTORITARISMO DEL REGIME DALL’ANCI ALL’ISTITUTO NAZIONALE 1935 segretario generale presso il governatorato DI URBANISTICA: I TECNICI COMUNALI di Roma, voluto dal fascismo al posto del Comune, DURANTE IL FASCISMO nonchè ispiratore della prima legge urbanistica italiana emanata nel 1942. L’evoluzione del mo- Lo scioglimento dell’Anci privò il movimento co- vimento comunale italiano negli anni tra le due munale italiano della propria organizzazione ed guerre mondiali, per quanto decisamente condi- impedì alle figure coinvolte nel governo del fe- zionata dall’avvento della dittatura fascista, fu in nomeno urbano la possibilità di una elaborazione qualche modo simile a quella di organizzazioni politico-istituzionale ma non quella di tipo tecni- come l’Union Internationale des Villes che nelle co-scientifico. Fu così che alcuni personaggi che proprie attività diede sempre maggiore spazio alla fino al 1925 avevano lavorato all’interno dell’An- ricerca di soluzioni a concreti problemi di tipo tec- ci parteciparono, nel 1930, alla nascita dell’Istitu- nico-scientifico piuttosto che a prospettive politi- to nazionale di urbanistica ed alle iniziative che co-istituzionali, come era stato invece nel primo da questo vennero sviluppate. ‘900. È cosi possibile individuare elementi comu- Il riferimento è, in particolare, a personalità come ni tra la storia del movimento comunale italiano Silvio Ardy, segretario comunale di Vercelli ed or- e quella del movimento comunale europeo anche ganizzatore della mostra delle attività municipali nel periodo di maggiore isolamento dell’Italia ri- del 1924, che nel 1926 ideò una scuola per tecnici spetto al panorama internazionale, quasi a sotto- ed amministratori comunaIi, e Virgilio Testa, rela- lineare l’unitarietà del processo di evoluzione del tore per l’Anci al congresso di Parigi del 1925, nel movimento comunale nel vecchio continente.
IL PERIODO REPUBBLICANO LA RIFONDAZIONE DELL’ANCI All’indomani della fine della seconda guerra Manlio Rossi Doria; Alessandro Schiavi; Renato mondiale la situazione dei Comuni era disastro- Vicard, segretario. I membri del Comitato di cui sa sia dal punto di vista materiale, sia da quello è stato possibile avere notizie erano quasi tutti giuridico. Nella nuova Costituzione repubblicana vicini al mondo della statistica, dei tecnici quin- bisognava definire non solo il ruolo ma persino il di, personalità sensibili alle ragioni della propria nome dei Comuni, fu infatti necessario compiere professionalità, in qualche caso molto più che a una scelta tra il concetto di Comune e quello di quelle della politica. Furono loro, nel l’immediato ente autarchico coniato dalla giurisprudenza ita- dopoguerra, a raccogliere I’eredità dell’Anci fatta liana a cavallo tra ‘800 e ‘900 e fatto proprio dal scomparire dal fascismo, a sottolineare la doppia fascismo. Nel dibattito all’Assemblea costituente natura dell’Associazione che, nella sua lotta per furono due ex collaboratori dell’Anci, Giuseppe l’autonomia comunale, coinvolgeva sia l’aspetto Micheli e soprattutto Meuccio Ruini, presiden- politico che quello pratico, tecnico ed ammini- te della Commissione dei 75 che redasse il primo strativo. Apparteneva al mondo della statistica testo della Carta costituzionale, a distinguersi Renato Vicard, funzionario a riposo dell’Istat, per l’appoggio dato al termine Comune, che fu segretario del Comitato ed in seguito dell’An- poi quello effettivamente utilizzato. ci fino al 1957, che concedeva l’indirizzo della Nell’autunno del 1945, ospitato dalla rivista “ Il propria abitazione privata, in Via Napoleone III, Corriere amministrativo”, iniziava la propria at- come sede dell’Associazione . L’altro personag- tività il “Comitato tecnico provvisorio per la rico- gio che con Giusti rappresentava il collegamento stituzione dell’Associazione dei Comuni italiani” ideale con il movimento comunale del primo ‘900 presieduto da Ugo Giusti e formato da altri tec- era Alessandro Schiavi, socialista, collaboratore nici statistici e giuristi, comitato che, tra l’altro, di Emilio Caldara quando questi era sindaco di decise di rinnovare subito l’adesione dell’Anci Milano. Nella sua multiforme carriera Schiavi all’Union Internationale des Villes. si era interessato anche di problemi di statistica come Manlio Rossi Doria, figlio di Tullio, asses- sore nella giunta Nathan che governò Roma dal IL COMITATO PROVVISORIO 1907 al 1913, perseguitato durante il fascismo, professore di economia politica agraria all’Uni- Il “Comitato tecnico provvisorio per la ricosti- versita agraria di Portici, iscritto al Partito socia- tuzione dell’Associazione dei Comuni ltaliani”, lista italiano, esperto in problemi del Mezzogior- che a partire dall’autunno del 1945 promosse la no. Lanfranco Maroi era professore di statistica rinascita dell’ organizzazione, era così compo- all’università di Napoli e fu, in seguito, presidente sto: Ugo Giusti, presidente; Arcangelo Cirmeni; dell’Istat dal 1949 al 1961. Arcangelo Cirmeni era Gino Crispo; Lanfranco Maroi; Emanuele Rienzi; responsabile scientifico della rivista “Il Corriere
LA RINASCITA DEMOCRATICA DELL’ITALIA SI SPECCHIA, NEL 1946, NELLA RINASCITA DELL’ANCI IN CAMPIDOGLIO amministrativo”, che ospitò le iniziative del Comitato provvisorio dell’Anci e, fino al 1957, pubblicò gli atti ufficiali dell’As- sociazione. Nel settembre 1946, a seguito di un convegno nazionale, veniva rico- stituita a Roma l’Anci che ebbe per molti anni una struttura molto ridotta ed una operatività, pur limitata, garantita gra- zie alle sole risorse concesse dal Comu- ne di Roma. Nel 1947, a Firenze, in un contesto di forte scontro politico interno ed internazionale tra i partiti moderati e quelli della sinistra, veniva rifondata l’Associazione dei Comuni della sinistra, quindi a direzione di socialisti e comuni- sti, con il nome di Lega dei Comuni de- mocratici, che succedeva alla Lega dei Comuni socialisti nata nel 1916 e sciolta durante ii fascismo. L’ANCI DEGLI ANNI ‘40 NELL’OPINIONE DI MASSIMO SEVERO GIANNINI Massimo Severo Giannini, uno dei mae- stri della giurisprudenza italiana, dirigen- te e poi collaboratore dell’Anci dagli anni ‘40 ai ‘60, scriveva che la Lega democrati- ca, formata soprattutto da città del Nord, aveva un’impostazione “essenzialmente politica: constatato che vi sono delle re- sistenze di origine politica [all’autonomia comunale], essa dice, è necessario usare armi politiche per infrangerle”; l’Anci in- vece, secondo Giannini, “fa una politica dei Comuni, ma non la pone nell’ambito di una impostazione politica generale del problema italiano, né anche se volesse po- trebbe farlo, visto che accoglie in sé tutti i Comuni indipendentemente dall’indiriz- zo politico degli amministratori”. L’Anci è la voce unitaria dei Comuni “nelle assi- se internazionali, negli organi di studio e
di azione governativa [...] la Lega dei Comuni [...] Triglia consistettero nell’ottenere la riforma non mira tanto a rappresentare i Comuni quan- delle autonomie locali e l’autonomia impositi- to ad esercitare un costante e sensibile richiamo va e finanziaria, e per raggiungerli decise di sull’opinione pubblica”. L’Anci è un’Associazione dare all’organizzazione una struttura più for- “tecnico-politica” che porta le ragioni dei Comu- te e un radicamento territtoriale. Incoraggiò, ni “su un piano tecnico, con tutto I’enorme peso quindi, la nascita delle Anci regionali e raffor- che ha il fattore tecnico nella vita politica mo- zò la struttura dell’organizzazione per garan- derna”, la Lega è un’Associazione “politico-tec- tire ai Comuni un’adeguata consulenza finan- nica” che vuole risolvere i problemi dei Comuni ziaria, amministrativa e sindacale, rispetto ai “in un ambito politico generale che investe l’in- lavoratori comunali. Sotto la sua guida, nel sieme dei problemi italiani”. L’augurio finale di 1987, venne avviata la rete telematica Anci- Giannini era che vi potesse essere collaborazio- tel. Negli stessi anni fu anche a capo dell’or- ne tra le due organizzazioni “raggiungendo ri- ganizzazione internazionale dei Comuni, la sultati più ampi di quelli che si sarebbero potuti Union Internationale des Villes-International raggiungere con una sola di esse”. Union of Local Autorithies (Iula), prima come vice-presidente e poi come presidente. DAGLI ANNI ‘50 AGLI ANNI ‘90 Per raggiungere una vera autonomia i Comu- ni dovevano però attendere altri anni e si do- vevano creare condizioni politiche generali Per molti anni l’Associazione visse soprattutto favorevoli. Era solo negli anni ‘90 che prende- grazie alle risorse del Comune di Roma e gli atti va avvio una fase totalmente nuova nella sto- ufficiali erano pubblicati dalla rivista giuridica ria degli enti locali. Erano anni durante i quali “Il Corriere amministrativo”. Fu solo con la no- si apriva una profonda crisi politica ed istitu- mina a segretario generale di Giovanni Santo, zionale e, come nel primo ‘900, i Comuni era- nel 1957, che l’Anci ebbe un proprio bollettino: no protagonisti del rinnovamento politico ed “Notiziario Anci”. La celebrazione del sessan- istituzionale del Paese. Nel 1993 i sindaci, per tennio a Parma, nel 1961, rafforzò l’idea della validità dell’esperienza dell’organizzazione la cui influenza era però molto limitata. Nel corso della manifestazione venne presentato anche il RISPONDERE primo studio sulla storia dell’Anci, svolto da un ALLE SFIDE DEI TEMPI allor giovane Gabriele De Rosa, che divenne poi uno dei maggiori storici italiani contemporanei. NUOVI Con Clelio Darida, nel 1976, si chiudeva definiti- vamente la prassi - già interrotta con l’esperienza del sindaco di Frascati, Guglielmo Boazzelli - che vedeva il sindaco di Roma diventare presidente dell’Anci, sicché gli successe Camillo Ripamonti. La presidenza del sindaco di Gorgonzola, in Pro- vincia di Milano, più volte ministro, coincise con il rilancio dell’Associazione. Nello stesso tem- po aveva inizio il tentativo dell’organizzazione comunale di conciliare la rappresentanza degli interessi delle distinte categorie di Comuni e la mediazione politica tra i diversi partiti di appar- tenenza dei sindaci. L’istituzione delle regioni nel 1970 ripropose, con forza, la questione del ruolo delle autonomie locali. La presidenza Ripamonti, anche attraver- so gli incontri annuali degli assessori comunali alle finanze a Viareggio, riuscì a rafforzare l’An- ci come organo rappresentativo degli interessi dei Comuni e ad imporre sempre più all’atten- zione del Governo le questioni di interesse co- munale. Tra il 1982 ed il 1992, con la presidenza di Riccardo Triglia, l’Anci, che si era già raffor- zata politicamente, sviluppava anche la propria funzione di servizio ai Comuni. Gli obiettivi di
un’iniziativa che ha dato finalmente seguito alla proposta per la creazione di una specifica scuola per dirigenti ed amministratori degli enti locali ideata dal segretario comunale Sil- vio Ardy nel 1926 con l’ obiettivo di costitu- ire la “scienza dell’urbanesimo”, ovvero una scienza dell’amministrazione locale. La Scuola superiore di pubblica amministra- zione locale non è l’unica istituzione che re- alizza antichi progetti che furono elaborati dall’Anci o da personaggi molto vicini all’As- sociazione dei Comuni, come nel caso di Ardy. La vicenda più significativa è quella della Conferenza Stato-Città e Autonomie locali, I’organismo istituito nel 1996 per regolare i rapporti tra il governo centrale e le autono- mie locali. Il primo disegno di uno strumen- to di raccordo tra governo e Comuni veniva elaborato nel 1906 dal presidente dell’ Anci, Emanuele Greppi, per essere poi riproposto dall’Associazione ai diversi governi di tre di- stinti regimi costituzionali: liberale, fascista e repubblicano. Per 90 anni l’Associazione dei Comuni ha perseguito l’obiettivo di ufficia- lizzare e regolarizzare i rapporti che i singoli Comuni, come la stessa Associazione, aveva con il governo. La possibilità di consultazioni paritarie tra governo e Comuni è stata però rifiutata dal potere centrale per decenni. Solo nella seconda metà degli anni ‘90, anni di pro- fonda crisi dello Stato nazionale e del sistema dei partiti, è stata concessa ai Comuni la pos- sibilità di avere ciò che andavano chiedendo da tanto tempo. Nel 1997 è stata poi istituita la Conferenza unificata dove i presidenti del- la prima volta eletti direttamente dai cittadini, le regioni, i sindaci e i presidenti di Provin- si trovavano in una situazione particolarmente cia siedono, insieme, di fronte ai membri del favorevole per la popolarità che godevano nei governo per regolari consultazioni in merito confronti di un’opinione pubblica ancora forte- alle questioni che riguardano tutti i diversi li- mente disorientata dalla crisi dei partiti e delle velli del potere pubblico. istituzioni nazionali. Si evidenziava in questo Il sistema delle Conferenze ha, di fatto, ap- modo la vitalità delle istituzioni locali che, fino plicato il principio di sussidiarietà affermato alla legge142/90, erano rimaste legate a nor- nella Carta delle autonomie locali approvata mative di impianto centralistico ed autoritario dall’Unione europea, principio che prevede emanate nel periodo liberale ed in quello fasci- non una graduazione gerarchica delle istitu- sta, sostanzialmente inalterate anche in seguito. zioni, prima nazionali, poi regionali ed infine Era soprattutto grazie al rinnovato impegno dei comunali, ma l’affidamento delle competenze grandi Comuni che l’Anci diveniva protagoni- al livello maggiormente in grado di soddisfare sta autorevole delle maggiori vicende nazionali i bisogni dei cittadini in uno spirito di massima e veniva coinvolta direttamente nel disegno di collaborazione tra i diversi livelli di governo. riforma della pubblica amministrazione, dove alle amministrazioni locali veniva garantito uno spazio adeguato. Nello stesso tempo, dal punto LE SFIDE DI OGGI di vista finanziario, l’ICI e la compartecipazione dei Comuni al gettito IRPEF iniziavano a dare Le sfide che incombono sull’attuale panora- basi finanziarie solide all’autonomia dei Comu- ma fin qui molto favorevole ai Comuni e alla ni. Tra gli organismi cui I’Anci è stata chiamata loro massima organizzazione sembrano esse- a partecipare e che sono stati istituiti soprattut- re sostanzialmente due: una sul piano interno to grazie al suo contribuito vi è la Scuola supe- e una sul piano internazionale. Si tratta di sfi- riore di pubblica amministrazione locale per la de che hanno caratteristiche completamente formazione professionale di segretari comuna- nuove rispetto a quelle cui ha risposto l’Anci li, dirigenti ed amministratori locali. È questa nella sua storia, ma alle quali il secolo appe-
na trascorso può aiutare a dare elementi per testa - si diceva poco sopra - della Internatio- una soluzione. Sul piano interno è evidente nal Union of Local Autorithies nei primi anni l’importanza acquisita dalle regioni ed in par- ‘90. Molto rimane da fare per rispondere ade- ticolare dal presidente regionale, per la prima guatamente alla complessità e all’importanza volta eletto direttamente dai cittadini, verso acquisite oggi dalle istituzioni europee rispetto cui sembra essersi ormai spostato il baricentro alle realtà comunali nazionali. dell’attenzione dell’opinione pubblica e di par- te della classe dirigente nazionale. Sul piano internazionale è sempre più chiara l’importan- za delle decisioni assunte dall’Unione europea rispetto all’attività dei Comuni. Nel primo caso i Comuni e l’Anci, in particolare rispetto ai pe- ricoli che possono venire dai neo-centralismi regionali, possono giocare un ruolo primario riaffermando quelli che sono stati gli obietti- vi essenziali sui quali è nata e sui quali per un secolo si è sviluppata l’Associazione: I’unità dei Comuni oltre la collocazione territoriale e quel- la politica per l’affermazione dell’autonomia locale in quanto presupposto per rispondere nel modo più efficace alle esigenze dei propri cittadini. II giudizio sulla presenza dell’Anci e più in generale del movimento comunale ita- liano in Europa e sul piano internazionale non è altrettanto lusinghiero. L’attenzione dei Co- muni italiani al panorama internazionale non è mai stata molto alta e se la loro presenza in Europa non è mai mancata nei primi 25 anni del secolo, fino al fascismo, ciò è potuto accadere, soprattutto, grazie all’attivismo di singole per- sonalità ed organizzazioni, quali sono stati, ad esempio, Alessandro Schiavi come rappresen- tante del movimento socialista ed Ugo Giusti e la sua Unione statistica delle città italiane, vi- cini all’Associazione dei Comuni. Questa situa- zione è di fatto proseguita anche a partire dal secondo dopoguerra, con la lodevole eccezione di Riccardo Triglia, presidente dell’Anci, alla
120 CANDELINE: DI NUOVO A PARMA. SEMPRE AL SERVIZIO DEI VALORI E DELLE ISTANZE DEI NOSTRI COMUNI L a memoria innerva lo sviluppo e mai, TENERE VIVO CIÒ di tale evidenza, andrebbe offuscata la vitalità. Ciò spiega perché l’Anci, a suo CHE RISCHIA DI tempo, si sia disposta a farne tesoro, APPASSIRE È UN ripercorrendo le tappe di una secolare attività ESERCIZIO NECESSARIO. di servizio e dando pieno valore alla rievoca- zione storica. L’impegno per il Centenario ri- SERVE IN PARTICOLARE entrava pertanto nel quadro di una giusta vo- A RICONOSCERE cazione alla cura della propria identità. Dietro IL PERCORSO DI UN c’è stato un preciso ragionamento, ancora va- lido. Del resto, è consapevolezza diffusa che ASSOCIAZIONISMO il pluralismo ha bisogno di una intelaiatura SUI GENERIS, minima e questa, nella forma di unità morale QUELLO DEI COMUNI antecedente all’elemento dialettico della de- mocrazia, implica uno sforzo di difesa assidua delle ragioni di lunga durata di un organismo civile o politico. Le istituzioni, in primo luogo, hanno bisogno per durare di una fonte prima- ria di coesione. Dunque, è proprio la memoria a porsi a presidio naturale dell’identità, tanto che poi la connessione tra passato e presente, anche se con bruschi cambi di scenari, rende più agevole la traiettoria verso il futuro, ope- rando nel solco della tradizione. Tenere vivo ciò che rischia di appassire, specie nel ricordo di più giovani generazioni, è un esercizio neces- sario: serve in particolare a riconoscere il per- corso di un associazionismo sui generis, quello dei Comuni. Non poteva mancare, per questo, l’attenzione alla data simbolo deI Centenario. Il suo più alto coronamento si ebbe in occa- sione di due incontri di particolare rilevanza. Il 19 marzo del 2001 più di 700 Sindaci par- teciparono alla cerimonia, promossa dall’Anci e dalla Conferenza Stato-Città-Autonomie lo- cali, nell’Aula della Camera dei Deputati, alla presenza del Presidente della Repubblica Car- lo Azeglio Ciampi, del Presidente del Senato Nicola Mancino, del Presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante, del Presidente
del Consiglio dei Ministri Giuliano Amato. In autunno fu organizzata ancora a Par- ma (17-20 ottobre), d’intesa con il Sindaco Elvio Ubaldi, scomparso nel 2014, la XVIII Assemblea annuale e in quella circostan- za si tenne proprio al Teatro Regio (alla presenza di Pierferdinando Casini, nuovo Presidente della Camera, essendo interve- nute nel frattempo le elezioni politiche), l’evento celebrativo ufficiale, anche con la consegna di attestati di benemerenza, in specie agli ex Presidenti dell’Associazione. Vale la pena ricordare, del primo appun- tamento, le parole del Presidente della Ca- mera, Luciano Violante: “Nel 1901 si tenne - ricordava ai Sindaci presenti in Aula - il primo congresso dell’Associazione dei Co- muni Italiani. Nei secoli precedenti le città italiane avevano parlato più ai meriti che ai bisogni degli abitanti. Erano state il polo di attrazione di architetti, pittori, scultori, letterati, artisti, mercanti e banchieri”. Non dobbiamo dimenticare il tributo che l’ope- ra di Carlo Cattaneo rese all’Italia proprio in quanto nazione delle cento città. “Esse - precisava Violante - erano riconosciute come luoghi d’identità italiana prima che nascesse l’Italia. Dopo l’avvento dello Stato unitario le nostre città cominciano a parla- re ai bisogni oltre che ai meriti. Diventano uno dei luoghi primari per la coesione ci- vile, la modernizzazione, la giustizia socia- le”. Il quadro, nelle parole del Presidente della Camera, si faceva ancora più nitido. “I Comuni portano l’acqua e l’elettricità nelle case; con i mercati e le farmacie comunali garantiscono un calmiere ai prezzi di beni essenziali. Gli enti di assistenza, pur con tutti i limiti che conosciamo, alleviarono 2001 L’ANNO DEL CENTENARIO. LE CELEBRAZIONI IN PARLAMENTO E AL TEATRO REGIO DI PARMA
miseria e fame. Nato per porre za plurisecolare dei Comuni ita- “NATO PER PORRE L’ATTENZIONE l’attenzione sui problemi delle liani e secolare dell’Anci potrà SUI PROBLEMI DELLE CITTÀ, città, il movimento comunale rivelarsi preziosa nella ricerca IL MOVIMENTO COMUNALE ha saputo trasformarsi da mero di quell’equilibrio delle aspetta- HA SAPUTO TRASFORMARSI strumento di rivendicazione tive tra centro e periferia che è nei confronti dello Stato centra- il presupposto essenziale per il DA MERO STRUMENTO DI le in rete di comunicazione, di funzionamento democratico dei RIVENDICAZIONE NEI CONFRONTI sostegno e di sviluppo. L’Anci, sistemi federali. DELLO STATO CENTRALE IN RETE in questi cento anni, è riuscita La cerimonia alla Camera dava DI COMUNICAZIONE, DI SOSTEGNO davvero a rappresentare tutti i modo ai rappresentanti dei Comu- E DI SVILUPPO” Comuni: dalle metropoli ai Co- ni di ricordare il contributo dato muni piccoli e piccolissimi dei al processo di riforma nell’arco di Luciano Violante (2001) territori montani”. più di un decennio, con il soste- Violante concludeva con una gno offerto alla enucleazione dei sollecitazione, per il bene delle punti più qualificanti e decisivi di autonomie, affinché lo sposta- varie leggi: la n. 142 del 1990, la mento di competenze e di risor- n. 81 del 1993, la n. 265 del 1999. se avviato con la cosiddetta “de- A seguire, prima della revisione voluzione” non fosse causa di del Titolo V, nel 2000 era stato indebolimento dell’unità nazio- promulgato il decreto legislativo nale “Questi inizi di federalismo n. 267 riguardante il Testo unico costituiscono la forma moderna delle leggi sull’ordinamento degli dell’unità nazionale. La loro riu- enti locali (TUEL). Ogni vicenda scita dipende dalla nostra capa- legislativa, in questo decennio cità, come classe dirigente poli- così intenso per il rinnovamento tica del Paese, di conservare al delle istituzioni territoriali, ave- progetto la sua portata di liber- va registrato l’impegno a tutto tà, di responsabilità, di crescita campo dell’Associazione. Il cam- della democrazia. Questo vuol biamento non avveniva a dispet- dire garantire che, nel trasferi- to dell’Anci, ma con il suo attivo mento delle competenze, risor- ed organico concorso. se, responsabilità dal centro alla A Montecitorio il Presidente Le- periferia, secondo il principio di onardo Domenici esaltava, per sussidiarietà, le comunità ter- altro, l’istituzione della Confe- ritoriali, a partire dai Comuni, renza Stato-città e autonomie non devono sentirsi schiacciate locali, che finalmente, dal 1996, dal peso delle comunità politi- aveva consentito di identifica- che più vaste. I sistemi federali re una sede permanente di con- sono di per sé dotati di un alto fronto con il Governo, cui ha grado di conflittualità perché i fatto seguito la costituzione del- confini delle competenze dei di- la Conferenza unificata con le versi organi sono nell’esperien- Regioni nel 1997. “Un cammi- za concreta più mobili di quanto no importante, arricchito anche non appaiano nelle leggi”. da altre significative riforme, Era su questi punti che si accen- come le leggi per il federalismo trava la discussione pubblica, amministrativo e la semplifica- avendo il Senato votato in quei zione burocratica, che hanno giorni il testo definitivo della trasferito nuovi, decisivi pote- riforma del Titolo V della Co- ri alle Regioni, ai Comuni e alle stituzione, poi pubblicato sulla Province”. Domenici poi spiega- Gazzetta ufficiale del 12 marzo, va, evidentemente in risposta giusto una settimana prima del- alle preoccupazioni di Violante, la cerimonia dell’Anci. “[…] il fe- quale fosse il punto di vista delle deralismo richiede prudenza e autonomie: “L’incontro di oggi è maturità - ammoniva Violante per tutti noi un momento di fe- in conclusione - a tutti i soggetti, sta, ma anche uno stimolo. Sia- allo Stato, alle Regioni, alle Pro- mo qui, in quest’Aula, non solo vince e ai Comuni. Sono certo, per celebrare i nostri cento anni, signori Sindaci, che l’esperien- ma anche per ribadire e riaffer-
NEL DIBATTITO DEGNI ANNI DUEMILA RISUONAVA L’ECO DI ANTICHE PAROLE D’ORDINE. LA METAFORA DEL TEMPIO GRECO A CONFRONTO DELLA PIRAMIDE: UN MODO PER ESALTARE IL RUOLO DEI COMUNI mare la nostra funzione di enti che sanno dell’articolo 119 della Costituzione. La leg- coniugare il valore del senso civico delle ge stabiliva i principi fondamentali del co- tante comunità locali con quello unitario ordinamento della finanza pubblica e del dello Stato nazionale”. sistema tributario, disciplinava l’istituzio- A Parma, guardando oltre la celebrazione ne e il funzionamento del Fondo perequa- del Centenario nella cornice del Teatro Re- tivo per i territori con minore capacità fi- gio, l’Anci mise a fuoco gli obbiettivi con- scale per ogni abitante, nonché le risorse seguenti alle trasformazioni intervenute aggiuntive e l’attuazione degli interventi con le modifiche costituzionali. Iniziava speciali ai fini dello sviluppo delle aree sot- un cammino di mobilitazione attorno alla toutilizzate, così da garantire in prospetti- questione di come intendere e sviluppare il va il superamento del dualismo economi- protagonismo istituzionale dei Comuni, ri- co del Paese. Vi si leggeva nel complesso mettendo in moto un dibattito importante la volontà di conciliare la facoltà d’imposi- sull’equilibrio tra Regioni ed enti locali. zione autonoma con la necessaria coesio- Nel dibattito degli anni duemila risuonava, ne nazionale, armonizzando le variabili dunque, l’eco di parole d’ordine che l’auto- economico-fiscali attraverso la leva della nomismo comunitario e municipale aveva perequazione verticale (dallo Stato ai Co- assunto e diffuso molto tempo prima, in una muni) e orizzontale (dai Comuni più ricchi, temperie culturale e politica diversa - quel- ovvero con basi imponibili più consistenti, la degli anni ‘70 - pur sempre segnata da a quelli meno dotati). strutturali ragioni di contiguità e distinguo Su questa scia il dibattito è andato molto dal regionalismo, adesso sussunto e riela- avanti, gli studi in materia hanno cono- borato, in chiave più radicale, esattamente sciuto una fioritura straordinaria e poi, per nella versione del federalismo. Sembrava qualche verso, una più affinata “coscienza tornare in auge la giustapposizione tra la autonomistica” si è affermata, nondimeno formula della piramide e quella del tempio per l’abbondante proliferazione di sugge- greco, volendo con ciò spiegare che la va- stive ipotesi di lavoro. Tuttavia i vincoli di lorizzazione dei Comuni operava non già bilancio, con il pesante debito accumulato secondo l’ordine della piramide, stabilen- dall’Italia in mezzo secolo di espansione del- do una rigida gerarchia tra Stato Regioni e lo Stato sociale, hanno frenato le spinte più Comuni, ma lungo un ideale tracciato oriz- ambiziose circa l’auspicato rafforzamento zontale - appunto come nel frontone del della finanza locale nel quadro di un ordi- tempio greco - per armonizzare le diffe- namento fiscale più flessibile e articolato. renti competenze e responsabilità a misura Molto è andato a gravare sui Comuni per di una logica di equiordinamento. effetto, in generale, di una politica di con- Orbene, a seguito della riforma costituzio- tenimento della spesa e degli investimenti. nale non fu agevole riconoscere una ade- La riforma della contabilità, prevista pro- guata coerenza tra le implicite promesse prio dalla legge di delega n. 42 del 2009, ha e le concrete determinazioni. Anche sulla rappresentato nei vari passaggi attuativi la base delle preoccupazioni costantemente punta di diamante di un processo di razio- ribadite dall’Anci, anzitutto per lo stacco nalizzazione economica e finanziaria. tra principi e realtà in materia di autono- Se la storia dovesse saldarsi all’attualità, mia finanziaria, si giunse al varo della leg- ben sapendo che esiste comunque una con- ge di delega n. 42 del 2009 in attuazione nessione tra l’una e l’altra, con reciprocità
IN FOTO: GIORGIO LA PIRA SINDACO DI FIRENZE (1951-1957 E 1961-1965) I PRESIDENTI DELL’ANCI (1901-2021) Giuseppe Mussi (1901-1904) Giovanni Mariotti (1904-1906) L’ANCI NELLA SUA STORIA HA DIMOSTRATO DI VOLER Emanuele Greppi (1906-1914) CONTRIBUIRE SEMPRE ALLA VALORIZZAZONE DELL’ESPERIENZA Piero Lucca (1914-1921) DEI COMUNI ITALIANI Teofilo Rossi (1921-1925) Filippo Andrea Doria Pamphili d’influenza, allora diverrebbe sen- ha preteso, senza riuscirci, di dissol- sato evidenziare la positiva cor- vere l’appartenenza all’ethos del- (1946-1949) rezione della curva che registra lo la comunità. Il tema riveste grande Salvatore Rebecchini (1949-1957) “stop and go” lungo l’avanzata di importanza. Enucleare singole bat- una certa idea di autonomie locali. taglie e specifici episodi non soddisfa Umberto Tupini (1957-1966) Nell’arco temporale che abbraccia il bisogno di mettere un punto nella Amerigo Petrucci (1966-1968) emblematicamente, ai due poli della trama degli eventi di lungo corso. Si Guglielmo Boazzelli (1968-1975) ventennale esperienza ultima, l’at- può correre il rischio, così facendo, tacco alle Torre Gemelle e l’esplo- di disperdersi nel particolare. È ciò Clerio Darida (1975-1976) sione della pandemia da Covid-19, che non vogliamo. L’Anci, in veri- Camillo Ripamonti (1976-1982) una visione più alta della “realtà co- tà, andando avanti nel suo impegno munitaria” ha fatto presa, malgrado culminante in 120 anni di storia, Pasquale Accardo (1981-1982, ogni difficoltà, sulla pubblica opinio- ha dimostrato di voler contribuire facente funzione) ne nazionale e internazionale. Solo sempre all’affermarsi di una sensi- l’afflato che pone le città - modello bilità più attenta e matura in ordi- Riccardo Triglia (1982-1992) La Pira - in una speciale sintonia di ne alla perorazione dei buoni moti- Pietro Padula (1992-1995) spirito, può salvare l’unità del mon- vi che sostengono la fondamentale Enzo Bianco (1995-2000) do dal fallimento della globalizza- esperienza dei Comuni italiani, dal zione, ovvero di quel fenomeno che più piccolo al più grande. Leonardo Domenici (2000-2009) Sergio Chiamparino (2009-2011) Osvaldo Napoli (2011, facente funzione) Graziano Delrio (2011-2013) Alessandro Cattaneo (2013, facente funzione) Piero Fassino (2013-2016) Antonio Decaro (2016 -2021)
XXXVIII ASSEMBLEA ANNUALE ANCI PARMA 9-11 NOVEMBRE 2021 WWW.ANCI.IT
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