VERSO LA TERRA PROMESSA 11 - SACRAMENTO DELLE NOZZE - Diocesi Di Rimini
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UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA via IV Novembre, 35 - 47921 Rimini - tel. 0541. 1835107 - 328. 8772700 - fax 0541. 24024 Sito: www.diocesi.rimini.it/famiglia Email: upf@diocesi.rimini.it FB: www.facebook.com/pastoralefamiliarerimini VERSO LA TERRA PROMESSA 11 - SACRAMENTO DELLE NOZZE PREMESSA Dal celebrare all’essere Sacramento. Questo passaggio per niente scontato, concentra gli sforzi di questo incontro sulla Chiesa e il Sacramento del Matrimonio. Gli sposi cristiani sono chiamati a “pontificare”, a rendere presente Gesù che ama. Sono chiamati a pontificare in quella che è la loro casa, il loro salotto, andando a passeggio, facendo una vacanza insieme, lavorando con i colleghi. Sono chiamati a fare da “pontefici”, cioè facitori e costruttori di ponti, realizzatori di alleanze. Sono il Sacramento evidente dell’alleanza di Dio con l’umanità e di Gesù con la Chiesa. Quindi siamo abilitati, autorizzati a fare alleanze, a edificare ponti anche davanti a un buon caffè, a una torta presa insieme, all’interno di un bar, di un ristorante, aspettando dalla parrucchiera o dal barbiere FINALITÀ Aiutare a comprendere cos’è la Chiesa Far capire come la Chiesa è nata e continua a vivere Far capire come i doni di Dio vengono elargiti agli sposi Far capire quale valore aggiunto fra l’amore e l’amore Sacramento Far capire che il matrimonio è un dono da accogliere e una missione spicciola nel quotidiano AMORIS LAETITIA 71-75, 89, 121
PREGHIERA IL DONO DI NOZZE DI DIO STIMOLAZIONI PER L’EQUIPE E COME INTRODUZIONE DEL TEMA (Prima in coppia si risponde ad una o più domande, poi si condivide in gruppo) Che cosa sono secondo te i sacramenti? Che cosa “fanno” in noi i sacramenti? Nel nostro cammino di fede qual è il ruolo della Chiesa? Qual è l’atteggiamento interiore ideale per celebrare il sacramento del matrimonio? Che cosa ci viene dato con il sacramento del matrimonio? Indissolubilità, fedeltà, apertura alla vita: prova a spiegare il significato di queste parole in relazione al matrimonio. Quale missione ci viene affidata attraverso il sacramento del matrimonio? 1° PUNTO LA CHIESA La parola “ Chiesa” (Ekklesia), significa convocazione. Designa l’assemblea di coloro che la Parola di Dio convoca per formare il popolo di Dio e che, nutriti dal Corpo di Cristo (Eucaristia), diventano essi stessi corpo di Cristo. Se si cerca il motivo per cui Gesù ha fondato la Chiesa e perché la Chiesa esista bisogna cercare all’interno della sua realtà e nella vastità di elementi che la compongono. Per capire la Chiesa bisogna farlo dal suo interno. È un po’ come guardare le vetrate del suo edificio; se le guardiamo dall’esterno risulteranno grigie e senza significato, ma dall’interno con la luce che le trapassa dall’esterno comunicano tutta la loro bellezza, splendore e significato. Il mistero della santa Chiesa si manifesta nella sua stessa fondazione. Il Signore Gesù, infatti, diede inizio ad essa predicando la buona novella, cioè l'avvento del regno di Dio da secoli promesso nella Scrittura: « Poiché il tempo è compiuto, e vicino è il regno di Dio » (Mc 1,15; cfr. Mt 4,17). Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere e nella presenza di Cristo. La
parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato nel campo (cfr. Mc 4,14): quelli che lo ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo (cfr. Lc 12,32), hanno accolto il regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto (cfr. Mc 4,26-29).(LG 5) Può essere isolato un momento singolare, un atto solo nelle vicende umane? Un momento che sia capace di mostrare un principio dinamico da cui prendono vita altri elementi necessari alla sua esistenza. Quindi, osservabile da chiunque e descrivibile su un piano di esperienza e allo stesso tempo leggibile sul piano della fede. Risulterà più facile se questo atto o momento lo potremo pensare continuamente riproducibile lungo la vicenda umana e che possa essere come il fondamento per tutto ciò che nella Chiesa si vive. Proviamo a spostarci nel tempo attraverso la lettura del capitolo 2 degli Atti degli Apostoli e a vivere insieme a Pietro, il pescatore e agli altri presenti gli eventi provocati dalla forza dello Spirito Santo e la formazione della prima comunità di credenti con al centro il discorso di Pietro a tutti i presenti turbati e fuori di se per l’accaduto. AT 2 La Pentecoste Vediamo come al centro del discorso di Pietro ci sia il fatto che Gesù è stato risuscitato ed è il Signore e che all’ascolto di queste parole molti, credendo si convertirono, si fecero battezzare è così secondo Luca , autore degli Atti, nacque a Gerusalemme la Chiesa. Questo è un fatto, leggibile da tutti, cronaca e storia. Chi quel giorno accolse con fiducia l’annuncio degli apostoli che Gesù era risuscitato si ritrova unito in una assemblea , una convocazione divina personale, diversa da un radunare che significa mettere insieme una grande massa. Ora possiamo dire che se questo fatto non fosse accaduto, la Chiesa non sarebbe mai venuta all’esistenza. Ma di più: se questo fatto non si riproducesse continuamente nella storia umana, la Chiesa oggi non esisterebbe. Accade continuamente che qualcuno, oggi come allora, da credente in Cristo , comunica ad altri la sua gioia e la sua fede nella risurrezione di Gesù ed altri l’accolgono condividendone la speranza. Qui nasce e si intreccia una relazione profonda, sentita come dono di Dio, che ci si mostra come una vera figura di Chiesa. Dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù, li c’e la Chiesa, li c’è Lui. Questa è la sostanza di Chiesa che non può mancare; se per assurdo mancassero tutti i suoi apparati, ma non l’evento di persone che si relazionano fra loro nella comunicazione della fede,
saremmo sempre di fronte alla Chiesa. Viceversa, se mancasse l’evento di chi vive in comunione nella fede, ma non le strutture, saremmo davanti ad una parvenza di Chiesa, non alla sua sostanza. L’annuncio della fede è quindi un atto linguistico, capace di dire il vero , ma soprattutto di produrre una realtà nuova. Siamo davanti ad un piccolo germe, una figura elementare di aggregazione ecclesiale che può essere il modello per tutti gli sviluppi nel tempo. La comunicazione della fede è la ragione originaria dell’esistenza della Chiesa. Qualcuno potrebbe farci questa obiezione: Ma la Chiesa che oggi vediamo è quella che ha voluto Gesù? Ci risponde Papa Francesco in EG «La Chiesa deve approfondire la coscienza di se stessa, meditare sul mistero che le è proprio [...] Deriva da questa illuminata ed operante coscienza uno spontaneo desiderio di confrontare l’immagine ideale della Chiesa, quale Cristo vide, volle ed amò, come sua Sposa santa ed immacolata (Ef 5,27), e il volto reale, quale oggi la Chiesa presenta [...] Deriva perciò un bisogno generoso e quasi impaziente di rinnovamento, di emendamento cioè dei difetti, che quella coscienza, quasi un esame interiore allo specchio del modello che Cristo di sé ci lasciò, denuncia e rigetta». 1Gv 1,1-10 TESTIMONI DI GESU' La Chiesa è il frutto del dono divino della comunione, per cui in conclusione, essa nasce come esperienza di comunione nel momento in cui alcune persone si incontrano nell’accoglienza dello stesso messaggio della fede, ma le sue radici sono molto più profonde, ovvero nella gioia della comunione perfetta del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. LABORATORIO Presentazione simbolica con candela La luce delle nozze (alternativa video, vedi link) Perché un percorso simbolico? Bisogna, distinguere ciò che è circoscritto da ciò che non lo è. Difatti, Dio Padre non è circoscritto né tantomeno è esauribile in un’immagine, quindi, non è raffigurabile. Invece, quello che è circoscritto, si può raffigurare. Pertanto, il riferimento è a Cristo nella sua duplice natura: divina e umana. Egli non può essere raffigurato solo nella sua natura divina; Egli è nato da un Padre indescrivibile e da una Madre descrivibile, dalla quale ha preso l’aspetto umano , per cui lo possiamo rappresentare. Invece,
ciò che non é circoscritto, si può raffigurare con il simbolo. Le evocazioni simboliche di Dio mettono l’uomo in relazione con Lui, pur senza pretendere di esaurirne la natura. Il simbolo è un elemento della comunicazione, che esprime contenuti di significato ideale dei quali esso diventa il significante . Esso ha la caratteristica di far pensare , senza svelare immediatamente il proprio significato, ma lasciandosi scoprire. La parola greca σύμβολον indicava la metà di un oggetto spezzato (per esempio un sigillo) che veniva presentato come un segno di riconoscimento. Le parti rotte venivano ricomposte per verificare l’identità di chi le portava. In un certo senso il simbolo è contenuto e contenitore. Segue il video o la presentazione con le candele (Vedi laboratorio) 2° PUNTO IL SACRAMENTO La Chiesa è Sacramento universale di salvezza, segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano.(LG 1) Quindi è segno visibile della realtà nascosta della salvezza, indicata dal termine “mistero” e in questo senso Cristo stesso è il mistero della salvezza che si manifesta nei sacramenti, ovvero quei segni e strumenti medianti i quali lo Spirito Santo diffonde la grazia di Cristo. I Sacramenti non sono una garanzia magica per accaparrarsi la benedizione di Dio e presuppongono la fede. Come dicevamo poco sopra, la comunione trinitaria rivela tratti familiari e la famiglia umana radunata da Cristo è su scala ridotta con tutte le sue fragilità “immagine e somiglianza” della Santissima Trinità. Il sacramento del matrimonio non è una convenzione sociale, un rito vuoto o il mero segno esterno di un impegno. Il sacramento è un dono per la santificazione e la salvezza degli sposi, perché «la loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa. Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l’uno per l’altra, e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi». Il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa.
Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto di un discernimento vocazionale. (AL 72) Per i cristiani l’amore coniugale, non è soltanto e soprattutto un sentimento, ma è l’impegno verso l’altra persona che si assume con un preciso atto di volontà. Nel consenso l’amore diviene coniugale e mai perderà le sue caratteristiche: umano, totale, fedele, esclusivo e fecondo. Il sacramento non è una “cosa” o una “forza”, perché in realtà Cristo stesso «viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Egli rimane con loro, dà loro la forza di seguirlo prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi degli altri (AL 73). Il matrimonio esiste dalle origini, è prima degli stati, è prima dell’incarnazione di Gesù. Ma la grazia del sacramento del matrimonio che riceviamo il giorno delle nozze è destinata prima di tutto a “perfezionare l’amore dei coniugi” (CCC 1641). In che maniera? Quando un uomo e una donna celebrano il sacramento del Matrimonio, Dio, per così dire, si “rispecchia” in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio, infatti, è comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza». Questo comporta conseguenze molto concrete e quotidiane, perché gli sposi, «in forza del Sacramento, vengono investiti di una vera e propria missione, perché possano rendere visibile, a partire dalle cose semplici, ordinarie, l’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa, continuando a donare la vita per lei (AL 121). Il sacramento non è solo un momento che poi entra a far parte del passato e dei ricordi, perché esercita la sua influenza su tutta la vita matrimoniale, in modo permanente.Il significato procreativo della sessualità, il linguaggio del corpo e i gesti d’amore vissuti nella storia di una coppia di coniugi, diventano una «ininterrotta continuità del linguaggio liturgico», e la vita coniugale diventa, segno dell’amore di Dio per il suo popolo. La relazione con il coniuge è il respiro di Dio. E se non si respira, si muore. Come leggeremo fra poco, il matrimonio viene considerato il mistero grande, mistero come atto di potenza di Dio che si rivela (mistero, non enigma. L’enigma non vuol essere risolto, il mistero vuole essere svelato). Dio si fa visibile e ama il suo popolo attraverso l’amore degli sposi, ama la sposa attraverso lo sposo e lo sposo attraverso la sposa.
PAROLA E VITA Ef 5,1-2a.21-33 COMMENTO SPONSALE Esiste un importante aspetto della teologia del matrimonio in Paolo e lo leggiamo proprio qui in Efesini 5. È l’unica pagina della Bibbia che ogni maschio ricorda, e che ogni donna legge con disagio (giustamente) e irritazione. Diciamo che le cose vissute non possono non essere legate alla cultura e alla mentalità del tempo in cui esse avvengono. Noi ci sentiamo obiettivi ed equilibrati, ma fra cento anni diranno che la cultura del ventunesimo secolo era influenzata da questo o da quel pregiudizio. Per cui Paolo non può che essere un uomo del suo tempo e non può non avere le idee che gli hanno insegnato. Maschio della cultura greco/ebraico/latina del primo secolo dopo Cristo. “Voi mogli siate sottomesse ai mariti”, ovvio non avrebbe in alcun modo potuto pensare a qualcosa di diverso. Il mondo in cui Paolo vive valorizzava la donna solo nel ruolo di madre. Semplificando un po’ il contesto greco in cui Paolo è nato e cresciuto pensava alle donne in tre ruoli: -le cortigiane per il divertimento -le prostitute per il sesso -le mogli per i figli L’ambiente giudaico pensava che la donna avesse meno diritti dell’uomo, non poteva pregare nello stesso luogo con loro e il suo giuramento valeva di meno(nel mondo islamico ancora oggi la testimonianza di una donna vale la metà). Ogni Pio Israelita all’inizio della giornata ringraziava Dio per averlo creato ebreo e non pagano, savio e non sciocco, uomo e non donna. Può sembrare assurdo, ma a detta della scuola di un rabbino ebreo del tempo, bastava che una moglie nel cucinare bruciasse una pietanza perché il marito si trovasse nel diritto di ripudiarla. E in maniera ancora più estrema, un altro rabbino diceva che un uomo era nel diritto di ripudiare la moglie anche solo per il fatto che avesse trovato un’altra più bella di lei, conformemente, secondo lui, al testo deuteronomico che dice che ciò «accada anche se essa non trovi grazia ai suoi occhi» (Dt 24,1).
Ma in questo contesto sessista lo Spirito santo fa uno sgambetto a Paolo e aggiunge una frase birichina: “Voi mariti, amate le vostre mogli” Cosa? fermi tutti! Ma siamo pazzi? Cosa c’entra il matrimonio con l’amore? Il matrimonio serve per avere dei figli, per avere una donna che si occupi dei miei discendenti, che sia obbediente, lavoratrice, che sappia tenere in ordine la casa; cosa c’entra l’amore? L’amore riguarda l’amante, la cortigiana, ma certamente non la moglie! Ecco la novità: Paolo lega amore e matrimonio; per primo, afferma che il matrimonio ha a che fare con l’amore. Se per noi oggi è scontato dobbiamo ringraziare San Paolo che forse non era neanche consapevole del terremoto che stava per provocare. Paolo insiste che i mariti amino le mogli come Cristo ha amato la Chiesa. COME CRISTO HA AMATO LA CHIESA: ecco il metro di misura del nostro amore. Se vogliamo mettere il vangelo nella nostra convivenza arriveremo fino al Golgota, il luogo della crocifissione. Cristo ha amato il mondo e la Chiesa donando la sua vita, donandosi fino all’ultimo respiro. La croce è il metro dell’amore. Ecco cosa distingue l’esperienza del matrimonio dal matrimonio cristiano. Non si può negare che anche nel matrimonio civile e nella convivenza possano essere presenti valori, quali l’amore, la fedeltà, l’impegno di apertura alla vita e ai problemi degli uomini. Sposarsi in chiesa è un scelta di fede, fatta da persone credenti. Essere consapevoli di essere in coppia con Dio e in costante confronto e ascolto della Sua Parola. Come la farina trattata con il lievito pur rimanendo farina acquisisce qualità che prima non aveva, così l’amore umano trattato con l’ingrediente nuovo dato da Cristo rimane sempre amore umano ma con quella qualità e potenzialità che non aveva prima. Siamo chiari amici, non siamo qui a fare i modelli o le figurine; una coppia cristiana ha i problemi, le fragilità, i casini di ogni altra coppia, ama come può, ma lo fa affidandosi al Signore, il suo amore diventa luminoso. Nell’uomo e donna uniti in Cristo c’é l’identico amore che unisce Cristo alla Chiesa. Per questo il matrimonio è Sacramento: cioè contiene ciò che indica.(d. Oreste) Bello questo, molto cool, molto cattolico: se scegliamo di sposarci nel Signore riceviamo un Sacramento e diventiamo un sacramento camminando insieme verso la stessa meta. Una mamma non è un negozio e la Chiesa non è un negozio ne tantomeno la piccola chiesa domestica è un negozio, dice Papa Francesco:
La Madonna vuol portare anche a noi, a noi tutti, il grande dono che è Gesù; e con Lui ci porta il suo amore, la sua pace e la sua gioia. Così la Chiesa è come Maria: la Chiesa non è un negozio, non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una ONG, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa, se piccola, se grande, se forte, se debole, la Chiesa porta Gesù e deve essere come Maria quando è andata a visitare Elisabetta. Cosa le portava Maria? Gesù. La Chiesa porta Gesù: questo è il centro della Chiesa, portare Gesù! Se per ipotesi, una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella sarebbe una Chiesa morta! La Chiesa deve portare la carità di Gesù,l’amore di Gesù, la carità di Gesù. La luce delle nozze, che riceviamo nel Sacramento è dono per tutti. Gli sposi cristiani come un prisma, siano capaci di accogliere la luce bianca dello SS per infrangerla di tutti i colori in ogni ambito della società. LABORATORIO Fermiamoci un po’: -che cosa rende diverso il matrimonio-sacramento dal matrimonio solo come fatto “naturale”? -da dove viene il di più, la novità del sacramento? -che cosa ha aggiunto Gesù al matrimonio come fatto naturale? -quali pensieri vi sono venuti in mente e quali sentimenti state provando, in questo momento dopo aver riflettuto su questa splendida realtà? CONFRONTO IN COPPIA CONDIVISIONE DELLE COPPIE Chiedere un’impressione sull’argomento della serata. PER CONCLUDERE Invitare i partecipanti a dialogare a casa sui loro sogni e sul sogno di Dio su di loro, ed eventualmente scriverli sul quaderno; per scoprire di avere il coraggio di far parte del sogno di Dio, il
coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo. E stupirsi di questo. PREGHIERA LE VENTI RIGHE DEL MATRIMONIO L’amore cristiano è splendido e Dio, che l’ha inventato, un genio. BUFFET L’équipe sfrutti questa occasione favorevole per: Fraternizzare con i fidanzati rimasti un po’ più nell’ombra. Approfondire o spiegare ciò che non è stato chiaro. SITO- E BIBLIOGRAFIA https://www.youtube.com/watch?v=rCmGMnubVTU https://www.youtube.com/watch?v=LGoDFtUn5r4 DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II, Paoline, Editoriale Libri, Milano, 1998 Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2006 PAPA FRANCESCO, Evangelii Gaudium, San Paolo, 2013, Milano PAPA FRANCESCO, Amoris Laetitia, San Paolo, 2016, Milano PAPA FRANCESCO, Maria mamma di tutti, San Paolo, 2018, Milano CURTAZ P., In coppia con Dio, San Paolo, 2006, Milano DIANICH S. E NOCETI S., Trattato sulla Chiesa, Queriniana, 2005, Brescia
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