UNA PASQUA NUOVA una luce che rischiara
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www.cpambrogioecarloluratecaccivio.it IV di Quaresima Anno 5 - n° 11—14 marzo - 2021 UNA PASQUA NUOVA una luce che rischiara Di chi è la colpa? La domanda è istintiva, primitiva. Davanti alla malattia, alla pandemia, alla disabilità, al male, al peccato, alla morte subito si cerca il colpevole … eliminato quello … si estirpa il pericolo! (?). Ma sappiamo bene che non è così facile. Come Dio ci corregge? Dentro la malattia, la pandemia, il male, il peccato, la morte Dio ci corregge. Non ci punisce, ma stimola e provoca la nostra libertà a orizzonti più ampi, ad ap- profondimenti più seri, a responsabilità e coraggio più maturi, a un combattimento più sereno e attivo. Qual è il cammino? Ci sono delle cose da fare (va’ a Siloe e lavati). Ma poi occorre tornare sull’ esperienza (che cosa ti ha fatto). Imparare a narrare, ripetutamente, le opere di Dio (devo raccontarlo di nuovo). Riconoscere che tutto parte da un incontro con (il maestro, l’uomo, il profeta, il fi- glio dell’uomo) Gesù. Accettare la crisi dei rapporti più cari e normali (i genitori non volevano…). Soffrire di essere isolati e anche “buttati fuori” dalla cerchia degli amici e delle sicu- rezze religiose. Gioire dell’incontro personale, intenso, liberante, affettuoso con Gesù. Il cammino di Siloe è un cammino in discesa. Un cammino non facile per chi è cieco dalla nascita. Un cammino possibile solo “sulla parola” di Gesù. Ma questo cammino è necessario per avere vita. don Flavio
ORATORIO: CORTILE E CENACOLO La scorsa assemblea degli oratori (27 febbraio) si è svolta nel momento stesso in cui l’ Arcivescovo presiedeva a Limbiate i funerali dell’ Ambasciatore Luca Attanasio. Luca è cresciuto in oratorio, ha imparato anche lì a servire con intelligenza e passione. Nel breve saluto che poi portava all’assemblea degli oratori federati alla FOM l’ Arcivesco- vo presentava l’invito a non aspettare a vivere l’oratorio “quando tutto sarà finito”, ma a farsi ora protagonisti della stagione che stiamo vivendo affrontandola con passione, lungimiranza e profondità. Se questo non è il tempo del cortile (della palestra, del campo da calcio, del bar, della cucina, …) l’ oratorio non può smettere di essere, so- prattutto adesso, il cenacolo della preghiera e del confronto. Sono riconoscente agli adolescenti che ogni giorno fanno partire una frase di vangelo ai loro amici. Sono rico- noscente agli educatori che stanno dando il loro contributo per il progetto dell’orato- rio. Sono grato al lavoro fatto dalla Consulta di Kaire. Sono estremamente curioso e fiducioso di vedere cose nuove nei nostri oratori proprio a partire da questo “cenacolo” in cui siamo necessariamente, ma anche attivamente costretti. Se il vangelo, la carità e la riflessione non smetteranno di circolare tra noi, ne vedremo delle belle. Gli orato- ri, per definizione e storia, hanno sempre avuto una grande adattabilità alle circostan- ze rimanendo “il ponte tra la comunità cristiana e la strada”. Occorre starci in questo passaggio. Nel cenacolo. Segreteria Parrocchiale Lurate segreteria 351 -8153516 Caccivio segreteria e abitazione 031-490139 Orari e luoghi della Segreteria Parrocchiale dalle 9 alle 11.30 Lunedì Caccivio e Lurate - segreteria Nel pomeriggio Martedì Caccivio e Lurate - segreteria i sacerdoti sono reperibili al cellulare Mercoledì Caccivio e Lurate - segreteria o prima e dopo Giovedì Caccivio e Lurate - segreteria le celebrazioni per fissare appuntamenti o incontri. Venerdì Caccivio e Lurate - segreteria Don Flavio Riva - Responsabile Comunità pastorale - donflavioriva@alice.it Via XX settembre 125 - 031490139 - Cell. 333 –1913798 Don Lanfranco Agnelli - Residente con incarichi pastorali Via Giacomo Leopardi 5 - Appiano Gentile (CO) 031 3534906 - Don Pier Paolo Caspani - Aiuto festivo Seminario Arcivescovile Pio XI - Venegono Inf. (VA) - Cell. 349.5816697 Diacono Giuseppe Fasola Via Oltrona 12 - Lurate Caccivio (CO) - 031 390267 - Cell. 349.6603678 Sr. Nelida Bellido Via C. Battisti 6 - Lurate Caccivio (CO) - 031 490792 - Cell. 327. 4964718 CARITAS - Sr Carla Butti Cell. 3314162267 - via XX Settembre 127 CENTRO DI ASCOLTO Martedì e giovedì 9.30-10.30 e Sabato 15.30-17.00 DISTRIBUZIONE Martedì e giovedì 9.30-10.30 e Sabato 15.30-17.00
Appuntamenti In settimana e oltre ... Domenica 14 IV di Quaresima “del cieco nato” 10.30 S. Luigi Consegna della Legge dell’amore 5 el 18.00 Annunciata Consegna della Legge dell’amore Mercoledì 17 17 Annunciata: PREPARIAMO LA DOMENICA Ragazzi/e (2006-2002) aperto a tutti Giovedì 18 20.30 Equipe educatori preadolescenti da remoto Venerdì 19 Solennità di S. Giuseppe 8.30 S. Luigi messa solenne (in chiesa) 17 Via crucis S. Luigi e Annunciata per ragazzi 20.30 Annunciata messa solenne Invitiamo tutti i papà a ricordare il loro patrono Domenica 21 V di Quaresima “di Lazzaro” 10.30 S. Luigi Consegna della Croce (IV el 18.00 Annunciata consegna della Croce (IV el) Confessioni dalle ore 15 Don Flavio Don Lanfranco Don Pierpaolo Lurate 20/03 20/03 27/03 Caccivio 27/03 27/03 20/03 Preghiamo Ricordiamo nella preghiera chi abbiamo accompagnato alla casa del Padre in questa settimana Cc Perlasca Giuliana in Clerici di anni 86 Cc Canino Nicola di anni 70
CON CUORE DI PADRE dalla lettera di papa Francesco 1. Padre amato La grandezza di San Giuseppe consiste nel fatto che egli fu lo sposo di Maria e il padre di Gesù. In quanto tale, «si pose al servizio dell’intero disegno salvifico», come afferma San Giovanni Crisostomo. San Paolo VI osserva che la sua paternità si è espressa concretamente «nell’aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio, al mistero dell’incarnazione e alla missione redentrice che vi è congiunta; nell’aver usato dell’autorità legale, che a lui spettava sulla sacra Famiglia, per farle totale dono di sé, della sua vita, del suo lavoro; nell’aver convertito la sua umana vocazione all’amore domestico nella sovrumana oblazio- ne di sé, del suo cuore e di ogni capacità, nell’amore posto a servizio del Messia germinato nella sua ca- sa».[8]Per questo suo ruolo nella storia della salvezza, San Giuseppe è un padre che è stato sempre amato dal popolo cristiano, come dimostra il fatto che in tutto il mondo gli sono state dedicate numerose chiese; che molti Istituti religiosi, Confraternite e gruppi ecclesiali sono ispirati alla sua spiritualità e ne portano il nome; e che in suo onore si svolgono da secoli varie rappresentazioni sacre. Tanti Santi e Sante furono suoi appassionati devoti, tra i quali Teresa d’Avila, che lo adottò come avvocato e intercessore, raccoman- dandosi molto a lui e ricevendo tutte le grazie che gli chiedeva; incoraggiata dalla propria esperienza, la Santa persuadeva gli altri ad essergli devoti. In ogni manuale di preghiere si trova qualche orazione a San Giuseppe. Particolari invocazioni gli vengono rivolte tutti i mercoledì e specialmente durante l’intero mese di marzo, tradizionalmente a lui dedicato. La fiducia del popolo in San Giuseppe è riassunta nell’espressione “Ite ad Ioseph”, che fa riferimento al tempo di carestia in Egitto quando la gente chiedeva il pane al faraone ed egli rispondeva: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà» (Gen 41,55). Si trattava di Giuseppe figlio di Giacobbe, che fu venduto per invidia dai fratelli (cfr Gen 37,11-28) e che – stando alla narrazione biblica – successivamente divenne vice-re dell’Egitto (cfr Gen 41,41-44). Come discendente di Davide (cfr Mt 1,16.20), dalla cui radice doveva germogliare Gesù secondo la promessa fatta a Davide dal profeta Natan (cfr 2 Sam 7), e come sposo di Maria di Nazaret, San Giuseppe è la cerniera che unisce l’Antico e il Nuovo Testamento. 2. Padre nella tenerezza Giuseppe vide crescere Gesù giorno dopo giorno «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomi- ni» (Lc 2,52). Come il Signore fece con Israele, così egli “gli ha insegnato a camminare, tenendolo per mano: era per lui come il padre che solleva un bimbo alla sua guancia, si chinava su di lui per dargli da mangiare” (cfr Os 11,3-4). Gesù ha visto la tenerezza di Dio in Giuseppe: «Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono» (Sal 103,13). Giuseppe avrà sentito certamente riecheggiare nella sinagoga, durante la preghiera dei Salmi, che il Dio d’Israele è un Dio di tenerezza,[11] che è buono verso tutti e «la sua tenerezza si espande su tutte le crea- ture» (Sal 145,9). La storia della salvezza si compie «nella speranza contro ogni speranza» (Rm 4,18) attra- verso le nostre debolezze. Troppe volte pensiamo che Dio faccia affidamento solo sulla parte buona e vincente di noi, mentre in realtà la maggior parte dei suoi disegni si realizza attraverso e nonostante la nostra debolezza. È questo che fa dire a San Paolo: «Affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”» (2 Cor 12,7-9). Se questa è la prospettiva dell’economia della salvezza, dobbiamo imparare ad accogliere la nostra debo- lezza con profonda tenerezza.[12] Il Maligno ci fa guardare con giudizio negativo la nostra fragilità, lo Spirito invece la porta alla luce con tenerezza. È la tenerezza la maniera migliore per toccare ciò che è fragile in noi. Il dito puntato e il giudizio che usiamo nei confronti degli altri molto spesso sono segno dell’incapacità di accogliere dentro di noi la nostra stessa debolezza, la nostra stessa fragilità. Solo la tenerezza ci salverà dall’opera dell’Accusatore (cfr Ap 12,10). Per questo è importante incontrare la Misericordia di Dio, specie nel Sacramento della Riconciliazione, facendo un’esperienza di verità e tenerezza. Paradossalmente anche il Maligno può dirci la verità, ma, se lo fa, è per condannarci.
Noi sappiamo però che la Verità che viene da Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostie- ne, ci perdona. La Verità si presenta a noi sempre come il Padre misericordioso della parabola (cfr Lc 15,11-32): ci viene incontro, ci ridona la dignità, ci rimette in piedi, fa festa per noi, con la motiva- zione che «questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (v. 24). Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande. 3. Padre nell’obbedienza Analogamente a ciò che Dio ha fatto con Maria, quando le ha manifestato il suo piano di salvezza, così anche a Giuseppe ha rivelato i suoi disegni; e lo ha fatto tramite i sogni, che nella Bibbia, come presso tutti i popoli antichi, venivano considerati come uno dei mezzi con i quali Dio manifesta la sua volontà. [13] Giuseppe è fortemente angustiato davanti all’incomprensibile gravidanza di Maria: non vuole «accusarla pubblicamente»,[14] ma decide di «ripudiarla in segreto» (Mt 1,19). Nel primo sogno l’angelo lo aiuta a risolvere il suo grave dilemma: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20-21). La sua risposta fu immediata: «Quando si destò dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’angelo» (Mt 1,24). Con l’obbedienza egli superò il suo dramma e salvò Maria. Nel secondo sogno l’angelo ordina a Giuseppe: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo» (Mt 2,13). Giuseppe non esitò ad obbedire, senza farsi domande sulle difficoltà cui sarebbe andato incontro: «Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode» (Mt 2,14-15). In Egitto Giuseppe, con fiducia e pazienza, attese dall’angelo il promesso avviso per ritornare nel suo Paese. Appena il messaggero divino, in un terzo sogno, dopo averlo informato che erano morti quelli che cercavano di uccidere il bambino, gli ordina di alzarsi, di prendere con sé il bambi- no e sua madre e ritornare nella terra d’Israele (cfr Mt 2,19-20), egli ancora una volta obbedisce senza esitare: «Si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele» (Mt 2,21). Ma durante il viaggio di ritorno, «quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno – ed è la quarta volta che accade – si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret» (Mt 2,22-23). L’evangelista Luca, da parte sua, riferisce che Giuseppe affrontò il lungo e disagevole viaggio da Nazaret a Betlemme, secondo la legge dell’imperatore Cesare Augusto relativa al censimento, per farsi registrare nella sua città di origine. E proprio in questa circostanza nacque Gesù (cfr 2,1-7), e fu iscritto all’anagrafe dell’Impero, come tutti gli altri bambini. San Luca, in particolare, si preoccupa di rilevare che i genitori di Gesù osservavano tutte le prescrizioni della Legge: i riti della circoncisione di Gesù, della purificazione di Maria dopo il parto, dell’offerta a Dio del primogenito (cfr 2,21-24).[15] In ogni circostanza della sua vita, Giuseppe seppe pronunciare il suo “fiat”, come Maria nell’Annunciazio- ne e Gesù nel Getsemani. Giuseppe, nel suo ruolo di capo famiglia, insegnò a Gesù ad essere sottomesso ai genitori (cfr Lc 2,51), secondo il comandamento di Dio (cfr Es 20,12). Nel nascondimento di Nazaret, alla scuola di Giuseppe, Gesù imparò a fare la volontà del Padre. Tale volontà divenne suo cibo quotidiano (cfr Gv 4,34). Anche nel momento più difficile della sua vita, vissuto nel Getsemani, preferì fare la volontà del Padre e non la propria[16] e si fece «obbediente fino alla mor- te […] di croce» (Fil 2,8). Per questo, l’autore della Lettera agli Ebrei conclude che Gesù «imparò l’obbe- dienza da ciò che patì» (5,8). Da tutte queste vicende risulta che Giuseppe «è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della Redenzione ed è veramente mini- stro della salvezza». Leggi sul sito della Santa sede
Offerte per la vita ordinaria delle nostre parrocchie San Martino IBAN IT96Q0843051480000000291476 San Luigi IBAN IT73R0843051480000000291477 SS. Annunciata IBAN IT88G0843051480000000290609 Il trust finanziario istituito dalla defunta Casati Anna ved. Olgiati ha devoluto alla Parrocchia dell’ Annunciata una cospicua somma. Questa modalità di con- tribuzione (insieme all’indicare le parrocchie come beneficiarie delle assicura- zioni, …) garantisce un aiuto efficace e veloce ai bisogni e ai fini della comunità cristiana. La comunità di Caccivio ricorderà con riconoscenza Anna Casati nelle messe dei benefattori e nel giorno anniversario della morte il 15 novembre di ogni anno, per cinque anni. Grazie a tutti !!! via pulChRitUdin(C) IS Venerdì 19 marzo Solennità di S. Giuseppe ore 20.30 S. Messa solenne Venerdì 26 marzo VIA PULCHRITUDINIS * Annunciata ore 20.30 LA RESURREZIONE DEL SIGNORE Contemplazione della Resurrezione del Signore con Luca Frigerio Giornalista media diocesani *per le Vie Pulchritudinis portare il Vangelo
CALENDARIO DAL 14 AL 21 MARZO 2021 S. Luigi 17.30 S. Messa Francesca, Enrico, Emilio Annunciata 18.00 S. Messa Marzorati Gabriella 14 Domenica IV domenica di Quaresima– del Cieco nato Lettura Vigiliare Matteo 17, 1b-9 Es 33, 7-11a; Salmo 35; 1 Ts 4, 1b-12; Giovanni 9, 1-38b Signore, nella tua luce vediamo la luce. S. Luigi 8.00 S. Messa Tarcisio Ida S. Martino 9.30 S. Messa Crippa Carlo Annunciata 9.30 S. Messa Baldon Rino e Pellielo Carlina S. Luigi 10.30 S. Messa PRO POPULO Annunciata 11.00 S. Messa Renzo e Silvio Magni Annunciata 18.00 S. Messa 15 Lunedì Gen 24, 58-67; Salmo 118, 89-96; Pr 16, 1-6; Matteo 7, 1-5 La tua parola, Signore, è stabile per sempre. Annunciata 8.30 Lodi, liturgia della Parola, Riti di Comunione S. Luigi 8.30 S. Messa Tettamanzi Gina S. Martino 9.00 Lodi, liturgia della Parola, Riti di Comunione Annunciata 18.00 S. Messa Olgiati Vittorio 16 Martedì Gen 27,1-29; Sal118,97-104; Pr 23,15-24; Mt 7,6-12 La tua fedeltà Signore, dura per ogni generazione. Annunciata 8.30 S. Messa Piatti Mario e Grisoni Rosa S. Martino 9.00 Lodi, Liturgia della Parola e Riti di comunione S. Luigi 18.00 S. Messa Anton Righer e Rosa Battaglia 17 Mercoledì Gen 28,10-22; Salmo 118, 105-112; Pr 24, 11-12; Matteo 7, 13-20 A te cantiamo, Signore, davanti ai tuoi angeli. S. Luigi 8.00 S. Messa Cirillo Maria e Macedonio Bartolomeo Annunciata 8.30 Lodi, Liturgia della Parola e Riti di comunione S. Martino 9.00 S. Messa Leopoldo Cotta e famiglia Annunciata 18.00 S. Messa Buzzi Maria Amalia
18 Giovedì Gen 29,31-30,2.22-23; Sal 118,113-120; Pr 25,1.21-22; Mt 7,21-29 Nella tua promessa, Signore,è la mia gioia. Annunciata 9.00 S. Messa Padre Giuseppe Barri S. Martino 9.00 Lodi, Liturgia della Parola e riti di Comunione 19 Venerdì SOLENNITA’DI S. GIUSEPPE SPOSO DI MARIA Sir44,23g-45,2a.3d 5d;Sal 15;Eb 11,1-2.7-9.13a-c39-12,2b; Mt 2,19-23 Tu sei fedele Signore alle tue promesse S. Luigi 8.30 S. Messa Taborelli Nicolini Flavia Annunciata 17 Via crucis ragazzi S. Luigi 17 Via crucis ragazzi Annunciata 20.30 S. Messa Pogliani Giovanni e Fasola Vanda 20 Sabato Ez 11, 14-20; Sal 88; 1 Ts 5,12-23; Mt 19, 13-15 Effondi il tuo Spirito, Signore, sopra il tuo popolo. Annunciata 8.30 S. Messa Boracchi Antonio S. Luigi 17.30 S. Messa Annunciata 18.00 S. Messa Luigi e Luigia e famigliari 21 Domenica V domenica di Quaresima– di Lazzaro Lettura Vigiliare Mt 12, 38-40 Dt 6,4a.20-25; Salmo 104; Ef 5,15-20; Giovanni 11, 1-53 S. Luigi 8.00 S. Messa Zanin Giovanni S. Martino 9.30 S. Messa pro populo Annunciata 9.30 S. Messa Origgi e famiglia S. Luigi 10.30 S. Messa Celso, Carlo e Maria Pasini Annunciata 11.00 S. Messa Pirrone Giovanni LA DOMENICA DELLE PALME (Benedizione e distribuzione degli ulivi) Non si terrà la processione ma gli ulivi confezionati verranno distribuiti a chi partecipa alle mes- se delle 9.30 a s. Martino, delle 10.30 Oratorio S. Luigi, ore 11.00 Oratorio S. Carlo. Arri- vando con anticipo ciascuno prenderà i rami di ulivo e prenderà posto negli spazi predisposti evitando calca e assembramenti Il rito sarà animato dai ragazzi/e delle medie che faranno in- sieme ai chierichetti e al sacerdote l’ingresso solenne. Dopo la comunione verranno fatte le “consegne” del Padre nostro (3 el); della croce (4 el), della legge dell’ amore (5 el) per coloro che non hanno potuto partecipare alle celebrazioni quaresimali di consegna con i propri gruppi. Gli orari delle celebrazioni della settimana santa rispetteranno il coprifuoco se- rale. Nei pomeriggi di giovedì e venerdì le celebrazioni verranno raddoppiate. Chiediamo a tutti comprensione, rispetto delle norme e pazienza.
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