#UPF2020 Progettare l'università del futuro
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#UPF2020 Progettare l’università del futuro Giugno 2014 Carlos A. Scolari - Ilaria Di Bonito - Maria-Jose Masanet www.upf.edu Progetto PlaQUID 2012-13 con il supporto del Centro per la Qualità e l’Innovazione Docente (CQUID) - Universitat Pompeu Fabra (Barcelona)
Presentazione L’obiettivo del progetto #UPF2020 è analizzare la situazione delle pratiche d’insegnamento-apprendimento nell’università. Le istituzioni tradizionalmente incaricate della formazione e creazione di conoscenze – dalla scuola fino all’università – stanno attraversando un momento caratterizzato dalla mancanza di adattamento a un ecosistema culturale ipertecnologico e molto dinamico. Si potrebbe dire che l’università, un’istituzione medievale con un millennio di storia, abbia problemi di sintonia nei confronti della società contemporanea. La crisi economica, in questo quadro, è solo un ulteriore elemento di una crisi esistenziale dell’istituzione tradizionalmente dedicata alla formazione superiore. Oggigiorno, qualsiasi discorso sull’università fatto all’interno dello Stato spagnolo è limitato da due elementi: il processo di Bologna e la crisi economica. Questi due frames obbligano a usare certe idee e parole e limitano la capacità di riflessione della e sull’istituzione. Se si parla la lingua di Bologna, il discorso si riempie di competenze, lauree, EHEA (European Higher Education Area), terzo ciclo, piani di studio, etc. Se si utilizza il linguaggio della crisi, il discorso ci porta verso concetti come tagli, riduzioni, budget, etc. Dentro l’università si parla molto d’innovazione e imprenditoria. Questi discorsi si sono generalizzati tanto che oggi molti membri del mondo accademico, a tutti i livelli, parlano di creazione di start ups e di relazioni con il mondo degli imprenditori. Parlare in questi termini è cool e crea una sensazione di sintonia con la società. Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi, si tratta di discorsi vuoti, ripetuti fino allo sfinimento e che, in realtà, apportano poche trasformazioni reali all’interno dell’istituzione. Nel corso di questo rapporto, si è evitato per quanto possibile di parlare d’innovazione. Crediamo che, piuttosto che ripetere discorsi “innovatori”, sia necessario ripensare l’istituzione universitaria from scratch. Soltanto partendo da un cambio discorsivo sarà possibile gettare le basi per lo sviluppo di pratiche universitarie realmente trasformatrici che vadano oltre i ripetuti (e spesso infruttuosi) appelli all’innovazione e l’imprenditoria. OPINIONE: “In today’s world where the magnitude of change is accelerating at an exponential pace, information and knowledge is always in flux. Rather than relying on static ‘experts’, we need to start recognizing and attending to new power structures where we all serve as co-learners and co-teachers. The good news is that ‘traditions’ are things that we invent. I am optimistic that we can create new traditions that are relevant to modern society.” Nota: All’interno del documento sono presenti alcune delle dichiarazioni rilasciate dagli intervistati durante la ricerca. Gruppo di lavoro Carlos A. Scolari (Professore titolare UPF): ricercatore principale Ilaria Di Bonito: ricercatrice Maria-Jose Masanet: ricercatrice Hanno collaborato: Carme Rovira (CQUID – UPF): supporto generale Oriol Ripoll: coordinamento della sessione di gamestorming. 2
Obiettivi Gli obiettivi del progetto #UPF2020 sono stati: • Cominciare a tracciare un nuovo discorso di rinnovamento universitario lungi dai classici appelli all’innovazione e all’imprenditoria. • Creare una mappa di attori, formati e pratiche educative disruptive (dentro e fuori dalle università) su scala globale. • Proporre una serie di nuove pratiche, formati ed esperienze educative di facile applicazione su scala locale, basate su un discorso diverso e che si richiamino a una nuova concezione educativa e istituzionale. • Il progetto #UPF2020 non ha analizzato altri aspetti fondamentali della vita universitaria come la ricerca o l’estensione delle sue attività al resto della società. La ricerca si è incentrata sul personale docente e i professionisti dell’educazione e non ha incluso il personale amministrativo, i laureati o gli alunni. L’obiettivo della ricerca è stato proporre una prima mappa di un territorio in permanente mutazione. Più che all’esaustività il gruppo di lavoro ha mirato all’utilità e alla possibilità di applicazione di esperienze, concetti e idee raccolte durante la ricerca. OPINIONE: “Il just-in-time sarà più importante del just-in-case. Noi abbiamo studiato con il just-in-case: impara TUTTO, dai pianeti alla tavola periodica, perché forse sarai astronomo o chimico e ti servirà un giorno. Il just-in-time ha a che vedere più con la conoscenza veloce che con l’abbondanza di dati“. Metodologia • Revisione bibliografica nell’ambito delle nuove pedagogie (non solo a livello universitario). • Sessione di gamestorming con professori e professionisti esterni (non appartenenti alla UPF) per favorire l’emergere di nuove idee sui processi educativi. Il gruppo ha seguito due dinamiche che avevano l’obiettivo di estrarre informazioni su diversi temi, tendenze e necessità dell’università contemporanea, e allo stesso tempo proposte per un’università utopica, tendenze, sfide future, etc. • Interviste in profondità con 24 professori e ricercatori interni alla UPF ed esterni. • Raccolta, elaborazione e analisi dell’informazione attraverso la creazione di tre database: 1) Diagnosi e proposte di cambiamento, 2) Nuove pratiche pedagogiche e 3) Nuovi attori e formati organizzativi. OPINIONE: “Forse dovremmo iniziare a porci la domanda: Il futuro ha bisogno dell’università? (...) Io credo che, a parte alcuni istituzioni d’élite, le università si stiano avviando verso l’obsolescenza e potrebbero essere le ultime a rendersene conto. Tenete in considerazione che persino il Senato dell’antica Roma ha continuato a riunirsi per diverso tempo anche dopo la caduta dell’Impero romano.“ 3
Diagnosi e proposte di cambiamento Dal materiale raccolto durante l’attività di gamestorming e le interviste in profondità, si sono evidenziati otto punti che caratterizzano la situazione attuale dell’insegnamento universitario in Spagna e che rappresentano un ostacolo quando si tratta di promuovere dinamiche trasformatrici. A ogni diagnosi corrisponde una proposta di cambiamento elaborata in base ai contributi dei partecipanti. Diagnosi Proposta Necessità di attività formative regolate e dirette al corpo Formazione pedagogica per il corpo docente docente Una formazione pedagogica continua che aiuti il corpo docente a rinnovarsi Assenza di preparazione del corpo docente dal punto di vista continuamente per migliorare le proprie pratiche. pedagogico. Necessità di riconoscimento del ruolo docente Riconoscimento dell’attività docente I meccanismi di accreditamento ufficiale e le posizioni Il riconoscimento istituzionale dell’attività docente avrebbe l’effetto di all’interno del sistema delle università pubbliche si centrano promuovere una maggiore implicazione e dedicazione da parte del corpo troppo, o quasi totalmente, sulla ricerca. Questo genera docente. un’assenza d’interesse del corpo docente verso l’implementazione o il miglioramento della propria docenza. Burocratizzazione e complessità amministrativa Superare la burocratizzazione e la complessità amministrativa Le opportunità ipotizzate dal processo di Bologna non si sono Si propone un cambio del sistema attraverso la riduzione burocratica. compiute e hanno finito per tradursi in una eccessiva burocratizzazione che porta all’immobilismo. Ripetizione di modelli passati Lavorare a un nuovo modello pedagogico L’attuale modello d’insegnamento è antiquato e Cambiare il sistema di trasmissione della conoscenza basato sulla lectio decontestualizzato perché riproduce schemi del passato magistralis per considerare altre possibilità educative basate sul dialogo, lo basati sulla semplice trasmissione di nozioni attraverso la scambio e le attività pratiche. figura autoritaria del professore. Prassi produttive e strutture di gestione anchilosate Riforma interna dell’istituzione Il mondo universitario è rinomato per essere un sistema Bisogno di ripensare il lavoro fatto e la situazione all'interno della struttura di chiuso con strutture rigidamente determinate e incentrate potere. Si richiede maggiore autonomia di gestione. sullo status e sul potere. Tutto ciò rende difficile la trasformazione dell’istituzione: se non si è disposti a perdere quote di potere l’istituzione non verrà posta in discussione. Mancanza di motivazione del corpo docente Migliorare le attitudini e aumentare la collaborazione La mancanza di motivazione del corpo docente fa sì che Bisogna puntare a incrementare la motivazione del corpo docente e dare spesso le nuove proposte siano generate per iniziativa maggior valore a chi ha già dimostrato un'attitudine favorevole verso propria da pochi professori. l'innovazione e il cambiamento. Endogamia Apertura verso la società e assunzione di rischi Il mondo universitario è un ambiente con la tendenza alla Occorre cambiare gli atteggiamenti attuali, promuovendo una maggiore chiusura e all'autoreferenzialità. Spesso l'assenza di contatto permeabilità dell’università, gli scambi con l’esterno e l'assunzione dei rischi. con il mondo esterno si traduce nella resistenza al cambio e all'autocritica. Iper-specializzazione, obsolescenza dei titoli e offerta Trasversalità, aggiornamento e flessibilità dei titoli limitata di formati educativi E' necessario aggiornare modelli pedagogici e formati educativi a partire dai Le nuove piattaforme educative portano a riflettere sulla nuovi punti di vista sul processo di insegnamento-apprendimento: fattori natura del valore aggiunto dell'università tradizionale che va emozionali, semplificazione di processi interni e maggiore autonomia. perdendo il suo ruolo egemonico nell'area della formazione. OPINIONE: “Eliminerei il concetto di ‘ufficio’ per lavorare in maniera congiunta. Negli spazi aperti di lavoro l'interazione ha molta importanza. Quest’aspetto potrebbe evitare molte riunioni. Se la struttura dell'università è la stessa da sempre, nonostante nasca con intenzioni innovatrici, dovrà fare i conti con i problemi di sempre.“ 4
Nuove pratiche pedagogiche Durante le interviste e gli incontri presenziali realizzati nel corso della ricerca, i differenti interlocutori hanno proposto una serie di pratiche pedagogiche che, secondo loro, possiedono un carattere rinnovatore o disruptivo. La maggior parte delle pratiche che gli interlocutori hanno segnalato come innovatrici e disruptive non era esattamente di recente creazione o sviluppo. Nonostante ciò, le proposte sono state inserite in un database e comparate con altre fonti d'informazione per risalire alle loro origini, caratteristiche, possibilità d'applicazione, etc Pratica Descrizione Riferimenti Flipping the Il flipping propone una ristrutturazione metodologica http://flippedlearning.org classroom dell'insegnamento che consiste nell'offrire i contenuti dell'antica lezione frontale in formato audiovisivo in maniera tale che possano essere visionati dagli alunni fuori dall'aula. Durante le ore di assistenza, invece, la lezione si trasforma in uno spazio di dibattito e produzione, favorendo la partecipazione attiva dello studente nel processo di apprendimento. PechaKucha Il PechaKucha è un formato che permette fare una presentazione http://www.pecha-kucha.org/ attraverso l'elaborazione di 20 diapositive, ognuna presentata in 20 secondi. Nonostante la sfida non sia facile, se si lavorano minuziosamente le informazioni da presentare, il PechaKucha permette esibire in maniera agile e visiva differenti contenuti. Gamestorming I giochi di base sono attività semplici e di breve durata che Gray, D., Brown, S. i Macanufo, J. (2010). Giochi di base possono realizzarsi con semplici risorse come post-it o cartoncini Gamestorming: A Playbook for Innovators, e servono per pianificare compiti, introdurre nuove tematiche, Rulebreakers, and Changemakers. O’Reilly Media prendere decisioni rapide e, in generale, dinamizzare le attività quotidiane. Gamestorming I giochi d'apertura sono pensati per generare idee, proporre Gray, D., Brown, S. i Macanufo, J. (2010). Giochi d’apertura soluzioni a problemi, creare connessioni fra persone, ottimizzare i Gamestorming: A Playbook for Innovators, tempi. Sono utili soprattutto in quei casi in cui un gruppo di lavoro Rulebreakers, and Changemakers. O’Reilly Media si arena davanti alla soluzione di un problema. Gamestorming I giochi d’esplorazione permettono liberarsi di schemi e Gray, D., Brown, S. i Macanufo, J. (2010). Giochi preconcetti attraverso la combinazione e interpretazione di nuove Gamestorming: A Playbook for Innovators, d’esplorazione idee. Di solito si utilizzano per organizzare informazioni, Rulebreakers, and Changemakers. O’Reilly Media contestualizzare problemi, approfondire temi complessi, individuare punti deboli e opportunità, ripensare e rimodellare strategie. Partnering Contrariamente a quanto accade con la lezione magistrale, nel Prensky, Marc (2010). Teaching Digital Natives. modello educativo del partnering, il professore mette a Partnering for Real Learning. Thousand Oaks disposizione degli studenti strumenti che permettono di (CA): Corwin Press. rispondere a domande teoriche. Il docente, pur progettando il processo di apprendimento e controllandone la qualità, riveste la stessa importanza dell'alunno e le lezioni si trasformano in un'occasione di scambio. Debriefing Il debriefing è una tecnica che fa parte della filosofia del Prensky, Marc (2010). Teaching Digital Natives. partnering e consiste in una riflessione a posteriori sui lavori Partnering for Real Learning. Thousand Oaks realizzati dagli alunni. Il debriefing promuove l'apprendimento a (CA): Corwin Press. partire dalle azioni individuali e di gruppo e contemporaneamente permette di riflettere sulla stessa esperienza d'apprendimento. Alternate Reality I giochi di realtà alternativa sono attività che si possono realizzare Prensky, Marc (2010). Teaching Digital Natives. Games (ARG) nel mondo virtuale e reale e si differenziano dai giochi di ruolo Partnering for Real Learning. Thousand Oaks perché i partecipanti non devono costruirsi un'identità fittizia, ma (CA): Corwin Press. essere se stessi. Queste attività sono ideali per lavorare aspetti narrativi e territoriali promuovendo la cultura della pianificazione e il sentimento di comunità. 5
Nuovi attori istituzionali e forme organizzative Durante la ricerca sono state identificate pratiche che si scostano dai tradizionali percorsi formativi. Nella maggior parte dei casi si tratta di progetti extra-universitari. Il gruppo di lavoro considera che questa dinamica avrà modo di essere approfondita negli anni a venire. Le proposte che l'università non possa, non sappia o non voglia mettere in pratica, verranno realizzate fuori dall'istituzione. Formati Descrizione Esempi Piattaforme aperte Sistemi formativi di libero accesso e gratuiti Peer to Peer University (P2PU) - http://p2pu.org e decentralizzate che permettono agli utenti di creare i loro Skillshare - http://www.skillshare.com/ di formazione on- propri corsi e condividerli (anyone can line teach) Piattaforme aperte Sistemi formativi di libero accesso e gratuiti The Khan Academy -http://www.khanacademy.org/ e centralizzate di che offrono corsi pensati e prodotti dalle Open Course Ware Consortium (MIT) - http://www.ocwconsortium.org formazione on line stesse organizzazioni. I MOOCs sono un caso rappresentativo di questa tipologia. Coursera - https://www.coursera.org/ Altre piattaforme Sistemi che propongono spazi di scambio Innocentive – http://www.innocentive.com tra professionisti e luoghi di applicazione iCamp – http://www.icamp.eu/ della conoscenza. Repositori Piattaforme deputate alla condivisione di SciVee – http://www.scivee.tv contenuti educativi o scientifici. OER Commons – http://www.oercommons.org PloS- http://www.plos.org Reti sociali e Reti, piattaforme e sistemi che funzionano Open Study- http://openstudy.com/ comunità di come comunità di utenti sul tema delle School Factory – http://www.schoolfactory.org pratiche pratiche di formazione o ricerca. The Bank of Common Knowledge – http://www.bancocomun.org Strumenti Tools per facilitare i processi di Canvas – http://www.instructure.com/ insegnamento-apprendimento, di ricerca o RefWorks - http://www.refworks.com/ la gestione testuale e bibliografica. Labs Spazi collettivi dedicati alla sperimentazione New media art lab e alla creazione collaborativa che si Eyebeam (New York) – http://www.eyebeam.org caratterizzano per la loro impronta artistica FabLab o tecnico-scientifica. Si tratta di spazi multidisciplinari, aperti (l'ispirazione è quella FabLab BCN - http://fablabbcn.org della free culture, dei programmi open Hackerspaces, hacklabs o makerspaces source e dello scambio di open knowledge), NYC Resistor - http://www.nycresistor.com/ dove si promuove la sperimentazione e l'apprendimento informale (learning by Living Labs doing). European Network of Living Labs - http://www.openlivinglabs.eu Community Labs Free Art and Technology Lab - http://fffff.at Educational Labs MIT Media Lab - http://www.media.mit.edu/ Hubs Hub Madrid - https://madrid.the-hub.net/ Scuole avanzate A causa dei tipi di contenuti con cui devono Design schools di design ed lavorare gli studenti e visto che si muovono KaosPilot - http://www.kaospilot.dk economia con una certa autonomia rispetto alle Hyper Island - http://www.hyperisland.com strutture universitarie, molte scuole di design e business schools hanno potuto d.school - http://dschool.stanford.edu/ creare situazioni pedagogicamente Business schools avanzate. Tiimiakatemia - http://www.tiimiakatemia.fi 6
Proposte per cambiare la pedagogia universitaria Un nuovo discorso La costruzione di un nuovo discorso inizia con un rinnovamento del vocabolario. Un nuovo dizionario dovrebbe includere nuovi processi, concetti, formati e spazi di formazione identificati durante la ricerca. Nota: Come si può vedere, le parole sono in inglese perché derivano dalle nuove scuole di pensiero sull'educazione dei paesi anglosassioni. OPINIONE: “Dall'università passano persone nel fiore della loro esistenza, al culmine delle loro potenzialità, con una grande disponibilità di tempo e una rilevante capacità di sviluppo. Tuttavia passano in maniera isolata, l'università non è stata pensata per creare opportunità reali d’interazione e connessione, è troppo orientata alla disciplina. Lo studente di matematica non si mischia con quello di lingua. E' uno spreco che non possiamo permetterci”. Inoltre, bisognerebbe che questo dizionario tenesse in conto anche gli aggettivi che caratterizzano l'università del futuro: Fra gli esperti sta prendendo piede un discorso che visualizza un futuro diverso per l'università in quanto istituzione per la formazione superiore. Queste visioni vanno da scenari di un’università avulsa dalla realtà ed emarginata a causa della presenza di altri spazi di formazione più flessibili e adatti all'ecosistema sociale fino a ipotesi di decadenza ed estinzione dell'istituzione. Queste premonizioni -che, bisogna dire, non sono apocalittiche rispetto al futuro dell'educazione tout court ma solo dell'università -sono un segno 7
dei tempi. Probabilmente mai nella storia di questa istituzione millenaria il suo futuro era stato visto in un'ottica così negativa. 10 proposte Quest'ultima sezione è una sintesi elaborata dal gruppo di lavoro in base a tutto il materiale analizzato durante un anno di attività. In altre parole, queste idee non sono sorte solo durante le interviste o l'incontro di gamestorming: sono il risultato di una riflessione collettiva del gruppo di lavoro, alimentata, tra le altre cose, dalla ricerca bibliografica realizzata all'inizio del processo di ricerca. Queste proposte sono state pensate per la UPF, ma potrebbero adattarsi a qualsiasi istituzione di formazione superiore. Proposta Descrizione Formazione pedagogica Potenziare la progettazione e realizzazione di corsi e altre attività formative pedagogiche sia per il corpo docente che per gli alunni. La pedagogia non è una questione dei docenti: è un'attività che coinvolge professori e studenti. Riduzione della burocrazia Ridurre al minimo i processi di gestione e amministrazione per favorire la nascita di nuove iniziative ed esperienze. Generare spazi o momenti al di fuori del protocollo amministrativo e informatico per potenziare la creazione collettiva. Riprogettare spazi di lavoro in Riformare gli spazi per facilitare la comunicazione professore-professore, professore-studente, studente- maniera più flessibile e studente, etc. La redistribuzione degli spazi dovrebbe essere un processo collaborativo e partecipato. polivalente Tesi interdisciplinari Potenziare lo sviluppo di tesi di laurea o master frutto della collaborazione tra alunni di diverse facoltà, dipartimenti e aree di conoscenza. Avvenimenti interdisciplinari Potenziare l'organizzazione di avvenimenti di carattere scientifico interdisciplinare con la collaborazione di diversi dipartimenti e gruppi di ricerca. Promuovere la partecipazione Si dovrebbe eliminare alla radice la concezione che considera lo studente come un “cliente” o un “utente di degli studenti nel contesto di un servizio” e sostituirla con l'idea dello studente come membro o socio di una comunità intellettuale alla una nuova metafora quale partecipano altri soggetti (professori, ricercatori, personale amministrativo, ecc.). L'adesione a questa istituzionale comunità implica diritti e doveri per tutti i partecipanti. Conoscenza e applicazione di La formazione pedagogica del corpo docente spesso è di basso livello. I giovani ricercatori sono iniziati alla nuove pedagogie docenza senza alcun tipo di formazione specifica (il risultato è evidente: si ripetono le pedagogie tradizionali, le uniche conosciute dai nuovi professori). Occorre organizzare corsi per formare i giovani ricercatori e professori nell'ambito delle nuove pedagogie. Percorsi formativi più flessibili Sviluppare un sistema di percorsi di formazione più flessibili affinché gli studenti possano formarsi con maggiore libertà scegliendo le materie di loro interesse non necessariamente afferenti alla loro facoltà o dipartimento. Ampliare l'offerta educativa Le università sono macchinari che producono un certo tipo di prodotto o genere (laurea, master, corsi estivi, diplomi e dottorati). Sarebbe opportuno pensare in nuovi “prodotti” e formati educativi più corti, modulari e flessibili. Sperimentare nuovi formati La produzione di nuovi “prodotti” e formati educativi implica modificare le direttive di produzione. Nel presente organizzativi documento è stata presentata una lista di nuovi formati organizzativi che si potrebbero incorporare all'istituzione universitaria. OPINIONE: “Il sistema Bologna è stato impiantato in maniera meccanica. Tutto succede molto velocemente e ci limitiamo a occuparci di quello che c'è in superficie. Gli alunni dei corsi superiori sono ‘macchine Bologna’: passano gli esami ma non imparano, tutto è molto superficiale perché il ritmo dell'insegnamento è elevato”. OPINIONE: “ Abbiamo sviluppato capacità per lavorare con nostri pari, nostri simili, per questo non ci fidiamo delle altre discipline. Non capiamo il linguaggio delle altre discipline. Non serve a niente essere molto portati in tecnologia se non siamo capaci di lavorare con gente che possiede un retroterra sociale e culturale molto diverso dal nostro. E' come avere due o più persone parlando in lingue differenti”. 8
Referenze Di seguito proponiamo 20 risorse (10 testi in rete e 10 siti) per approfondire le informazioni relative alla trasformazione delle pratiche di insegnamento-apprendimento in ambito universitario. 10 testi Carr, N. (2012). The crisis in Higher Education. Technology Review, setembre 27. URL: http://www.technologyreview.com/featuredstory/429376/the-crisis-in-higher-education/ Cobo C. i Moravec, J. W. (2011). Aprendizaje invisible. Hacia una nueva ecología de la educación. Barcelona: LMI. Col·lecció Transmedia XXI. Laboratori de Mitjans Interactius. Universitat de Barcelona.URL: http://www.aprendizajeinvisible.com/ Davidson, C. N. i Goldberg, D. (2009). The Future of Thinking. Learning Institutions in a Digital Age. Boston, MA: The MIT Press. URL: http://mitpress.mit.edu/sites/default/files/titles/free_download/9780262513593_Future_of_Learning.pdf Davies, A., Fidler, D. i Gorbis, M. (2011). Future Work Skills 2020. Phoenix: Institute for the Future. URL: http://cdn.theatlantic.com/static/front/docs/sponsored/phoenix/future_work_skills_2020.pdf IDEO (2011). Design Thinking for Educators. Version 1. New York City: Riverdale Country School and IDEO. URL: http://www.designthinkingforeducators.com/ Moravec, J. (2013). Knowmad Society. Minneapolis, Minnesota: Education Futures LLC. URL: http://www.knowmadsociety.com/download/KnowmadSociety.pdf Siemens, G. i Tittenberger, P.(2009). Handbook of Emerging Technologies for Learning. Winnipeg, Canadà University of Manitoba. URL:http://elearnspace.org/Articles/HETL.pdf Pardo Kuklinski, H. (2010). Geekonomía. Un radar para producir en el postdigitalismo. Barcelona: LMI. Col·lecció Transmedia XXI. Laboratori de Mitjans Interactius. Universitat de Barcelona. URL: http://www.publicacions.ub.edu/liberweb/geekonomia/ Piscitelli, A., Gruffat, C. i Binder, I. (2012). Edupunk Aplicado. Aprender para emprender. Madrid: Fundación Telefónica/Ariel. URL: http://es.scribd.com/doc/92861605/Edupunk-Aplicado-Aprender-para-emprender ZEMOS98 (2012). Educación Expandida. La educación puede suceder en cualquier momento, en cualquier lugar. Sevilla: ZEMOS98. URL: http://www.zemos98.org/descargas/educacion_expandida-ZEMOS98.pdf 10 siti http://ashokau.org/ http://designthinkingforeducators.com/ http://futurelab.org.uk/ http://www.educacionprohibida.com/ http://www.edudemic.com/ http://www.guninetwork.org/ http://www.teachthought.com/ http://www.creativetallis.com/ http://businessinnovationfactory.com/ http://www.ted.com/conversations/topics/Education%20Innovation Distribuito sotto Creative Commons Attribution-Non Commercial 3.0 Unported License. Si autorizza la creazione di opere derivate per uso non commerciale. Vietato l’uso dell’originale a scopo commerciale. 9
#UPF2020 Progettare l’università del futuro Giugno 2014 Carlos A. Scolari - Ilaria Di Bonito - Maria-Jose Masanet www.upf.edu Progetto PlaQUID 2012-13 con il supporto del Centro per la Qualità e l’Innovazione Docente (CQUID) - Universitat Pompeu Fabra (Barcelona) 10
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