Riflessioni 2/3 Mensili - Gennaio - Aprile 2021 - La Salette Santuario di Salmata

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Riflessioni 2/3 Mensili - Gennaio - Aprile 2021 - La Salette Santuario di Salmata
Riflessioni                  2/3

Mensili
              Gennaio – Aprile 2021
Preghiera per il giubileo di 175° anniversario
dell’apparizione della Beata Vergine Maria a La Salette

  O Maria, Madre della Riconciliazione,
  in quest’anno a te dedicato,
  esultanti ti proclamiamo beata.

  Dio Padre ti ha scelta quale figlia prediletta
  per attuare il suo provvidenziale disegno di Salvezza.
  Il Figlio di Dio ti ha voluta sua Madre e Discepola,
  quando si fece uomo per salvare l’uomo.
  Lo Spirito Santo ti ha amata,
  ti ha costruito suo tempio vivente
  e ti ha colmato di doni singolari.

  A La Salette, con lacrime di luce,
  hai mostrato il tuo Figlio crocifisso;
  hai parlato la lingua degli umili;
  hai donato il tuo messaggio a Massimino e Melania
  perché fosse portato a tutto il “tuo Popolo”
  nella lingua e nella cultura di ciascuno;

  ottienici la grazia di accoglierci e amarci a vicenda,
  e di lavorare insieme per la giustizia e la pace.
  A te, o Madre, Riconciliatrice dei peccatori,
  Via di speranza e di pace tra i popoli e le culture,
  fiduciosi affidiamo l’umanità intera e la sua “casa comune”,
  i timori e le speranze che le abitano.
  Parla ancora al tuo Figlio Gesù, perché, come te,
  anche noi possiamo fare quel che ci dirà. Amen.
5. Settimo giorno – il cammino verso la giustizia

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Domenica – dono di Dio a tutta l’umanità
Messaggio di Maria: “Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e
non me lo volete concedere”.
Maria non parla da sola o a se stessa, lo fa partecipando alla missione di suo Figlio,
Redentore del mondo. Come Serva del Signore, Maria utilizza le parole che esprimono
la volontà di Dio di voler vedere gli uomini prendere sul serio i loro doveri di culto e
adorazione del suo nome. Quando parla di sei giorni, ci ricorda la nostra missione di
partecipare all’azione creativa attraverso il lavoro. Maria ci ricorda che il settimo giorno
appartiene a Dio. Il settimo giorno che Maria ci ricorda non è quello degli ebrei che
celebrano il sabato, come affermato nel Pentateuco, ma la domenica, il giorno in cui il
Signore ha voluto liberarci dalle battute d’arresto del lavoro, dal circolo vizioso della
produzione e del consumismo, per renderci consapevoli che siamo persone libere,
dotate di una libertà che è il dono di Dio. Il settimo giorno diventa un giorno di giustizia.
Ricordiamo che il termine “giustizia” appare nella Bibbia in contesti diversi e con
sfumature che ne indicano di volta in volta un significato. Nel Libro della Genesi (Gn
15,6), troviamo il passaggio in cui si dice che Abramo “credette nel Signore, che lo
accreditò come giustizia”.
“Giustizia” è la parola che nella predicazione dei profeti esprime in modo più
significativo gli atteggiamenti dell’uomo chiamato alla solidarietà responsabile e alla
condivisione fraterna nei confronti di coloro che, nella società di oggi, sono emarginati,
deboli, prigionieri, indifesi e stranieri. Gesù dichiara la felicità di coloro che sostengono
la giustizia: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia” (Mt 5,6). L’uomo diventa
giusto dal momento in cui si rende disponibile a Dio ascoltando e osservando la parola
proprio come accadde con i profeti, con Maria e con Giuseppe, il suo castissimo sposo,
che nel Vangelo di San Matteo è chiamato “uomo giusto” (1,19). Facendo appello per
il settimo giorno, Maria ci ricorda che siamo “i suoi figli in Cristo”; ci rivela l’unione
intima della Madre con il Figlio, la partecipazione alla sua regalità; ci mostra che questo
è il giorno della nostra giustizia davanti a Dio perché ci riuniamo per ascoltare la parola
e per spezzare il pane (Atti 20,7-12). Maria ci chiede oggi più che mai di tornare alla
sottomissione a suo figlio. Non sottomettersi a Cristo, dice la Madre in lacrime, “è ciò
che rende pesante il braccio di mio Figlio”.

Domanda per la riflessione
• La santificazione del riposo domenicale individualmente e socialmente esprime la
  regalità di Cristo nel mondo di oggi?

Il creato: dono per lavorare, contemplare e gioire
Quando Dio creava il mondo, nei primi tre giorni chiamava all’esistenza gli ambienti
cosmici e terreni. Poi, negli altri tre giorni, adornava questi ambienti, terminando il
sesto giorno con la creazione dell’uomo: maschio e femmina. Nel settimo giorno riposò.
Questo, però, non era un riposo di Dio che si era stancato con l’opera della creazione,
bensì era il riposo di Dio che voleva godersi le meraviglie che aveva creato. Alla
creazione si possono attribuire tutte le qualità trascendenti individuate da San
Tommaso (la bellezza, la bontà e la verità): l’Universo e la Terra sono bellissimi,
verissimi e perfettamente armonizzati.
E se i giorni della creazione indicano le tappe del tempo, non necessariamente di 24
ore ciascuno, allora l’ultimo giorno – la settima tappa – può durare fino alla fine del
mondo. Perché c’è tanto da ammirare!
In questo contesto affiora la parola della Bella Signora nel Messaggio: “Vi ho dato sei
giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me lo volete concedere”. Se
interpretiamo questo rimprovero da parte di Maria nel contesto del riposo, inteso
come ammirazione, allora sarebbe giusto rievocare qui quel canto di lode che Ella ha
cantato per le meraviglie di Dio compiute nella sua vita, il Magnificat: “L’anima mia
magnifica il Signore, perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”.
Sarebbe molto ingiusto, se noi considerassimo quel giorno soltanto come l’obbligo di
partecipare alla Santa Messa domenicale. Dimentichiamo così che questo è il giorno
della gioia riconoscente, condivisa con Dio nell’ammirazione della settimana passata,

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dell’esistenza del mondo di Dio e della nostra partecipazione in quel tempo. In virtù
della grazia di Gesù siamo in grado di respingere la funesta impressione che la vita sia
brutta e piena di fatiche a causa dai nostri peccati, nonché possiamo contemplare e
ammirare la bellezza, la bontà e la verità che abbiamo sperimentato nei sei giorni
passati.
Dio continua a fare “grandi cose” nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Se non
intravediamo quell’aspetto della nostra vita sulla Terra, allora non conosceremo
neanche il motivo della nostra partecipazione alla Santa Messa domenicale.
Maria che era andata da Elisabetta per condividere la gioia della concezione del Figlio
di Dio, vuole anche condividere la stessa gioia con ciascuno di noi. Vuole aiutarci a
cantare con gioia come figli di Dio, consapevoli della verità, della bontà e della bellezza
che provengono da Dio.
Cominciamo, quindi, a riposare nell’ammirazione del Dio misericordioso, il quale non
si scoraggia per il fatto che noi continuiamo a non sapere come comportarci la
domenica. Seguiamo l’esempio di Maria e in ogni Eucaristia domenicale, insieme a Lei,
rendiamo omaggio a Dio, che Gli è giustamente dovuto.

Domanda per la riflessione
• Riesci tu, insieme alla tua comunità, ogni domenica a guardare alla settimana passata nel
  contesto delle parole: “Le anime nostre magnificano Dio, nostro Signore, perché grandi
  cose ha fatto a noi l’Onnipotente e Santo è il suo nome”?

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6. La Salette e l’ecologia

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Maria – la Regina di tutto il Creato
Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ (n. 241) dice: «Maria, la madre che ebbe cura
di Gesù, ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Così
come pianse con il cuore trafitto la morte di Gesù, ora ha compassione della sofferenza
dei poveri crocifissi e delle creature di questo mondo sterminate dal potere umano.
Ella vive con Gesù completamente trasfigurata, e tutte le creature cantano la sua
bellezza. È la Donna “vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici
stelle sul suo capo” (Ap 12,1). Elevata al cielo, è Madre e Regina di tutto il creato. Nel
suo corpo glorificato, insieme a Cristo risorto, parte della creazione, ha raggiunto tutta
la pienezza della sua bellezza. Lei non solo conserva nel suo cuore tutta la vita di Gesù,
che “custodiva” con cura (cfr. Lc 2,19.51), ma ora comprende anche il senso di tutte le
cose. Perciò possiamo chiederle che ci aiuti a guardare questo mondo con occhi più
sapienti».
La Bella Signora sul monte La Salette esprime proprio quella cura, quando pone delle
domande, alcune delle quali sono retoriche: «Da quanto tempo io soffro per voi?»;
«Voi non capite il francese?»; altre sono rivolte ai bambini: «Voi non capite questo?»;
«Voi pregate bene? »; «Non avete mai visto del grano guasto?»; e infine una domanda
diretta a Massimino: «Ma tu, bambino mio, devi averlo [grano guasto] visto?». Tutte
queste domande le pone Colei che conosce perfettamente il destino dell’uomo sulla
terra. Lei sa come sia difficile essere riconciliati con il mondo colpito dal peccato
dell’uomo.
Non sappiamo di sicuro come questo avvenga, ma nel Cielo Maria si prende cura di noi
sull’esempio del Padre Eterno – santo e perfettissimo. Si può stare nel cielo ed essere
personalmente felici, ma non è possibile non preoccuparsi affatto del destino di quelli
che stanno ancora sulla terra. Il Dio Incarnato, la Sua Madre e tutti i Santi conoscono
l’esperienza della vita sulla terra e sanno che si deve costantemente lottare per la
salvezza eterna, contrastando il male.
Possiamo anche supporre che la Madonna incessantemente interceda per noi davanti
al trono di Dio, affinché Egli non cessi di avere pietà di noi. Ella incessantemente chiede
al Figlio di misurare il rimedio della grazia, affinché noi non disperiamo e non ci
scoraggiamo. Ella sa che il Figlio non vuole punire nessuno, ma Gli chiede di
comportarsi affettuosamente con noi che siamo tanto restii a convertirci, perché
inconsapevoli di quei beni che Gesù ha promesso. Le apparizioni di Maria sulla terra
sono un esempio della grande cura della Madre per tutti i suoi figli – fratelli e sorelle
del Suo Figlio Gesù. Lei viene – probabilmente dopo le ardenti preghiere rivolte a Dio
– per farci aderire a Lui. L’atteggiamento di Dio, lo possiamo sintetizzare in una frase
tratta dalla parabola del ricco e Lazzaro: «Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche
se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi» (Lc 16,31). Però Maria fa un’eccezione:
Lei non è morta, Lei è stata assunta nel Cielo!
Forse per questo Lei ha il diritto e il permesso da Dio di venire a noi e invitarci a
perseverare nel vivere il Regno di Dio già qui, sulla terra, malgrado l’esistenza del
peccato e del male.

Domanda per la riflessione
• La fede nella comunione dei santi non ti ricorda forse che i salvati, anche quelli nel
  Purgatorio, si preoccupano per il tuo destino? Loro conoscono il prezzo della loro
  salvezza e sanno già benissimo, quali sono i pericoli sulla tua strada verso la salvezza.
  Lo apprezzi? In che modo?

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7. Il cammino di conversione

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Lasciarsi guidare da Dio
Convertirsi non necessariamente vuol dire solo voltare le spalle al male e rivolgersi al
bene. Questa si può chiamare una conversione che salva la vita eterna.
Ci può essere anche un’altra conversione, consistente nel rinunciare a realizzare il bene
dipendente dalla nostra volontà, la quale a modo suo scopre una bella e buona
vocazione di vita, e seguire la strada vocazionale indicata dalla decisione di Dio.
Come religiosi dobbiamo essere consapevoli della nostra naturale vocazione alla vita
in famiglia, al matrimonio e alla paternità, ma abbiamo scelto di vivere i voti religiosi,
ispirati dal Messaggio della Bella Signora oppure dall’esempio di vita dei salettini. Così
abbiamo interpretato la volontà di Dio nei confronti di ciascuno di noi, cioè ci siamo
convertiti a un’altra vocazione, più impegnativa di quella naturale. E Maria, ha
sperimentato anche Lei una conversione?
Nella prima accezione – mai, perché Ella è una persona Immacolata.
Nella seconda accezione – sì, e tante volte.
Ella aveva già i suoi progetti di vita verginale nel matrimonio con Giuseppe. Avrebbe
dovuto diventare moglie e casalinga nella casa di Nazaret. Così aveva interpretato la
sua vocazione di vita. Nell’Annuciazione dell’Angelo, Dio ha cambiato questo progetto
e Maria subito ha «convertito» la propria volontà, rendendola obbediente alla volontà
di Dio. Ponendo all’Arcangelo Gabriele la domanda: «Come è possibile? Non conosco
uomo», Ella praticamente vuole sapere chi deve compartecipare nella concezione,
visto che con Giuseppe aveva già stato stabilito il patto di non congiungersi
carnalmente. La Vergine Maria subito punta al concreto. Come sappiamo, Gabriele Le
spiega il ruolo dello Spirito Santo in questo atto. Il suo famoso fiat voluntas tua è una
decisione di abbandonare i propri progetti (molto nobili) e di coinvolgersi pienamente
nell’inatteso progetto di Dio.
Similmente a Gerusalemme, avendo ritrovato Gesù dopo tre giorni, non capisce le
spiegazioni di Gesù, ma serba tutte queste cose nel proprio cuore. Non si lascia
tormentare dai pensieri sulla mancata attenzione verso Gesù, ma imprime questo fatto
nella sua memoria: converte (rivolge) i suoi pensieri a Dio e da Lui si aspetta spiegazioni.
Riconosce che riceverà le spiegazioni al momento opportuno, quando lo vorrà Dio.
Forse quell’esperienza dei tre giorni di separazione l’ha aiutata a sorreggere i tre giorni
dell’attesa della risurrezione del Figlio crocifisso.
C’è ancora un altro tratto della conversione nella vita di Maria.
Quando la gente ha cominciato a giudicare Gesù, ritenendolo pazzo, la famiglia vuole
difendere la sua reputazione e fa giungere la Madre. Quando Gesù viene a sapere che
la Madre e i fratelli Lo stanno aspettando, risponde: «Chi è mia madre e chi sono i miei
fratelli?». E rivolgendosi a quelli che gli stanno seduti attorno, dice: «Ecco mia madre
e i miei fratelli» (cfr. Mc 3,20-21.30-35).
In questo evento Gesù non ha mancato di accennare al fare la volontà di Dio. Perché è
un’occasione di conversione per Maria? Ella ha capito in quel momento che era
terminato il suo ruolo di Madre, di Educatrice e di Amica di Gesù. Da allora in poi Ella
diventa la discepola del suo Figlio nel fare la volontà di Dio. Mantenendo l’autorità della
Madre del Salvatore, Ella nel suo cammino di fede segue l’esempio di umiliazione e di
obbedienza al Padre Celeste, sul modello di Gesù.

Domanda per la riflessione
• Ti attrae ancora personalmente l’ispirazione a obbedire in modo più preciso
  possibile alla Regola di Vita della nostra Congregazione, oppure pensi che essa sia
  inadeguata ai nostri tempi e ritieni che la sua sistematica lettura non ravvivi la tua
  vocazione?

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8. L’invito – anamnesi

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L’eucaristia – fonte e culmine della storia
Le stesse parole dell’introduzione – «Avvicinatevi, bambini miei» e «Sono qui per
comunicarvi una grande notizia» – sono da parte della Bella Signora un invito a
ricordare quello che Dio aveva progettato fin dall’inizio dei tempi: cioè, che Dio vuole
avere noi tutti accanto a Sé, nel Cielo. Praticamente è questo il compito dell’uomo sulla
terra: prima di tutto desiderare per se stesso, e poi assecondare gli altri nel desiderio
di scoprire questo piano di Dio e nell’accettarlo come proprio. Tra gli uomini non c’è
nessuno che ci tenga a realizzarlo così tanto, come la Madre di Gesù e la Madre di tutti
i credenti in Lui.
Maria ci indica i luoghi e i tempi concreti, dove possiamo discernere questo piano e far
esperienza del sostegno personale di Dio nella grazia che viene dal Suo Figlio, Gesù. Si
tratta prima di tutto della Santa Messa, attraverso cui Gesù Cristo vuole elargirci i suoi
doni; inoltre si tratta della preghiera e del tempo dedicato ad essa, che Maria non teme
di ridurre alla sola recitazione del Padre nostro e dell’Ave Maria. Per alcuni, già queste
preghiere diventano qualcosa di sconosciuto, perché non insegnato dai genitori, i quali
oggi sempre più spesso non sentono neanche il bisogno di battezzare i propri figli.
Anche la Quaresima non è più tempo di preparazione al Sacrosanto Triduo Pasquale,
ma viene trattata come normali giorni feriali, senza un significato particolare.
Maria non ha mancato di accennare che le deteriorate relazioni con Dio si riflettono
anche nelle nostre coltivazioni danneggiate e nei raccolti rovinati. Dimentichiamo
sempre il legame tra il comandamento di Dio: «Soggiogate la terra e dominatela» e le
parole di Maria: «Se si convertono, le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano
e le patate nasceranno da sole nei campi». Si può soggiogare la terra in modo
soddisfacente solo allora, quando noi stessi ci lasciamo soggiogare da Dio. Maria ci
ricorda questa verità già all’inizio della parte francese del Suo Messaggio: «Se il mio
popolo non vuole sottomettersi…». Ella stessa vuole mostrarsi come la prima che si
sottomette a Dio ed è orgogliosa di questa scelta. Niente costruisce la pace interiore in
modo così forte come l’adesione alla Volontà di Dio, e la Vergine Immacolata ne è un
esempio costante per noi. Perciò parlando di noi dice «il mio popolo», perché Ella spera
che, come dentro Lei stessa, così anche in ciascuno di noi c’è questo naturale desiderio
di Dio e la voglia di piacerGli per amore, e non per calcolo o per malizia nascosta.
Se qualcosa non va secondo i nostri piani, allora imprechiamo distratti: vuoi contro gli
autisti, vuoi contro i pedoni, contro le persone sgradevoli, contro le autorità statali,
contro i servizi pubblici, contro l’assistenza sanitaria, contro la siccità, contro la
pandemia del coronavirus e le speculazioni legate ad essa, contro i raccolti danneggiati,
contro i prezzi dei servizi e dei prodotti, contro i malfattori e contro gli insuccessi e gli
imprevisti di ogni genere. Maria ci ricorda che tutto questo richiede un intervento di
Dio. Gesù è pronto ad aiutarci, ma il nostro comportamento e l’indifferenza verso la
relazione eterna con Dio richiedono sempre più forti mezzi di riparazione. Maria si
appella a Gesù – a cui accenna con lacrime – affinché usi soluzioni più delicate. Ma
anche Lei è consapevole che con il nostro comportamento noi ci poniamo di fronte a
una scelta tra la perdita della vita eterna e l’intervento pesante del braccio di Gesù,
non più possibile da frenare neanche da Maria, anche se pieno di grazia. Egli non vuole
punire. La punizione è il nome che noi diamo all’ira di Dio. L’ira di Dio, nelle parole dei
profeti, significa lo zelo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo a mettere ordine in
tutto, così come Dio aveva voluto fin dall’inizio del mondo.
Seguiamo questo invito di Maria a sottometterci a Dio e obbedire a Lui in tutto ciò che
c’è scritto nel Decalogo. Ricordiamo poi che Dio è misericordioso nel tempo mondano
e vuole sempre aiutarci. Ma finito questo tempo, Egli purtroppo deve essere solo giusto,
cosa che noi dimentichiamo.
E Maria a La Salette soffre proprio per il fatto che noi ce ne dimentichiamo.

Domanda per la riflessione
• Dalle nostre Costituzioni siamo invitati a fare l’esame di coscienza due volte al giorno.
  Le parole: «Ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni», sono per me

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solo un’occasionale introduzione alla Santa Messa, oppure mi richiamano a scoprire
sempre la mia risposta alla chiamata a realizzare la volontà di Dio e conoscere quello
che gli è contrario?

       C ong r e g atio M is s ionar ior um D om inae Nos tr ae a La Sale tte
                                    C u ri a G en eral i s
                              Piazza Madonna della Salette, 3
                                    00152 Roma, ITALIA

                                                                                   12
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