Un passato da non dimenticare
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Un passato da non dimenticare… Noi alunni della classe 2^B abbiamo deciso di rappresentare la SHOAH attraverso l’analisi di poesie di autori, alcuni molto famosi, che abbiamo anche commentato, esprimendo le emozioni che abbiamo provato nel leggerle. Ne abbiamo poi create di nostre, prendendo spunto dalle loro. Ci siamo immedesimati nella loro situazione, provato le loro emozioni, in un periodo veramente troppo difficile della nostra storia. Dopo quest’esperienza possiamo definire il periodo della SHOAH un passato da non dimenticare.
ASSENZA FATALE Un giorno Dio si assentò dalla Terra per trascorrere interminabili anni di vacanza... lasciando che il disordine degli eventi si manifestasse. Le nubi oscurarono la luce dei cuori...e si scatenò l'inferno. Campi di grano e di spighe vuoti inondati di sangue di fiori morti... dai rigogliosi sprezzi e copiosi odi. Coglievan le bestie a piene mani le vite innocenti tra sordi e ciechi... e indifferenti macere coscienze. Invano la Terra implorava pietà! Ma fu... la catastrofe dei popoli e dei valori umani. Dio tornò e urlò alle genti... vergogna! Marchiando l'uomo a bestia per sempre...e pianse. Inondando la Terra da colpose lacrime per esser mancato... e tornò alla luce, pian piano... la pace in Terra e nei cuori. Marco Spyry
LA RESURREZIONE Dio è morto ed è tutto buio intorno a me. Sono in un campo di concentramento. Dio è morto e i miei genitori non ci sono più. Dio è morto ed io ho paura. Dio è morto e i bambini non giocano. Dio è risorto ed io sono viva. C'è luce intorno a me. Dio è risorto ed io sono ancora felice. Dio è risorto ed io potrò inseguire i miei sogni e cogliere la vita a piene mani. Alessia, Asia, Niccolò, Gabriel
LA RESURREZIONE I NOSTRI COMMENTI... Dio è morto ed è tutto buio intorno a me. Sono in un campo di concentramento. “Un giorno Dio si assentò dalla Terra per trascorrere interminabili Dio è morto e i miei genitori non ci sono più. anni Dio è morto ed io ho paura. Dio è morto e i bambini non giocano. di vacanza”. Questa è la frase che mi è piaciuta di più, perché mi ha Dio è risorto ed io sono viva. fatto capire che nel momento in cui le persone soffrivano molto C'è luce intorno a me. pensavano Dio è risorto ed io sono ancora felice. che Dio si fosse addirittura scordato di loro ed hanno smesso di Dio è risorto ed io potrò inseguire i miei sogni avere speranza per il futuro. Asia e cogliere la vita a piene mani. Secondo me Dio non si era dimenticato degli uomini, solamente era quello che doveva succedere: il destino di uomini perseguitati da altri uomini. Gabriel Pensare positivo è ciò che di migliore si può fare se si è in una situazione di difficoltà, senza pensare che Dio ci abbia abbandonati. Niccolò Secondo me l'autore che ha scritto questa poesia è un uomo che ha sofferto molto e che ha subito situazioni di vita molto difficili. Alessia
OMBRE Non ho nome non ho età, ascolto il vento stanco, le grida e l’addio, ho visto in un giorno solo mille pezzi a righe, correre veloci nel campo. Ho visto mille scheletri di carta e mani di vetro incapaci di abbracciare. Dissolta in questo cielo liquido e lontano, dimenticarsi persino l’anima è ancora qui nascosta nella tua treccia. Anonimo
OMBRE Sono andati a far la doccia. Ma dove sono? Non sono più tornati. Hanno portato tanti pesi, hanno lavorato tanto e non sono più tornati. Quanti morti! Non posso fuggire, è impossibile. E se mai qualcuno ci salverà, quando arriverà? Ormai non c’è più speranza ci sono solo ombre… solo ombre. Davide, Alioune, Eren, Simone
OMBRE I NOSTRI COMMENTI… Sono andati a far la doccia. Ma dove sono? A me è piaciuta in particolare la frase “incapaci di abbracciare”, Non sono più tornati. Hanno portato tanti pesi, perché significa che queste persone non hanno mai avuto nessuno hanno lavorato tanto che le amasse. Simone e non sono più tornati. Quanti morti! Questa poesia è molto bella, soprattutto dove c’è la frase: Non posso fuggire, “ho visto mille scheletri di carta e mani di vetro incapaci di abbracciare”. è impossibile. La poesia rispecchia il dolore e l’ingiustizia di quel periodo storico. Davide E se mai qualcuno ci salverà, quando arriverà? Questa poesia è molto bella. A me è piaciuta la frase “le grida e l’addio” Ormai non c’è più speranza perché significa che era come se fosse la fine del mondo per chi stava ci sono solo ombre… solo ombre. vivendo quegli attimi tremendi. Eren In questa poesia l’autore sta descrivendo con parole sue il disastro causato dalla guerra usando aggettivi tetri. Le figure retoriche più toccanti che ha usato sono state “mille scheletri”, “mani di vetro”, “vento stanco”. Alioune
FILO SPINATO Su un acceso rosso tramonto, sotto gli ippocastani fioriti, sul piazzale giallo di sabbia, ieri i giorni sono tutti uguali, belli come alberi fioriti. È il mondo che sorride e io vorrei volare. Ma dove? Un filo spinato impedisce che qui dentro sboccino fiori. Non posso volare, non voglio morire. Peter (un bambino ebreo morto nel ghetto di Terezin)
SPERANZA Oltre la finestra le stagioni passavano piano, il tempo, lentamente, scorreva invano ed io restavo lì ad osservare il cielo sempre grigio. Vedevo mio padre soffrire per il peso che portava ogni giorno e mi sentivo solo, come una pecora dimenticata nell'ovile. Mi racchiusi in un bozzolo dal quale nessuno mi poteva salvare. Però la speranza riusciva ad entrare. Nonostante la guerra lei non mi abbandonava ed era più forte ogni giorno che passava. Ginevra, Silvia, Alessandro, Gabriele
SPERANZA I NOSTRI COMMENTI… Oltre la finestra le stagioni passavano piano, il tempo, lentamente, scorreva invano ed io restavo lì Questa poesia esprime la tristezza di quegli anni, sottolinea ad osservare il cielo sempre grigio. che nonostante la paura della guerra, c'è ancora un briciolo di speranza. Ginevra Vedevo mio padre soffrire per il peso che portava ogni giorno Leggendo la poesia ho pensato alla tristezza e alla paura e mi sentivo solo, come una pecora dimenticata nell'ovile. che avevano gli ebrei nel campo di concentramento nel quale erano rinchiusi. Questo mi angoscia molto. Silvia Mi racchiusi in un bozzolo dal quale nessuno mi poteva salvare. Il protagonista della poesia parla del desiderio di vivere Però la speranza riusciva ad entrare. normalmente, nonostante la guerra e questo mi ha fatto molto riflettere. Alessandro Nonostante la guerra lei non mi abbandonava Negli anni di cui stiamo parlando una parte dell’umanità ed era più forte non poteva nemmeno uscire di casa e i bambini ogni giorno che passava. non possedevano diritti. Gabriele
UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE C’è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica “Sculze Monaco”. C’è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buckenwald erano di un bambino di tre anni e mezzo chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini si possono immaginare scarpa numero ventiquattro per l’eternità perché i piedini dei bambini morti non crescono. C’è un paio di scarpette rosse a Buckenwald quasi nuove perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole. Joyce Lussu
POVERTA' Poveri i bambini bruciati nei forni poveri gli schiavi costretti a lavorare poveri quei popoli che ancora oggi vengono sfruttati e maltrattati. Povera la gente che ha vissuto quell' inferno. Povera bambina che ancora avrebbe potuto crescere con le sue scarpette rosse. Martina, Melissa, Alessio, Cenk
I NOSTRI COMMENTI... POVERTA' Poveri i bambini bruciati nei forni La poesia è molto bella, ma allo stesso tempo molto triste, poveri gli schiavi costretti a lavorare perché le persone sono tutte uguali e non esiste che dei poveri quei popoli che ancora oggi vengono bambini debbano morire inutilmente. Martina sfruttati e maltrattati. Povera la gente che ha vissuto quell' inferno. La poesia mi ha fatto riflettere molto su quanta cattiveria ci Povera bambina che ancora avrebbe potuto crescere possa essere nel mondo. Secondo me ci sono frasi molto belle e con le sue scarpette rosse. commoventi. Ho capito che molta gente muore nonostante sia innocente e questo mi sembra ingiusto, soprattutto per i bambini. Melissa Della poesia mi è piaciuta la ripetizione “c’è un paio di scarpette rosse”, perché mi ricorda quello che è accaduto e quello che hanno dovuto affrontare tante persone durante la guerra. Alessio A me piace dove si parla del bambino che è morto a causa del razzismo. L’autore, con la sua fantasia, riesce ad immaginare come fosse il suo aspetto, i suoi sogni, quale futuro avrebbe potuto avere. Cenk
APRILE Prova anche tu, una volta che ti senti solo o infelice o triste, a guardare fuori dalla soffitta quando il tempo è così bello. Non le case o i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ed essere felice. Anna Frank
LA SOLITUDINE La solitudine ti fa stare male La solitudine è un sentimento doloroso La solitudine ti fa pensare negativo La solitudine non ti permette di divertirti La solitudine ti ferisce La solitudine può essere respinta con l'aiuto di un buon amico. Samuela, Iris, Chiara
I NOSTRI COMMENTI... Anch’io, quando mi sento sola, provo lo stesso dolore. LA SOLITUDINE Per rimediare sto con il mio cane e gioco con lui. Iris La solitudine ti fa stare male La solitudine è un sentimento doloroso La solitudine ti fa pensare negativo Secondo me Anna Frank sta scrivendo nei suoi ultimi La solitudine non ti permette di divertirti giorni in soffitta. Ha il desiderio di tornare a casa sua e La solitudine ti ferisce di ricominciare la vita di prima, ma, purtroppo, è La solitudine può essere respinta costretta a rimanere nascosta e a rinunciare alla sua con l'aiuto di un buon amico. quotidianità: la scuola, gli amici, le nuove scoperte. Samuela Quando mi sento sola, sono triste e isolata, quindi vado da mia nonna e sto con lei. Chiara
LA PAURA Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto, un male crudele che ne scaccia ogni altro. La morte, demone folle, brandisce una gelida falce che decapita intorno le sue vittime. I cuori dei padri battono oggi di paura e le madri nascondono il viso nel grembo. La vipera del tifo strangola i bambini e preleva le sue decime dal branco. Oggi il mio sangue pulsa ancora, ma i miei compagni mi muoiono accanto. Piuttosto di vederli morire vorrei io stesso trovare la morte. Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere! Non vogliamo vuoti nelle nostre file. Il mondo è nostro noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. È vietato morire! Eva Pickovà
LA PAURA Un giorno salii sul treno portato via come animale in fuga. I sogni andavano in frantumi spazzati via in un batter d'ali. Diventavano mucchio di tenebre. C'era morte dentro e fuori di me. Yuxia, Yuna, Christian, Luca
I NOSTRI COMMENTI... La guerra non serve perché fa morire la gente innocente e causa LA PAURA danni alle abitazioni e alle anime delle persone. Yuxia Un giorno salii sul treno Ho riflettuto sulla guerra: non bisogna uccidere se non vogliamo portato via come animale in fuga. un mondo distrutto, senza cose, senza pace e senza speranza. I sogni andavano in frantumi Yuna spazzati via in un batter d'ali. Questa poesia mi è piaciuta. Mi ha fatto capire l'inutilità della Diventavano mucchio di tenebre. guerra e che ogni tipo di conflitto fa male a tutta l'umanità. C'era morte dentro e fuori di me. Christian Quanto è brutta la guerra! Quanta paura tra le case! Mi sono immedesimato negli ebrei, che non potevano uscire senza essere perseguitati e vivere la loro vita con serenità. Luca
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