"Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" - Montaione.NET

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"Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" - Montaione.NET
«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»
Dal Vangelo secondo Marco (1,7-11)
In quel tempo, Giovanni 7proclamava: «Viene dopo di me colui che è
                               più forte di me: io non sono degno di
                               chinarmi per slegare i lacci dei suoi
                               sandali. 8Io vi ho battezzato con
                               acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito
                               Santo».
                                 9
                                   Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne
                               da Nàzaret di Galilea e fu battezzato
                               nel Giordano da Giovanni. 10E subito,
                               uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i
                               cieli e lo Spirito discendere verso di
                               lui come una colomba. 11E venne una
                               voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio,
                               l’amato: in te ho posto il mio
                               compiacimento».
                      ======================
Meditazione: Marco è troppo breve e sintetico per poterci accompagnare per
tutto l'anno liturgico. Già nel tempo di Natale non lo abbiamo potuto leggere e di
nuovo domenica prossima dovrà essere integrato con il vangelo di Giovanni.
Oggi, festa del Battesimo di Gesù ci soffermiamo dunque sulla breve cronaca
che Marco ci fornisce di questo evento. Si tratta di un aspetto della vita di Gesù
un po' imbarazzante per la comunità cristiana: Gesù si mette in fila con i
peccatori per ricevere un battesimo di conversione e di purificazione. Se fosse
stato davvero Dio non avrebbe avuto bisogno di purificazione! Eppure è stato
proprio così e il fatto che tutti e quattro i vangeli riportino la notizia è garanzia
della sua storicità. Gesù ha scelto di cominciare la propria vita pubblica con un
gesto penitenziale, si sottopone egli stesso al battesimo di conversione predicato
da Giovanni. Questo atto con cui Gesù si adegua alla sua natura umana diventa
un'epifania, una manifestazione della sua grandezza. Il Padre lo dichiara il Figlio
amato, e facendo scendere su di lui lo Spirito Santo lo investe della sua potenza
affinché possa cominciare la missione che è stato mandato a compiere.
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Il nome
Bibbia deriva dal nome plurale greco ”Biblia”                che significa
letteralmente “i libri”. E’ un termine usato a partire dal III secolo d.C.
divenuto poi nel latino del Medioevo un sostantivo femminile, “Biblia”
da cui è derivato il nostro “Bibbia”, il “Libro” per eccellenza. La
Bibbia è il libro sacro dell'ebraismo e del cristianesimo. Accanto a
sostanziali identità, le due versioni della Bibbia presentano importanti
differenze: la Bibbia ebraica è formata infatti da 39 libri,
originariamente scritti in ebraico, con alcune sezioni in aramaico; la
Bibbia cristiana si presenta invece divisa in due parti: l'Antico
Testamento (46 libri) e il Nuovo Testamento (27 libri). Il cosiddetto
Antico Testamento dei cattolici è identico alla Bibbia dell'ebraismo, ma
comprende sette libri in più e alcuni testi aggiuntivi; la versione
dell'Antico Testamento usata dai protestanti coincide invece con i 39
libri della Bibbia ebraica. La parola "Testamento”, presa
singolarmente, significa "patto", un'espressione utilizzata dai cristiani
per indicare i patti stabiliti da Dio con gli uomini.
Per la Bibbia del mondo cattolico, la determinazione del numero dei
libri che costituiscono le Sacre Scritture ebraiche e cristiane, è avvenuta
attraverso l’illuminazione dello Spirito all’interno della chiesa ed ha
avuto la sua formulazione ufficiale nel “Canone” cioè nell’elenco dei
libri sacri, definito già nei primi secoli cristiani e solennemente
ratificato per la Chiesa cattolica dal Concilio di Trento (1546)
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Il bellissimo discorso augurale di Papa Francesco
"Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non
dimenticate che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi
impedirle che vada in declino. In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti
amano. Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo
senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica,
relazioni senza delusioni.
Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza
sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi. Essere felici non è solo
apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare
i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri
con gli applausi, ma essere allegri nell'anonimato. Essere felici è riconoscere
che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e
periodi di crisi. Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista
per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere. Essere felici
è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria
storia. È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un'oasi
nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici non è
avere paura dei propri sentimenti. È saper parlare di sé. È aver coraggio per
ascoltare un "No". È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.
È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici,
anche se ci feriscono. Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in
ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È aver la maturità per poter dire:
“Mi sono sbagliato”. È avere il coraggio di dire: “Perdonami”. È avere la
sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”. È avere la capacità di dire: “Ti
amo”.
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice ... Che
nelle tue primavere sii amante della gioia. Che nei tuoi inverni sii amico
della saggezza.
E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo. Poiché così sarai più
appassionato per la vita. E scoprirai che essere felice non è avere una vita
perfetta. Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.
Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.
Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.
Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.
Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza.
Non mollare mai ....
Non rinunciare mai alle persone che ami.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!"
AUGURO A TUTTI VOI DI VIVERE UN FELICE ANNO!
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