Torino, l'allarme di 9 commercianti su 10: "Non potremmo reggere un nuovo lockdown in autunno" - Format Research
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Torino, l'allarme di 9 commercianti su 10: "Non potremmo reggere un nuovo lockdown in autunno" L'inchiesta di Ascom: promosse le misure anti-Covid, bocciate quelle economiche. E molti si convertono all'e-commerce di ERICA DI BLASI 6 luglio 2020 “Non sarebbe possibile reggere un nuovo lockdown”. A pensarlo è l’85 per cento delle aziende del terziario torinese, nel caso in cui in autunno si verifichi una seconda ondata di coronavirus. E ancora, il 36 per cento delle imprese ritiene che con un nuovo lockdown rischierebbe la chiusura. Sono i dati sull’Osservatorio del terziario torinese, presentato dall’Ascom Confcommercio di Torino, secondo cui un nuovo lockdown rappresenterebbe “il colpo di grazia” per il tessuto produttivo del territorio, che potrebbe perdere anche un terzo delle imprese del terziario. Turismo e abbigliamento i settori più colpiti, a causa della contrazione dei consumi. L’indagine Ascom fotografa anche un cambio nelle abitudini dei consumatori, orientati più verso la spesa online e le consegne a domicilio. Una sfida che è stata raccolta da molti imprenditori. Le aziende del terziario di Torino che soddisfano l’attitudine alla spesa online dei consumatori sono aumentate del 154 per cento in pochi mesi. Tra gli operatori che oggi svolgono e-commerce, tre su cinque sono di fatto “neofiti”.
Le innovazioni introdotte per l’emergenza hanno però solo mitigato l’impatto della crisi (solo un’impresa su tre ha tenuto in fatto di ricavi): un terzo di esse è riuscita a mantenere lo stesso livello dei ricavi pre-Covid, il 44 per cento ha minimizzato le perdite, il 22 per cento è riuscito almeno a sopravvivere. Tuttavia, la direzione è quella che va verso un’evoluzione strutturale dei modelli di business delle imprese: il 58 per cento di coloro che hanno introdotto per la prima volta l’e-commerce nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi. E il 65 per cento delle imprese che hanno sperimentato le consegne a domicilio, hanno annunciato che non le abbandoneranno. Alla base della decisione di mantenere le innovazioni introdotte anche in futuro c’è la convinzione che queste possano ampliare il parco clienti, rappresentando anche un elemento di differenziazione. “L’andamento economico è preoccupante, così come le previsioni per l’autunno” - osserva Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Confcommercio di Torino -. Il mondo dell’impresa non può essere lasciato solo di fronte all’ipotesi di un ritorno dell’emergenza sanitaria. Chiediamo liquidità a fondo perduto, misure di credito adeguate, totale defiscalizzazione e politiche concrete a sostegno delle imprese. Il commercio, i pubblici esercizi e il turismo rischiano di pagare un prezzo troppo alto che Torino, il Piemonte e il Paese intero non possono permettersi”. Secondo le previsioni di Carlo Alberto Carpignano, direttore dell’Ascom torinese, “A fine settembre avremo recuperato non più della metà del gap con il periodo pre-Covid”. Le imprese del terziario della provincia di Torino promuovono l’efficacia delle misure a contrasto dell’emergenza sanitaria, mentre giudicano insufficienti i provvedimenti per arginare la crisi economica. Se il 67 per cento degli operatori giudica infatti con successo le misure imposte a livello nazionale e locale in termini di sicurezza (per sé stessi, per i collaboratori, per i clienti), esiste un 80 per cento di imprenditori che si dichiara del tutto insoddisfatto dei provvedimenti adottati in campo economico. © Riproduzione riservata16 luglio 2020 https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/07/16/news/torino_9_imprese_del_terziario_su_10_non_potremmo_reggere_un_nuovo_lockdown_in_autunno_-262135625/
Un altro lockdown? Per il commercio sarebbe il colpo di grazia 12:00 Giovedì 16 Luglio 2020 Negozianti e imprese del terziario incrociano le dita. I ricavi di queste settimane non sono sufficienti a recuperare i mancati incassi del lungo periodo di stop. Grande sofferenza per il comparto turistico Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi della provincia di Torino non hanno fiducia nella ripresa economica, considerano l’emergenza sanitaria “alle spalle” e temono un nuovo lockdown. Ci sarà un contenuto rialzo dei ricavi nei prossimi mesi, ma “non sufficiente a recuperare il terreno perduto”. Per l’85% se ritornasse il virus non sarebbe possibile reggere una nuova sospensione dell’attività e sarebbe il colpo di grazia. È a rischio soprattutto nella seconda metà dell’anno la tenuta dell’occupazione. È il quadro che emerge dall’Osservatorio del terziario torinese, presentato oggi in videoconferenza. A soffrire di più sono ancora le imprese del turismo, reduci da un trimestre di quasi azzeramento dell’attività, con un elevato numero di disdette di prenotazioni per la stagione estiva. Durante il lockdown sono cambiate le abitudini dei consumatori con un incremento della spesa on line (Torino è al primo posto) e delle consegne a domicilio.
“Il clima di fiducia ancora troppo basso, il crollo dei consumi e una ripresa che stenta a partire sono i chiari indicatori dello stato di estrema sofferenza economica in cui si trovano le imprese del terziario torinese a partire da commercio, turismo, servizi e trasporti. Troppe le incognite dell'autunno che pesano sui nostri imprenditori e decisamente insufficienti le risposte del governo e della politica”, commenta Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Confcommercio Torino. “A fine settembre avremo recuperato non più della metà del gap con il periodo pre-covid. L’emergenza economica non deve vivere una nuova emergenza sanitaria: la quasi totalità delle imprese riterrebbe insostenibile un nuovo lockdown”, aggiunge Carlo Alberto Carpignano, direttore dell’associazione. La maggior parte delle imprese giudica la crisi sanitaria alle spalle e il 55 per cento non teme rischi futuri per la salute. Se l’emergenza sanitaria è (per il momento) messa in secondo piano, lo stesso non si può affermare per l’emergenza economica. È questa che influenza negativamente il clima di fiducia degli operatori del terziario, che per la seconda metà dell’anno prevedono un rimbalzo in termini di performance della propria attività, che tuttavia continuerà a mostrare un andamento di molto al di sotto dei livelli del 2019. A mostrarsi più scettiche sull’efficacia delle misure a contro la crisi economica sono prevalentemente le imprese del turismo (strutture ricettive e ristorazione), unitamente a quelle del commercio no food. Aumentano i prezzi praticati dai fornitori: la situazione è peggiorata, specialmente per quel che riguarda le vendite al dettaglio di generi alimentare. Peggiorano i tempi di pagamento dei clienti, che faticano a saldare le proprie posizioni e continueranno sullo stesso trend nei prossimi mesi, mettendo sempre più a rischio la tenuta finanziaria delle imprese. https://www.lospiffero.com/ls_article.php?id=53350
Il coro del commercio: "Impensabile un secondo lockdown". Ma la pandemia sta cambiando il volto dei negozi: nessuno compra online quanto Torino Positivo il giudizio sulla gestione sanitaria della crisi, ma sono bocciate le scelte sul piano economico (80% gli scontenti). Con nuove restrizioni, un terzo dei negozi potrebbe chiudere, grandi timori sull'occupazione in autunno. In ginocchio il turismo e il non alimentare. 16 LUGLIO 2020 - Massimiliano Sciullo Un "virus economico", in cui una ricaduta sarebbe "impensabile" per nove negozianti di Torino su dieci. Lo dice l'ultima indagine di Ascom Confcommercio, che mette in luce come - secondo gli esercenti del capoluogo piemontese - la crisi sanitaria è alle spalle (e la sua gestione è stata giudicata ampiamente positiva, tanto che il 55% non teme rischi futuri per la salute), ma quella economica è ancora forte e presente, con effetti sul giro d'affari e sull'occupazione. Soprattutto quando con agosto verrà meno, per legge, lo stop ai licenziamenti. E le scelte per il sostegno delle imprese sono sostanzialmente bocciate. Nel
frattempo, però, sta cambiando il dna del commercio: sono sempre di più le realtà che aprono alle vendite online e alle consegne a domicilio. "Fotografiamo una situazione, la prima dopo il Coronavirus, con dati ancora difficili - dice Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia -. La fiducia delle imprese è crollata a meno di un terzo rispetto a un anno fa e le prospettive da qui alla fine dell'anno non aprono a grandi recuperi". "La preoccupazione principale, oltre che sui consumi, è sull'occupazione: la cassa integrazione è partita, pur con diversi intoppi. Ma l'incognita è per l'autunno, correlata all'andamento dei consumi, che calano e colpiscono soprattutto i settori non alimentari. I segnali di vivacità riguardano le nuove formule che la pandemia ha reso indispensabili, come il digitale e le consegne". L'indagine Peggiorano ancora i tempi di pagamento dei clienti, che faticano a saldare le proprie posizioni e continueranno sulla stessa tendenza nei prossimi mesi, mettendo sempre più a rischio la tenuta finanziaria delle imprese. Proprio i ritardi nei pagamenti, combinati alla lenta ripresa della domanda, contribuiscono a "prosciugare" la liquidità delle aziende del terziario. E per lo stesso motivo aumentano le domande di credito, anche se accelerano anche le risposte e i tempi di lavorazione da parte degli istituti bancari. La cosiddetta “Fase 3”, fissata con gli inizi di maggio, non è coincisa con un recupero dei consumi: la contrazione su base annua appare ancora molto forte (-29,4%). A soffrire di più sono ancora le imprese della ricezione turistica, reduci da un trimestre di quasi totale azzeramento dell’attività, con un elevato numero di disdette in termini di prenotazioni per la stagione estiva. In questo senso, gli operatori del settore auspicano per lo meno di minimizzare le perdite nei mesi di luglio, agosto, settembre, puntando sulla più che probabile propensione dei turisti (italiani) a trascorrere le vacanze nella Penisola. Il potenziale recupero estivo, pur immaginando un consuntivo decisamente lontano dai livelli dello scorso anno, potrebbe contribuire al ristoro di tutto l’indotto, dai pubblici esercizi (bar, ristoranti), fino alle imprese del commercio al dettaglio “no food”, comparti altamente colpiti dal lockdown dei mesi di marzo e aprile. Le "lezioni" della pandemia La pandemia da Covid-19 ha modificato le abitudini dei consumatori, anche a Torino. Imponente l'accelerazione degli acquisti online, che a fine anno potrebbero far segnare un incremento del 55% rispetto al 2019. E su questa scorta un terzo delle imprese del terziario di Torino soggette alle restrizioni del lockdown si è visto "costretto" a rivedere i propri modelli di offerta al cliente. Uno dei trend più evidenti presso i consumatori della provincia di Torino è legato alla spesa on line, il cui ricorso durante la crisi è stato fortemente incrementato: le ricerche su Google in questo senso hanno registrato un’impennata. La propensione alla spesa on line è stata evidente in tutto il Piemonte (primo nel ranking tra le regioni italiane). La provincia di Torino si configura come il territorio nel quale tale pratica è risultata in assoluto la più diffusa. Le imprese del terziario di Torino che soddisfano l’attitudine alla spesa on line dei consumatori sono aumentate del +154% in pochi mesi. Tra gli operatori che oggi svolgono e.commerce, tre su cinque sono di fatto "neofiti".
Al fianco della spesa on line, nel periodo di crisi si è diffuso fortemente anche il fenomeno della consegna dei prodotti a domicilio, in netto rialzo nel territorio della provincia di Torino. Si tratta di una pratica a corredo degli acquisti in rete, ma talvolta anche slegata dal commercio elettronico. Anche nel caso delle consegne a domicilio il Piemonte si posiziona al primo posto nel ranking tra le regioni italiane. La provincia di Torino è seconda in termini di diffusione del fenomeno, dietro soltanto a Parma. Le imprese del terziario di Torino che soddisfano l’attitudine alla spesa a domicilio dei consumatori sono aumentate del +200% in pochi mesi. Tra coloro che oggi svolgono consegne a domicilio, due su tre sono di fatto "neofiti". In linea generale, proprio le innovazioni introdotte per l’emergenza hanno solo mitigato l’impatto della crisi: un terzo di esse è riuscita a mantenere lo stesso livello dei ricavi pre-Covid, il 44% ha minimizzato le perdite, il 22% è riuscito almeno a sopravvivere. Tuttavia, la direzione è quella che va verso una evoluzione strutturale dei modelli di business delle imprese: il 58% di coloro che hanno introdotto per la prima volta l’e- commerce nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi; il 65% di coloro che hanno introdotto per la prima volta le consegne a domicilio nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi. Le pagelle dei negozianti In generale, le imprese del terziario della provincia di Torino promuovono l’efficacia delle misure a contrasto dell’emergenza sanitaria, mentre giudicano insufficienti i provvedimenti per limitare il dilagare della crisi economica: l’80% degli imprenditori si dichiara del tutto insoddisfatto delle misure a contrasto della crisi economica. Sale all’85% invece la quota di coloro che ammette che, in caso di ritorno del virus, non sarebbe possibile reggere una nuova sospensione, che rappresenterebbe il colpo di grazia per il tessuto produttivo del territorio (a rischio sarebbe la tenuta addirittura di un terzo delle imprese di commercio e servizi del territorio). https://www.torinoggi.it/2020/07/16/leggi-notizia/argomenti/economia-4/articolo/il-coro-del-commercio-impensabile-un-secondo-lockdown-ma-la-pandemia-sta-cambiando-il-volto-dei.html
Imprese terziario, nuovo lockdown sarebbe colpo di grazia Incognite sull'autunno, a rischio tenuta occupazione (ANSA) - TORINO, 16 LUG - Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi della provincia di Torino non hanno fiducia nella ripresa economica, considerano l'emergenza sanitaria appare "alle spalle" e temono un nuovo lockdown. Ci sarà un contenuto rialzo dei ricavi nei prossimi mesi, ma "non sufficiente a recuperare il terreno perduto". Per l'85% se ritornasse il virus non sarebbe possibile reggere una nuova sospensione dell'attività e sarebbe il colpo di grazia. E' a rischio soprattutto nella seconda metà dell'anno la tenuta dell'occupazione. E' il quadro che emerge dall'Osservatorio del terziario torinese, presentato in videoconferenza. A soffrire di più sono ancora le imprese del turismo, reduci da un trimestre di quasi azzeramento dell'attività, con un elevato numero di disdette di prenotazioni per la stagione estiva. Durante il lockdown sono cambiate le abitudini dei consumatori con un incremento della spesa on line (Torino è al primo posto) e delle consegne a domicilio. "Il clima di fiducia ancora troppo basso, il crollo dei consumi e una ripresa che stenta a partire sono i chiari indicatori dello stato di estrema sofferenza economica in cui si trovano le imprese del terziario torinese a partire da commercio, turismo, servizi e trasporti. Troppe le incognite dell'autunno che pesano sui nostri imprenditori e decisamente insufficienti le risposte del governo e della politica", commenta Maria Luisa Coppa, presidente dell'Ascom Confcommercio Torino. (ANSA). https://www.ansa.it/piemonte/notizie/2020/07/16/imprese-terziario-nuovo-lockdown-sarebbe-colpo-di-grazia_3a3f89d3-f67b-401b-8987-0ff53c18de80.html
Ascom Torino: con nuovo lockdown colpo di grazia per 36% imprese Coppa: chiediamo liquidità a fondo perduto e misure adeguate Torino, 16 lug. (askanews) – L’85% delle aziende del terziario torinese teme che non sarebbe possibile reggere un nuovo lockdown, nel caso in cui in autunno si verifichi una seconda ondata di epidemia di coronavirus, il 36% delle imprese ritiene che con un nuovo lockdown rischierebbe la chiusura. Sono i dati sull’Osservatorio del terziario torinese, presentato in videoconferenza dall’Ascom Confcommercio di Torino, secondo cui un nuovo lockdown rappresenterebbe “il colpo di grazia” per il tessuto produttivo del territorio, che potrebbe perdere anche un terzo delle imprese del terziario. Turismo e abbigliamento i settori più colpiti, a causa della contrazione dei consumi. L’indagine Ascom fotografa anche un cambio nelle abitudini dei consumatori, orientati più verso la spesa on line e le consegne a domicilio. Una sfida che è stata raccolta da molti imprenditori. Le imprese del terziario di Torino che soddisfano l’attitudine alla spesa on line dei consumatori sono aumentate del +154% in pochi mesi. Tra gli operatori che oggi svolgono e- commerce, tre su cinque sono di fatto “neofiti”. Le innovazioni introdotte per l’emergenza hanno solo mitigato l’impatto della crisi (solo un’impresa su tre ha tenuto in fatto di ricavi): un terzo di esse è riuscita a mantenere lo stesso livello dei ricavi pre-Covid, il 44% ha minimizzato le perdite, il 22% è riuscito almeno a sopravvivere. Tuttavia, la direzione è quella che va verso una evoluzione strutturale dei modelli di business delle imprese: il 58% di coloro che hanno introdotto per la prima volta l’e-commerce nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi; il 65% di coloro che hanno introdotto per la prima volta le consegne a domicilio nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi. Alla base della decisione di mantenere le innovazioni introdotte anche in futuro c’è la convinzione che queste possano ampliare il parco clienti, rappresentando anche un elemento di differenziazione. “L’andamento economico è preoccupante, così come le previsioni per l’autunno”, ha osservato Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Confcommercio di Torino. “Il mondo dell’impresa non può essere lasciato solo di fronte all’ipotesi di un ritorno dell’emergenza sanitaria. Chiediamo liquidità a fondo perduto, misure di credito adeguate, totale defiscalizzazione e politiche concrete a sostegno delle imprese. Il
Commercio, i Pubblici Esercizi e il Turismo rischiano di pagare un prezzo troppo alto, che Torino, il Piemonte e il Paese intero non possono permettersi”, ha aggiunto Coppa. Secondo le previsioni di Carlo Alberto Carpignano, direttore dell’Ascom torinese “A fine settembre avremo recuperato non più della metà del gap con il periodo pre- covid”. Le imprese del terziario della provincia di Torino promuovono l’efficacia delle misure a contrasto dell’emergenza sanitaria, mentre giudicano insufficienti i provvedimenti per arginare crisi economica. Se il 67% degli operatori giudica infatti con successo le misure imposte a livello nazionale e locale in termini di sicurezza (per sé stessi, per i collaboratori, per i clienti), esiste un 80% di imprenditori che si dichiara del tutto insoddisfatto dei provvedimenti adottati in campo economico. https://www.askanews.it/economia/2020/07/16/ascom-torino-con-nuovo-lockdown-colpo-di-grazia-per-36-imprese-pn_20200716_00170/
Ascom Torino: con nuovo lockdown colpo di grazia per 36% imprese Torino, 16 lug. (askanews) - L'85% delle aziende del terziario torinese teme che non sarebbe possibile reggere un nuovo lockdown, nel caso in cui in autunno si verifichi una seconda ondata di epidemia di coronavirus, il 36% delle imprese ritiene che con un nuovo lockdown rischierebbe la chiusura. Sono i dati sull'Osservatorio del terziario torinese, presentato in videoconferenza dall'Ascom Confcommercio di Torino, secondo cui un nuovo lockdown rappresenterebbe "il colpo di grazia" per il tessuto produttivo del territorio, che potrebbe perdere anche un terzo delle imprese del terziario. Turismo e abbigliamento i settori pi colpiti, a causa della contrazione dei consumi. L'indagine Ascom fotografa anche un cambio nelle abitudini dei consumatori, orientati pi verso la spesa on line e le consegne a domicilio. Una sfida che stata raccolta da molti imprenditori. Le imprese del terziario di Torino che soddisfano l'attitudine alla spesa on line dei consumatori sono aumentate del +154% in pochi mesi. Tra gli operatori che oggi svolgono e- commerce, tre su cinque sono di fatto "neofiti" Le nnovazioni introdotte per l'emergenza hanno solo mitigato l'impatto della crisi (solo un'impresa su tre ha tenuto in fatto di ricavi): un terzo di esse riuscita a mantenere lo stesso livello dei ricavi pre-Covid, il 44% ha minimizzato le perdite, il 22% riuscito almeno a sopravvivere. Tuttavia, la direzione quella che va verso una evoluzione strutturale dei modelli di business delle imprese: il 58% di coloro che hanno introdotto per la prima volta l'e-commerce nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi; il 65% di coloro che hanno introdotto per la prima volta le consegne a domicilio nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi. Alla base della decisione di mantenere le innovazioni introdotte anche in futuro c' la convinzione che queste possano ampliare il parco clienti, rappresentando anche un elemento di differenziazione. "L'andamento economico preoccupante, cos come le previsioni per l'autunno", ha osservato Maria Luisa Coppa, presidente dell'Ascom Confcommercio di Torino. "Il mondo dell'impresa non pu essere lasciato solo di fronte all'ipotesi di un ritorno dell'emergenza sanitaria. Chiediamo liquidit a fondo perduto, misure di credito adeguate, totale defiscalizzazione e politiche concrete a sostegno delle imprese. Il Commercio, i Pubblici Esercizi e il Turismo rischiano di pagare un prezzo troppo alto, che Torino, il Piemonte e il Paese intero non possono permettersi", ha aggiunto Coppa. Secondo le previsioni di Carlo Alberto Carpignano, direttore dell'Ascom torinese "A fine settembre avremo recuperato non pi della met del gap con il periodo pre-covid". Le imprese del terziario della provincia di Torino promuovono l'efficacia delle misure a contrasto dell'emergenza sanitaria, mentre giudicano insufficienti i provvedimenti per arginare crisi economica. Se il 67% degli operatori giudica infatti con successo le misure imposte a livello nazionale e locale in termini di sicurezza (per s stessi, per i collaboratori, per i clienti), esiste un 80% di imprenditori che si dichiara del tutto insoddisfatto dei provvedimenti adottati in campo economico. https://it.finance.yahoo.com/notizie/ascom-torino-con-nuovo-lockdown-colpo-di-grazia-122222121.html
Allarme Ascom Torino: “Nuovo lockdown fatale all’85% delle imprese” La ripresa delle attività non ha ancora risollevato le imprese, che continuano a fare fatica dopo il lockdown e che non potrebbero sopportare un nuovo stop. Lo dichiara l’Ascom secondo cui per l’85 per cento delle imprese una nuova chiusura sarebbe un colpo di grazia per il tessuto produttivo del territorio. I risultati della ricerca su imprese, commercio, turismo e servizi commissionata da Ascom per la provincia di Torino e relativa al secondo trimestre del 2020, fotografano un quadro di fiducia alquanto basso per quel che riguarda l’andamento dell’economia e ancora in pochi pensano che i rischi correlati alla diffusione del virus siano ormai alle spalle. Anche le previsioni sulla seconda parte dell’anno non sono migliori: la maggior parte degli imprenditori prevede una diminuzione del proprio fatturato rispetto al 2019, anche perchè la Fase 3 non è coincisa con un recupero dei consumi: la contrazione su base annua appare ancora molto forte (-29,4%) e un lieve rialzo dei consumi si è verificato solo immediatamente dopo la quarantena. Tra i settori più in crisi quello della ricezione turistica che nei mesi scorsi ha visto un azzeramento pressoché totale delle loro attività e che ora vedono il susseguirsi delle disdette per le prenotazioni estive. Molte imprese sono anche incerte sull’efficacia delle misure messe in campo dal governo contro la crisi e temono che terminate le stesse non riusciranno più ad sostenere il peso di tasse e personale. In questo quadro, aumentano i prezzi praticati dai fornitori e peggiorano ancora i tempi di pagamento dei clienti, che faticano a saldare le proprie posizioni e continueranno sullo stesso trend nei prossimi mesi, mettendo sempre più a rischio la tenuta finanziaria delle imprese. https://nuovasocieta.it/allarme-ascom-torino-nuovo-lockdown-fatale-all85-delle-imprese/
17 Luglio 2020
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