Terapia intensiva nel cane e nel gatto
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iniziali_Vigano?:: 28-09-2010 18:21 Pagina 3 Fabio Viganò Medico veterinario Specialista in Malattie dei piccoli animali Presidente Società Italiana di Medicina d’Urgenza e Terapia Intensiva Veterinaria (SIMUTIV) Terapia intensiva nel cane e nel gatto
iniziali_Vigano?:: 28-09-2010 18:21 Pagina 4 Tutte le copie devono portare il contrassegno della SIAE Publishing Director: Valeria Brancolini Books Manager: Tiziano Strambini Development Editor: Paola Leschiera Operations Director: Antonio Boezio Books Team Manager: Paola Sammaritano Creative Director: Giorgio Gandolfo Redazione: SEP BaMa Srl - Vaprio d’Adda (MI) © 2011 - Elsevier srl - Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-214-3082-4 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Tuttavia il lettore potrà effettuare fotocopie per uso personale nei limiti del 15% del presente volume dietro pagamento alla SIAE del compenso pre- visto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe 2, 20121 Milano, telefax 02 809506, e-mail: aidro@iol.it L’Editore ha compiuto ogni sforzo per ottenere e citare le fonti esatte delle illustrazioni. Qualora in qualche caso non fosse riuscito a reperire gli aventi diritto è a disposizione per rimediare a eventuali involontarie omissioni o errori nei riferimenti citati. La medicina è una scienza in continua evoluzione. La ricerca e l’esperienza clinica ampliano costantemente le no- stre conoscenze, soprattutto in relazione alle modalità terapeutiche e alla farmacologia. Qualora il testo faccia rife- rimento al dosaggio o alla posologia di farmaci, il lettore può essere certo che autori, curatori ed editore hanno fatto il possibile per garantire che tali riferimenti siano conformi allo stato delle conoscenze al momento della pubblica- zione del libro. Tuttavia, si consiglia il lettore di leggere attentamente i foglietti illustrativi dei farmaci per verificare per- sonalmente se i dosaggi raccomandati o le controindicazioni specificate differiscano da quanto indicato nel testo. Ciò è particolarmente importante nel caso di farmaci usati raramente o immessi di recente sul mercato. Elsevier Srl Via Paleocapa 7, 20121 Milano Tel. 02.88.184.1 www.elsevier.it Printed in Italy Finito di stampare nel mese di ottobre 2010 presso “Printer Trento” S.r.l., Trento
Prefazione V Prefazione Questo manuale nasce dall’esigenza di approfondire le cono- scenze necessarie a dispensare cure sempre più complesse e complete, per sostenere le funzioni vitali in pazienti critici che necessitano di ricovero e cura. Il veterinario che opera nei reparti di ricovero delle strutture veterinarie deve frequentemente con- sultare testi di fisiologia, pronto soccorso, terapia intensiva, medicina interna, chirurgia, anestesia, farmacologia e aggiornarsi continuamente leggendo le recenti pubblicazioni e frequentando i congressi. Tutto ciò purtroppo non è sempre possibile a causa degli impegni lavorativi e delle risorse economiche necessarie. Il manuale ha perciò lo scopo di fornire i fondamenti necessari ad affrontare i più comuni problemi della terapia intensiva veteri- naria suggerendo un approccio diagnostico e terapeutico. Le indicazioni fornite devono essere continuamente rivalu- tate nel tempo per sicurezza ed efficacia così da poterle miglio- rare e adattare alle singole esigenze. Il mio consiglio è di leggere questo libro con una matita in mano così da apportare gli adat- tamenti di cui ciascuna struttura o ciascun paziente necessita; non solo: nella parte dedicata alla gestione post-operatoria, si dovrebbe eseguire una fotocopia della pagina concernente la tipologia delle cure, apportare le modifiche e gli adattamenti necessari per ogni paziente e scrivere a fianco la tempistica delle terapie e delle dosi dei farmaci. Un altro metodo per assistere i nostri pazienti potrebbe essere quello di redigere delle proprie cartelle di ricovero e cura e verificarle paziente per paziente con le schede fornite nel testo al fine di evitare omissioni o errori. Questa attività, che ogni intensivista compie quotidianamente, è svolta basandosi sulla propria esperienza o consultando la let- teratura scientifica; purtroppo tale consulto non è sempre possi- bile per limiti di tempo, per la limitata disponibilità delle risorse bibliografiche nel luogo di lavoro o per mancata conoscenza del problema: è qui che una consultazione rapida come quella for- nita nel testo può essere utile al fine di ridurre gli errori dovuti a dimenticanza, fretta e stanchezza. Il testo è suddiviso in una prima parte propedeutica (capi- toli 1-6) dove si considera l’attrezzatura necessaria e alcuni fon- damenti di fisiopatologia e monitoraggio; gli argomenti scelti costituiscono il bagaglio culturale minimo per sostenere le fun- zioni vitali nei nostri pazienti critici. In questa prima parte è stata inserita anche la terapia del dolore che l’autore ritiene essere un trattamento indispensabile e non una terapia collaterale da som- ministrare solo in alcuni casi. Nei capitoli successivi (7-12), grazie
VI Prefazione anche a tabelle, schede, disegni e figure sono indicati i principi terapeutici da adottare per affrontare i più comuni problemi della terapia intensiva nei piccoli animali. Infine, la tabella dei farmaci più utilizzati, posta a fine volume, contiene una sintesi delle indi- cazioni, delle controindicazioni e alcuni esempi di dosaggio da rivalutare nel corso del tempo basandosi sull’evidenza. L’opera perciò si rivolge agli studenti o ai professionisti che necessitano di un manuale sintetico ma che contenga i fonda- menti di fisiopatologia e terapia intensiva nei piccoli animali. Fabio Viganò
indice VII indice Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V Capitolo 1 Il reparto di terapia intensiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Attrezzature e farmaci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Capitolo 2 Terapia del dolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Utilità del dolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Dolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Farmacologia della terapia del dolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Strategie di controllo del dolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Capitolo 3 Monitoraggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Monitoraggio clinico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Monitoraggio strumentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69 Capitolo 4 Equilibrio acido-base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99 Prelievo ematico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99 Emogasanalisi (EGA) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102 Teoria degli ioni forti (Strong Ion Difference, SID) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113 Correzione dei disturbi acido-base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118 Capitolo 5 Fluidoterapia ed emotrasfusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129 Dinamica dei compartimenti fluidi di cristalloidi e colloidi . . . . . . . . . . 129 Quantità d’infusione giornaliera dei cristalloidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138 Velocità d’infusione e perfusione tissutale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139 Capitolo 6 Diagnosi dei problemi respiratori e terapia . . . . . . . . . . . . . . 149 Distress respiratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149 Capitolo 7 S indrome della risposta infiammatoria sistemica (SIRS) e disfunzione d’organo multipla (MODS) . . . . . . . . . . . . . . . . . 171 Sindrome della risposta infiammatoria sistemica (SIRS) . . . . . . . . . . . 171
VIII indice Capitolo 8 Accessi vascolari e intraossei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 179 Capitolo 9 Gestione postoperatoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191 Capitolo 10 Nutrizione enterale e parenterale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 205 Nutrizione enterale o parenterale? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208 Fabbisogni nutrizionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209 Nutrizione enterale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213 Nutrizione parenterale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223 Capitolo 11 Terapia dell’insufficienza renale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225 Insufficienza renale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225 Capitolo 12 T erapia medica del trauma cranico e delle crisi convulsive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 241 Trauma cranico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 241 Crisi convulsive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248 Tabella dei farmaci di più comune utilizzo in terapia intensiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 253 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 267 Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 275
A nostra Madre e alla grazia delle sue cure
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Il Reparto Di Terapia 1 Intensiva Introduzione Nel realizzare un reparto di terapia intensiva (TI) per piccoli animali si devono considerare le normative vigenti e le linee guida per rea- lizzare un’area dove poter dispensare il supporto delle funzioni vitali (Tab. 1.1). Oltre allo studio delle peculiarità generali di un reparto di TI, devono essere considerate le esigenze particolari di ogni struttura veterinaria al fine di renderlo adatto alle proprie esigenze e un luogo di lavoro confortevole. Alcuni suggerimenti pratici possono esserci forniti dalle persone che lavorano già nel reparto che si intende modificare o da persone che hanno lavorato in reparti di terapia intensiva di altre strutture. Non considerare l’esperienza di infer- mieri o personale medico che hanno svolto la pratica della terapia intensiva, nella propria o in altre strutture, può essere una discri- minante penalizzante. L’esperienza di tali operatori è molto utile quando, per esempio, dobbiamo stabilire il numero delle postazioni di ricovero, poiché esso dipende dal carico di lavoro svolto. Inoltre ogni struttura può avere esigenze particolari. Se per esempio ven- gono effettuati routinariamente interventi chirurgici a carico del torace, le cure da dispensare possono essere differenti rispetto a un Tabella 1.1 Progettazione del reparto di terapia intensiva Consultare la letteratura veterinaria e umana Conoscere le procedure che si svolgono in terapia intensiva (TI) Normativa vigente e BPV (buone pratiche veterinarie) Modello di gabbie da ricovero che si intende utilizzare Architettura: disposizione dei locali e loro ergonomicità Accesso dalle altre aree della struttura (laboratorio, chirurgia, radiologia) Materiali da utilizzare per realizzare le superfici (per esempio, pavimenti, pareti, soffitti) Illuminazione generale e di ciascun ricovero Valutazione commerciale delle attrezzature disponibili © 2011 Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati. 1
2 Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva reparto di TI che riceve prevalentemente pazienti politraumatizzati. Generalmente una media di 10 postazioni per pazienti critici è suf- ficiente anche in strutture con un carico di pazienti elevato (50-100 la settimana), in quanto la maggioranza dei degenti non necessita di un monitoraggio strumentale continuo e del sostegno delle funzioni vitali 24 ore su 24. L’area della struttura che si vuole dedicare alla TI deve essere spa- ziosa, facilmente raggiungibile dai reparti di chirurgia e radiologia, bene aerata, dotata della possibilità di essere riscaldata o rinfrescata a seconda delle necessità, provvista di un’illuminazione che al bisogno possa essere incrementata da sorgenti luminose ausiliarie. L’illuminazione del locale deve preferibilmente essere ridotta al minimo durante la notte, mentre ogni ricovero dovrebbe possedere una fonte di illumina- zione propria, così da non disturbare gli altri degenti. Durante il giorno, invece, la luce naturale deve potersi diffondere all’interno della TI per facilitare il ciclo circadiano dei pazienti. Una sorgente luminosa mobile risulta molto utile nell’esecuzione di alcune procedure e nell’esplora- zione del paziente. La TI deve essere collocata nella struttura in modo da risultare di facile accesso dalla chirurgia, dalla diagnostica per immagini e dai ricoveri per degenti non critici. La prossimità con la chirurgia può essere utile anche per condividere alcune attrezzature come, per esempio, il defibrillatore, il concentratore di ossigeno o le sorgenti luminose mobili. Comunemente le procedure terapeutiche svolte in TI non sono emergenze salvavita, ma in alcuni casi possono diven- tarlo (per esempio, in caso di arresto cardiaco e applicazione di drenaggi toracici). In queste circostanze è necessario che tutte le attrezzature e il materiale di consumo siano immediatamente pronti all’uso e fruibili da tutte le aree operative del reparto. Il laboratorio deve essere raggiungibile facilmente, o meglio, con- finare con la stessa TI. I degenti della TI necessitano quotidianamente di esami di laboratorio, molto frequentemente gli esami devono essere effettuati più volte al giorno (per esempio, l’ematocrito, le pro- teine totali e l’emogasanalisi) o a intervalli di più giorni (per esempio, esami biochimici). Poiché i risultati devono essere disponibili nel più breve tempo possibile, la TI deve essere dislocata in prossimità del laboratorio. Gli esami da inviare a un laboratorio esterno devono essere esclusivamente quelli i cui risultati non condizionano le pro- cedure salvavita urgenti (per esempio, esami istologici); altri esami, quali l’emogasanalisi, gli elettroliti, gli esami biochimici ed ematolo- gici dovrebbero essere svolti all’interno della struttura. All’interno del reparto deve essere prevista un’area dove poter redigere le cartelle cliniche, svolgere incontri con il personale (per esempio, per la discussione dei casi clinici e dei protocolli terapeutici da adottare) e un’area dove potersi riposare nelle pause, dove poter mangiare e cambiarsi d’abito. Al centro del locale di TI deve essere posta l’area di cura (treatment area). In questa zona deve essere ubicata una barella dotata di ruote e provvista di un foro centrale per la raccolta dei liquidi, di un supporto per flaconi da fluidoterapia ed, eventualmente, di un
Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva 3 supporto per bombola a ossigeno. In quest’area deve poter essere svolta la rianimazione cardiopolmonare e tutte le procedure che generalmente si svolgono in TI. Se lo spazio del reparto lo consente, l’area di cura può essere provvista, in sostitu- zione della barella dotata di ruote, di uno o più tavoli dove posizionare il paziente per poter effettuare pro- cedure o monitoraggi invasivi. Tali tavoli devono essere dotati di una buona illuminazione e disporre di numerosi cassetti dove riporre tutto il materiale di consumo necessario. Dai tavoli, come dalla barella, si deve poter accedere facilmente a tosatrici silenziose e a una fonte di aspirazione. Nell’area di cura si deve trovare anche un carrello per le emergenze (Fig. 1.1) contenente Figura 1.1 Carrello per tutti i dispositivi, farmaci e materiale le emergenze. di consumo necessari. Tutte le pro- cedure dovrebbero essere svolte in un locale diverso da quello del rico- vero, in modo che i degenti non possano assistere alle procedure praticate ad altri ricoverati. Quando la struttura è dotata di una tre- atment area, deve essere sempre presente un’altra persona che con- trolli i degenti mentre si esegue la procedura sul paziente ricoverato. Nell’area di cura si dovrebbero effettuare tutte le procedure, dal pre- lievo ematico in un paziente difficilmente trattabile all’esecuzione delle procedure più complesse. Queste ultime devono essere sem- pre effettuate in tale area e non in gabbia, salvo i casi in cui si sia verificata una compromissione delle funzioni vitali o sia richiesto il loro monitoraggio. A eccezione delle gabbie da degenza, tutte le attrezzature indi- spensabili dovrebbero essere mobili o montate su carrelli dotati di ruote, così da poter dispensare le stesse cure a tutti i pazienti ospe- dalizzati, in qualunque punto della TI essi si trovino. Se i locali adibiti alla terapia intensiva sono più di uno, le attrezzature di base (Tab. 1.2) devono essere disponibili in tutti locali. Un’altra dotazione indispensabile della TI veterinaria è il tavolo lavante, dove poter lavare o igienizzare i pazienti che si sono imbrat- tati con liquidi biologici o sostanze tossiche. Il tavolo lavante è utile anche per la pulizia della strumentazione o dell’attrezzatura utiliz- zata e per lavarsi le mani. Quando si vuole realizzare una postazione per la ventilazione pol- monare è necessario dotarla prioritariamente almeno di quanto segue: • la possibilità di poter accedere al paziente da ogni lato; • una fonte di ossigeno e aria;
4 Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva Tabella 1.2 Attrezzatura necessaria in un reparto di terapia intensiva (TI) Fonte di ossigeno Dispositivi attivi per riscaldare il paziente (per esempio, Pallone di ambu ad acqua o aria calda) Tubi per la somministrazione dell’ossigeno e maschere Tosatrici facciali di almeno 3 misure Centrifuga Tubi oro-tracheali di diverse dimensioni Glucometro Cateteri urinari per la somministrazione di farmaci Apparecchio per misurare gli elettroliti attraverso il tracheotubo Emogasanalizzatore Kit per tracheostomia Analizzatore per lattato ematico Gel anestetico Possibilità di eseguire l’esame emocromocitometrico e la Laringoscopio con lame di varie misure conta reticolocitaria Umidificatore per ossigeno-terapia Test per la determinazione del gruppo sanguigno Nebulizzatore per aerosol-terapia Analizzatore di biochimica ematica e urinaria Ventilatore polmonare Possibilità di effettuare almeno i seguenti test della Pulsossimetro coagulazione: ACT, PT e aPTT Monitor per la pressione arteriosa non invasiva Test per FeLV/FIV Monitor per la pressione arteriosa invasiva Test per il glicole etilenico Dispositivo per la misurazione della pressione venosa Possibilità di effettuare colture batteriche centrale Colorazione rapida dei vetrini (per esempio, Elettrocardiografo Diff-Quick) Defibrillatore Refrattometro Pompe per infusione Microscopio Pompe siringa Otoscopio, oftalmoscopio Dispositivo per la somministrazione dei fluidi sotto Apparecchio radiologico pressione Ecografo, meglio se dotato di color Doppler Dispositivo per riscaldare i fluidi Endoscopio e broncoscopio Aspiratore per liquidi Pinze anatomiche, portaghi, forbici smusse e pinze Penna luminosa emostatiche di varie misure, divaricatore Incubatrice neonatale Colla a base di cianoacrilato Termometri per la misurazione della temperatura Lacci emostatici centrale e periferica Tavolo per bagni o, in sua assenza, almeno un lavandino ACT (Activated Clotting Time) = tempo di coagulazione attivato; aPTT (Activated Partial Thromboplastin Time) = tempo di tromboplastina parziale attivata; FeLV (Feline Leukemia Virus) = leucemia virale felina; FIV (Feline Immunodeficiency Virus) = immunodeficienza virale felina; PT (Prothrombin Time) = tempo di protrombina. • prese di corrente (da 8 a 16) a uso di pompe per infusione e monitoraggio; • una o più fonti di illuminazione (sia per il riposo sia per eseguire le procedure); • una fonte per l’aspirazione di liquidi e schiuma; • dispositivi per il riscaldamento attivo e passivo del paziente; • un carrello delle emergenze a portata di mano.
Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva 5 Attrezzature e farmaci Prima di descrivere l’equipaggiamento e i farmaci indispensabili in TI (Tabb. 1.3 e 1.4; vedi anche Tab. 1.2), è necessario sottolineare che la dotazione di una struttura non è sinonimo di buone cure di per sé, ma è il corretto impiego della stessa nei tempi e nelle moda- lità adeguati che condiziona il livello di assistenza dispensato. A que- sto fine è necessario conoscere i criteri di scelta delle attrezzature e dei farmaci. La TI deve essere dotata di una fonte di ossigeno per poter garan- tire una rianimazione cardiopolmonare anche in un cane di taglia grande (10-15 L/min) e un’ossigeno-terapia continuativa di 24 o più ore. Una menzione particolare meritano i gatti con distress respirato- rio e i pazienti pediatrici. In questi particolari pazienti risulta molto utile il ricovero in incubatrici che permettano il controllo della fra- zione di ossigeno inspirata (FiO2) e della temperatura ambientale. Nei pazienti ipossiemici, il solo contenimento per effettuare una visita o una indagine diagnostica come per esempio una radiografia Tabella 1.3 Materiale monouso Drenaggi toracici di varie dimensioni Cateteri urinari di diverse misure Cateteri urinari rigidi per gatti (per esempio, tipo “Osborne”) Siringhe di varie dimensioni Cateteri endovenosi periferici da 14 G a 24 G, cerotto a nastro Cateteri venosi centrali di varie dimensioni Cateteri per pericardiocentesi Linee di infusione periferiche e centrali Aghi da 22 G e da 19 G Aghi per la somministrazione di fluidi per via intraossea Valvole a tre vie Aghi spinali Lame bisturi Dispositivo per dialisi peritoneale Filo da sutura cutanea e suturatrici cutanee Materiale per eseguire bendaggi occlusivi e rigidi Guanti sterili e non Test per il tempo di sanguinamento buccale Disinfettante per uso esterno Test per la determinazione della glicosuria Sonde per la nutrizione enterale: naso-esofagea, naso-gastrica, gastrostomica, digiunostomica Cateteri nasali per ossigeno-terapia Provette contenenti EDTA, litio, eparina, sodio citrato
6 Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva Tabella 1.4 Farmaci necessari in un reparto di terapia intensiva (TI) Cristalloidi: Ringer lattato, SER (soluzione elettrolitica Acepromazina di reintegrazione con sodio gluconato), NaCl 0,9%, Potassio bromuro glucosio 5%, soluzione per preparazioni iniettabili Midazolam Colloidi: (tetrastrach), destrano 70, albumina umana Diazepam Sangue canino e felino Pentobarbitale Mannitolo Nitroglicerina Glucosio 50% Furosemide Soluzioni contenenti elettroliti ad alta concentrazione: Amiodarone potassio cloruro, sodio cloruro, bicarbonato di sodio, Propanololo calcio gluconato Esmololo Carbone vegetale attivato Verapamil Etanolo Bretilio Gastroprotettori (per esempio, sucralfato e diosmectite) Diltiazem Adrenalina Desametasone Atropina fl ev e collirio Metilprednisolone Dopamina Antinfiammatori iniettabili Dobutamina Antistaminico ev Morfina Apomorfina Fentanil Fomepizolo Buprenorfina Insulina regolare e lenta Butorfanolo Vitamina K Lidocaina Aminofillina Metadone Inibitori di pompa protonica Naloxone Gastroprotettori (per esempio diosmectite, sucralfato) Fenobarbitale Complesso vitamina B Tiopentale Antibiotici ad ampio spettro iniettabili e po Propofol Antibiotici per infezioni da anaerobi Dexmedetomidina ev = per via endovenosa; po = per os. o un’ecografia, può risultare fatale. Per questo motivo i gatti affetti da grave distress respiratorio devono essere posti in incubatrice prima di essere manipolati o trattati per il prosieguo delle terapie. Nei pazienti neonati o pediatrici poter controllare la FiO2, la temperatura e l’umidità ambientali può essere una condizione indispensabile al mantenimento delle funzioni vitali. La temperatura ambientale nella TI deve essere di circa 22 °C con un’umidità relativa del 40-50%. La possibilità di effettuare una ventilazione polmonare controllata con l’ausilio di un ventilatore polmonare permette di migliorare l’effi- cacia della ventilazione e dell’ossigenazione: in questo modo è possibile trattare alcune patologie (per esempio, ARDS - Acute Respiratory Distress Syndrome - e polmonite ab ingestis) refrattarie alla sola ossigeno-terapia.
Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva 7 I concentratori di ossigeno possono sostituire la fonte di ossigeno puro quando si deve somministrarlo per molte ore o giorni, mentre sono scon- sigliati durante la rianimazione cardiopolmonare, in quanto durante tale procedura sono necessarie grandi quantità di ossigeno in poco tempo. Il carrello delle emergenze (vedi Fig. 1.1) deve poter accogliere gli strumenti per il monitoraggio e la terapia, la tosatrice e il materiale di consumo, e i farmaci devono essere riposti nei cassetti. Nel primo cassetto deve essere riposta tutta la dotazione per un rapido accesso alle vie aeree: tubi oro-tracheali già forniti di laccio e adatti alle diverse taglie dei pazienti (da 2,5 a 12 mm di diametro), un laringo- scopio illuminato a lama dritta, gel lubrificante, gel anestestico, una soluzione anestetica (utile specialmente nei gatti), una siringa per cuffiare i tubi oro-tracheali, pinze emostatiche lunghe per rimuo- vere eventuali corpi estranei, schiuma, sangue o altro materiale che può impedire l’ispezione e l’intubazione delle vie aeree. A tal fine è bene avere a disposizione anche un aspiratore in grado di effettuare un’aspirazione di almeno 300 cm H2O. Nel secondo cassetto deve essere riposto il materiale per l’accesso vascolare: cateteri endove- nosi di varie dimensioni (da 14 a 24 G), cateteri venosi centrali, lacci emostatici, lame per bisturi, aghi per eseguire un mini cut down. Il mini cut down consiste in una piccola incisione da effettuare con un comune ago da 22 G al di sopra dell’ectasia venosa per facilitare lo scivolamento del catetere venoso all’interno del vaso selezio- nato: è una procedura particolarmente indicata nei gatti che vivono all’esterno o di età matura. Infine deve essere disponibile del cerotto a nastro alto 2,5-5 cm, facilmente rimovibile dalla cute del paziente anche dopo alcuni giorni di permanenza (cerotti di seta). Devono essere disponibili anche le suturatrici meccanicche (35 R e 35 W) per fissare temporaneamente o definitivamente tutti i cateteri, a ecce- zione di quelli vascolari, risultano molto pratiche anche per la sin- tesi di piccole soluzioni di continuo cutanee. Nel terzo o in un altro cassetto devono essere riposti i farmaci per le emergenze quali, per esempio: adrenalina, atropina, diazepam, bicarbonato, lidocaina, naloxone e gluconato di calcio. Nel vano superiore del carrello delle emergenze, e quindi a portata di mano senza dover aprire i cassetti, devono essere riposti gli apparecchi di monitoraggio e terapia: un apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa con metodo indiretto, un pulsiossimetro, un elettrocardiografo e un defibrillatore. Nello stesso carrello o nelle immediate vicinanze devono essere ripo- sti un disinfettante, deflussori di varie lunghezze, bende elastiche per proteggere le vie di accesso venose o arteriose, cotone in benda e siringhe di diversi formati, drenaggi toracici e cateteri urinari di varie dimensioni. Al termine di ogni procedura d’urgenza è buona norma ripristi- nare tutto il materiale utilizzando una check list, al fine di mantenere il carrello sempre funzionale ed equipaggiato. Allo stesso modo tutti i farmaci devono essere reintegrati e le batterie degli strumenti ricari- cate. Dopo ogni ripristino è bene apporvi un cerotto con la data, l’ora e il nome dell’operatore che ha effettuato il controllo (vedi Fig. 1.1). I pazienti ricoverati possono necessitare di diversi livelli di cura e terapia. Essi possono essere suddivisi in tre categorie:
8 Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva • pazienti stabili, che necessitano di un monitoraggio stretto; • pazienti instabili, che necessitano di monitoraggio e terapie continui; • pazienti instabili, che necessitano del supporto di almeno una delle funzioni vitali. I primi possono essere ricoverati in gabbie di degenza dove possono alzarsi e fare piccoli passi e devono essere accompagnati all’esterno per svolgere una lieve attività fisica e per le evacuazioni. I pazienti che invece necessitano di un monitoraggio continuo non possono allontanarsi dal ricovero e devono essere osservati costan- temente. La frequenza con la quale si rilevano i parametri vitali dipende dalle condizioni del paziente e dal processo morboso in atto. I pazienti che necessitano di almeno un supporto delle funzioni vitali (per esempio, ventilazione polmonare controllata, ossigeno- terapia) devono essere sottoposti a monitoraggio continuo e, se sono in grado di deambulare, possono essere portati all’esterno per le evacuazioni. Tutti i pazienti beneficiano delle visite dei proprietari in orari da concordare. Gabbie Le gabbie per la TI hanno caratteristiche diverse da quelle utiliz- zate per la degenza o nei canili e gattili e devono possedere i seguenti requisiti (Figg. 1.2 e 1.3): • essere poste a un’altezza che faciliti il compito dell’operatore (l’al- tezza ideale è di circa 80 cm; altezze inferiori, di circa 40 cm, sono accettate ma più scomode); • avere pareti trasparenti in modo da poter visualizzare i pazienti Figura 1.2 Gabbia per cani ricoverati da qualsiasi punto del reparto; di grandi dimensioni. (Per • consentire l’accesso al paziente da parte di più operatori e con gentile concessione del Dr. JH diversi dispositivi (ciò significa avere più di una parete mobile o Robben.) rimovibile); • a vere superfici facilmente lavabili e disinfettabili; • consentire la separazione del paziente dalla superficie di appog- gio posta alla base della gabbia, così da poter collocare sul fondo un rivestimento morbido utilizzando per esempio il vello per piccoli animali, al fine di evitare piaghe da decubito e contatti con le deiezioni; • consentire la separazione dei rico- veri dei pazienti infettivi; • disporre di più prese di corrente, essere accessibili con una fonte di ossigeno e con un aspiratore, essere riscaldate e illuminate singolarmente; • in ogni reparto devono esserci almeno 1 o 2 gabbie a ossigeno;
Capitolo 1 Il Reparto Di Terapia Intensiva 9 • le gabbie non devono essere poste una di fronte all’altra per evitare Figura 1.3 Gabbia per gatti o conflitti tra i degenti; per cani di piccole e medie di • l’apertura e la chiusura delle gabbie non dovrebbero essere rumo- mensioni. (Per gentile conces rose (soprattutto quelle per i pazienti felini ed esotici). sione del Dr. JH Robben.) Generalmente le gabbie in commercio sono in acciaio, resine o plastica e riunite in due o più postazioni. Purtroppo hanno una sola parete di accesso (frontale), il che limita l’ispezione e la cura del paziente, nonché l’accesso di tutti i dispositivi necessari al monitoraggio e alla tera- pia. I vantaggi sono costituiti dalla convenienza economica, dalla mobilità e dalla semplicità di igienizzazione. Le gabbie, di qualunque modello si tratti, devono essere facilmente lavabili e disin- fettabili, anche per rimuovere i feromoni di allarme eliminati dal paziente precedente. Un adagio che all’Autore piace spesso ricordare è il seguente: la prima cura è l’igiene, quindi la medicina! Le infezioni contratte nei reparti di terapia intensiva sono una complicazione molto frequente e difficile da trattare, perché i pazienti spesso hanno difese immunitarie com- promesse e le infezioni contratte in TI sono sovente resistenti ai comuni antibiotici. Prima del ricovero le gabbie dovrebbero essere trat- tate con i feromoni di sintesi dell’appagamento canino o felino. L’ingresso e l’uscita dell’area dedicata ai pazienti infettivi devono essere pre- servati da ulteriori contaminazioni. In ingresso è necessario indossare camici e copricalzature che devono restare in quest’area all’uscita: tali norme devono essere osservate sia dagli operatori sia dai visitatori. Nel caso di pazienti gravemente immu- nodepressi è buona norma indossare anche un copricapo e una mascherina chirurgica.
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