Teorie e Tecniche della Televisione - Proff. Mihaela Gavrila, Christian Ruggiero a.a. 2019/2020 - Coris
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Una classificazione dei generi (G. Grignaffini, I generi televisivi, 2012, pp. 17-20) Genere come proprietà produttivo-formale - tipo di linguaggio caratteristico del prodotto (es. audiovisivo) - modi di produzione (es. interno studio o esterno) - tecniche (es. inquadrature) e tecnologie (es. effetti speciali) utilizzate Genere come proprietà del contenuto - aspetti narrativi: fiction vs intrattenimento o tg - ambientazione geografica e storica (nella fiction) - tonalità (nella fiction, commedia, drammatico, brillante, etc) - modalità di rappresentazione (nel non fiction, ricorso ad apparati spettacolari, orchestre, corpi di ballo, etc)
Una classificazione dei generi (G. Grignaffini, I generi televisivi, 2012, pp. 17-20) Genere come funzione sociale - intrattenimento - educazione - informazione
L’informazione (G. Grignaffini, I generi televisivi, 2012, p. 49) Quel settore della comunicazione televisiva che, in stretta connessione con il sistema dei media in generale, offre al pubblico ricostruzioni, racconti, analisi e interpretazioni di ciò che accade nel mondo. specifica funzione sociale: rendere pubbliche e disponibili a tutti notizie aggiornate atteggiamento nei confronti del pubblico: mettere in opera una serie di strategie comunicative allo scopo di garantire la verità di ciò che si sta trasmettendo.
L’informazione (G. Grignaffini, I generi televisivi, 2012, p. 49) prevalenza assoluta della diretta come garanzia di «presa» sulla realtà; dialettica tra l’interno dello studio e il mondo esterno; caratteristiche registico-estetiche (stili di ripresa, scenografie degli studi, utilizzo di grafiche, etc) al servizio della creazione di un effetto verità rapporto «distaccato» tra giornalista e pubblico (Casetti, 1986: «interprellazione») sempre più «contaminato» da forme di coinvolgimento emotivo (partecipazione del pubblico evocata attraverso emozioni, paure, tensioni, entusiasmi, etc)
L’informazione (A. Grasso, Televisione, 2002, p. 384) L’informazione ha rappresentato per lungo tempo il tratto distintivo e qualificante della televisione: il valore di una rete veniva giudicato in rapporto alla completezza e all’obiettività delle sue trasmissioni di informazione. Dagli anni ’80, la diffusione dei network commerciali ha determinato una crescita d’importanza del genere dell’intrattenimento e una sua progressiva contaminazione infotainment Nonostante i radicali mutamenti, l’informazione continua a rappresentare l’«anima nobile» della TV e non a caso è proprio intorno a essa che si sviluppano le discussioni più accese: attendibilità, capacità di influenzare l’opinione pubblica, par condicio…
Telegiornali (G. Grignaffini, I generi televisivi, 2012) conduzione: dallo stile particolarmente rigido e inespressivo dei conduttori dei primi tg (i «ventriloqui») a modalità di presentazione volte a far emergere uno stile personale (es. Mentana) regia / setting: inquadrature molto strette per sottolineare le espressioni del viso; spazi ristretti vs. spazi percorribili, decorati con pannelli e schermi video temi: meno politica, più cronaca (rosa e nera), sport, economia impaginazione: da ordine di priorità delle notizie a scaletta che alterna tensione e distensione per «tenere agganciati» gli spettatori
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG1 (dal 3 gennaio 1954) • strutturato secondo criteri di impaginazione a tema: politica interna, politica estera, cronaca, cronaca nera, sport; • raramente i filmati illustravano o accompagnavano le informazioni, il giornale si esauriva nella lettura delle notizie affidata a uno speaker unico, cui veniva richiesta dizione impeccabile, intonazione asettica, timbro sicuro, a connotare l’informazione per distacco e oggettività; «Alla maniera della televisione, e con la stessa scientifica infallibilità» https://www.youtube.com/watch?v=zCNOcSE9aeY
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG1 (1956/59) • aumentano a tre le edizioni quotidiane (pomeriggio, sera, notte); • lo speaker unico è sostituito da un gruppo di speaker e di giornalisti in video (Gianni Granzotto, Ugo Zatterin); • arrivano gli inviati, che conoscono una grande notorietà (Ruggero Orlando, Vittorio Orefice); • la scenografia si arricchisce dell’ampex, lo schermo trasparente su cui scorrono immagini filmate e fotografie di chiosa alle notizie;
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG1 (anni ’60/’80) • radicale processo di modernizzazione, evidente nella scenografia: sullo sfondo un megaschermo, in studio quattro scrivanie conduzione collettiva, stile più colloquiale (Arrigo Levi, Emilio Fede) • aumenta il numero di servizi dall’estero (Londra, Parigi, Bonn) e l’importanza delle redazioni decentrate (Milano, Torino, Firenze, Napoli); • si accentua il carattere prudente e protocollare del TG conservatore e cattolico (Angela Buttiglione, Bruno Vespa, Piero Badaloni); • aumentano le edizioni, per rispondere alla concorrenza delle private (nel 1983, con l’edizione flash delle 12.00, arrivano a sei);
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG1 (anni ‘90) • aumento ulteriore delle edizioni (fino a dodici); • anticipato da programmi «traino», il TG della sera è preceduto da un «promo» (per conferire un carattere disinvolto, spigliato); • il direttore Bruno Vespa introduce innovazioni nella scenografia (un grosso schermo alle spalle del conduttore su cui scorrono le immagini della redazione al lavoro) e nella conduzione (punta sulle «star»: Lilli Gruber, Maria Teresa Busi, Tiziana Ferrario). Maschi (https://www.youtube.com/watch?v=CAIkPrZDGbU) contro femmine (https://www.youtube.com/watch?v=9caQCykRH_E)
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG2 (dal 4 novembre 1961) • nel 1963 raggiunge la regolare trasmissione alle 21.00, ma a causa della scarsità di mezzi e per il disinvestimento della gestione Bernabei resta un rapido bollettino di 15-20 minuti; in quegli anni si costruisce un’identità non in concorrenza con il TG1: in linea con le aspirazioni del centrosinistra (apertura della DC al PSI), riserva una crescente quanto prudente attenzione ai temi sociali; • raggiunge le tre edizioni post-riforma 1976, sotto la guida di Andrea Barbato; in quegli anni tenta forme di innovazione e sperimentazione: notizie non più lette dal conduttore, ma proposte con tono colloquiale e raggruppate secondo tematizzazioni; introduzione di rubriche /es. Gulliver); largo spazio all’attualità politica, culturale e di spettacolo
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG2 (dal 4 novembre 1961) • alla metà degli anni Ottanta, il successo di pubblico e la concorrenza commerciale conduce ad aumentare le edizioni a sei; l’orientamento è marcatamente craxiano; modello di riferimento è un giornalismo di opinione e approfondimento, alla ricerca di anchorman e anchorwoman dotati di carisma, dinamicità, spregiudicatezza (Giancarlo Santalmassi, Enrico Mentana, Lilli Gruber, Carmen Lasorella, Lorenza Foschini); • sotto la direzione Mimun (1994-2002) l’orario serale è posticipato alle 20.30, la linea editoriale si concentra su servizi brevi, spesso dedicati a costume, spettacolo, gossip; molte le rubriche afferenti alla testata: Costume e società, Salute, Dossier, Medicina 33, Tg2 Motori.
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG3 (dal 15 dicembre 1979) • istituito insieme alla Testata Giornalistica per l’Informazione Regionale, affidata alla direzione di Biagio Agnes; va in onda alle con un’edizione nazionale di 15 minuti, seguita da una regionale di 25 minuti; • nei primi anni offre un’informazione di tipo radiofonico (rapida lettura di notizie, pochi filmati o immagini di accompagnamento) e provinciale (notizie fornite da sedi regionali con scarso interesse nazionale); • nel 1987, con la nomina a direttore di Sandro Curzi, crescono tanto la faziosità («TeleKabul») quanto la professionalità e l’innovazione (identificazione con il lavoro collettivo dei giornalisti, appendici fortunate come Samarcanda);
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG3 (dal 15 dicembre 1979) • negli anni Novanta il modello di riferimento è la CNN: collegamento fisso con New York, storie di copertina, identificazione con nomi quali Mariolina Sattanino, Maurizio Mannoni, Bianca Berlinguer, Federica Sciarelli; • il dopo-Curzi è segnato da una instabilità nella direzione (da Andrea Giubilo a Lucia Annunziata, direttori «esterni»), e trova una guida forte solo con Antonio Di Bella; • tra le rubriche: Italie, Shukran, Leonardo, Neapolis, Ambiente Italia, Tg3 Europa, Primo Piano
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) Studio Aperto (dal 15 gennaio 1991) • comincia a trasmettere il giorno in cui scade l’ultimatum degli USA all’Iraq per il ritiro delle truppe dal Kuwait; alla fine della Guerra del Golfo, l’uso della diretta sarà diritto acquisito per le reti Fininvest; • la direzione di Emilio Fede termina con l’obbligo per ogni rete di dotarsi di una testata indipendente (1992); la sua enfasi emotiva viene giudicata più adeguata al pubblico di Rete4 e viene sostituito da Vittorio Corona, poi da Paolo Liguori, che conferisce al TG un ritmo serrato con brevi servizi cronachistici, riservando il commento alla rubrica Fatti e misfatti dello stesso direttore; • con la direzione di Mario Giordano (2000-2007) il TG punta a conquistare il pubblico giovanile, con molta cronaca nera e rosa, servizi di vita vissuta e spazio a vip e alle trasmissioni Mediaset di successo.
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG4 (dal 1° giugno 1991) • diretto dal 1992 da Emilio Fede, varato con quattro edizioni giornaliere (la serale, alle 19.00, in concorrenza con il TG3), che arrivano a cinque con quella notturna; • pensato per il pubblico femminile e adulto, insegue i toni popolari e il linguaggio familiare, ricerca ed enfatizza il contatto affettivo ed empatico con il pubblico (rinunciando al mezzobusto per la figura intera); • la conduzione di Fede si caratterizza per l’ampia gestualità e drammatizzazione delle news (stile telenovela); • la faziosità della testata si acuisce con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, divenendo quasi un «house organ» di Forza Italia.
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG5 (dal 13 gennaio 1992) • nato con l’obiettivo di guadagnare un’audience più ampia ed eterogenea possibile riservando un’attenzione privilegiata alla cronaca, è costretto a dedicare molto spazio alla politica (Tangentopoli); • nel marzo 1993 avviene il primo sorpasso del TG1; • dieci anni di dati sugli ascolti confermano la logica vincente della controprogrammazione nelle edizioni delle 20.00 (vs TG1) e delle 13.00 (vs TG2);
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG5 (dal 13 gennaio 1992) • il direttore è Enrico Mentana, i vicedirettori Clemente Mimun ed Emilio Carelli si alternano in video a Cristina Parodi, Cesara Buonamici e Lamberto Sposini; • inizialmente composto di tre edizioni (13,00 – 20,00 – 24,00); • mira a un’informazione agile e veloce, alla maniera dei network americani, capace con il suo ritmo incalzante e serrato di trattenere l’attenzione del telespettatore Enrico «Mitraglia» Mentana https://www.youtube.com/watch?v=gcnuXtl1T7g
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TG5 (anni ’90 / 2000) • nel corso degli anni la redazione del TG5 cura diversi speciali (il Braccio di ferro Occhetto-Berlusconi del 1994), e dà vita a diversi programmi informativi (Verissimo, Terra!); • nel 2001 viene creato il sito Tg5.it, con le notizie e le rubriche Chiedilo al Tg5 e Dillo al Tg5
Telegiornali (A. Grasso, Televisione, 2002) TGLA7 (dal 25 giugno 2001) • l‘informazione diventa presto uno dei punti chiave dell’emittente, che adatta il proprio palinsesto alla cronaca e si trasforma all’occorrenza in una all news (es. seconda Guerra del Golfo, 2003); • si rivolge a un pubblico di nicchia, dedicando ampio spazio a esteri, economia e cultura; • dal 2006 è direttore Antonello Piroso, dal 2010 Enrico Mentana, protagonista di una svolta che unisce alla dimensione dell’approfondimento quella narrativa e d’opinione, e di un considerevole aumento degli ascolti.
LINK: La sfera pubblica mediatizzata Gli studi delle emittenti sono diventati un importante “luogo” della politica. Lancio di candidature, formazione di alleanze, polemiche, proposte, e rotture non solo sono raccontate ma sempre più spesso avvengono nei salotti della televisione, a scapito, almeno in qualche misura, delle tradizionali istituzioni politiche. E, tra l’altro, con il conseguente aumento dell’importanza delle scelte editoriali di fondo, del formato, della scenografia e degli stili di conduzione dei giornalisti nei programmi di maggior ascolto. G. SANI (a cura di), Mass media ed elezioni, il Mulino, Bologna, 2001, p. 12
LINK: La ricerca quantitativa L’indice più immediato del peso politico della Tv è eminentemente quantitativo: “tempo di parola”, di presa di parola dell’esponente politico + “tempo di notizia”, ossia di presa di parola di un giornalista o conduttore che illustri un argomento o un evento in relazione a tale soggetto = “tempo d’antenna” complessivamente dedicato ad un determinato soggetto.
LINK: L’analisi del contenuto come inchiesta Il contenuto (di una trasmissione TV) può essere scomposto in variabili, attraverso l’utilizzo di una scheda d’analisi progettata e costruita ad hoc, simile nella sua struttura ad un questionario. G. LOSITO, L’analisi del contenuto nella ricerca sociale, FrancoAngeli, Milano, 1993. L’unità d’analisi (la singola puntata di un talk show), viene scomposta in variabili, come ad esempio i temi trattati o gli ospiti presenti, che possono essere più o meno funzionali agli obiettivi cognitivi di una specifica ricerca.
LINK: Il Conte Bis nei telegiornali della sera
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