Analisi della traduzione degli elementi culturospecifici nei sottotitoli della serie televisiva italiana Romanzo Criminale
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Faculteit Letteren & Wijsbegeerte Maarten Lievrouw Analisi della traduzione degli elementi culturospecifici nei sottotitoli della serie televisiva italiana Romanzo Criminale Masterproef voorgedragen tot het behalen van de graad van Master in de Meertalige Communicatie 2014 Promotor Prof. Dr. Giuliano Izzo Vakgroep Vertalen Tolken Communicatie
2 Prefazione Innanzittutto vorrei ringraziare il professore Izzo, che mi è stato di grande aiuto durante la mia ricerca. E’ sempre stato disposto per osservazioni, correzioni e soluzioni per domande, dubbi ed altri problemi. Vorrei ringraziare anche la professoressa Caniato, che mi ha stimolato tantissimo durante questo semestre e ha incitato la mia interesse nella propria ricerca. Mi hanno sempre sostenuto anche i miei genitori, mia sorella e mio cognato, ed i miei amici. Ringrazio anche loro del grande appoggio.
3 Indice 1. Introduzione 4 2. Letteratura 6 2.1. Gli elementi culturospecifici 6 2.1.1. Gli elementi culturospecifici di carattere strettamente culturale 7 2.1.2. Gli elementi culturospecifici di carattere linguistico 9 2.2. La traduzione audiovisiva 10 2.2.1. La sottotitolazione interlinguistica 11 2.2.2. Le strategie traduttive 13 3. Metodo 15 3.1. La serie televisiva: Romanzo Criminale 15 3.2. Disegno dello studio 16 4. Analisi 17 4.1. Il contesto socioculturale italiano degli anni ’70 17 4.1.1. Il caso Moro 21 4.1.2. La strage di Bologna 25 4.2. I servizi segreti e la P2 28 4.3. Le organizzazioni criminali 35 4.3.1. La banda della Magliana 35 4.3.2. La Mafia e la Camorra 38 4.3.3. La traduzione dei nomi ed il caso Trentadenari 41 5. Discussione 43 6. Bibliografia 45
4 1. Introduzione Influenzati dalla crescita enorme dei media onnipresenti nel 21° secolo, gli studi sulla traduzione audiovisiva hanno ormai conquistato una posizione molto importante nell’interno degli studi sulla traduzione, come afferma Jorge Diaz Cintas (2008 1), uno degli esperti più noti nel campo della traduzione audiovisiva. Il campo sottoposto ad esame nella presente tesi di laurea è la traduzione degli elementi culturospecifici 2 nei sottotitoli: questi elementi costituiscono riferimenti alla cultura di partenza che potrebbero creare delle difficoltà per il pubblico destinatario - che è vicino alla cultura di arrivo - nel contestualizzare il messaggio. Oltre al metodo del doppiaggio, in cui, secondo Vermeulen (2011 3), la colonna sonora originale viene sostituita con una nuova colonna audio in un’altra lingua, esiste anche il metodo dei sottotitoli, un’opzione molto meno dispendiosa. I sottotitoli costituiscono in effetti la riproduzione di un testo scritto o parlato e vengono preferiti al metodo del doppiaggio in comunità linguistiche meno numerose, perchè il doppiaggio richiede più mezzi finanziari. Basandoci su alcuni esempi di sottotitoli in cui sono presenti degli elementi culturospecifici, cerchiamo di fare un’analisi profonda sull’applicazione delle strategie traduttive descritte da Pedersen (2011 4) e di formulare delle ipotesi sulla percezione del pubblico destinatario. Questi esempi di sottotitoli ci sono forniti dalla serie televisiva italiana Romanzo Criminale; una serie che si ambienta nell’Italia degli anni di piombo e che offre allora una vasta gamma di elementi culturospecifici. 1 Diaz Cintas Jorge (2008), “Audiovisual Translation Comes of Age”, in D. Chiaro, C. Heiss, C. Bucariaeds., Between Text and Image: Updating Research in Screen Translation, London and New York, John Benjamins, 1-9. 2 Ranzato, I. (2010) La traduzione audiovisiva: Analisi degli elementi culturospecifici. Roma: Bulzoni Editori. Definizione leggermente adattata. 3 Vermeulen (2011). Vertaling van audiovisuele teksten. 4 Pedersen, J. (2011). Subtitling Norms for Television: An exploration focussing on extralinguistic cultural references. Amsterdam and Philadelphia, PA: John Benjamins Publishing Co.
5 Un’aspetto molto particolare che caratterizza la grande maggioranza dei dialoghi presenti nella serie televisiva è l’uso di diversi linguaggi. A questo punto si è posta una questione molto importante per lo sviluppo di questo studio: dovremmo considerare queste varietà linguistiche come degli elementi culturospecifici o meno? Nella letteratura cerchiamo di dare una risposta delineata a questa domanda, oltre ad approfondire la teoria sugli elementi culturospecifici e la traduzione audiovisiva in generale. Siccome non abbiamo a disposizione i mezzi necessari per controllare in modo empirico la percezione del pubblico destinatario, ci limitiamo a formulare delle ipotesi sulla costruzione cognitiva del contesto. Questo preciso campo di studio - che è diventato molto importante durante gli ultimi anni - offre delle possibilità interessanti ed è quindi chiaro che quest’analisi potrebbe apire delle porte ad una ricerca ulteriore.
6 2. Letteratura 2.1. Gli elementi culturospecifici Quest’analisi si concentra sulla traduzione in nederlandese degli elementi culturospecifici che sono stati ritratti dai sottotitoli della serie televisiva italiana Romanzo Criminale. Innanzittutto, vi è il bisogno di costruire una definizione oggettiva e ben delineata della parola culturospecifico, affinché sia chiaro quali elementi si possano considerare come propriamente culturospecifici, e non vi sia confusione per quanto riguarda l’uso del termine in vari contesti. Considerando che una cultura ed una lingua non si separano facilmente, la questione più importante che si pone in questa situazione è la seguente: le varietà linguistiche andrebbero considerate appunto come degli elementi culturali, anzi culturospecifici, che a parte il loro valore linguistico costituiscono anche una parte importante della cultura o meno? Secondo Pedersen (2011: 45), a questa domanda non vi è una risposta in senso stretto, siccome neanche i concetti cultura e lingua si definiscono facilmente. Spiega allora così Pedersen: La cultura è dappertutto e lo è pure la lingua. Totalmente dipendente dal punto di vista: tutto è culturale; tutto è linguistico; o la cultura si limita a certe istituzioni e la lingua non è che nella mente dell’utente, e non ha nessun legame con il mondo esterno. Ogni punto di vista escluderebbe qualche aspetto problematico ma interessante da analizzare nel processo di traduzione, sia culturale che linguistico. 5 Visto che questa tesi di laurea non intende ad approfondire l’analisi di queste definizioni, per interessante che sia, ci limitiamo alle citazioni di Pedersen che spiegano la complessità del campo sottoposto ad esame. La lingua e la cultura si influiscono a vicenda e sono talmente collegate che durante quest’analisi consideriamo le varietà linguistiche che si trovano nei sottotitoli della serie 5 Pedersen, J. (2011). Subtitling Norms for Television: An exploration focussing on extralinguistic cultural references. Amsterdam and Philadelphia, PA: John Benjamins Publishing Co. Traduzione mia.
7 televisiva Romanzo Criminale allora proprio come degli elementi culturospecifici. Rendendoci comunque conto della scelta che è stata fatta, affrontiamo poi una definizione della parola culturospecifico - e quindi anche degli elementi culturospecifici - già esistente, di Ranzato (2010: 39). Per elementi culturali - o culturospecifici o realia - si intendono quegli elementi presenti all’interno di un testo che hanno un contenuto culturale. Nei film e negli altri prodotti audiovisivi, tali riferimenti sono i segni verbali e non verbali (questi ultimi a loro volta visivi e acustici) che sono specifici al contesto socioculturale di origine e che possono non essere noti alla cultura di arrivo. 6 Siccome gli elementi culturospecifici di carattere linguistico vanno spesso considerati come un caso particolare nel campo della traduzione audiovisiva, approfondiamo questa distinzione tra gli elementi culturospecifici strettamente culturali e quelli che hanno un carattere linguistico. 2.1.1. Gli elementi culturospecifici di carattere strettamente culturale Gli elementi culturali che si trovano in un testo sono quelli che hanno un valore culturale, ma superano l’appartenenza ad una cultura specifica; essi appartengono ad una cultura terza o sono ormai trasnazionali e globalmente noti, e si traducono senza problema. Quest’analisi però cerca di capire come si traducono gli elementi culturali che richiedono altre strategie traduttive, a causa della loro appartenenza ad una cultura specifica. Si tratta allora degli elementi culturospecifici, e la prima categoria che va distinta è quella degli elementi culturospecifici di carattere strettamente culturale. Essi non hanno un legame immediato con la lingua, ma costituiscono una parte della cultura dalla quale proviene il testo di partenza e possone essere capiti soltanto all’interno di una cultura specifica, ciò che rende molto difficile il processo di traduzione. Una difficoltà che 6 Ranzato, I. (2010) La traduzione audiovisiva: Analisi degli elementi culturospecifici. Roma: Bulzoni Editori. Definizione leggermente adattata.
8 viene aggiunta è che questo tipo di elementi culturospecifici possono essere verbali - cioè l’elemento viene descritto usando la lingua - o visibili; in quest’ultimo caso l’elemento viene - in modo implicito o esplicito - mostrato senza una descrizione. Sono state proposte varie tassonomie sui riferimenti culturali. Varie versioni (come quella proposta da Peter Newmark 1988: 95) sono state utili per organizzare questo tipo di elementi, ma sono state spesso criticate per la mancanza di contestualizzazione (Mailhac 1996: 137-139; Kwiecinski 2001: 129-134). Nel libro di Jorge Díaz Cintas e Aline Remael, Audiovisual Translation: Subtitling (2007: 201), troviamo una versione della tassonomia sui riferimenti culturali dettagliata e adattata: • Riferimenti geografici: Oggetti della geografia fisica: savana, mistral, tornado. Oggetti geografici: Downs, Plaza Mayor. Specie endemiche di animali e piante: sequoia, zebra. • Riferimenti etnografici: Oggetti della vita quotidiana: tapas, trattoria, igloo. Riferimenti al lavoro: farmer, gaucho, machete, ranch. Riferimenti ad arte e cultura: blues, Giorno del ringraziamento, Romeo e Giulietta. Riferimenti alla nazionalità o al luogo di nascita: gringo, Cockney, parigino. • Riferimenti sociopolitici: Riferimenti a unità amministrative o territoriali: contea, bidonville, stato. Riferimenti a istituzioni o funzioni: Reichstag, sceriffo, Congresso. Riferimenti alla vita socioculturale: Ku Klux Klan, proibisionismo, landed gentry. Riferimenti a istituzioni e oggetti militari: Feldwebel, marine, Smith & Wesson.
9 2.1.2. Gli elementi culturospecifici di carattere linguistico Un caso particolare nel processo di traduzione audiovisiva degli elementi culturospecifici è il seguente: la traduzione delle varietà linguistiche - dialetti e socioletti - che costituiscono la gamma completa di una lingua, e che quindi hanno anche un certo valore culturale. Si tratta degli elementi culturospecifici di carattere linguistico, i quali sono tutti elementi culturospecifici verbali ma con un valore particolare, nel senso che l’aspetto culturospecifico non sta nel riferimento dell’elemento, ma nel modo in cui viene espresso un messaggio. Secondo Ranzato (2010: 55), “l’approccio alla traduzione di dialetti e socioletti nei prodotti audiovisivi è spesso superficiale, dilettantesco o semplicemente incurante del problema.” La spiegazione per questa mancata profondità è doppia 7: dal punto di vista teorica è impossibile stabilire un’analogia tra un dialetto regionale italiano e un dialetto regionale straniero; dal punto di vista pratica poi è molto difficile stabilire quale varietà regionale della lingua di arrivo, tra le tante disponibili, sia la più adeguata a tradurne un’altra in lingua di partenza. Prima di analizzare le strategie usate in realtà bisogna approfondire e definire anche questi elementi culturospecifici, per creare una comprensibilità ulteriore per quanto riguarda la complessità linguistica che influirà sul processo di traduzione. Naturalmente la prima varietà della lingua è la varietà standard: “il linguaggio neutro, non marcato su nessuna delle dimensioni di variazione; codificato dalla tradizione scolastica e accettato come corretto e buona lingua; normale, statisticamente più diffuso.” 8 Grazie a Berruto (1993: 3) consideriamo, accanto alla varietà standard, le varietà seguenti: la varietà diatopica, costituita dalla regione in cui si parla (spesso chiamata dialetto); la varietà diastratica, determinata dal gruppo o dallo strato sociale che parla (spesso chiamata socioletto); la varietà diafisica, determinata dalla situazione sociale; la varietà diamesica, dipendente dal canale attraverso il quale la lingua viene usata. L’interesse che condividono il campo della sociolinguistica e quello della dialettologia per quanto riguarda la traduzione audiovisiva, è dovuto al fatto che nessun altro tipo di testo 7 Fusari, S. (2007). Idioletti e dialetti nel doppiaggio italiano de I Simpson. Quaderni del CeSLiC, Bologna: Edizioni Asterisco. 8 Berruto, G. (1993). Le varietà del repertorio. In A. A. Sobrero, Introduzione all’italiano contemporaneo. Bari: Editori Laterza.
10 come quello audiovisivo offre un numero di esempi così vario e completo di ogni sorta di varietà linguistica e quindi un numero praticamente infinito di elementi fonologici, sintattici e lessicali. 9 Galassi (1994: 67) nota comunque che l’uso dei dialetti nei prodotti audiovisivi italiani ha sempre avuto una connotazione grottesca. Non ha di solito l’ambizione di conferire una marcatezza socioculturale, ma il suo utilizzo è generalmente percepito come inadatto per i film drammatici, con l’eccezione del siciliano ‘mafioso’. Quel siciliano ‘mafioso’ si potrebbe anche definire come una combinazione tra la varietà diatopica siciliana ed il gergo criminale 10. 2.2. La traduzione audiovisiva Prima di analizzare il caso problematico della traduzione degli elementi culturospecifici - definiti sopra - bisogna definire in senso stretto e tracciare i confini terminologici della traduzione audiovisiva. Questa varietà del processo di traduzione ha un carattere molto diverso e particolare e richiede un punto di vista adattato, visto che si tratta di una combinazione di elementi linguistici con elementi tecnologici. Secondo Perego e Taylor (2012: 45), “con il termine traduzione audiovisiva si fa riferimento ad un’attività che comprende il trasferimento del significato globale di un testo di origine e la successiva produzione di un testo nuovo, equivalente a quello originale in un’altra lingua. ... Il testo audiovisivo poi è un testo che per comunicare un messaggio si serve di canali multipli con diversi gradi di ridondanza.” 11 Questa definizione prova a coprire il valore totale della traduzione audiovisiva, benché non sia facile descriverne l’impianto semiotico caratterizzante. La traduzione audiovisiva abbraccia diversi ambiti di attività, che vanno definiti nella seguente classificazione di Chaume (2004: 31-40), grazie alla quale la definizione della parola viene approfondita: 9 Ranzato, I. (2010). La traduzione audiovisiva: Analisi degli elementi culturospecifici. Roma: Bulzoni Editori. 10 Sanga, G.(1993) Gerghi. In A. A. Sobrero, Introduzione all’italiano contemporaneo. Bari: Editori Laterza. 11 Perego, E. & Taylor, C. (2012). Tradurre l’audiovisivo. Roma: Carocci editore.
11 • Il doppiaggio, nel quale, mediante la sincronizzazione articolaria ed espressiva, la colonna dei dialoghi in lingua originale è sostituita dalla colonna dei dialoghi nella lingua di arrivo. • La sottotitolazione interlinguistica, cioè la traduzione nella lingua di arrivo della lingua originale del film mediante sottotitoli applicati con varie tecniche alla pellicola o immediatamente sotto lo schermo per mezzo elettronico. • La sottotitolazione intralinguistica per le persone con difficoltà uditive. • Il voice over, vale a dire la traduzione nella lingua di arrivo di un brano in lingua originale montato sopra l’originale stesso, senza alcuna sincronizzazione. • I sopratitoli, cioè i sottotitoli proiettati sopra o sotto la scena durante gli spettacoli teatrali o operistici. • L’audiodescrizione, vale a dire il commento audio, di solito intralinguistico, sull’azione che si svolge in scena o in un film. Per quanto riguarda l’analisi fatta nel contesto di questa tesina, ci interessa un’ambito in particolare: la sottotitolazione interlinguistica. Ecco perchè approfondiamo ancora la definizione e le caratteristiche di questo genere di traduzione audiovisiva. 2.2.1. La sottotitolazione interlinguistica I sottotitoli non sono solamente dei testi che si trovano in fondo allo schermo e che manifestano la traduzione di ciò che viene detto - i dialoghi - ma hanno delle funzioni e delle caratteristiche più complicate, e costituiscono la riproduzione di un testo scritto o parlato. Ci serve in ogni caso una definizione esaustiva della parola sottotitolo che ci viene offerta da Anna Vermeulen, nel suo manuale Vertaling van audiovisuele teksten (2011: 13) della laurea magistrale alla Scuola Universitaria di Gent:
12 Un sottotitolo è la riproduzione scritta di un testo parlato o scritto che viene illustrata attraverso uno schermo (di un film, di un televisore o di un computer), o da una scena (il teatro, l’opera, ...), e che viene aggiunta allo schermo, in sincronia ed interazione con il suono e l’immagine, sotto forma di una trascrizione od una traduzione, o che viene proiettata accanto a o sopra la scena. Siccome si tratta in questo caso di un’analisi della traduzione di questo tipo di sottotitoli, oltre ai problemi che riguardano gli elementi culturospecifici - che siano di carattere strettamente culturale o di carattere linguistico -, bisogna rendersi conto quindi dei limiti spazio-temporali descritti da Pedersen (2011: 19) che caratterizzano questo tipo di testo, e che influenzeranno pure il processo di traduzione di questo tipo di testo. Naturalmente, i limiti per quanto riguarda lo spazio sono dovuti al fatto che il sottotitolatore ha a disposizione solo due linee, nelle quali può inserire un numero di caratteri limitato. Secondo Luyken et al. (1991: 43) questo numero varia da 28 a 38, e dipende dal tipo di carattere che viene usato; lettere come m e w prendono più spazio di lettere come i e l, esattamente come le lettere in corsivo o maiuscole, etc. I limiti temporali invece sono molto legati a quelli spaziali, nel senso che si deve far vedere il messaggio espresso nelle - al massimo - due linee abbastanza a lungo, per far sì che lo spettatore possa capirlo. Gottlieb e Gambier (2001: 20) hanno determinato che due linee - con un totale medio di 72 caratteri - devono rimanere sullo schermo per almeno 6 secondi; da questo punto il messaggio è trasparente per lo spettatore. E’ in questo campo della traduzione audiovisiva che si incontrano i problemi che riguardano gli elementi culturospecifici, visto che si tratta di sottotitolazione interlinguistica; il tipo di sottotitolazione nel quale si trasferiscono elementi che appartengono ad una lingua di partenza - e quindi anche alla cultura legata a questa lingua - in una lingua di arrivo - e quindi anche nella cultura legata alla lingua di arrivo. Nella traduzione di un testo scritto, Schäffner (1993: 159) dice che “quando il pubblico destinatario manca delle conoscenze rilevanti al contesto originale, a causa di differenze culturali, il traduttore deve compensare quel buco culturale.” Perchè se non lo fa, si corre il rischio di evocare un culture bump 12: una rottura nella 12 Leppihalme, R. 1997. Culture Bumps: An Empirical Approach to the Translation of Allusions. Helsinki: Helsinki University Press.
13 comunicazione tra due culture, che rappresenta un grado minore dello shock culturale. Continua Schäffner (1993: 159) dicendo che “a quel punto il pubblico destinatario si trova in una posizione scomoda in cui non si orienta e ha delle difficoltà nel capire gli elementi che appartengono alla cultura di partenza.” Naturalmente - a causa dei limiti spazio-temporali definiti sopra - nel caso della sottotitolazione interlinguistica il traduttore non ha la possibilità di realizzare quel compenso, il che spiega la complessità del processo di traduzione e le difficoltà che nascono in questo processo. Andiamo a vedere allora quali sono le strategie traduttive applicate in questo campo preciso della traduzione audiovisiva. 2.2.2. Le strategie traduttive Avendo definito gli elementi culturospecifici, la traduzione audiovisiva e in particolare la sottotitolazione interlinguistica - laddove nascono i problemi principali per quanto riguarda la traduzione degli elementi culturospecifici - bisogna trattare le strategie usate dai sottotitolatori per rappresentare gli elementi culturospecifici nel testo di arrivo. Sono state proposte varie tassonomie di strategie traduttive (Gambier 2008b; Gottlieb 1997; Tveit 2004; etc.) ma secondo Pedersen (2011: 71) la tendenza generale che vale per tutte queste tassonomie consiste nella classificazione delle strategie lungo un asse che si estende da strategie orientate al testo - e quindi alla lingua ed alla cultura - di partenza a strategie orientate al testo - e quindi alla lingua ed alla cultura – di arrivo. Sulla base delle tassonomie proposte dai vari autori menzionati, Pedersen (2011: 74) propone una tassonomia di sei strategie traduttive che ha identificato: la ritenzione, la specificazione, la traduzione diretta, la generalizzazione, la sostituzione e l’omissione. Va notato però che queste strategie non si applicano agli elementi culturospecifici di carattere linguistico - i dialetti ed altre varietà che fanno parte della gamma totale di una lingua - o agli elementi culturospecifici che sono strettamente visuali; questi tipi di riferimenti semplicemente
14 non si traducono nello stesso modo, ma appartengono lo stesso alla cultura di partenza ed al contesto di un certo testo. La ritenzione è la strategia traduttiva che secondo Pedersen (2011: 78) è più orientata al testo - e quindi anche alla cultura - di partenza, permettendo all’elemento culturospecifico di entrare invariato nel testo di arrivo. Il sottotitolatore rimane fedele non solo al senso dell’elemento, ma appunto ad ogni lettera della parola. Questa è la strategia che viene più usata, benché non offra supporto al pubblico destinatario. La seconda strategia fedele al testo di partenza è quella della specificazione: l’elemento culturospecifico rimane anche in questo caso invariato, ma il sottotitolatore aggiunge informazioni che rendono l’elemento più specifico nel testo di arrivo che nel testo di partenza. Concludendo la serie di strategie traduttive fedeli al testo di partenza, consideriamo la traduzione diretta. Applicando questa strategia, l’elemento culturospecifico viene tradotto senza cambiare il valore semantico: non si adatta niente e non si aggiunge niente. La prima strategia traduttiva descritta da Pedersen (2011: ...) che si impegna ad avvicinare il pubblico destinatario, è quella della generalizzazione. Il sottotitolatore sceglie di sostituire
15 l’elemento originale con un elemento più generale, rendendo il senso dell’elemento meno specifico – questa strategia viene spesso accompagnata da una traduzione. La strategia della sostituzione costituisce poi la sostituzione dell’elemento culturospecifico con una parafrasi o un elemento culturospecifico diverso; o appartenente alla cultura di arrivo, o un elemento transculturale. L’ultima delle sei strategie che costituiscono la tassonomia di Pedersen (2011: 74) è un caso particolare: l’omissione. Come afferma Toury (1995: 82), l’omissione è una strategia traduttiva valida se si tratta di una scelta responsabile da parte del sottotitolatore. Applicando quest’ultima strategia, si sopprime l’elemento culturospecifico. 3. Metodo 3.1. La serie televisiva: Romanzo Criminale La serie televisiva italiana Romanzo Criminale - basata sull’omonimo romanzo del giudice Giancarlo De Cataldo e diretta da Stefano Sollima - propone, attraverso la trama principale basata sulla nascita e sulla crescita di una banda criminale romana, una gamma sostanziale di elementi culturospecifici che appartengono alla cultura ed alla storia italiana degli anni 70 e 80 - il periodo in cui si svolge la storia della banda -, e hanno contribuito al contesto italiano contemporaneo. Cominciando dall’aspetto linguistico, il linguaggio che viene usato nella serie televisiva è molto variato e caratterizza vari gruppi di persone, sia da un punto di vista geografico che da un punto di vista sociale. A parte l’italiano standard - parlato dal commissario Scialoja - valutiamo soprattutto tratti del gergo criminale ed il dialetto romanesco - parlato dalla Banda della Magliana - e quello napoletano. Il contesto socioculturale in cui è inserita la trama principale è quello degli anni di piombo: un’estremizzazione della dialettica politica si traduce in violenze di piazza e in atti di terrorismo; l’avversione nei confronti dei comunisti si nota attraverso i numerosi insulti subiti dal comunista Scialoja; Sollima suggerisce che la banda della magliana abbia a che fare con il
16 sequestro di Moro e la strage di Bologna; e i confini fra il mondo criminale e quello politico sono assolutamente artificiali. 3.2. Disegno dello studio E’ chiaro che il contesto socioculturale italiano degli anni settanta ed ottanta specificato nel paragrafo precedente ha delle caratteristiche molto particolari che hanno un valore importante per ogni cittadino italiano, siccome gli eventi che sono accaduti in quel periodo hanno influenzato l’evoluzione del paese e l’evoluzione a livello personale di ogni cittadino italiano che li ha vissuti. Visto che la trama principale - la storia della banda della Magliana - è inserita e si svolge proprio in questo periodo, lo spettatore italiano inserirà ogni elemento culturale in quel contesto e coglierà delle sottigliezze che vanno oltre la storia della banda ma che si riferiscono ad un evento storico avvenuto in quel periodo. Quest’analisi cerca allora di analizzare fino a qual punto è possibile la percezione di questo contesto - oltre alla storia principale - per un pubblico nederlandofono, visto che trattiamo i sottotitoli nederlandesi. Invece di elaborare un corpus - che servirebbe piùttosto a definire le varie strategie effettivamente usate in questo caso -, trattiamo qualche brano di sottotitoli che non fanno semplicemente parte della trama centrale ma che sono dei riferimenti molto importanti per la costruzione cognitiva del contesto italiano degli anni di piombo. Vediamo se e come il sottotitolatore ha inserito quei riferimenti nei sottitotoli nederlandesi, in modo da poter proporre un’ipotesi sulla capacità del pubblico nederlandofono di capire il contesto socioculturale italiano basandosi sui sottotitoli. Abbiamo allora suddiviso questi elementi in qualche gruppo: nel paragrafo il contesto socioculturale italiano degli anni ‘70 trattiamo gli elementi generali che si riferiscono ad un evento o un personaggio che ha avuto un ruolo importante in quel specifico periodo e che serve allo spettatore ad inserire la storia nel contesto molto preciso; I servizi segreti e la P2 mostra poi come sono stati tradotti i riferimenti al ruolo dei servizi segreti nel contesto degli anni di piombo, e in modo meno profondo andiamo anche ad analizzare la traduzione degli elementi che si riferiscono alla P2; e nell’ultimo paragrafo - Le organizzazioni criminali - trattiamo i riferimenti alla banda della Magliana, alla Camorra ed
17 alla Mafia, inserendo anche l’aspetto linguistico - cioè l’aspetto che riguarda gli elementi culturospecifici di carattere linguistico. In una discussione finale valuteremo le strategie traduttive usate e le scelte concrete che sono state fatte per quanto riguarda la rappresentazione del contesto socioculturale. Seguendo la teoria dello Skopos - com’è spiegata in Grundlegung einer algemeine Translationstheorie di Vermeer, in collaborazione con Reiss (1984) - ogni scelta fatta nel processo di traduzione può essere giustificata se la traduzione si focalizza sull’intenzione e sulla funzione del testo di arrivo. Formulando le nostre conclusioni, consideriamo quindi anche questa teoria. 4. Analisi 4.1. Il contesto socioculturale italiano degli anni ‘70 La serie televisiva parte subito con la seguente scritta in sovraimpressione: Roma, Magliana, 1977, scritta che già senza ulteriori informazioni spinge lo spettatore italiano a costruire il contesto in cui si svolgerà la storia principale. Si tratta del contesto italiano degli anni 70, il quale è stato un periodo molto difficile per il paese, a causa delle opposizioni politiche che si tradussero in violenze di piazza ed in atti di terrorismo da parte di organizzazioni terroristiche di destra, ma soprattutto di sinistra - le Brigate Rosse. Quel periodo è noto per il popolo italiano come gli anni di piombo. Lo spettatore nederlandofono, non conoscendo in modo profondo la storia politica dell’Italia, probabilmente non farà queste associazioni e per ricostruire quel contesto avrà bisogno di ulteriori spiegazioni. Il primo esempio, nel quale durante una trasmissione televisiva viene menzionato l’omicidio da parte delle Brigate Rosse dell’avvocato Fulvio Croce, non dà comunque le informazioni necessarie per capire perfettamente la situazione socioculturale d’allora. Croce in quel periodo seguiva il processo ad alcuni membri delle Brigate Rosse, ciò che quindi spiega l’assassinio. Lo spettatore nederlandofono però, non avendo queste conoscenze, non capirà forse questo riferimento che non servirà allora a costruire il contesto socioculturale.
18 Esempio 1 (Serie 1; Episodio 1; 00:04:03,920 – 00:04:13,557) TV: Proseguono in tutt’Italia le indagini Iedereen volgt de moord op Fulvio Croce... sull’omicidio di Fulvio Croce, TV: il presidente dell’Ordine degli president van de orde van advocaten die Avvocati, ucciso due giorni fa da un vermoord is door de Rode Brigades. commando delle Brigate Rosse. Questa è la prima volta che si parla delle Brigate Rosse, cioè un riferimento culturospecifico sociopolitico che ha una grande importanza nella costruzione del contesto socioculturale. Il sottotitolatore in questo caso ha scelto la strategia traduttiva della traduzione diretta per riferirsi sia alle Brigate Rosse, che all’avvocato Fulvio Croce. Nel caso di Fulvio Croce, cioè un nome di persona, non serve la strategia della specificazione siccome nella versione italiana si trovano già informazioni aggiuntive. Nella prossima scena incontriamo il commissario Scialoja che si trova nel quartiere romano di Trastevere, quando scatta una manifestazione di piazza violenta e ci sono scontri fra la polizia ed un gruppo di giovani. Poi un poliziotto annuncia a Scialoja che è stata uccisa una ragazza (esempio 2). Considerando il contesto costruito in mente, lo spettatore italiano può capire che si tratta di uno scontro tra la polizia ed una fazione di sinistra e eventualmente che l’uccisione della ragazza riferisce all’uccisione della studentessa romana Giorgiana Masi da parte della polizia, sempre nel 1977. Esempio 2 (Serie 1; Episodio 1; 00:10:34,960 – 00:10:39,112) Poliziotto: Hanno ammazzato una ragazza. Ze hebben een meisje vermoord bij de Ponte Ponte Garibaldi. Garibaldi.
19 In questo caso, in cui si tratta di un riferimento geografico, il sottotitolatore ha scelto la strategia traduttiva della ritenzione, ritenendo infatti il termine originale che si riferisce al ponte Garibaldi a Roma. Da ciò che viene detto, lo spettatore nederlandofono non ha naturalmente nessun’idea dell’identità della vittima. Dal frammento seguente (esempio 3), lo spettatore nederlandofono può finalmente trarre delle informazioni per costruire una parte del contesto socioculturale italiano, anticipato naturalmente dallo spettatore italiano che già aveva capito quel contesto specifico. Il dialogo fra il commissario Scialoja ed il suo collega Rizzo, che accade dopo l’omicidio di Giorgiana Masi, rende chiare le tensioni di quel periodo a livello sociopolitico, specificamente per quanto riguarda il partito comunista. Esempio 3 (Serie 1; Episodio 1; 00:14:23,960 – 00:14:39,352) (Rizzo arriva fischiettando Bandiera Rossa) / Scialoja: Che ti serve qualcosa, Rizzo? Is er iets, Rizzo? Rizzo: - Non ti facevo comunista, Scialoja. - Ben je dan geen communist, Scialoja? Scialoja: Ah... Che tu eri stronzo invece io lk wist wel dat je een eikel was. l'ho sempre saputo! Rizzo: Ma perché ti incazzi? Perché c'è una Waarom zo boos? rossa di meno? Omdat ze een rode was? Rizzo: Preferivi che a morire fosse un Had je liever een dode collega gehad? collega? Grazie alle informazioni aggiuntive del dialogo in questo frammento anche lo spettatore nederlandofono avrà capito che la storia si svolge in un periodo difficile a livello sociopolitico per tutta l’Italia, anche se non avrà capito il contesto completo. Benchè venga omessa la connotazione della canzone che fischietta Rizzo - Bandiera Rossa, una canzone popolare dei
20 lavoratori italiani di matrice comunista - la strategia della traduzione diretta basta per capire che cosa c’è dietro i suoi insulti ironici nei confronti del commissario Scialoja, accusato di essere comunista. Troviamo un quarto esempio all’inizio della seconda puntata della serie televisiva, quando alla radio viene menzionato l’omicidio di un ragazzo a Torino che, sempre secondo la giornalista alla radio, è stato una risposta all’omicidio di un certo Rossi. Lo spettatore italiano probabilmente non avrà bisogno di ulteriori informazioni per capire che si tratta dell’omicidio da parte degli estremisti comunisti di Roberto Crescenzio - colpito da una Molotov - durante una manifestazione a Torino, dopo l’uccisione del militante di sinistra Walter Rossi, il giorno prima a Roma. Esempio 4 (Serie 1; Episodio 2; 00:00:12,279 – 00:00:20;799) Radio: Una cosa è certa: l’uccisione di quel Eén ding is zeker: de moord op die jongen ragazzetto a Torino in Turijn... Radio: è stata una risposta all’omicidio is een vergelding geweest Radio: di Rossi. voor de moord op Rossi. Per quanto riguarda il riferimento al militante di sinistra Rossi, il sottotitolatore ha scelto la strategia traduttiva della ritenzione; è molto difficile allora per lo spettatore nederlandofono capire questa situazione siccome non ha la stessa affinità con la storia italiana ed il contesto degli anni di piombo che ha invece lo spettatore italiano. Quest’esempio va legato al prossimo esempio (esempio 5) nel quale Rizzo, avendo appena trovato un corpo sconosciuto e bruciato in una macchina, si rivolge di nuovo a Scialoja e fa riferimento all’omicidio di Crescenzio.
21 Esempio 5 (Serie 1; Episodio 2; 00:10:31,039 – 00:10:39,239) Rizzo: Sono stati i comunisti, i tuoi amici. Dat waren de communisten, je vrienden. Rizzo: Eh! Sono loro che bruciano le Zij steken mensen in de fik, toch? Net zoals persone, no? Come quel ragazzo di Torino. die knul in Turijn. In questo caso vi è assolutamente bisogno di avere ulteriori informazioni sugli eventi accaduti per capire totalmente il riferimento espresso dal commissario Rizzo. Quest’esempio può comunque servire allo spettatore nederlandofono per capire che in quel periodo c’erano tensioni a livello sociopolitico in’Italia. Finora abbiamo individuato e trattato alcuni riferimenti che si trovano nelle prime due puntate della serie televisiva e che introducono il contesto in cui si svolgerà storia della banda della Magliana. Lo spettatore italiano non necessariamente avrà riconosciuto tutte le situazioni o tutti i nomi menzionati negli esempi, ma la sua costruzione cognitiva del contesto socioculturale dovrebbe essere comunque più completa di quella dello spettatore nederlandofono. 4.1.1. Il caso Moro Dalla terza puntata in poi, l’evento culturospecifico principale a cui ci si riferisce è il rapimento e l’uccisione da parte delle Brigate Rosse dell’allora presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Quest’evento ha suscitato in tutt’Italia nuove tensioni siccome Moro stava per chiudere degli accordi con il partito comunista e portarlo al governo, il cosiddetto compromesso storico; le circostanze della sua morte hanno allora alimentato un mistero nazionale su cui neanche oggi vi sono delle risposte chiare. Lo spettatore italiano, avendo sicuramente a disposizione le conoscenze su quest’evento storico, sarà in grado di inserire la storia nel contesto preciso, mentre lo spettatore nederlandofono avrà bisogno di ulteriori informazioni per capire l’importanza che ha il
22 rapimento di Moro in questo contesto. Analizzeremo allora qualche brano importante in cui si parla proprio del rapimento di Aldo Moro e vedremo quindi come il sottotitolatore ha tradotto questo riferimento culturospecifico. Il primo esempio (esempio 6) in cui si parla del rapimento di Aldo Moro è il seguente: il procuratore Borgia annuncia al commissario Scialoja ciò che ha appena scoperto. Esempio 6 (Serie 1; Episodio 4; 00:50:46,331 – 00:50:57,404) Borgia: Sa con chi stavo parlando al Weet je wie ik aan de lijn had? telefono? Col ministero degli interni, e lo sa Binnenlandse zaken. Weet je waarom? perchè? Borgia: Hanno appena rapito l’onorevole Ze hebben Moro ontvoerd en z’n escorte Moro e massacrato la sua scorta. afgeslacht. Innanzittutto, come accade spesso per riferimenti che riguardano dipartimenti di governo, è stata applicata la strategia della traduzione diretta per il riferimento il ministero degli interni. Va anche notato ovviamente che è stata tolta la parola “onorevole”, la quale può essere un sinonimo della parola “parlamentarie” riferendosi così alla funzione di Moro. Notiamo anche che il sottotitolatore ha scelto di non aggiungere informazioni al riferimento culturospecifico, il che rende molto difficile il processo della costruzione del contesto da parte dello spettatore nederlandofono. Non avendo le stesse conoscenze dello spettatore italiano su quest’evento molto specifico ed importante nella storia italiana, non sarà probabilmente in grado di capire la situazione del rapimento di Aldo Moro. Qualche minuto dopo durante la stessa puntata viene trasmesso in tv (esempio 7) ed alla radio (esempio 8) il comunicato ufficiale sul rapimento. Consideriamo gli esempi e la traduzione di essi.
23 Esempio 7 (Serie 1; Episodio 4; 00:52:09,887 – 00:52:29,399) TV: Giovedì 16 marzo una Fiat 128 targata Op 16 maart rijdt een auto met diplomatiek corpo diplomatico kenteken... TV: blocca l'autobus sulla quale il een blauwe auto klem met daarin Aldo presidente della DC si sta recando in Moro van de DC... parlamento TV: per il dibattito sulla fiducia al governo op weg naar het debat over de regering- Andreotti, Andreotti. TV: seguito dall'auto della scorta. Achter hem rijdt de volgauto. TV: La tragedia è fulminea: i cinque, tra De vijf agenten in de volgauto zijn carabinieri e agenti della scorta, sono uccisi. vermoord. Pure in questo caso il sottotitolatore ha optato per la strategia della traduzione diretta per l’elemento culturospecifico che riguarda il governo - il governo-Andreotti - anche se in questo caso viene perduta così una connotazione importante che spiega una parte del contesto. Il governo-Andreotti infatti sarebbe stato, grazie all’appoggio di Aldo Moro, il primo governo con il sostegno del partito comunista. E’ proprio perchè Moro stava per chiudere un accordo con i comunisti che è stato rapito: un dettaglio importante che lo spettatore nederlandofono forse non capirà. Il riferimento nei sottotitoli nederlandesi al presidente della DC in quest’esempio è di nuovo privo di informazioni necessarie: il sottotitolatore infatti ha tolto la specificazione - “il presidente della DC” - che c’è nel dialogo originale, rendendo meno specifico il riferimento nella versione nederlandese. Non sarà chiaro allora che Aldo Moro era il presidente della DC e, non avendo nemmeno specificato il riferimento “DC”, non sarà neanche chiaro quale è precisamente il partito DC, cioè la Democrazia Cristiana. Interessante è anche la strategia della generalizzazione che è stata applicata per il riferimento culturospecifico “carabinieri e agenti
24 della scorta”, diventato semplicemente “agenten”. Non solo vi è la distinzione tra i carabinieri e la polizia che non è chiara, ma viene perduta anche la connotazione degli agenti della scorta del presidente della DC, che non hanno le stesse funzioni della polizia o dei carabinieri. Esempio 8 (Serie 1; Episodio 4; 00:53:36,281 – 00:53:51,190) TV: L’onorevole era appena uscito dalla sua Minister Moro had net het huis verlaten en residenza e si stava dirigendo verso il was op weg naar het parlement... parlamento TV: per il voto di fiducia al nuovo governo- om steun te betuigen aan de regering... Andreotti TV: quando è stato intercettato da un toen hij werd onderschept door terroristen... commando di terroristi TV: presubilmente delle Brigate Rosse. vermoedelijk van de Rode Brigades. Nella traduzione del riferimento a Moro in quest’esempio - “l’onorevole” – si è tradotto usando la strategia della specificazione: viene menzionato il suo nome, aggiunto con la sua funzione - “minister” - benchè sia ancora troppo difficile per lo spettatore nederlandofono capire il ruolo esatto di Aldo Moro nel contesto degli anni di piombo. Dal riferimento al governo-Andreotti viene poi tolta la parola “Andreotti”, generalizzando la traduzione e togliendo anche il significato esatto di questo governo. Il sottotitolatore si riferisce alle Brigate Rosse applicando la strategia della traduzione diretta; una strategia che viene sistematicamente applicata per questo preciso riferimento. Non sono naturalmente soltanto i media a parlare del rapimento di Aldo Moro; a un certo punto ne parlano anche i membri della banda della Magliana e più precisamente il cosiddetto Dandi, come vediamo nell’esempio 9.
25 Esempio 9 (Serie 1; Episodio 5; 00:01:00,120 – 00:01:04,636) Dandi: Pe’ ‘sta storia di Moro e pe’ tutta Nu met Moro en alle smerissen durven ze ‘sta polizia che gira non c’hanno voglia di niet meer op straat. stà pe’ strada a spaccià. I criminali si riferiscono sempre al presidente della DC semplicemente come “Moro”, e per questo riferimento non vi è naturalmente una traduzione nederlandese, obbligando il sottotitolatore a ritenere il riferimento. L’applicazione della strategia della ritenzione implica che non vengono aggiunte ulteriori informazioni. Rimane per lo spettatore nederlandofono lo stesso problema: non avendo le conoscenze necessarie della situazione e non avendo avuto spiegazioni nei sottotitoli, avrà delle difficoltà a situare precisamente il rapimento ed il personaggio di Moro; ciò diventerà problematico quando la banda della Magliana comincia a partecipare alla ricerca di Aldo Moro, ed quest’ultimo assume quindi non soltanto un ruolo nel contesto socioculturale ma anche nella storia principale della serie televisiva. 4.1.2. La strage di Bologna Un altro evento storico che ha caratterizzato il periodo degli anni di piombo è la strage di Bologna: l’attentato alla stazione ferroviaria di Bologna in cui rimasero uccise 85 persone. Nella serie Romanzo Criminale si parla anche di quest’evento, siccome ha scioccato ed influenzato il paese intero. L’ottavo episodio della serie comincia allora con in sovraimpressione Bologna, 2 agosto 1980; testo che di nuovo spingerà lo spettatore italiano ad associare il luogo e la data precisa affinchè sappia esattamente di quale evento si tratta. Lo spettatore nederlandofono invece non sarà consapevole della situazione neanche in questo caso. Consideriamo l’esempio 11, in cui Scialoja sta ascoltando la radio quando viene trasmessa la prima notizia sulla strage di Bologna.
26 Esempio 10 (Serie 1; Episodio 11; 00:06:03,960 – 00:06:11,389) Radio: Il bilancio è di 85 morti. L’ipotesi Er zijn 85 doden gevallen. Er is ufficiale è che la strage è stata provocata waarschijnlijk een ketel ontploft. dall’esplosione di una caldaia. Benchè questo frammento non contenga delle informazioni che spiegano letteralmente i fatti, ogni spettatore italiano saprà comunque immediatamente che si tratta della strage di Bologna grazie alla combinazione della scritta in sovraimpressione qualche minuto prima a quest’annuncio. Un’associazione che non sarà in grado di fare lo spettatore nederlandofono. Neanche nell’esempio seguente (esempio 11), quando il commissario Canton ed il suo collega Scialoja parlano dell’evento e le informazioni ci sono, il sottotitolatore si riferisce all’evento preciso nella versione nederlandese. Esempio 11 (Serie 1; Episodio 12; 00:12:08,040 – 00:12:26,149) Scialoja: E’ finito il tempo di scappare, De tijd voor verstoppertje is voorbij. Er zijn Canton, adesso ci sono 85 morti in mezzo. 85 doden gevallen. Canton: Commissario, non pensa mica di U denkt toch niet aan te kunnen tonen dat de poter dimostrare che dietro la strage di geheime dienst erachter zat? Bologna ci sono i servizi? Scialoja: No! Ma forse possiamo dimostrare Maar wel dat ze contacten hebben met die che sono collusi con la banda della bende van Magliana. Magliana. Vediamo che il riferimento culturospecifico, più precisamente “la strage di Bologna” viene totalmente omesso: una scelta fatta dal sottotitolatore che rende ancora una volta molto difficile il processo della costruzione cognitiva del contesto specifico da parte dello spettatore
27 nederlandofono. A questo punto nella storia comunque il commissario Scialoja - ed assieme a lui lo spettatore - scopre che ci sono legami fra la banda della Magliana, i servizi segreti e gli attentati sia a Moro che alla stazione di Bologna: l’attenzione dello spettatore deve quindi focalizzarsi sulla storia principale, ció che potrebbe spiegare la scelta del sottotitolatore di non concentrarsi sulla strage di Bologna stessa. Consideriamo allora un esempio nel quale anche la banda parla dell’attentato. In questa situazione, due membri della banda - piú precisamente il Dandi ed il Libanese - discutono le conseguenze che potrebbe avere la strage di Bologna. Esempio 12 (Serie 1; Episodio 11; 00:07:47,680 – 00:08:12,112) Libanese: La storia de la bomba è proprio Die bom zal problemen geven. ‘na rogna! Libanese: E ce scasserà i cojoni peggio de Dit geeft nog meer gezeik dan Moro. Moro! - Je ziet het zonnig in. Dandi: - Sempre a vede’ ‘a vita rosa, eh? Dandi: Moro stava qua dietro, ‘a bomba è De explosie was 400 km verderop. scoppiata a 400 chilometri! Libanese: Sì, ma il botto s’è sentito fino a Maar de knal was hier te horen en de schrik qua. E li scossoni so’ appena accominciati. zit erin. Per il riferimento alla strage - “la storia de la bomba” - il sottotitolatore ha scelto di applicare la strategia della traduzione diretta, ignorando alternative che avrebbero potuto informare di più lo spettatore nederlandofono. Anche in questo caso la conoscenza dello spettatore nederlandofono si limita e probabilmente non capirà il valore completo che ha quest’evento nel contesto preciso.
28 4.2. I servizi segreti e la P2 Un aspetto molto particolare nel contesto degli anni di piombo riguarda l’influenza che avrebbero avuto i servizi segreti sullo sviluppo delle tensioni politiche e sociali: si tratta di un presunto coinvolgimento dello Stato italiano nelle attività illegali di organizzazioni criminali ed estremisti. Come si suppone infatti pure nella serie televisiva, i servizi segreti avrebbero assummato un ruolo decisivo nei tanti misteri degli anni di piombo: dal rapimento di Aldo Moro alla strage di Bologna. Avrebbero avuto anche dei legami molto forti con delle organizzazioni criminali, quali la Camorra, la Mafia e la banda della Magliana. Ecco perchè tratteremo qualche frammento in cui i servizi segreti vengono menzionati o in cui parlano membri dei servizi tra di loro. I riferimenti culturospecifici che individuiamo in essi sono spesso molto sottili da distinguere e richiedono quindi un’analisi profonda. Il primo esempio (esempio 13) è anche la prima occasione in cui vengono introdotti i membri dei servizi segreti; si tratta del cosiddetto Vecchio - che gestisce i rapporti tra i servizi e le varie organizzazioni criminali - ed i suoi due collaboratori Zeta e Pi Greco. In questo caso discutono la morte di Giorgiana Masi (4.1. - Esempio 2) e quale potrebbe essere l’influenza della sua uccisione sui loro affari. Esempio 13 (Serie 1; Episodio 1; 00:54:51,840 – 00:55:12 917) Il Vecchio: Al prossimo morto nessuno si Niemand zal haar naam onthouden. ricorderà di questa Giorgiana Masi. Il Vecchio: Sarà solo una lapide su un Ze zal slechts een naam op een gedenksteen muro. zijn. Il Vecchio: Noi dobbiamo pensare alla We moeten aan de geschiedenis denken. storia. Il Vecchio: Alla realtà. Aan de realiteit.
29 Innanzittutto si può notare che è stato omesso il riferimento culturospecifico alla studentessa uccisa nella versione nederlandese, benchè ci si riferisca a lei in questo caso usando il suo nome nella versione originale. Già quest’elemento creerà un problema per quanto riguarda la costruzione cognitiva dello spettatore nederlandofono. Siccome lo spettatore italiano conosce il presunto ruolo dei servizi nei misteri che caratterizzano il contesto preciso, capirà che dalle due frasi seguenti - “Noi dobbiamo pensare alla storia. Alla realtà.” - si può concludere che queste persone hanno un’influenza nella realtà in cui è inserita la serie televisiva. Non avendo a disposizione queste informazioni, lo spettatore nederlandofono non capirà totalmente la situazione di questo dialogo nel contesto. Nell’esempio 14, consideriamo un’esempio in cui il Vecchio discute con i suoi collaboratori su Aldo Moro ed i suoi tentativi di trovare un accordo con il partito comunista italiano. Nel resto del dialogo parlano per la prima volta della banda della Magliana, specificando l’importanza crescente delle loro attività criminali. Esempio 14 (Serie 1; Episodio 3; 00:54:57,423 – 00:55:30,262) Il Vecchio: E così Moro ce l'ha fatta, ha Dus het is Moro gelukt om de communisten portato i comunisti al governo. in de regering te krijgen. Pi Greco: Durerà? Houdt het stand? Il Vecchio: - Niente dura in eterno. - Niets houdt eeuwig stand. Il Vecchio: Il rapporto sulla criminalità? En het rapport over de criminaliteit? Zeta: Aveva ragione lei, nel giro della U had gelijk, er zijn verschuivingen in de droga si muove qualcosa: i vertici si stanno drugswereld. riorganizzando. Il Vecchio: Anche loro alle prese col Zij doen ook mee met de nieuwe formatie. rimpasto di governo... Il Vecchio: Approfondite e aggiornatemi, Verdiep je erin en hou me op de hoogte.
30 Il Vecchio: la cosa potrebbe tornarci utile! Dit kan ons nog van pas komen. Il sottotitolatore ha scelto la strategia della ritenzione per la traduzione del riferimento culturospecifico di Aldo Moro, quindi non aggiungendo nessun’informazione neanche in questo caso. A questo punto nella realtà, Moro era riuscito a trovare un accordo con i comunisti per portarli al governo. Non specificando la funzione di Moro in questi negoziazioni, certamente lo spettatore nederlandofono avrà dei problemi a capire anche questa situazione. Nei sottotitoli non si parla del partito a cui appartiene Aldo Moro, quindi perchè non potrebbe essere comunista pure lui? Le frasi “Durerà? Niente dura in eterno.” ha di certo un’importanza significativa per lo spettatore italiano, siccome suggeriscono che i servizi segreti hanno avuto un ruolo nel rapimento di Aldo Moro - un’evento conosciuto e identificabile quindi per lo spettatore italiano; una connotazione delle frasi che non capirà lo spettatore nederlandofono invece. Anche l’ultima frase - “La cosa potrebbe tornarci utile! - suggerisce un legame illegale: quella tra i servizi e la banda della Magliana. Il riferimento culturospecifico che riguarda il governo - il rimpasto del governo - ha un valore importante nel contesto ma viene tradotto semplicemente con “nieuwe formatie”; l’uso di quel termine nederlandese più generico e meno appartenente al linguaggio politico causa una nuova perduta della connotazione. Il breve dialogo che analizziamo nell’esempio 15 è il frammento della serie in cui membri della banda della Magliana incontrano per la prima volta i collaboratori del Vecchio - membri dei servizi segreti quindi. Essi assistono ad una riunione tra i membri della banda della Magliana e un capo della Camorra, ma non partecipano al dialogo stesso. Esempio 15 (Serie 1; Episodio 5; 00:15:57,200 – 00:16:02,431) Libanese: Chi so’ quelli? Wie zijn dat? Nembo Kid: Una parte dello Stato. Een deel van de staat.
31 Quando il Libanese - il capo della banda della Magliana - chiede a Nembo Kid, un membro della Camorra, chi sono questi due uomini, gli risponde che fanno parte dello stato. Il sottotitolatore ha scelto la strategia della traduzione diretta: una scelta facile che traduce e spiega il riferimento culturospecifico in modo chiaro. Questa è comunque la prima volta che i sottotitoli nederlandesi legano i servizi allo stato, il che era già molto chiaro per lo spettatore italiano. Nell’esempio (esempio 16) seguente individuiamo un riferimento culturospecifico molto interessante e sottile. In questa scena il Vecchio sta guardando la tv, dove si vedono le prime trasmissioni di Canale 5. Esempio 16 (Serie 1; Episidio 12; 00:38:39,640 – 00:38:49,796) Il Vecchio: Vedete. Ogni giorno un canale Elke dag een nieuwe zender. nuovo: Il Vecchio: il mondo sta cambiando. In De wereld veranderd. Straks komt er geen futuro i crimini non si commetteranno più mes meer aan te pas. coi coltelli a serramanico. Questo brano può rivelarsi molto attuale ed intelligente per lo spettatore italiano, perchè - come è noto tra il pubblico italiano - si tratta di un canale televisivo che fa parte del gruppo Mediaset, ed è quindi sotto controllo di Silvio Berlusconi. Quando il Vecchio dice che i crimini non si commetteranno più coi coltelli, si riferisce quindi alle attività ai limiti della legalità del Cavaliere. E’ molto improbabile che lo spettatore nederlandofono capisca questo riferimento culturospecifico, siccome il nome “Canale 5” non gli dirà niente ed i sottotitoli non gli danno più informazioni. L’ultimo esempio (esempio 17) che trattiamo ha un ruolo importantissimo nella costruzione del contesto siccome il Vecchio, responsabile dei servizi segreti, spiega il ruolo che svolge al commissario Scialoja, proponendogli di prendere il suo posto. Facendo il paragone con il crollo
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