Teatro Comunale di Gonzaga Stagione Teatrale 2009.2010 Direzione artistica: Mauro Diazzi - Justin Time srl

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Teatro Comunale di Gonzaga Stagione Teatrale 2009.2010 Direzione artistica: Mauro Diazzi - Justin Time srl
Teatro Comunale di Gonzaga
Stagione Teatrale 2009.2010
Direzione artistica: Mauro Diazzi – Justin Time srl

                                    SABATO 7 NOVEMBRE 2009
                                    Giano produzioni
                                    NON AL DENARO, NON
                                    ALL’AMORE, NÉ AL
                                    CIELO
                                    Con David Riondino e Chiara
                                    Riondino
                                    Con la partecipazione della
                                    Banda di Gonzaga

Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971) è il quinto album
registrato in studio di Fabrizio De André.
Il cantautore genovese si è ispirato alla poetica di Edgar Lee Masters per
scrivere i testi di questo album, ispirato non solo dall'autore americano e
dagli epitaffi dell'Antologia di Spoon River, ma anche dalla traduzione
del libro fatta da Fernanda Pivano (edizioni Einaudi).
Continua la proficua collaborazione con le Bande Italiane che ormai da
molti anni sono diventate una costante del lavoro di David Riondino.
Ancora un album di De Andrè dove la parola recitata di David Riondino
si alternerà a quella cantata di sua sorella Chiara.
David Riondino leggerà poesie tratte dall’antologia di Spoon River per
farci addentrare al meglio nella poetica e nel lavoro di De Andrè. Il
canto, affidato alla voce inconfondibile della brava Chiara Riondino,
saprà regalare emozioni impensabili. Un timbro di voce così particolare,
applaudita più volte nel concerto La buona novella, che insieme al suo
gruppo di lavoro storico vi farà appassionare a canzoni e melodie che
hanno fatto epoca.
Teatro Comunale di Gonzaga Stagione Teatrale 2009.2010 Direzione artistica: Mauro Diazzi - Justin Time srl
GIOVEDI’ 26 NOVEMBRE 2009
                               Associazione Teatrale Pistoiese

                               Giulio Scarpati
                               TROPPO BUONO

                               uno spettacolo di Marco Presta,
                               Giulio Scarpati e Nora Venturini
                               con Giulio Scarpati e Bob Messini
                               regia Nora Venturini

Racconti, aneddoti, confessioni e riflessioni. Con incursioni poetiche e
musicali negli autori che, per affinità, si intrecciano con le esperienze
“confessate” e anche con il nostro presente.
Uno spettacolo di musica e parole per parlare dell’attualità, ma anche
del passato prossimo, prendendo in giro i nostri difetti, debolezze,
meschinità.
Giulio Scarpati si racconta e ci racconta, con leggerezza e ironia, in un
gioco che parte dal concetto di bontà, segno distintivo di un modo
d’essere, ma anche etichetta e condanna a cui si è legati a vita, in un
ribaltamento tragico in cui la bontà da valore si trasforma in “ marchio
d’infamia”.
Attraverso i diversi registri dell’ironia, della poesia e della passione, il
discorso parlato si intreccia con la musica, con le canzoni più amate,
duetti e scherzi musicali, brani poetici e racconti, da Gozzano a
Jovanotti, da Gaber a Dostojeskij…
In scena, con Giulio Scarpati, Bob Messini, attore-musicista che, oltre
ad accompagnarlo al pianoforte, duetta con lui, spalla spiritosa,
complice,e vittima degli eccessi di bontà…
Sullo sfondo un grande schermo avvolge il protagonista con giochi di
luce, ma soprattutto arricchisce gli interventi musicali con video creati
apposta per i brani, alcuni ironici, altri toccanti e commoventi, rendendo
lo spettacolo emotivamente coinvolgente anche dal punto di vista
visivo….
Teatro Comunale di Gonzaga Stagione Teatrale 2009.2010 Direzione artistica: Mauro Diazzi - Justin Time srl
VENERDI’ 18 DICEMBRE 2009
                             Teatro del Popolo di Concordia sulla
                             Secchia (MO)
                             Just in Time srl

                             Elio
                             FIGARO IL BARBIERE
                             Ideazione e libero racconto di Roberto
                             Fabbriciani
                             con musiche ridotte da “Il barbiere di
                             Siviglia” di Gioacchino Rossini

Figaro il barbiere è una proposta in versione cameristica de Il barbiere di
Siviglia di G. Rossini. Alla musica di Rossini, nella riduzione originale
dell'epoca, si unisce un narratore che, dialogando con il pubblico,
racconta i momenti salienti e introduce i personaggi. L’obiettivo è
rendere l’opera lirica accattivante e apprezzabile a un pubblico di
giovani. Nella storia del melodramma esiste il bizzarro caso di una
professione (non particolarmente affascinante) che ha avuto l'onore di
ben tre grandi Opere dove compare come protagonista assoluta. La
professione e quella del barbiere, e le Opere ad essa dedicate sono i due
famosi "Barbiere di Siviglia", rispettivamente di Paisiello e Rossini, e "Le
nozze di Figaro" di W.A. Mozart. II frequentatore dei Teatri operistici non
di rado si trova a dover assistere alle peregrine evoluzioni di personaggi
improbabilissimi, i cui nomi hanno reso la vita infelice a molti figli di
famiglie melomani che li hanno voluti chiamare Assalonne, Aida,
Sigfrido, Escamillo o, addirittura, Nabuccodonosor. Si trattava perlopiù
di Faraoni, Gran Sacerdoti Illirici, Re Mesopotamici, Eroi Nibelungici,
Regine Nubiane e Sacerdotesse Galliche. Ed è in questo ciarpame
rivestito di cotonina stampata e bigiotteria dozzinale che irrompe l'ottimo
Figaro con la sua carica di simpatia, la sua inventiva e, perchè no?, con
la sua umanissima esperienza nell'arte di arrangiarsi.
Figaro prosegue la grande tradizione degli Scapini e dei Leporelli, ma
non si presta volentieri a far da spalla a protagonisti di più illustre
casata: egli emerge vivacemente come un demiurgo, un astuto
diplomatico, un consumato stratega che manipola uomini e cose al fine
di assecondare i suoi desideri ed i suoi interessi. Eccolo quindi mettere
in scacco l'avarizia e la dabbenaggine, soccorrere l'amore contrastato,
incoraggiare le buone cause, affrontare gli usurpatori dell'altrui buona
fede, farsi paladino della giustizia spicciola, intrigare ai danni degli
intriganti. Il tutto con le semplici ed innocue armi del pennello da barba,
del rasoio e del pettine (R. Fabbriciani)
Teatro Comunale di Gonzaga Stagione Teatrale 2009.2010 Direzione artistica: Mauro Diazzi - Justin Time srl
SABATO 16 GENNAIO 2010
                                             In Scena –Compagnia
                                             Corrado Abbati
                                             MY FAIR LADY

                                             Operetta di Carlo Lombardo
                                             Musiche di Carlo Lombardo
                                             adattamento di Corrado
                                             Abbati

Sognare, amare, cantare, danzare: ecco gli elementi distintivi che
diventano linea guida di questa nuova edizione di “My Fair Lady”.
Nella prefazione a “Pigmalione”, il testo da cui è tratta “My Fair Lady”,
G.B. Shaw la presenta come una commedia didattica sull’esistenza e
l’importanza della fonetica.

“Pigmalione” però è parola, “My Fair Lady” è musica (o quantomeno
aggiunge la musica) ed allora l’attenzione, il baricentro di questo
adattamento si sposta e si interessa non tanto ai conflitti dialettici bensì
a quelli dei personaggi. Certo, si prende atto dell’esistenza della fonetica
e della possibilità di far parlare una fioraia come una gran dama , ma
per dimenticarsene ben presto e potersi così abbandonare alla “favola
possibile” di Eliza, tifare per lei ed attendere il lieto fine. Il ritmo allora si
fa più serrato, il dialogo brillante, ricco di aforismi e battute spiritose, i
costumi “favolosi”, ricchi, eleganti, raffinati, i movimenti coreografici
energici e corali, capaci di amplificare ora i momenti burleschi ora i
momenti romantici e su tutto: la musica!

La musica di Loewe che sa essere sentimentale e romantica , briosa e
trascinante, sempre vitale. A lei, probabilmente, spetta una buona parte
di quel miracolo che è “My Fair Lady”, uno dei più famosi e popolari
“classici” del teatro musicale e che, fra l’altro, ha la fortuna di essere
sempre giovane…. E adesso lasciatevi travolgere anche voi dalla
tempesta dei sentimenti.
Teatro Comunale di Gonzaga Stagione Teatrale 2009.2010 Direzione artistica: Mauro Diazzi - Justin Time srl
SABATO 30 GENNAIO 2010
                                        Fondazione Teatro
                                        dell’Archivolto
                                        LA MISTERIOSA
                                        SCOMPARSA DI W

                                        di Stefano Benni
                                        con Ambra Angiolini
                                        regia Giorgio Gallione

Una donna qualsiasi, di nome V, nata un giorno qualsiasi in modo
funambolico “ e in quell’attimo, miracolo, per la gioia a tutti i parenti
ricrebbero i capelli, e una suora cresimina si spogliò dalla sua
palandrana rivelando un corpo stupendo, abbronzato, nato per
l’amore…” ripercorre, follemente, comicamente, la sua vita, alla ricerca
del suo pezzo mancante W.
V è perciò una parte che cerca il suo tutto e in questo monologo
paradossale, ridicolo e doloroso, cerca una spiegazione al suo senso di
infelicità e incompletezza. Nel farlo si interroga su povertà e guerra,
amicizia e intolleranza, giustizia e amore: “sono stata con Wolmer 6 anni
e 2 mesi. Abbiamo totalizzato 12.346 baci e 854 coiti con una media di
orgasmi per lui del cento per cento, per me del sedici per cento, media
complessiva, secondo lui, del cinquantanove per cento, che non è male.”
Tutto sembra sfaldarsi attorno a lei: scompare il coniglietto Walter, viene
a mancare il nonno Wilfredo, sfuma l’amicizia con la compagna di scuola
Wilma e si chiude squallidamente la storia d’amore con il fidanzato
Wolmer.
In questo testo, ironico e fantasioso, la parola di Benni è come sempre
agile, paradossale e dissacrante, sostenuta dall’interpretazione di Ambra
Angiolini, per la prima volta sola in palcoscenico dopo il David di
Donatello e il Nastro d’Argento per il film “Saturno contro”.
V ci racconta la lotta e la rabbia che sta dentro la necessità di
sopravvivenza e di difesa dello spirito critico, in un copione teatrale dove
il comico è soprattutto esercizio di ribellione, un tocco di magica follia
che trasforma l’angoscia in risata liberatoria.
GIOVEDI’ 11 FEBBRAIO
                                           2010
                                           Politeama srl e
                                           Associazione Culturale
                                           MLG

                                           Edy Angelillo, Michele La
                                           Ginestra
                                           RADICE DI 2
                                           di Adriano Bennicelli
                                           con Edy Angelillo, Michele
                                           La Ginestra
                                           Regia Enrico Maria
                                           Lamanna

                                           TESTO VINCITORE II
                                           EDIZIONE PREMIO DI
                                           SCRITTURA TEATRALE
                                           DIEGO FABBRI, FORLI’

Edy Angelillo e Michele La Ginestra, tornano insieme sul palcoscenico
dopo l’esperienza di Rugantino, diretti dall’estro di Enrico Maria
Lamanna.
Radice di 2, testo vincitore del prestigioso premio di scrittura teatrale
Diego Fabbri, è la storia di un uomo alle soglie della pensione, che fa il
consuntivo della sua vita. Lo accompagna una donna. Lo accompagna
da quando erano bambini. Tom e Gerri, l’uomo e la donna… bambini,
adulti, vecchi. Ricordi, emozioni e giochi di sessant’anni di vita insieme,
tra alti e bassi, tra prendersi e lasciarsi, raccontati con la voglia di
sorridere anche delle difficoltà.
In fondo, lei e il suo giocare col mondo sono l’eccezione, mentre lui e il
suo rifiuto della matematica sono la regola. È una storia d’amore, di
matematica e di sentimenti…
Uno spettacolo brillante, con risvolti dolci-amari, per divertirsi e per
riflettere, per sorridere, ridere e…
VENERDÌ 26 FEBBRAIO 2010
                         Teatro Sociale di Mantova
                         Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro
                         Stabile di Napoli, Teatro Eliseo

                         LA TEMPESTA
                         di William Shakespeare
                         con Umberto Orsini, Flavio Bonacci, Rino
                         Cassano, Francesco Feletti, Carmine
                         Paternoster, Rolando Ravello, Enzo
                         Salomone, Federica Sandrini, Francesco
                         Silvestri, Salvatore Striano
                         regia Andrea De Rosa

La tempesta, uno dei testi più affascinanti di Shakespeare, è la nuova
sfida registica di Andrea De Rosa che, con questo allestimento,
consolida il rapporto di collaborazione con Umberto Orsini, rapporto
nato due anni fa con la creazione dello spettacolo Molly Sweeney di
Brian Friel.
Ne La tempesta temi importanti come la vendetta e il perdono, la morte e
la rinascita, le colpe dei padri espiate dai figli, la schiavitù e la ricerca
della libertà - sono affrontati alla teatralissima luca dell'illusione e del
sogno: la scena dei poteri si mostra nella forza di un'allegoria dove la
storia sembra farsi da parte, mentre Prospero - cui Orsini da voce e
corpo - nello spazio nudo e fantastico della sua isola, diviene il potere
stesso, la sua incarnazione magica e arcana, la sua capacità di
inventare leggi e obblighi, concessioni ed esclusioni, trame di vita.

"La tempesta somiglia a un labirinto. Come in una casa di specchi, ogni
volta che intravedi una via d'uscita, questa uscita si rivela essere dalla
parte opposta a quella che avevi immaginato. Come in un miraggio o in
un sogno, quando provi ad afferrare qualcosa, l'oggetto su cui credi di
aver messo le mani si dilegua. Finché capisci che ciò che conta non è
l'uscita e che non c'è nulla da afferrare. Stare ad ascoltare le domande
che il testo ti pone e restarci dentro (restare dentro alle domande, al
labirinto) è l'unica via." (Andrea De Rosa)
SABATO 20 MARZO
                                               2010
                                               Promo Music srl

                                               Corrado Augias
                                               RACCONTARE
                                               CHOPIN

                                               con
                                               Corrado Augias voce
                                               narrante
                                               Giuseppe Modugno
                                               pianoforte
                                               mise en espace e luci
                                               Angelo Generali

Il primo marzo 1810 in Polonia, nel borgo di Zelazowa Wola, nacque
Frederic Chopin senza dubbio uno dei più grandi pianisti e compositori
di tutti i tempi.
Il “poeta del pianoforte” – così veniva chiamato – riuscì ad essere il
maggior esponente del Romanticismo musicale trovando una perfetta
sintesi tra la tradizione classica, la musica popolare polacca e il
contemporaneo melodramma italiano.
“Raccontare Chopin” vuole essere un omaggio all’eredità musicale che il
maestro ha lasciato ai posteri e che ha influenzato innumerevoli pianisti
(e non solo) fino ai giorni nostri, proprio nel secondo centenario dalla
sua nascita.
Allo stesso tempo questo progetto si pone l’obiettivo di indagare lo
Chopin privato attraverso intimi aspetti biografici: l’allontanamento dalla
natìa Polonia, in cui non tornerà più, praticamente ventenne, i viaggi in
Spagna e a Vienna, il trasferimento a Parigi, città in cui diventerà un
compositore noto ed ammirato in tutta Europa, i suoi amori, in
particolare quello lungo e tormentato con la scrittrice Gorge Sand che
lasciò non pochi strascichi sulla sua salute minata dalla tubercolosi e
dalla depressione, e le sue amicizie illustri con Bellini, Liszt, Delacroix…
A condurre il pubblico in questo percorso un grande affabulatore come
Corrado Augias e le splendide musiche di Chopin eseguite dal M°
Giuseppe Modugno.
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