STRUMENTO DI LAVORO Missionarie dell'Immacolata XI Capitolo Generale - Nemi, 8 - 29 settembre 2018 - Missionarie dell'Immacolata

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STRUMENTO DI LAVORO Missionarie dell'Immacolata XI Capitolo Generale - Nemi, 8 - 29 settembre 2018 - Missionarie dell'Immacolata
Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

      Missionarie dell’Immacolata
           XI Capitolo Generale

      STRUMENTO DI LAVORO

Sulle strade sempre nuove della missione ad gentes

        Nemi, 8 - 29 settembre 2018

                                                                                     1
XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

INTRODUZIONE

Carissime Sorelle Capitolari,
Lo Strumento di lavoro che vi presentiamo ci fa entrare pienamente nell’XI Capitolo generale, dal tema:
“Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo”.
Fin dall’inizio dell’avventura preparatoria, ispirate dalle novità delle Costituzioni riviste, abbiamo voluto
sognare e immaginare cambiamenti significativi nella vita e nella missione dell’Istituto.
Abbiamo lavorato insieme nelle nostre comunità sul testo dei Lineamenta, un testo nato dalla nostra real-
tà concreta: le risposte alla 5° domanda dello studio delle Costituzioni riviste, la valutazione del cammino
percorso in questi anni, le nuove prospettive e sfide che il magistero di papa Francesco ci ha lanciato in
questi anni in quanto consacrate missionarie.
Abbiamo sognato insieme. Tutte abbiamo espresso le nostre convinzioni, i nostri desideri, proposte e spe-
ranze nelle Assemblee precapitolari, guidate dalla domanda di fondo che ci ha accompagnate in ogni fase
della preparazione: quale passo avanti il Capitolo deve aiutarci a fare per essere sempre più “comunità
profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo ... sui cammini sempre nuovi della mis-
sione ad gentes”?
Riprendendo i frutti di tutto questo cammino preparatorio, è nato lo Strumento di lavoro che ora vi conse-
gniamo e che ci accompagnerà nelle discussioni capitolari. Lo presentiamo brevemente. È costituito da
due parti principali, ispirate al tema del Capitolo, dando però precedenza al contenuto apostolico (come
nelle Costituzioni riviste, dove il capitolo sulla nostra vita missionaria è stato messo subito all’inizio):
    I.    Annunciare il Vangelo nelle periferie del mondo, che contiene 3 schede di lavoro: aree apostoli-
          che; ad vitam; un unico corpo apostolico.
    II.   Comunità profetiche, che contiene 5 schede: conversione dello stile di vita e delle strutture co-
          munitarie; formazione; economia a servizio della missione; fraternità e missione con i Laici MdI.
Ci sono poi altre proposte su cui è chiesto di esprimersi al Capitolo.
Non rientrano in queste pagine, ma fanno parte del lavoro dell’assemblea, i testi rivisti delle Costituzioni e
del Direttorio, che saranno sottoposti all’approvazione capitolare.

Vogliamo concludere questa introduzione con le parole di un celebre artista: “Iniziare un nuovo cammino
spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fer-
mi”1. Sono parole che sentiamo vere anche per noi, chiamate in Capitolo a discernere il futuro che il Signo-
re ci affida.
Lo Spirito di Pentecoste ci dia il coraggio apostolico di percorrere le vie sempre nuove della missione, di
abitare quelle periferie dove possiamo incontrare Gesù, che desideriamo seguire e amare, servire e an-
nunciare.

                                  Le vostre sorelle della Direzione generale e della Commissione preparatoria

Roma, 20 maggio 2018, Solennità di Pentecoste

Roberto Benigni

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Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

DALLE RISPOSTE DELLE SORELLE: NOVITÀ NELLE COSTITUZIONI RIVISTE

Desideriamo cominciare il lavoro capitolare richiamando le novità presenti nella redazione delle Costitu-
zioni riviste che le sorelle hanno messo in evidenza durante lo studio comunitario.
Novità che possono generare nuove direzioni di percorso e nuove scelte concrete per vivere oggi la nostra
consacrazione e la nostra missione in fedeltà creativa al carisma.
Novità che ci interrogano e ci spingono a pensare nuovamente il cammino della congregazione per i pros-
simi anni.
Novità che rispondono all’invito di rinnovamento e di testimonianza profetica che ci chiede papa France-
sco e che sono state alla base del lavoro dei Lineamenta, impostati a partire da Evangelii Gaudium e
dall’anno della vita consacrata.

  Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo
               spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione,
      segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale. (EG 11)

La nuova redazione delle Costituzioni,
fatta alla luce della definizione del ruolo delle fondatrici e del Pime (2006),
dell’approfondimento della nostra spiritualità (2012),
dell’aggiornamento della teologia della missione e della vita consacrata,
ci spinge a vivere pienamente la nostra vocazione di consacrazione missionaria oggi.

In sintonia con l’azione dello Spirito che sempre apre strade nuove,
vogliamo cercare di vivere insieme una fedeltà creativa al nostro carisma
per essere veramente comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo.

Inviate per continuare la Sua missione, sentiamo che siamo chiamate ad essere sante,
conformandoci a Gesù,
Apostolo del Padre, generoso e instancabile Seminatore, Seme che muore per dare la vita.
Nella continua comunione col Padre,
nell’obbedienza apostolica, nella castità consacrata e nella povertà evangelica,
desideriamo annunciare e servire il Regno in comunione con la Chiesa, universale e locale,
con lo stesso stile missionario di Gesù:
inserite in modo semplice tra la gente,
pronte a cercare sempre gli ‘estremi confini’,
dove più c’è bisogno della luce della fede e del calore della carità.

Desideriamo percorrere insieme questo cammino
come donne capaci di relazioni evangeliche
che testimoniano l’universalità e la gratuità dell’amore del Padre,
dentro e fuori le nostre comunità.

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XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

L’impegno a cambiare ci chiede discernimento, personale e fraterno,
per approfondire, là dove siamo, il nostro modo di vivere oggi
le dimensioni ad gentes, ad extra e ad vitam del nostro carisma
abitando le nuove frontiere dell’evangelizzazione,
nell’annuncio della Buona Notizia del Regno,
nell’animazione missionaria delle comunità ecclesiali,
nella risposta intelligente e generosa alle sfide delle nuove povertà e della società.

Per questo, la nostra formazione
deve essere orientata fin dall’inizio alla missione ad gentes e ad extra
e deve essere continua, per sostenere il cammino personale e comunitario
di una risposta sempre nuova alla nostra vocazione-nella Chiesa per il Regno.

Anche la gestione economica deve riflettere il servizio alla missione perché tutto
- il nostro stile di vita, le nostre scelte economiche, il modo di portare avanti le attività -
sia limpida testimonianza del Signore e del suo amore per i più bisognosi.

In questo cammino rinnovato, guardiamo a Maria,
donna in ascolto e docile allo Spirito,
la prima missionaria, per grazia chiamata a donare la Parola al mondo.

           Se la vita consacrata vuole mantenere la sua missione profetica e il suo fascino
                  deve mantenere la freschezza e la novità della centralità di Gesù,
                         l’attrattiva della spiritualità e la forza della missione,
                mostrare la bellezza della sequela di Cristo e irradiare speranza e gioia.
           Speranza e gioia. Questo ci fa vedere come va una comunità, cosa c’è dentro.
                                          (Papa Francesco, 28 gennaio 2017)

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Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

    Comunità profetiche che ANNUNCIANO IL VANGELO NELLE PERIFERIE DEL MONDO

In fedeltà creativa al nostro essere missionarie ad gentes, ad extra e ad vitam, sentiamo il bisogno di di-
scernere insieme le nostre priorità apostoliche alla luce dell’approfondimento della nostra identità, deli-
neata nella nuova redazione delle Costituzioni, e delle esigenze della missione evangelizzatrice della Chie-
sa nel mondo.
Per rispondere alle sfide delle nuove frontiere della missione, a livello locale e mondiale:
 Sentiamo tutte la necessità di conoscere di più, di approfondire la Parola di Dio e i contenuti della no-
  stra fede, la sua comunicazione al mondo di oggi (studi biblici e teologici, pastorali e missiologici), ma
  anche di comprendere meglio le dinamiche socioculturali (antropologia culturale, sociologia, geopoliti-
  ca, mass media, etc.).
 Vogliamo continuare a rivedere con coraggio, come unico corpo apostolico, le nostre presenze e atti-
  vità: quali sono per noi oggi le ‘periferie della missione’? Come possiamo riorganizzarci per essere se-
  minatrici e semi dove il Signore ci manda? Dove e come possiamo investire di più in base alle priorità
  che abbiamo identificato? Dove possiamo aprire nuove presenze?
  Vogliamo rivedere anche come siamo presenti, come portiamo avanti il nostro servizio al Regno: desi-
  deriamo comunità veramente profetiche, a servizio dei poveri, inserite, semplici, flessibili, che lavorino
  in rete con le altre forze, ecclesiali e non, con cui condividiamo valori e finalità.
 Coscienti che la nostra vocazione ad extra ci rende sempre più ‘ponti tra le chiese’, strumenti di comu-
  nione tra le Chiese di origine e di destinazione, testimoni dell’amore universale del Padre, desideriamo
  accogliere le sfide di continuare ad inviare nonostante la nostra ‘povertà’ e di inserirci in una nuova re-
  altà con umiltà e spirito di servizio, per essere capaci di condividere ricchezze inesplorate e dar vita a
  processi nuovi di comunione tra noi e nel mondo.
Per dare delle indicazioni a tutto l’Istituto, dei criteri che orientino le nostre scelte ad gentes, ad extra e ad
vitam per i prossimi sei anni, abbiamo scelto di approfondire insieme in modo particolare alcuni temi:
priorità apostoliche, animazione missionaria, dialogo interreligioso, mass media, ad vitam, ridimensiona-
mento, riorganizzazione degli organismi, nuove presenze.

                                 SCHEDA AREE APOSTOLICHE: Priorità apostoliche, animazione missionaria,
                                                                     dialogo interreligioso, mass media

1. Priorità apostoliche

Le Assemblee precapitolari hanno chiesto degli orientamenti per individuare in ogni contesto le nostre
priorità apostoliche, per andare con coraggio alle frontiere sempre nuove della missione.
Per questo si vuole:
- dare priorità all’ad gentes, là dove c’è più bisogno della luce e del calore del Vangelo, in base alle ne-
   cessità del luogo e della Chiesa locale;
- mirare alla promozione/custodia della vita, alle frontiere geografiche e culturali, là dove la vita è più a
   rischio;
- uscire verso i ‘senza voce’ e ‘senza potere’, gli ‘scartati’ della società;
- rispondere alle nuove povertà, dove non arriva l’aiuto dei governi e delle ONG: migranti, rifugiati, abi-
   tanti degli slum / periferie;
- assumere ministeri difficili, sfidanti, per es.: la gioventù, l’emancipazione delle donne,
   l’accompagnamento famigliare, nelle prigioni, tra i tossicodipendenti…

        Quali criteri comuni potrebbero orientare le priorità apostoliche dell'Istituto per rispondere alle
        nuove sfide della missione ad gentes, uscendo verso le periferie evangeliche e umane di oggi?

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XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

2. Animazione missionaria e dialogo interreligioso

Molto è stato fatto nei diversi organismi per alimentare in tutte la consapevolezza di essere animatrici
missionarie e per rendere le nostre attività luoghi di animazione, secondo le indicazioni del X Capitolo ge-
nerale (2012), che aveva chiesto di:
 15. Qualificare l’animazione missionaria anche in contesti non cristiani;
 16. Orientare tutte le nostre attività perché diventino sempre più luoghi di evangelizzazione e di apertura
     all’universalità, adottando anche nuovi metodi.

Ora si sente la necessità, prima di tutto, di chiarire a noi stesse cos’è animazione missionaria (attività tra i
battezzati, cf. Cost riviste nn. 18 e 28) e cos’è dialogo, di vita e di azione, con i non cristiani (cf. nuove Cost.
n. 21), animazione su valori comuni, umani e spirituali (educazione alla mondialità, alla pace, alla giustizia,
alla solidarietà, all’attenzione verso i più poveri…), pur nella consapevolezza che i confini tra le diverse at-
tività (annuncio, animazione missionaria, dialogo interreligioso) sono a volte sfumati.
A partire anche dalla revisione delle Costituzioni, si desidera incoraggiarci a vicenda nella testimonianza
della bellezza della nostra vocazione di discepole missionarie e approfondire l’importanza dell’animazione
missionaria e del dialogo interreligioso in tutte le situazioni ecclesiali e religiose in cui operiamo.

2.a In particolare, nell’ambito dell’animazione missionaria
Si chiede di rafforzare e organizzare meglio la nostra animazione missionaria, a livello di Istituto e di orga-
nismi, tramite la condivisione di esperienze e di materiale, una miglior pianificazione, l’apporto di una co-
ordinatrice dell’animazione missionaria ai diversi livelli (di Istituto, di organismo e anche nazionale) e isti-
tuendo equipe che collaborino con lei nella pianificazione e organizzazione di materiale formativo e pro-
poste di attività per le comunità.
Si invita, inoltre, a:
    preparare sorelle, linee guida e materiale per l’animazione missionaria;
    organizzare incontri per le animatrici, ai vari livelli di Istituto;
    creare centri di animazione missionaria e rafforzare quelli già esistenti (es. Nellayi);
    valorizzare equipe itineranti di animazione missionaria (anche in collaborazione con altri);
    collaborare maggiormente con gli organismi ecclesiali, con altri istituti missionari (in particolare col
     PIME), con i Laici che partecipano al nostro carisma e con altre forze presenti sul territorio;
    impegnarci di più nella formazione missionaria della Chiesa locale, dei laici, dei giovani, delle famiglie,
     per aiutarli ad essere protagonisti attivi della missione;
    cercare metodi innovativi adatti all’oggi e ai diversi contesti.

        Dopo aver considerato le proposte riportate sopra, quali orientamenti potrebbe dare il Capitolo
        per tutto l’Istituto?

2.b In particolare, nell’ambito del dialogo interreligioso

Si sente la necessità di una maggior conoscenza delle altre religioni e di un approfondimento del tema del
dialogo interreligioso, coscienti anche degli ostacoli che ci sono. Il tema potrebbe entrare nel programma
di formazione continua del prossimo sessennio.
Oltre ad approfittare per questo dell’aiuto di esperti e di momenti di condivisione di esperienze, si auspica
la preparazione specifica di nostre sorelle che possano aiutare tutte ad essere più coscienti
dell’importanza del dialogo nella missione, più aperte, capaci di discernimento e di nuove iniziative.
Si desidera valorizzare il dialogo di vita e di azione, creare spazi di dialogo e di collaborazione con persone
di altre fedi e, quando possibile, anche momenti di riflessione sulle diverse esperienze religiose.

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Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

Ci si chiede come fare di tutte le nostre attività apostoliche luoghi di animazione ai valori umani universali,
proponendo riflessioni su temi quali l’unità tra i popoli, le relazioni tra culture e religioni, diritti umani, le
povertà, la giustizia, la pace e l’integrità del creato etc., lavorando di più in rete con chi condivide questi
valori nella società.
Si vuole investire di più nella formazione dei nostri dipendenti per renderli più consapevoli della nostra
missione e del loro ruolo di collaboratori.

        Dopo aver considerato le proposte riportate sopra, quali orientamenti potrebbe dare il Capitolo
        per tutto l’Istituto?

3. Mass media per la missione

Siamo coscienti di essere poco familiari con la nuova realtà dei social media, sia in generale che come
mezzi di evangelizzazione. Non siamo ‘native digitali’, tuttavia ci stiamo chiedendo come essere aperte ai
nuovi areopaghi della missione. Anche tra noi stanno sorgendo gruppi WhatsApp, pagine e gruppi su Fa-
cebook, per la comunicazione interna, ma anche come spazi di animazione missionaria e vocazionale.

Dalle risposte delle Assemblee scaturiscono diversi approcci al tema della comunicazione:
 Media intesi come mezzi: materiali multimediali per l’evangelizzazione, contenuti interessanti sia per
  noi che per i destinatari della nostra animazione/evangelizzazione.
 Comunicazione trasmissiva/partecipativa: usiamo i mezzi di comunicazione per condividere i nostri
  contenuti, per dire chi siamo… I nostri ‘utenti’ ricevono solamente.
 Riguardo all’uso interno del nostro sito web, si nota il desiderio di un altro tipo di comunicazione,
  che sia più partecipativa e collaborativa per costruirlo insieme.
 Comunicazione come educazione: quando si chiede di comunicare di più valori a funzionari e laici
  con cui lavoriamo, si evidenzia un altro livello di comunicazione: non più solo come ‘vetrina’, ma co-
  me canale attivo di educazione ai valori: io sono comunicatrice di valori e educo, do testimonianza di
  questi valori.
 Mondo digitale come luogo da abitare: tra le esigenze compare quella di formare per entrare nelle
  reti sociali, per raggiungere nuove povertà, per dialogare.

Per fare dei passi avanti e orientare la nostra comunicazione all’evangelizzazione:
-    valorizzare il nostro sito web istituzionale: usarlo per aggiornare le sorelle sulle nostre presenze e su
     temi rilevanti; per condividere pareri, riflessioni e materiali. Utilizzarlo anche come mezzo di anima-
     zione missionaria e di evangelizzazione;
-    per cominciare a orientare meglio la nostra comunicazione all’evangelizzazione sarebbe importante
     riflettere sulla possibilità di creare un ‘piano di comunicazione’ per la nostra congregazione. Servireb-
     be come guida, ma anche come spunto di riflessione su come comunichiamo e se, facendolo, rag-
     giungiamo il nostro obiettivo.

       Dopo aver considerato i desideri e le proposte delle sorelle, quali orientamenti il Capitolo po-
       trebbe dare per tutto l’Istituto?

                                                                                                                7
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4. Per tutta la vita, con tutta la vita
Le Costituzioni riviste ci spronano ad approfondire il senso dell’ad vitam per noi oggi e a riflettere sulle
novità che ci interpellano. L’aspetto dell’ad vitam è da intendersi sia in senso quantitativo, perché chi en-
tra da noi lo fa per dedicarsi alla missione ad gentes per tutta la vita, sia in senso qualitativo, perché la mis-
sione costituisce la ragione profonda di tutta la nostra vita. C’è una totalità di dono che chiede di essere vis-
suta a servizio dell’annuncio.
Dai contributi ricevuti emerge la convinzione che l’ad vitam a servizio dell’annuncio possa essere facilitato
dando continuità all’accompagnamento delle sorelle destinate ad extra per quel che riguarda lo studio
della lingua, per la conoscenza della cultura e delle attività apostoliche, curando sempre di più i program-
mi di inserimento, secondo gli orientamenti degli ultimi Capitoli generali.
Nelle Assemblee sono state poi fatte altre proposte circa l’avvicendamento, la destinazione ad extra an-
che di sorelle non più giovani, il contributo delle sorelle anziane all’attività apostolica.

Avvicendamento
Le direttive del X Capitolo generale (2012) chiedevano di continuare l’avvicendamento programmato co-
me una delle espressioni del sentirci un unico corpo apostolico e in vista di una maggior mobilità, richia-
mando le sorelle dopo una presenza ad extra di circa 10/12 anni. Inoltre, si chiedeva alle sorelle in avvi-
cendamento di inserirsi nel nuovo contesto con apertura e disponibilità per portare avanti serenamente il
loro servizio.
Per fare dei passi avanti… approfondiamo le seguenti proposte delle Assemblee:
 - elaborare un piano più sistematico di avvicendamento. Questo al fine di non penalizzare le attività apo-
   stoliche e la vita fraterna degli organismi di origine e in cui si svolge la propria attività, facilitando, nello
   stesso tempo, l’invio ad extra di altre sorelle e garantendo l’animazione missionaria interna di quegli
   organismi che non possono ricevere membri da altri Paesi;
- curare meglio il reinserimento delle sorelle che rientrano nell’organismo dopo un periodo ad extra;
- nella misura del possibile, rispettare i tempi del servizio richiesto, tenere anche conto dell’età delle so-
   relle e della capacità di riadattarsi a nuove realtà;
- maggior conoscenza della situazione degli organismi da parte della DG, e maggior dialogo con gli orga-
   nismi per facilitare l’avvicendamento, i trasferimenti, i ritorni definitivi in patria, la gestione di momenti
   di difficoltà delle sorelle.

Destinazione ad extra di sorelle non più giovani
Per fare dei passi avanti… approfondiamo le seguenti proposte:
 - continuare a pianificare l’invio ad extra, anche di sorelle di mezza età;
 - aver cura di fare programmi di inserimento personalizzati.

Sorelle anziane in comunità apostoliche
Per fare dei passi avanti… approfondiamo le seguenti proposte:
 - nella misura del possibile, favorire il contributo all’attività missionaria delle sorelle anziane, ad extra o
     nel proprio Paese di origine.

             Ci chiediamo come orientare le nostre scelte nei prossimi sei anni sui seguenti punti:
                         -         elaborare un piano di avvicendamento più sistematico
                         -         preparare un piano per l’invio ad extra delle sorelle di mezza età
                         -         facilitare la permanenza delle sorelle anziane nelle comunità apostoli-
               che
    -   rendere operativi i Direttori particolari su inserimento, avvicendamento, vacanze ecc.

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Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

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                     SCHEDA UNICO CORPO APOSTOLICO: ridimensionamento/riorganizzazione, nuove presenze

Una maggior consapevolezza della nostra identità di Istituto esclusivamente missionario ad gentes e la
chiamata ad uscire tutte ad extra ci stimolano ad accogliere il processo di ridimensionamen-
to/riorganizzazione degli organismi come condizione indispensabile per essere rilevanti nel contesto in cui
siamo presenti, camminando insieme come unico corpo apostolico in fedeltà al nostro specifico carisma
(cf. Atti X Capitolo generale 2012, n. 7)
In questa prospettiva, siamo chiamate ad avanzare nella riflessione non solo circa il processo di ridimen-
sionamento/riorganizzazione all’interno di ogni organismo, ma anche a considerare ulteriori possibilità per
quanto riguarda la collaborazione tra gli organismi e la riorganizzazione degli stessi in una determinata a-
rea o continente, e a riflettere insieme su possibili nuove presenze.

5. Ridimensionamento/riorganizzazione degli organismi
Per fare dei passi avanti… approfondiamo le seguenti proposte delle Assemblee:
- dare continuità alla riflessione sulle nostre priorità apostoliche secondo il nostro carisma e alla valuta-
  zione sul nostro stile di fare missione;
- avere sempre come priorità il discernimento sistematico e realistico di tutte le nostre presenze e attivi-
  tà, con una chiara visione di insieme degli organismi e dell’intero Istituto, usando nella valutazione i cri-
  teri di sostenibilità evangelica, carismatica, economica e relazionale;
- costituire/far funzionare in modo più efficace le commissioni per il ridimensionamento;
- da parte delle direzioni degli organismi, trovare modalità di animazione più profetica e capace di far
  avanzare i processi in base alle priorità e a criteri di discernimento condivisi.

         Ci chiediamo come orientare le nostre scelte nel processo di ridimensionamen-
         to/riorganizzazione in ogni organismo nei prossimi sei anni.

6. Collaborazione tra gli organismi e iniziative comuni
Non è stata ancora implementata la richiesta degli orientamenti capitolari 2012 di studiare “nuove moda-
lità di assegnazione delle sorelle al momento della loro prima professione e di trasferimento di membri tra
le Province per far fronte alle diverse esigenze” (Atti X Capitolo generale 2012, n. 75).
Per fare passi avanti… ci chiediamo come crescere nella collaborazione sui seguenti punti:
-    trovare modalità più semplici per trasferimenti e periodi di servizio tra organismi all'interno di uno
     stesso Paese;
-    per rispondere alle nuove sfide missionarie e alle nuove povertà, puntare sul lavoro in rete tra organi-
     smi vicini nel campo sociale e nelle diverse aree di apostolato (animazione missionaria e altre);
-    dare continuità alle iniziative comuni, dando perciò priorità alla preparazione dei membri, alla valuta-
     zione periodica e ad una miglior pianificazione;
-    migliorare la comunicazione ai membri degli organismi sulle iniziative comuni, così come sui contenu-
     ti dei feedback ricevuti dalla Direzione generale.

         Che orientamenti dare all’Istituto circa le proposte sopra elencate?

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Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

7. Riorganizzazione degli organismi in una area comune

7.a Africa
Consideriamo le proposte avanzate dalle Assemblee:
 - considerare le possibilità di maggior collaborazione e incontri tra gli organismi;
 - costituire un’equipe formativa per l’elaborazione di un programma di formazione iniziale comune;
 - creare Province più ampie, comprendendo Paesi della stessa area, per facilitare lo scambio di persona-
   le, l’internazionalità e il ridimensionamento.

       Che orientamenti dare all’Istituto circa le proposte sopra elencate?

7.b India
Consideriamo le proposte avanzate dalle Assemblee:
 - riorganizzare gli organismi dell’India, per es. in tre nuove Province (Nord, Centro e Sud), o erigendo la
   delegazione Delhi in Provincia, o in altro modo;
 - ripensare insieme la distribuzione geografica delle presenze in base alle nostre priorità apostoliche.
Per iniziare il processo si propone:
- favorire i trasferimenti interprovinciali;
- riflettere insieme sul tema della riorganizzazione con l’aiuto di esperti;
- nominare un comitato comune per riflettere e seguire il processo.

        Che orientamenti dare all’Istituto circa le proposte sopra elencate?

7.c Brasile
Consideriamo le proposte avanzate dalle Assemblee:
 - Per facilitare la nostra missione in Brasile, lo scambio di personale, l’interculturalità e il ridimensio-
    namento, unificare le due Province in una sola.
Per iniziare il processo si propone:
- riflettere insieme su quale presenza/missione vogliamo oggi come MdI in Brasile, alla luce del nostro
   carisma e delle sfide attuali del Paese;
- fare passi concreti di discernimento in vista dell’unificazione delle due Province con l'aiuto di consulen-
   ze esterne e dell’accompagnamento della Direzione generale (2018-2024);
- mentre si lavora sul processo di unificazione, facilitare lo scambio di membri tra i due organismi.

        Che orientamenti dare all’Istituto circa le proposte sopra elencate?

7.d Comunità DG e Italia
Consideriamo le proposte avanzate dalle Assemblee:
- continuare la riflessione sul rapporto tra la Direzione generale e l’organismo Comunità DG, perché la
  Direzione generale sia più libera di servire l’intero Istituto;
- ampliare le finalità delle nostre presenze a Roma e a Londra, destinando una o due sorelle specificata-
  mente per l’animazione e il servizio missionario;
- approfondire l'idea di nuove presenze ad gentes in Europa.

       Che orientamenti dare all’Istituto circa le proposte sopra elencate?

                                                                                                             11
XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

8. Erezione della Delegazione Papua Nuova Guinea a Provincia

Presentazione della richiesta di erigere la Delegazione Papua Nuova Guinea in Provincia da parte delle
rappresentanti dell’organismo (cf. C 137-138; D 102).

        Siete d’accordo con il passaggio della Delegazione Papua Nuova Guinea a Provincia?

9. Nuove presenze

Le novità delle Costituzioni riviste e l’invito ad andare in modo profetico alle periferie della missione ad
gentes ci portano a riflettere con rinnovato entusiasmo e spirito di discernimento sulla possibilità di aprire
nuove presenze a livello di Istituto.

Orientamenti emersi dalle Assemblee:
-   avere l'audacia di iniziare attività e presenze più flessibili, semplici, che rispondano alle nuove sfide
    del mondo;
-   scegliere contesti ad gentes;
-   le nuove presenze dovrebbero essere piccole (una o due comunità), significative, in grado di allargare
    gli orizzonti, senza strutture nostre, dipendenti da un organismo già esistente e geograficamente vici-
    no (esempi: Ciad - legato al Camerun, Tunisia - legata all’Algeria, frontiere del Brasile).

Si propone di considerare le possibilità di:
     a. nuova presenza in Myanmar;
     b. nuove comunità in altri Paesi legate ad un organismo già esistente: Ciad, Tunisia.

         Considerando la situazione dell’Istituto e gli orientamenti espressi, esprimersi sull’opportunità
         delle proposte fatte.

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Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

       COMUNITÀ PROFETICHE che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

Abbiamo approfondito in questi anni il tema della chiamata ad una santità non solo personale, ma anche
comunitaria. È un aspetto di fondamentale importanza nel mondo di oggi, da un lato egoistico, diviso e vi-
olento, dall’altro in cerca di relazioni fraterne profonde, vere, capaci di cercare un cammino di comunione
anche nelle diversità e nel perdono. È a questa profezia comunitaria, testimonianza limpida del modo di
amare del nostro Dio Trinità, che ci rimanda ancora una volta il tema capitolare.
Sentiamo il bisogno di una conversione evangelica a livello personale e comunitario, di vita e di strutture.
Desideriamo:
 comunità veramente fraterne contro ogni divisione e egoismo;
 comunità più ‘semplici’, ‘agili’, dove si dia importanza alla qualità delle relazioni, all’interno e
     all’esterno, rispetto alla fissità di strutture da rivedere;
 comunità apostoliche inserite in mezzo al popolo, accoglienti e solidali con i più poveri;
 comunità capaci di vivere e lavorare con gli altri.
Per questo, vogliamo approfondire insieme i temi della conversione, nello stile di vita e nelle strutture
comunitarie; dell’obbedienza a Dio e alla missione che Lui ci affida che comporta un nuovo stile di vivere il
voto di obbedienza e il servizio dell’autorità; di una formazione che ci aiuti fin dall’inizio e continui nel
tempo a spronarci a rispondere alla nostra vocazione; di una gestione economica che sia veramente a ser-
vizio della fraternità e della missione; dei rapporti con gli altri, in particolare con i Laici a noi associati.

                                                     SCHEDA CONVERSIONE: stile di vita e strutture comunitarie

Essere comunità profetiche implica una conversione nello stile di vita e nelle strutture comunitarie. È uno
dei nodi decisivi del nostro modo di vivere e pensarci consacrate oggi, a livello personale, comunitario,
apostolico. Si sente il bisogno di riorganizzarci, ma non basta se non è per una rivitalizzazione. È un appel-
lo ad una vera conversione missionaria.

10. Obbedienza alla missione e servizio dell’autorità
Nella revisione delle Costituzioni è stato cambiato l’ordine dei voti, mettendo per primo il voto di obbe-
dienza. Si tratta di una scelta carismatica. Nelle Assemblee precapitolari, abbiamo ribadito la necessità di
convertirci nel modo di intendere e vivere l’obbedienza: siamo d’accordo che dobbiamo passare
dall’obbedienza ‘ad una persona - l’autorità’- ad una ‘cultura dell’obbedienza nel continuo discernimento’,
personale e comunitario. Consideriamo importante l’ascolto della Parola di Dio, della realtà, delle persone
e delle sorelle, rispettando e apprezzando le nostre diversità di mentalità, età e cultura. Consideriamo
fondamentale la formazione della coscienza.

Per fare dei passi avanti in vista di un’obbedienza matura e partecipata, prendiamo atto delle proposte
delle Assemblee:
 - formarci a vivere l’obbedienza secondo il nostro carisma, trovare il ‘nostro stile’;
 - essere disponibili a lavorare con qualsiasi sorella, per qualsiasi servizio, in qualsiasi luogo;
 - le direzioni degli organismi siano coerenti con il cammino dell’Istituto: favoriscano e implementino
     coraggiosamente il ridimensionamento già deciso, evitino di aderire a proposte non in sintonia con il
     carisma solo per mantenere le strutture esistenti;
 - vigilare su comportamenti e scelte che causano scandalo dentro e fuori la comunità, come l’abuso di
     potere, la mancanza di trasparenza, la poca dipendenza, la resistenza ai trasferimenti;
 - evitare di portare avanti le attività come ‘progetto individuale’;
 - cercare aiuti professionali per creare comunità più fraterne;
 - incoraggiare e accompagnare le sorelle più giovani ad assumere ruoli di responsabilità.

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XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

Il processo di conversione chiede anche un nuovo stile di leadership, a servizio della fraternità e della mis-
sione. Chi tra noi è chiamata ad esercitare l’autorità lo deve fare non solo gestendo l’ordinario e rispon-
dendo alle urgenze immediate, ma facendo spazio al nuovo. Soprattutto, custodendo e attualizzando il ca-
risma insieme con le sorelle.
Per fare dei passi avanti in vista di un nuovo stile di leadership consideriamo le proposte delle Assemblee:
- riflettere sulle strutture di governo e sul modo di gestione delle decisioni, in vista di una maggior agilità
   e flessibilità;
- riorganizzare la vita comunitaria tenendo conto dei cambiamenti, dei segni dei tempi e delle nostre
   sensibilità;
- dare più leggerezza alla nostra vita fraterna: stile più sobrio, più atteggiamenti fraterni e un'organizza-
   zione di comunità meno rigida;
- nella scelta delle sorelle per l'incarico di superiora, rispettare i tempi del servizio richiesto, considerare
   le difficoltà legate all’età e le esigenze delle comunità;
- formare ad una mentalità di leadership come servizio aperta alla cultura del dialogo che incoraggia
   scelte fatte insieme e la loro assunzione da parte di tutte;
- le superiore abbiano più coraggio di dialogare e confrontare le sorelle su ciò che potrebbe essere di o-
   stacolo a vivere con fedeltà gli impegni assunti (attaccamento alla famiglia, blocchi psicologici, culturali
   etc.);
- preparare adeguatamente e per tempo le sorelle che assumono per la prima volta l’incarico di superio-
   ra;
- le sorelle ribadiscono l'importanza della confidenzialità per chi svolge il ruolo dell’autorità.

            Considerando le proposte e i desideri delle sorelle, quali orientamenti il Capitolo potrebbe
            dare a tutto l’Istituto?
            Quali proposte ritenete importanti per convertirci nello stile di vita e nelle strutture comuni-
            tarie? Con quali decisioni operative?

11. Interculturalità
Si sente la necessità di modificarci, dentro e fuori, con le nostre differenze di mentalità, età e cultura; con
una spiritualità dell’umiltà, inviate a servizio di una missione che si realizza facendosi vicine, ‘incarnandosi’
tra la gente. L’interculturalità comporta reciprocità, costruire insieme con altri, rinunciando a metodi a
senso unico.

Per fare un passo avanti in vista di modificarci ‘dentro e fuori’, consideriamo le proposte delle Assemblee:
Dentro
- per promuovere tra noi la specificità delle diverse culture e generazioni:
    creare possibilità e spazi per migliorare il rapporto tra le sorelle anziane e quelle più giovani,
    essere disposte ad imparare reciprocamente dalle idee e dalle esperienze di ciascuna,
    aver fiducia verso le sorelle più giovani affidando loro incarichi di responsabilità,
    cogliere le occasioni per condividere esperienze ed elementi delle diverse culture,
    pregare, parlare, dialogare, perdonare per risolvere i conflitti,
- rifiutare le divisioni per regionalismi/età etc. che esistono tra di noi;
- formare comunità con sorelle di culture e età diverse;
- fornire strumenti metodologici per vivere l’interculturalità e letture che aiutino ad approfondire il te-
  ma;
- formare ad una miglior comprensione e capacità di discernimento sui fenomeni della globalizzazione e
  dei mass media;

14
Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

- pensare a ritmi di programmazione e animazione diversificate per giovani e anziane.

Fuori
-   iniziare un reale processo di inculturazione del nostro carisma, spiritualità e stile di vita, partendo dal-
    la conoscenza della cultura locale e incentivando il ruolo delle sorelle del posto, risorsa indispensabi-
    le;
-   conoscere adeguatamente la lingua e la cultura del Paese nel quale si lavora;
-   essere comunità più aperte ai bisogni e al ‘disturbo’ della gente, a condividere la loro vita, maggior
    stima della cultura del popolo;
-   prendere iniziative di accoglienza, ascolto, disponibilità, con il coraggio di affrontare nuove situazioni,
    di incontrare nuove persone.

              Considerando le proposte e i desideri delle sorelle, quali orientamenti il Capitolo potrebbe
              dare a tutto l’Istituto? Considerare in particolare i seguenti aspetti:
                              - criteri di inserimento nella cultura locale
                              - la piaga delle divisioni per etnie e i regionalismi esistenti nei nostri organismi.

12. Ad vitam: per tutta la vita, con tutta la vita

Nelle Assemblee ci siamo confrontate e ci siamo dette che il rapporto tra la vita consacrata e il mondo è
cambiato con gli anni: da una vita religiosa considerata ‘separata e migliore’ ad una vita incarnata nel
mondo, nuove aperture verso i laici.
L’ad vitam è cambiato anche in relazione all’ad extra: professiamo di essere consacrate per la missione ad
extra e poi ci ritroviamo nel Paese d’origine per diverse esigenze: personali, o di Istituto, o familiari. A vol-
te c’è la tendenza ad andare in pensione prima del tempo, quando si potrebbe invece rendere ancora pic-
coli servizi e assumere responsabilità. È aumentata la possibilità di usare i social media, con degli aspetti
positivi ma anche col rischio di dipendenza.
In ogni caso, dentro a tutti questi cambiamenti, continuiamo a dire il nostro “Sì” alla chiamata del Signore
che ci ha fatte missionarie per tutta la vita.

Le Assemblee chiedono una maggior riflessione:
    sul senso dell’ad vitam per noi oggi, come dono radicale a Dio e al prossimo ovunque siamo;
    sul senso della vita consacrata e della missione;
    sulla relazione con i nostri familiari e il coinvolgimento eccessivo nei loro problemi;
    sulla dipendenza dai social media a discapito della vita di preghiera, delle relazioni in comunità, degli
     impegni di servizio alla missione.

Si vorrebbero inoltre:
    valutazioni periodiche, personali e comunitarie, sulla disponibilità alla missione a cui abbiamo dedica-
     to la nostra vita;
    una maggior coscientizzazione sull'uso dei social media come strumenti di relazione;
    una linea comune a livello di congregazione per regolamentare le relazioni con la famiglia;
    una ‘policy per i trasferimenti’, per non lasciare le sorelle per lungo tempo nella stessa comunità, re-
     sponsabilità e attività apostolica. Dunque si propone di trasferire all’incirca ogni 6/8 anni.

          Considerando le proposte e i desideri delle sorelle, quali orientamenti il Capitolo potrebbe da-
          re a tutto l’Istituto?

                                                                                                                15
XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

                                                                                          SCHEDA FORMAZIONE

13. Identità carismatica, noviziato internazionale

Il processo di approfondimento della nostra spiritualità che ci ha condotte a rivedere le Costituzioni e gli
appelli del magistero che ci invitano ad essere donne consacrate capaci di ‘svegliare il mondo’ ci interro-
gano su come deve essere la formazione delle MdI per essere autenticamente profetiche e inserite nelle
periferie nell’oggi della Chiesa e del mondo.
Durante le Assemblee precapitolari ci siamo espresse sulle esigenze concrete di una formazione sempre
più contraddistinta dalla nostra particolare identità carismatica e orientata alla nostra missione specifica.
Si sente la necessità di un itinerario formativo che porti a conformarci al Signore Gesù, secondo la nostra
identità vocazionale.
Si invita ad investire di più nella formazione integrale della persona, per vivere la propria vocazione con
gioia e in pienezza, per tutta la vita e con tutta la vita, capaci di vivere responsabilmente i propri impegni.
Oggi più che mai si ritiene importante crescere nella competenza interculturale. A questo riguardo si sente
il bisogno di formare ad atteggiamenti profondi di pazienza, dialogo, rispetto, umiltà e tolleranza, e alla
capacità di far fronte alle sfide che richiedono la mobilità e l’apertura al nuovo, al diverso.

13.a Approfondimento della nostra identità carismatica
Il prossimo sessennio dovrà continuare il cammino di maggior comprensione della nostra identità e di as-
similazione della nostra Spiritualità, attraverso l’approfondimento vitale delle nostre Costituzioni riviste.
Si invita, inoltre, a:
 - pensare sessioni formative sulla nostra Spiritualità per le varie tappe della vita, organizzate dalla DG, a
    cui le sorelle che lo desiderano possano partecipare;
 - formare un’equipe che si occupi di organizzare corsi in diversi organismi per l’approfondimento dello
    studio della teologia della missione, antropologia culturale e nuovi documenti della Chiesa;
 - approfondire il tema dell’interculturalità;
 - organizzare incontri formativi su un ciclo di argomenti da affrontare in tre anni (tre argomenti che ven-
    gono ripresi ogni anno, approfondendo). I temi di interesse: antropologia culturale, formazione della
    coscienza, lavorare in rete.

       Quali proposte ritenete importanti? Con quali decisioni operative?

13.b Noviziato internazionale
Dalle risposte delle Assemblee precapitolari sulla proposta di un noviziato internazionale (cf. Lineamenta
2017, pp. 35-36) è emerso che:
11 organismi si sono espressi a favore della proposta, con le seguenti motivazioni:
 - aiuterebbe a migliorare la qualità della formazione delle novizie, ad approfondire lo spirito missionario,
   a imparare a vivere l’interculturalità e l’internazionalità;
 - aiuterebbe ad avere un avvicendamento di formatrici qualificate e interculturali/internazionali.

3 organismi si sono espressi a sfavore, con le seguenti motivazioni:
- uscire dal proprio contesto socioculturale senza aver ancora acquisito una conveniente maturità uma-
   na e spirituale potrebbe costituire una sfida e uno shock troppo grande. Per questo si ritiene più op-
   portuno avere le prime fasi della formazione nel proprio Paese di origine;
- due anni di noviziato, in un contesto differente dal proprio, non costituiscono un tempo sufficiente per
   conoscere bene la persona in vista di un accompagnamento vocazionale adeguato.

16
Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

Considerando la possibilità del noviziato internazionale ci sono stati anche dei suggerimenti:
- il postulato sia realmente pensato tenendo conto della novità di questa tappa formativa;
- tener presenti i diversi livelli di preparazione scolastica, di maturazione umana, di esperienza di vita
  delle giovani;
- prima di cominciare il noviziato, dare la possibilità sia alle formande che alle formatrici di un tempo a-
  deguato per entrare in contatto con una realtà diversa dalla propria: studiare la lingua, conoscere il
  nuovo contesto, conoscersi tra di loro;
- assicurare che ci sia un’equipe formativa qualificata, internazionale, ben integrata e con una visione
  comune della formazione. La maestra delle novizie sia una persona con esperienza ad extra e di inter-
  nazionalità. Si ritiene importante inoltre che conosca bene italiano e inglese;
- cominciare con un gruppo ad experimentum e poi valutare l’esperienza;
- che il noviziato internazionale sia direttamente dipendente dalla DG e ben accompagnato da essa.

Alcuni organismi hanno fatto anche altre proposte:
- c’è chi si dice a favore di un noviziato unico in Italia per fare esperienza delle radici carismatiche e dei
  luoghi di origine delle fondatrici. Altri organismi preferiscono un continente che non sia l’Europa, pur-
  ché abbia le condizioni necessarie per accogliere e garantire la formazione delle giovani. Oppure dove
  c’è il numero maggiore di formande;
- c’è chi si dice a favore di due noviziati internazionali: avendo come criteri di scelta del luogo e della de-
  stinazione delle giovani la lingua e/o la cultura (e la possibilità di ottenere i visti). Per es., uno in un Pa-
  ese di lingua inglese, l’altro di lingua neolatina.

           Considerando la situazione attuale dell’Istituto, particolarmente per quanto riguarda le esi-
           genze future della formazione e le proposte avanzate, esprimersi sull’opportunità di iniziare
           un noviziato internazionale.

14. Formazione iniziale

A partire dalla revisione delle Costituzioni, ci sono aspetti ai quali oggi vogliamo dare maggiore attenzione
nel campo della formazione iniziale:
- adeguare al contesto locale le direttive dell’Istituto in campo formativo, soprattutto nella tappa che
  precede l’ammissione all’Istituto. A questo riguardo si ritiene di vitale importanza rivedere il Piano Par-
  ticolare di ogni organismo dove si stabiliscono obiettivi, tempi, luoghi, mezzi del pre-postulato;
- tenere in considerazione che oggi la formazione è sempre più formazione all’interculturalità. A questo
  riguardo si chiede di considerare l’importanza della formazione iniziale comune in vista anche di tappe
  iniziali fuori dal proprio contesto culturale e linguistico.

Nell’ambito della formazione iniziale si chiede inoltre di:
- formare ai valori specifici della nostra consacrazione missionaria;
- discernere in modo accurato e in tutte le fasi della formazione la capacità di vivere la vita religiosa mis-
   sionaria;
- aver cura che la formazione sia davvero formativa e non solo informativa;
- integrare la formazione accademica con quella vocazionale/spirituale;
- avere a cuore una formazione sempre più personalizzata;
- curare la formazione della coscienza per migliorare il discernimento e la capacità di assumere con re-
   sponsabilità le scelte.

                                                                                                               17
XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

Nell’ambito della formazione delle formatrici si chiede:
 esperienza e preparazione per lavorare in un contesto multiculturale;
 capacità di lavorare insieme, in equipe;
 incontri più frequenti per formatrici a livello di Istituto durante il sessennio.

         Dopo aver considerato il cammino fatto e le proposte delle Assemblee, in cosa dovrà cambiare
         la nostra formazione iniziale perché sia profetica e orientata alla missione?

15. Formazione continua

La profezia evangelica che il Signore ci chiede oggi richiede da tutte noi la continua disponibilità a saper
interpretare i segnali dello Spirito nei segni dei tempi, nella capacità di creatività comunitaria e apostolica
in fedeltà al nostro carisma (cf. Vino Nuovo in Otri Nuovi n. 32). Per questo la formazione continua ci deve
aiutare ad una continua conversione del cuore, a mantenere vivo il desiderio e l’impegno coraggioso di
donarci al Signore nel servizio al Regno, trovando in ogni età e situazione il modo di rispondere con gene-
rosità a ciò che ci viene chiesto.

 Per fare dei passi avanti... consideriamo i seguenti punti emersi dalle Assemblee:
 - aiutare ogni sorella a farsi carico del proprio cammino di formazione continua, nella consapevolezza
    che ogni fase e ogni luogo della nostra vita è uno spazio formativo e un’opportunità di crescita;
- pianificare alcuni momenti di formazione e di revisione della propria vita in base alle fasce d’età e/o
    tempi particolari (ritorno dalle missioni, anniversari importanti…);
 - assicurare una preparazione culturale di base per tutte, personalizzando gli studi e facendo sì che que-
    sti siano validamente riconosciuti a tutti gli effetti dalla legge civile (dove possibile);
 - curare l'aggiornamento continuo per poter rispondere con creatività e competenza alle nuove sfide so-
    ciali e apostoliche;
 - preparare sorelle in modo qualificato per essere in grado di inserirsi in progetti intercongregazionali e
    in collaborazione con altre forze.

            Dopo aver considerato il cammino fatto e le proposte delle Assemblee, in cosa dovrà cambia-
            re la nostra formazione continua perché sia profetica e ci aiuti ad essere sempre a servizio
            della missione?

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Comunità profetiche che annunciano il Vangelo nelle periferie del mondo

                                                                16. SCHEDA ECONOMIA A SERVIZIO DELLA MISSIONE

È stato fatto un buon cammino per sollecitare l’Istituto, a tutti i livelli, a ripensare l’economia nella fedeltà
al carisma e per crescere nella consapevolezza che tutte le nostre risorse dovrebbero essere usate in vista
della missione.
La Commissione economica ha elaborato la bozza delle Politiche economiche, che è stata oggetto di rifles-
sione e approfondimento in tutti gli organismi.
Abbiamo fatto passi anche nella condivisione dei beni: in diversi organismi sono state create casse comuni
per rispondere alle varie necessità apostoliche; a livello di Istituto, la Direzione generale, dopo aver riflet-
tuto insieme con le superiore degli organismi, ha approvato ad experimentum per ogni organismo in attivo
un contributo annuale per il triennio 2015-2017, al fine di coprire le spese della DG a servizio dell’Istituto e
garantire lo spirito di solidarietà fra gli organismi (cf. Atti della VII Assemblea Inter capitolare, 2016).
Ora, sentiamo la necessità di ulteriori sforzi affinché il cammino intrapreso divenga più visibile nella di-
mensione operativa e gestionale.
Consideriamo perciò impegno prioritario l’attuazione delle Politiche economiche, alla luce della Carta dei
valori, affinché tutte le opere/attività e le azioni apostoliche siano espressione del nostro carisma.
Riteniamo anche fondamentale formare alla dimensione economica fin dalla formazione iniziale. Essa in-
fatti tocca in modo trasversale, la nostra vita, e la formazione ne deve tener conto, a tutti i livelli.

Vogliamo, infine, prendere in considerazione le seguenti proposte fatte durante le Assemblee:
- custodire la nostra ‘casa comune’: attraverso, per esempio, l’utilizzo delle energie rinnovabili come in-
  vestimenti futuri nelle nostre comunità e organismi;
- pensare a gruppi di Amici MDI anche in altri contesti, pur con impegni economici diversi (es. associa-
  zione di ex-alunni);
- dar continuità nel sessennio al corso internazionale delle econome degli organismi;
- garantire la funzionalità dei Consigli Amministrativi.

       Ci chiediamo come orientare le nostre scelte per rendere operative le Politiche economiche
       dell’Istituto nei prossimi 6 anni.

                                                                                                              19
XI Capitolo generale 2018 – Strumento di lavoro

                                                                17. SCHEDA FRATERNITÀ E MISSIONE CON I LAICI MDI

La prima volta che, accogliendo un desiderio venuto da diverse parti della nostra famiglia missionaria, un
Capitolo generale si è espresso sulla partecipazione di laici al nostro carisma è stato nel 1994. I successivi
Capitoli generali, le Assemblee intercapitolari e degli organismi hanno continuato a riflettere e dato orien-
tamenti sui criteri di discernimento e l’appartenenza dei Laici MdI alla nostra famiglia, sul nostro impegno
nei loro confronti in termini di formazione, accompagnamento spirituale, coordinamento dei gruppi da
parte di una sorella referente, collaborazione nelle attività apostoliche (cf. Atti Capitolari 2006; 2012 e As-
semblee intercapitolari 2009; 2016).
Nelle Costituzioni riviste, sono stati inseriti due articoli sulla speciale relazione di fraternità con i Laici che
partecipano al nostro carisma (nn. 32 e 81).
Orientamenti sono stati dati anche per la preparazione di sussidi per la loro formazione: libro di preghiere,
opuscoli sulle tappe fondamentali della nostra storia, sulla nostra spiritualità, ecc.
Infine, è ancora viva la proposta delle “colonne spirituali”, come una delle espressioni della comune mis-
sionarietà.

Non tutto è stato implementato, a livello di organismo e di Istituto, per ciò che riguarda:
- stilare un Regolamento o Statuto dei gruppi Laici MdI;
- preparare ‘Linee-guida’ a livello di Istituto per tutti i gruppi Laici MdI;
- unificare il programma formativo a livello di organismo (dove ci sono più gruppi);
- elaborare un sussidio sulla nostra spiritualità affinché i Laici MdI possano assimilarla e viverla nella loro
  condizione laicale;
- studiare, insieme a loro, i rapporti giuridici dei Laici MdI con il nostro Istituto e gli aspetti pratici ed e-
  conomici della loro appartenenza;
- studiare la possibilità di fare un’esperienza ad extra.

Per arricchire questa speciale relazione di fraternità nuove idee sono venute dalle Assemblee e dai Laici
stessi:
- si chiede di continuare a formare i Laici MdI aiutandoli a riflettere sulla loro identità, differenziando il
   cammino formativo in due tappe: la formazione vocazionale e la formazione continua;
- si vuole più coinvolgimento e responsabilità nella missione dell’Istituto, fino alla possibilità di avviare
   iniziative di convivenza nelle comunità, di invii ad extra;
- si auspica la possibilità di costituire una commissione internazionale di suore e Laici MdI, di raduni na-
   zionali, per zone, tra gruppi di Laici, e un maggior uso dei social media per far interagire i gruppi tra lo-
   ro;
- si desidera la partecipazione di una rappresentanza Laici MdI al Capitolo generale.

               Ci chiediamo come orientare le nostre scelte nei prossimi sei anni sui seguenti punti:
                              - i rapporti giuridici dei Laici MdI con il nostro Istituto e gli aspetti pratici ed
                    economici della loro appartenenza
                              - l’autonomia/dipendenza dei gruppi Laici MdI rispetto a noi MdI nelle attività
                    apostoliche, formative, spirituali
                                -       le possibilità concrete di coinvolgimento dei Laici MdI in attività ad
                    extra, tenendo conto dei vari aspetti: formativi, logistici, finanziari
                - un’eventuale partecipazione al Capitolo generale.

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