STRATEGIA contro l'uso del veleno in Italia - Misure per conoscere e contrastare l'avvelenamento di animali selvatici e domestici
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STRATEGIA contro l’uso del veleno in Italia Misure per conoscere e contrastare l’avvelenamento di animali selvatici e domestici Progetto LIFE Natura ANTIDOTO www.lifeantidoto.it
STRATEGIA contro l’uso del veleno in Italia Misure per conoscere e contrastare l’avvelenamento di animali selvatici e domestici Progetto LIFE Natura ANTIDOTO www.lifeantidoto.it 1
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto Testi: Anna Cenerini1, Guido Ceccolini2, Erika Ciarrocca3, Rosario Fico3, Indice Michele Pezone4 1. Introduzione.................................................................................... 5 Collaborazione: Monica Di Francesco1, Marco Panella5 1.1 Come combattere l’uso illegale del veleno................................... 5 1 Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga 1.2 L’uso del veleno contro la fauna.................................................. 6 2 Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati 2. I Nuclei Cinofili Antiveleno................................................................ 9 3 Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria 2.1 Gli obiettivi dell’attività dei Nuclei Cinofili Antiveleno.................... 9 dell’Istituto Zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana 4 Lega Nazionale per la Difesa del Cane 2.2 Gli NCA del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga... 11 5 Corpo Forestale dello Stato 2.3 Formazione e gestione di un Nucleo Cinofilo Antiveleno............. 14 2.4 Misure complementari all’impiego di Grafica: Biodiversità sas, Rocchette di Fazio, GR Nuclei Cinofili Antiveleno......................................................... 20 Fotografie: G. Ceccolini; A. Cenerini; M. Di Francesco, R. Gasbarri; A. Mango, G. Santori; archivio Centro di Referenza Nazionale per 3. Strategia contro l’uso del veleno...................................................... 24 la Medicina Forense Veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico delle 3.1 Obiettivi della Strategia........................................................... 24 Regioni Lazio e Toscana 3.2 Incoraggiare ed agevolare la denuncia dei casi Stampa: EditPress srl - Castellalto (TE) di sospetto avvelenamento....................................................... 24 3.3 Favorire la conoscenza dell’impatto dell’uso del veleno Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga contro la fauna....................................................................... 25 Via del Convento, 1 67010 Assergi (AQ) 3.4 Prevenire l’uso del veleno contro la fauna.................................. 25 www.gransassolagapark.it 3.5 Perseguire l’uso del veleno contro la fauna................................. 28 www.lifeantidoto.it 4. Proposta di una nuova normativa nazionale sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati............................... 32 Il Progetto LIFE ANTIDOTO viene realizzato in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato 5. L’uso del veleno in Italia. Situazione e normativa di riferimento............ 42 5.1 L’uso del veleno contro la fauna in Italia negli anni 2005-2009...... 42 Alimenti Eukanuba supporta il progetto ANTIDOTO 5.2. La normativa vigente in merito agli avvelenamenti...................... 50 con la fornitura degli alimenti 5.2.1 L’Ordinanza Ministeriale 10 febbraio 2012..................... 50 per i cani dei Nuclei Cinofili Antiveleno 5.2.2 Utilizzo sostenibile dei pesticidi....................................... 53 Prodotto realizzato con il cofinanziamento 5.2.3 Avvelenamento di animali: le responsabilità penali............ 54 dello strumento finanziario LIFE della Comunità Europea 2 3
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto Introduzione Progetto LIFE Natura ANTIDOTO 1. Introduzione 1.1. Come combattere l’uso illegale del veleno www.lifeantidoto.it I numerosissimi animali domestici e selvatici che vengono rinvenuti ogni anno in Italia morti a causa dell’ingestione di sostanze tossiche costituiscono soltan- to la punta di un grande iceberg. Nonostante il fatto che questo irresponsabile, inutile e barbaro uso del veleno contro la fauna possa determinare un grave impatto sulla salute pubblica e sulla biodiversità, infierendo gravi colpi a numerose specie selvatiche, talune delle quali già precipitate in uno stato critico di conservazione, sono pochi i soggetti che si impegnano a contrastare il fenomeno e quei pochi, seppure virtuosi, si trovano spesso a combattere una battaglia con armi spuntate. Ogni anno in Europa un considerevole numero di animali La scarsa conoscenza dell’entità del fenomeno, delle sue cause e delle sue selvatici e domestici muore, tra atroci sofferenze, per es- conseguenze impedisce di poter pianificare efficaci misure di prevenzione e sersi cibato di carcasse o bocconi avvelenati. contrasto; all’oggettiva difficoltà di individuare i responsabili di un avvelena- Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga mento si aggiunge, talora, anche la scarsa formazione dei soggetti preposti impiega una nuova ed efficace arma per combattere l’uso alle indagini ed agli accertamenti diagnostici. illegale del veleno: cani addestrati a trovare bocconi e Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga sta attuando numerose carcasse avvelenati che lavorano con un team specializ- azioni per favorire la conoscenza ed il contrasto dell’uso illegale del veleno zato composto da addestratori, veterinari e personale del grazie al progetto LIFE+ Natura ANTIDOTO, del quale l’Ente Parco è il bene- Corpo Forestale dello Stato. ficiario coordinatore. In uno scenario tra i più suggestivi d’Italia i Nuclei Cinofili Molte delle azioni intraprese, a partire dal 2009, risultano assolutamente Antiveleno fronteggiano una delle minacce “umane” più innovative per il nostro Paese, prima tra tutte l’impiego di Nuclei Cinofili Anti- gravi per la conservazione di molte specie di mammiferi veleno, che si stanno rivelando uno strumento efficace ed insostituibile. e rapaci. Questo manuale raccoglie le esperienze maturate e le conoscenze acquisite Ciò grazie al progetto LIFE Natura ANTIDOTO, cofinan- dall’Ente Parco Gran Sasso-Laga durante questo complesso ed articolato per- ziato dalla Commissione Europea, ed alla collaborazione corso, nel quale è affiancato dal Corpo Forestale dello Stato e supportato dal delle Regioni spagnole Andalusia ed Aragona e del Cor- Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria. Il docu- mento propone, inoltre, misure pratiche e disposizioni normative che possono po Forestale dello Stato. risultare utili agli amministratori, ai legislatori, ai corpi di polizia, ai veterinari Il Progetto LIFE Natura ANTIDOTO ha la durata di cin- ed alle associazioni che vogliano avversare efficacemente l’uso del veleno. que anni (01/01/2009-31/12/2013) ed un budget di La prima parte del manuale è dedicata ai Nuclei Cinofili Antiveleno; vi si 1.411.144 Euro. descrive l’attività che svolgono i due NCA che sono operativi nel Parco Na- zionale del Gran Sasso e Monti della Laga dal 2010, quindi vi si definiscono Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, secondo in Italia per 4 estensione con circa 150.000 ha di superficie, è collocato nell’Apppenino 5 centro-meridionale e ricade nelle regioni Abruzzo, Lazio e Marche.
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto Introduzione le linee guida per la formazione e (relegato a nidificare in Basilicata, Calabria e Sicilia con meno di sei coppie, gestione di un Nucleo Cinofilo Anti- ossia praticamente estinto). Solo grazie a recenti progetti di reintroduzione il veleno, per agevolare gli eventuali gipeto ed il grifone sono nuovamente presenti nella penisola italiana. soggetti, istituzionali e non, che vo- In Italia, ai giorni nostri, una delle principali motivazioni che spingono ad lessero attivare simili unità in altre utilizzare il veleno contro la fauna selvatica, pratica illegale dal 1977, conti- aree italiane. nua ad essere la stessa di molti secoli fa, vale a dire il tentativo di limitare la La seconda parte del manuale costi- competizione con i predatori per le specie cacciabili e di ridurre i danni dei tuisce la vera e propria “Strategia”, predatori sul bestiame. cioè un insieme di indicazioni, di Non è questa la sede per ribadire l’importante ruolo svolto dai predatori nelle varia natura, finalizzate a contra- dinamiche naturali né per ricordare come l’uso del veleno rappresenti più una stare l’uso del veleno. A comple- sorta di rivalsa nei confronti dei predatori, ancorché vile e barbara, che non tamento della Strategia è inserita una soluzione a lungo termine di qualsivoglia conflitto con essi. anche una bozza di proposta di legge. E’ importante, invece, sottolineare il fatto che le vittime del veleno fanno le L’ultima parte del manuale riporta un compendio dello studio sui casi di av- spese di una discutibile gestione del territorio, dell’attività venatoria e dell’al- velenamento registrati in Italia tra il 2005 ed il 2009 effettuato dal Centro levamento e che, dunque, per ridurre le cause scatenanti dell’uso del veleno, di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria e, infine, cenni sia indispensabile agire anche a livello gestionale. sulla normativa di riferimento nel nostro Paese in merito agli avvelenamenti. Posto che una certa “quota” di predazione sulle specie cacciabili è, ovviamen- te, inevitabile, bisogna tenere in considerazione il fatto che il numero di indi- 1.2 L’uso del veleno contro la fauna vidui di varie specie di interesse venatorio è diminuito a causa del profondo e diffuso cambiamento insorto nell’uso del territorio (con l’antropizzazione di In Europa l’impiego di sostanze tossiche per eliminare animali considerati vaste superfici) e nelle stesse pratiche agricole (in primis la cosiddetta “indu- competitori nell’attività venatoria o dannosi per il bestiame e le coltivazioni strializzazione” dell’agricoltura: colture estensive, scomparsa di siepi e grandi affonda le sue radici in epoche remote. Senza dubbio il bersaglio storico e alberi, massiccio uso di fertilizzanti e fitofarmaci). Attorno agli anni ’70 del XX più illustre di questa pratica, per molti secoli del tutto legale se non addirittura sec. a questo elemento si è associato anche il picco massimo del numero di incoraggiata, è stato il lupo, annientato in vaste aree europee ad opera, in spe- cacciatori, in un territorio ormai povero di fauna cacciabile. cial modo, della stricnina, arrivata in Europa nel XVI secolo attraverso gli Arabi. Questi fattori hanno favorito l’incremento dell’uso del veleno e, inoltre, hanno E’ stato soprattutto dal XIX secolo che l’uso del veleno, associato ad altre portato alla prassi, ormai consolidata, di immettere annualmente migliaia di forme di persecuzione, ha inflitto colpi gravissimi al lupo ed ha determinato individui di specie cacciabili. Questa pratica venatoria “artificiosa” è, a sua il declino inarrestabile di varie specie di rapaci necrofagi, vittime secondarie volta, un fattore che favorisce l’uso del veleno, con il quale si tenta di limitare dell’uso del veleno. Miglior sorte non è toccata all’orso. la predazione sugli esemplari liberati che, invece, vengono decimati soprat- Mentre in Italia il lupo e l’orso sono riusciti a sopravvivere grazie allo spopo- tutto da problemi di natura sanitaria. lamento di ampie zone appenniniche iniziato nel dopoguerra, che ha lasciato Per quanto riguarda l’annoso conflitto predatori-zootecnia molto si è fatto, loro campo libero, ed a progetti di recupero, due specie di avvoltoi, l’avvol- soprattutto in alcune aree protette, per incoraggiare l’attuazione di misure toio monaco ed il gipeto, si sono estinte nel nostro paese ed altre due sono di protezione del bestiame e per risarcire gli allevatori in tempi ragionevoli state ridotte al lumicino, il grifone (sopravvissuto in Sardegna con una piccola dei danni subiti per predazione. Questi accorgimenti sono senza dubbio in- popolazione, tutt’ora periodicamente colpita dal veleno) ed il capovaccaio dispensabili considerato che l’allevamento, oltre a rappresentare una fonte 6 7
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno di reddito tradizionale ed insostituibile in molte aree italiane, costituisce una 2. I Nuclei Cinofili Antiveleno pratica preziosa per la conservazione di ambienti rari e ricchi di biodiversità e, paradossalmente, anche per la sopravvivenza di molti di quei rapaci necro- fagi che sono vittime secondarie dei bocconi avvelenati. 2.1 Gli obiettivi dell’attività dei Nuclei Cinofili Antiveleno (NCA) A causa della scomparsa del lupo da molte aree italiane verificatasi nei secoli I Nuclei Cinofili Antiveleno sono uno strumento innovativo ed efficace nella passati, è venuta meno la pratica usuale di far pascolare il bestiame sorve- lotta all’uso del veleno. I cani hanno capacità olfattive straordinarie che li ren- gliato da un pastore e dai cani da guardiania e di ricoverarlo in luogo sicuro dono una risorsa preziosissima nella ricerca di bocconi o carcasse avvelenati. durante la notte con il risultato che, ad oggi, il bestiame spesso pascola senza Impiegati dal 2004, per la prima volta nel mondo, in Andalusia (Spagna) e alcuna protezione. dal 2010 anche nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, i Per di più ancora non è stato affrontato risolutivamente il problema del randa- Nuclei Cinofili Antiveleno si stanno dimostrando un valido strumento di contra- gismo (incluso quello dei cani da guardiania abbandonati) e del vagantismo, sto all’uso illegale del veleno. che, in molte aree naturali e non, innesca l’uso del veleno. Il loro impiego, infatti, incide sui tre obiettivi principali ai quali deve puntare Un ulteriore fattore scatenante che riveste un certo rilievo è quello che potrem- un’efficace strategia di contrasto all’avvelenamento volontario: mo definire il “business del tartufo”. Negli ultimi anni, infatti, in alcune aree • la conoscenza del fenomeno; italiane la ricerca del pregiato tubero ha assunto un valore socio-economico • la prevenzione del fenomeno; di rilievo e sono frequenti casi di avvelenamento di cani (ed animali selvatici) • la persecuzione del reato. dovuti ad una insana competizione tra tartufai. Solitamente i bocconi avve- lenati vengono sparsi all’inizio della stagione di raccolta per scoraggiare, 1) La conoscenza del fenomeno attraverso l’eliminazione diretta dei cani, i cercatori concorrenti a frequentare una certa zona. Anche la difficile convivenza negli stessi territori tra tartufai e Il rinvenimento di una carcassa o di un boccone avvelenato è, soprattutto in cacciatori pare essere un motivo di utilizzazione del veleno. un ambiente naturale, un evento del tutto casuale; anche le ispezioni a vista effettuate dal personale di polizia hanno scarsissime possibilità di successo. Sono, infine, in aumento i casi di avvelenamento che si verificano in aree ur- Non è detto, poi, che il rinvenimento di un animale selvatico da parte di un bane e che sono frutto di banali attriti tra vicini di casa o dell’insofferenza nei privato cittadino venga sempre segnalato. Ne deriva il fatto che i casi di av- confronti di cani e gatti randagi. velenamento di animali selvatici siano largamente sottostimati. Se i dati raccolti dal Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense L’impiego di un NCA consente di ispezionare “olfattivamente” vaste superfici, Veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana sugli epi- con efficacia e velocemente, perciò può far emergere, se effettuato con rego- sodi di avvelenamento conosciuti (cap. 5.1) permettono di individuare le prin- larità, la situazione reale dell’uso del veleno in un territorio ed il suo impatto cipali motivazioni alle quali è da ricondurre l’uso del veleno, il gap abissale sulla fauna nonché permettere la creazione di mappe di rischio per la presen- di conoscenze impedisce, purtroppo, la possibilità di attribuire a ciascuna di za di veleno. esse un proprio peso specifico nell’incidenza del fenomeno che, in ogni caso, potrebbe variare in maniera significativa a livello locale. La conoscenza delle aree maggiormente sensibili, dell’eventuale stagionalità degli avvelenamenti e della tipologia di sostanze tossiche impiegate costitui- Solamente una raccolta omogenea e coordinata dei casi di avvelenamen- scono informazioni fondamentali per risalire alle cause scatenanti il feno- to darebbe l’opportunità di individuare con precisione, su piccola scala, le meno ed ai potenziali responsabili e consentono di predisporre, a ragion motivazioni prevalenti per l’uso del veleno e ciò è imprescindibile per poter veduta, una mirata intensificazione degli sforzi di vigilanza, di prevenzione calibrare opportunamente le misure da intraprendere contro l’uso del veleno. e di repressione. 8 9
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno 2) La prevenzione 2.2 Gli NCA del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga La presenza sul territorio di Nuclei Cinofili Antiveleno in grado di portare alla Il Parco Nazionale Gran Sasso-Laga dispone attualmente di due Nuclei Cinofili luce un reato usualmente non rilevato (e non punito) costituisce una forte misu- Antiveleno composti da un totale di cinque cani: tre pastori belga malinois, ra deterrente, amplificata dalla possibilità che gli NCA effettuino, sempre in un labrador ed un border collie. Il primo NCA è composto da un conduttore, sinergia con le forze di polizia, perquisizioni di automezzi ed edifici. dipendente dell’Ente Parco, da due pastori belga malinois e dal border collie. Per massimizzare tale effetto deterrente è necessario che l’operatività degli Il secondo NCA è composto da un conduttore, Sovrintendente del Coordina- NCA sia largamente conosciuta, soprattutto in quei “settori” che si ritengono mento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato (CTA/CFS, or- maggiormente a rischio per l’uso illegale del veleno. La divulgazione della ganismo di vigilanza del Parco), da un pastore belga malinois e dal labrador. presenza degli NCA è, quindi, un elemento indispensabile in una strategia La Junta de Andalucía si è occupata dell’addestramento dei cinque cani e contro l’uso dei bocconi avvelenati. della formazione dei due conduttori degli NCA del Parco, che hanno potuto L’NCA svolge anche un ulteriore, importante ruolo ossia quello di minimizzare svolgere, in Andalusia, un lungo corso sulla tecnica di addestramento dei cani le conseguenze dell’uso illegale del veleno svolgendo una bonifica accura- e sulla metodologia di lavoro sul campo. ta delle aree interessate da episodi di avvelenamento. Il rinvenimento di un L’impiego dei due Nuclei Cinofili Antiveleno nel Parco ha avuto inizio nel animale morto per avvelenamento o di un boccone avvelenato può far pre- 2010. Attualmente i cani riescono ad individuare le sostanze tossiche mag- supporre che vi siano altre carcasse o altri bocconi sparsi nei dintorni. Non giormente impiegate in Italia per il confezionamento di bocconi avvelenati rimuoverli significa che altri animali potranno ingerirli, innescando una lunga (pesticidi carbammati, organofosfati e organoclorurati, molluschicidi, rodenti- catena di morte. cidi anticoagulanti e non, vedi pagg. 48-49) nonché a rilevare le carcasse di Per bonificare il territorio in maniera capillare può non bastare compiere animali morti avvelenati. un’ispezione “a vista” perciò è imprescindibile l’intervento tempestivo di un I bocconi avvelenati impiegati per l’addestramento vengono confezionati dal Nucleo Cinofilo Antiveleno. veterinario dell’Ente in un laboratorio chimico a norma, del quale dispone il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. 3) La persecuzione del reato Gli NCA operano in sinergia con gli agenti del Individuare una carcassa o un boccone avvelenato significa anche avere CTA/CFS, anch’essi opportunamente formati qualche chance di poter individuare l’avvelenatore. Questo dipende in larga con corsi ad hoc sul metodo di conduzione delle misura dalla cooperazione tra i vari soggetti che entrano in gioco, dalla loro ispezioni congiunte con gli NCA e sulle modalità efficienza e tempestività: operative da adottare in caso di rinvenimento di • l’NCA, per l’individuazione di ulteriori bocconi, carcasse o materiali venu- bocconi o carcasse presumibilmente avvelenati, ti in contatto con il veleno presenti nei dintorni; tenuti da personale del Parco, del Corpo Foresta- • la forze di polizia, per la conduzione delle indagini, la repertazione dei le dello Stato e del Centro di Referenza Naziona- campioni ecc.; le per la Medicina Forense Veterinaria dell’Istituto • il veterinario (della ASL, libero professionista o di un Parco Nazionale Zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana. ecc.), per l’eventuale diagnosi di sospetto avvelenamento e l’invio dei Per gli agenti del Corpo Forestale dello Stato è campioni all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza; stato anche prodotto uno specifico opuscolo che • l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di competenza, per la necroscopia, è scaricabile nella sezione Documenti del sito le analisi tossicologiche ed eventuali analisi genetiche sui campioni. www.lifeantidoto.it. 10 11
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno Attività degli NCA del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga effettuare quanto prima la bonifica dell’area interessata. Gli NCA operano nel territorio del Parco con ispezioni periodiche ed ispezio- Gli NCA svolgono anche ispezioni al di fuori del territorio del Parco Nazio- ni di urgenza; talora affiancano gli agenti del CFS in controlli e perquisizioni nale Gran Sasso-Laga nel caso in cui si verifichino gravi episodi di avvelena- di aziende o privati sospetti. mento ai danni di specie selvatiche, su richiesta esplicita di enti gestori di altre Lo staff dell’Ente Parco e lo staff del CTA/CFS svolgono anche corsi di forma- aree protette o del CFS. zione per la gestione di Nuclei Cinofili Antiveleno rivolti a personale CFS di altre aree d’Italia, ad associazioni e guardie volontarie. Divulgazione NCA = prevenzione La visibilità degli NCA costituisce un importante segnale di presidio del terri- Ispezioni periodiche torio perciò viene colta qualsiasi opportunità per favorirla ed accrescere così il ruolo deterrente dei Nuclei Cinofili Antiveleno. Le ispezioni periodiche si svolgono una-due volte alla settimana in aree pre- scelte dal CTA/CFS e dall’Ente Parco. Risultano zone prioritarie di ispezione Alla capillare opera di divulgazione rivolta a molte categorie di interesse e quelle nelle quali si siano verificati pregressi episodi di avvelenamento, venga condotta attraverso attività usuali quali diffusione di articoli e servizi su quo- praticata la ricerca di tartufi, si trovi bestiame al pascolo ecc. tidiani e TV locali, contatti diretti con alcune categorie di interesse, cartello- nistica ecc., si aggiunge la partecipazione degli NCA a fiere ed eventi vari La maggior parte delle ispezioni viene effettuata insieme ad agenti del CTA/ del mondo agricolo, venatorio e tartuficolo, nell’ambito dei quali vengono CFS del Comando Stazione di competenza, in modo tale da poter disporre organizzate dimostrazioni dell’attività degli NCA. di personale che conosca bene il territorio; altrimenti gli agenti CTA/CFS in- tervengono su segnalazione del conduttore qualora durante l’ispezione siano Con il progetto LIFE ANTIDOTO il Parco Nazionale Gran Sasso-Laga integra stati rinvenuti materiali sospetti. la campagna di sensibilizzazione con la diffusione di prodotti divulgativi qua- li un DVD-documentario, un opuscolo divulgativo, un depliant per gli allevatori Ispezioni di urgenza ed un quaderno didattico per le scuole (i prodotti cartacei sono scaricabili nella Sezione Documenti del sito www.lifeantidoto.it). A seguito di episodi di avvelenamento o del rinvenimento di bocconi, gli NCA ispezionano il territorio interessato e ne effettuano la bonifica, consentendo la rimozione di tutto il materiale avvelenato presente. L’attivazione dei Nuclei Cinofili Antiveleno avviene a seguito della richiesta di intervento inoltrata al Parco e/o al Comando CTA/CFS di Assergi (AQ) da parte del Comando Operativo Regionale (COR) del Corpo Forestale dello Sta- to (1515). Il COR, a sua volta, viene allertato con la segnalazione di episodi di avvelenamento o di rinvenimento di bocconi da parte di soggetti istituzio- nali, in particolare da corpi di polizia guidiziaria, ASL, Comuni ed enti gestori di aree protette. Le modalità e la tempistica di intervento vengono concordati tra Ente Parco e CTA/CFS. Le ispezioni di urgenza vengono svolte dai Nuclei Cinofili Antiveleno assieme ad agenti del Corpo Forestale dello Stato, al veterinario dell’Ente Parco e/o ai veterinari della ASL competente per territorio e vengono attivate nella maniera più rapida possibile sia per non perdere indizi utili per le indagini che per 12 13
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno Gli NCA, inoltre, prendono parte all’attivi- • individuando l’addestratore all’interno dell’organico di un corpo di polizia tà didattica incentrata sul tema dell’avve- con il quale collabora (è il caso del secondo NCA del Parco, vedi cap. 2.2); lenamento della fauna che viene condotta • rivolgendosi ad addestratori esterni. E’ quanto avviene in Andalusia dove nelle scuole del Parco effettuando sessioni la gestione dei due NCA in attività è affidata ad una cooperativa che, dimostrative. sulla base di un contratto stipulato con la Junta de Andalucía, opera 365 giorni all’anno con precise tempistica e modalità di intervento. Questa Attività e risultati opzione solitamente evita molte incombenze gestionali ma implica la ne- Tra settembre 2010 e settembre 2012 gli cessità di definire bene i termini di operatività del Nucleo e le modalità di NCA del Parco hanno effettuato: interazione con i corpi di polizia giudiziaria con i quali deve cooperare. •120 ispezioni periodiche nel PNGSML, A lungo termine l’impegno finanziario per le due diverse opzioni risulta, nel corso delle quali non sono stati rinve- invece, pressoché equivalente. nuti bocconi o carcasse avvelenati; • 20 ispezioni urgenti su chiamata. Scelta ed addestramento del cane Delle 20 ispezioni su chiamata, 12 sono I cani dedicati alla ricerca del veleno devono essere almeno due-tre. I cani la- state effettuate al di fuori del PNGSML e vorano, a fianco del proprio conduttore, uno alla volta e per non più di un’ora sette di queste in aree protette ad esso li- ciascuno perché, trascorso questo periodo di tempo, la loro concentrazione mitrofe: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale della tende a calare. Perciò, soprattutto se si devono effettuare ispezioni di vasti ter- Majella, Parco Nazionale dei Monti Sibillini e Riserva Naturale Gole del ritori, è necessario sostituire il cane stanco con un cane “fresco”; in seguito si Sagittario (Anversa degli Abruzzi, AQ). Durante quattro delle ispezioni di potrà anche tornare ad impiegare il cane che aveva lavorato in precedenza. urgenza sono stati individuati carcasse e/o bocconi avvelenati. Gli individui che vengono prescelti per far parte di un NCA non appartengono a precise razze ma devono soprattutto presentare le seguenti caratteristiche: 2.3 Formazione e gestione di un Nucleo Cinofilo Antiveleno • buon olfatto; • elevata motivazione al gioco; L’attivazione di un Nucleo Cinofilo Antiveleno implica la necessità di disporre di: • attitudine all’esplorazione; 1. almeno due-tre cani addestrati alla ricerca del veleno; • elevata socialità. 2. addestratori-conduttori in grado di gestire l’NCA (effettuando l’addestra- In Spagna ed in Italia vengono attualmente impiegati cani appartenenti alle mento giornaliero dei cani e realizzando gli interventi periodici e di ur- genza sul territorio). seguenti razze: pastore tedesco, cane da acqua spagnolo (perro de agua), la- brador, golden retriever, pastore belga, pastore belga malinois e border collie. Scelta dell’addestratore-conduttore I cani iniziano l’addestramento alla ricerca del veleno non appena conclusa la fase di addestramento all’obbedienza. Nel corso dell’addestramento alla Qualora un organismo pubblico decida di dotarsi di un Nucleo Cinofilo Anti- ricerca del veleno vengono mano a mano introdotte nuove sostanze da in- veleno può reperire l’addestratore-conduttore dei cani: dividuare e solo dopo vari mesi il cane è in grado di lavorare sul campo in • individuando una figura con esperienza in campo cinofilo all’interno sicurezza (senza museruola né guinzaglio) e con efficacia. dell’organico dell’ente (è il caso del primo dei due NCA attivi nel Parco Un soggetto italiano che voglia procurarsi uno o più cani già addestrati alla Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, vedi cap. 2.2); 14 15
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno ricerca del veleno per costituire un Nucleo Cinofilo può percorrere due strade: dei bocconi avvelenati impiegati per l’addestramento dei cani costituisce un • procurarsi uno o più cani addestrati o in Andalusia, presso gli addestratori reato (vedi cap. 5.2). Pertanto si suggerisce di procedere come segue: che collaborano con la Junta de Andalucía, oppure in Italia, presso gli 1. stipulare un accordo con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente allevatori-addestratori che hanno seguito corsi specifici nel Parco Nazio- per territorio, nel quale l’Istituto si assuma l’onere di fornire all’NCA e nale Gran Sasso-Laga; smaltire i bocconi necessari per l’addestramento dei cani, opportunamen- • far addestrare uno o più cuccioli dall’addestratore-conduttore prescelto te contrassegnati e registrati; per lavorare sul campo con il futuro Nucleo Cinofilo Antiveleno. Costui 2. stipulare un accordo con un corpo di polizia giudiziaria (es. Polizia Provin- potrà apprendere le tecniche di addestramento partecipando ad uno dei ciale, Corpo Forestale dello Stato) nel quale dettagliare le modalità di col- corsi di formazione che si tengono periodicamente nel Parco Nazionale laborazione tra NCA e corpo di polizia per l’attività di ricerca del veleno; Gran Sasso-Laga. I conduttori del Parco possono anche supportare l’adde- 3. richiedere alla Prefettura di competenza l’autorizzazione alla detenzione stratore nel corso di tutto il processo di addestramento. di bocconi avvelenati per l’addestramento del Nucleo Cinofilo Antiveleno. Disporre di un cane addestrato alla ricerca del veleno significa svolgere ses- sioni di lavoro giornaliere impiegando, da un certo punto in poi, molte sostan- Attività di un Nucleo Cinofilo Antiveleno ze tossiche pure o inserite in bocconi. Un Nucleo Cinofilo Antiveleno opera effettuando ispezioni periodiche ed ispe- Alcune delle sostanze tossiche con le quali vengono confezionati i bocconi zioni di urgenza. Le ispezioni sul territorio (almeno una-due a settimana), avvelenati sono fitofarmaci o altre sostanze che si trovano in commercio. In devono essere realizzate prioritariamente nelle aree più a rischio, da indivi- questo caso è necessario soltanto adottare alcune cautele per maneggiare tali duare in collaborazione con i corpi di polizia giudiziaria locali. Le ispezioni sostanze in sicurezza. Per quanto riguarda, invece, le sostanze di cui è proibito di urgenza vengono effettuate a seguito di episodi di avvelenamento o del il commercio (es. stricnina e fosfuro di zinco) o per alcuni fitofarmaci, per l’ac- rinvenimento di bocconi avvelenati (vedi anche pag. 12). quisto dei quali è necessario disporre di patentino, si pone la necessità di poter Perché le ispezioni di urgenza possano essere attivate tempestivamente è in- usufruire di un laboratorio chimico autorizzato oppure di appoggiarsi a struttu- dispensabile che l’NCA operi in sinergia con quei soggetti istituzionali che re già a norma quali, ad esempio, gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS). entrano in gioco nel caso di rinvenimento di bocconi o carcasse sospetti sulla Sarebbe auspicabile che i soggetti che vogliono gestire un NCA potessero base della normativa vigente e, in particolare, dell’Ordinanza Ministeriale del contare sugli IZS che dovrebbero farsi carico della preparazione dei bocconi 10 febbraio 2012 “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o avvelenati (contrassegnati) e del loro smaltimento. di bocconi avvelenati” (vedi cap. 5.2), vale a dire con Servizi Veterinari della ASL, corpi di polizia (Guardie Provinciali, Carabinieri, Corpo Forestale dello Autorizzazione all’esercizio di NCA Stato ecc.) e Sindaci. Al momento l’attività dei Nuclei Cinofili Antiveleno, per la sua natura innovati- E’ auspicabile che i suddetti soggetti siano informati sulla possibilità di richie- va per l’Italia, non vede alcun tipo di regolamentazione normativa. dere l’intervento di urgenza del Nucleo Cinofilo Antiveleno al suo ente gestore E’ auspicabile che questo vuoto venga tempestivamente sanato, possibilmente secondo una prassi ben definita (apposito modulo di richiesta attivazione ecc.). attraverso una normativa regionale ad hoc che istituisca un registro regionale dei Nuclei Cinofili Antiveleno abilitati ad operare sul territorio, definendone i La ricerca del veleno requisiti. In attesa che ciò accada, per gli NCA che non operano nell’ambito Un volta sul luogo oggetto di ispezione, il conduttore suddivide il territorio da di un corpo di polizia giudiziaria ma che sono gestiti da associazioni o privati perlustrare in più aree e le percorre a zig-zag preceduto dal proprio cane, che si presenta un problema autorizzativo rilevante dal momento che la detenzione rimane sempre sotto il suo controllo visivo. 16 17
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno Se il cane fiuta un boccone avvele- necessari all’addestramento dei cani perché, come accennato a pag. 16, si nato (o una carcassa) si dirige verso ritiene consigliabile appoggiarsi a strutture già a norma (Istituti Zooprofilattici di esso e, dopo averlo raggiunto, si Sperimentali in primis) che possano occuparsi della preparazione e dello smal- mette in posizione di seduto e vi ri- timento dei bocconi. mane sino all’arrivo del conduttore, Dalla tabella si evince che, impiegando personale interno, per il primo anno che lo premia con un gioco. A questo i costi “vivi” sono assai più elevati (includendo la costruzione di un canile e punto devono intervenire gli agenti di l’acquisto di un automezzo) rispetto agli anni successivi, per cui l’opzione “af- polizia giudiziaria che valutano l’op- fidamento interno” della gestione dell’NCA a lungo termine appare la meno portunità di intervento sul posto di un onerosa dal punto di vista dell’investimento finanziario, anche se non di mol- veterinario. to. Viceversa dal punto di vista logistico potrebbe risultare più complessa per I conduttori di un Nucleo Cinofilo, la necessità di dover seguire più aspetti della gestione dell’NCA. quindi, devono essere in grado di addestrare il proprio cane alla ricerca del Qualora si volesse optare per l’affidamento esterno sarà necessario definire veleno così come di operare correttamente sul campo per cercare bocconi e con cura le specifiche dell’incarico in modo tale che vi siano garanzie sul carcasse avvelenati. E’ altresì importantissimo che sappiano come compor- benessere dei cani e su di un servizio costante, tempestivo ed efficiente (es. tarsi sul luogo del ritrovamento per collaborare con il personale di polizia area di attività, n. di ispezioni periodiche settimanali, giorni di reperibilità per giudiziaria, per non intralciarlo e per non “contaminare” l’area di indagine. ispezioni di urgenza, intervallo massimo di tempo tra la richiesta di intervento Gli addestratori della Junta de Andalucía, i conduttori del Parco Nazionale di urgenza e l’avvio dell’ispezione ecc.). del Gran Sasso e Monti della Laga e gli agenti CTA/CFS del Parco sono in grado di insegnare queste metodologie di lavoro ad eventuali nuovi NCA. Costi NCA al 2012 Gestione interna Gestione esterna I anno II anno I anno II anno Costi indicativi per l’attivazione e gestione di un NCA Voce Costo Euro Costo Euro Costo Euro Costo Euro L’entità dei costi per l’attivazione e gestione di un NCA dipende, in larga mi- Acquisto n. 3 cani 3.000 - 3.000 - sura, dalla sua organizzazione logistica e, soprattutto, dalla scelta del perso- nale che dovrà occuparsi dell’addestramento dei cani e dell’attività dell’NCA. Costruzione canile e manutenz. 25.000 1.000 - - Se per queste mansioni si ricorre a personale interno (o comunque già sti- Attività dell’NCA - - 34.700* 34.000 pendiato) i costi “vivi” si riducono sensibilmente anche se dovranno essere Auto dedicata 24.000 500 - - previste le spese per la realizzazione di un canile ed, eventualmente, quelle Bollo e assicurazione auto 1.000 1.000 - - per l’acquisto di in mezzo di trasporto. Analogamente i costi vengono ridi- mensionati dall’impiego di personale interno per la progettazione del canile Alimenti e medicinali per i cani 2.000 2.000 - - e per la direzione dei lavori. Se per l’attività dell’NCA si impiega un soggetto Attrezzature varie per i cani 1.700 600 - - esterno potrà essere quest’ultimo ad occuparsi dell’alloggio degli animali e Spese veterinarie 1.000 1.000 - - dell’autoveicolo per i trasferimenti. La tabella seguente, riferita ad un nucleo composto da tre cani, è puramen- Gasolio x interventi (50.000 km) 5.000 5.000 - - te indicativa ed include le principali voci di spesa. Non vengono indicati i 62.700 11.100 37.700 34.000 Totali costi per l’eventuale predisposizione di un laboratorio per la manipolazione 73.800 71.700 di alcune sostanze tossiche per il confezionamento dei bocconi avvelenati *il costo include l’acquisto di accessori per i cani (cucce, guinzagli ecc.) 18 19
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno 2.4 Misure complementari all’impiego di un Nucleo Cinofilo Antiveleno Pubblicizzazione e sensibilizzazione Una volta attivato un NCA è indispensabile pub- Per ottenere buoni risultati sul fronte della lotta all’uso illegale del veleno l’im- blicizzarne l’operatività in maniera costante e piego di un Nucleo Cinofilo Antiveleno deve costituire il fulcro di un’articolata capillare perché la possibilità che il reato in que- rete di misure di prevenzione e contrasto che deve prevedere, tra l’altro, la stione possa essere scoperto e punito gioca un formazione mirata del personale di polizia giudiziaria e dei veterinari, la importante ruolo deterrente. pubblicizzazione dell’attività dell’NCA, lo svolgimento di campagne di sensi- bilizzazione della popolazione e la promozione di misure di mitigazione dei Ovviamente contrastare l’uso illegale del vele- conflitti che possono scatenare l’uso del veleno. no implica anche la necessità di intraprendere un’attività di sensibilizzazione “generale” al fe- Il ruolo della polizia giudiziaria e del veterinario nomeno. Tra i principali messaggi che devono essere trasmessi figurano quelli che sottolineano L’adozione di protocolli omogenei nel caso di rinvenimento di bocconi o car- come il veleno abbia un impatto devastante su casse presumibilmente avvelenati da parte delle varie figure professionali specie minacciate (che spesso risultano vittime coinvolte è un aspetto prioritario nella lotta all’uso del veleno. collaterali e non bersagli diretti), non sia risolutivo del problema scatenante e Errori o leggerezze nella repertazione delle prove e nel mantenimento della possa determinare conseguenze molto più gravi di quelle che un avvelenatore catena di custodia, nelle fasi di emissione del sospetto diagnostico, di necro- si pone come obiettivo (anche sulla salute pubblica). scopia ed analisi tossicologica nonché errori procedurali nell’iter giudiziario La finalità che si persegue è quella che l’avvelenamento venga percepito per possono condizionare in modo irrimediabile l’esito delle indagini. quel che è: un atto vile, malvagio ed inutile. Questo messaggio contribuisce a E’, dunque, fondamentale provvedere ad una formazione mirata ad opera creare un clima generale di rifiuto verso questa barbara pratica, soprattutto se di personale specializzato (agenti di polizia giudiziaria e personale di Istituti rivolto a quelle categorie che vengono considerate più “inclini” al suo utilizzo. Zooprofilattici Sperimentali). E’ auspicabile mettere in atto anche una più complessa e completa attività Con il progetto LIFE ANTIDOTO sono stati elaborati: di coinvolgimento degli stakeholders, ad esempio mediante il metodo della • un depliant con il compendio di un protocollo “comunicazione partecipativa” che può giocare un ruolo insieme conoscitivo, operativo per gli agenti di polizia giudiziaria, informativo e preventivo. redatto in collaborazione con il Corpo Forestale Questa metodologia è stata impiegata nell’ambito del progetto LIFE ANTIDO- dello Stato, scaricabile nella sezione Documenti TO dall’Università degli Studi de L’Aquila, cattedra di Geografia, che ha pro- del sito www.lifeantidoto.it; dotto un rapporto finale ed un “modello generale” di percorso partecipativo, • un Manuale operativo per la gestione veterina- scaricabili nella sezione Documenti del sito www.lifeantidoto.it. ria di casi di sospetto avvelenamento, realizza- Tale percorso prevede, come prima tappa, lo svolgimento di interviste (di tipo to in collaborazione con il Centro di Referenza ermeneutico) a tre categorie di soggetti interessati alla tematica: gli attori a Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria livello normativo (sindaci, veterinari, corpi di polizia ecc.), gli attori coinvolti dell’Istituto Zooprofilattico delle Regioni Lazio e (mondo agro-silvo-pastorale e venatorio, associazioni ambientaliste ecc.) e gli Toscana, che ha ottenuto il patrocinio del Mini- attori sensibili (es. insegnanti). Le interviste sono finalizzate ad informarli sulle stero della Salute. Il Manuale operativo è sca- problematiche correlate all’uso illegale del veleno ma soprattutto a far emer- ricabile nella sezione Documenti del sito www. gere le loro conoscenze sul fenomeno (da cui si può risalire alle motivazioni lifeantidoto.it. 20 21
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto I Nuclei Cinofili Antiveleno che lo scatenano), il loro atteggiamento in proposito, le opinioni ed i suggeri- menti su possibili misure di contrasto ecc. Le informazioni raccolte vengono interpretate ed elaborate e, come ultima tappa, si cerca, anche attraverso incontri pubblici tra amministratori e cate- gorie di interesse, di instaurare un confronto sulle diverse argomentazioni ed esigenze espresse per poi arrivare a definire misure e strategie condivise di prevenzione e contrasto. Infine è indispensabile sensibilizzare e “stimolare” quei soggetti istituzionali che sono coinvolti a vario titolo nei casi di avvelenamento, soprattutto per sol- lecitarli ad attivarsi secondo le modalità previste dall’Ordinanza Ministeriale del 10 febbraio 2012 (vedi cap. 5.2). In particolare è opportuno esortare la Prefettura ad istituire il tavolo di coordinamento previsto dalla suddetta ordi- Almeno nelle aree “sensibili” per specie di importanza conservazionistica nanza che, se ben gestito ed adeguatamente supportato dai soggetti che lo e nelle aree protette, nelle quali si opera e si investe denaro per proteggere compongono, può svolgere un ruolo importante sia per il monitoraggio del lupo, orso, grifone, aquila reale ecc. e nelle quali, spesso, vaste superfici pub- fenomeno che per la promozione di misure e strategie di contrasto sinergiche. bliche sono concesse per il pascolo, sarebbe opportuno, ad esempio, imporre ed al tempo stesso incentivare, anche finanziariamente, l’adozione di cani da Conflitti annosi e buone pratiche guardiania, di recinzioni fisse o mobili e di ricoveri notturni. Come accennato al capitolo 1.2 alcune delle motivazioni che scatenano l’uso Una volta adottate queste misure preventive e trovatisi di fronte ad ulteriori illegale e volontario del veleno contro la fauna selvatica scaturiscono da una episodi di avvelenamento diviene allora anche moralmente lecito ricorrere conflittualità radicata tra coloro che praticano attività economiche, venatorie, a provvedimenti duri e coraggiosi per gli amministratori, con un forte ruolo hobbystiche ed alcuni animali predatori (lupi, orsi, volpi ecc.). deterrente, come, ad esempio, la limitazione dell’attività di pascolo nelle aree E’ evidente che per prevenire l’uso del veleno in questi contesti è necessario “sensibili”. intervenire puntando, prima di tutto, alla mitigazione di annosi conflitti ed E’ noto che a scatenare l’avversione del mondo venatorio nei confronti di all’attuazione di buone pratiche gestionali (vedi anche cap. 3.4). volpi, lupi ecc. è, come già ricordato al cap. 1.2, la predazione da parte di In questa direzione è importante che i soggetti competenti compiano ogni queste specie sugli animali liberati con i periodici ripopolamenti effettuati a sforzo possibile per supportare l’allevamento, talvolta praticato con enormi scopo venatorio. disagi e redditi al limite della sussistenza, e per minimizzare i disagi causati In realtà gran parte degli animali rilasciati, provenienti da allevamenti “in bat- da eventi di predazione ma è anche necessario far sì che l’allevamento risulti teria”, muore a causa di patologie contratte in allevamento o a seguito della compatibile con la conservazione delle specie selvatiche di rilevante interesse liberazione. Se anche una parte di essi viene predata ciò è dovuto al fatto che conservazionistico. già versa in un precario stato di salute proprio a causa di problematiche sani- Per raggiungere questo obiettivo non basta un rapido e congruo risarcimento tarie (pseudopredazione). Anche su questo fronte sarebbe necessario operare dei danni ma è necessario intervenire con efficaci interventi gestionali, primo dei rilevanti cambiamenti gestionali. tra tutti l’incentivazione di misure per la protezione del bestiame, possibilmen- Altro fenomeno che, in talune aree italiane, costituisce la molla scatenante te con il coinvolgimento e la condivisione degli allevatori, anche mediante la dell’uso del veleno è il randagismo, una spinosa questione che solo in poche formalizzazione di specifici accordi contenenti clausole di garanzia bilaterali. realtà locali viene affrontata con serietà ed incisività. 22 23
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto Strategia contro l’uso del veleno 3. Strategia contro l’uso del veleno 3.3. Favorire la conoscenza dell’impatto dell’uso del veleno sulla fauna L’impatto dell’uso del veleno sugli animali domestici e soprattutto su quelli 3.1 Obiettivi della Strategia selvatici è largamente sottostimato. Per ovviare a questo grave gap di cono- scenze serebbe opportuno mettere in atto i seguenti accorgimenti: Contrastare l’uso del veleno implica il perseguimento di tre obiettivi principali: • Istituire, presso le Province od altri enti territoriali preposti alla gestione migliorare la conoscenza del fenomeno, agire in maniera efficace sul fronte della fauna, un ufficio di riferimento o individuare un referente in merito della prevenzione e favorire la punizione del reato individuando il responsa- all’avvelenamento della fauna. bile dell’azione criminosa. • Individuare le cause scatenanti del fenomeno, promuovendo studi mirati Qui vengono suggeriti dei criteri orientativi così come delle misure più spe- che coinvolgano le categorie di interesse presenti sul territorio. cifiche che, se messi in pratica dai vari enti competenti, potrebbero favorire il raggiungimento dei suddetti obiettivi e quindi determinare un significativo • Impiegare Nuclei Cinofili Antiveleno per la perlustrazione del territorio, in “giro di vite” nel contenimento dell’uso illegale del veleno. sinergia con agenti di polizia giudiziaria specializzati. • Dotare gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di personale specializzato nella raccolta ed elaborazione dei dati inerenti i casi di avvelenamento, 3.2 Incoraggiare ed agevolare la denuncia dei casi al fine di rendere possibile la compilazione di banche dati contenenti il di sospetto avvelenamento maggior numero possibile di informazioni utili sui casi registrati. Elemento insostituibile per poter conseguire risultati significativi è la raccolta • Prevedere che gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali trasmettano l’esito del maggior numero possibile di denunce, sia sensibilizzando i cittadini a delle necroscopie (se non esclude l’avvelenamento) e l’esito delle analisi segnalare sempre i casi di sospetto avvelenamento che rendendo la denuncia tossicologiche dei casi di sospetto avvelenamento anche agli enti prepo- un atto rapido ed agevole, al quale il soggetto allertato dal singolo cittadino sti alla conservazione della fauna e, in particolare, ad un loro ufficio di sappia far fronte con tempestività e cognizione di causa. A tal proposito sa- riferimento o referente per il problema degli avvelenamenti della fauna rebbe utile procedere come indicato di seguito. (Provincia, Unione dei Comuni, eventuali enti parco ecc.). • Istituire un ufficio di riferimento o individuare un referente in merito all’av- • Prevedere che gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali trasmettano annual- velenamento della fauna presso le Province od altri enti territoriali preposti mente alle Regioni, agli enti territoriali competenti per la conservazione alla gestione della fauna. della fauna ed ai comandi provinciali del Corpo Forestale dello Stato un • Individuare il Corpo Forestale dello Stato quale organo di polizia giudi- rapporto sui casi di avvelenamento registrati nei territori di propria com- ziaria deputato al ricevimento delle denunce dei casi di sospetto avvele- petenza che contenga tra l’altro, possibilmente: la mappatura del territorio namento e di ritrovamento di bocconi presumibilmente avvelenati da parte sulla base dell’incidenza dei casi registrati; la distribuzione temporale de- dei cittadini. gli avvelenamenti nell’arco dell’anno; la distinzione degli avvelenamenti dolosi da quelli accidentali; l’elenco delle sostanze tossiche utilizzate. • Specializzare il 1515 del CFS al ricevimento delle denunce ed all’attiva- zione dei soggetti normativamente competenti (personale CFS locale e Servizi Veterinari ASL o veterinario libero professionista). 3.4 Prevenire l’uso del veleno contro la fauna • Svolgere campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazio- Mitigazione dei conflitti con il mondo agro-pastorale e venatorio ne, con la pubblicizzazione del numero telefonico 1515 al quale fare La mitigazione dei conflitti tra fauna e settore agro-pastorale e venatorio costi- riferimento per effettuare la denuncia dei casi di sospetto avvelenamento. tuisce un punto nodale per evitare l’impiego del veleno. 24 25
Strategia contro l’uso del veleno in Italia - LIFE Antidoto Strategia contro l’uso del veleno Di seguito vengono indicate misure utili rivolte in questa direzione. • Impiegare apparecchiature di foto- • Garantire tempi rapidi per il risarcimento dei danni da predazione e rim- trappolaggio per il controllo pas- borsare i costi sostenuti per lo smaltimento delle carcasse. sivo delle aree maggiormente a rischio. • Incentivare l’adozione di misure per la protezione del bestiame (cani da guardiania, asini, recinzioni, ricoveri, dispositivi elettronici di dissuasione Coinvolgimento e sensibilizzazione ecc.), soprattutto nelle aree che ospitano specie selvatiche di rilevanza della popolazione conservazionistica. Il coinvolgimento e la sensibilizzazio- • Attuare la raccolta e l’impiego di animali morti a seguito di predazio- ne della popolazione sono indispensa- ne per il rifornimento di punti di alimentazione per rapaci (Reg. CE n. bili per prevenire l’uso del veleno e per 1069/2009 e Reg. UE n. 142/2011), evitando così agli allevatori di creare una sorta di “presidio pubbli- dover sostenere i costi per lo smaltimento delle carcasse e pagando loro co”. Ciò può essere favorito mediante un prezzo concordato per capo di bestiame. l’attuazione delle misure indicate di • Attuare misure di contrasto al randagismo quali campagne di applicazione seguito. di microchip ed iscrizione all’anagrafe canina dei cani da guardiania e • Effettuare campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazio- vigilare sull’applicazione delle leggi vigenti in materia. ne per: • Non effettuare ripopolamenti a scopo venatorio con individui provenienti da allevamenti in batteria, inadatti alla vita selvatica e quindi esposti ad 1. pubblicizzare l’impiego costante di Nuclei Cinofili Antiveleno, di una massiccia mortalità per motivi sanitari e per pseudopredazione (vedi personale specializzato di corpi di polizia giudiziaria e di dispositivi anche pag. 23). di videosorveglianza (importante misura deterrente); 2. coinvolgere nelle attività di contrasto all’uso del veleno i cittadini e le Gestione del territorio varie categorie di interesse presenti sul territorio; Nelle aree in cui si siano verificati episodi di avvelenamento o il rinvenimento 3. creare nell’opinione pubblica un clima di opposizione all’uso del di bocconi avvelenati è fondamentale prevedere la limitazione o l’interdizione veleno. temporanea delle attività che vi vengono praticate (attività venatoria o attività • Creare un sito Web a cura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale compe- ad essa correlate, pascolo in aree demaniali, raccolta dei tartufi ecc.). Indica- tente per territorio nel quale vengano evidenziati i soggetti presso i quali zioni in tal senso vengono fornite alle pagg. 30 e 31. denunciare i casi di rinvenimento di bocconi o carcasse presumibilmente avvelenati e nel quale vengano inseriti, tra l’altro, l’elenco dei casi regi- Controllo del territorio strati, la mappatura geografica degli stessi periodicamente aggiornata, E’ importante adottare efficaci misure di controllo del territorio che abbiano un informazioni sulle sostanze tossiche rilevate ed altre informazioni utili (es. forte ruolo deterrente, riducendo la certezza dell’impunità, come quelle sotto norme prudenziali per i proprietari di animali domestici, indicazioni di riportate. primo soccorso per gli animali colpiti ecc.). • Impiegare sul territorio unità specializzate composte da Nuclei Cinofili Antiveleno e personale di corpi di polizia giudiziaria con competenze Limitazioni nella disponibilità e nell’uso di prodotti tossici specifiche (organizzando, in particolare, ispezioni ricorrenti nelle aree e La legislazione in materia di sostanze velenose è complessa, dispersiva ed in nei periodi a maggior rischio di uso del veleno). continua evoluzione (vedi pag. 53) e ciò ne rende difficoltosa l’applicazione 26 27
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