Strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani (0-25 anni), 2017 2020
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Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento della sanità e della socialità Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport Dipartimento delle istituzioni Magistratura Strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani (0-25 anni), 2017 – 2020 Rapporto intermedio, periodo aprile 2017 – dicembre 2018
Autori Anna Vidoli, coordinatrice di progetto, Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG, DSS) Marco Galli, capo Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG, DSS) Direzione strategica Reto Medici, Magistrato dei minorenni Antonio Perugini, sostituto procuratore generale Frida Andreotti, Direttore della Divisione della Giustizia (DI) Emanuele Berger, Direttore della Divisione della scuola (DECS) Paolo Colombo, Direttore della Divisione della formazione professionale (DECS) Roberto Sandrinelli, l’Aggiunto al Direttore (DSS) Sabina Beffa, capo Ufficio dell’aiuto e della protezione (DSS) Marco Galli, capo Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani UFaG (DSS) Anna Vidoli, coordinatrice di progetto, Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani UFaG (DSS) 2
ABSTRACT La violenza, in tutte le sue forme, ha gravi conseguenze su bambini, giovani e adulti. I giovani da 0 a 25 anni possono essere vittime, autori o testimoni di violenza. Infatti, i target della Strategia sono gli adolescenti (10-17 anni), i giovani (18 e 25 anni), ma, in chiave preventiva, anche i minorenni che vengono coinvolti soprattutto come vittime di episodi di violenza domestica, maltrattamenti, negligenza. Sono stati dunque presi in considerazione anche gli eventi che vedono coinvolti i bambini (0-9 anni), al fine di interrompere la trasmissione intrafamiliare di situazioni e comportamenti a rischio. Dalle statistiche considerate (cfr. pag. 10-13), si nota una leggera diminuzione nel 2016 dei reati di media entità compiuti a fronte di un leggero aumento delle minacce. Dopo una fase di diminuzione costante (dal 2009 al 2014), negli ultimi due anni (2015-16) si nota un relativo aumento complessivo, ma risulta troppo presto per capire se si tratta di un’inversione di tendenza o una fase di consolidamento. Per questo motivo è necessario sviluppare forme di prevenzione e di sostegno adeguate e aggiornate. Attraverso l’elaborazione di un concetto di prevenzione globale interdiparimentale e intersettoriale, la Strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani, vuole ridurre la violenza che coinvolge i giovani, rafforzando il senso di appartenenza e il sentimento generale di sicurezza. Questo obiettivo è perseguito grazie all’implementazione di una serie di proposte concrete in vari ambiti, e con il monitoraggio delle misure proposte, attraverso un progetto di coordinamento, sostegno e valutazione. Tutto questo può avvenire coinvolgendo il Cantone, i comuni, gli enti confrontati con il fenomeno, le famiglie e i giovani. È prioritario promuovere la prevenzione della violenza non solo come prevenzione di atti di disturbo o manifestazioni di disagio, ma anche come strumento di azione sociale volta al rafforzamento delle competenze sociali. La prevenzione della violenza che coinvolge i giovani è dunque da intendere come un investimento sociale e un risparmio economico. In modo più generale possiamo sottolineare che la prevenzione della violenza va inserita in un contesto di promozione dell’inclusione, del benessere e della qualità di vita dei giovani e delle loro famiglie. Il lavoro di prevenzione precoce che viene svolto con le famiglie durante la prima infanzia e in gravidanza è centrale; il benessere del bambino nei primi anni di età influenza in modo decisivo le capacità relazionali ed emotive future. Le attività e i progetti esistenti forniscono ai neo-genitori il materiale informativo e permettono momenti di scambio, consulenza e informazione a sostegno della genitorialità. Le misure puntuali riguardano progetti di intervento per situazioni di disagio famigliare, centri di accoglienza, di protezione e progetti di sostegno educativo volti a rafforzare le competenze genitoriali. In tale ambito si segnala l’implementazione del progetto Parents As Teachers (PAT) che ha permesso di supportare 30 famiglie (vedi scheda 2). Anche la Rete della protezione è stata rafforzata (in particolare con la creazione della Cellula d’intervento socioeducativo fuori orario per minorenni CSUM). Il 2018, ha visto anche la formazione e l’acquisizione del progetto Face à Face ADOS per la prevenzione con i minorenni con comportamenti aggressivi o violenti (attiva dal maggio 2019). Nella scuola, le misure principali hanno riguardo lo sviluppo delle competenze in materia digitale (con il CERDD, Scheda 9), di sostegno ai docenti in situazione di vulnerabilità (con Linea, Scheda 8) e di prevenzione del cyber-bullismo (con la CRS, Scheda 9). La prevenzione del disagio e dei conflitti è affrontata attraverso l’inserimento di figure dotate di nuove competenze, come i mediatori e gli educatori scolastici, con percorsi di sostegno e accompagnamento dell’allievo. Parallelamente, progetti di sede, di enti e iniziative personali dei docenti hanno permesso agli allievi di partecipare a numerose attività di prevenzione e sensibilizzazione in 3
molteplici ambiti. Nella formazione di base e continua dei docenti le competenze trasversali e pedagogiche hanno un ruolo sempre più marcato. Il fenomeno della violenza si manifesta nello spazio urbano e sociale soprattutto durante la notte e il fine settimana. La prevenzione nell’ambito della vita notturna deve quindi tener conto anche della valorizzazione dei luoghi di ritrovo positivi. In tal senso sono stati attivate iniziative nella formazione degli animatori (CAS Supsi avviato nel 2018), nella prevenzione nell’ambito sportivo (con la pubblicazione dell’opuscolo “A chi mi rivolgo?”, Scheda 17). A livello di coordinamento, l’unità al 50% presso l’UFaG, ha permesso di coordinare il lavoro della Direzione strategica (con il contributo in particolare del presidente Reto Medici), di monitorare l’evoluzione delle singole misure, fornendo impulsi ai partner cantonali (DECS), avviando gruppi di lavoro (prevenzione nello sport), partecipando a progetti (intervento precoce) o sviluppando studi di fattibilità e implementando dei progetti di prevenzione (Face à Face ADOS con OSC). In tal senso si ritiene fondamentale poter assicurare il coordinamento della Strategia. 4
Legenda termini ADOC ADOlescenti e Connessione – costruzione di progetti educativi individualizzati condivisi secondo i bisogni dei ragazzi, Centro educativo minorile gestito da Fondazione Amilcare CDI Convenzione sui Diritti dell’Infanzia CEAT Commissione di Esame per gli Affidi presso Terzi CECM Centro Educativo Chiuso per Minorenni CCG Conferenza Cantonale dei Genitori C&C Cool & Clean, programma di prevenzione nazionale nello sport CEM Centro Educativo Minorile CERDD Centro di Risorse Didattiche e Digitali CIRSE Centro Competenze Innovazione e Ricerca sui Sistemi Educativi CPD Consiglio per il Disadattamento CDPE Conferenza dei Direttori delle Pubbliche relazioni svizzere CRS Croce Rossa Svizzera DECS Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport DI Dipartimento delle istituzioni DSS Dipartimento della sanità e della socialità FAF Face-à-Face ADOS, Ginevra FAST Famiglia, Adolescenti, Sostanze, Trattamento. Antenna Icaro G+S Gioventù e Sport GVG Gruppo Visione e Giovani, Polizia Cantonale Ticino IUFFP Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale LINEA Laboratorio per INsegnanti per mantenere e/o recuperare l’Energia e consolidare l’Empatia tra Ascolto e Accompagnamento MAPS Mediazione, Adolescenti, Parenti, Sostanze. Consultori sostanze OAMIN Ordinanza sull’Accoglimento di Minori a scopo di affiliazione 5
ODerr Ordinanza sulle Derrate alimentari e gli oggetti d’uso PAT “Parents As Teachers”, imparo con i genitori PG Politiche Giovanili Q4C Quality 4 Children RAMNA Richiedenti l’Asilo Minorenni Non Accompagnati Rel + Rel Plus, relazioni positive SACD Servizi di Assistenza e Cure a Domicilio SAE Servizio di Sostegno e Accompagnamento Educativo SFP Associazione SportForPeace TIPÌ Resilienza Promozione di una cultura condivisa per l’infanzia Tipì = tenda conica originariamente fatta con pelli e corteccia utilizzata dai nativi americani. UPVS Ufficio di Promozione e Valutazione Sanitaria USD Unità Scolastica Differenziata 6
Sommario INTRODUZIONE............................................................................................................................. 8 PREVENZIONE DELLA VIOLENZA................................................................................................ 9 Statistiche.................................................................................................................................... 9 AGGIORNAMENTO DELLE SCHEDE DELLE PROPOSTE DI PREVENZIONE .......................... 13 Ambito Famiglia......................................................................................................................... 14 Prevenzione in famiglia .......................................................................................................... 15 Misura 1 – Coordinamento degli enti di formazione, consulenza ai genitori e maggiore informazione alle famiglie....................................................................................................... 16 Misura 2 – Sostegno precoce a famiglie vulnerabili................................................................ 20 Misura 3 – Miglioramento della rete della protezione dei minorenni ....................................... 24 Misura 4 – Programmi con giovani autori di violenza ............................................................. 30 Misura 5 – Rafforzamento delle competenze e della rete dei curatori pubblici e privati .......... 35 Ambito Scuola ........................................................................................................................... 37 Prevenzione a scuola............................................................................................................. 38 Misura 6 – Creazione di un modello gestionale di sede basato sulla collaborazione educativa .............................................................................................................................................. 39 Misura 7 – Coordinamento dei progetti di prevenzione .......................................................... 41 Misura 8 – Sviluppo delle competenze socio-emotive di allievi e di docenti............................ 42 Misura 9 – Uso consapevole delle nuove tecnologie e prevenzione del cyberbullismo .......... 44 Misura 10 – Trasporti scolastici tranquilli e sicuri ................................................................... 47 Misura 11 – Rilevamento e intervento precoci nel sostegno ad allievi in difficoltà .................. 48 Misura 12 – Elaborazione di procedure d’intervento in situazioni di bullismo e violenza ......... 49 Ambito Spazio sociale ............................................................................................................... 50 Prevenzione nello spazio pubblico ......................................................................................... 51 Misura 13 – Promozione del benessere dei giovani ............................................................... 52 Misura 14 – Promozione della qualità di vita nello spazio sociale e prevenzione dei vandalismi .............................................................................................................................................. 55 Misura 15 – Limitazione dell’accesso e del consumo dell’alcol ai minorenni .......................... 57 Misura 16 – Coordinamento intercomunale degli operatori di prossimità................................ 60 Misura 17 – Prevenzione e sensibilizzazione sulla violenza correlata a grandi manifestazioni62 Misura 18 – Violenza e sostanze illegali: intervento precoce, riduzione del danno e sensibilizzazione .................................................................................................................... 66 Misura 19 – Coordinamento ................................................................................................... 68 Misura 20 – Prevenire e combattere la radicalizzazione e l’estremismo violento.................... 69 FINANZIAMENTI .......................................................................................................................... 71 CONCLUSIONI ............................................................................................................................. 74 7
INTRODUZIONE A fine marzo 2015, al termine del programma nazionale “Giovani e violenza”, la Direzione strategica ha consegnato il documento “Strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani 2015 – 2019” al Consiglio di Stato. È stato dunque inserito il credito necessario per mettere in atto la Strategia nel quadriennio 2017 – 2020. Con la Risoluzione Governativa 3982 datata 13 settembre 2017 è stato rinnovato il compito della Direzione strategica incaricata di attuare la Strategia, monitorando l’aggiornamento dei dati del fenomeno, delle attività di prevenzione esistenti, attuando e aggiornando le misure proposte, negli ambiti della famiglia, della scuola e dello spazio sociale. La Strategia è un progetto che fornisce una visione d’insieme del fenomeno della violenza, coordinando gli interventi di prevenzione e assicurando la traduzione operativa di 19 misure realizzabili negli ambiti della Famiglia, della Scuola e dello Spazio sociale nel periodo 2017 – 2020. L’obiettivo generale è quello di ridurre la violenza che coinvolge i giovani, rafforzando il senso di appartenenza e il sentimento generale di sicurezza. Il progetto articola le varie dimensioni della prevenzione e tiene conto delle nuove forme di violenza. Il coordinamento della Strategia è assicurato dall’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG) e la Direzione strategica è composta da rappresentanti dei tre dipartimenti cantonali (DSS, DECS e DI) e dalla Magistratura. La Direzione strategica istituita è incaricata di: attuare la Strategia, monitorando l’aggiornamento dei dati del fenomeno, delle attività di prevenzione esistenti e di attuazione e l’aggiornamento delle misure proposte, in particolare negli ambiti della famiglia, della scuola e dello spazio sociale. La Divisione dell’azione sociale, considerando il parere della Direzione strategica, si occupa dell’emissione delle decisioni di finanziamento agli enti responsabili dei progetti. Nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza l’opinione dei giovani dovrà essere ascoltata e, nel limite del possibile, questi ultimi saranno coinvolti attivamente nel progetto. 8
PREVENZIONE DELLA VIOLENZA Statistiche In Svizzera si rilevano numerose iniziative di prevenzione della violenza nei campi della Famiglia, della Scuola e dello Spazio sociale. Infatti, 15 Cantoni dispongono di una strategia globale o parziale, oppure hanno integrato misure di prevenzione della violenza nelle attività di altri settori politici, creando piattaforme di dialogo, gruppi di accompagnamento o di coordinamento relativi al tema della violenza che coinvolge i giovani. I Cantoni svolgono un ruolo centrale nella prevenzione della violenza, in quanto preposti a fissare le condizioni quadro, definire le prescrizioni, attuare misure e programmi propri e sostenere le Città e i Comuni nei loro sforzi al riguardo. Altrettanto importante è il ruolo delle Città e dei Comuni, che sviluppano e attuano misure tenendo conto delle strategie e delle prescrizioni cantonali. È importante constatare che negli ultimi cinque anni la Confederazione, i Cantoni, le Città e i Comuni hanno contribuito congiuntamente a un notevole sviluppo della prevenzione della violenza in Svizzera. La violenza giovanile, riferita a persone di età inferiore ai 18 anni, è legata in prevalenza (circa l’80% delle denunce) ai reati contro le proprietà altrui (vandalismi, graffiti, danni vari ecc.). Minore incidenza hanno i reati contro la libertà personale (minaccia, coazione ecc.), contro l’integrità sessuale (coazione sessuale, molestie sessuali, violenza carnale ecc.) o contro la vita e l’integrità della persona (omicidi, lesioni personali ecc.). La maggior parte delle denunce relative ai minorenni è legata ai furti, al consumo di sostanze stupefacenti e ai danneggiamenti. Per contro la violenza grave, come nel caso di lesioni personali o omicidi, costituisce solo una piccolissima percentuale delle denunce presentate. Dal 1999 la statistica delle condanne penali dei minorenni rileva tutte le condanne dei minorenni per reati al Codice penale, alla legge federale sugli stranieri, alla legge sugli stupefacenti o per crimini o delitti in violazione della legge sulla circolazione stradale. La statistica delle condanne penali (SUS) rileva sin dal 1984 tutte le condanne per crimini o delitti commessi da adulti iscritte nel casellario giudiziale. Stando alla statistica delle condanne penali dei minorenni, il numero di condanne di minori è, nel complesso, rimasto stabile. 9
Grafico 1 Minorenni: condanne per un delitto violento, cantone Ticino, 2009 – 2016. (Fonte: Ufficio federale di statistica – Statistica delle condanne penali dei minorenni JUSUS, maggio 2017.) 60 50 40 Reati gravi (compiuti) 30 Reati di media entità (compiuti ev. minacce di violenza) Reati di media entità (minacce di 20 violenza) 10 0 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Se il 2010 ha rappresentato l’anno in cui sono stati commessi un maggior numero di reati a livello svizzero, l’anno critico per il Canton Ticino è stato il 2009, come lo mostra il grafico sopra. In seguito si è registrato un calo importante dei reati fino al 2014, in cui non sono stati condannati né reati gravi, né reati di media entità (minacce). Nel 2015 invece è stato registrato un aumento di reati di media entità compiuti e nel 2016 un aumento relativo. In conclusione dunque si può osservare che il numero di reati non è rimasto stabile ma ha subito un’oscillazione tra un anno e l’altro. Con reati gravi si intendono: omicidi intenzionali e tentati; lesioni gravi, presa d’ostaggio, violenza carnale e rapina. Con reati di media entità compiuti si intendono: lesioni semplici, vie di fatto, rissa, aggressione, rapina, coazione, sequestro di persona o rapimento, circostanze aggravanti, coazione sessuale, violenza o minaccia contro autorità, estorsione. Con reati di media entità (minaccia) si intendono: minacce e estorsione. Significativo l’aumento nel 2016 delle minacce di volenza. 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Reati 0 4 1 2 2 0 1 2 gravi Reati di 54 39 26 28 26 9 30 19 media entità (compiuti) Reati di 15 9 2 4 5 0 3 10 media entità (minacce) 10
Grafico 2 Minorenni: Condanne e persone condannate per un’infrazione ai sensi del codice penale, cantone Ticino, 2009 – 2016. (Fonte: Ufficio federale di statistica, statistica delle condanne penali dei minorenni JUSUS, maggio 2017.) 250 200 150 Sesso maschile Sesso femminile 100 50 0 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Dal seguente grafico si può notare nel caso di persone condannate per un’infrazione ai sensi del CP (Codice Penale) vi è una notevole differenza tra reati commessi da persone di sesso maschile e persone di sesso femminile. Dal 2012 le infrazioni sono calate, notevolmente. Soprattutto per gli autori maschili. Si nota invece una diminuzione meno significativa per quanto riguarda le autrici femminili. 11
Grafico 3 Minorenni: condanne e persone condannate per un’infrazione ai sensi del codice penale, cantone Ticino, 2009 – 2016. (Fonte: ufficio federale di statistica – statistica delle condanne penali dei minorenni JUSUS, maggio 2017.) 120 100 80 Età fino ai 14 anni 60 Età 15 anni Età 16 anni 40 Età 17 anni e più 20 0 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Nel Grafico 3 del Canton Ticino è possibile osservare una suddivisione di condanne per un’infrazione del CP da parte di giovani tra i 14 anni e i 17 e più, senza distinzione di genere. Particolare il dato del 2016 che vede una distribuzione piuttosto uniforme tra le varie fasce d’età. In tutti gli anni rappresentati nel grafico sono le persone di età fino ai 14 anni e dai 17 anni in su a commettere infrazioni del codice penale. Interessante inoltre notare che dal 2012 al 2016 c’è stata una costante diminuzione dei reati compiuti da giovani dai 17 anni in su. 12
AGGIORNAMENTO DELLE SCHEDE DELLE PROPOSTE DI PREVENZIONE Per comprendere in modo più approfondito la questione della violenza che coinvolge i giovani sul territorio del Canton Ticino, nel seguente capitolo verrà presentato il contesto specifico rispetto ai tre diversi ambiti di interesse: Famiglia, Scuola e Spazio sociale. Vengono quindi riportati gli aggiornamenti delle 19 misure inserite nella Strategia, scaturite dall’analisi e dal confronto tra le audizioni effettuate, i contributi di colleghe e colleghi attivi nei settori della Famiglia, della Scuola e dello Spazio sociale, la documentazione scientifica raccolta, le buone pratiche contenute in particolare nei documenti del Programma nazionale “Giovani e violenza”, segnatamente la “Guida criteri di buona pratica della violenza giovanile. In famiglia, a scuola e nello spazio sociale” (Fabian et al., 2014) e “Per una prevenzione efficace della violenza. Sintesi delle conoscenze a livello internazionale” (Eisner et al., 2014). Ogni proposta, solitamente non univoca ma composta da diverse attività, è stata poi suddivisa in prevenzione universale o prevenzione mirata, pur riconoscendo che alcune proposte possono iscriversi in entrambi gli ambiti. Per ogni scheda è stato indicato in particolare il grado d’efficacia, nonché l’eventuale riferimento nei seguenti documenti scientifici pubblicati dall’ufficio federale delle assicurazioni sociali: il Manuale Eisner (Eisner et al., 2014) e la Guida Fabian (Fabian et al., 2014), che riporta un elenco di buone pratiche. Di seguito viene riassunto cosa è stato concretamente svolto nell’anno trascorso da aprile 2017 a dicembre 2018 nei vari ambiti alfine di raggiungere gli obiettivi preposti dalla Strategia. Vedi link per documento PDF: https://www4.ti.ch/fileadmin/GENERALE/INFOGIOVANI/PoliticheGiovanili_Pubblicazioni/S trategia_prevenzione_violenza_giovani.pdf 13
Ambito Famiglia Il ruolo dei genitori e le competenze genitoriali sono un aspetto ritenuto fondamentale dagli attori di tutti gli ambiti sentiti. Per i numerosi enti che promuovono corsi di formazione per lo sviluppo di competenze genitoriali, è risultato importante prevedere momenti di confronto e scambio. La disponibilità di corsi di formazione genitoriale non garantisce sempre una diffusa partecipazione e inoltre non è sicura la partecipazione di coloro considerati maggiormente vulnerabili. Identificare, contattare e coinvolgere queste famiglie è la vera sfida di questi corsi o progetti. La marginalità o l’esclusione sociale delle famiglie in ambito educativo si verifica prevalentemente per la mancanza di una rete sociale di sostegno, scarse opportunità di scambio, socializzazione e incontro con altri genitori, elementi per i quali risulta anche difficile raggiungere ed entrare in contatto con questa fascia di popolazione. Un approccio istituzionale viene inoltre considerato controproducente, poiché crea adesioni superficiali e accresce la diffidenza. Viene quindi privilegiato il metodo informale e di co-aiuto, capace di avvicinare, creare relazioni di fiducia e scambio reciproco. Al giorno d’oggi i modelli famigliari sono mutati. L’emergenza educativa genitoriale, connotata dalla crisi dei modelli tradizionali di riferimento, si traduce in una maggior fatica a risultare credibili e autorevoli, in una parola, a educare. Inoltre la concettualizzazione attuale di nucleo domestico non è più rappresentata da un unico modello, “la famiglia tradizionale”, ma da diversi modelli di famiglie, che variano dalla famiglia monoparentale a quella allargata. All’interno della famiglia, definita come spazio privilegiato di accoglienza e punto di riferimento che garantisce affetto, sostegno e protezione, si riscontrano difficoltà nella gestione della relazione e criticità nello stile educativo, che può risultare inadeguato, autoritario, disimpegnato o delegato a figure terze. Nei casi maggiormente vulnerabili questo può causare un allontanamento dalla centralità del benessere del bambino e del suo sviluppo cognitivo, emozionale e educativo. Diversamente, nelle famiglie con maggiori risorse, si riscontra da parte dei genitori una difficoltà nell’esercitare il proprio ruolo di guida, normativo e strutturante, abdicando alla funzione educativa e sfociando in un atteggiamento permissivo e concessivo. In entrambe le situazioni, la mancanza di autorevolezza e adeguatezza sfocia in un’incapacità di stabilire i confini necessari al giovane per acquisire la consapevolezza delle differenze, tra giusto e ingiusto, immediato e negoziabile, requisiti indispensabili nel giovane per maturare la propria autonomia e le capacità di interagire con il mondo esterno. La capacità di autocontrollo dell’adolescente è dunque commisurata a quanto e in che maniera gli adulti di riferimento, fin dall’infanzia, hanno saputo agire su di lui in termini di insegnamento al controllo dell’emotività, a tollerare le frustrazioni, a posticipare le gratificazioni, a frenare l’aggressività, a sanzionare i comportamenti trasgressivi. In questo, le life skills, vale a dire le capacità personali e interpersonali che permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo, grazie alle quali si possono affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana, giocano un ruolo fondamentale. 14
Prevenzione in famiglia Durante l'intero sviluppo del bambino, la famiglia assume un ruolo centrale anche nella prevenzione della violenza. E questo per due motivi: da un lato i fattori di rischio famigliari sono co-responsabili dell'insorgere di problemi comportamentali nell'infanzia e nell'adolescenza, dall'altro le cure dei genitori sono indispensabili per un buon sviluppo emotivo e sociale del bambino. Numerose caratteristiche o tendenze comportamentali, compresa l’esternalizzazione dell’aggressività e della violenza, si sviluppano in particolare nei primi anni di vita. Non è quindi mai troppo presto per cominciare il lavoro di prevenzione. La prevenzione della violenza in ambito famigliare ha un ruolo determinante nella crescita di un individuo, già nelle prime fasi della vita. Rafforzando le competenze genitoriali e le pratiche educative si accrescono i fattori di protezione del bambino e si può garantire un ambiente sicuro, favorevole e premuroso per la crescita. Una prevenzione basata sulla famiglia serve ad aiutare i genitori a sostenere il proprio figlio nello sviluppo linguistico, sociale, fisico, cognitivo, emotivo, morale, e questo in tutte le fasi della vita. D'altra parte, tale prevenzione permette di evitare pratiche educative disfunzionali che rafforzano l'aggressività e il conflitto. In Svizzera le misure di prevenzione basate sulla famiglia sono attuate sia da attori privati che pubblici. In caso di problemi, sono poi le autorità stesse a disporre delle misure, come per esempio corsi obbligatori per genitori, accompagnamento famigliare (accompagnamento famigliare sociopedagogico, lavoro famigliare orientato alle competenze, ecc.), oppure anche il collocamento esterno in famiglie affidatarie. Di regola, queste misure sono pronunciate dall'autorità regionale di protezione dei minori e degli adulti (ARP). Di seguito riportiamo gli aggiornamenti delle misure 1, 2, 3, 4 e 5 inerenti all’Ambito Famiglia. 15
Misura 1 – Coordinamento degli enti di formazione, consulenza ai genitori e maggiore informazione alle famiglie Da qualche anno a questa parte nei vari ambiti di vita – economico, sociale e tecnologico – sono avvenuti importanti cambiamenti che portano le famiglie a doversi confrontare con un’offerta molto ampia di sistemi educativi. È dunque importante agire verso i genitori, offrendo supporto e orientamento. No.1 FAMIGLIA Coordinamento degli enti di formazione, consulenza ai genitori e maggiore informazione alle famiglie Tipologia di prevenzione: Universale Efficacia Destinatari della misura: Famiglie Molto promettente (Programmi 3, Manuale Priorità: Media Eisner) Criterio 7 (Guida Fabian) Obiettivo Attraverso un’analisi commissionata dalla Conferenza cantonale dei genitori (2014-2015) si intende creare una piattaforma degli enti che si occupano di formazione e consulenza ai genitori volta ad un coordinamento e al miglioramento della rete e dell’offerta. Attività 1. Creazione di una piattaforma degli enti di formazione e consulenza ai genitori. 2. Analisi dei bisogni, delle risorse e delle proposte degli enti di formazione e consulenza per genitori. 3. Miglioramento della qualità formativa offerta attraverso l’individuazione di parametri tipo coaching, formazione specifica, seminari in un’ottica di “buone pratiche”. 4. Promozione di proposte. Attività 1 Creazione di una piattaforma degli enti di formazione e consulenza ai genitori Il Forum Genitorialità (di seguito Forum) nato nel 2013, consiste in un progetto di coordinamento degli enti che si occupano di genitorialità nella Svizzera italiana. Esso riunisce gli enti con sede nella Svizzera italiana attivi nell’ambito della formazione dei e con i genitori e nella consulenza ai genitori. Il Forum è volto a rafforzare il coordinamento tra il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) e enti, ma anche la collaborazione tra gli enti stessi in un’ottica di reciprocità. Il Forum nasce dall’idea di promuovere una cultura consapevole e condivisa per quanto riguarda la genitorialità: dalla pre-natalità alla maturità, passando per l’infanzia e l’adolescenza. Lo scopo del coordinamento è il rafforzamento delle prestazioni offerte dal profilo qualitativo e quantitativo, grazie ad un accrescimento delle competenze pedagogiche dei formatori e dei consulenti e ad un maggiore e intenso coinvolgimento dei genitori in un’ottica partecipativa e di co- costruzione. 16
La formazione per genitori caratterizza una presa di coscienza delle proprie risorse, capacità e competenze. Questa consapevolezza permette di affrontare il proprio ruolo genitoriale in modo sicuro. La piattaforma si indirizza ad ogni genitore, definito in base al contesto socio-culturale odierno come chiunque si prende cura di un figlio, naturale, adottato o in affido e lo cresce, educandolo alla vita della collettività. Essa si indirizza inoltre ai bambini di ogni età e a tutti i professionisti che vogliono collaborare al rafforzamento di questa rete di enti e associazioni. Lo scopo del Forum è quello di sostenere progetti a favore di una cultura condivisa del ruolo educativo dei genitori. Le associazioni e gli enti presenti a livello cantonale si impegnano in vari tipi di sostegno educativo alle famiglie offrendo occasioni di confronto in base alle necessità. Le principali attività del Forum consistono nell’individuare e promuovere la connessione tra i diversi enti, creare strumenti utili a chi è attivo nel sostegno ai genitori, rilevare i bisogni di educazione. Il fine è quello di identificare la domanda e proporre una risposta adeguata. Il mandato per creare il Forum è stato dato alla Conferenza Cantonale dei genitori. Il Forum è sostenuto finanziariamente dal Cantone. (Per approfondire: https://www.genitorialità.ch/it/) Attività 2 Analisi dei bisogni, delle risorse e delle proposte degli enti di formazione e consulenza per genitori Per quanto riguarda l’analisi dei bisogni, delle risorse e delle proposte degli enti di formazione e consulenza per i genitori, il Forum si occuperà di questo compito in una seconda fase. Attività 3 Miglioramento della qualità formativa offerta attraverso l’individuazione di parametri tipo coaching, formazione specifica, seminari in un’ottica di “buone pratiche” Per sostenere il miglioramento della qualità formativa ha preso avvio un progetto di convegni annuali. Quello svoltosi nel 2017, in fase di apertura, ha rappresentato l’occasione per le associazioni e gli enti membri del Forum genitorialità di descrivere i loro progetti, maturati dall’esperienza attiva a sostegno delle famiglie in situazione di vulnerabilità. Il primo Convegno, aperto al pubblico, si è svolto in tre giornate a tema, che hanno permesso di scoprire le risorse offerte dalle varie associazioni, a partire dall’orientamento informato riguardo gli enti e le Istituzioni, passando agli interventi organizzati a protezione e sostegno, fino alle buone pratiche che permettono di fare in modo che le disposizioni di legge possano essere messe in atto. A questo convegno sono stati invitati tutti gli operatori e funzionari delle Istituzioni. Attività 4 Promozione di proposte La Commissione svizzera per l'UNESCO e la Rete svizzera per la custodia di bambini hanno pubblicato nel 2012 il “Quadro d'orientamento per l'educazione, la formazione e l'accoglienza della prima infanzia in Svizzera” che mira a promuovere e a rafforzare la qualità dell'educazione, della formazione e dell'accoglienza della prima infanzia. In seguito a questa pubblicazione, tra il 2012 e il 2014, è iniziato un periodo di applicazione e sperimentazione del documento. Per dare continuità al lavoro svolto dall’UNESCO, nasce l’Associazione nazionale “Voce per la qualità”, promotrice dell’esposizione “La scoperta del mondo”. (Per approfondire: http://quadrodorientamento.ch e http://stimmeq.ch/it.) La prima tappa nazionale della mostra si è tenuta dal 25 marzo 2017 al 25 giugno 2017 presso la Sala dell’Arsenale del Castel Grande a Bellinzona. La mostra era composta da due elementi che si completavano a vicenda: 17
Il nucleo centrale, frutto del lavoro svolto da Voce per la Qualità durante un periodo di preparazione di due anni riguardante un’esposizione esperienziale dedicata a famiglie, bambini, operatori del settore e politici e che ha trattato temi e problematiche legate alla qualità della formazione, dell’educazione e dell’accoglienza della prima infanzia. Le attività locali organizzate su tutto il territorio Cantonale hanno affiancato “il nucleo” con manifestazioni che i vari Enti avevano già in programma. Nulla ha escluso che un ente cogliesse l’occasione per svolgere una manifestazione/conferenza/… prendendo spunto dal tema. Gli obiettivi del progetto sono stati molteplici: a breve termine, in ognuno dei luoghi visitati, si voleva risvegliare l’attenzione sulla qualità della formazione, dell’educazione e dell’accoglienza della prima infanzia. Tutte le persone toccate da questo tema nel loro quotidiano, professionale o privato, sono state invitate a confrontarsi con questi concetti nel contesto espositivo e attraverso le attività regionali. Come primo effetto si voleva sensibilizzare in larga misura il visitatore. A lungo termine il progetto voleva invece dare il via ad ulteriori processi atti a radicare l’argomento nella società. Poiché il progetto coinvolgeva le diverse istituzioni, organizzazioni e associazioni locali e informava il pubblico dei servizi esistenti (o delle eventuali lacune), si desiderava dare continuità al tema a livello locale: nella migliore delle ipotesi, grazie agli impulsi del progetto, sono nate nuove iniziative e basi per collaborazioni. Gli attori coinvolti nella formazione, nell’educazione e nell’accoglienza della prima infanzia, beneficeranno durevolmente di questo progetto: le istituzioni esistenti ne hanno potuto trarre vantaggio, in quanto è stato dato risalto alla loro importanza e si sono potute situare stabilmente sotto la luce dei riflettori. Inoltre, i genitori hanno potuto capire l’importanza della qualità nell’accompagnamento della prima infanzia e hanno scoperto i servizi e le offerte proposte localmente. Il progetto ha prodotto anche effetti sul piano politico, infatti i responsabili locali sono stati coinvolti nelle varie manifestazioni organizzate in questo contesto. Concretamente, la mostra ha visto la presenza di 9230 visitatori (43.42% nuclei famigliari e 250 professionisti). Ci sono stati 105 eventi paralleli con la partecipazione di 5795 persone (45% genitori, 12% professionisti, 31% bambini, 11% altri). Altre attività Il progetto conTAKT-infanzia ha come obiettivo generale di sensibilizzare in particolare i genitori immigrati in Svizzera sui vari aspetti legati all’educazione. Il materiale proposto si rivolge a tutti gli operatori impegnati nel lavoro con i genitori, soprattutto immigrati; nella formazione dei genitori, nei gruppi di discussione e di incontro dei genitori negli asili nido, nella scuola dell’infanzia e nelle scuole elementari, come insegnanti nei corsi di italiano. Il progetto, ritenuto interessante, è stato sostenuto da UFaG in maniera congiunta con % culturale MIGROS, a condizione che il gruppo del Forum validi il progetto dal profilo pedagogico e che ci sia interesse da parte dei membri del Forum ad utilizzarlo. Il compito che spetta al Forum è quello di fare un’attenta lettura del materiale presente sul sito, adeguare i termini, modificare alcune strutture e completare con la bibliografia e altro. Indicativamente si procederà nel seguente modo: 1. Appropriazione e affinamento del materiale esistente: a. Rilettura dei contenuti del sito Internet per la modifica dei termini pedagogici e di contenuto adattati alla nostra realtà b. Aggiunta di contenuti, giochi, video, libri ecc. 2. Promozione del progetto e del materiale: a. Diffusione presso attori chiave 18
3. Animazione e accompagnamento progetti: a. Interventi presso istituzioni o associazioni (formazioni, animazioni, …) 4. Sportello virtuale per genitori, in collaborazione con Ticino per bambini (http://www.ticinoperbambini.ch/) A maggio 2018 si è tenuto il Convegno intitolato “Prima infanzia: oltre la povertà economica. Quale ruolo e quali progetti per i Comuni”. Si è svolto nell’ambito del Programma nazionale di prevenzione e lotta alla povertà ed è stato organizzato dall’Ufficio Federale delle Assicurazioni Sociali (UFAS), l’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani del Canton Ticino, la Rete svizzera di custodia bambini, e l’Associazione dei Comuni svizzeri (ACS), in collaborazione con il Ticino Progetto Infanzia (TIPÌ), la SUPSI e il Forum genitorialità. Il lavoro svolto dal Forum genitorialità ha suscitato l’interesse di altre associazioni ed enti che quindi sono stati invitati a conoscere le attività del Forum per valutarne l’adesione. Sono stati definiti dei parametri di base per l’adesione: l’Associazione deve essere senza scopo di lucro; aderire e accettare i termini della Carta; fornire/proporre almeno un progetto orientato alla valorizzazione delle competenze genitoriali. In conclusione si può dire che l’obiettivo preposto dalla scheda numero 1 è stato raggiunto. Il compito del coordinamento del progetto è quello di monitorare costantemente le attività svolte in questo senso e partecipare a riunioni e convegni. 19
Misura 2 – Sostegno precoce a famiglie vulnerabili Numerose ricerche dimostrano come un sostegno precoce e duraturo, già dai primi anni di vita, sia fondamentale per consentire ai bambini di apprendere e di sviluppare competenze e favorire il processo di inclusione sociale. Il ruolo di famigliari e professionisti dell’infanzia è quello di accompagnare lo sviluppo del bambino e di predisporre contesti di apprendimento e di esperienze quotidiane adeguate. In questo ambito, un’attenzione particolare va riservata ai momenti di transizione, intesi come cambiamenti delicati per il bambino poiché implicano il confronto con il gruppo di pari, con altri adulti e una cultura educativa extra-famigliare (si pensi ai passaggi dalla famiglia al nido o ad altri servizi per l’infanzia, alla scuola dell’infanzia, alla scuola elementare). Per la buona riuscita di questi processi è determinante trovare forme di collaborazione e co-responsabilità educative tra le varie figure di riferimento famigliari e istituzionali. Tutti gli attori sono partecipi a questo processo: occorre infatti promuovere una cultura territoriale tra i professionisti affinché si possa realmente creare una collaborazione strutturale con le famiglie, incentrata sullo sviluppo identitario del bambino e sulla co-costruzione di una cultura dell’infanzia inclusiva. No. 2 FAMIGLIA Sostegno precoce a famiglie vulnerabili Tipologia di prevenzione: Mirata Efficacia Destinatari della misura: Minorenni, famiglie Buona – molto promettente (programmi 1, Priorità: Alta 3, 4, 16 Manuale Eisner) Criteri 6, 7 e 8 (Guida Fabian) Obiettivo Attraverso delle proposte di accompagnamento educativo e formative di comprovata qualità si rafforzano le competenze dei genitori e quelle del bambino. Attività 1. Organizzare un progetto di intervento precoce a domicilio a sostegno di 30 famiglie vulnerabili con bambini tra 0-3 anni 2. Organizzare una proposta di accompagnamento educativo e terapeutico sostenuto (almeno 3 volte a settimana) per 30 famiglie con figli minorenni 3. Organizzare una proposta di sostegno con gruppi di genitori, 20 famiglie con figli minorenni suddivise tra Sopraceneri e Sottoceneri. Attività 1 Organizzare un progetto di intervento precoce a domicilio a sostegno di famiglie vulnerabili “Parents as Teachers” (PAT), tradotto in italiano con “imparo con i genitori“ è un progetto di intervento precoce a domicilio a sostegno di famiglie vulnerabili. Il Cantone ha dato mandato all’Associazione Progetto Genitori di avviare un progetto pilota per sviluppare il programma PAT. Nel 2016 il progetto si è concentrato sulle regioni del Bellinzonese e Malcantone-Vedeggio. 20
Nel concreto una consulente genitoriale formata si reca presso il domicilio delle famiglie, due volte al mese per un’ora finché il bambino avrà compiuto 2 anni. Durante queste visite a domicilio è possibile discutere di temi legati allo sviluppo, all’educazione e alla salute del bambino. Attraverso il gioco, i genitori ricevono suggerimenti su come favorire lo sviluppo del figlio. L’obiettivo è quello di rinforzare le competenze genitoriali in modo che queste famiglie siano in grado di assumere il ruolo educativo e che i genitori siano in grado di svolgere i relativi compiti. Inoltre, una volta al mese i genitori con il figlio partecipano ad un incontro di gruppo. Questi incontri permettono di incontrare altre famiglie e condividere le esperienze. In più i bambini socializzano giocando con altri bambini. L’obiettivo è quello di far sentire i genitori più sicuri nell’educazione di un figlio, ricevere delle risposte alle domande e facilitare i bambini al momento dell’entrata nel mondo scolastico. La partecipazione al progetto avviene su base volontaria ed è gratuita. Ad oggi in totale 20 sono le famiglie che hanno iniziato il progetto e 19 sono quelle attive. Il progetto si svilupperà sull’arco di 6 anni coinvolgendo 50 famiglie in situazione di vulnerabilità. Il progetto PAT gode del sostegno finanziario del Cantone, della Fondazione Optimus e del programma nazionale Lotta contro la povertà. (Per maggiori informazioni: http://www.associazioneprogettogenitori.com/pat/) Attività 2 Organizzare una proposta di accompagnamento educativo e terapeutico sostenuto Il progetto TIPÌ Resilienza ha permesso di organizzare una proposta di accompagnamento educativo e terapeutico per famiglie con figli minorenni. TIPÌ Resilienza è una piattaforma territoriale promossa da SUPSI – DEASS. Ha avuto inizio a gennaio 2016 e terminerà a dicembre 2020. Ad oggi le famiglie implicate sono 11 ed ha preso avvio la formazione dei coach e delle équipe multidisciplinari. Il 21 settembre 2018 si è tenuto il convegno “Villaggio educativo” il quale si inserisce all’interno del progetto territoriali TIPÌ. Reti educative, rapporti tra famiglie, scuole e servizi in un’ottica inclusiva a sostegno di un intervento precoce rappresenta una preziosa occasione di incontro e scambio tra professionisti provenienti da diversi settori ma con lo scopo di accompagnare il minore nella sua crescita. La giornata aveva quale obiettivo di promuovere una riflessione su approcci e modalità di lavoro innovative per attivare una proficua collaborazione con le famiglie e la rete attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze genitoriali in un’ottica di complementarietà tra il sapere delle famiglie e quello dei professionisti. Attività 3 Organizzare una proposta di sostegno con gruppi di genitori Il servizio di Sostegno e Accompagnamento Educativo (SAE), è un servizio nato nel 2000 e gestito dalla fondazione Vanoni. È sussidiato dal DSS e offre alle famiglie e ai minori che stanno vivendo una situazione di difficoltà, un accompagnamento professionale e personalizzato al loro domicilio. Lo scopo è aiutare la famiglia a svolgere la funzione educativa, consentendo ai minori di crescere nella loro rete naturale di appartenenza. Il SAE offre sostegno ai genitori e ai minori che vivono delle difficoltà educative e/o relazionali; accompagnamento ai genitori nello svolgimento della loro funzione parentale; accompagnamento ai minori nel lor percorso di sviluppo personale; mediazione tra genitori e figli; riattivazione e valorizzazione delle risorse dei genitori e dei minori. Il SAE ha messo in atto un consolidamento delle relazioni con il progetto PAT , il TIPÌ, il Forum genitorialità, la cooperativa Baobab e la Cellula di intervento. 21
Le seguenti tabelle riportano i dati del 2016 e del 2017, riassumendo il numero di famiglie e minori seguiti: 2016 Situazioni Segnalazioni Interventi Interventi Interventi seguite iniziati terminati attivi Min Fam Min Fam Min Fam Min Fam Min Fam Sotto 249 143 82 74 165 Ceneri 48 138 73 47 90 Sopra 175 113 68 54 141 Ceneri 31 66 66 38 75 Totale 424 204 256 139 150 85 128 79 306 165 2017 Situazioni Segnalazioni Interventi Interventi Interventi seguite iniziati terminati attivi Minori Fam Min Fam Min Fam Min Fam Min Fam Sotto 235 118 71 79 156 Ceneri 45 127 60 38 82 Sopra 219 94 78 77 142 Ceneri 43 118 51 43 75 Totale 454 245 212 111 149 81 156 88 298 157 (Per maggiori informazioni: https://www.serviziosae.ch/) Altre attività La Fondazione Protezione dell’Infanzia Svizzera (Kinderschutz Schweiz) lancia a livello nazionale il progetto CompAct, che si prefigge di promuovere le competenze sociali dei bambini dai 3 agli 8 anni e di consolidare le competenze dei genitori in ambito educativo. I contenuti del progetto si basano su esperienze pratiche, sono costruttivi e orientati alle soluzioni e vengono trasmessi con l’aiuto di illustrazioni cartonate e di materiale pedagogico adatti alle strutture di custodia complementari alla famiglia, alle scuole dell’infanzia o elementari, ai docenti di sostegno pedagogico e, laddove presenti, agli operatori sociali attivi nelle scuole. È importante che i bambini imparino sin dai primi anni di vita a confrontarsi in modo adeguato con i loro interessi, bisogni ed emozioni, e con quelli degli altri. Nel contempo è necessario che i genitori vengano sensibilizzati sui principi dell’educazione autorevole e non violenta, poiché mediante le loro pratiche educative contribuiscono in maniera determinante al consolidamento delle competenze sociali dei loro figli. La Fondazione Protezione dell’Infanzia Svizzera desidera dare un proprio contributo affinché la vita quotidiana nelle istituzioni pedagogiche e nelle famiglie sostenga e favorisca al meglio lo sviluppo dei bambini. A tale scopo, la Fondazione lancia il progetto CompAct in collaborazione con la Fondazione della Svizzera italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia (ASPI). Il progetto è stato ideato per i professionisti attivi in ambito pedagogico nelle strutture di custodia complementari alla famiglia, nelle 22
scuole dell’infanzia ed elementari, per i docenti di sostegno pedagogico e, laddove presenti, per gli operatori sociali attivi nelle scuole che desiderano aiutare i bambini dai 3 agli 8 anni e i loro genitori a consolidare le loro competenze. Il materiale è utilizzabile in vari contesti, basato su esperienze pratiche e orientato alle soluzioni. Con l’aiuto di illustrazioni e di brevi testi, i bambini si avvicinano in maniera ludica alle regole indispensabili per una convivenza piacevole e pacifica. Partendo dalla rappresentazione di situazioni di vita quotidiana con bambini dai 3 agli 8 anni, i genitori vengono sensibilizzati sui principi della comunicazione positiva che favorisca lo sviluppo. Il materiale può essere usato sia per le attività di gruppo che per gli incontri individuali. (Per approfondimenti: https://www.kinderschutz.ch/it/compact.html) 23
Misura 3 – Miglioramento della rete della protezione dei minorenni Negli ultimi anni la rete dei servizi e delle strutture della protezione dei minorenni e del sostegno alle famiglie è stata potenziata e diversificata. Il settore sociale è sempre più sollecitato ad intervenire a protezione dei minorenni in situazioni di assenza di custodia genitoriale; inadeguatezza famigliare; maltrattamento o violenza famigliare; comportamenti a rischio dei minorenni stessi. No. 3 FAMIGLIA Miglioramento della rete della protezione dei minorenni Tipologia di prevenzione: Mirata Efficacia Destinatari della misura: Minorenni, famiglie Promettente (Programmi 17, Manuele Priorità: Alta Eisner) Obiettivo La rete di protezione dei minorenni in Ticino, in accordo con la pianificazione riconosciuta dalla Confederazione, necessita di alcuni complementi per essere più completa ed efficace e garantire così delle migliori opportunità di inclusione ai minorenni residenti e, di riflesso, alle loro famiglie. L’obiettivo è di poter offrire una protezione adeguata a tutti i minorenni del Cantone Ticino. Attività 1. Monitoraggio e calibratura domanda/offerta di posti di protezione 2. Perfezionare le procedure di ammissione e dimissione nei CEM e nelle famiglie affidatarie. 3. Migliorare la formazione del personale delle strutture d’accoglienza extrascolastica. 4. Definizione articolata del concetto di protezione diurna per l’infanzia 5. Costruzione di una casa di appartamenti protetti di transizione mamma/bambino. 6. Implementazione del modello di Programma operativo individualizzato 7. Generalizzazione dell’applicativo informatico nei CEM 8. Implementazione del nuovo sistema di vigilanza nei CEM. 9. Rinforzo nei CEM di progetti di coinvolgimento delle famiglie 10. Potenziare il sostegno socio-terapeutico e occupazionale nei CEM e in postcura 11. Consolidare il progetto di prese a carico combinate semi- residenziali 12. Creazione di una rete di consulenza e accoglienza d’urgenza nei CEM 13. Perfezionamento delle unità scolastiche differenziate USD nei CEM Vanoni e Von Mentlen 24
14. Trasformazione in CEM del centro La Masseria a Camorino 15. Realizzazione del progetto per il nuovo CEM Vanoni 16. Creazione di un Centro educativo chiuso per minorenni (CECM), in relazione alle decisioni del Consiglio di Stato 17. Ridefinizione del concetto di presa a carico dei richiedenti l’asilo minorenni non accompagnati con la CRS 18. Riconoscimento CEM Lo Stralisco a Malvaglia 19. Potenziamento del progetto ADOC della Fondazione Amilcare 20. Creare uno Spazio ADO diurno nel Sopraceneri 21. Potenziare il Servizio d’accompagnamento educativo SAE 22. Valutare la creazione di un’équipe d’intervento multidisciplinare per casi complessi e urgenti 23. Confermare il potenziamento del settore delle famiglie affidatarie 24. Creare una sottosede per i punti d’incontro nel Mendrisiotto e istituire una sede esterna a Casa S. Elisabetta nel Luganese Attività 1 – Monitoraggio e calibratura domanda/offerta di posti di protezione La Commissione di Esame per gli Affidi presso Terzi (CEAT) è composta dai capi équipe dell’Ufficio dell’aiuto e della protezione (UAP), dai rappresentanti del Servizio medico psicologico (SMP) e da un’operatrice sociale per l’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG). La Commissione si riunisce ogni 2 settimane e si occupa di raccogliere i progetti educativi redatti dagli assistenti sociali, i quali propongono un Centro educativo per minorenni (CEM) in base alla necessità del minore. In seguito, il CEAT valuta la pertinenza e completezza del Progetto Educativo e attribuisce un posto al ragazzo in funzione della disponibilità di posti e del grado di urgenza. La disponibilità del posto ha durata di un mese, l’assistente sociale ha tempo dunque di costruire l’adesione del ragazzo, senza la pressione di perdere il posto. Anche il CEM valuta se il minore può essere sostenuto, considerando anche la tutela del gruppo. Attività 2 – Perfezionare le procedure di ammissione dimissione nei CEM e nelle famiglie affidatarie Ogni CEM dispone di una carta dei servizi e di un concetto pedagogico nel quale viene descritta una procedura di ammissione e di dimissione. L’UFaG promuove l’aggiornamento del concetto pedagogico e delle procedure di ammissione affinché queste siano coerenti con gli standards del quality for children (Q4C) – progressione dell’inserimento in CEM, coinvolgimento e condivisione con le famiglie e il minore, condivisione trasparente delle informazioni. La procedura di ammissione in CEM è oggetto di analisi ad ogni vigilanza dell’UFaG. Il CEAT può concordare delle modalità di collaborazione particolari con i CEM in modo da facilitare la fase di ammissione (ad esempio consultare il direttore prima di deliberare i casi). Attività 3 – Migliorare la formazione del personale delle strutture d’accoglienza extrascolastica Ha preso avvio il progetto TIPÌ, il quale si occupa della modalità di transizione e di accoglienza dei bambini nei nidi. Nel progetto c’è lo specifico di resilienza che riguarda i bambini appartenenti a un contesto famigliare fragilizzato. L’obiettivo è quello di accogliere i bambini e svolgere un lavoro di rete partecipativo e di coinvolgimento della famiglia per evitare il collocamento. TIPÌ resilienza ha avuto luogo ma l’esito non è stato positivo. Non 25
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