Strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani (0-25 anni), 2017 2020

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Strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani (0-25 anni), 2017 2020
Repubblica e Cantone Ticino
                                        Dipartimento della sanità e della socialità
                          Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport
                                                     Dipartimento delle istituzioni
                                                                      Magistratura

Strategia cantonale di prevenzione della violenza
 che coinvolge i giovani (0-25 anni), 2017 – 2020

        Rapporto intermedio, periodo aprile 2017 – dicembre 2018
Strategia cantonale di prevenzione della violenza che coinvolge i giovani (0-25 anni), 2017 2020
Autori
    Anna Vidoli, coordinatrice di progetto, Ufficio del sostegno a enti e attività per le
       famiglie e i giovani (UFaG, DSS)
    Marco Galli, capo Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani
       (UFaG, DSS)

Direzione strategica
    Reto Medici, Magistrato dei minorenni
    Antonio Perugini, sostituto procuratore generale
    Frida Andreotti, Direttore della Divisione della Giustizia (DI)
    Emanuele Berger, Direttore della Divisione della scuola (DECS)
    Paolo Colombo, Direttore della Divisione della formazione professionale (DECS)
    Roberto Sandrinelli, l’Aggiunto al Direttore (DSS)
    Sabina Beffa, capo Ufficio dell’aiuto e della protezione (DSS)
    Marco Galli, capo Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani
      UFaG (DSS)
    Anna Vidoli, coordinatrice di progetto, Ufficio del sostegno a enti e attività per le
      famiglie e i giovani UFaG (DSS)

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ABSTRACT

La violenza, in tutte le sue forme, ha gravi conseguenze su bambini, giovani e adulti. I
giovani da 0 a 25 anni possono essere vittime, autori o testimoni di violenza. Infatti, i target
della Strategia sono gli adolescenti (10-17 anni), i giovani (18 e 25 anni), ma, in chiave
preventiva, anche i minorenni che vengono coinvolti soprattutto come vittime di episodi di
violenza domestica, maltrattamenti, negligenza. Sono stati dunque presi in considerazione
anche gli eventi che vedono coinvolti i bambini (0-9 anni), al fine di interrompere la
trasmissione intrafamiliare di situazioni e comportamenti a rischio.
Dalle statistiche considerate (cfr. pag. 10-13), si nota una leggera diminuzione nel 2016
dei reati di media entità compiuti a fronte di un leggero aumento delle minacce. Dopo una
fase di diminuzione costante (dal 2009 al 2014), negli ultimi due anni (2015-16) si nota un
relativo aumento complessivo, ma risulta troppo presto per capire se si tratta di
un’inversione di tendenza o una fase di consolidamento.
Per questo motivo è necessario sviluppare forme di prevenzione e di sostegno adeguate e
aggiornate. Attraverso l’elaborazione di un concetto di prevenzione globale
interdiparimentale e intersettoriale, la Strategia cantonale di prevenzione della violenza
che coinvolge i giovani, vuole ridurre la violenza che coinvolge i giovani, rafforzando il
senso di appartenenza e il sentimento generale di sicurezza. Questo obiettivo è perseguito
grazie all’implementazione di una serie di proposte concrete in vari ambiti, e con il
monitoraggio delle misure proposte, attraverso un progetto di coordinamento, sostegno e
valutazione. Tutto questo può avvenire coinvolgendo il Cantone, i comuni, gli enti
confrontati con il fenomeno, le famiglie e i giovani.
È prioritario promuovere la prevenzione della violenza non solo come prevenzione di atti di
disturbo o manifestazioni di disagio, ma anche come strumento di azione sociale volta al
rafforzamento delle competenze sociali. La prevenzione della violenza che coinvolge i
giovani è dunque da intendere come un investimento sociale e un risparmio economico. In
modo più generale possiamo sottolineare che la prevenzione della violenza va inserita in
un contesto di promozione dell’inclusione, del benessere e della qualità di vita dei giovani
e delle loro famiglie.
Il lavoro di prevenzione precoce che viene svolto con le famiglie durante la prima infanzia
e in gravidanza è centrale; il benessere del bambino nei primi anni di età influenza in
modo decisivo le capacità relazionali ed emotive future. Le attività e i progetti esistenti
forniscono ai neo-genitori il materiale informativo e permettono momenti di scambio,
consulenza e informazione a sostegno della genitorialità. Le misure puntuali riguardano
progetti di intervento per situazioni di disagio famigliare, centri di accoglienza, di
protezione e progetti di sostegno educativo volti a rafforzare le competenze genitoriali. In
tale ambito si segnala l’implementazione del progetto Parents As Teachers (PAT) che ha
permesso di supportare 30 famiglie (vedi scheda 2). Anche la Rete della protezione è
stata rafforzata (in particolare con la creazione della Cellula d’intervento socioeducativo
fuori orario per minorenni CSUM). Il 2018, ha visto anche la formazione e l’acquisizione
del progetto Face à Face ADOS per la prevenzione con i minorenni con comportamenti
aggressivi o violenti (attiva dal maggio 2019). Nella scuola, le misure principali hanno
riguardo lo sviluppo delle competenze in materia digitale (con il CERDD, Scheda 9), di
sostegno ai docenti in situazione di vulnerabilità (con Linea, Scheda 8) e di prevenzione
del cyber-bullismo (con la CRS, Scheda 9). La prevenzione del disagio e dei conflitti è
affrontata attraverso l’inserimento di figure dotate di nuove competenze, come i mediatori
e gli educatori scolastici, con percorsi di sostegno e accompagnamento dell’allievo.
Parallelamente, progetti di sede, di enti e iniziative personali dei docenti hanno permesso
agli allievi di partecipare a numerose attività di prevenzione e sensibilizzazione in

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molteplici ambiti. Nella formazione di base e continua dei docenti le competenze
trasversali e pedagogiche hanno un ruolo sempre più marcato.
Il fenomeno della violenza si manifesta nello spazio urbano e sociale soprattutto durante la
notte e il fine settimana. La prevenzione nell’ambito della vita notturna deve quindi tener
conto anche della valorizzazione dei luoghi di ritrovo positivi. In tal senso sono stati
attivate iniziative nella formazione degli animatori (CAS Supsi avviato nel 2018), nella
prevenzione nell’ambito sportivo (con la pubblicazione dell’opuscolo “A chi mi rivolgo?”,
Scheda 17).
A livello di coordinamento, l’unità al 50% presso l’UFaG, ha permesso di coordinare il
lavoro della Direzione strategica (con il contributo in particolare del presidente Reto
Medici), di monitorare l’evoluzione delle singole misure, fornendo impulsi ai partner
cantonali (DECS), avviando gruppi di lavoro (prevenzione nello sport), partecipando a
progetti (intervento precoce) o sviluppando studi di fattibilità e implementando dei progetti
di prevenzione (Face à Face ADOS con OSC). In tal senso si ritiene fondamentale poter
assicurare il coordinamento della Strategia.

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Legenda termini

ADOC              ADOlescenti e Connessione – costruzione di progetti educativi
                  individualizzati condivisi secondo i bisogni dei ragazzi, Centro
                  educativo minorile gestito da Fondazione Amilcare

CDI               Convenzione sui Diritti dell’Infanzia

CEAT              Commissione di Esame per gli Affidi presso Terzi

CECM              Centro Educativo Chiuso per Minorenni

CCG               Conferenza Cantonale dei Genitori

C&C               Cool & Clean, programma di prevenzione nazionale nello sport

CEM               Centro Educativo Minorile

CERDD             Centro di Risorse Didattiche e Digitali

CIRSE             Centro Competenze Innovazione e Ricerca sui Sistemi Educativi

CPD               Consiglio per il Disadattamento

CDPE              Conferenza dei Direttori delle Pubbliche relazioni svizzere

CRS               Croce Rossa Svizzera

DECS              Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport

DI                Dipartimento delle istituzioni

DSS               Dipartimento della sanità e della socialità

FAF               Face-à-Face ADOS, Ginevra

FAST              Famiglia, Adolescenti, Sostanze, Trattamento. Antenna Icaro

G+S               Gioventù e Sport

GVG               Gruppo Visione e Giovani, Polizia Cantonale Ticino

IUFFP             Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale

LINEA             Laboratorio per INsegnanti per mantenere e/o recuperare l’Energia e
                  consolidare l’Empatia tra Ascolto e Accompagnamento

MAPS              Mediazione, Adolescenti, Parenti, Sostanze. Consultori sostanze

OAMIN             Ordinanza sull’Accoglimento di Minori a scopo di affiliazione
                                                                                    5
ODerr             Ordinanza sulle Derrate alimentari e gli oggetti d’uso

PAT               “Parents As Teachers”, imparo con i genitori

PG                Politiche Giovanili

Q4C               Quality 4 Children

RAMNA             Richiedenti l’Asilo Minorenni Non Accompagnati

Rel +             Rel Plus, relazioni positive

SACD              Servizi di Assistenza e Cure a Domicilio

SAE               Servizio di Sostegno e Accompagnamento Educativo

SFP               Associazione SportForPeace

TIPÌ Resilienza   Promozione di una cultura condivisa per l’infanzia
                  Tipì = tenda conica originariamente fatta con pelli e corteccia utilizzata
                  dai nativi americani.

UPVS              Ufficio di Promozione e Valutazione Sanitaria

USD               Unità Scolastica Differenziata

                                                                                          6
Sommario

INTRODUZIONE............................................................................................................................. 8

PREVENZIONE DELLA VIOLENZA................................................................................................ 9
 Statistiche.................................................................................................................................... 9
AGGIORNAMENTO DELLE SCHEDE DELLE PROPOSTE DI PREVENZIONE .......................... 13
 Ambito Famiglia......................................................................................................................... 14
      Prevenzione in famiglia .......................................................................................................... 15
      Misura 1 – Coordinamento degli enti di formazione, consulenza ai genitori e maggiore
      informazione alle famiglie....................................................................................................... 16
      Misura 2 – Sostegno precoce a famiglie vulnerabili................................................................ 20
      Misura 3 – Miglioramento della rete della protezione dei minorenni ....................................... 24
      Misura 4 – Programmi con giovani autori di violenza ............................................................. 30
      Misura 5 – Rafforzamento delle competenze e della rete dei curatori pubblici e privati .......... 35
   Ambito Scuola ........................................................................................................................... 37
      Prevenzione a scuola............................................................................................................. 38
      Misura 6 – Creazione di un modello gestionale di sede basato sulla collaborazione educativa
      .............................................................................................................................................. 39
      Misura 7 – Coordinamento dei progetti di prevenzione .......................................................... 41
      Misura 8 – Sviluppo delle competenze socio-emotive di allievi e di docenti............................ 42
      Misura 9 – Uso consapevole delle nuove tecnologie e prevenzione del cyberbullismo .......... 44
      Misura 10 – Trasporti scolastici tranquilli e sicuri ................................................................... 47
      Misura 11 – Rilevamento e intervento precoci nel sostegno ad allievi in difficoltà .................. 48
      Misura 12 – Elaborazione di procedure d’intervento in situazioni di bullismo e violenza ......... 49
   Ambito Spazio sociale ............................................................................................................... 50
      Prevenzione nello spazio pubblico ......................................................................................... 51
      Misura 13 – Promozione del benessere dei giovani ............................................................... 52
      Misura 14 – Promozione della qualità di vita nello spazio sociale e prevenzione dei vandalismi
      .............................................................................................................................................. 55
      Misura 15 – Limitazione dell’accesso e del consumo dell’alcol ai minorenni .......................... 57
      Misura 16 – Coordinamento intercomunale degli operatori di prossimità................................ 60
      Misura 17 – Prevenzione e sensibilizzazione sulla violenza correlata a grandi manifestazioni62
      Misura 18 – Violenza e sostanze illegali: intervento precoce, riduzione del danno e
      sensibilizzazione .................................................................................................................... 66
      Misura 19 – Coordinamento ................................................................................................... 68
      Misura 20 – Prevenire e combattere la radicalizzazione e l’estremismo violento.................... 69
FINANZIAMENTI .......................................................................................................................... 71

CONCLUSIONI ............................................................................................................................. 74

                                                                                                                                                     7
INTRODUZIONE

A fine marzo 2015, al termine del programma nazionale “Giovani e violenza”, la Direzione
strategica ha consegnato il documento “Strategia cantonale di prevenzione della violenza
che coinvolge i giovani 2015 – 2019” al Consiglio di Stato. È stato dunque inserito il credito
necessario per mettere in atto la Strategia nel quadriennio 2017 – 2020. Con la
Risoluzione Governativa 3982 datata 13 settembre 2017 è stato rinnovato il compito della
Direzione strategica incaricata di attuare la Strategia, monitorando l’aggiornamento dei
dati del fenomeno, delle attività di prevenzione esistenti, attuando e aggiornando le misure
proposte, negli ambiti della famiglia, della scuola e dello spazio sociale.
La Strategia è un progetto che fornisce una visione d’insieme del fenomeno della violenza,
coordinando gli interventi di prevenzione e assicurando la traduzione operativa di 19
misure realizzabili negli ambiti della Famiglia, della Scuola e dello Spazio sociale nel
periodo 2017 – 2020.
L’obiettivo generale è quello di ridurre la violenza che coinvolge i giovani, rafforzando il
senso di appartenenza e il sentimento generale di sicurezza. Il progetto articola le varie
dimensioni della prevenzione e tiene conto delle nuove forme di violenza.
Il coordinamento della Strategia è assicurato dall’Ufficio del sostegno a enti e attività per le
famiglie e i giovani (UFaG) e la Direzione strategica è composta da rappresentanti dei tre
dipartimenti cantonali (DSS, DECS e DI) e dalla Magistratura. La Direzione strategica
istituita è incaricata di: attuare la Strategia, monitorando l’aggiornamento dei dati del
fenomeno, delle attività di prevenzione esistenti e di attuazione e l’aggiornamento delle
misure proposte, in particolare negli ambiti della famiglia, della scuola e dello spazio
sociale. La Divisione dell’azione sociale, considerando il parere della Direzione strategica,
si occupa dell’emissione delle decisioni di finanziamento agli enti responsabili dei progetti.
Nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza l’opinione dei
giovani dovrà essere ascoltata e, nel limite del possibile, questi ultimi saranno coinvolti
attivamente nel progetto.

                                                                                              8
PREVENZIONE DELLA VIOLENZA

Statistiche

In Svizzera si rilevano numerose iniziative di prevenzione della violenza nei campi della
Famiglia, della Scuola e dello Spazio sociale. Infatti, 15 Cantoni dispongono di una
strategia globale o parziale, oppure hanno integrato misure di prevenzione della violenza
nelle attività di altri settori politici, creando piattaforme di dialogo, gruppi di
accompagnamento o di coordinamento relativi al tema della violenza che coinvolge i
giovani. I Cantoni svolgono un ruolo centrale nella prevenzione della violenza, in quanto
preposti a fissare le condizioni quadro, definire le prescrizioni, attuare misure e programmi
propri e sostenere le Città e i Comuni nei loro sforzi al riguardo. Altrettanto importante è il
ruolo delle Città e dei Comuni, che sviluppano e attuano misure tenendo conto delle
strategie e delle prescrizioni cantonali. È importante constatare che negli ultimi cinque anni
la Confederazione, i Cantoni, le Città e i Comuni hanno contribuito congiuntamente a un
notevole sviluppo della prevenzione della violenza in Svizzera.
La violenza giovanile, riferita a persone di età inferiore ai 18 anni, è legata in prevalenza
(circa l’80% delle denunce) ai reati contro le proprietà altrui (vandalismi, graffiti, danni vari
ecc.). Minore incidenza hanno i reati contro la libertà personale (minaccia, coazione ecc.),
contro l’integrità sessuale (coazione sessuale, molestie sessuali, violenza carnale ecc.) o
contro la vita e l’integrità della persona (omicidi, lesioni personali ecc.). La maggior parte
delle denunce relative ai minorenni è legata ai furti, al consumo di sostanze stupefacenti e
ai danneggiamenti. Per contro la violenza grave, come nel caso di lesioni personali o
omicidi, costituisce solo una piccolissima percentuale delle denunce presentate.
Dal 1999 la statistica delle condanne penali dei minorenni rileva tutte le condanne dei
minorenni per reati al Codice penale, alla legge federale sugli stranieri, alla legge sugli
stupefacenti o per crimini o delitti in violazione della legge sulla circolazione stradale. La
statistica delle condanne penali (SUS) rileva sin dal 1984 tutte le condanne per crimini o
delitti commessi da adulti iscritte nel casellario giudiziale.
Stando alla statistica delle condanne penali dei minorenni, il numero di condanne di minori
è, nel complesso, rimasto stabile.

                                                                                               9
Grafico 1
Minorenni: condanne per un delitto violento, cantone Ticino, 2009 – 2016. (Fonte: Ufficio
federale di statistica – Statistica delle condanne penali dei minorenni JUSUS, maggio
2017.)

 60

 50

 40
                                                                    Reati gravi (compiuti)

 30                                                                 Reati di media entità (compiuti ev.
                                                                    minacce di violenza)
                                                                    Reati di media entità (minacce di
 20
                                                                    violenza)

 10

  0
      2009   2010    2011   2012       2013   2014   2015   2016

Se il 2010 ha rappresentato l’anno in cui sono stati commessi un maggior numero di reati
a livello svizzero, l’anno critico per il Canton Ticino è stato il 2009, come lo mostra il
grafico sopra. In seguito si è registrato un calo importante dei reati fino al 2014, in cui
non sono stati condannati né reati gravi, né reati di media entità (minacce). Nel 2015
invece è stato registrato un aumento di reati di media entità compiuti e nel 2016 un
aumento relativo. In conclusione dunque si può osservare che il numero di reati non è
rimasto stabile ma ha subito un’oscillazione tra un anno e l’altro.
Con reati gravi si intendono: omicidi intenzionali e tentati; lesioni gravi, presa d’ostaggio,
violenza carnale e rapina.
Con reati di media entità compiuti si intendono: lesioni semplici, vie di fatto, rissa,
aggressione, rapina, coazione, sequestro di persona o rapimento, circostanze aggravanti,
coazione sessuale, violenza o minaccia contro autorità, estorsione.
Con reati di media entità (minaccia) si intendono: minacce e estorsione. Significativo
l’aumento nel 2016 delle minacce di volenza.

                       2009        2010       2011   2012    2013   2014      2015       2016
      Reati            0           4          1      2       2      0         1          2
      gravi
      Reati di         54          39         26     28      26     9         30         19
      media entità
      (compiuti)
      Reati di         15          9          2      4       5      0         3          10
      media entità
      (minacce)

                                                                                                          10
Grafico 2
Minorenni: Condanne e persone condannate per un’infrazione ai sensi del codice penale,
cantone Ticino, 2009 – 2016. (Fonte: Ufficio federale di statistica, statistica delle condanne
penali dei minorenni JUSUS, maggio 2017.)

 250

 200

 150

                                                                              Sesso maschile
                                                                              Sesso femminile
 100

  50

   0
        2009    2010     2011    2012     2013    2014     2015    2016

Dal seguente grafico si può notare nel caso di persone condannate per un’infrazione ai
sensi del CP (Codice Penale) vi è una notevole differenza tra reati commessi da persone
di sesso maschile e persone di sesso femminile. Dal 2012 le infrazioni sono calate,
notevolmente. Soprattutto per gli autori maschili. Si nota invece una diminuzione meno
significativa per quanto riguarda le autrici femminili.

                                                                                                11
Grafico 3
Minorenni: condanne e persone condannate per un’infrazione ai sensi del codice penale,
cantone Ticino, 2009 – 2016. (Fonte: ufficio federale di statistica – statistica delle
condanne penali dei minorenni JUSUS, maggio 2017.)

 120

 100

  80
                                                                                Età fino ai 14 anni

  60                                                                            Età 15 anni
                                                                                Età 16 anni
  40                                                                            Età 17 anni e più

  20

   0
        2009     2010    2011     2012     2013    2014     2015     2016

Nel Grafico 3 del Canton Ticino è possibile osservare una suddivisione di condanne per
un’infrazione del CP da parte di giovani tra i 14 anni e i 17 e più, senza distinzione di
genere. Particolare il dato del 2016 che vede una distribuzione piuttosto uniforme tra le
varie fasce d’età. In tutti gli anni rappresentati nel grafico sono le persone di età fino ai 14
anni e dai 17 anni in su a commettere infrazioni del codice penale. Interessante inoltre
notare che dal 2012 al 2016 c’è stata una costante diminuzione dei reati compiuti da
giovani dai 17 anni in su.

                                                                                                 12
AGGIORNAMENTO DELLE SCHEDE DELLE PROPOSTE DI PREVENZIONE

Per comprendere in modo più approfondito la questione della violenza che coinvolge i
giovani sul territorio del Canton Ticino, nel seguente capitolo verrà presentato il contesto
specifico rispetto ai tre diversi ambiti di interesse: Famiglia, Scuola e Spazio sociale.
Vengono quindi riportati gli aggiornamenti delle 19 misure inserite nella Strategia, scaturite
dall’analisi e dal confronto tra le audizioni effettuate, i contributi di colleghe e colleghi attivi
nei settori della Famiglia, della Scuola e dello Spazio sociale, la documentazione
scientifica raccolta, le buone pratiche contenute in particolare nei documenti del
Programma nazionale “Giovani e violenza”, segnatamente la “Guida criteri di buona
pratica della violenza giovanile. In famiglia, a scuola e nello spazio sociale” (Fabian et al.,
2014) e “Per una prevenzione efficace della violenza. Sintesi delle conoscenze a livello
internazionale” (Eisner et al., 2014). Ogni proposta, solitamente non univoca ma composta
da diverse attività, è stata poi suddivisa in prevenzione universale o prevenzione mirata,
pur riconoscendo che alcune proposte possono iscriversi in entrambi gli ambiti.
Per ogni scheda è stato indicato in particolare il grado d’efficacia, nonché l’eventuale
riferimento nei seguenti documenti scientifici pubblicati dall’ufficio federale delle
assicurazioni sociali: il Manuale Eisner (Eisner et al., 2014) e la Guida Fabian (Fabian et
al., 2014), che riporta un elenco di buone pratiche.
Di seguito viene riassunto cosa è stato concretamente svolto nell’anno trascorso da aprile
2017 a dicembre 2018 nei vari ambiti alfine di raggiungere gli obiettivi preposti dalla
Strategia. Vedi link per documento PDF:
https://www4.ti.ch/fileadmin/GENERALE/INFOGIOVANI/PoliticheGiovanili_Pubblicazioni/S
trategia_prevenzione_violenza_giovani.pdf

                                                                                                 13
Ambito Famiglia

Il ruolo dei genitori e le competenze genitoriali sono un aspetto ritenuto fondamentale dagli
attori di tutti gli ambiti sentiti. Per i numerosi enti che promuovono corsi di formazione per
lo sviluppo di competenze genitoriali, è risultato importante prevedere momenti di
confronto e scambio. La disponibilità di corsi di formazione genitoriale non garantisce
sempre una diffusa partecipazione e inoltre non è sicura la partecipazione di coloro
considerati maggiormente vulnerabili. Identificare, contattare e coinvolgere queste famiglie
è la vera sfida di questi corsi o progetti. La marginalità o l’esclusione sociale delle famiglie
in ambito educativo si verifica prevalentemente per la mancanza di una rete sociale di
sostegno, scarse opportunità di scambio, socializzazione e incontro con altri genitori,
elementi per i quali risulta anche difficile raggiungere ed entrare in contatto con questa
fascia di popolazione. Un approccio istituzionale viene inoltre considerato
controproducente, poiché crea adesioni superficiali e accresce la diffidenza. Viene quindi
privilegiato il metodo informale e di co-aiuto, capace di avvicinare, creare relazioni di
fiducia e scambio reciproco.
Al giorno d’oggi i modelli famigliari sono mutati. L’emergenza educativa genitoriale,
connotata dalla crisi dei modelli tradizionali di riferimento, si traduce in una maggior fatica
a risultare credibili e autorevoli, in una parola, a educare. Inoltre la concettualizzazione
attuale di nucleo domestico non è più rappresentata da un unico modello, “la famiglia
tradizionale”, ma da diversi modelli di famiglie, che variano dalla famiglia monoparentale a
quella allargata. All’interno della famiglia, definita come spazio privilegiato di accoglienza e
punto di riferimento che garantisce affetto, sostegno e protezione, si riscontrano difficoltà
nella gestione della relazione e criticità nello stile educativo, che può risultare inadeguato,
autoritario, disimpegnato o delegato a figure terze. Nei casi maggiormente vulnerabili
questo può causare un allontanamento dalla centralità del benessere del bambino e del
suo sviluppo cognitivo, emozionale e educativo.
Diversamente, nelle famiglie con maggiori risorse, si riscontra da parte dei genitori una
difficoltà nell’esercitare il proprio ruolo di guida, normativo e strutturante, abdicando alla
funzione educativa e sfociando in un atteggiamento permissivo e concessivo.
In entrambe le situazioni, la mancanza di autorevolezza e adeguatezza sfocia in
un’incapacità di stabilire i confini necessari al giovane per acquisire la consapevolezza
delle differenze, tra giusto e ingiusto, immediato e negoziabile, requisiti indispensabili nel
giovane per maturare la propria autonomia e le capacità di interagire con il mondo esterno.
La capacità di autocontrollo dell’adolescente è dunque commisurata a quanto e in che
maniera gli adulti di riferimento, fin dall’infanzia, hanno saputo agire su di lui in termini di
insegnamento al controllo dell’emotività, a tollerare le frustrazioni, a posticipare le
gratificazioni, a frenare l’aggressività, a sanzionare i comportamenti trasgressivi.
In questo, le life skills, vale a dire le capacità personali e interpersonali che permettono di
acquisire un comportamento versatile e positivo, grazie alle quali si possono affrontare
efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana, giocano un ruolo fondamentale.

                                                                                             14
Prevenzione in famiglia

Durante l'intero sviluppo del bambino, la famiglia assume un ruolo centrale anche nella
prevenzione della violenza. E questo per due motivi: da un lato i fattori di rischio famigliari
sono co-responsabili dell'insorgere di problemi comportamentali nell'infanzia e
nell'adolescenza, dall'altro le cure dei genitori sono indispensabili per un buon sviluppo
emotivo e sociale del bambino.
Numerose caratteristiche o tendenze comportamentali, compresa l’esternalizzazione
dell’aggressività e della violenza, si sviluppano in particolare nei primi anni di vita. Non è
quindi mai troppo presto per cominciare il lavoro di prevenzione. La prevenzione della
violenza in ambito famigliare ha un ruolo determinante nella crescita di un individuo, già
nelle prime fasi della vita.
Rafforzando le competenze genitoriali e le pratiche educative si accrescono i fattori di
protezione del bambino e si può garantire un ambiente sicuro, favorevole e premuroso per
la crescita.
Una prevenzione basata sulla famiglia serve ad aiutare i genitori a sostenere il proprio
figlio nello sviluppo linguistico, sociale, fisico, cognitivo, emotivo, morale, e questo in tutte
le fasi della vita. D'altra parte, tale prevenzione permette di evitare pratiche educative
disfunzionali che rafforzano l'aggressività e il conflitto. In Svizzera le misure di prevenzione
basate sulla famiglia sono attuate sia da attori privati che pubblici.
In caso di problemi, sono poi le autorità stesse a disporre delle misure, come per esempio
corsi obbligatori per genitori, accompagnamento famigliare (accompagnamento famigliare
sociopedagogico, lavoro famigliare orientato alle competenze, ecc.), oppure anche il
collocamento esterno in famiglie affidatarie. Di regola, queste misure sono pronunciate
dall'autorità regionale di protezione dei minori e degli adulti (ARP).
Di seguito riportiamo gli aggiornamenti delle misure 1, 2, 3, 4 e 5 inerenti all’Ambito
Famiglia.

                                                                                              15
Misura 1 – Coordinamento degli enti di formazione, consulenza ai genitori e
maggiore informazione alle famiglie

Da qualche anno a questa parte nei vari ambiti di vita – economico, sociale e tecnologico
– sono avvenuti importanti cambiamenti che portano le famiglie a doversi confrontare con
un’offerta molto ampia di sistemi educativi. È dunque importante agire verso i genitori,
offrendo supporto e orientamento.

No.1
FAMIGLIA              Coordinamento degli enti di formazione, consulenza ai
                           genitori e maggiore informazione alle famiglie

Tipologia di prevenzione: Universale           Efficacia
Destinatari della misura: Famiglie             Molto promettente (Programmi 3, Manuale
Priorità: Media                                Eisner)
                                               Criterio 7 (Guida Fabian)

Obiettivo           Attraverso un’analisi commissionata dalla Conferenza cantonale dei
                    genitori (2014-2015) si intende creare una piattaforma degli enti che si
                    occupano di formazione e consulenza ai genitori volta ad un
                    coordinamento e al miglioramento della rete e dell’offerta.

Attività               1. Creazione di una piattaforma degli enti di formazione e
                          consulenza ai genitori.
                       2. Analisi dei bisogni, delle risorse e delle proposte degli enti di
                          formazione e consulenza per genitori.
                       3. Miglioramento della qualità formativa offerta attraverso
                          l’individuazione di parametri tipo coaching, formazione
                          specifica, seminari in un’ottica di “buone pratiche”.
                       4. Promozione di proposte.

Attività 1 Creazione di una piattaforma degli enti di formazione e consulenza ai genitori
Il Forum Genitorialità (di seguito Forum) nato nel 2013, consiste in un progetto di
coordinamento degli enti che si occupano di genitorialità nella Svizzera italiana. Esso
riunisce gli enti con sede nella Svizzera italiana attivi nell’ambito della formazione dei e
con i genitori e nella consulenza ai genitori. Il Forum è volto a rafforzare il coordinamento
tra il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) e enti, ma anche la collaborazione
tra gli enti stessi in un’ottica di reciprocità. Il Forum nasce dall’idea di promuovere una
cultura consapevole e condivisa per quanto riguarda la genitorialità: dalla pre-natalità alla
maturità, passando per l’infanzia e l’adolescenza. Lo scopo del coordinamento è il
rafforzamento delle prestazioni offerte dal profilo qualitativo e quantitativo, grazie ad un
accrescimento delle competenze pedagogiche dei formatori e dei consulenti e ad un
maggiore e intenso coinvolgimento dei genitori in un’ottica partecipativa e di co-
costruzione.

                                                                                          16
La formazione per genitori caratterizza una presa di coscienza delle proprie risorse,
capacità e competenze. Questa consapevolezza permette di affrontare il proprio ruolo
genitoriale in modo sicuro. La piattaforma si indirizza ad ogni genitore, definito in base al
contesto socio-culturale odierno come chiunque si prende cura di un figlio, naturale,
adottato o in affido e lo cresce, educandolo alla vita della collettività. Essa si indirizza
inoltre ai bambini di ogni età e a tutti i professionisti che vogliono collaborare al
rafforzamento di questa rete di enti e associazioni.
Lo scopo del Forum è quello di sostenere progetti a favore di una cultura condivisa del
ruolo educativo dei genitori. Le associazioni e gli enti presenti a livello cantonale si
impegnano in vari tipi di sostegno educativo alle famiglie offrendo occasioni di confronto in
base alle necessità. Le principali attività del Forum consistono nell’individuare e
promuovere la connessione tra i diversi enti, creare strumenti utili a chi è attivo nel
sostegno ai genitori, rilevare i bisogni di educazione. Il fine è quello di identificare la
domanda e proporre una risposta adeguata. Il mandato per creare il Forum è stato dato
alla Conferenza Cantonale dei genitori. Il Forum è sostenuto finanziariamente dal
Cantone.
(Per approfondire: https://www.genitorialità.ch/it/)

Attività 2 Analisi dei bisogni, delle risorse e delle proposte degli enti di formazione e
consulenza per genitori
Per quanto riguarda l’analisi dei bisogni, delle risorse e delle proposte degli enti di
formazione e consulenza per i genitori, il Forum si occuperà di questo compito in una
seconda fase.

Attività 3 Miglioramento della qualità formativa offerta attraverso l’individuazione di
parametri tipo coaching, formazione specifica, seminari in un’ottica di “buone pratiche”
Per sostenere il miglioramento della qualità formativa ha preso avvio un progetto di
convegni annuali. Quello svoltosi nel 2017, in fase di apertura, ha rappresentato
l’occasione per le associazioni e gli enti membri del Forum genitorialità di descrivere i loro
progetti, maturati dall’esperienza attiva a sostegno delle famiglie in situazione di
vulnerabilità.
Il primo Convegno, aperto al pubblico, si è svolto in tre giornate a tema, che hanno
permesso di scoprire le risorse offerte dalle varie associazioni, a partire dall’orientamento
informato riguardo gli enti e le Istituzioni, passando agli interventi organizzati a protezione
e sostegno, fino alle buone pratiche che permettono di fare in modo che le disposizioni di
legge possano essere messe in atto. A questo convegno sono stati invitati tutti gli
operatori e funzionari delle Istituzioni.

Attività 4 Promozione di proposte
La Commissione svizzera per l'UNESCO e la Rete svizzera per la custodia di bambini
hanno pubblicato nel 2012 il “Quadro d'orientamento per l'educazione, la formazione e
l'accoglienza della prima infanzia in Svizzera” che mira a promuovere e a rafforzare la
qualità dell'educazione, della formazione e dell'accoglienza della prima infanzia. In seguito
a questa pubblicazione, tra il 2012 e il 2014, è iniziato un periodo di applicazione e
sperimentazione del documento.
Per dare continuità al lavoro svolto dall’UNESCO, nasce l’Associazione nazionale “Voce
per la qualità”, promotrice dell’esposizione “La scoperta del mondo”. (Per approfondire:
http://quadrodorientamento.ch e http://stimmeq.ch/it.)
La prima tappa nazionale della mostra si è tenuta dal 25 marzo 2017 al 25 giugno 2017
presso la Sala dell’Arsenale del Castel Grande a Bellinzona.
La mostra era composta da due elementi che si completavano a vicenda:
                                                                                            17
   Il nucleo centrale, frutto del lavoro svolto da Voce per la Qualità durante un periodo di
    preparazione di due anni riguardante un’esposizione esperienziale dedicata a famiglie,
    bambini, operatori del settore e politici e che ha trattato temi e problematiche legate
    alla qualità della formazione, dell’educazione e dell’accoglienza della prima infanzia.
 Le attività locali organizzate su tutto il territorio Cantonale hanno affiancato “il nucleo”
    con manifestazioni che i vari Enti avevano già in programma. Nulla ha escluso che un
    ente cogliesse l’occasione per svolgere una manifestazione/conferenza/… prendendo
    spunto dal tema.
Gli obiettivi del progetto sono stati molteplici: a breve termine, in ognuno dei luoghi visitati,
si voleva risvegliare l’attenzione sulla qualità della formazione, dell’educazione e
dell’accoglienza della prima infanzia. Tutte le persone toccate da questo tema nel loro
quotidiano, professionale o privato, sono state invitate a confrontarsi con questi concetti
nel contesto espositivo e attraverso le attività regionali. Come primo effetto si voleva
sensibilizzare in larga misura il visitatore.
A lungo termine il progetto voleva invece dare il via ad ulteriori processi atti a radicare
l’argomento nella società. Poiché il progetto coinvolgeva le diverse istituzioni,
organizzazioni e associazioni locali e informava il pubblico dei servizi esistenti (o delle
eventuali lacune), si desiderava dare continuità al tema a livello locale: nella migliore delle
ipotesi, grazie agli impulsi del progetto, sono nate nuove iniziative e basi per
collaborazioni.
Gli attori coinvolti nella formazione, nell’educazione e nell’accoglienza della prima infanzia,
beneficeranno durevolmente di questo progetto: le istituzioni esistenti ne hanno potuto
trarre vantaggio, in quanto è stato dato risalto alla loro importanza e si sono potute situare
stabilmente sotto la luce dei riflettori. Inoltre, i genitori hanno potuto capire l’importanza
della qualità nell’accompagnamento della prima infanzia e hanno scoperto i servizi e le
offerte proposte localmente. Il progetto ha prodotto anche effetti sul piano politico, infatti i
responsabili locali sono stati coinvolti nelle varie manifestazioni organizzate in questo
contesto.
Concretamente, la mostra ha visto la presenza di 9230 visitatori (43.42% nuclei famigliari
e 250 professionisti). Ci sono stati 105 eventi paralleli con la partecipazione di 5795
persone (45% genitori, 12% professionisti, 31% bambini, 11% altri).

Altre attività
Il progetto conTAKT-infanzia ha come obiettivo generale di sensibilizzare in particolare i
genitori immigrati in Svizzera sui vari aspetti legati all’educazione. Il materiale proposto si
rivolge a tutti gli operatori impegnati nel lavoro con i genitori, soprattutto immigrati; nella
formazione dei genitori, nei gruppi di discussione e di incontro dei genitori negli asili nido,
nella scuola dell’infanzia e nelle scuole elementari, come insegnanti nei corsi di italiano.
Il progetto, ritenuto interessante, è stato sostenuto da UFaG in maniera congiunta con %
culturale MIGROS, a condizione che il gruppo del Forum validi il progetto dal profilo
pedagogico e che ci sia interesse da parte dei membri del Forum ad utilizzarlo.
Il compito che spetta al Forum è quello di fare un’attenta lettura del materiale presente sul
sito, adeguare i termini, modificare alcune strutture e completare con la bibliografia e altro.
Indicativamente si procederà nel seguente modo:
    1. Appropriazione e affinamento del materiale esistente:
            a. Rilettura dei contenuti del sito Internet per la modifica dei termini pedagogici
                e di contenuto adattati alla nostra realtà
            b. Aggiunta di contenuti, giochi, video, libri ecc.
    2. Promozione del progetto e del materiale:
            a. Diffusione presso attori chiave

                                                                                              18
3. Animazione e accompagnamento progetti:
          a. Interventi presso istituzioni o associazioni (formazioni, animazioni, …)
   4. Sportello virtuale per genitori, in collaborazione con Ticino per bambini
      (http://www.ticinoperbambini.ch/)

A maggio 2018 si è tenuto il Convegno intitolato “Prima infanzia: oltre la povertà
economica. Quale ruolo e quali progetti per i Comuni”. Si è svolto nell’ambito del
Programma nazionale di prevenzione e lotta alla povertà ed è stato organizzato dall’Ufficio
Federale delle Assicurazioni Sociali (UFAS), l’Ufficio del sostegno a enti e attività per le
famiglie e i giovani del Canton Ticino, la Rete svizzera di custodia bambini, e
l’Associazione dei Comuni svizzeri (ACS), in collaborazione con il Ticino Progetto Infanzia
(TIPÌ), la SUPSI e il Forum genitorialità.

Il lavoro svolto dal Forum genitorialità ha suscitato l’interesse di altre associazioni ed enti
che quindi sono stati invitati a conoscere le attività del Forum per valutarne l’adesione.
Sono stati definiti dei parametri di base per l’adesione: l’Associazione deve essere senza
scopo di lucro; aderire e accettare i termini della Carta; fornire/proporre almeno un
progetto orientato alla valorizzazione delle competenze genitoriali.

In conclusione si può dire che l’obiettivo preposto dalla scheda numero 1 è stato
raggiunto. Il compito del coordinamento del progetto è quello di monitorare costantemente
le attività svolte in questo senso e partecipare a riunioni e convegni.

                                                                                            19
Misura 2 – Sostegno precoce a famiglie vulnerabili

Numerose ricerche dimostrano come un sostegno precoce e duraturo, già dai primi anni di
vita, sia fondamentale per consentire ai bambini di apprendere e di sviluppare competenze
e favorire il processo di inclusione sociale. Il ruolo di famigliari e professionisti dell’infanzia
è quello di accompagnare lo sviluppo del bambino e di predisporre contesti di
apprendimento e di esperienze quotidiane adeguate. In questo ambito, un’attenzione
particolare va riservata ai momenti di transizione, intesi come cambiamenti delicati per il
bambino poiché implicano il confronto con il gruppo di pari, con altri adulti e una cultura
educativa extra-famigliare (si pensi ai passaggi dalla famiglia al nido o ad altri servizi per
l’infanzia, alla scuola dell’infanzia, alla scuola elementare). Per la buona riuscita di questi
processi è determinante trovare forme di collaborazione e co-responsabilità educative tra
le varie figure di riferimento famigliari e istituzionali. Tutti gli attori sono partecipi a questo
processo: occorre infatti promuovere una cultura territoriale tra i professionisti affinché si
possa realmente creare una collaborazione strutturale con le famiglie, incentrata sullo
sviluppo identitario del bambino e sulla co-costruzione di una cultura dell’infanzia inclusiva.

No. 2
FAMIGLIA                        Sostegno precoce a famiglie vulnerabili

Tipologia di prevenzione: Mirata              Efficacia
Destinatari della misura: Minorenni, famiglie Buona – molto promettente (programmi 1,
Priorità: Alta                                3, 4, 16 Manuale Eisner)
                                              Criteri 6, 7 e 8 (Guida Fabian)

Obiettivo            Attraverso delle proposte di accompagnamento educativo e formative
                     di comprovata qualità si rafforzano le competenze dei genitori e quelle
                     del bambino.

Attività                 1. Organizzare un progetto di intervento precoce a domicilio a
                            sostegno di 30 famiglie vulnerabili con bambini tra 0-3 anni
                         2. Organizzare una proposta di accompagnamento educativo e
                            terapeutico sostenuto (almeno 3 volte a settimana) per 30
                            famiglie con figli minorenni
                         3. Organizzare una proposta di sostegno con gruppi di genitori,
                            20 famiglie con figli minorenni suddivise tra Sopraceneri e
                            Sottoceneri.

Attività 1 Organizzare un progetto di intervento precoce a domicilio a sostegno di famiglie
vulnerabili
“Parents as Teachers” (PAT), tradotto in italiano con “imparo con i genitori“ è un progetto
di intervento precoce a domicilio a sostegno di famiglie vulnerabili. Il Cantone ha dato
mandato all’Associazione Progetto Genitori di avviare un progetto pilota per sviluppare il
programma PAT. Nel 2016 il progetto si è concentrato sulle regioni del Bellinzonese e
Malcantone-Vedeggio.

                                                                                                20
Nel concreto una consulente genitoriale formata si reca presso il domicilio delle famiglie,
due volte al mese per un’ora finché il bambino avrà compiuto 2 anni. Durante queste visite
a domicilio è possibile discutere di temi legati allo sviluppo, all’educazione e alla salute del
bambino. Attraverso il gioco, i genitori ricevono suggerimenti su come favorire lo sviluppo
del figlio. L’obiettivo è quello di rinforzare le competenze genitoriali in modo che queste
famiglie siano in grado di assumere il ruolo educativo e che i genitori siano in grado di
svolgere i relativi compiti. Inoltre, una volta al mese i genitori con il figlio partecipano ad un
incontro di gruppo. Questi incontri permettono di incontrare altre famiglie e condividere le
esperienze. In più i bambini socializzano giocando con altri bambini. L’obiettivo è quello di
far sentire i genitori più sicuri nell’educazione di un figlio, ricevere delle risposte alle
domande e facilitare i bambini al momento dell’entrata nel mondo scolastico.
La partecipazione al progetto avviene su base volontaria ed è gratuita. Ad oggi in totale 20
sono le famiglie che hanno iniziato il progetto e 19 sono quelle attive. Il progetto si
svilupperà sull’arco di 6 anni coinvolgendo 50 famiglie in situazione di vulnerabilità. Il
progetto PAT gode del sostegno finanziario del Cantone, della Fondazione Optimus e del
programma nazionale Lotta contro la povertà.
(Per maggiori informazioni: http://www.associazioneprogettogenitori.com/pat/)

Attività 2 Organizzare una proposta di accompagnamento educativo e terapeutico
sostenuto
Il progetto TIPÌ Resilienza ha permesso di organizzare una proposta di accompagnamento
educativo e terapeutico per famiglie con figli minorenni.
TIPÌ Resilienza è una piattaforma territoriale promossa da SUPSI – DEASS. Ha avuto
inizio a gennaio 2016 e terminerà a dicembre 2020.
Ad oggi le famiglie implicate sono 11 ed ha preso avvio la formazione dei coach e delle
équipe multidisciplinari.
Il 21 settembre 2018 si è tenuto il convegno “Villaggio educativo” il quale si inserisce
all’interno del progetto territoriali TIPÌ. Reti educative, rapporti tra famiglie, scuole e servizi
in un’ottica inclusiva a sostegno di un intervento precoce rappresenta una preziosa
occasione di incontro e scambio tra professionisti provenienti da diversi settori ma con lo
scopo di accompagnare il minore nella sua crescita. La giornata aveva quale obiettivo di
promuovere una riflessione su approcci e modalità di lavoro innovative per attivare una
proficua collaborazione con le famiglie e la rete attraverso il riconoscimento e la
valorizzazione delle competenze genitoriali in un’ottica di complementarietà tra il sapere
delle famiglie e quello dei professionisti.

Attività 3 Organizzare una proposta di sostegno con gruppi di genitori
Il servizio di Sostegno e Accompagnamento Educativo (SAE), è un servizio nato nel 2000
e gestito dalla fondazione Vanoni. È sussidiato dal DSS e offre alle famiglie e ai minori che
stanno vivendo una situazione di difficoltà, un accompagnamento professionale e
personalizzato al loro domicilio. Lo scopo è aiutare la famiglia a svolgere la funzione
educativa, consentendo ai minori di crescere nella loro rete naturale di appartenenza. Il
SAE offre sostegno ai genitori e ai minori che vivono delle difficoltà educative e/o
relazionali; accompagnamento ai genitori nello svolgimento della loro funzione parentale;
accompagnamento ai minori nel lor percorso di sviluppo personale; mediazione tra genitori
e figli; riattivazione e valorizzazione delle risorse dei genitori e dei minori.
Il SAE ha messo in atto un consolidamento delle relazioni con il progetto PAT , il TIPÌ, il
Forum genitorialità, la cooperativa Baobab e la Cellula di intervento.

                                                                                                21
Le seguenti tabelle riportano i dati del 2016 e del 2017, riassumendo il numero di famiglie
e minori seguiti:

2016      Situazioni         Segnalazioni     Interventi      Interventi         Interventi
          seguite                             iniziati        terminati          attivi

          Min       Fam      Min    Fam       Min    Fam      Min     Fam        Min    Fam
Sotto      249               143              82              74                 165
Ceneri                                                                      48
          138                73               47                                 90
Sopra      175                113             68               54                141
Ceneri                                                                      31
          66                 66               38                                 75
Totale    424       204      256     139      150     85      128      79        306     165

2017      Situazioni         Segnalazioni     Interventi      Interventi         Interventi
          seguite                             iniziati        terminati          attivi

          Minori    Fam      Min    Fam       Min    Fam      Min     Fam        Min    Fam
Sotto      235               118              71              79                 156
Ceneri                                                                      45
          127                60               38                                 82
Sopra      219                94              78               77                142
Ceneri                                                                      43
          118                51               43                                 75
Totale    454       245      212     111      149     81      156      88        298     157

(Per maggiori informazioni: https://www.serviziosae.ch/)

Altre attività
La Fondazione Protezione dell’Infanzia Svizzera (Kinderschutz Schweiz) lancia a livello
nazionale il progetto CompAct, che si prefigge di promuovere le competenze sociali dei
bambini dai 3 agli 8 anni e di consolidare le competenze dei genitori in ambito educativo. I
contenuti del progetto si basano su esperienze pratiche, sono costruttivi e orientati alle
soluzioni e vengono trasmessi con l’aiuto di illustrazioni cartonate e di materiale
pedagogico adatti alle strutture di custodia complementari alla famiglia, alle scuole
dell’infanzia o elementari, ai docenti di sostegno pedagogico e, laddove presenti, agli
operatori sociali attivi nelle scuole.
È importante che i bambini imparino sin dai primi anni di vita a confrontarsi in modo
adeguato con i loro interessi, bisogni ed emozioni, e con quelli degli altri. Nel contempo è
necessario che i genitori vengano sensibilizzati sui principi dell’educazione autorevole e
non violenta, poiché mediante le loro pratiche educative contribuiscono in maniera
determinante al consolidamento delle competenze sociali dei loro figli.
La Fondazione Protezione dell’Infanzia Svizzera desidera dare un proprio contributo
affinché la vita quotidiana nelle istituzioni pedagogiche e nelle famiglie sostenga e
favorisca al meglio lo sviluppo dei bambini. A tale scopo, la Fondazione lancia il progetto
CompAct in collaborazione con la Fondazione della Svizzera italiana per l’Aiuto, il
Sostegno e la Protezione dell’Infanzia (ASPI). Il progetto è stato ideato per i professionisti
attivi in ambito pedagogico nelle strutture di custodia complementari alla famiglia, nelle
                                                                                               22
scuole dell’infanzia ed elementari, per i docenti di sostegno pedagogico e, laddove
presenti, per gli operatori sociali attivi nelle scuole che desiderano aiutare i bambini dai 3
agli 8 anni e i loro genitori a consolidare le loro competenze.

Il materiale è utilizzabile in vari contesti, basato su esperienze pratiche e orientato alle
soluzioni.
Con l’aiuto di illustrazioni e di brevi testi, i bambini si avvicinano in maniera ludica alle
regole indispensabili per una convivenza piacevole e pacifica. Partendo dalla
rappresentazione di situazioni di vita quotidiana con bambini dai 3 agli 8 anni, i genitori
vengono sensibilizzati sui principi della comunicazione positiva che favorisca lo sviluppo. Il
materiale può essere usato sia per le attività di gruppo che per gli incontri individuali.
(Per approfondimenti: https://www.kinderschutz.ch/it/compact.html)

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Misura 3 – Miglioramento della rete della protezione dei minorenni

Negli ultimi anni la rete dei servizi e delle strutture della protezione dei minorenni e del
sostegno alle famiglie è stata potenziata e diversificata. Il settore sociale è sempre più
sollecitato ad intervenire a protezione dei minorenni in situazioni di assenza di custodia
genitoriale; inadeguatezza famigliare; maltrattamento o violenza famigliare; comportamenti
a rischio dei minorenni stessi.

No. 3
FAMIGLIA             Miglioramento della rete della protezione dei minorenni

Tipologia di prevenzione: Mirata              Efficacia
Destinatari della misura: Minorenni, famiglie Promettente       (Programmi     17,   Manuele
Priorità: Alta                                Eisner)

Obiettivo           La rete di protezione dei minorenni in Ticino, in accordo con la
                    pianificazione riconosciuta dalla Confederazione, necessita di alcuni
                    complementi per essere più completa ed efficace e garantire così
                    delle migliori opportunità di inclusione ai minorenni residenti e, di
                    riflesso, alle loro famiglie. L’obiettivo è di poter offrire una protezione
                    adeguata a tutti i minorenni del Cantone Ticino.

Attività               1. Monitoraggio e calibratura domanda/offerta di posti di
                           protezione
                       2. Perfezionare le procedure di ammissione e dimissione nei
                           CEM e nelle famiglie affidatarie.
                       3. Migliorare la formazione del personale delle strutture
                           d’accoglienza extrascolastica.
                       4. Definizione articolata del concetto di protezione diurna per
                           l’infanzia
                       5. Costruzione di una casa di appartamenti protetti di transizione
                           mamma/bambino.
                       6. Implementazione del modello di Programma operativo
                           individualizzato
                       7. Generalizzazione dell’applicativo informatico nei CEM
                       8. Implementazione del nuovo sistema di vigilanza nei CEM.
                       9. Rinforzo nei CEM di progetti di coinvolgimento delle famiglie
                       10. Potenziare il sostegno socio-terapeutico e occupazionale nei
                           CEM e in postcura
                       11. Consolidare il progetto di prese a carico combinate semi-
                           residenziali
                       12. Creazione di una rete di consulenza e accoglienza d’urgenza
                           nei CEM
                       13. Perfezionamento delle unità scolastiche differenziate USD nei
                           CEM Vanoni e Von Mentlen

                                                                                             24
14. Trasformazione in CEM del centro La Masseria a Camorino
                        15. Realizzazione del progetto per il nuovo CEM Vanoni
                        16. Creazione di un Centro educativo chiuso per minorenni
                            (CECM), in relazione alle decisioni del Consiglio di Stato
                        17. Ridefinizione del concetto di presa a carico dei richiedenti
                            l’asilo minorenni non accompagnati con la CRS
                        18. Riconoscimento CEM Lo Stralisco a Malvaglia
                        19. Potenziamento del progetto ADOC della Fondazione Amilcare
                        20. Creare uno Spazio ADO diurno nel Sopraceneri
                        21. Potenziare il Servizio d’accompagnamento educativo SAE
                        22. Valutare la creazione di un’équipe d’intervento multidisciplinare
                            per casi complessi e urgenti
                        23. Confermare il potenziamento del settore delle famiglie
                            affidatarie
                        24. Creare una sottosede per i punti d’incontro nel Mendrisiotto e
                            istituire una sede esterna a Casa S. Elisabetta nel Luganese

Attività 1 – Monitoraggio e calibratura domanda/offerta di posti di protezione
La Commissione di Esame per gli Affidi presso Terzi (CEAT) è composta dai capi équipe
dell’Ufficio dell’aiuto e della protezione (UAP), dai rappresentanti del Servizio medico
psicologico (SMP) e da un’operatrice sociale per l’Ufficio del sostegno a enti e attività per
le famiglie e i giovani (UFaG). La Commissione si riunisce ogni 2 settimane e si occupa di
raccogliere i progetti educativi redatti dagli assistenti sociali, i quali propongono un Centro
educativo per minorenni (CEM) in base alla necessità del minore. In seguito, il CEAT
valuta la pertinenza e completezza del Progetto Educativo e attribuisce un posto al
ragazzo in funzione della disponibilità di posti e del grado di urgenza. La disponibilità del
posto ha durata di un mese, l’assistente sociale ha tempo dunque di costruire l’adesione
del ragazzo, senza la pressione di perdere il posto. Anche il CEM valuta se il minore può
essere sostenuto, considerando anche la tutela del gruppo.

Attività 2 – Perfezionare le procedure di ammissione dimissione nei CEM e nelle famiglie
affidatarie
Ogni CEM dispone di una carta dei servizi e di un concetto pedagogico nel quale viene
descritta una procedura di ammissione e di dimissione. L’UFaG promuove
l’aggiornamento del concetto pedagogico e delle procedure di ammissione affinché queste
siano coerenti con gli standards del quality for children (Q4C) – progressione
dell’inserimento in CEM, coinvolgimento e condivisione con le famiglie e il minore,
condivisione trasparente delle informazioni. La procedura di ammissione in CEM è oggetto
di analisi ad ogni vigilanza dell’UFaG. Il CEAT può concordare delle modalità di
collaborazione particolari con i CEM in modo da facilitare la fase di ammissione (ad
esempio consultare il direttore prima di deliberare i casi).

Attività 3 – Migliorare la formazione del personale delle strutture d’accoglienza
extrascolastica
Ha preso avvio il progetto TIPÌ, il quale si occupa della modalità di transizione e di
accoglienza dei bambini nei nidi. Nel progetto c’è lo specifico di resilienza che riguarda i
bambini appartenenti a un contesto famigliare fragilizzato. L’obiettivo è quello di accogliere
i bambini e svolgere un lavoro di rete partecipativo e di coinvolgimento della famiglia per
evitare il collocamento. TIPÌ resilienza ha avuto luogo ma l’esito non è stato positivo. Non

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