STATI GENERALI, ECCO COSA CHIEDE IL MONDO AGRICOLO. BELLANOVA: NON C'E' SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA - Agricolae

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STATI GENERALI, ECCO COSA CHIEDE IL MONDO AGRICOLO. BELLANOVA: NON C'E' SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA - Agricolae
STATI GENERALI, ECCO COSA
CHIEDE IL MONDO AGRICOLO.
BELLANOVA: NON C’E’ SVILUPPO
SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA
                              Svolti a Roma, presso Villa
                              Pamphili, gli Stati Generali sul
                              settore Primario. Primario per
                              definizione       nel     corso
                              dell’emergenza Covid in quanto
                              bene di prima necessità. Il
                              presidente di Confagricoltura
                              Massimiliano Giansanti ribadisce
                              l’esigenza di diminuirl’Iva e il
Cuneo Fiscale per far ripartire il sistema economico Italia
attraverso un “patto” nazionale. Dino Scanavino, Cia, esprime
l’urgenza di rimettere al centro della ripartenza il settore
Agricolo, appunto ‘primario’. Punta sulla sburocratizzazione e
sulla necessità di incrementare l’export l’Alleanza delle
cooperative italiane mentre la Copagri parla di un piano di
strategia nazionale. La Coldiretti sottolinea il ruolo
dell’agricoltura per il paese sotto tutti i punti di vista, a
partire da quello dell’occupazione. Infine Confeuro insiste
sulla semplificazione e sul biologico.

Qui di seguito gli interventi.

STATI GENERALI, BELLANOVA: NON C’E’ SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA
AGRICOLTURA

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 16:49
STATI GENERALI, ECCO COSA CHIEDE IL MONDO AGRICOLO. BELLANOVA: NON C'E' SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA - Agricolae
Non c’è sviluppo sostenibile
                             senza   agricoltura. Filiera
                             alimentare strategica per il
                             rilancio del Paese

Potenziamento delle imprese e delle filiere; lotta al dissesto
idrogeologico e tutela di risorse come suolo, acqua, foreste;
tracciabilità e trasparenza sull’origine dei cibi; promozione
internazionale; sostenibilità integrale e sicurezza nei
controlli: sono gli obiettivi della Strategia nazionale per il
sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e
dell’acquacoltura ricompresa nel Masterplan “Progettiamo il
rilancio” in forma di schede e risorse aggiuntive da impegnare
(circa 4 miliardi) che stamattina a Villa Pamphilij la
Ministra Teresa Bellanova ha preannunciato, dando appuntamento
per l’illustrazione puntuale a un successivo momento di
confronto nei prossimi giorni al Ministero.

“Raccolgo con grande interesse i punti qualificanti e le
proposte emersi nella discussione odierna”, ha esordito
Bellanova chiudendo, insieme al Ministro Patuanelli, la
mattinata di incontro con le rappresentanze del settore
agricolo e alimentare aperta dal Presidente Conte e che nel
tardo pomeriggio si concluderà con l’ascolto del mondo della
pesca. “E muovo da una constatazione indispensabile, in questi
mesi ribadita più volte. La Filiera della vita va ripagata
dell’enorme impegno messo in campo in questi mesi per
garantire un bene essenziale come il cibo e consentire a noi
tutti la salvaguardia di abitudini e consuetudini alimentari.
Se è vero che non ha mai smesso di lavorare, molti settori
sono comunque in forte crisi per il blocco del canale horeca e
il forte rallentamento dell’export. E’ necessario soppesare
con attenzione come l’emergenza si sia riverberata su segmenti
STATI GENERALI, ECCO COSA CHIEDE IL MONDO AGRICOLO. BELLANOVA: NON C'E' SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA - Agricolae
di eccellenza, per fronteggiare le difficoltà e garantire il
riposizionamento adeguato”.

“Lo avevamo detto presentando le Linee programmatiche del
nostro ministero nell’ottobre scorso: agricoltura, pesca e
agroalimentare al centro dell’agenda politica e sociale del
paese. Non abbiamo dunque dovuto aspettare, fortunatamente, la
drammatica emergenza – prima sanitaria, adesso anche
produttiva, economica e sociale – del Covid-19 per avere ben
chiare centralità e strategicità di questa filiera per il
nostro paese e per l’interesse nazionale”, ha proseguito
Bellanova, sottolineando: “Adesso non si tratta solo di
rispondere alla forte emergenza in atto ma di costruire una
visione di Paese per i prossimi anni e anche per questo è
opportuno, soprattutto nell’interlocuzione con l’Europa, che
il sistema-paese, dunque anche i differenti segmenti economici
e produttivi, parlino un’unica lingua”.

Quanto alle proposte su sburocratizzazione e semplificazione
emerse al Tavolo, “molto è già presente nel Decreto
Semplificazione”, ha ribadito la Ministra, “e registro come
alcune importanti priorità indicate siano quelle che già da
tempo ci vedono al lavoro. Per questo mi auguro che
produzione, trasformazione, distribuzione non disperdano
l’esperienza di questi mesi. La Filiera della vita, come l’ho
definita, è una sola, ogni segmento è fortemente concatenato
all’altro. E se sostenibilità sarà sempre più parola chiave,
deve essere allo stesso tempo sociale, ambientale, economica.
Voi oggi avete richiamato il tema delle aree interne, della
banda larga, dell’agricoltura di precisione, del sostegno alle
filiere, dell’acqua. Temi rilevantissimi, già presenti nel
Masterplan. L’Italia può giocare da protagonista la partita
del Green Deal europeo, esserne uno dei veri motori di
proposte.
E’ questa la condizione imprescindibile perché agricoltura,
pesca, agroalimentare si affermino come settori del futuro,
continuando ad attrarre, come accaduto finora, le nuove
STATI GENERALI, ECCO COSA CHIEDE IL MONDO AGRICOLO. BELLANOVA: NON C'E' SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA - Agricolae
generazioni con performance importanti, siglando il patto
necessario tra sostenibilità, ricerca, innovazione, qualità,
legalità e tutela del lavoro. Il futuro del sistema paese, il
vero rilancio, passa da qui”.

STATI GENERALI, GIANSANTI: RIDUZIONE IVA E CUNEO FISCALE PER
RILANCIARE I CONSUMI. UN PATTO PER IL SISTEMA ITALIA

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 13:17

“La ripresa economica richiede un immediato intervento per
stimolare la domanda. Ho proposto al governo una riduzione
delle aliquote IVA sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale
sul lavoro allo scopo di rilanciare i consumi”.

Lo ha dichiarato stamani il presidente di Confagricoltura,
Massimiliano Giansanti, alla riunione degli Stati Generali
dell’Economia a Villa Pamphilj a Roma, dedicata al settore
agroalimentare.

“Siamo pronti a scrivere insieme un Patto per il Sistema
Italia – prosegue Giansanti – Le risorse messe a disposizione
dall’Europa sono fondamentali per avviare un profondo
cambiamento dell’economia in chiave di competitività, ma in
questo momento servono anche interventi mirati”.

“Per tornare a crescere, rilanciare la produttività che
ristagna da oltre un decennio, occorre migliorare le
infrastrutture, diffondere la digitalizzazione e le
innovazioni tecnologiche, valorizzare la ricerca e la
formazione come fattori chiave per lo sviluppo”.

“La semplificazione burocratica merita una sottolineatura a
parte. In un Paese che vuole essere all’avanguardia, i ritardi
nella stesura di un decreto attuativo o di una circolare
ministeriale bloccano l’erogazione di provvedimenti attesi da
migliaia di cittadini e imprese in difficoltà. Ci auguriamo
che il decreto sulla semplificazione annunciato dal governo
consenta di fare reali e sostanziali passi in avanti verso
l’efficienza amministrativa a tutti i livelli”.

“Per quanto riguarda il settore agroalimentare – sottolinea il
presidente di Confagricoltura – l’emergenza sanitaria ha
indicato che l’Italia e l’Europa devono accrescere la
sovranità alimentare: il 10% in più di produzione lorda
vendibile dell’agricoltura significherebbe una maggiore
produzione di 20 miliardi ed esportazioni agroalimentari che
possono crescere di 15 miliardi. Una svolta in chiave
competitiva per il nostro settore, che necessita anche di
accordi internazionali in grado di tutelare e valorizzare il
Made in Italy”.

“La   filiera   agroalimentare   può   dare   un   significativo
contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto
il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica –
conclude Giansanti – Per questo ribadiamo la necessità di un
progetto di strategia da costruire insieme al premier Conte e
i ministri competenti”.

STATI GENERALI, CIA: AGRICOLTURA SIA AL CENTRO DEL RILANCIO

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 11:50

L’emergenza Covid-19 ha mostrato con tutta evidenza come il
settore agricolo non sia residuale nel contesto socio-
economico italiano, ma rappresenti il motore dello sviluppo e
della crescita del Paese. Ha garantito l’approvvigionamento di
beni alimentari durante il lockdown; ora, rientri, quindi a
pieno titolo nel piano di rilancio economico dell’Italia. Così
il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino
Scanavino ricevuto dal premier Conte nell’incontro agli Stati
generali di Villa Pamphili.

Per Cia, infatti, la straordinarietà della crisi causata dalla
pandemia, non consente un approccio ordinario, mentre è
necessario che le istituzioni e la politica, superino
rivendicazioni e opportunismi per dare forma credibile a un
progetto più ampio che consideri l’agricoltura centrale e
avanzi secondo una visione chiara e di lungo periodo.

Gli Stati generali, sostiene Cia, devono far proprio
quest’impegno anche per confermare al settore agroalimentare
che oggi vale 205 miliardi, di essere sulla stessa lunghezza
d’onda, comprendendo gli sforzi sostenuti negli ultimi mesi
per far fronte a perdite e difficoltà e riconoscendo
l’opportunità di una ricostruzione, mai avvenuta dal
dopoguerra a oggi.

“Sono due le strade principali da percorrere in parallelo -è
intervenuto all’incontro, il presidente nazionale di Cia, Dino
Scanavino-. Quella europea che deve vedere l’Italia ben
posizionata nel contesto delle politiche comunitarie, definite
dal Green New Deal e con le strategie Farm to Fork,
Biodiversity e Next Generation Eu. Non è una sfida tutta
agricola e ambientale. La transizione a un nuovo sistema
agroalimentare europeo più digitale e verde, infatti, chiama
alla sfida per la sostenibilità, l’intera programmazione del
rilancio dell’Italia”.

“L’altra strada -ha poi aggiunto Scanavino- è quella tutta
italiana di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo e al
rafforzamento dei sistemi produttivi territoriali. Il concetto
di filiera non può, infatti, esaurire in sé il modello
produttivo agricolo italiano, perché l’agricoltura del nostro
Paese si compone di tante agricolture, molto diverse per
dimensioni economiche e di superficie, per strategie
commerciali e forme di conduzione aziendale. Ed è proprio il
segmento delle piccole e medie imprese che rappresenta la
parte più dinamica del nostro Paese e sul quale puntare con
investimenti adeguati”.

 “Così come -ha chiarito Scanavino- il ruolo dell’agricoltura
si evolve oggi in molte direzioni, non solo quella produttiva
che resta evidentemente centrale, ma in quello di protagonista
nello sviluppo economico e sociale dei territori rurali”.

“’Il Paese che Vogliamo’ -ha precisato Scanavino, citando il
progetto di Cia sulle aree interne- vuole un cambio di rotta,
con una strategia di sistema condivisa tra tutte le forze e
risorse socio-economiche, espressione dei territori italiani.
L’agricoltura può fare da perno dello sviluppo integrato di
altri settori economici e produttivi in un’ottica di sistemi
interconnessi, in grado di costruire percorsi di
efficientamento produttivo sostenibile”.

“Cia-Agricoltori Italiani -ha concluso il suo presidente
nazionale, Dino Scanavino- si candida a esserne il promotore
attivo nei territori, tra Enti e Istituti locali, imprese,
società e mondo della ricerca. La ripartenza, su cui lavorare,
passa per più adeguate politiche di governo del territorio,
ammodernamento infrastrutturale, strategie di ‘conversione
ambientale’ per una gestione sostenibile di suolo e fauna
selvatica. Serve lo sviluppo di un nuovo paradigma tecnologico
per l’agricoltura e di ‘reti d’impresa territoriali’ che
possano puntare non solo sulla valorizzazione delle tipicità
agricole e alimentari, ma anche su un piano di investimenti
sul ‘turismo esperienziale’ che contempli gli agriturismi.
Infine, occorrono filiere sempre più solide di qualità
certificata, per rendere più forte il Made in Italy nel
mondo”.

STATI GENERALI, ALLEANZA COOPERATIVE: SBUROCRATIZZAZIONE,
INNOVAZIONE E AUMENTO DELL’EXPORT LE PRINCIPALI RICHIESTE
DELLE COOPERATIVE AGROALIMENTARI

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 11:18
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zione dei tempi per l’erogazione delle risorse, procedure
semplificate e più snelle, una maggiore flessibilità che
consenta di alleggerire il carico burocratico per le imprese.
Sono queste alcune delle principali richieste che l’Alleanza
delle Cooperative agroalimentari ha presentato oggi al Governo
nel corso degli Stati Generali e che potrebbero consentire
alle cooperative agroalimentari, che detengono un quarto del
fatturato del comparto, di gestire al meglio la situazione di
crisi causata dal Covid19.

Rispetto invece allo sviluppo a medio-lungo termine
dell’agroalimentare, l’Alleanza ha sottolineato la necessità
di recuperare il gap di competitività che ancora pesa su una
parte delle nostre imprese. “Dobbiamo crescere, farci
conoscere ed apprezzare ed aumentare le nostre esportazioni –
ha dichiarato il presidente di Alleanza Cooperative
Agroalimentari Giorgio Mercuri. “Per far questo occorre una
grande opera di innovazione del sistema agroalimentare
italiano, che dovrà passare necessariamente attraverso le
infrastrutture, fisiche e digitali”.
“Non possiamo immaginare uno sviluppo del comparto se non
verranno realizzati quegli interventi infrastrutturali che il
mondo agricolo aspetta da anni. L’Italia, secondo quanto è
emerso da un recente studio di Nomisma, è all’undicesimo posto
tra i paesi dell’Unione europea per autostrade, aeroporti e
reti ferroviarie, con una intensità di infrastrutture che è
meno della metà rispetto ai Paesi Bassi, primi in classifica.
Quanto all’utilizzo di internet, è purtroppo ancora poco
diffuso nel Sud e nelle isole. Ci sono aziende – ha ricordato
il presidente Mercuri – che operano in zone del Paese in cui
non arriva la fibra. Dobbiamo necessariamente recuperare il
gap di infrastrutture materiali e immateriali per rendere
competitive tutte le aziende, attraverso l’introduzione su
vasta scala di tecnologie di nuova generazione e di reti
innovative e con processi di sistema innovativi di Agricoltura
4.0 come la Blockchain”.

Innovazione ed ammodernamento: sono questi dunque i due grandi
pilastri attraverso cui potremo raggiungere anche un terzo
importante traguardo, quello della crescita del nostro export
agroalimentare, che raggiunge tuttora solo in minima parte i
mercati più distanti. L’obiettivo è anche qui quello di
“puntare ad un riposizionamento nel mercato interno ed
internazionale di quella parte di Italia che oggi è esclusa
perché non riesce a movimentare e ad esportare le proprie
produzioni”.

L’Alleanza ha inoltre evidenziato la necessità del comparto di
aumentare in futuro la propria capacità produttiva, dal
momento che siamo deficitari di materia prima in diversi
settori, con l’eccezione di vino, formaggi ed ortofrutta: “se
la filiera agroalimentare è riuscita a garantire cibo sugli
scaffali durante tutta l’emergenza Covid19, dobbiamo
attrezzarci ulteriormente perché potremmo non riuscire a
fronteggiare un’altra improvvisa crisi pandemica”.

Tra le altre istanze avanzate agli Stati Generali
dall’Alleanza, che è stata rappresentata oggi anche da
Cristian Maretti, “la necessità di proseguire spediti sul
percorso di una produzione agroalimentare sempre più
sostenibile, in linea con quanto previsto nel piano del Green
Deal europeo voluto dalla Commissione Europea e di continuare
a lavorare in sede nazionale e comunitaria per garantire
misure di reciprocità negli scambi commerciali con i Paesi
terzi”.

Necessario infine un maggiore stanziamento di fondi nazionali
destinati all’innovazione e alla ricerca e un’azione che miri
a ridurre i costi di produzione, soprattutto nella parte
fiscale e contributiva, per consentire alle nostre imprese
agricole e agroalimentari di poter competere alla pari con
quelle che operano nei principali paesi competitor.

COPAGRI: STATI GENERALI, LINEE STRATEGICHE MASTERPLAN GOVERNO
SONO RILEVANTI PER COMPETITIVITÀ AGRICOLTURA

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 11:07

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teresse ai contenuti del ‘masterplan’ del Governo, del quale
condividiamo le linee strategiche, che devono partire
necessariamente dalla semplificazione, dal rilancio delle
infrastrutture e dagli incentivi per gli investimenti, tutte
aree di intervento delle quali abbiamo più volte evidenziato
la rilevanza per la competitività dell’agricoltura. Attendiamo
di conoscere se e come questi aspetti si integreranno con i
contenuti del cosiddetto ‘Piano Colao’, nel quale nonostante
non figurino approfondimenti sull’agricoltura sono presenti
molti aspetti che riguardano indirettamente il primario”. Lo
ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina
intervenendo agli Stati Generali in corso a Villa Pamphilj,
organizzati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e
dedicati al tema “Progettiamo il Rilancio”.

“In tema di competitività dell’agricoltura, oltre a proseguire
sulla strada degli interventi da attuare nel breve-medio
periodo per dare ossigeno ai produttori, bisogna ragionare sul
lungo periodo, puntando a una vera e propria ristrutturazione
del settore. Nel     percorrere tale     strada, chiediamo
all’Esecutivo di      dare priorità:     alla sempre più
improcrastinabile e auspicata semplificazione burocratica;
alla rinegoziazione del debito, con particolare riferimento a
mutui e altri finanziamenti; alle agevolazioni contributive,
estendendo a tutti i datori di lavoro agricolo quelle
riconosciute nelle zone particolarmente svantaggiate o
montane; al credito agricolo, rafforzando il positivo
strumento della cambiale agraria; agli incentivi ambientali,
estendendo il ‘Bonus verde’ a tutto il 2021 e il ‘Superbonus’
agli agriturismi; alla promozione dell’agroalimentare e al
sostegno alle filiere, partendo dai settori più colpiti,
ovvero il florovivaismo, la zootecnia da carne e da latte, gli
agriturismi, il suinicolo, il bovino da carne e da latte, e
l’ortofrutticolo”, ha spiegato Verrascina.

Ad ascoltare le richieste delle organizzazioni agricole, oltre
al Premier, erano presenti i ministri delle Politiche Agricole
Teresa Bellanova, dello sviluppo Economico Stefano Patuanelli
e dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.

“Il primario del Paese non può permettersi di perdere
l’opportunità di rilancio rappresentata dall’odierno
confronto; voglio ricordare, infatti, che l’agroalimentare
nazionale, che nel 2019 ha esportato prodotti per un valore di
circa 45 miliardi di euro, vale quasi il 14% del PIL, pari a
circa 219 miliardi di euro, e che in ragione di tali rilevanti
cifre la sua salvaguardia e valorizzazione devono essere posti
come prioritari nell’ambito dell’azione di governo”, ha fatto
notare il presidente della Copagri.

“Tale significativo apporto all’economia del Paese rischia di
essere messo a rischio dalle ripercussioni dell’emergenza
Coronavirus, che non ha fatto altro che aggravare la
situazione del primario e che nel 2020 produrrà
sull’agroalimentare un calo stimato del 10% in valore, pari a
circa 24 miliardi di euro, a causa del blocco delle
esportazioni, della chiusura pressoché totale del canale
HoReCa e dei cambiamenti nelle abitudini di consumo”, ha
concluso Verrascina

STATI GENERALI: COLDIRETTI, NEI CAMPI ITALIANI UN CRACK DA
12,3 MLD

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 10:31

L’emergenza Covid-19 ha provocato perdite stimate in 12,3
miliardi di euro al settore agricolo nazionale nel 2020 per
effetto del taglio alle esportazioni, delle difficoltà e
chiusure di bar e ristoranti, del crollo dei flussi turistici
e della pesante contrazione delle quotazioni alla produzione
per taluni prodotti in controtendenza rispetto all’aumento dei
prezzi al dettaglio per effetto di distorsioni e speculazioni
che vanno fermate. E’ quanto ha affermato il Presidente della
Coldiretti Ettore Prandini in occasione della convocazione del
presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati
Generali.

Da quando è iniziata la pandemia in Italia – ha precisato
Prandini – il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha
registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che
varia da settore a settore, dall’allevamento al vino,
dall’ortofrutta all’olio, dai fiori alle piante senza
dimenticare la pesca e l’agriturismo che ha azzerato le
presenze.

L’allarme globale provocato dal Coronavirus – ha sottolineato
il Presidente della Coldiretti –      ha fatto emergere una
maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del
cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne
sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è
necessario intervenire con un piano nazionale di interventi
per difendere la sovranità alimentare e non dipendere
dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento
di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali.

In gioco c’è una filiera allargata che in Italia dai campi
agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di
occupati con l’Italia che nonostante una storica
sottovalutazione può ancora contare – ha precisato Prandini –
su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello
comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai
primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal
vino a molti prodotti ortofrutticoli ma anche per la
leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi.
Nonostante questo – ha denunciato il presidente della
Coldiretti – l’agricoltura italiana è la meno sostenuta tra
quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla
classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da
Germania e Spagna. E la situazione potrebbe peggiorare – ha
continuato Prandini – considerata l’inaccettabile intenzione
dell’Unione Europea di tagliare di crica 34 miliardi il budget
agricolo attuale destinato alla Politica Agricola comunitaria
(PAC). Serve – conclude Prandini – un nuovo protagonismo
dell’Italia in Europa anche per quanto riguarda la gestione
delle risorse economiche destinate all’agricoltura che è una
eccellenza del Paese determinante per la competitività.

STATI GENERALI: COLDIRETTI, 1 MLD DI CIBO MADE IN ITALY PER I
POVERI

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 10:31

Acquistare un miliardo di euro di cibo 100% Made in Italy da
destinare alle famiglie povere e mense pubbliche, per far
fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza
sociale senza precedenti e, allo stesso tempo, dare ossigeno
al sistema agroalimentare tricolore colpito dalle difficoltà
delle esportazioni e della ristorazione. E’ la proposta
lanciata dal Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in
occasione della convocazione del presidente del Consiglio
Giuseppe Conte per gli Stati Generali.

La pandemia coronavirus negli ultimi mesi – ha ricordato
Prandini – ha fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri
che nel 2020 hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per
effetto della crisi economica e sociale provocata
dall’emergenza e dalla conseguente perdita di opportunità di
lavoro. Da qui la proposta di aumentare ad un miliardo di euro
la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato agli
indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made
in Italy, a cominciare dalle eccellenze come Parmigiano
Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma o Prosciutto di
San Daniele ma anche olio extravergine ottenuto da olive
italiane, vino Made in Italy e frutta e verdura.

Un obiettivo da estendere anche alla ristorazione pubblica con
– ha aggiunto Prandini – un grande piano di acquisti di
prodotti Made in Italy per le mense di scuole, ospedali e
caserme ma anche un credito di imposta a favore della
ristorazione privata che garantisce la provenienza nazionale
dei cibi serviti, con un impatto positivo non solo sulla
salute e sulla sicurezza alimentare ma anche sull’intero
Sistema Paese.

Proprio per favorire l’economia tricolore la Coldiretti ha
lanciato la prima mobilitazione #MangiaItaliano nei mercati,
nei ristoranti, negli agriturismi con il coinvolgimento di
numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello
spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e
della cultura, ma anche di industrie alimentari e
distribuzione commerciale che si sono impegnate a garantire
regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a
combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi
alle tavole. All’alleanza salva spesa promossa assieme a
Filiera Italia hanno aderito grandi gruppi come Conad, Coop,
Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga,
Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam,
Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè.

STATI GENERALI: COLDIRETTI, DALL’AGRICOLTURA 200MILA POSTI
LAVORO

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 10:30
L’esperienza dell’emergenza coronavirus ha dimostrato che con
una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura
nazionale può offrire agli italiani in difficoltà almeno
200mila posti di lavoro che oggi sono affidati necessariamente
a lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversano
le frontiere per poi tornare nel proprio Paese. E’ quanto ha
affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in
occasione della convocazione del presidente del Consiglio
Giuseppe Conte per gli Stati Generali.

Dopo essere stato snobbato per decenni si registra infatti –
sottolinea la Coldiretti – un crescente interesse degli
italiani per il lavoro nelle campagne anche per la situazione
di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Un
segnale positivo importante per il comparto che tuttavia –
precisa la Coldiretti – si scontra con la mancanza di
formazione e professionalità che è necessaria anche per le
attività agricole soprattutto per chi viene da esperienze
completamente diverse.

“Una opportunità che deve essere dunque accompagnata da un
piano per la formazione professionale e misure per la
semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro” ha
chiesto il presidente della Coldiretti nel sottolineare che
“la cancellazione per quest’anno dei versamenti contributivi
dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti nei settori
maggiormente colpiti rappresenta una boccata di ossigeno
indispensabile per sostenere competitività ed occupazione
nelle campagne. Ma serve anche una radicale semplificazione
del voucher “agricolo” – ha aggiunto Prandini – che possa
ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di
ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo
svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui
tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce piu’
deboli della popolazione sono in difficoltà.

In un momento difficile per l’economia – ha continuato
Prandini – dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto
della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta
l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza
sleale al Made in Italy. In tale ottica – ha precisato
Prandini – è positiva la storica apertura dell’Unione Europea
nella nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New
Deal all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato
membro a livello europeo ma l’Italia ha la responsabilità di
svolgere un ruolo di apripista in Europa completando le lacune
ancora presenti nella legislazione nazionale con l’estensione
dell’obbligo ai salumi. Sull’export va promosso un piano
straordinario di internazionalizzazione con la creazione di
nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le
produzioni 100% Made in Italy e per la stessa Italia, a
partire da quei paesi dai quali i flussi turistici sono
storicamente più consistenti.

Serve poi recuperare i ritardi strutturali e sbloccare tutte
le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e
Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via
marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di
snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una mancanza che
ogni anno – ha denunciato Prandini – rappresenta per il nostro
Paese un danno in termini di minor opportunità di export e una
“bolletta logistica” più pesante per la movimentazione delle
merci.

Ma insostenibili ritardi riguardano anche le infrastrutture
telematiche – ha continuato il presidente della Coldiretti -.
Occorre che la fibra e tutti i servizi connessi cessino di
essere uno slogan e siano portati nelle aree rurali nell’arco
di qualche mese e messi a disposizione degli imprenditori
agricoli per poter usufruire di tutta la tecnologia
dell’agricoltura 4.0 che andremo ad offrire loro.

Investire in tecnologie è fondamentale per il rilancio del
Paese in un’ottica di economia circolare, dal settore della
chimica verde alla valorizzazione di allevamenti e foreste per
la produzione di biometano e biogas, ma anche per affrontare
un’altra emergenza per le campagne italiane, il cambiamento
climatico che ogni anno presenta un conto di miliardi. Per lo
sviluppo sostenibile dell’Italia come Coldiretti – ha
ricordato Prandini – abbiamo ideato ed ingegnerizzato e poi
condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e
Prestiti la messa in cantiere di una rete di circa mille
laghetti nelle zone di media montagna da realizzare senza
cemento e da utilizzare per la raccolta dell’acqua da
distribuire in modo razionale in primis ai cittadini, quindi
all’industria e all’agricoltura. Un progetto che può e deve
essere sostenuto a livello nazionale e regionale, al pari del
piano per lo sviluppo della zootecnia al Sud con una linea
vitelli-vacche da latte e carne 100% Made in Italy che
porterebbe nuove opportunità occupazionali.

CONFEURO: STATI GENERALI, PUNTARE      SU   SEMPLIFICAZIONE   E
BIOLOGICO PER RILANCIO AGRICOLTURA

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 12:21

Senza una riforma fiscale all’insegna della semplificazione,
qualsiasi misura per il rilancio rischia di perdere efficacia
e di non giovare alle imprese agricole – dichiara Andrea
Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Agli Stati
Generali è giunto finalmente il momento di discutere di
agricoltura, un settore che come gli altri ha urgente bisogno
di una decisa opera di sburocratizzazione. La semplificazione
del fisco e degli altri adempimenti amministrativi sono
infatti una priorità trasversale della nostra economia. Si
tratta di un’azione ancora più indispensabile in questo
momento, per permettere alle aziende di uscire velocemente
dalla crisi e di esprimere appieno le loro potenzialità.

Occorre inoltre incentivare l’innovazione tecnologica – che
non può essere focalizzata in modo esclusivo sulla
digitalizzazione – e seguire un nuovo paradigma di sviluppo
che riporti al centro l’essere umano e la sua relazione con
l’ambiente – continua Tiso. L’unica strada che può percorre il
settore primario per tutelare il pianeta è quella
dell’agricoltura biologica, che deve diventare una vera e
propria leva di sviluppo del Paese, puntando senza esitazioni
sulla qualità delle nostre produzioni e su una tutela del
territorio in cui i coltivatori siano i primi garanti.

Se attraverso gli Stati Generali il Governo non è riuscito ad
assicurare una rappresentanza capillare alle forze
dell’agricoltura,    è comunque fondamentale che in questi
giorni vengano poste basi solide per un’agenda di rilancio da
discutere in Parlamento. Alla luce dell’andamento dei lavori,
siamo tuttavia preoccupati che i temi fondamentali della
semplificazione burocratica e dell’agricoltura verde non
vengano affrontati, mentre crediamo che dovrebbero essere
concretizzati in un progetto da presentare all’Unione europea.
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