STATI GENERALI, ECCO COSA CHIEDE IL MONDO AGRICOLO. BELLANOVA: NON C'E' SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA - Agricolae
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STATI GENERALI, ECCO COSA CHIEDE IL MONDO AGRICOLO. BELLANOVA: NON C’E’ SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA Svolti a Roma, presso Villa Pamphili, gli Stati Generali sul settore Primario. Primario per definizione nel corso dell’emergenza Covid in quanto bene di prima necessità. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ribadisce l’esigenza di diminuirl’Iva e il Cuneo Fiscale per far ripartire il sistema economico Italia attraverso un “patto” nazionale. Dino Scanavino, Cia, esprime l’urgenza di rimettere al centro della ripartenza il settore Agricolo, appunto ‘primario’. Punta sulla sburocratizzazione e sulla necessità di incrementare l’export l’Alleanza delle cooperative italiane mentre la Copagri parla di un piano di strategia nazionale. La Coldiretti sottolinea il ruolo dell’agricoltura per il paese sotto tutti i punti di vista, a partire da quello dell’occupazione. Infine Confeuro insiste sulla semplificazione e sul biologico. Qui di seguito gli interventi. STATI GENERALI, BELLANOVA: NON C’E’ SVILUPPO SOSTENIBILE SENZA AGRICOLTURA Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 16:49
Non c’è sviluppo sostenibile senza agricoltura. Filiera alimentare strategica per il rilancio del Paese Potenziamento delle imprese e delle filiere; lotta al dissesto idrogeologico e tutela di risorse come suolo, acqua, foreste; tracciabilità e trasparenza sull’origine dei cibi; promozione internazionale; sostenibilità integrale e sicurezza nei controlli: sono gli obiettivi della Strategia nazionale per il sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura ricompresa nel Masterplan “Progettiamo il rilancio” in forma di schede e risorse aggiuntive da impegnare (circa 4 miliardi) che stamattina a Villa Pamphilij la Ministra Teresa Bellanova ha preannunciato, dando appuntamento per l’illustrazione puntuale a un successivo momento di confronto nei prossimi giorni al Ministero. “Raccolgo con grande interesse i punti qualificanti e le proposte emersi nella discussione odierna”, ha esordito Bellanova chiudendo, insieme al Ministro Patuanelli, la mattinata di incontro con le rappresentanze del settore agricolo e alimentare aperta dal Presidente Conte e che nel tardo pomeriggio si concluderà con l’ascolto del mondo della pesca. “E muovo da una constatazione indispensabile, in questi mesi ribadita più volte. La Filiera della vita va ripagata dell’enorme impegno messo in campo in questi mesi per garantire un bene essenziale come il cibo e consentire a noi tutti la salvaguardia di abitudini e consuetudini alimentari. Se è vero che non ha mai smesso di lavorare, molti settori sono comunque in forte crisi per il blocco del canale horeca e il forte rallentamento dell’export. E’ necessario soppesare con attenzione come l’emergenza si sia riverberata su segmenti
di eccellenza, per fronteggiare le difficoltà e garantire il riposizionamento adeguato”. “Lo avevamo detto presentando le Linee programmatiche del nostro ministero nell’ottobre scorso: agricoltura, pesca e agroalimentare al centro dell’agenda politica e sociale del paese. Non abbiamo dunque dovuto aspettare, fortunatamente, la drammatica emergenza – prima sanitaria, adesso anche produttiva, economica e sociale – del Covid-19 per avere ben chiare centralità e strategicità di questa filiera per il nostro paese e per l’interesse nazionale”, ha proseguito Bellanova, sottolineando: “Adesso non si tratta solo di rispondere alla forte emergenza in atto ma di costruire una visione di Paese per i prossimi anni e anche per questo è opportuno, soprattutto nell’interlocuzione con l’Europa, che il sistema-paese, dunque anche i differenti segmenti economici e produttivi, parlino un’unica lingua”. Quanto alle proposte su sburocratizzazione e semplificazione emerse al Tavolo, “molto è già presente nel Decreto Semplificazione”, ha ribadito la Ministra, “e registro come alcune importanti priorità indicate siano quelle che già da tempo ci vedono al lavoro. Per questo mi auguro che produzione, trasformazione, distribuzione non disperdano l’esperienza di questi mesi. La Filiera della vita, come l’ho definita, è una sola, ogni segmento è fortemente concatenato all’altro. E se sostenibilità sarà sempre più parola chiave, deve essere allo stesso tempo sociale, ambientale, economica. Voi oggi avete richiamato il tema delle aree interne, della banda larga, dell’agricoltura di precisione, del sostegno alle filiere, dell’acqua. Temi rilevantissimi, già presenti nel Masterplan. L’Italia può giocare da protagonista la partita del Green Deal europeo, esserne uno dei veri motori di proposte. E’ questa la condizione imprescindibile perché agricoltura, pesca, agroalimentare si affermino come settori del futuro, continuando ad attrarre, come accaduto finora, le nuove
generazioni con performance importanti, siglando il patto necessario tra sostenibilità, ricerca, innovazione, qualità, legalità e tutela del lavoro. Il futuro del sistema paese, il vero rilancio, passa da qui”. STATI GENERALI, GIANSANTI: RIDUZIONE IVA E CUNEO FISCALE PER RILANCIARE I CONSUMI. UN PATTO PER IL SISTEMA ITALIA Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 13:17 “La ripresa economica richiede un immediato intervento per stimolare la domanda. Ho proposto al governo una riduzione delle aliquote IVA sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale sul lavoro allo scopo di rilanciare i consumi”. Lo ha dichiarato stamani il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla riunione degli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphilj a Roma, dedicata al settore agroalimentare. “Siamo pronti a scrivere insieme un Patto per il Sistema Italia – prosegue Giansanti – Le risorse messe a disposizione dall’Europa sono fondamentali per avviare un profondo cambiamento dell’economia in chiave di competitività, ma in questo momento servono anche interventi mirati”. “Per tornare a crescere, rilanciare la produttività che ristagna da oltre un decennio, occorre migliorare le infrastrutture, diffondere la digitalizzazione e le innovazioni tecnologiche, valorizzare la ricerca e la formazione come fattori chiave per lo sviluppo”. “La semplificazione burocratica merita una sottolineatura a parte. In un Paese che vuole essere all’avanguardia, i ritardi nella stesura di un decreto attuativo o di una circolare ministeriale bloccano l’erogazione di provvedimenti attesi da migliaia di cittadini e imprese in difficoltà. Ci auguriamo che il decreto sulla semplificazione annunciato dal governo
consenta di fare reali e sostanziali passi in avanti verso l’efficienza amministrativa a tutti i livelli”. “Per quanto riguarda il settore agroalimentare – sottolinea il presidente di Confagricoltura – l’emergenza sanitaria ha indicato che l’Italia e l’Europa devono accrescere la sovranità alimentare: il 10% in più di produzione lorda vendibile dell’agricoltura significherebbe una maggiore produzione di 20 miliardi ed esportazioni agroalimentari che possono crescere di 15 miliardi. Una svolta in chiave competitiva per il nostro settore, che necessita anche di accordi internazionali in grado di tutelare e valorizzare il Made in Italy”. “La filiera agroalimentare può dare un significativo contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica – conclude Giansanti – Per questo ribadiamo la necessità di un progetto di strategia da costruire insieme al premier Conte e i ministri competenti”. STATI GENERALI, CIA: AGRICOLTURA SIA AL CENTRO DEL RILANCIO Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 11:50 L’emergenza Covid-19 ha mostrato con tutta evidenza come il settore agricolo non sia residuale nel contesto socio- economico italiano, ma rappresenti il motore dello sviluppo e della crescita del Paese. Ha garantito l’approvvigionamento di beni alimentari durante il lockdown; ora, rientri, quindi a pieno titolo nel piano di rilancio economico dell’Italia. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino ricevuto dal premier Conte nell’incontro agli Stati generali di Villa Pamphili. Per Cia, infatti, la straordinarietà della crisi causata dalla pandemia, non consente un approccio ordinario, mentre è necessario che le istituzioni e la politica, superino
rivendicazioni e opportunismi per dare forma credibile a un progetto più ampio che consideri l’agricoltura centrale e avanzi secondo una visione chiara e di lungo periodo. Gli Stati generali, sostiene Cia, devono far proprio quest’impegno anche per confermare al settore agroalimentare che oggi vale 205 miliardi, di essere sulla stessa lunghezza d’onda, comprendendo gli sforzi sostenuti negli ultimi mesi per far fronte a perdite e difficoltà e riconoscendo l’opportunità di una ricostruzione, mai avvenuta dal dopoguerra a oggi. “Sono due le strade principali da percorrere in parallelo -è intervenuto all’incontro, il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Quella europea che deve vedere l’Italia ben posizionata nel contesto delle politiche comunitarie, definite dal Green New Deal e con le strategie Farm to Fork, Biodiversity e Next Generation Eu. Non è una sfida tutta agricola e ambientale. La transizione a un nuovo sistema agroalimentare europeo più digitale e verde, infatti, chiama alla sfida per la sostenibilità, l’intera programmazione del rilancio dell’Italia”. “L’altra strada -ha poi aggiunto Scanavino- è quella tutta italiana di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo e al rafforzamento dei sistemi produttivi territoriali. Il concetto di filiera non può, infatti, esaurire in sé il modello produttivo agricolo italiano, perché l’agricoltura del nostro Paese si compone di tante agricolture, molto diverse per dimensioni economiche e di superficie, per strategie commerciali e forme di conduzione aziendale. Ed è proprio il segmento delle piccole e medie imprese che rappresenta la parte più dinamica del nostro Paese e sul quale puntare con investimenti adeguati”. “Così come -ha chiarito Scanavino- il ruolo dell’agricoltura si evolve oggi in molte direzioni, non solo quella produttiva che resta evidentemente centrale, ma in quello di protagonista
nello sviluppo economico e sociale dei territori rurali”. “’Il Paese che Vogliamo’ -ha precisato Scanavino, citando il progetto di Cia sulle aree interne- vuole un cambio di rotta, con una strategia di sistema condivisa tra tutte le forze e risorse socio-economiche, espressione dei territori italiani. L’agricoltura può fare da perno dello sviluppo integrato di altri settori economici e produttivi in un’ottica di sistemi interconnessi, in grado di costruire percorsi di efficientamento produttivo sostenibile”. “Cia-Agricoltori Italiani -ha concluso il suo presidente nazionale, Dino Scanavino- si candida a esserne il promotore attivo nei territori, tra Enti e Istituti locali, imprese, società e mondo della ricerca. La ripartenza, su cui lavorare, passa per più adeguate politiche di governo del territorio, ammodernamento infrastrutturale, strategie di ‘conversione ambientale’ per una gestione sostenibile di suolo e fauna selvatica. Serve lo sviluppo di un nuovo paradigma tecnologico per l’agricoltura e di ‘reti d’impresa territoriali’ che possano puntare non solo sulla valorizzazione delle tipicità agricole e alimentari, ma anche su un piano di investimenti sul ‘turismo esperienziale’ che contempli gli agriturismi. Infine, occorrono filiere sempre più solide di qualità certificata, per rendere più forte il Made in Italy nel mondo”. STATI GENERALI, ALLEANZA COOPERATIVE: SBUROCRATIZZAZIONE, INNOVAZIONE E AUMENTO DELL’EXPORT LE PRINCIPALI RICHIESTE DELLE COOPERATIVE AGROALIMENTARI Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 11:18
U n a d e c i s a a c c e l e r a zione dei tempi per l’erogazione delle risorse, procedure semplificate e più snelle, una maggiore flessibilità che consenta di alleggerire il carico burocratico per le imprese. Sono queste alcune delle principali richieste che l’Alleanza delle Cooperative agroalimentari ha presentato oggi al Governo nel corso degli Stati Generali e che potrebbero consentire alle cooperative agroalimentari, che detengono un quarto del fatturato del comparto, di gestire al meglio la situazione di crisi causata dal Covid19. Rispetto invece allo sviluppo a medio-lungo termine dell’agroalimentare, l’Alleanza ha sottolineato la necessità di recuperare il gap di competitività che ancora pesa su una parte delle nostre imprese. “Dobbiamo crescere, farci conoscere ed apprezzare ed aumentare le nostre esportazioni – ha dichiarato il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri. “Per far questo occorre una grande opera di innovazione del sistema agroalimentare italiano, che dovrà passare necessariamente attraverso le infrastrutture, fisiche e digitali”.
“Non possiamo immaginare uno sviluppo del comparto se non verranno realizzati quegli interventi infrastrutturali che il mondo agricolo aspetta da anni. L’Italia, secondo quanto è emerso da un recente studio di Nomisma, è all’undicesimo posto tra i paesi dell’Unione europea per autostrade, aeroporti e reti ferroviarie, con una intensità di infrastrutture che è meno della metà rispetto ai Paesi Bassi, primi in classifica. Quanto all’utilizzo di internet, è purtroppo ancora poco diffuso nel Sud e nelle isole. Ci sono aziende – ha ricordato il presidente Mercuri – che operano in zone del Paese in cui non arriva la fibra. Dobbiamo necessariamente recuperare il gap di infrastrutture materiali e immateriali per rendere competitive tutte le aziende, attraverso l’introduzione su vasta scala di tecnologie di nuova generazione e di reti innovative e con processi di sistema innovativi di Agricoltura 4.0 come la Blockchain”. Innovazione ed ammodernamento: sono questi dunque i due grandi pilastri attraverso cui potremo raggiungere anche un terzo importante traguardo, quello della crescita del nostro export agroalimentare, che raggiunge tuttora solo in minima parte i mercati più distanti. L’obiettivo è anche qui quello di “puntare ad un riposizionamento nel mercato interno ed internazionale di quella parte di Italia che oggi è esclusa perché non riesce a movimentare e ad esportare le proprie produzioni”. L’Alleanza ha inoltre evidenziato la necessità del comparto di aumentare in futuro la propria capacità produttiva, dal momento che siamo deficitari di materia prima in diversi settori, con l’eccezione di vino, formaggi ed ortofrutta: “se la filiera agroalimentare è riuscita a garantire cibo sugli scaffali durante tutta l’emergenza Covid19, dobbiamo attrezzarci ulteriormente perché potremmo non riuscire a fronteggiare un’altra improvvisa crisi pandemica”. Tra le altre istanze avanzate agli Stati Generali dall’Alleanza, che è stata rappresentata oggi anche da
Cristian Maretti, “la necessità di proseguire spediti sul percorso di una produzione agroalimentare sempre più sostenibile, in linea con quanto previsto nel piano del Green Deal europeo voluto dalla Commissione Europea e di continuare a lavorare in sede nazionale e comunitaria per garantire misure di reciprocità negli scambi commerciali con i Paesi terzi”. Necessario infine un maggiore stanziamento di fondi nazionali destinati all’innovazione e alla ricerca e un’azione che miri a ridurre i costi di produzione, soprattutto nella parte fiscale e contributiva, per consentire alle nostre imprese agricole e agroalimentari di poter competere alla pari con quelle che operano nei principali paesi competitor. COPAGRI: STATI GENERALI, LINEE STRATEGICHE MASTERPLAN GOVERNO SONO RILEVANTI PER COMPETITIVITÀ AGRICOLTURA Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 11:07 “ G u a r d i a m o c o n i n teresse ai contenuti del ‘masterplan’ del Governo, del quale condividiamo le linee strategiche, che devono partire
necessariamente dalla semplificazione, dal rilancio delle infrastrutture e dagli incentivi per gli investimenti, tutte aree di intervento delle quali abbiamo più volte evidenziato la rilevanza per la competitività dell’agricoltura. Attendiamo di conoscere se e come questi aspetti si integreranno con i contenuti del cosiddetto ‘Piano Colao’, nel quale nonostante non figurino approfondimenti sull’agricoltura sono presenti molti aspetti che riguardano indirettamente il primario”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo agli Stati Generali in corso a Villa Pamphilj, organizzati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dedicati al tema “Progettiamo il Rilancio”. “In tema di competitività dell’agricoltura, oltre a proseguire sulla strada degli interventi da attuare nel breve-medio periodo per dare ossigeno ai produttori, bisogna ragionare sul lungo periodo, puntando a una vera e propria ristrutturazione del settore. Nel percorrere tale strada, chiediamo all’Esecutivo di dare priorità: alla sempre più improcrastinabile e auspicata semplificazione burocratica; alla rinegoziazione del debito, con particolare riferimento a mutui e altri finanziamenti; alle agevolazioni contributive, estendendo a tutti i datori di lavoro agricolo quelle riconosciute nelle zone particolarmente svantaggiate o montane; al credito agricolo, rafforzando il positivo strumento della cambiale agraria; agli incentivi ambientali, estendendo il ‘Bonus verde’ a tutto il 2021 e il ‘Superbonus’ agli agriturismi; alla promozione dell’agroalimentare e al sostegno alle filiere, partendo dai settori più colpiti, ovvero il florovivaismo, la zootecnia da carne e da latte, gli agriturismi, il suinicolo, il bovino da carne e da latte, e l’ortofrutticolo”, ha spiegato Verrascina. Ad ascoltare le richieste delle organizzazioni agricole, oltre
al Premier, erano presenti i ministri delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, dello sviluppo Economico Stefano Patuanelli e dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. “Il primario del Paese non può permettersi di perdere l’opportunità di rilancio rappresentata dall’odierno confronto; voglio ricordare, infatti, che l’agroalimentare nazionale, che nel 2019 ha esportato prodotti per un valore di circa 45 miliardi di euro, vale quasi il 14% del PIL, pari a circa 219 miliardi di euro, e che in ragione di tali rilevanti cifre la sua salvaguardia e valorizzazione devono essere posti come prioritari nell’ambito dell’azione di governo”, ha fatto notare il presidente della Copagri. “Tale significativo apporto all’economia del Paese rischia di essere messo a rischio dalle ripercussioni dell’emergenza Coronavirus, che non ha fatto altro che aggravare la situazione del primario e che nel 2020 produrrà sull’agroalimentare un calo stimato del 10% in valore, pari a circa 24 miliardi di euro, a causa del blocco delle esportazioni, della chiusura pressoché totale del canale HoReCa e dei cambiamenti nelle abitudini di consumo”, ha concluso Verrascina STATI GENERALI: COLDIRETTI, NEI CAMPI ITALIANI UN CRACK DA 12,3 MLD Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 10:31 L’emergenza Covid-19 ha provocato perdite stimate in 12,3 miliardi di euro al settore agricolo nazionale nel 2020 per effetto del taglio alle esportazioni, delle difficoltà e chiusure di bar e ristoranti, del crollo dei flussi turistici e della pesante contrazione delle quotazioni alla produzione
per taluni prodotti in controtendenza rispetto all’aumento dei prezzi al dettaglio per effetto di distorsioni e speculazioni che vanno fermate. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della convocazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali. Da quando è iniziata la pandemia in Italia – ha precisato Prandini – il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore, dall’allevamento al vino, dall’ortofrutta all’olio, dai fiori alle piante senza dimenticare la pesca e l’agriturismo che ha azzerato le presenze. L’allarme globale provocato dal Coronavirus – ha sottolineato il Presidente della Coldiretti – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con un piano nazionale di interventi per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali. In gioco c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati con l’Italia che nonostante una storica sottovalutazione può ancora contare – ha precisato Prandini – su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino a molti prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi.
Nonostante questo – ha denunciato il presidente della Coldiretti – l’agricoltura italiana è la meno sostenuta tra quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da Germania e Spagna. E la situazione potrebbe peggiorare – ha continuato Prandini – considerata l’inaccettabile intenzione dell’Unione Europea di tagliare di crica 34 miliardi il budget agricolo attuale destinato alla Politica Agricola comunitaria (PAC). Serve – conclude Prandini – un nuovo protagonismo dell’Italia in Europa anche per quanto riguarda la gestione delle risorse economiche destinate all’agricoltura che è una eccellenza del Paese determinante per la competitività. STATI GENERALI: COLDIRETTI, 1 MLD DI CIBO MADE IN ITALY PER I POVERI Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 10:31 Acquistare un miliardo di euro di cibo 100% Made in Italy da destinare alle famiglie povere e mense pubbliche, per far fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza sociale senza precedenti e, allo stesso tempo, dare ossigeno al sistema agroalimentare tricolore colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione. E’ la proposta lanciata dal Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della convocazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali. La pandemia coronavirus negli ultimi mesi – ha ricordato Prandini – ha fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri che nel 2020 hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. Da qui la proposta di aumentare ad un miliardo di euro
la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato agli indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made in Italy, a cominciare dalle eccellenze come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma o Prosciutto di San Daniele ma anche olio extravergine ottenuto da olive italiane, vino Made in Italy e frutta e verdura. Un obiettivo da estendere anche alla ristorazione pubblica con – ha aggiunto Prandini – un grande piano di acquisti di prodotti Made in Italy per le mense di scuole, ospedali e caserme ma anche un credito di imposta a favore della ristorazione privata che garantisce la provenienza nazionale dei cibi serviti, con un impatto positivo non solo sulla salute e sulla sicurezza alimentare ma anche sull’intero Sistema Paese. Proprio per favorire l’economia tricolore la Coldiretti ha lanciato la prima mobilitazione #MangiaItaliano nei mercati, nei ristoranti, negli agriturismi con il coinvolgimento di numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura, ma anche di industrie alimentari e distribuzione commerciale che si sono impegnate a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole. All’alleanza salva spesa promossa assieme a Filiera Italia hanno aderito grandi gruppi come Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè. STATI GENERALI: COLDIRETTI, DALL’AGRICOLTURA 200MILA POSTI LAVORO Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 10:30
L’esperienza dell’emergenza coronavirus ha dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro che oggi sono affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della convocazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali. Dopo essere stato snobbato per decenni si registra infatti – sottolinea la Coldiretti – un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Un segnale positivo importante per il comparto che tuttavia – precisa la Coldiretti – si scontra con la mancanza di formazione e professionalità che è necessaria anche per le attività agricole soprattutto per chi viene da esperienze completamente diverse. “Una opportunità che deve essere dunque accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro” ha chiesto il presidente della Coldiretti nel sottolineare che “la cancellazione per quest’anno dei versamenti contributivi dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti nei settori maggiormente colpiti rappresenta una boccata di ossigeno indispensabile per sostenere competitività ed occupazione nelle campagne. Ma serve anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo” – ha aggiunto Prandini – che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce piu’
deboli della popolazione sono in difficoltà. In un momento difficile per l’economia – ha continuato Prandini – dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. In tale ottica – ha precisato Prandini – è positiva la storica apertura dell’Unione Europea nella nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro a livello europeo ma l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa completando le lacune ancora presenti nella legislazione nazionale con l’estensione dell’obbligo ai salumi. Sull’export va promosso un piano straordinario di internazionalizzazione con la creazione di nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le produzioni 100% Made in Italy e per la stessa Italia, a partire da quei paesi dai quali i flussi turistici sono storicamente più consistenti. Serve poi recuperare i ritardi strutturali e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una mancanza che ogni anno – ha denunciato Prandini – rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export e una “bolletta logistica” più pesante per la movimentazione delle merci. Ma insostenibili ritardi riguardano anche le infrastrutture telematiche – ha continuato il presidente della Coldiretti -. Occorre che la fibra e tutti i servizi connessi cessino di essere uno slogan e siano portati nelle aree rurali nell’arco
di qualche mese e messi a disposizione degli imprenditori agricoli per poter usufruire di tutta la tecnologia dell’agricoltura 4.0 che andremo ad offrire loro. Investire in tecnologie è fondamentale per il rilancio del Paese in un’ottica di economia circolare, dal settore della chimica verde alla valorizzazione di allevamenti e foreste per la produzione di biometano e biogas, ma anche per affrontare un’altra emergenza per le campagne italiane, il cambiamento climatico che ogni anno presenta un conto di miliardi. Per lo sviluppo sostenibile dell’Italia come Coldiretti – ha ricordato Prandini – abbiamo ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti la messa in cantiere di una rete di circa mille laghetti nelle zone di media montagna da realizzare senza cemento e da utilizzare per la raccolta dell’acqua da distribuire in modo razionale in primis ai cittadini, quindi all’industria e all’agricoltura. Un progetto che può e deve essere sostenuto a livello nazionale e regionale, al pari del piano per lo sviluppo della zootecnia al Sud con una linea vitelli-vacche da latte e carne 100% Made in Italy che porterebbe nuove opportunità occupazionali. CONFEURO: STATI GENERALI, PUNTARE SU SEMPLIFICAZIONE E BIOLOGICO PER RILANCIO AGRICOLTURA Posted by Redazione × Pubblicato il 18/06/2020 at 12:21 Senza una riforma fiscale all’insegna della semplificazione, qualsiasi misura per il rilancio rischia di perdere efficacia e di non giovare alle imprese agricole – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Agli Stati Generali è giunto finalmente il momento di discutere di agricoltura, un settore che come gli altri ha urgente bisogno di una decisa opera di sburocratizzazione. La semplificazione
del fisco e degli altri adempimenti amministrativi sono infatti una priorità trasversale della nostra economia. Si tratta di un’azione ancora più indispensabile in questo momento, per permettere alle aziende di uscire velocemente dalla crisi e di esprimere appieno le loro potenzialità. Occorre inoltre incentivare l’innovazione tecnologica – che non può essere focalizzata in modo esclusivo sulla digitalizzazione – e seguire un nuovo paradigma di sviluppo che riporti al centro l’essere umano e la sua relazione con l’ambiente – continua Tiso. L’unica strada che può percorre il settore primario per tutelare il pianeta è quella dell’agricoltura biologica, che deve diventare una vera e propria leva di sviluppo del Paese, puntando senza esitazioni sulla qualità delle nostre produzioni e su una tutela del territorio in cui i coltivatori siano i primi garanti. Se attraverso gli Stati Generali il Governo non è riuscito ad assicurare una rappresentanza capillare alle forze dell’agricoltura, è comunque fondamentale che in questi giorni vengano poste basi solide per un’agenda di rilancio da discutere in Parlamento. Alla luce dell’andamento dei lavori, siamo tuttavia preoccupati che i temi fondamentali della semplificazione burocratica e dell’agricoltura verde non vengano affrontati, mentre crediamo che dovrebbero essere concretizzati in un progetto da presentare all’Unione europea.
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