Si fa presto a dire sgombero
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inchiesta Si fa presto a dire sgombero Le demolizioni di insediamenti abusivi di rom nelle periferie di Milano e Roma pongono una serie di problemi: non sono accompagnate da soluzioni abitative, sconvolgono l’integrazione scolastica e segnano un degrado razzista delle politiche locali, da molti osservato con indifferenza. Storie e voci di chi non ci sta Milano, settembre 2010: un bambino sgomberato dal campo di via Rubattino. EMBLEMA/ P. POCE 16 Popoli febbraio 2011
cammini di giustizia Francesco Pistocchini anche i più vivaci, diventano ine- il nostro intervento poiché costitui- Claudio Urbano spressivi. Mettono quello che pos- scono fonte di pericolo non solo per i sono nei sacchetti, bisogna fare in residenti della zona, ma per le stesse «C i hanno trattato come i fretta perché si rischia di perdere persone che vivono in queste aree». cani, o peggio». Claudia tutto, anche i documenti». L’attività della polizia municipale, (il nome è di fantasia) va sottolinea comunque la Cappellini, al nocciolo della questione sgomberi. CHI PARLA DI EMERGENZA non si limita agli sgomberi e nella Dalla fine del 2009 lei e i quattro fi- Già da qualche anno l’amministra- maggior parte dei casi la vigilanza gli, dai quattro ai tredici anni, han- zione comunale ha adottato una linea negli insediamenti si svolge senza no vagato continuamente per Mila- chiara rispetto agli insediamenti di alcun contrasto con gli occupanti. no. Erano arrivati in città due anni rom senza tetto nel territorio citta- Il copione è fa, dalla zona di Olt, nella pianura dino. La regia complessiva è formal- sempre lo stes- «Una domanda lungo il Danubio. «In Romania è dif- mente assegnata al prefetto, che in so, almeno per aleggia, senza ficile vivere, anche per i romeni con base a un decreto del governo del i provvedimenti risposta: “adesso un diploma - spiega -, tanto più per maggio 2008 è nominato commissa- che riguardano dove andiamo?”. noi rom. Mio marito aveva parenti a rio straordinario all’«emergenza no- gli insediamenti Casa, affetti, Milano, siamo andati a stare vicino madi». Per gli insediamenti regolari è di maggiori di- effetti personali, a loro, nelle baracche. Gli italiani prevista un’azione di «alleggerimen- mensioni: dopo stoviglie, pensano male di noi, ma non siamo to», che dovrebbe portare alla chiusu- alcuni giorni di tutto diventa tutti uguali. C’è chi cerca un lavoro, ra in tempi brevi di quattro degli otto «preavviso ver- “spazzatura” ha una famiglia, è serio. Da quando campi esistenti, avviando contempo- bale», la polizia e viene siamo qui non ricordo quante volte raneamente forme di accompagna- locale si presen- portato via» ci siamo dovuti spostare». mento e di sostegno per quelle fami- ta di prima mat- Secondo i dati forniti dal vicesindaco glie che dimostrano un reale interesse tina, tra le sei e le sette, e ordina ai Riccardo De Corato, gli sgomberi all’integrazione. Per la gestione della rom di lasciare le proprie baracche. nei campi nomadi di Milano effet- cosiddetta emergenza a Milano il mi- Il nucleo di intervento rapido del tuati nel 2010 sono stati 214, con nistero dell’Interno ha anche stanzia- Comune si occupa quindi di sman- 2.593 «manufatti abusi- to, con il fondo istituito tellare le baracche e l’azienda della vi» abbattuti. Insieme al Secondo i dati dal «progetto Maroni», nettezza urbana ripulisce l’area. In numero degli interventi forniti dal circa 13 milioni di euro. alcuni casi la Protezione civile dà è cresciuta però anche vicesindaco Tra i compiti assegna- una prima assistenza a coloro che l’attenzione dell’opinione De Corato, ti al prefetto, però, c’è vengono sfollati e si occupa di veri- pubblica, soprattutto do- gli sgomberi nei anche lo sgombero delle ficare preventivamente la disponibi- po la grande operazione campi nomadi di aree occupate dai campi lità di posti per le donne e i bambini del novembre 2009 in un Milano effettuati abusivi. E questa sembra nelle comunità di accoglienza con- quartiere a est di Milano, nel 2010 sono essere l’unica soluzione venzionate con il Comune. dove per la prima vol- stati 214, con prevista. «Gli sgomberi più grandi sono effet- ta gli «attori» non sono 2.593 «manufatti Nicoletta Cappellini, tuati con decine di mezzi, una forza stati solo gli occupanti abusivi» abbattuti comandante del Nucleo sproporzionata - osserva la maestra e le forze dell’ordine, ma problemi del territorio Robbiati -. E poi una domanda aleg- si sono mobilitate an- della polizia locale, che gia, senza risposta: “adesso dove che diverse persone del coordina le operazioni andiamo?”. Casa, affetti, effetti per- quartiere, insieme alle «maestre di di sgombero, spiega le procedure sonali, stoviglie, tutto diventa “spaz- via Rubattino», che già da due anni seguite dal Comune: «Interveniamo zatura” e viene portato via». avevano come alunni i figli dei rom. in genere in seguito alle segnalazioni «Lo sgombero è un’esperienza ter- della popolazione residente. La pre- SCOLARI «NOMADI» ribile - osserva Flaviana Robbiati, senza degli insediamenti crea negli «Vittime sono soprattutto i bambini», una delle insegnanti della scuola abitanti un aumento - almeno così denuncia Stefano Pasta, volontario dove tra il 2008 e il 2009 gli scolari è percepito - della microcriminalità della Comunità di Sant’Egidio che se- rom erano passati da 10 a 36 -. Se e il nostro compito in primo luogo gue un gruppo di famiglie romene dal la notizia si sparge il giorno prima, è rispondere alle richieste della po- 2005. «I bambini vivono senza sapere chi può se ne va in anticipo. C’è un polazione. Anche le condizioni di se dormiranno nello stesso luogo la silenzio impressionante, i bambini, degrado delle baraccopoli richiedono notte seguente». Fa il nome di Meg, febbraio 2011 Popoli 17
inchiesta F. RADAELLI una delle prime alunne iscritte alla torneranno a non avere una sistema- la Romania, lei è rimasta a dormire al scuola di via Rubattino, che è stata zione. Le famiglie quindi preferiscono centro per mancanza di alternative. sgomberata venti volte in un anno, e passare una notte al freddo piuttosto Ma avere i figli a scuola è una gran- di Samuel che, sempre in un anno, ha che separarsi, come racconta - con un de opportunità. «Noi insegnanti e i cambiato scuola dieci volte. «Non ci certo disagio - anche il comandante genitori italiani abbiamo imparato a si può stupire - spiega ancora Pasta Cappellini. vedere i rom come bambini e genito- - che solo pochissimi rom accettino Dopo il primo sgombero, Claudia è ri senza altri aggettivi - aggiunge la le soluzioni proposte dal Comune, stata alloggiata in un centro di ac- maestra Robbiati -. Ci aspettavamo quando ci sono. Alle famiglie viene coglienza a qualche chilometro di bambini senza regole, invece sono sempre chiesto di separarsi, poiché distanza. Era dicembre, ma si alza- educati, come abituati all’emargi- le comunità di accoglienza possono va alle sei di mattina con i quattro nazione: stanno in silenzio con gli solo ospitare le donne con i bambini, bambini per accompagnare a scuola i occhi bassi e ci mettono tempo a mentre gli uomini devono cercare due scolari. Lei e i due più piccoli non sciogliersi». Poco a poco le mamme una sistemazione autonoma». avevano un posto dove andare fino hanno iniziato a scambiare parole Inoltre queste soluzioni sono estempo- alle sei di sera. A differenza di altre con le altre. Nonostante i divari che ranee. Possono durare qualche giorno donne che avevano trovato sistema- provoca la differenza di reddito, si o qualche settimana, poi le donne zioni da parenti o erano ripartite per sono creati legami. A scuola non è successo niente di PREMIATO CHI SGOMBERA E CHI ACCOGLIE straordinario: in periferia si è abi- tuati all’arrivo di alunni stranieri. U n premio a chi esegue gli sgomberi e uno a chi cerca di limitarne gli effetti negativi. È successo alla tradizionale cerimonia degli Ambrogini del 7 dicembre scorso, le benemerenze assegnate dal Comune di Milano. Riconoscimenti in regime di par condi- Con i rom è servita qualche atten- zione in più: la scuola si è orga- nizzata per offrire qualche doccia cio, se è vero che i premi sono andati sia al Nucleo problemi del territorio della polizia ai bambini e qualche lavaggio di locale, che si occupa di gestire i campi autorizzati e smantellare quelli irregolari, sia a abiti in lavatrice. All’inizio è servito Maria Assunta Vincenti, a nome di mamme e maestre di via Rubattino, che dopo gli sgomberi, invece, le famiglie rom le hanno accolte. Premiata anche la Casa della Cari- spiegare che la puntualità è impor- tà, che sta lavorando per assegnare 25 alloggi popolari ad alcune famiglie del campo tante e abituarsi al fatto che, se c’è (regolare) di via Triboniano. un avviso scritto, alla mamma rom Assunta Vincenti ha portato con sé sul palco della premiazione alcune mamme rom con i analfabeta va letto. loro figli, lanciando un appello: «Accettiamo la benemerenza. Ma il Comune la smetta con «L’analfabetismo fa la differenza - gli sgomberi, i bambini, anche se sono rom, sono il nostro futuro e un’istituzione non può osserva la maestra Robbiati -. Chi è violare i loro diritti». Gli sgomberi sono stati citati esplicitamente solo nella motivazione analfabeta è tagliato fuori da una so- ufficiale del riconoscimento alle mamme, che hanno scommesso «con tenacia, amore e cietà totalmente alfabetizzata. L’anal- senso civico per un’integrazione possibile, con un impegno che è l’emblema della solida- rietà milanese». Anche dei vigili, però, si dice bene: hanno saputo svolgere «con umanità e fermezza una delicata azione di legalità e accoglienza». Il sindaco ha cercato di met- 18 Popoli febbraio 2011 tere d’accordo tutti: «Milano è una grande città, e ognuno fa la sua parte». c.u.
Milano, demolizione di una baracca. fabeta non legge un giornale, non 30 anni inferiore alla media italiana, in una mobilitazione di maestre e conosce i propri diritti, neanche i più tra incidenti, incendi, difficoltà a genitori per non perdere 36 bambini. elementari, e non può rivendicarli. curarsi, non si diventa vecchi. Per una dozzina di famiglie sono state Molte giovani madri, cresciute in Ro- «Il problema non è lo sgombero in trovati case e lavoro, ma non basta. mania, non sono mai andate a scuola. sé», commenta Valerio Pedroni, che «Ci muoviamo in una società milanese La scuola è la chiave di accesso alla coordina per i padri somaschi dal ricca, che in apparenza si muove nella società, alla rispettabilità sociale e a 2005 le attività legate ai rom. «Lo legalità - conclude Flaviana Robbiati un miglioramento delle condizioni». sgombero è necessario, perché a -, ma fuori dalla giustizia, dalla de- Ma l’accanimento con gli sgomberi certe condizioni la permanenza nei cenza e dal rispetto. Trovo orribile impedisce la frequenza. Qualche ma- campi non è sostenibile. Il problema l’uso della pa- dre, come Claudia, ha continuato a è quello che viene dopo. La chiusura rola “legalità” «La permanenza portare i figli a scuola, ma più di metà dei campi dovrebbe avvenire sola- per giustificare nei campi degli alunni rom si sono dispersi: mente se è stato pensato un progetto gli sgombe- non è sostenibile - cibo e riparo sono priorità. A Milano alternativo. Noi ci muoviamo in ri. La legalità ammette nel 2010, tutto ciò costringe a essere questa direzione, senza aspettare gli sganciata dalla Valerio Pedroni -. sempre paria, esclusi. «Penso che que- sgomberi». I padri somaschi, infatti, giustizia di- Ma la chiusura sto costringere un gruppo alla “morte hanno già seguito l’inserimento abi- venta ingiusti- dovrebbe sociale” sia fatto intenzionalmente», tativo di circa 60 persone. zia. Ci saranno avvenire solo se denuncia l’insegnante. Pedroni non rinuncia comunque a anche motiva- è stato pensato un certo ottimismo, sostenendo che zioni formali, un progetto SE NON C’È UN’ALTERNATIVA l’amministrazione ha seguito, nel per il rispetto alternativo» Le famiglie coinvolte negli oltre due- mandato che sta per chiudersi, un di norme viola- cento sgomberi milanesi del 2010 percorso che ha portato a pren- te, ma non si possono applicare norme sono sempre le stesse. Tendono a non dere maggiore consapevolezza del in oltraggio al rispetto delle persone. lasciare la ricca metropoli, perché problema e delle possibili soluzioni, Sul tribunale c’è scritto Palazzo di l’elemosina o qualche piccolo lavoro soprattutto per quanto riguarda la giustizia, non Palazzo di legalità: ci in nero garantiscono la sopravvi- situazione dei campi regolari. La spe- sarà un senso in questo? Vedere uno venza. Ma la vita nelle baracche è ranza è che questa «buona volontà» ci sgombero è terribile, fa venire i sensi sempre pericolosa: un bambino di sia anche per i campi irregolari. di colpa anche solo per il fatto di avere Claudia, quando la famiglia è tornata La scuola di via Rubattino, che ospita un letto. Noi abbiamo cercato in qual- nelle baracche, si è ustionato mani e 900 alunni e in cui solo una famiglia che modo di reagire e molti milanesi piedi con un bidone di alcol usato per ha pubblicamente protestato per la ci hanno appoggiato». Adesso Claudia riscaldarsi. La speranza di vita è di presenza dei rom, ha aperto le porte, e i suoi figli hanno una casa. febbraio 2011 Popoli 19
inchiesta EMBLEMA/ P. POCE Roma, un prezzo salato zato, il Comune spende circa 500 euro al mese. «Quello degli sgomberi e dei cosiddetti “campi nomadi” è Michele Camaioni nomadi», a Roma sarebbero stati spesi un business - spiega il responsabile almeno 2 milioni di euro, escludendo dell’associazione, Carlo Stasolla -. U no sgombero continuo. Sono i costi dello sgombero dei seicento Ma queste modalità di intervento 320 le operazioni di allon- abitanti del Casilino 900, lo storico non intaccano lo status quo, assor- tanamento di famiglie rom campo smantellato nel febbraio 2010 bendo invece risorse che potrebbero da «insediamenti informali» (cioè per volontà del sindaco Alemanno. essere utilizzate per più coerenti ed non organizzati, abusivi) effettua- Un’operazione, questa, eseguita sen- efficaci politiche abitative. Con la ti a Roma negli ultimi due anni e za rispetto per le garanzie minime metà dei soldi spesi per il Piano no- mezzo. Quasi uno ogni tre giorni. richieste dalle convenzioni interna- madi si potrebbe superare la realtà Nonostante ciò, secondo i dati rac- zionali in materia, stando a quanto dei campi: un’anomalia tutta italia- colti dall’associazione «21 luglio», denunciano i ricercatori di «21 luglio» na, che però evidentemente paga in impegnata nella difesa dell’infanzia, in uno studio che verrà presentato a termini economici ed elettorali». nell’ottobre 2010 l’area metropolita- Roma il 15 febbraio (Report Casilino Il sospetto è che dietro gli spostamen- na della capitale ospitava ancora 153 900. Parole e immagini di una dia- ti forzati dei rom da una parte all’al- campi rom non organizzati, sorti o spora senza diritti). tra della città si celino operazioni di risorti qua e là, sotto i cavalcavia o Secondo le cifre comunicate dal pre- speculazione edilizia, per favorire ai margini dei quartieri periferici. fetto di Roma, il Piano nomadi, l’apprezzamento o la svalutazione E questa vera e propria fabbrica de- presentato dal sindaco dei terreni di determi- gli sgomberi pesa come un macigno come risposta all’esi- «Con metà dei nate aree. Come forma sulle casse comunali. Il costo di uno genza di sicurezza e soldi spesi per di pressione politica sgombero (straordinari degli agenti e legalità dei cittadini, il Piano nomadi - contro le incongruenze degli assistenti sociali, bonifica, ecc.) costerà all’amministra- nota l’associazione del Piano, l’associazione oscilla tra i 15mila e i 20mila euro zione 34 milioni di euro. «21 luglio» - si ha lanciato un appello al giorno. Dal 31 luglio 2009, data in Per ogni rom ospitato potrebbe risolvere per una raccolta di fir- cui è stato varato il discusso «Piano in un villaggio attrez- il problema, ma me online, con lo slo- lasciarlo aperto paga in termini 20 Popoli febbraio 2011 economici ed elettorali
F. RADAELLI A sinistra, il campo Casilino 900, a Roma, sgomberato un anno fa. Qui a fianco, abbattimento di insediamenti abusivi. condo quanto raccontano i volontari di Popica, vengono semplicemente lasciati sulla strada. Tocca allora alle associazioni, ai religiosi o a espo- nenti politici locali particolarmente sensibili (come l’assessore alle Poli- tiche sociali del VI Municipio, Vanni Santi, che ospitò per tre giorni 30 rom nella sala consiliare), cercare una soluzione. Nel caso dei rom di Centocelle, Popica ha positivamente sperimentato un’inedita collaborazio- ne con i Bpm, un movimento di lotta per la casa, inserendo queste famiglie nei percorsi per il diritto all’abitare, che a Roma coinvolgono migliaia di italiani e altri migranti. Tra le 390 persone sgomberate in quel novembre 2009, ci sono anche Maria e Marius, due rom ventottenni di origine rome- na con tre fi- «Non vogliamo gli e una lunga spostarci più esperienza di e dover mandare sgomberi for- i nostri figli ogni gan «Non sgomberate i miei diritti» riguardano la mancanza di preav- zati. «La prima volta a una (www.21luglio.com). viso, l’esecuzione dello sgombero in volta ci hanno scuola diversa», «Il paradosso del Piano nomadi è che condizioni meteorologiche avverse mandato via racconta Maria, sulla carta si fonda sulla legalità, e la sproporzione tra il dispiego di dal campo di sgomberata sette ma nella pratica viene attuato con agenti di pubblica sicurezza e la peri- Ponticelli, vi- volte in cinque strumenti illegali - spiega Stasolla colosità dell’operazione da effettuare. cino a Napo- anni. Ora vive in -. Non siamo contro gli sgomberi in Particolarmente traumatica è la sepa- li. Mi hanno mezzo alla strada assoluto, ma contro quelli illegali, razione delle famiglie che si realizza detto che se ci che non rispettano né il diritto quando gli uomini vengono caricati avessero visto lì un’altra volta mi all’alloggio, perché non offrono so- sui mezzi della polizia per essere avrebbero sottratto i figli e li avreb- luzioni alternative alle persone, né il identificati, mentre a una parte delle bero messi in un orfanotrofio», ha diritto alla scolarizzazione, che vie- donne e dei bambini viene offerta la raccontato ad Amnesty International ne violato quando le famiglie ven- possibilità di essere trasferiti presso i Maria, che con il marito ha dovuto gono indirizzate verso zone troppo centri di accoglienza. rivivere momenti simili a Caivano e lontane dai campi sgomberati e dalle È quanto è capitato nel novembre a Roma. «In cinque anni siamo stati scuole frequentate dai bambini». 2009 ai rom di via di Centocelle, nel in sette campi diversi - spiega Marius campo noto anche come Casilino -. Ora viviamo in mezzo alla strada, GESÙ IN UNA BARACCA 700. L’associazione Popica Onlus, che cercando i vestiti nella spazzatura e Anche quando la soluzione abitativa nel tempo aveva intessuto relazioni rivendendo pezzi di ferro e di rame alternativa viene garantita, peraltro, con gli occupanti, per sensibilizzare rimediati in giro». Una vita da noma- non di rado questa non risponde ai l’opinione pubblica a Natale ha al- di, per chi nomade non vuole essere requisiti strutturali minimi - ca- lestito presso l’oratorio del Caravita, più. «Non vogliamo spostarci più e pienza delle stanze, numero di bagni dei gesuiti, un presepe attualizzato, dover mandare i nostri figli ogni e spazi luce - stabiliti da una legge facendo nascere Gesù in una baracca volta a un’altra scuola - conferma regionale del 2003. È il caso di un rom (vedi il video su www.popica. Maria -. Non voglio che i nostri figli centro di accoglienza ospitato in una org). Coloro invece che non accettano facciano la nostra stessa vita. Voglio ex cartiera sulla via Salaria. Altre o non hanno la possibilità di accedere che vadano a scuola e che riescano a violazioni denunciate dagli operatori a una sistemazione alternativa, se- trovare un lavoro». febbraio 2011 Popoli 21
inchiesta Resistere te tutelato, perché l’intensità degli sgomberi comporta la ri-occupazio- ne ciclica degli stessi luoghi. alla demagogia Il meccanismo è assai inefficiente e per nulla efficace, con costi econo- mici (e umani) considerevoli. E allo- Tommaso Vitale* esercitato laddove ci siano attentati ra perché ci si ostina? Perché non si alla proprietà (privata o pubblica) o guardano in faccia le persone? Non N essuna retorica: la questio- condizioni di pericolo per la salute si ascoltano le loro storie? Perché ne degli sgomberi ciclici, delle persone. Il problema non è lo molto spesso non si dialoga con loro reiterati e in assenza di al- strumento in sé ma il suo uso. alla ricerca di soluzioni? ternative abitative viola i diritti e la A Bergamo, ad esempio, una volta Perché è un’azione demagogica. Sia- dignità di persone, di esseri umani. trovate soluzioni abitative sostenibili mo veramente al cuore dei problemi Al contempo, in primo luogo, im- per oltre 400 rom nella seconda metà della democrazia contemporanea, in poverisce la vita politica, la rende del decennio scorso, sono stati gli cui il consenso sempre meno si per- più demagogi- stessi rom a sgomberare le loro pre- segue nel risolvere concretamente i Siamo al cuore ca e, in secondo cedenti baracche, in collaborazione problemi e favorire la pacifica con- dei problemi luogo, rinforza con la nettezza urbana e con grande vivenza fra gruppi e persone. Sem- della democrazia gli stereotipi risparmio per il bilancio comunale. pre più spesso i politici strappano il contemporanea, sui rom. Non Invece l’uso continuo e ricorsivo de- consenso degli elettori e delle élite in cui il consenso mi concentrerò gli sgomberi in assenza di alternativa nelle dinamiche mediatiche, mo- non si persegue sulla violazione mette le persone in strada, in condi- strando di essere impegnati a risol- nel risolvere di diritti del- zioni ancora peggiori. vere problemi, e presenti nei luoghi i problemi, ma le persone, su in cui i problemi si manifestano. si conquista cui questo ser- UTILI A CHI? Tuttavia lo sgombero ciclico e ri- nelle dinamiche vizio di Popo- Gli sgomberi vengono giustificati corsivo non ha solo effetti politici, mediatiche li mostra cose nell’interesse superiore degli sgom- di banalizzazione e istupidimento importanti. Mi berati e nell’interesse degli abitanti (e spreco) delle politiche locali. Ha soffermerò invece sugli effetti po- del quartiere limitrofo agli insedia- anche un effetto culturale ampio: litici e culturali degli sgomberi per menti abusivi. Tuttavia l’interesse produce modi con cui guardiamo e mostrare, in chiusura, l’intelligenza superiore di chi viene sgomberato interpretiamo la realtà. e l’attualità delle forme di solidarie- non è perseguito veramente, per- Gli sgomberi delle baraccopoli co- tà nei confronti dei rom. ché le persone sono scacciate senza struite dai rom immigrati dall’Eu- Lo sgombero, in sé, è solo uno stru- supporto né alternativa. Neanche ropa sud-orientale avvengono nella mento di politica pubblica. Viene l’interesse degli abitanti è seriamen- maggior parte dei casi senza rispet- D. FRACCHIA 22 Popoli febbraio 2011 Milano: manifestazione xenofoba di militanti della Lega contro un insediamento di rom.
tare le norme internazionali e nazio- vivere nella sporcizia e in situazioni Lo sgombero senza alternative è nali. Non viene notificato l’ordine. precarie, che ai rom non interessi il grado massimo della demagogia Vengono distrutti indiscriminata- la qualità della vita, che con loro nella politica urbana; l’espressione mente i beni privati. Nella maggior niente sia possibile. Senza alcun politica delle solidarietà di quartiere parte dei casi nessuna alternativa riscontro di realtà. ridà speranza e mostra strade effica- abitativa è offerta. Spesso si minac- ci, sostenibili, efficienti e capaci di cia di separare i nuclei familiari. GLI ANTICORPI DELL’INCONTRO ridare una prospettiva al comune vi- Non ci sono oggi in Italia situazioni Gli sgomberi hanno conseguenze vere insieme nelle città. Senza chiu- di emergenza abitativa trattate nella dure sulle persone, imbruttiscono dere gli occhi di fronte ai problemi stessa maniera. Lo sgombero delle la nostra vita democratica locale e concreti, tutti, baraccopoli rom è, quindi, un trat- hanno un impatto culturale assai anche quelli Le forme di tamento specifico e differenziale, importante, di negazione di una di microcri- solidarietà locale nel duplice senso che è rivolto a un comune umanità e di circolazione minalità, con sono deboli rispetto solo gruppo etnico, e che aumenta di fatalismo. Tuttavia, anche nelle l’obiettivo di alla politica, e produce le differenze. Non ultima situazioni in cui stereotipi e pre- affrontarli e ma inventive. esaspera una rappresentazione estre- giudizi sono più forti e il razzismo non di ripro- Denunciano gli ma dell’alterità dei rom. mostra il suo volto più violento e durli e tenerli abusi istituzionali I rom vengono considerati in manie- cinico, esistono sempre anticorpi. Ci aperti. Così, e giocano in pieno ra reificata: li si guarda come delle sono persone che si incontrano, rom osservando le il proprio servizio cose. Non si parla con loro, non si e gagé, e circoli e associazioni che forme di de- di carità negozia, né si tiene conto delle loro promuovono questo incontro. Bam- nuncia agli in termini politici risorse economiche e professionali. bini che iniziano a giocare insieme. sgomberi e di Li si considera tutti uguali. Questa Forme di solidarietà organizzata che costruzione di alternative di solida- rappresentazione unificante viene si costruiscono. rietà, scopriamo un terreno concreto rimbalzata dai media, amplificata A volte i quartieri sono completa- e innovativo di servizio, resistenza dallo spettacolo della miseria e della mente indifferenti, semmai ostili, e alternativa alla demagogia e alla segregazione e finisce per essere as- ma un pensionato inizia a organiz- vacuità che soffocano la nostra vita sunta anche da molti fra coloro che zare un «pedibus» e ad accompagna- democratica. sono contrari agli sgomberi stessi: re a scuola i bambini di un nuovo *Docente di Sociologia urbana tanti, anche fra gli attivisti per i insediamento abusivo. A volte inizia all’Università Milano Bicocca diritti dei rom, li considerano come un infermiere, un catechista o un e a Sciences Po (Parigi). un gruppo indifferenziato, con una allenatore amatoriale. Si parte dal- cultura omogenea e senza differen- lo stare insieme, dal conoscersi un PER SAPERNE DI PIÙ ze di reddito e socio-professionali al poco, e iniziano i progetti, le borse proprio interno. Così i rom vengono lavoro, l’orientamento scolastico e > T. Vitale (a cura di) considerati sempre e comunque po- lavorativo. Le cose importanti del- Politiche possibili. Abitare veri e incapaci. la vita: l’aiuto mutuale per capire le città con i rom e i sinti Non vedere la stratificazione e la qualcosa del difficile mondo del Carocci, Roma 2009, pluralità propria dei gruppi rom crea lavoro, dello studio e del mercato pp. 300, euro 31 fatalismo. Molti credono che siano immobiliare. sempre le stesse persone a chiedere Queste forme di solidarietà locale l’elemosina da 30 anni. Non si ve- sono deboli rispetto alla politica, ma > G. Costa (a cura di) dono traiettorie di integrazione, di inventive. Denunciano gli abusi isti- La solidarietà frammentata buona convivenza, di mobilità so- tuzionali, si fanno forza di alleanze Bruno Mondadori, Milano 2009, ciale. Non si confida nella possibilità con istituzioni (per esempio scolasti- pp. 176, euro 16 delle politiche sociali di che), giocano in pieno il sostenere anche le fa- Non ci sono proprio servizio di ca- miglie più vulnerabili e oggi in Italia rità in termini politici, > P. Lascoumes - P. Le Galès fragili, perché il destino situazioni richiamando al rispetto Gli strumenti per governare di un intero gruppo et- di emergenza della costituzione e delle Bruno Mondadori, Milano 2009, nico sembra segnato. Si abitativa leggi viventi. Puntano a pp. 336, euro 32 finisce così con il pen- trattate nella prendere parola e a dare sare che ai rom piaccia stessa maniera. parola ai rom stessi. Lo sgombero www.juragentium.unifi.it/it/forum/rom/vitale.htm dei rom è un Analisi delle modalità con cui le città affron- trattamento tano i problemifebbraio degli insediamenti 2011 Popoli abusivi. 23 differenziale
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