Selezionati i testi vincitori del bando "Racconti teatrali di guerra e di pace"
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Selezionati i testi vincitori del bando “Racconti teatrali di guerra e di pace” Sono “Cadorna 1914” di Marco Gnaccolini (Mestre Venezia, 1985), “Il generale” di Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985) e “Il solito ignoto” di Michele Ruol (Padova, 1986) i tre testi vincitori del bando “Racconti teatrali di guerra e di pace” promosso dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale sul tema della Grande Guerra e realizzato in collaborazione con la Regione del Veneto in occasione del centenario dell’inizio del conflitto. Ora i tre testi affronteranno la prova della lettura scenica di fronte al pubblico dello Stabile nel corso della Stagione 2015-2016, una fase che il Teatro seguirà con grande attenzione, mettendo a disposizione professionalità e occasioni di ulteriore crescita, perché il potenziale drammatico della scrittura si traduca in opere valide anche dal punto di vista teatrale. È stata molto ampia la risposta al bando di scrittura teatrale e i tre testi sono stati selezionati tra i 44 che sono arrivati da tutta Italia. Interessante la distribuzione territoriale degli autori coinvolti, con una partecipazione veneta di ben 20 autori; 3 testi provengono da Roma e altrettanti da Milano, 3 dal Friuli- Venezia Giulia, 2 da Trentino-Alto Adige e Piemonte e, procedendo verso il centro, 1 testo dall’Emilia Romagna e 2 dalla Toscana. Ben rappresentato anche il Sud con 7 testi distribuiti tra Sicilia (3), Puglia (2), Campania (1) e Basilicata (1). Infine, un testo arriva anche dall’estero, da Belgrado. L’autore più giovane ha 19 anni, il più vecchio 68, mentre 13 sono le proposte a firma femminile, a dimostrazione che la riflessione sui temi della Grande Guerra è davvero trasversale. Interessante da rilevare è anche l’approccio collettivo evidenziato da parte delle autrici donne, che in due casi firmano a quattro mani con un uomo e in un caso costruiscono un testo collettivo a più voci. Più nel dettaglio, 3 sono gli over 60, 14 nella fascia tra i 50 e i 60, 11 in quella tra i 40 e i 50, 10 gli over 30, mentre gli under 30 sono 6. Un dato che evidenzia una equa distribuzione anagrafica, senza una fascia di prevalenza schiacciante sulle altre. La disamina dei partecipanti ha rivelato un potenziale molto interessante nella qualità delle proposte e nel diverso approccio alla tematica. Accanto a talentuosi esordienti si segnalano alcuni candidati di grande esperienza drammaturgica: lo scrittore, musicologo, traduttore e storyteller Luca Scarlini; Francesco Niccolini, autore teatrale molto rappresentato che vanta collaborazioni di alto valore artistico, in primis quella con Marco Paolini per l’indimenticabile “Vajont”; il drammaturgo e regista Matteo Tarasco, unico italiano ad essere stato nominato membro del Lincoln Centre Theatre Directors Lab di New York. In prima linea anche attori/autori veneti come Beppe Casales, Paola Brolati, Francesco Wolf e
Margherita Mannino. Al di là della presenza di autori più o meno esperti, è stato comunque condotto un lavoro di analisi dei testi attento e imparziale, alla ricerca anche della sorpresa inaspettata, del talento emergente a cui dare una possibilità concreta per mettersi alla prova e farsi conoscere. Il primo dato che risulta in modo evidente è che i tre autori dei testi selezionati hanno tutti intorno ai trent’anni, l’età ideale per aver maturato sufficienti esperienze ma anche per avere un significativo margine di crescita, soprattutto nell’apporto che ognuno di loro potrà dare al futuro della drammaturgia nazionale. Questa comunanza generazionale emerge in particolar modo dalla composizione di una scrittura di sintesi, fatta di dialoghi compatti e diretti, priva di qualunque eccesso narrativo, ma al contrario capace di creare una lingua teatrale d’impianto contemporaneo. I loro approcci anti-didascalici, pur profondamente diversi tra loro, riescono a comunicare un tema così complesso, come la memoria di una tragedia collettiva, senza appoggiarsi su forme sceniche più convenzionali, ma trovando ognuno una propria strada fortemente personale. La qualità delle loro drammaturgie è parsa particolarmente convincente, riuscendo a distinguersi tra le tante proposte arrivate, che comunque hanno evidenziato un livello medio indubbiamente interessante.
LE MOTIVAZIONI • CADORNA 1914 Marco Gnaccolini Pur traendo ispirazione da un personaggio storico realmente esistito il testo riesce ad evitare qualsiasi tratto documentaristico per sviluppare la parabola, ascendente prima e discendente poi, di un antieroe complesso. Una maschere tragica, che dietro l’uomo senza scrupoli cela la potenza scenica del personaggio a tutto tondo. Una sorta di redivivo Riccardo III, capace di ogni efferatezza pur di raggiungere i propri obiettivi. Il punto di vista dell’autore è preciso, netto, non lascia dubbi e condanna irrimediabilmente le derive che discendono da ogni abuso di potere. I tratti biografici si sciolgono in un racconto di finzione, dove ciò che conta non è tanto affermare una verità storica quanto aprire una riflessione sulle responsabilità del singolo. Perché dietro ad ogni battaglia sanguinaria c’è sempre un uomo al comando. • IL GENERALE Emanuele Aldrovandi Dotato di una lingua teatrale efficace e funzionale al racconto, il testo evita qualunque caduta retorica giocando con maestria sull’iperbole e sul paradosso. L’incedere della narrazione a tappe successive, che definiscono diverse prospettive e visioni drammatiche, crea continui cambi di registro e un susseguirsi di colpi di scena che danno estrema fluidità a tutta l’opera. Una voce chiara, riconoscibile dall’inizio alla fine, che racconta l’insensatezza della guerra evitando di isolarla in precisi contesti storici, ma aprendo con intelligente ironia a una visione universale. Un ritratto al vetriolo sulla follia umana, che si colloca al di fuori di qualunque riferimento spazio-temporale definito, per arrivare a contenere tutte le guerre, e denunciare con forza i tanti massacri che hanno attraversato la storia dell’umanità, ieri come oggi. • IL SOLITO IGNOTO Michele Ruol Il riferimento stilistico al coro contemporaneo, presente in alcuni percorsi artistici fondanti per l’attuale scena della ricerca teatrale è esplicito, così come la scrittura frammentaria per punti di estrema sintesi. Pur collocandosi in una dimensione che a una lettura superficiale può apparire derivativa, l’autore dimostra al contrario una capacità di maneggiare la materia e una dinamica interna al linguaggio di grandissimo interesse e di originalità assoluta. Tutto è giocato sulla metafora calcistica, che diventa campo d’azione per costruire accostamenti arditi su di un tema all’apparenza intoccabile come la Grande Guerra. Un testo che si colloca fuori dal coro, potente, dissacrante e comunicativo. Un’opera coraggiosa, firmata da un autore sicuro dei propri mezzi, che sa esprimersi con estrema coerenza e senza mediazione alcuna.
SINOSSI TESTI E BIOGRAFIE AUTORI CADORNA 1914 Alberto Pollio è stato un generale italiano, capo di Stato maggiore del Regio Esercito tra il 1908 e il 1914. Ufficiale competente e colto morì per un “apparente” attacco cardiaco nella notte tra il 30 giugno e il 1º luglio 1914, due giorni dopo l'attentato di Sarajevo che avrebbe provocato lo scoppio della Prima guerra mondiale. Il testo parte da un fatto storico per ordire una fitta trama di intrighi e giochi di potere, che porteranno all'inarrestabile ascesa del protagonista: il Generale Luigi Cadorna. Marco Gnaccolini (Venezia-Mestre, 1985) Si laurea nel 2013 in Scienze e Tecniche del Teatro allo IUAV di Venezia e nel 2015 in drammaturgia e sceneggiatura cinema, fumetto, radio e televisione all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma. Attualmente lavora come drammaturgo e regista con Woodstock Teatro (Spring Boy, Un Piccolo Principe) e come dramaturg. Ultimi lavori nella lirica (Il suono giallo, per la regia di Franco Ripa di Meana) e nella commedia dell'arte (Soldato Peter Pan, per Pantakin regia di Michele Modesto Casarin). IL GENERALE Una potenza mondiale invade militarmente un altro stato, ma il generale al comando si comporta, fin dal suo arrivo, in modo imprevisto: chiuso fra le quattro mura del suo ufficio impartisce al sottoposto ordini apparentemente contraddittori che in un parossismo di distruzione portano all’annientamento del suo stesso esercito. Il testo racconta con linguaggio tragicomico il paradosso di un pacifista che sceglie di sconfiggere la violenza della guerra con una violenza ancora più cieca, estrema e radicale. Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985) Dopo la laurea in Lettere e Filosofia si è formato come autore alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Ha scritto vari testi e adattamenti, ricevendo alcuni dei più importanti riconoscimenti per la nuova drammaturgia, fra cui il Premio Hystrio Scritture di Scena 2015 con Farfalle, il Premio Riccione “Tondelli” 2013 con Homicide House e il Premio Pirandello 2012 con Felicità. Lavora da anni con il Centro Teatrale MaMiMò e collabora con altri artisti e compagnie. I suoi testi sono pubblicati da CUE Press.
IL SOLITO IGNOTO Cos'è per un giovane che ha 30 anni nel 2015 la guerra del 1915? Quanto quella parte di storia lo riguarda in prima persona? Quanto il nome di una strada, di una piazza, di un monumento viene associato a colui a cui è intitolata o quanto piuttosto si collega a qualcosa che ha a che fare con la quotidianità delle nostre vite? Un testo anti-narrativo, dove un coro di voci, come un gruppo di ultrà da stadio, discetta sul tema con sano distacco, rispedendo al mittente la retorica delle celebrazioni. Michele Ruol (Chicago, 1986 risiede a Padova) Laureato in Medicina e Chirurgia si sta specializzando in Chirurgia Pediatrica. Ha pubblicato racconti in diverse raccolte, tra cui Il veneto del futuro, Marsilio (2005); Giovani Cosmetici, Sartorio (2008); L’amore ai tempi dell’Apocalisse, Galaad (pubblicazione prevista per il 2015). Nel 2013 è stato finalista al concorso nazionale Subway-Letteratura. Collabora come drammaturgo con la compagnia teatrale Amor Vacui, per la quale ha curato i testi dello spettacolo Ho un pinguino nella scarpa e due attori nel cappello (2015).
ELENCO COMPLETO TESTI PARTECIPANTI in ordine alfabetico 1. BRICIOLE D’ITALIA Leonardo Petrillo 2. CADORNA 1914 Marco Gnaccolini 3. CANTO PER CHI NON HA FORTUNA Luca Scarlini 4. CONGEDO Jacopo Giacomoni 5. DERIVA Matteo Tarasco 6. FOGLIA PRESA NEL TURBINE Alessandro Romano 7. FRATELLI Maria Gabriella Zen 8. GUERAVACA Alessandro Cinquegrani 9. I CONFINI DEGLI ALTRI Gloria Deandrea 10.IL MIO CUORE È IL PAESE PIÚ STRAZIATO Rossana Valier Pistolato 11.IL GENERALE Emanuele Aldrovandi 12.IL PAESE IN VALLE VA ALLA GUERRA Marco M. Pernich 13.IL PANE E LE ROSE Camilla Rizzardi 14.IL SABATO DEL VILLAGGIO Vittorio Caratozzolo 15.IL SOLITO IGNOTO Michele Ruol 16.IL VOLO DELL’ANGELO Antonio Scopece 17.LA BELLEZZA DEL RUMORE Vesna Andrejevic 18.LA BUCA Beppe Casales 19.LA BUFERA Lucia Bonini 20.LA GRANDE GUERRA Alessio Grispini 21.LA GUERRA DEI CIUCHI Elisabetta Santini 22.LA GUERRA DEI PICCOLI Davide Stefanato e Anna Manfio 23.LA GUERRA DEL SERGENTE COMISSO F.T. De Nardi 24.LA LEGGENDA DEL SANTE Paola Brolati 25.LA MIA GUERRA Elvira Gaudino 26.LA PRIMA GUERRA NON SI SCORDA MAI Alessandro Franceschini 27.LETTERE IN GUERRA Antonella Leone 28.MANGIAGLI IL CUORE Francesco Niccolini 29.NELLE TEMPESTE D’ACCIAIO Paolo Faroni 30.OGNI STORIA HA LA SUA MUSICA Savì Manna 31.PACE IN GUERRA Alessio Kogoj 32.PAROLE ORFANE Francesco Wolf e Margherita Mannino 33.PATRIE IDEALI… E MILIONI DI MORTI Domenico Romano 34.PIÚ ALTO, PIÚ OLTRE Sergio Casesi 35.PRIGIONIERO J. - Tommaso Rossi 36.QUOTA 808 Ferdinando Crini 37.SOCA David Angeli 38.SULLA COLLINA, LO SPECCHIO DELL’EROE Federico Moro 39.TUTTI AL MURO Giovanni Martucci 40.UNA SOSTA PRIMA DEL CIELO Egidio Capodiferro 41.VENNE LA NOTTE Guido Guzzo 42.VIPERE Carlo Tolazzi 43.ZANZ(191)8. FAIER! TA PUM! Mauro Comba 44.1915-2015. ABBASSO LA GUERRA. DONNE E PACE testo collettivo
Puoi anche leggere